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Autore: Toregam    24/01/2018    0 recensioni
Mark un giovane guerriero che combatte per la salvezza del mondo con la sua Mifrit.
Contro un tiranno assetato di sangue!
L'ultimo della sua specie, l'unico a poter salvare il mondo!
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno passò velocemente. Mark lo passò nella stalla, di casa sua, ad allenarsi con la madre. Dato che non aveva un padre, lei era il suo unico punto di riferimento e potersi allenare con lei significava davvero molto per lui.

Giunta sera i due cenarono, la madre aveva preparato tantissime cose, cinghiale arrostito, polpettone,stufato di patate, insalata e infine c'era anche della birra sul tavolo.

-Madre come mai così tante cose per cena? Aspettiamo ospiti?-

La madre lo guardò sorridendo.

-No, figliolo. Domani parti e chissà quando ti rivedrò, quindi sta sera voglio festeggiare!-

Non aveva mai visto così tante pietanze nel tavolo tutte insieme e quindi non vedeva l'ora di abbuffarsi. Si sedette a tavola ed iniziò a divorare il cinghiale,era davvero squisito, poi passò al polpettone e bevve un sorso di birra quando, all'improvviso, sentì un boato proveniente dall'esterno.

Talmente fu colto alla sprovvista che sia affogò. Bevve un sorso di birra e corse subito fuori di casa,insieme alla madre, e ciò che vide lo lasciò senza fiato.

L'esercito del tiranno aveva invaso la sua città e stava distruggendo tutto ciò che intralciava il suo cammino. La gente di West Town correva dappertutto urlando, i bambini piangevano e cercavano i genitori, le mura della città che crollavano sui tetti delle case uccidendo chi era rimasto chiuso dentro.

Le fiamme, sempre più velocemente,divoravano l'intera città.

Mark iniziò a tremare e sudare freddo,aveva una paura matta, non credeva ai suoi occhi. Tutt'ad un tratto si rese conto che sua madre non era più accanto a lui ma era instrada ad affrontare l'intero esercito insieme ai pochi uomini rimasti in città. Corse immediatamente verso la sua stanza, afferrò la sua Mifrit ed indossò la sua uniforme ed appena uscì dalla stanza sentì dei rumori provenienti dalla cucina. In punta di piedi camminò radente al muro verso la cucina e si fermò in prossimità della porta, non appena sbriciò vide che erano un uomo ed un goblin. Attese finchè uno dei due non si fosse avvicinato alla porta.L'occasione arrivò pochi minuti dopo. L'uomo si avvicinò così tanto che Mark fu in grado di coglierlo di sorpresa e conficcargli la sua spada nel petto, lasciando che il corpo cadesse a terra privo di vita. Il goblin, alla vista di quel che era successo, salì sul tavolo e saltò in direzione di Mark sguainando la sua ascia, a pochi metri da lui, pronto a tirargli l'arma, ma in quel momento Mark si abbassò afferrandolo per un piede e sbattendolo a terra,spaccandogli il cranio in due. Uscì di casa in cerca della madre, ma non la vide. Continuò a cercare per tutto il villaggio ma non si vedeva l'ombra nè della madre nè dell'esercito. Sembrava che si fossero dissolti in aria.

La città era totalmente distrutta. I cittadini che riuscirono a sopravvivere si riunirono tutti cercando di capire chi avessero perso. C'era chi aveva perso il marito, chi i propri bambini, ma nessuno sapeva dove fosse sua madre. Non c'era neanche il suo corpo fra le salme dei caduti in battaglia. Mark non sapeva che fare.

"Come aveva fatto a sparire sua madre e l'intero esercito? Qualcuno aveva fatto qualche magia? Sua madre era morta o viva?"

Il pensiero lo fece svenire.

L'alba arrivò in fretta. Della città non rimase molto, l'esercito aveva distrutto tutto, i sopravvissutisi erano radunati tutti in piazza.

