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Autore: lmpaoli94    26/02/2018    1 recensioni
Vi siete mai chiesti come sono nati o vissuti i pokémon leggendari dalla prima generazione alla quarta generazione?
Bene, sarà mio compito raccontarlo in queste piccole serie di one – shot.
Buona lettura!
P. S. Ogni fatto e riferimento a qualsiasi cosa che scrivo, è puro frutto della mia immaginazione.
P. S. P. S.: Ho deciso di fermarmi alla quarta generazione per il semplice motivo che dalla quinta generazione in poi non conosco nemmeno i nomi dei pokémon XD
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Da qualche tempo a questa parte, Amarantopoli sembrava una città come tutte le altre.
Con i nuovi metodi di vivere, presto o tardi tutte le persone più giovani che abitavano quella cittadina avrebbero completamente dimenticato le loro tradizioni.
Solo una giovane bambina era diversa da tutti loro.
La sua vita era cambiata quando lui gli era venuto in sogno: il guardiano dei cieli.
«Ayumi, che cosa stai facendo?»
«Non lo vedi, Masahiro? Sto fissando questo laghetto.»
«Tu e le tue stranezze… Mi dici cosa ci trovi di divertente?»
«Trovo che ogni bellezza della natura va rispettata e omaggiata.»
«Omaggiare un laghetto? Tu sei pazza.»
«Questo laghetto è molto sacro, sai? Qui mio nonno ha visto riflesso il guardiano dei cieli.»
«Il guardiano dei cieli non esiste. È solo una leggenda.»
«Ti sbagli Masahiro. Esiste e come. Vive in cima alla Torre di Latta.»
«La Torre di Latta è un luogo dove i saggi della cittadina perdono il loro tempo a pregare una creatura che non esiste.»
La bimba stava perdendo la pazienza.
«Adesso basta! Mi stai stufando. Come osi mancare di rispetto alle persone più grandi di me e di te?!»
«Non manco di rispetto a nessuno. Dico solo quello che penso» si difese il ragazzo.
«Ah sì? Allora la prossima volta è meglio se tieni questi commenti per te, va bene?»
«Perché? Ti danno fastidio?»
«Smettila di importunarmi!» gridò la bambina.
«Che sta succedendo qui?»
Un uomo di statura media con lo sguardo serio e la tonaca di un predicatore aveva raggiunto i due ragazzi.
«Nonno, finalmente sei qui» fece la bambina felice nel vederlo.
«Masahiro, lascia in pace mia nipote. Non hai nessun diritto di darle fastidio.»
«Io non ho fatto un bel niente. Stavamo parlando.»
«Adesso per favore, ci potresti lasciare soli? Devo parlare in privato con mia nipote.»
«Fate pure. Ho di meglio da fare che perdere tempo con due tipi strani come voi.»
«Mmh» rispose la bimba facendogli la linguaccia.
L’anziano uomo guardava sua nipote con felicità e gratitudine.
«Ogni volta che ti guardo credo sempre che sei stato un vero dono dal cielo, Ayumi.»
«Come lo è stato il guardiano dei cieli?»
«Vuoi sapere una storia su di lui?»
«Perché mi rispondi con un’altra domanda? È molto maleducato da parte tua, sai?»
«Ahahah hai ragione» fece l’uomo scoppiando a ridere «Vieni con me. Ti porto nella Torre Bruciata.»
«Ma è un luogo infestato dagli spiriti maligni» protestò la piccola.
«Chi ti avrebbe detto questa stupidaggine?»
«I miei compagni di classe.»
«Piccola mia, purtroppo devi ancora imparare molto sui comportamenti delle persone.»

