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Autore: Goten    30/06/2009    41 recensioni
Quante volte assieme a Tanya, l'aveva derisa e umiliata. Quante volte le aveva ripetuto che lei non era una di loro! Quello che però nessuno capiva era perché Bella non reagisse... finché un giorno, Jacob si presentò davanti alla porta di casa Cullen come tutte le mattine e, quando Edward gli aprì la porta, rimase per un attimo interdetto. Edward prese una piccola porzione di aria. << Dov'è l'umana? >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CIAO a tutti!! ^^ Lo so, lo so, non vedevate l'ora di liberarmi di me, vero?! ^_^ No, scherzi a parte, so che in molti mi aspettavano con queste nuove ficci ^^ ragazzi e ragazze, non so come chiedervi scusa per questa mia assenza, ma sono certa di saper rimediare. Vi ringrazio da morire per le vostre mail che in questi giorni mi sono arrivate, sono state tutte molto belle e molto impazienti di riavermi XD ... non pensavo di esservi mancata tanto! ^^ Bene, direi che è il caso di non rubarvi altro tempo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questa ficcina che adesso vado a postare ^^ è la prima di sei fiction che vedranno la luce dalla mia mente bacata! XD Un bacione! A presto!!

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Scuola, a Edward non piaceva la scuola! Spesso si domandava perché suo padre e sua madre non lo capissero! Sbuffò sonoramente. ‹‹ Devo proprio andarci? ›› Domandò con voce lamentosa.

‹‹ Edward, per favore, ne abbiamo già parlato. ›› Sua madre gli lanciò uno sguardo significativo. ‹‹ Adesso, ti prego. Me lo hai presso, niente disastri. ››

La sua manina era stretta in quella grande e bianca della madre.

Edward Cullen, sette anni, figlio di Esme e Carlisle Cullen, una famiglia intera di vampiri.

I Cullen amavano definirsi vegetariani, il loro sostentamento era solo il sangue animale, vivevano a Forks, una cittadina piovosa e nuvolosa. Edward adorava quella cittadina dove il sole osava mostrarsi solo due o tre giorni all'anno.

Carlisle, suo padre, era medico all'ospedale della piccola cittadina, il suo ruolo era quello di far nascere i vampiri. Esattamente come gli umani, i vampiri avevano lo stesso modo di nascere, serviva solo un piccolo aiuto per rompere la placenta.

Esme invece, sua madre, lavorava all'asilo come insegnante. I lunghi capelli color caramello e il suo viso dolce, unito all'incredibile amore che sapeva donare, la rendevano la maestra più amata dell'intera cittadina.

Sicuramente ci sarebbero stati Alice e Jasper, i suoi migliori amici. Rosalie e Emmett, sempre appiccicati. Edward sapeva che Jasper aveva una cotta per Alice. L'aveva letto nella sua mente...

Ma il suo migliore amico, agli aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno. Neanche ad Alice, come se lei non l'avesse saputo...

Se Edward leggeva nella mente, Alice invece vedeva il futuro. Era raro trovare dei vampiri con delle capacità extra, ma in quella cittadina c'è ne erano addirittura tre. L'ultimo, era proprio Jasper, con il suo potere, poteva sentire e modificare gli stati d'animo di chiunque lo circondasse.

‹‹ Siamo arrivati. ›› Annunciò suo padre.

‹‹ Fantastico... ›› Sibilò a bassa voce, ma per quanto fosse stato silenzioso, l'udito dei vampiri era veramente imbattibile

Una pacca amorevole sulla schiena era il massimo che Edward aveva concesso a suo padre, non gli piaceva fare smancerie davanti alla scuola. Non lo sopportava.

Forza Edward, sono solo poche ore e poi, di nuovo a casa a caccia nel bosco! Il pensiero di suo padre lo rincuorò.

Si lagnò entrando nell'edificio. Fece schioccare la lingua contro i piccoli canini.

Gli umani sapevano della loro presenza, non erano obbligati a rimanere nascosti, i vampiri ormai erano amalgamati con loro. Ma Forks rimaneva comunque il posto migliore per i piccoli vampiri in erba. Potevano tranquillamente scorrazzare nei boschi e cacciare, senza avere paura di incontrare e ferire gli umani.

Edward entrò con un leggero broncio in classe, vide subito il suo banco, era lo stesso dell'anno prima. Posò il piccolo zaino per terra e si sedette. Sperava sinceramente di passare l'intero anno senza un compagno.

La campanella suonò e l'insegnante fece il suo ingresso. La signorina Vittoria era sempre molto appariscente, con quella sua lunga chioma rossa ricciolosa... fu così che la sua prima lezione dell'anno ebbe finalmente inizio.

Quasi sei ore dopo, Edward stava aspettando con ansia l'arrivo dei suoi genitori, finalmente la scuola per quella giornata era finita e lui non vedeva l'ora di tornarsene a casa.

La Mercedes di Carlisle si fermò davanti all'edificio, molti degli altri piccoli vampiri erano già sulla strada del ritorno verso casa.