Mark si svegliò, non capì immediatamente dove si trovasse e cosa fosse successo, poi si ricordò cosa era accaduto e corse in casa, sperando di trovare la madre lì.Ma quando entrò gli unici corpi in casa erano quello del goblin e dell'umano che aveva ucciso. Iniziò a piangere ed a pensare a dove potesse essere la madre.

"Era scappata? L'hanno rapita e poi uccisa? Adesso che devo fare?"

Ci pensò su per molto tempo, fino a quando non decise che era giunto il momento di partire, in cerca della madre, ma ciò che lo bloccava era da dove incominciare. Per prima cosa si alzò e preparò tutto ciò di cui aveva bisogno per il viaggio. Prese uno zaino e lo riempì di provviste per la durata di due giorni, arrivati in un altra città avrebbe fatto di nuovo il pieno, poi prese, dal corpo dell'umano morto in cucina, la sua Mifrit, si cambiò i vestiti ed uscì di casa, pronto a partire verso il nulla. La città era silenziosa, c'erano macerie ovunque guardasse, era uno scenario triste, la sua città adesso non esisteva più.

Giunto ai confini della città sentì una voce che lo chiamava.

-Mark! Mark fermati, aspetta!

Chi poteva chiamarlo in un momento del genere, non aveva mai avuto amici, non sarebbe mancato a nessuno,eppure qualcuno stava chiamando proprio lui. Si girò e vide che la figura che lo stava chiamando era una donna dai lunghi capelli arancioni, occhi castano chiaro e molto alta, era Rachia, la sua vicina di casa.

-Ciao Rachia, dimmi tutto? Che è successo?

-Devo darti una cosa! Tua madre lasciò questa lettera a mia sorella, doveva dartela il giorno in cui tua madre fosse sparita, ma purtroppo mia sorella non c'è più, ha per sola vita ieri sera. Ecco tieni!-

Detto ciò gli consegnò una busta contenente una piccola lettera ed iniziò a piangere.

"Cosa poteva mai contenere quella lettera?"

La aprì e lesse:

Caro Mark se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morta oppure l'esercito del tiranno mi ha rapita. Sappi che se mi hanno rapita io sto bene, tranquillo ti puoi fidare. Ho scoperto moltissime cose durante il mio ultimo viaggio nella Terra di Chiasal, scoperte davvero impressionanti in grado di capovolgere la situazione del mondo e fare cadere il tiranno. Avevo scoperto chi è il tiranno, ma non posso dirtelo tramite questa lettera. E' una cosa che devi sapere di presenza. Adesso vai da tuo zio Artur, nella città di Codex, non è molto lontano, vai ad est, e diventa un guerriero di draghi, sei l'unico in grado di sconfiggere il tiranno e salvarci. Ti prego, salva il mondo intero. Ti voglio un mondo di bene, a presto figliolo.

Finita la lettera Mark si rese conto che stava piangendo, sua madre era viva e stava bene, ed adesso sapeva benissimo dove dirigersi.

-Grazie infinite Rachia, adesso vado,stammi bene!-

-Mi raccomando Mark, stai attendo, ti prego, contiamo tutti su di te!-

-Tutti? Che intendi per tutti?-

-Tutti noi Mark! Non sei mai stato solo, mai! Ti abbiamo sempre guardato le spalle, ti siamo stati lontani per ordine di tua madre, non so il perché ha voluto questo!Ma ti abbiamo sempre guardato le spalle, vai! Noi crediamo in te!-

Quelle parole lasciarono Mark senza fiato, Perché la madre ha voluto isolarlo da tutti? Perché l'ha fatto crescere da solo? Qual'era il suo scopo?

-Grazie infinite, addio.-

Si voltò e si diresse ad est, verso Codex, e camminando sempre avanti alzò il braccio destro e salutò Rachia da lontano.

