Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: _RockEver_    20/01/2018    5 recensioni
Erin è una ragazza misteriosa e molto intelligente che da anni si nasconde dal governo mondiale.
Un giorno, per fuggire dai marines che intendono catturarla, si imbatte in una nave con la polena a forma di balenottera azzurra: la nave di Barbabianca.
Si ritroverà contro ogni aspettativa a bordo del veliero e, inizialmente non sopportata da tutti, si ritroverà a scoprire il valore dell'amicizia e conoscerà delle persone che le cambieranno la vita, in particolare lo stesso Barbabianca e un ragazzo moro dal viso tempestato di lentiggini.
Almeno fin quando la verità sul suo passato non verrà alla luce...
______________
Dal capitolo #22:
|
- E tu da quanto tempo sei lì?! – chiese basito rivolgendosi al ragazzino, il quale sorrise sornione e lo fissò con aria di sfida.
- Da un po’… - rispose – So essere molto silenzioso.
- Vedo… - commentò Ace seccato, facendo qualche passo in avanti per andar via prima che Xan saltò dalla cassa sul parapetto di poppa – in modo decisamente pericoloso – e gli si parò davanti.
- Senti un po’ – riprese, avvicinando il viso a quello del moro e fissandolo negli occhi – Tu fai cose con mia sorella?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Erin fissava sbigottita l’uomo vestito da geisha sulla soglia della cabina, senza capire.
- Izo… M-ma cosa…- balbettò confusa, spostando lo sguardo dal viso dell’uomo alla radio snail che egli teneva in mano. La ragazza capì che Izo aveva chiaramente frugato tra le sue cose, voleva indagare su di lei con un fine ben preciso per un motivo che le sfuggiva.
- Credevi che non lo avremmo mai scoperto, non è così? – le chiese con un sorriso amaro, ruotando l’oggetto nella sua mano fino a mostrarle chiaramente il logo della Marina posto ai due lati.
La ragazza si rialzò lentamente e fece per avvicinarglisi: - Izo, non è come pensi! Ti prego, ridammela, non hai idea di quanto sia importante!
A quel punto l’uomo fece un balzo indietro, allontanandosi prima che lei potesse afferrare il lumacofono. Erin non capiva cosa stesse accadendo e questo non fece altro che renderla ancora più inquieta di quanto già non fosse.
- Ma si invece, mia cara Erin – disse ironico – Capisco benissimo quanto sia importante – si voltò attraverso il corridoio, fissandola sottecchi – Come potresti fare altrimenti a comunicare la nostra posizione alla Marina?
- Io te lo giuro su quello che ho di più caro, non è così! Dammi quella dannata radio snail! – urlò Erin fuori di sé, scagliandosi contro l’uomo che sollevò il braccio per impedirle di raggiungerlo.
- Sapevo che non c’era da fidarsi di una come te! – sputò velenoso, mettendosi a correre verso il ponte di coperta.
Erin ebbe il terrore che volesse gettare la radio in mare.
- Izo! Fermati ti prego!
La ragazza lo inseguì e con una forza che non credeva più di possedere, dopo la lunga ed estenuante corsa fatta per arrivare alla nave, fece un balzo e finì addosso all’uomo che perse l’equilibrio.
Urtarono la porta della cambusa e capitolarono entrambi sul pavimento. Scrollandosela di dosso, il moro si alzò e si mise dietro al lungo tavolo di legno che ora lo separava da lei.
A udire quel trambusto un discreto numero di pirati aveva formato una piccola folla di fronte alla cambusa, tra cui figurava un perplesso Marco che si fece largo tra i tavoli: - Si può sapere che diavolo sta succedendo qui?!
- Diglielo tu cosa sta succedendo, sporca traditrice – disse Izo accennando a Marco con la testa -Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te… Che nostro padre ha fatto per te! Ti abbiamo sfamata e curata. E alla fine sei solo una vile doppiogiochista! – concluse, posando l’oggetto nelle mani del biondo.
