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Autore: Malinne    27/06/2009    1 recensioni
(OrochimaruxKabuto) Drabble. Un gioco di calcolo e di gelosia.
Viene anche raccontato il passato di Kabuto, la vita vissuta a Konoha con i Sannin e altri personaggi. Tutto incentrato sull'invidia e la gelosia che Orochimaru sa suscitare.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Jiraya, Kabuto Yakushi, Orochimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Sannin - IV parte
Incontro


Il controllo del chakra è tutto. Avere percezione totale del proprio corpo diverrà poi naturale, l’automatismo del ninja medico… Calma, concentrazione, decisione. Individuate il centro della vostra energia e richiamatela. Fatela scorrere nel proprio corpo, riunitela in un focolaio di potere. Condensatela nelle vostre mani, il vostro medium sostanziale, e fatela fluire nell’organismo esterno. L’energia diviene il vostro simulacro. Ripristinate, sanate e curate la lesione… mi dicevo. Ripetevo a memoria le parole del mio insegnante per tranquillizzarmi. Era il giorno del mio primo esame pratico all’accademia. Camminavo a testa bassa, le labbra serrate, un piede davanti all’altro…
Bum!
Sbattei contro qualcosa di molto grosso di fronte a me e ci mancò poco perché cadessi.
«Ehi, attento!»
Barcollai, ma recuperai prontamente l’equilibrio affrettandomi a borbottare: «Scusatemi!»
Davanti a me vidi una familiare veste bianca e rossa che avevo scorto mille volte. Alzai la testa di scatto. La prima cosa che vidi furono due occhi incredibilmente neri che mi fissavano. Ci misi qualche secondo per realizzare che la persona che stava di davanti a me, contro alla quale avevo sbattuto, era proprio il Sannin dei Rospi. Jiraiya mi guardava con un’espressione imbronciata e divertita insieme, un sopracciglio inarcato.
Dovevo avere senz’altro un’aria piuttosto ridicola, forse avevo persino la bocca spalancata per la sorpresa, non lo sapevo. In ogni caso, il Sannin scoppiò a ridere divertito: «Non scusarti! È mattino per tutti, dopotutto!» esclamò. Poi si chinò per raccogliere qualcosa a terra. Dal canto mio, rimasi stupidamente impalato, impacciato e a disagio a causa della mia pessima figura. Era una circostanza alquanto bizzarra per imbattersi in uno dei tre Sannin.
Jiraiya mi porse ciò che aveva raccolto con un sorriso gentile. Era il mio libro di medicina, non mi ero nemmeno accorto che mi fosse caduto. Lo presi alla svelta, inchinandomi rapidamente. «Scusatemi, Jiraiya-sama.»
«Non fa niente, ti ho detto. Stai tranquillo,…»
«…Kabuto.»
Sussultai, riconoscendo all’istante la voce che aveva pronunciato il mio nome.
Dietro di me, c’era Orochimaru.
Deglutii a vuoto.
La luce del mattino gli donava in qualche modo un’aria eterea, rendendolo più irreale che mai. Mi guardava sogghignando, a braccia incrociate, avvolto nel suo kimono color indaco, apparentemente divertito dalla scena.
«Ah, già. Kabuto» fece Jiraiya.
«Lasciamolo andare. Ha un esame da sostenere, oggi» disse l’altro.
Jiraiya parve disgustato. «Eh? Un esame? Proprio oggi, una giornata così bella!?» esclamò, sdegnato. «Sempre nelle giornate migliori! Non mi sono mai andati a genio, gli esami!» brontolò poi, pensieroso.
«È il mio…» mormorai.
«Condoglianze e buona fortuna, allora!» mi interruppe Jiraiya, senza lasciarmi nemmeno il tempo di rispondere.
«La fortuna non gli servirà affatto, so per certo che Kabuto è uno studente molto dotato» intervenne Orochimaru. Lo guardai stupito. Lui si limitò a posare quegli occhi straordinari su di me, trasformando il ghigno in un sorriso.
Le mie guance avvamparono. Chinai subito il capo in segno di riconoscenza. «Grazie… Orochimaru-sama.»
Era la prima volta che dicevo il suo nome in sua presenza.
Orochimaru-sama. Aveva un bel suono, detto ad alta voce e da me.
Non mi aspettavo affatto che dicesse qualcosa del genere, lui era una continua sorpresa.
Jiraiya e la sua esuberanza mi fecero bruscamente tornare alla realtà. «Al momento, il ragazzo ha solo bisogno di svegliarsi! Sei ancora un po’ intontito! Comunque, un po’ di fortuna serve sempre! Vero?»
«Andiamo, Jiraiya? Ci stanno aspettando.»
Il Sannin dei Rospi annuì, sospirando. «Sì, sì… ma nessuno si metterà a piangere se tardiamo un po’» brontolò. «Ci vediamo, Ka… ragazzo!»
«Senz’altro!» risposi, annuendo.
I due Sannin se ne andarono fianco a fianco, dirigendosi verso il Palazzo del Fuoco. Li guardai allontanarsi, poi mi voltai anche io, diretto alla mia accademia.
Feci qualche passo, in silenzio. Poi, in un istante, la mia mente si fece fredda. Mi tormentavo il labbro inferiore, camminando, mentre percepivo una strana sensazione pungente nella mia testa. Ma allora, non le avevo ancora dato un nome.
Quasi mi pentii di essermi scusato con Jiraiya, non tanto per essersi completamente dimenticato il mio nome in pochi istanti, ma piuttosto per il fatto che ci fosse lui a far compagnia ad Orochimaru-sama. E pareva persino che la sua compagnia gli fosse alquanto indifferente.
Sicuramente, avrebbe apprezzato molto di più la mia. Senza dubbio.

 





(700 parole)
***
Ho tentato di rendere Jiraiya più buzzurro che mai… ci sono riuscita?
Grazie come sempre!

  
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