‹‹ Ciao papà. ›› Lo salutò entrando in macchina. ‹‹ Dov'è mamma? ›› In quel momento si accorse che Esme non era con loro.

‹‹ Ci sta aspettando a casa, abbiamo ospiti. ›› Rispose suo padre, ingranando la prima e avviandosi verso la grande casa immersa nel verde. Ad un certo punto Carlisle rise. ‹‹ Edward, è inutile che ci provi, non sto pensando a chi ti aspetta a casa. ›› Ridacchiò ancora, notando lo sforzo di suo figlio per leggergli nella mente.

‹‹ Uffa. ›› Mise il broncio, mentre una manina passava nervosa fra i capelli ramati.

Fremeva dall'eccitazione, chi poteva esserci a casa che lo stava aspettando? Mille e mille altri pensieri gli affollavano la mente, e quando pochi attimi dopo la grande casa bianca immersa nel verde comparve sulla loro visuale, la sua agitazione aumentò ancora.

Carlisle parcheggiò nel garage, suo figlio non attese nemmeno che il motore fosse spento, aprì di slancio la portiera, dimenticandosi anche lo zaino in macchina e si fiondò in casa.

‹‹ Mamma! ›› Urlò ai quattro venti, emozionato.

Esme comparve dalla cucina con il suo solito sorriso, poi volse di poco la testa dietro si se. ‹‹ Su, venite. ›› Dalle sue spalle, comparve un piccolo bambino dalla pelle olivastra; Jacob Black, e poco dopo di lui, una piccola ragazzina dallo sguardo impaurito.

<< Jake! ›› Esclamò contento il piccolo vampiro, smettendo di respirare, mentre correva incontro al suo amico licantropo.

<< Eddy! ›› Lo atterrò per gioco, scoppiando a ridere con lui. Sapeva bene che il piccolo Edward avrebbe potuto evitarlo leggendo nella sua mente le sue intenzioni.

<< Che bello! Era tanto che non venivi a trovarmi! ›› Erano amici per la pelle, un po come il rapporto che si era instaurato fra lui ed Alice. Poi osservò la piccola bambina che rimaneva vicina a sua madre, anche Jake notò il suo sguardo e sorrise amichevole verso di lei.

‹‹ Lei è Bella. ›› La presentò Jacob, facendole cenno di avvicinarsi. << E' una mia amica. Vive con me a La Push. ››

Era carina, sembrava timida, i capelli le arrivavano alle spalle, gli occhi castani lo guardavano timorosi. ‹‹ C..ciao... ›› Mormorò salutandolo piano con la manina.

Lo sguardo di Edward era confuso. ‹‹ E' un licantropo femmina? Come Leah? ›› Domandò con voce sospettosa, senza mai staccare gli occhi di dosso a Isabella.

Esme spinse gentilmente con la mano la bambina. ‹‹ No Edward, lei è umana. ›› Spiegò.

‹‹ Non è una di noi!? ›› Esclamò indignato osservando sua madre con i grandi occhi dorati sgranati per la sorpresa di trovarsi una piccola umana così vicina. Era raro per loro piccoli vampiri avvicinarsi così tanto agli umani e adesso, una di loro era addirittura a casa sua!

Esme si avvicinò al suo piccolo. ‹‹ Edward. ›› Sospirò, cercando di fargli capire un po di cose. ‹‹ Lo sappiamo che Bella non è una di noi. E anche lei lo sa, ma non puoi cercare di essere carino con lei? Comportati bene e cerca di farla sentire a suo agio. ›› Sorrise comprensiva. ‹‹ Sono sicura che diventerete ottimi amici. ›› Scompigliò i suoi capelli ramati, donandogli un ultimo sorriso.

Il suo discorso non aveva proprio convinto il piccolo vampiro al cento per cento, Edward fece schioccare la sua linguetta contro i canini, ma decise comunque di fare quel piccolo favore a sua madre. Storse un pochino il naso e si dedicò completamente alla piccola umana.

<< Ciao, io sono Edward. ›› Disse schifato, come se stesse parlando ad una cosa molto disgustosa.

Gli occhietti della bambina lo guardavano tristi, non le piaceva quel vampiro, capiva lontano un miglio che non la voleva li con loro.

Esme prese una mano di Bella e le fece fare un ulteriore passo avanti verso Edward. << Edward, perché tu e Jacob non mostrate a Bella la tua stanza? ›› Propose, sperando di rompere il ghiaccio che si era formato fra di loro. << Magari, giocate un po assieme. ››

Gli occhi dorati del piccolo vampiro la guardarono allibiti, ma nessuna protesta uscì dalle sue labbra. << Vieni. ›› Sbuffò, camminando lentamente tendendo l'orecchio per ascoltare i passi di Bella seguirlo.