Erin volse più volte lo sguardo da Marco a Izo e viceversa, non sapendo più a che santo voltarsi in quella situazione paradossale: - Non farei mai e poi mai una cosa simile! Quella radio snail non è della Marina! Credetemi, vi prego. Restituitemela e vi prometto che non mi rivedrete mai più! – gridò la ragazza piangendo, ormai in preda ad una crisi di nervi.
- Erin che cazzo significa tutto questo? – domandò Marco, impallidendo nello scorgere lo stemma della Marina.
- Io non… non posso…non posso spiegare – biascicò la mora tra le lacrime, rendendosi conto di quanto la situazione stesse degenerando – Dovete credermi, è una situazione più grande di me…
- Oh sì invece, tu spiegherai eccome – la interruppe allora il moro afferrandola in malo modo per un braccio e trascinandola quasi di peso sul ponte di comando, al cospetto del capitano.
- No! No, vi prego, ascoltatemi! Non sapete in che cosa vi state andando a cacciare! – urlò, ottenendo solo che la stretta di Izo attorno al suo braccio si facesse più forte e più dolorosa – Marco, almeno tu, aiutami ti prego! – disse infine appellandosi all’amico, il quale si limitò solo ad abbassare lo sguardo, con un’evidente espressione dolorosa stampata sul viso.
Newgate già si chiese cosa stesse succedendo quando vide arrivare un corposo gruppo di gente chiassosa ma, quando Izo gli scaraventò Erin davanti ai piedi, si alzò furibondo dalla sua poltrona e tutti non poterono che fare un passo indietro: - Ma che diavolo stai facendo?!
Erin si sollevò sulle ginocchia, massaggiandosi con la mano il braccio dolorante e ripensando alla conversazione avuta poco prima con uno dei più importanti ammiragli della Marina.





- Chi non muore si rivede, vero, ammiraglio Aokiji? – chiese Erin con sicurezza, voltandosi per trovarsi davanti un gigantesco uomo dalla pelle scura e con una mascherina da notte sulla fronte.
- Erin, da quanto tempo – le rispose, cordiale.
- Sapevo che ci saremmo incontrati presto. L’ho capito da quella festa della liberazione, pochi giorni fa. C’era il tuo zampino, non è così?
Kuzan si accomodò su una cassa di legno di fronte a lei, e solo così riusciva ad essere alla stessa altezza dei suoi occhi:  - Eh già, non ti ho sottovalutata nemmeno per un secondo, mia cara ragazza. Ero sicura che l’avresti capito.
- Come potevo non capirlo, un marine mi ha persino fermata. Era fin troppo improbabile che in una occasione del genere le coste non fossero controllate – spiegò lei, osservando attentamente la persona davanti a sé – Dunque c’erano due possibilità: o era un’imboscata, o c’eri di mezzo tu. Visto che siamo ripartiti illesi la risposta mi è stata evidente.
- Sai, è un vero peccato che tu non sia un marine, hai così tanto potenziale – sospirò l’ammiraglio, sollevando gli occhi al cielo.
Erin scoppiò in una fragorosa risata: - Buona questa! Io un marine! E vediamo, poi potrei anche diventare presentatrice in una casa d’aste, non è così?
L’uomo roteò gli occhi: - Stavo solo scherzando, ragazzina.
La bruna incrociò le braccia al petto e si appoggiò col sedere al muro alle sue spalle: - Bando alle ciance, cosa ti porta da queste parti, Kuzan? Non avrai lasciato il profumato palazzo di quell’idiota imbellettato per niente, vero? Sei da solo, stai rischiando grosso stavolta…
Aokiji si fece serio e la fissò. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e disse: - Sai che io sono un uomo di giustizia, per cui ti pregherei di non interpretare quello che sto per dire come insubordinazione o tradimento. Io credo solo che debba essere fatto quello che è giusto per…
- Sì, sì va bene, amico, li conosco i tuoi ideali – lo interruppe lei, conoscendo bene la tiritera che passava per la mente del marine – Arriva al dunque.