La Torre Bruciata era un luogo decaduto e abbandonato da anni.
«Che luogo ostile» fece la bambina rabbrividendo «Perché mi hai portato qui?»
«Voglio raccontarti la leggenda sul guardiano dei cieli.»
«E dovevamo proprio venire qui?»
«Sì. Non sei curiosa?»
«Insomma…»
Il nonno della bambina vide che stava tremando sommessamente senza una valida ragione.
«Nonno, perché sto tremando in questo modo? Eppure non è così freddo…»
«Sono gli spiriti che abitano qui dentro…»
«Nonno, ho paura…»
«Non ti preoccupare. Non ti succederà niente di male… Devi sapere che ogni giorno vengo qui a pregare il guardiano del cieli per le nostre anime.»
«Ma tu l’hai mai visto?»
«Sì.»
«Vieni con me.»
L’anziano uomo trasportò la bambina fin in cima alla torre.
«Lo vedi quella figura nascosta sopra la Torre di Latta?»
«Sì. Sembra una figura luminosa… Ma non riesco a capire cosa sia.»
«E’ lui che sta riposando. È il guardiano dei cieli.»
«Chi? Ho – Oh?»
«La leggenda su di lui narra che molti millenni di anni fa’, la regione di Jotho venne scossa da un disastro naturale che veniva dal cielo.
Pioveva e tuonava da giorni.
Le inondazioni avevano colpito l’intera regione.
Ma un giorno, una creatura volante color arcobaleno riportò la pace e il sole sull’intera regione…»
«Io però so qualcos’altro sul suo conto…»
«E sarebbe?»
«E’ stato lui a distruggere questa torre, vero?»
Ma l’uomo non rispose.
Sembrava essere stato toccato nel profondo.
«E’ stato quando ha dovuto combattere con un altro pokémon leggendario: Lugia. Ma questa è un’altra storia… Questa torre, come la Torre di Latta, è molto sacra… Ed io, come gli altri anziani del villaggio, la veneriamo per ricordare quei fatti accaduti.»
La bambina ascoltò con grande interesse il racconto del nonno.
«Nonno, posso chiederti una cosa?»
«Tutto quello che vuoi…»
«Potrei vedere il guardiano dei cieli?»
«No, Ayumi» rispose secco suo nonno «Potrebbe essere pericoloso.»
«Perché?»
«Potrebbe non gradire la tua presenza…»
«Addirittura?»
«Ascolta, non so come spiegartelo ma… In questo momento non sei ancora pronta.»
«Ma nonno…»
«Niente ma. Ti prego di non chiedermelo di nuovo.»
L’anziano uomo prese sua nipote per una mano ed uscire dalla Torre Bruciata.
La bambina non riusciva a capire lo strano comportamento dell’uomo.
Per liberarsi, dovette tirare uno strattone a suo nonno.
«Ma che cosa…»
«Nonno, cosa devo fare per essere pronta?»
«Adesso basta, Ayumi. Ti ho già detto che non voglio più entrare nell’argomento… Purtroppo ho sbagliato a raccontarti quella storia…»
«Ma quale è il problema? Non riesco a capirlo…»
«Il guardiano dei cieli odia essere disturbato… La tua presenza potrebbe farlo arrabbiare di brutto.»
«Ma se non tento non riusciremo mai a saperlo…»
«Cosa?! Vorresti mettere a repentaglio la tua vita solo per vedere un pokémon leggendario?»
«È la mia occasione. Ti prego, nonno. Non negarmi questo mio desiderio.»
Ma l’uomo non sentiva ragioni.
Era fermamente intenzionato a impedirglielo.
«Ho promesso ai tuoi genitori che avrei badato a te e ti avrei protetta in qualsiasi occasione. Mi dispiace.»
La bambina non osò dire una parola, decidendo solo di fuggire da suo nonno per rifugiarsi nella palestra dove le Kimono girl si stavano allenando.

Ayumi rimase in un angolino per tutto il resto di quella giornata grigia e triste.
Non voleva parlare e vedere nessuno.
Non riusciva nemmeno a piangere a causa di tutta la rabbia che aveva in corpo.
«Ayumi, che cosa fai qui tutta sola? Perché non sei fuori a giocare con i tuoi amici?» gli domandò una giovane ragazza.
«Io non ho amici… Sono troppo diversa da loro…»
«Questo non è vero. Sei una bambina graziosa e intelligente come la maggior parte dei tuoi coetanei.»
«Scusa Sonoko, ma non voglio parlare di questo… Mi sento troppo triste.»
Sonoko fissava intensamente lo sguardo della bambina.
«Che cosa potrei fare per farti tornare felice?»
«Credo che in questo momento sia impossibile farmi tornare a sorridere.»
«Tu dimmi cosa vuoi e io cercherò di esaudire il tuo desiderio.»
La bambina girò lo sguardo verso la giovane ragazza.
«Voglio vedere il guardiano dei cieli.»
«Chi? La creatura che protegge questa città?»
«Non protegge solo questa città… Bensì tutti i cieli terrestri…»
«Perché vorresti vederlo?»
Ma la bambina non rispose.
«Allora, mi vuoi aiutare o no?»
«Purtroppo non ho l’autorizzazione ad entrare nella Torre di Latta… Anzi, credo che nessuna donna debba metterci piede.»
«Ah sì? Allora noi due saremo le prime che si avventureranno in quell’edificio misterioso… Forza. Andiamo!»
Ayumi aveva recuperato lo spirito intraprendente che la contraddistingueva.
«Cosa?! Ma sei pazza? Facendo così, finiremo in guai più grandi di noi.»
«Ma almeno avremmo provato il brivido dell’avventura… Ti prego, Sonoko. Esaudisci questo mio desiderio come mio regalo di compleanno in anticipo.»
Lo sguardo triste e dolce della bambina aveva toccato nel profondo il cuore di Sonoko.
«E va bene. Mi hai convinto.»
«Grazie! Sei un’amica!» fece la bambina al settimo cielo.
«Adesso dobbiamo elaborare un piano per entrare là dentro.»
«Dovremmo aspettare il tramonto… Quando gli anziani saggi si ritireranno nelle loro stanze per andare a dormire.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Sono o non sono la nipote dell’anziano saggio?»
«Sì, hai ragione.»

