Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    13/04/2018    3 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIOVANI

 

La grande sala ricevimenti era bardata più del solito per l'occasione. Lucifero sedeva sul trono, al suo fianco stava Keros, su un seggio pressoché identico. I due erano entrambi vestiti in modo regale e portavano le rispettive corone. Il vociare dei molti demoni presenti era sempre più forte. D'un tratto il re, vedendo entrare l'ultimo ospite atteso, si alzò. Questo fece sì che tutti si ammutolissero.

“Benvenuti” esordì il diavolo “State pure comodi, sorseggiate del vino e prestatemi ascolto per qualche istante…”.

I convocati alzarono i calici e sorrisero. Keros, con a sua volta un calice fra le mani, picchiettava l'anello che portava al dito contro la superficie argentea. Era una festa, una celebrazione per la fine della guerra. Il principe però non riusciva ad essere più di tanto allegro.

“Sapete bene perché siamo qui" parlava Lucifero “A molti di voi verranno dati terreni, gratifiche e quant'altro. Siete stati eroici, grandi guerrieri. Ma prima ci terrei a chiarire una cosa…”.

Lucifero allungò il braccio verso il lato sinistro della sala, dove aveva fatto sistemare tutti i più giovani combattenti.

“Ho udito molte voci che trovo alquanto fastidiose. Molti di voi sono convinti che questa guerra sia stata provocata dai giovani. Nulla di più falso. La prova è qui, davanti ai vostri occhi. Fra questi ragazzi, vi sono coloro che hanno agito nel modo migliore…”.

Keros si lasciò sfuggire un mezzo sorriso, quando alcune ancelle affiancarono il re, porgendo un grosso scrigno.

“Simadè…” chiamò Lucifero “…vieni avanti".

Il servo, confuso, si guardò attorno, forse in attesa di veder comparire un altro con il suo stesso nome.

“Vieni" lo incoraggiò Keros.

Una volta al cospetto del re, si inginocchiò.

“Alzati" ordinò il sovrano, aprendo lo scrigno ed estraendo quella che a tutti gli effetti era una medaglia al valore “Hai aiutato il tuo re e servito questa città nel miglior modo possibile. Indossa questa con orgoglio”.

Simadè arrossì, incredulo, mentre il re gli stringeva la mano.  Keros si congratulò e incitò gli altri demoni a fare altrettanto, con un applauso.

Uno dopo l'altro, tutti i giovani presenti furono chiamati e premiati. Chi per il coraggio, chi per i nemici uccisi, chi per il supporto offerto alle truppe… Tutti vennero ringraziati e premiati. Fra loro vi era anche Lilien, la figlia di Azazel. Il demone messaggero sorrise con fierezza alla sua bambina.

“Ognuno di voi dev'essere fiero” sorrise Lucifero “Non mi importa se siete figli di servi o di nobili, io non credo nella predestinazione. Che ognuno di voi combatta per ottenere ciò che desidera, che quel sigillo che ora portate al collo vi ricordi sempre il vostro valore".

I giovani osservavano quanto ricevuto con incredulità e gioia. Vi era inciso il simbolo reale, una concezione riservata a pochi.

“Ora procederemo con la cerimonia per le vecchie generazioni" ghignò il re “Ma per voi giovani sarà noioso. Per questo ho organizzato una piccola sorpresa".

“Un'altra?” lo fissò Keros.

“Al piano di sotto, quello che comunemente viene usato come semplice sotterraneo, ho fatto preparare una sala solo per voi. Musica, cibo e nottata libera. Noialtri vecchi resteremo ai piani alti, senza disturbarvi. Divertitevi".

“Davvero?! Per sotterranei intendi la sala delle torture?” mormorò il principe.

“Anche. Tanto al momento è vuota. Vai a giocare…” rispose il sovrano, invitando il ragazzo ad alzarsi.

Keros fece per ringraziare, alzandosi, ma una voce interruppe ogni cosa.

“Maestà!” si udì urlare Asmodeo “L'ho preso!”.

Il generale entrò nella stanza trascinando Belzebù per un polso e scaraventandolo al centro della sala. I demoni presenti reagirono con rabbia e disappunto, ringhiando e agitando le code.

Lucifero li zittì alzando una mano. Il re ed il prigioniero si fissarono, con odio.