L’uomo sospirò, notando – non senza soddisfazione, dovette ammettere – che la ragazza non era cambiata per nulla. Certo, a vederla ora era più alta, più formosa, più bella, più matura, un fiore appena sbocciato insomma, ma fondamentalmente restava sempre la bambina testarda, intelligente, altruista e determinata che aveva conosciuto dieci anni prima.
- Sono qui per metterti in guardia. Akahito ha perso la pazienza, sta cominciando a capire che non è possibile che dopo tutti questi anni la Marina non ti abbia individuata. Credo sospetti di me. Voglio avvisarti che ha intenzione di prelevare Xan dalla casa dei tuoi, in cambio di un lauto compenso, e di usarlo come esca per attirarti a Marijoa.
- Cosa?! – urlò Erin, facendo qualche passo verso di lui, incredula – E quei figli di puttana dei miei genitori lo hanno permesso un’altra volta??
- Purtroppo sì…
- Brutto bastardo, lurida feccia – ringhiò la mora, rossa dalla rabbia – Giuro che se oserà toccare mio fratello lo ucciderò con le mie stesse mani!
- Cerca di calmarti adesso! – le disse Aokiji, posandole una mano sulla spalla – Preparati Erin, tempi molto bui sembrano attenderti. Per tutti questi quattro anni ho fatto tutto ciò che è stato in mio potere per proteggerti perché credo in te, credo che tu sia una grande donna, immeritevole di tutte le cose terribili che ti sono state fatte. Però adesso temo di avere le mani legate, questo è l’ultimo avvio che posso darti: fa’ tutto quello che puoi per proteggere tu fratello. Se il fato vorrà, riuscirò ad aiutarti di nuovo.
Erin ascoltò con devoto silenzio quelle parole. Le vennero le lacrime agli occhi nel pensare, forse per la prima volta, a quanto quell’uomo avesse fatto per lei, al fatto che gli doveva gran parte della sua libertà.
Per questo gli si avvicinò un po' di più e gli diede un leggero bacio sulla guancia, in segno di gratitudine. Sorrise nel vedere per la prima - e forse unica – volta in vita sua l’ammiraglio arrossire: - Grazie, Kuzan. Grazie di tutto – disse, allontanandosi verso la strada principale – Sei un grand’uomo – concluse, cominciando a correre verso la Moby Dick.
Aokiji arricciò le labbra in un sorriso e scosse la testa di fronte a tanta sfrontatezza, pensando che quella ragazza prima o poi lo avrebbe fatto licenziare. Mise le mani in tasca e anche lui si avviò pigramente verso la sua adorata bici.




 
 
- Fattelo spiegare da questa traditrice, papà! – disse Izo, guardandosi intorno compiaciuto di essere finalmente riuscito a far capire a tutti che non si sbagliava. Strappò la radio snail dalle mani di Marco e la lanciò al capitano – Ecco, era nel suo zaino.
Ace, che aveva assistito a tutta la scena, si fece largo tra la folla e si stagliò accanto a Barbabianca, osservando l’oggetto che stringeva tra le mani.
- Ma come è possibile? – chiese il capitano abbassando lo sguardo su di lei.
Erin, in ginocchio e circondata, si rannicchiò ancora di più. Non riusciva davvero a smettere di piangere. Tutti i suoi amici, tutte quelle persone che le volevano bene e contavano su di lei ora la vedevano come una spia, come qualcuno che si è sempre preso gioco della loro fiducia. Alzò il viso e incontrò lo sguardo perplesso di Ace puntato su di sé e, per un istante, le sembrò che quella perplessità fosse, in realtà, disprezzo. Avrebbe voluto spiegare, avrebbe voluto chiarire ogni equivoco, se solo ciò non avesse comportato metterli in mezzo ad una questione troppo amara, troppo grande. Ed era molto più di quanto lei potesse sopportare.
A quel punto Izo, spazientito, si avvicinò a lei a grandi falcate.