Camminò per due giorni ed una notte,senza mai fermarsi, inoltrandosi in una foresta, ma arrivata la seconda notte dovette trovarsi un rifugio dove poter dormire, era troppo stanco per continuare ad andava avanti. Si guardò in torno e l'unico posto dove poteva rifugiarsi, per la notte, era una cavità di una sequoia, dove sistemò, al suo interno, lo zaino ed andò a cercare qualche foglia in modo da nascondere il rifugio. Una volta sistemato dentro la cavità crollo in un'istante. Improvvisamente Mark sentì un rumore, come se qualcuno o qualcosa avesse pestato un rametto. Tastando il terreno, con il palmo della mano, intorno a se,cercò di trovare la sua spada. Una volta presa uscì dal rifugio,sempre in agguato, restò basso in modo da non esser visto da nessuno, ma nei dintorni non vide nessuno e ritornò a dormire. Il sole splendeva alto nel cielo, gli uccellini che cantavano allegramente e Mark si era appena messo in piedi pronto a proseguire il suo viaggio.

"Chi sa quanto manca ancora per arrivare a Codex."

Non appena prese lo zaino sentì di nuovo lo stesso rumore, della sera prima, provenire da dietro la sequoia. Estrasse la sua Mifrit dalla custodia, pronto ad affrontare il nemico, si avvicinò lentamente all'albero, il cuore gli batteva fortissimo, prese fiato e non appena girò l'albero vide che la creatura ad aver provocato quel rumore era soltanto un cerbiatto con una zampa ferita.

-Oh cucciolo, sei ferito, sta fermo cheti curo!-

Mark raccolse un piccolo legnetto, lo appoggiò nella zampa ferita e lo legò con una fascia presa dal suo zaino. Il cerbiatto lo leccò in faccia come segno di ringraziamento e se ne andò, lo guardò fino a quando non si inoltrò nella foresta.

Continuò a camminare per mezza giornata, quando ad un certo punto, in lontananza, vide la sagoma di una cittadella. Iniziò a correre, finalmente era arrivato a Codex. Codex era una città formata da non poco di quaranta case, tutte di fianco all'altra formando un cerchio, dove c'era anche un piccolo arco che permetteva di entrare nella città. La prima cosa che vide,quando entrò, fu la grossa fontana, situata al centro della città,dove giocavano alcuni bambini, correvano intorno ad essa senza pensieri e con un sorriso stampato in faccia.

"Beati loro, sono senza pensieri,come vorrei ritornare bambino e poter giocare con mia madre."

Tutt'ad un tratto Mark si fermò e si domandò dove abitasse suo zio. Andò dai bambini che giocavano e ne fermò uno.

-Ragazzino,per caso conosci un certo Artur? O una ragazzina che si chiama Chichi?-

Il bambino lo guardò male.

-Non ci parlo con gli estranei!!-

Gli fece la linguaccia e scappò.

-Mi dispiace, lo deve scusare! Ha paura di chi non conosce da quando fummo attaccati dall'esercito del tiranno, nella città di Fodra. Vide morire suo padre, ucciso da un uomo, e da allora non parla con nessuno.- Mark si girò non appena aveva sentito parlare e vide che a parlare era una donna sulla quartina, aveva dei capelli corti ed uno sguardo perso nel vuoto, sembrava triste.

-Lei è la madre del bambino?-

-Si. Ci trasferimmo qui, a Codex, non appena l'esercito distrusse Fodra. Ormai abitiamo da quasi tre anni qui. Mi scuso ancora per il comportamento di mio figlio.-

-Mi dispiace. Anche la mia città è stata rasa al suo dal tiranno pochi giorni fa, ormai di West Town non rimane molto.-

-Si, la voce che il tiranno ha distrutto West Town è arrivata anche a noi, ed adesso abbiamo sempre più paura che possa invadere anche Codex!-

-Per caso conosce il signor Artur e sua figlia Chichi? Se è si, potrebbe dirmi dove stanno?-

Detto questo, la signora indicò a Mark una delle tante case che formavano il cerchio.

-Grazie infinite!-

Salutò la signora e si diresse verso la casa indicata. Arrivato lì, bussò.

   
 
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