“Non avevo dubbi che lo avresti trovato, mio generale" commentò il diavolo, senza distogliere lo sguardo dal traditore “In quanto a te, Belzebù, ho una voglia matta di eviscerarti per scoprire se veramente sei fatto di mosche come dicono. Non riesco a concepire una punizione adatta per te se non una lenta agonia che ti porti alla morte…”.

Keros, tornato a sedersi, non disse nulla. Lucifero lanciò solo uno sguardo nella sua direzione.

“Tuttavia…” riprese il Signore dei demoni “…non è a me che hai fatto un torto. Hai scatenato una guerra per spodestare il mio erede, il legittimo successore al trono. Perciò non sarò io a decidere la tua condanna, ma bensì mio figlio Keros. Inchinati dinnanzi al tuo principe ed ascolta ciò che ha da dire".

Il giovane si stupì ed in principio non disse nulla, fissando il sovrano. Poi si alzò e prese un profondo respiro.

“Io ti detesto" esordì “Non perché tu non mi ritenga all’altezza di fare il re. Di fatto, sono io con un trono alle spalle. Tu invece stai strisciando in terra. Capisci dunque che la tua opinione non mi tange minimamente. Ti odio perché per colpa tua molti hanno perso la vita. Per colpa tua c'è chi ha perso un padre, una madre, un figlio, un amico… E per cosa? Perché hai voglia di poggiare il tuo grosso culo lì sopra?”.

Keros indicò il trono e Belzebù ovviamente non rispose.

“Non poggerai mai il tuo grosso culo lì sopra!” continuò il principe “E sai perché? Perché i re non fuggono come vigliacchi dinnanzi al nemico. Il re dei demoni non fugge nemmeno dinnanzi a Dio ed i suoi angeli! E pretendi forse di poterlo fare tu, che ti nascondi dietro ad un esercito di ragazzini plagiati? Vorrei che il tuo destino fosse la morte, ma sappi che non sarà così. Sarebbe troppo semplice. Inoltre sono consapevole che al tuo fianco hai chi ti rispetta, ti vuole bene, e sinceramente non voglio che gente simile mi venga a rompere i coglioni piagnucolando perché ti ho ucciso. No. Io ordino che ti venga tolto tutto. I tuoi possedimenti, i tuoi averi, il tuo rango… Ordino che tutto ciò che ti ha reso ricco e potente venga distribuito fra coloro a cui hai causato un lutto. Che mai più ti sia concesso di organizzare un esercito, di avere chi ti serve od obbedisce ai tuoi comandi. Sii tu meno della mosca che danza sui cadaveri di chi è morto per causa tua”.

“Meglio la morte!” interruppe Belzebù.

“Ammazzati da solo, se è la morte che desideri" concluse Keros, tornando a sedersi.

Con un gesto, il sovrano fece trascinare via Belzebù, che continuò a protestare ed inveire contro chiunque.

“Sono fiero della decisione che hai preso" mormorò Lucifero “Non avrei potuto trovare punizione migliore. Ora però vai a divertirti…”.

“Non sono molto in vena…” ammise il principe.

“La vena te la fai venire. Su… alzati!”.

Il re invitò l'erede a seguirlo. Insieme scesero i pochi scalini che sopraelevavano i due seggi dal pavimento, assieme ad un elegante tappeto rosso damascato. Lucifero chiamò a sé i giovani, rimasti in attesa di un ordine per poter andare a festeggiare.

“Prendetevi cura di lui" ghignò Lucifero, poggiando affettuosamente una mano sulla spalla del principe e fissando i ragazzi che aveva di fronte “È un pochino giù di corda".

“Ci pensiamo noi, maestà!” sorrise Lilien “Non si preoccupi".

 

L’ampia sala nel sotterraneo si riempì presto di giovani demoni festaioli. Grandi fontane scorrevano su calici di cristallo, riempiendoli di vino ed alcolici infernali. Alcune anime suonavano, incatenate al muro. L'oscurità era lievemente rischiarata da piccole lucciole dal bagliore rosso. Splendide Succubus e prestanti Incubus, con abiti pressoché inesistenti, si aggiravano fra gli invitati pronti a divertirsi e far divertire, porgendo vassoi con varie prelibatezze.