Arrivarono nella sua stanza. << Entra. ›› Le fece un cenno, i passi di Bella erano timidi, impacciati perfino. Edward la guardava fra il curioso e l'annoiato. << Quanti anni hai? ››

Di scatto la bambina si voltò verso di lui. << Sette. E tu? ››

<< Sette. ›› Rispose tranquillo, aggiungendo poi... ‹‹ Quando raggiungiamo il massimo dello sviluppo, la nostra crescita si ferma, si congela. Non è uguale per tutti, alcuni di noi si fermano ancora bambini, altri crescono, come mio padre fino ai trent'anni. ›› Spiegò Edward, osservandola attento.

<< Ah. ›› Fu l'unica cosa che riuscì a dire la piccola Bella, mentre osservava incuriosita la stanza di Edward. << Dov'è il tuo letto? ›› La sua vocina fu più che altro un sussurro.

Il piccolo vampiro sghignazzò. << Noi non abbiamo il letto. ››

Fu in quel momento che le sopracciglia di Bella si arcuarono in una muta domanda. << Come fai a dormire? ››

L'espressione del suo viso era fonte di divertimento per Edward, si stava ricredendo un po su quella piccola umana, forse avrebbe potuto davvero essere suo amico. << Noi non dormiamo mai. ›› Le svelò con fare saccente.

Le labbra della bambina si aprirono in una O muta, come era possibile per loro non dormire mai? Era così strano per lei, una cosa assurda, Jacob dormiva un sacco di tempo!

Fu in quel momento che Edward si accorse di una cosa strana. << A cosa stai pensando? ›› Domandò sospettoso, mentre con un paio di passi si era portato vicino alla bambina, tutto sotto lo sguardo curioso di Jake.

Gli occhi di Bella saettarono verso il suo amico di La Push, in risposta Jake fece spallucce, non capiva nemmeno lui cosa volesse fare Edward. << Ehm, sto pensando che è strano... ›› Cominciò ad ammettere con le guance che piano piano diventavano sempre più rosse.

<< Cosa è strano? ›› Assottigliò gli occhi dorati, fissandola in modo duro.

In reazione, Bella si spostò di un passo indietro. << Che tu non dormi. Jacob dorme sempre! ›› Sollevò le piccole spalle sbattendo più volte i suoi occhioni castani.

Per una frazione di secondo, Edward abbandonò la sua posizione rimanendo stupito del sua risposta.

<< E russa. ›› Aggiunse, facendo sorridere per un breve attimo il piccolo vampiro che si stava immaginando la scena, mentre Jake le rifilò un piccolo scappellotto sulla testa. << Ahio! ›› Si massaggiò la testolina castana, osservandolo con il broncio.

<< Io non russo. ›› Obbiettò il piccolo licantropo, incrociando le braccia.

<< Certo, come no. ›› Soffiò ancora leggermene dolorante Bella, mentre la sua mano continuava a massaggiarsi la testa.

Al piano di sotto, Alice, Rosalie, Jasper ed Emmett avevano appena fatto il loro ingresso. Ci misero pochi secondi ad arrivare nella stanza di Edward e tutti i loro pensieri vennero focalizzati su Bella.

Alice già si vedeva sua amica, Rosalie la stava studiando come se fosse stata una bambola pronta per il trucco, Emmett la vedeva troppo fragile per poter giocare con lui, ed infine Jasper la fissava curioso, gravitandole attorno come un satellite, osservando ogni tanto anche il suo amico dai capelli ramati che sprizzava gelosia da ogni poro.

Da quel giorno cominciarono a passare le settimane, poi i mesi ed infine gli anni. La situazione per tutti passava dalla comicità dell'essere piccoli ai primi problemi dell'essere adolescenti, ma su tutte le variabili della vita che capitavano al gruppo, una cosa sola rimase costante, l'indisposizione di Edward verso Isabella e la remissività di Bella verso Edward.

Nonostante le suppliche di Esme, qualcosa aveva scatenato nel piccolo vampiro una vera e propria ostilità verso la piccola umana, era passato dal tirarle i capelli, a farle i dispetti, poi crescendo, i dispetti si erano trasformati in derisione e a volte in persecuzione. Bella subiva senza mai ribellarsi al gioco cattivo di Edward che, dal canto suo sembrava non riuscisse più a sopportare la presenza della piccola umana.

Quante volte assieme a Tanya, l'aveva derisa e umiliata. Quante volte le aveva ripetuto che lei non era una di loro! Quello che però nessuno capiva era perché Bella non reagisse... finché un giorno, Jacob si presentò davanti alla porta di casa Cullen come tutte le mattine e, quando Edward gli aprì la porta, rimase per un attimo interdetto.

<< Che c'è? >> Domandò Jake notando il suo strano silenzio.

Edward prese una piccola porzione di aria. << Dov'è l'umana? >>

Jake gli diede una pacca scherzosa ed entrò in casa, seguito dall'amico. << Edward, sono dieci anni che la chiami così, ha un nome sai? >> Scherzò, ma non rispose alla sua domanda.

Edward assottigliò lo sguardo. << Si lo so che ha un nome, ma perché non è con te? >> Questo voleva sapere, dove fosse finita Bella! Perché non era li con Jake?

   
 
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