- Il capitano ti ha fatto una domanda! – sibilò nel suo orecchio e la afferrò per i lunghi capelli lisci, facendole sollevare la testa. La ragazza obbedì e chiuse gli occhi con una smorfia di dolore, prima di sentire un rumore secco e la presa sui suoi capelli allentarsi del tutto.
Riaprì gli occhì.
Ace era in piedi accanto a lei a pugni chiusi e Izo aveva un rivolo di sangue che gli gocciolava dal naso: - Ma che cazzo fai, Ace! Hai capito o no che ci ha presi per il culo per tutto questo tempo!
- Ho capito. Potrebbe essere anche quel dannato Teach in persona, ma giuro su Dio che se ti azzardi a toccarla un’altra volta ti farò molto più male – disse il moro fermamente, pur senza guardarla.
Erin gli fu grata ancora una volta per quanto amore continuasse a dimostrarle.
A quel punto Izo si allontanò da lei e si stagliò al centro della folla, in modo da poter essere visto da tutto l’equipaggio: - Ora potete vedere finalmente che avevo ragione su di lei! Ci ha spiati per tutto questo tempo e ha comunicato i nostri movimenti alla Marina per incassare le nostre taglie!
- Ma scusa, – lo interruppe Jaws – non abbiamo prove a sostegno di questa tesi…
- E per di più – aggiunse Squardo – non ci ha mica attaccato nessuno!
A quel punto intervenne Halta: - E allora che senso avrebbe avuto il salvataggio di nostro fratello Jaws? E vuoi forse dimenticare che ha salvato la vita di papà?
- Ok, la caduta di Jaws potrebbe essere stato un caso, ma chi ci assicura che non abbia drogato papà per fargli avere un collasso solo per poi curarlo e conquistarsi la nostra fiducia? Sapeva benissimo di essere l’unico medico!
- Per l’amor del cielo Izo, piantala! – sbraitò Vista, dai nervi a fior di pelle – Non credi di stare esagerando?! Ma guardala, non ha certo chissà che faccia da genio del male!
All’improvviso si levò un urlo che fece tremare il ponte: - Silenzio!
Newgate aveva i pugni stretti e gli occhi chiusi ma molto, molto severi. Tutti i presenti concordarono nel dire che faceva paura.
- Ne ho abbastanza di tutto questo vociare! Adesso parlo io! – disse in modo autoritario, e tutti stettero zitti. Si avvicinò ad Erin, tremante sul pavimento. Si chinò e le afferrò il mento con le sue grosse dita, costringendola ad alzarsi in piedi: - Per onorare tutto quello che hai fatto per me e per i miei figli, ti concedo la possibilità di spiegare.
Erin si ricompose, come si addiceva ad una donna come lei.
- Io sono un medico – cominciò, scandendo bene ogni parola – e come tale io faccio quello che faccio per aiutare gli altri, non per ferirli. Per questo ritengo estremamente offensive le accuse infamanti che mi sono state fatte. Posso giurare sul bene che voglio a mio fratello che non sono una spia della Marina o simili, non sono nemmeno lontanamente paragonabile  a qualcosa del genere. Non posso dirvi come faccio a possedere quella radio snail, o il perché. Vi chiedo solo di credermi quando dico che lo faccio per il vostro bene, la vostra sicurezza…
- Stronzate.
- Izo, fai silenzio! – intervenne Ace.
Erin chiuse gli occhi, amareggiata: - Mi dispiace molto se vi ho delusa, ma non cambierò idea a riguardo, non voglio coinvolgere nessuno. Se mi restituirete la radio snail toglierò le tende e non dovrete più avere a che fare con me.
Ci furono lunghi secondi di silenzio, dopodichè il capitano disse: - Molto bene. Marco, accompagna Erin in una delle celle della nave. Parlerà quando avrà voglia di farlo.
- Edward ti prego, non sai quanto quella radio sia importante per me! – urlò la giovane avvicinandoglisi, prima che Marco la trattenesse per le spalle.