Keros si guardò attorno. Riconobbe l'angolo in cui sedeva il re mentre torturava i traditori, sorseggiando quel che voleva. La riserva speciale e privata di Lucifero era protetta in una bacheca chiusa a chiave. Il principe però aveva la chiave… per la prima volta! Ignorando tutti i presenti, decise di sperimentare quel che il re aveva da offrire. Aprì un paio di bottiglie dall'aria piuttosto antica e pregiata, dopo essersi accomodato al tavolo adiacente alla vetrina. La fragranza che sprigionò riempì i polmoni del giovane principe, che socchiuse gli occhi deliziato. Keros si inumidì le labbra con il primo liquore aperto, trovandolo decisamente forte ma con un sapore unico. Poi ne assaggiò un altro, cercando di coglierne tutte le sfumature di sapore.

“Ed a noi non offrite nulla?” squillò una voce.

Il principe alzò un sopracciglio.

“Tu sei la figlia di Azazel, giusto?” si limitò a commentare, versandosi altro da bere.

“Esatto. Ed il re ha ordinato di tirarvi su il morale".

“Non ne ho bisogno".

“Perdonatemi ma come bugiardo fate un po' pena…”.

Keros girò gli occhi verso Lilien, notando al suo fianco la presenza di Simadè.

“Che strano vedervi così…” commentò il sanguemisto, assaggiando altri alcolici.

“Così…?” inclinò la testa la messaggera, servendosi da bere.

“Ti ho sempre vista in abiti da lavoro in giro per il palazzo.  Con i pantaloni ed il resto di quella specie di divisa da uomo. Simadè invece è sempre vestito in modo semplice. Oggi invece siete elegantissimi".

“Grazie… Se vuole essere un complimento” sorrise lei, accennando un inchino con la lunga gonna “Ma ammetto di trovarmi meglio con la divisa da maschiaccio piuttosto che con bustino e crinolina".

Sia Lilien che Simadè vestivano secondo la moda del momento, come la maggior parte dei giovani presenti.

Simadè andò a sedersi accanto al principe e la messaggera fece lo stesso. Keros riempì i loro calici e bevve in silenzio, osservando la parete di alcolici del sovrano.

“Allora…” riprese Lilien, ridacchiando “Ora avete le corna. Che è successo? La fidanzata se l'è spassata con un altro demone? Scherzo, ovviamente…”.

“Quale fidanzata?” fece una smorfia il mezzodemone.

“Ma come?! Io pensavo che l'erede al trono fosse… sistemato! O perlomeno con un esercito di pretendenti".

“Sono bravo ad ignorarle…”.

“Quindi possiamo dire che siete sulla piazza. Aspettate che lo sappiano le mie amiche…”.

“Possiamo dire che attualmente la cosa non mi interessa".

“Siete un romanticone ed aspettate quella giusta?”.

“Circa…”.

Bevvero ancora. Simadè sorrise, facendo cenno ad una Succubus di portargli del cibo.

“Sei un golosone" lo derise Keros, rubandogli un pezzo di dolce al cioccolato.

“Ma quindi…” ghignò Lilien, reggendosi la testa sul tavolo “…voi due scopate? Intendo… fra di voi?”.

Keros e Simadè si fissarono. Poi risero.

“È capitato" ammise il principe.

I tre giovani ridacchiarono, iniziando a parlare di assurdità.

 

Azazel si guardava attorno, visibilmente nervoso. Lucifero gli porse un bicchiere di vino.

“Cosa ti turba? La festa non è di tuo gradimento?” lo stuzzicò il sovrano.

“Non sono abituato ad avere mia figlia fuori dal mio controllo…” ammise il messaggero.

“Il solito esagerato. È una donna ormai”.

“Lo so che è una donna. E so che è circondata da giovani demoni sbavanti".

“E con ciò? Ormai ha l'età giusta per farsi circondare".

“Non scherziamo…”.

“Non sto scherzando. Tu piuttosto… Cerca si rilassarti. Guarda quante belle donzelle!”.

Azazel storse il naso, poco convinto. Dopo qualche sorso di vino però parve stare un po' meglio.

“Non ho intenzione di prender moglie" commentò, sorridendo “Se vi piace discutere di cose simili, dovreste iniziare ad accasare vostro figlio".

“Io non parlo di matrimoni! Parlo di sano e rovente sesso. Il sesso non si discute: si fa! E tua figlia mi sembrava più che dell'umore giusto".

Azazel fece per protestare ma Lucifero lo zittì con un dolcetto ed altro vino. Il sovrano ghignò ancora, ricordando il caratteristico profumo che aveva percepito sulla fanciulla, e trascinò il messaggero a festeggiare.

 

La musica nel sotterraneo era cambiata. Ora le anime suonavano un valzer.

