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Autore: Sunako_7    13/02/2018    3 recensioni
Una raccolta di flash-fic e one-shot per raccontare momenti, avventure e problemi di questi due giovani ragazzi alle prese con una relazione a distanza. KuroTsukki
#1 - One touch: perché saper murare è un'arte
#2 - Our hands (1): le mani sono importanti
#3 - Our hands (2)
#4 - Our hands (3)
#5 - I think what you think: non siamo poi così lontani
#6 - Our hands (4)
#7 - Non importa quanto sono lunghe le tue gambe, se scappi io ti seguirò
#8 - Just this time
#9 - On my own
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tetsurou Kuroo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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On my own

 

 

Tsukishima aggrottò la fronte, irritato. Era sdraiato a letto, ancora con l’uniforme di scuola e il borsone degli allenamenti posato a terra. L’abat-jour era spenta e lui fissava il soffitto alla luce della luna che entrava dalla finestra. Per una volta la sua mente eccezionale era in stand-by, senza pensare a nulla, cullata dalla musica che si propagava dalle cuffie attorno alle sue orecchie.
All’improvviso però una vibrazione aveva guastato la canzone, e lui aveva alzato il cellulare per scoprire chi diavolo fosse riuscito a rovinargli quell’attimo di pace.
Fu con sorpresa che spalancò gli occhi nel vedere il mittente del messaggio: mai avrebbe creduto che Kenma potesse scrivergli qualcosa, men che mai mandargli foto.
Scoprì che si trattava di uno scatto rubato a un Kuroo che, per una volta, dormiva a pancia all’aria, senza la testa schiacciata tra due cuscini. Indossava i pantaloncini rossi e la giacca a maniche lunghe della tuta, sdraiato sopra un materassino da palestra.
Il breve messaggio che accompagnava la foto diceva semplicemente:

Immaginavo che ti sarebbe potuto piacere vederlo così.

Tsukishima si trovò a zoomare la foto per vedere meglio i particolari; ad esempio le occhiaie scure di Kuroo, provato dal duro studio e gli allenamenti, come se non fosse già significativo il modo in cui era crollato dopo l’allenamento pomeridiano, o così Tsukishima immaginò dalla luce dello scatto.
Con ancora la musica che andava, continuò a fissare la foto, come se quell’ammasso di pixel potesse rivelargli qualche segreto, invece di essere solo la buffa testimonianza che persino Kuroo poteva dormire in una posizione normale.
Tsukishima si portò una mano al viso, scostando gli occhiali per posare il palmo sugli occhi brucianti, bloccando qualsiasi cosa potesse traboccare dai loro confini.
Gli mancava Kuroo.
Gli mancava e una semplice e stupida foto come quella lo aveva steso. Ritraeva un momento banale di una giornata qualsiasi, ma lo rendeva ancora più consapevole della loro lontananza, dell’impossibilità di vivere la loro relazione nella quotidianità.
Che strada faceva Kuroo per tornare a casa? Si fermava a prendere qualcosa da mangiare coi compagni come lui spesso faceva coi suoi? Che mondo vedevano ogni giorno i suoi occhi?
Uno diverso da quello di Tsukishima, uno troppo lontano. Erano solo degli studenti che mettevano da parte ogni centesimo per i biglietti del treno, troppo presi dallo studio e gli allenamenti; troppo presi dai loro sentimenti per mollare, nonostante tutto.
Tsukishima sentì il palmo della mano umido, ma non lo scostò, anzi lo premette più forte contro gli occhi.
Rimase sul proprio letto, al buio, con la musica che lo cullava e quella foto di Kuroo stampata nella mente.
Un giorno – si ripromise – un giorno sarebbe stato lui a scattargli foto simili, senza farglielo sapere, ovviamente.
Per il momento era solo un quindicenne che si concedeva un attimo di debolezza, in segreto.

 

 

 

L’angolino oscuro: Eccoci qui a un nuovo appuntamento sul documentario approvato dalla national geographic su gatti e corvi. Scherzi a parte, penso che la malinconia di una storia a distanza, il senso di frustrazione per il non vissuto quotidiano siano una delle cose più difficili da sopportare e persino Tsukishima si lascia andare e cede alla tristezza, senza nessun testimone di questo momento di debolezza, di ammissione con se stesso che sì Kuroo gli manca.
Spero che come sempre vi sia piaciuta e grazie a tutti coloro che spenderanno un attimo del loro tempo per farmi sapere che ne pensano, alla prossima!

   
 
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