- Mi prenderò cura personalmente di questa radio. Te la restituirò quando mi renderai di nuovo in grado di fidarmi di te – concluse il capitano, infilando l’oggetto in tasca e tornando a sedersi sul suo trono.
Erin non capiva: le sembrava di aver fatto più che il necessario per conquistarsi la fiducia del capitano. Dopotutto, se lui aveva più volte affermato di avere fiducia in lei prima ancora di conoscerla, prima ancora che compisse i due gesti eroici che le avevano garantito la stima della ciurma, come poteva ora tutto questo venir meno? E, soprattutto, cos’altro poteva fare di più?
Rassegnata seguì Marco nei meandri della nave attraverso una buia scalinata in legno, senza dire una parola.
Giunsero in un freddo corridoio in cui non era mai stata: c’erano cinque celle su ciascun lato, tutte dotate di un gabinetto ed uno scomodissimo pagliericcio ricoperto da un lenzuolo lercio e strappato, delimitate da fredde sbarre di ferro arrugginite. L’unica fonte di illuminazione era una piccola feritoia in alto alla fine del corridoio, sottile al punto che il piccolo spiraglio di luce filtrante evidenziava il pulviscolo fluttuante nell’aria, pregna di umidità e fetida di chiuso. Dal tragitto percorso e dalla posizione della finestrella pensò che dovesse trovarsi a poppa della nave.
- Non la usiamo molto spesso, sai… - disse Marco, atono, notando la smorfia di disgusto che aveva assunto Erin.
- Beh, sono felice allora di rendere utile questo posto – rispose la ragazza con la sua solita ironia, mentre il biondo la sospingeva gentilmente nell’unica cella illuminata in modo diretto, chiudendola alle sue spalle.
Si sedette sul pagliericcio sconfortata, stringendo le ginocchia al petto mentre Marco afferrò il mazzo di chiavi che pendeva da un chiodo sulla parete, girando qualche mandata nella serratura.
- Erin – la richiamò il ragazzo, avviandosi alle scale che conducevano ai ponti dell’equipaggio – Conosco abbastanza bene mio padre da sapere che fa tutto quello che fa per un motivo. Io non credo che tu sia un cattivo soggetto… Sono sicuro che lo pensino tutti a bordo.
- Marco… - bisbigliò lei, implorante – Tu mi credi, non è così?
Il ragazzo sembrò pensarci su un po' : - Io… - poi però scosse la testa e rispose – Sì, io ti credo, Erin.
- Allora ti prego, dimmi cosa devo fare per uscire da qui.
- Credo che tu debba fare l’unica cosa che resti per acquistare la fiducia di qualcuno: dire la verità – concluse dandole le spalle è sparì.
Erin appoggiò la testa sulle ginocchia e chiuse gli occhi, riflettendo sul da farsi.
Marco, forse, aveva ragione.









___________ 
Wow! Arrivo a sorprendermi di me stessa!
Questo nuovo capitolo, scritto davvero – ma davvero – di getto è arrivato subito subito questa volta! Sono stata brava, vero?? *^*
Ok, mi è tornata in mente una mia prof delle medie che ripeteva sempre “Chi si loda si sbroda”, quindi sarà meglio che la finisca qui (che ansia) ^.^’’
Voglio davvero ringraziare i numerosi che, nonostante la latitanza, hanno continuato a seguirmi, recensire e aggiungere la storia tra le preferite… Davvero, siete bellissimi, mi fate commuovere! Anche solo il tempo che passate a leggere i miei deliri mi colma di gioia e soddisfazione, quindi GRAZIE!!!! *^*
Ora devo proprio scappare però, vi auguro una buona lettura e una buono giornata, a presto!!
 
PS. Ho deciso di aggiungere di volta in volta alla trama della storia qualche piccolo estratto del capitolo corrente, così, giusto per stimolare di più la vostra curiosità XD Chissà se avrà effetto… Starò a vedere!

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: _RockEver_