“Voi andate spesso nel regno umano…” constatò Lilien, fissando Keros.

“E con questo, madame?” rispose lui, perplesso.

“Voi sapete ballare su questa musica?”.

“Certo. È il valzer. Va molto di moda adesso fra i mortali, anche se suscita qualche polemica".

“Potreste insegnarmi? È un ballo così romantico… e poi è nuovo! Basta con questi motivetti da 1200! Ormai siamo alle porte dell'800!”.

“Non è difficile…”.

Il principe si alzò, porgendo la mano guantata alla fanciulla. Lei sorrise e si lasciò portare al centro della sala. Gli altri demoni rimasero ad osservare, molti cercando di imparare a loro volta quei passi. Il principe cinse la vita si Lilien ed iniziò a spiegarle come muoversi. Lei in principio inciampò sui suoi stessi piedi e sul vestito.

“Come una principessa" ridacchiò.

“Una principessa imbranata” le rispose Keros, con un ghigno divertito.

“Che antipatico che sei! Ovvio che non hai la fidanzata!”.

“Ma chi la vuole?!”.

Nonostante l'impaccio iniziale, la giovane messaggera iniziò a capire come ballare e non calpestare piedi altrui. Altre coppie provavano a ballare a loro volta, con risultati più o meno buoni. Molte fanciulle si limitavano ad osservare con ammirazione le giravolte del principe.

“Ti guardano tutti" sussurrò Lilien.

“Guardano entrambi" corresse Keros.

Danzando così vicini, il sanguemisto percepì un lieve offuscamento dei sensi.

“Hai un buon profumo" disse a colei con cui stava ballando.

“Profumo? Non ho addosso alcun profumo…”.

“Allora è la tua pelle a sprigionare questa fragranza dolce…”.

“Per me siete ubriaco" rise lei.

In realtà il profumo di lei altro non era che un segnale di richiamo per i demoni maschio, che sempre più fra i presenti si stava facendo sentire. Alcuni iniziarono a litigare, per ottenere i favori delle donzelle presenti. Fra le botte, qualcuno finì nella fontana del vino. Molte coppie, aiutate dalla musica e dal tasso alcolico nelle vene, iniziarono a scambiarsi effusioni piuttosto spinte. Lilien, ancora stretta fra le braccia del principe durante il ballo, spinse leggermente in avanti il viso. Keros scostò il volto.

“Non voglio baci sulle labbra" sbottò, inclinando la testa e chinandosi sul collo di lei.

Quel profumo lo stava decisamente stordendo e, passando la lingua sulla pelle bianca della messaggera, ne fu totalmente rapito.

“Vieni con me" le disse sottovoce, accompagnandola fino ad un punto in ombra della sala.

Abilmente, il principe aprì un passaggio segreto che conduceva alla grande biblioteca reale. Certo che tutti fossero impegnati in festeggiamenti vari, condusse Lilien a passo svelto fino alle proprie stanze. Non capiva più nulla, desiderava solo possederla. Lei allo stesso modo ignorava qualsiasi altra cosa, nonostante si trovasse in sale in cui aveva sempre sognato entrare, e strinse a sé il mezzodemone. Gli abiti che indossavano erano complessi, fra catene e lacci. Keros spinse la messaggera sul letto ed affondò le mani fra i vari strati di stoffa della gonna che ne copriva le gambe. Risalì lungo la pelle, fino a raggiungerne i fianchi. Con eleganza le sfilò l'intimo di pizzo nero. Lei intanto tentava di sciogliere i lacci del busto, trovando difficoltoso respirare.

“Moda del cazzo…” sibilò il principe, strappando i nastri con impazienza e scoprendo il seno della fanciulla.

“Mio padre mi ucciderà…” riuscì a commentare lei, osservando i movimenti sicuri del mezzodemone, che si spogliava in fretta e del superfluo.

Fra le stoffe e la crinolina, si fece strada quasi divertito. Giocò un po' con la coda della messaggera. Lei parve impaurita, per qualche istante. Incrociò le braccia sul seno scoperto. Lui le sorrise, dandole un bacio sul collo.

“Maestà…” sussurrò la messaggera.

“Keros. Io sono Keros” le rispose il principe, di nuovo inebriato da quel profumo.

