Avevano tutti
affrontato le loro paure. Tutti tranne Caleb. A lui toccava in quel
momento. Ma non riusciva a entrare. Si era incantato a fissare la
scritta che stava sotto. Deludere essendo
nessuno. Caleb sapeva bene a cosa si riferisse. Aveva capito
cos'avrebbe dovuto affrontare. Iniziò a tremare, facendo un
passo indietro.
-I-Io... N-Non posso f-farlo...- balbettò continuando a
fissare la scritta.
-Che cazzo dici? L'abbiamo fatto tutti. Non ti puoi tirare indietro
perché poi siamo noi a rimetterci- si incazzò
Torch.
-Caleb, che significa la scritta?- chiese Mark.
-M-Mia madre... - sussurrò solo, fissando la scritta. Non
riusciva più neanche a muoversi.
-Hai paura di quella puttana di tua madre?! Ma scherziamo?! Ora tu
muovi il culo ed entri nel portale!!- sbottò Torch, e il
castano strinse i pugni.
-Tulipano rinsecchito che non sei altro, chiudi quella lurida boccaccia
perché non sai un cazzo, sono stata chiara?!- lo riprese
Martina. Poi guardò il fratello.
-Cal, devi andare. O io, o Jude o Shawn verremo con te. Ma non puoi
bloccarti ora- gli disse dolcemente, facendo annuire piano il castano.
Si avvicinò al portale e poi guardò Jude, in una
tacita richiesta di andare con lui. Il rasta lo seguì ed
entrambi si dissolsero.
Una
donna, davvero molto somigliante a Caleb, era in uno specchio. Il
castano iniziò a piangere, con una voglia matta di andare da
lei e abbracciarla. Ma sapeva che facendo così, avrebbe
rischiato di rimanere intrappolato in quel mondo e di intrappolare
lì anche il suo piccolo.
-Caleb... - sussurrò Jude
prendendogli la mano e stringendola. Il castano ricambiò la
stretta, aumentandola. La sua paura era quella di deludere sua madre.
Di non essere ciò che lei avrebbe voluto. Di mandare a
puttane tutti quei sacrifici che aveva fatto. Aveva paura di non essere
abbastanza.
-Caleb, piccolo mio- gli sorrise la donna. Il
castano si avvicinò titubante.
-M-Mamma...-
-Sei sempre più bello, sai? Ma non
avvicinarti troppo. Altrimenti resterai bloccato in questo specchio-
-Mi manchi, lo sai?- gli sorrise tristemente
Caleb.
-Anche tu mi manchi piccolo mio. Ma ora io qui
sto bene e non devi più preoccuparti per me. Puoi essere
felice senza preoccuparti di tuo padre-
-Senza di te è tutto più
difficile...-
-Secondo me, hai già qualcuno che
ti aiuta ad andare avanti, anche se non ci sono- commentò la
donna, lanciando un'occhiata a Jude che era rimasto un po in disparte
senza, però, lasciare la mano del suo ragazzo. Caleb si
girò un'attimo verso di lui, poi tornò a guardare la
madre.
-Lui è la mia felicità-
disse sorridendo a sua madre e facendo arrossire vistosamente il
minore.
-Posso sapere come ti chiami, ragazzo?- chiese
dolcemente la donna.
-Mi chiamo Jude Sharp, signora- disse
imbarazzato il rasta. Di certo non si sarebbe mai aspettato di
incontrare in nessun modo la madre del suo ragazzo. Era stato preso
alla sprovvista.
-Beh, Jude, noto che sei riuscito ad addolcire
un po Caleb-
-Solo un po?- chiese il rasta divertito,
guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Caleb.
-Salutami tua sorella. Ora è meglio
che andiate-
-Va bene... Hai ragione- disse il castano,
sollevato del fatto che sua madre sembrasse fiera di lui per
ciò che stava diventato. I due ragazzi iniziarono a
dissolversi.
-Ti voglio bene mamma-
-Anch'io piccolo-
Erano tutti
fuori dalla casa. Erano più che entusiasti. Corsero lontano,
fino ad uscire dal boschetto che circondava la casa. Quando furono
abbastanza lontani, si fermarono.
-SIAMO USCITI!!- esultò Mark abbracciando Nathan. Tutti
erano più che felici. Jude scrutò i suoi amici
sorridendo. Sussultò quando si sentì toccare i
capelli. Caleb gli stava rifacendo la coda, anche se non sembrava
intenzionato a ridargli gli occhialini. Quando finì di
legargli i capelli, lo abbracciò da dietro.
-Te l'ho detto che saresti piaciuto a mia madre- gli
sussurrò all'orecchio con voce strana. Era dolce e
malinconica, ma allo stesso tempo anche allegra.
-Quindi sarei la tua felicità, eh?- chiese Jude girandosi
tra le sue braccia per poter ricambiare l'abbraccio.
-Mhh... Può darsi-
Il rasta alzò gli occhi al cielo, e Caleb lo
baciò.
-Ora che siamo usciti...- iniziò Hurley prima di prendere
Martina per il polso e iniziarla a trascinare verso una meta a loro
ignota.
-HURLEY!! NON VOGLIO VENIRE AL MAREEEE- si lamentò la
ragazza, senza però smettere di sorridere divertita.
-NON METTERMELA INCINTA- urlò Caleb contro Hurley che si
bloccò arrossendo.
-Te la riporto vergine- rispose.
-Morite entrambi- commentò Martina, prima che il rosa
riprendesse a trascinarla verso il mare.
-Gazelle torniamo a casa- disse Torch prendendo l'albino per mano e
avviandosi.
-Andiamo anche noi Hera~?-
-Ti lascio qui che ne dici?-
-Cattivo- disse Byron dandogli uno schiaffo sul braccio.
-Okay, okay andiamo- disse Hera alzando gli occhi al cielo e avviandosi
con un Byron attaccato al braccio. Anche gli altri se ne andarono,
lasciando Jude e Caleb soli.
-Andiamo?- chiese il castano.
-Vieni a casa mia?-
-Certo. Così giochiamo un po- disse malizioso Caleb,
beccandosi uno scappellotto dal rasta, che era arrossito vistosamente.
-Ahia. Dai, su. Andiamo-
Il punk si mise le mani in tasca, avviandosi. Jude lo seguì,
guardandolo. Non si aspettava gesti romantici o sdolcinati da lui, ma
gli sarebbe piaciuto tenergli una mano mentre camminavano. Ma non glie
l'avrebbe mai chiesto. Sapeva che era una causa persa. Ma si ricredette
quando sentì una presa forte sulla mano. Puntò lo
sguardo sulla sua mano, intrecciata con quella di Caleb. Poi
guardò nuovamente il suo ragazzo, che stava guardando
altrove con le guance leggermente rosse.
-Solo per questa volta- borbottò imbarazzato, facendo
sorridere Jude. Il rasta gli diede un bacio sulla guancia, godendo nel
vedere il castano arrossire vistosamente e sgranare gli occhi.
-Okay... Forse qualche altra volta posso farlo...- borbottò
Caleb, facendo ridacchiare il rasta. Erano una coppia strana, ma erano
felici. Insieme.