Il tramonto stava facendo spazio ad una serata piena di stelle e contornata da una luna grandissima.
Ayumi e Sonoko si trovavano dinanzi al portale d’ingresso della Torre.
«Adesso come entreremo? Non possiamo forzarlo.»
Grazie ad alcune parole antiche pronunciate dalla bambina, il portone del palazzo si aprì come per magia.
«Ma… come hai fatto?» domandò stupita Sonoko.
«Mio nonno mi ha insegnato molti trucchetti che ci potranno essere utili.»
«Grande! Entriamo.»
La bambina e la fanciulla riuscirono a superare la moltitudine di tranelli e di passaggi segreti che la Torre di Latta era costituita.
«Siamo quasi arrivati in cima.»
«E tu come fai a saperlo?»
Improvvisamente, Ayumi sentì una strana melodia come se qualcuno stesse cantando sommessamente.
«Ayumi, perché ti sei fermata?»
«Non riesci a sentire questa melodia?»
«Quale melodia?»
«Questa voce soave… Sembra quasi un richiamo…»
Sonoko fissava la bambina come se avesse le traveggole.
«Ayumi, ti senti bene?»
«Mai stata meglio.»
Alla fine le due avventuriere riuscirono ad arrivare sul tetto del palazzo.
«Accidenti! Fa un freddo cane qua sopra» protestò Sonoko.
Ayumi si guardò intorno come in cerca di lui.
Di Ho – Oh.
Ma l’uccello leggendario non c’era.
«Ayumi, credi davvero che fosse qui il suo cosiddetto “rifugio”?
«Mio nonno non fa altro che venerare giorno e sera questo posto a causa della sua presenza… Non riesco a capire perché non ci sia…»
«Magari ti sarai sbagliata…»
«Tutto questo è assurdo… So per certo che si trova qui. Me lo sento.»
Ayumi non voleva darsi per vinta.
Era sicuro che l’avrebbe visto.
Ne era estremamente certa.
«Ayumi, torniamocene a casa. Qui fa molto freddo ed è tardi.»
«Tu vai pure se vuoi. Io rimarrò qui ad aspettare l’arrivo del guardiano dei cieli.»
«Neanche per sogno. Io non ti lascio qui da sola.»
«Non ci sarà niente e nessuno che riuscirà a distrarmi dalla mia missione… Mi sono spiegata?»
«Adesso basta fare la testarda» fece Sonoko rabbiosa «Se continui a rimanere qui, rischi di prendere un malanno.»
«Non m’importa. Io voglio rimanere.»
«Accidenti!»
Sonoko non sapeva come farla ragionare.
Se fosse stata per lei, l’avrebbe trascinata via con la forza.
Ma non era nel suo modo di fare.
«E va bene. Aspetterò qui insieme a te.»
«Grazie.»

Le due giovani ragazze passarono l’intera nottata sul tetto della torre.
Di Ho – Oh non c’era neanche l’ombra.
L’espressione della bambina era sciupato dal freddo e dalla notte passata a vegliare sul suo arrivo che non era accaduto.
“Il sole sta facendo capolino ad un’altra giornata vuota” fece Ayumi malinconicamente.
«Sonoko, svegliati.»
La Kimono girl aprì a fatica gli occhi.
Anche lei era stanchissima.
«Credo di non aver dormito questa notte…»
«Siamo in due.»
«L’alba sta spuntando» fece Sonoko stiracchiandosi.
«E di Ho – Oh nemmeno l’ombra… Forse avevi ragione tu. È stato un errore rimanere fin quassù…»
«Ayumi… mi dispiace…»
«E di cosa? Anzi, ti devo ringraziare. Grazie per essere rimasta accanto in questa notte folle.»
«Stranamente non ho sentito freddo» fece Sonoko mentre stava abbracciando la piccola «Altrimenti mi sarei svegliata con un brutto raffreddore.»
«Eh già.»
«Comunque non preoccuparti… Riuscirai a vederlo prima o poi. Ne sono certa.»
«Speriamo.»
 E di fatti, Sonoko ebbe ragione sulla sua premonizione.
«Ayumi, guarda.»
Vicino a loro, il guardiano dei cieli stava sorvolando la Torre di Latta, tralasciando dietro di sé una scia arcobaleno.
Ayumi e Sonoko rimasero visibilmente sbigottite.
Come il giorno prima, anche in quel momento Ayumi sentì quella melodia dolce e soave.
«Che cos’è questo canto?» domandò Sonoko.
«Allora lo senti anche tu!»
«Non ho mai sentito niente di simile… È meraviglioso.»
Dopo alcuni minuti, Ho – Oh scomparve dietro l’orizzonte che dava verso est.
«Hai visto, Ayumi? Che ti dicevo?»
«Questa è stata l’avventura più bella della mia vita» fece la bambina stringendo più forte Sonoko.
«Lo stesso vale per me.»
   
 
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