Con tutti i sensi avvolti da quella fragranza, il mezzodemone ghignò. Il suo sguardo si illuminò d'arancio e la fece sua. Lei sorrise, accogliendo il principe in sé, fra stoffe e pelle nuda. Lo desiderava ardentemente, mossa da quell'istinto che non poteva controllare. Era una demone, era una donna, ed il corpo la spingeva ad accoppiarsi, a cercare e provare piacere. Lui era un demone, per metà, e non riusciva a resistere a quel richiamo. Ad ogni spinta, lei lo stringeva più a sé.

“Sei tutto mio questa notte, Keros" mormorò.

“Fino a quando non mi implorerai di smettere" gli rispose lui.

Lilien lanciò un gemito e poi un altro, accompagnando i movimenti di lui.

“Sono vostra questa notte…” ansimò docilmente “…non smettete! Ve ne prego… Non fermatevi fino al termine di questo giorno!".

Keros trovò tremendamente eccitante quel tono di voce, e la strinse più forte, avvolgendola fra le braccia. Lei si lasciò circondare e lanciò un grido, quando i denti di vampiro del principe affondarono nella carne del morbido collo. Quel gesto accese ancora di più il desiderio e lei inarcò la schiena, prossima all'orgasmo. Lo raggiunse puntando le unghie sulla schiena di lui e graffiandolo, spalancando poi le ali da demone. Stringendolo forte fra le braccia e circondandone la schiena con le gambe, Lilien avvertì un brivido quando anche Keros giunse al termine dell'amplesso. Rimasero stretti l'uno all'altro, l'uno dentro l'altro, per qualche istante. Poi lei ricambiò quel morso sul collo, pur non avendo denti da vampiro, ed il principe si sentì di nuovo travolgere dall'eccitazione.

 

Non sapeva dire quanto tempo aveva trascorso fra le lenzuola con quella donna. La aiutò a rientrare a casa, evitando di essere vista dal padre o da chiunque altro. Tornando a palazzo, gradatamente riprese lucidità. Si stupì di se stesso, non era da lui lasciarsi andare in quel modo. Ma era stanco per pensarci, così si diresse verso la camera da letto. Non si aspettava di trovarvi Simadè, intento a cambiare e sistemare le lenzuola.

“Che fai?” biascicò Keros.

“Il mio lavoro" si sentì rispondere “Solo un attimo e…”.

“Non è necessario. Sarai stanco pure tu, fila a dormire!”.

“Veramente…” confessò il servo, sprimacciando il cuscino “Non sono affatto stanco".

“Ah, no? Be' ... immagino che la festa di sotto possa…”.

“Sono geloso" ammise Simadè e Keros alzò un sopracciglio “Speravo di divertirvi un po'… con voi due".

“Intendi me e Lilien? Mi ‘spiace… Lei è tornata a casa. Però, se vuoi… puoi avere me".

Il giovane Incubus si voltò verso il principe, con un ghigno. Con mani esperte lo svestì da catene, giacca con le code e camicia. Il mezzodemone si disfò di stivali alti ed altre catene. Si lasciò spogliare completamente, nel buio della camera. Si sentiva a suo agio, sapendo che il servo non avrebbe visto i tatuaggi che lo inquietavano.

“Sono lieto che la guerra non abbia lasciato gravi segni su questo corpo…” commentò Simadè, raggiungendo il principe a letto e baciandone più volte la schiena “La vostra pelle è così liscia e perfetta…”.

Keros non rispose. Si rilassò, lasciandosi cullare da quella voce e facendosi coccolare dalle mani del sottoposto. Questi lo accarezzava e lo baciava.

“Vi è piaciuta la festa, maestà?” domandò Simadè.

“È stata una piacevole sorpresa…”.

L'Incubus sorrise, con ancora al collo il riconoscimento dato dal re. Il principe vide quel sorriso nel buio e sorrise a sua volta.

“Simadè…” parlò piano, abbracciando il cuscino “Voglio dimenticare. Non lasciare che la mia mente si affolli di nuovo di pensieri tristi. Voglio godere. Godere fino ad addormentarmi. Scopami".

Il servo rimase in silenzio qualche istante.

“Vi farò rimpiangere le calde cosce di quella femmina" sibilò poi, con un ghigno.

 

Ma ciao! È passato un po' di tempo ma spero che lunghezza di questo capitolo perdoni la mia assenza! E, chi vuole, passi a dare un occhio in pagina. Appena caricato un nuovo disegno a tema Keros. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=246389442602554&id=166597243915108 A presto!!

   
 
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