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Autore: LisailaANightrose    24/05/2018    0 recensioni
【PRIMO LIBRO DELLA SAGA LE CRONACHE DELLA NOTTE】
Secondo una leggenda l'anima della Notte era legata a una singola rosa blu, possedendo quella rosa l'anima della dea sarebbe stata nelle proprie mani. Ma bisognava stare attenti, se ti pungevi con le sue spine potevi avevi una sola scelta: pregare tutti gli dei affinché avessero pietà della tua anima. Che fosse solo una metafore su quanto pericolosa potesse essere la dea notte o la realtà nessuno, se non gli dei e i loro prediletti, sapeva la realtà.
━ ❖ ━
↬ E' vietata la copia totale e parziale della storia senza il mio permesso.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Non azzardarti a uscire dalle tue stanze, signorina!»

«Non sono una bambina!» aveva ribattuto la ragazza.

«Considerando la differenza di età, sì sei una bambina per me perciò almeno una volta obbedisci e stai nelle tue stanze, non voglio che ti succede qualcosa.»

Tean faceva avanti e indietro per le sue stanze, prima andava nel bagno, poi nella sua camera da letto e infine nell'anti-camera, finito il giro rifaceva il percorso all'indietro. Scrutava ogni dettaglio della camera che prima, a causa del pochissimo temo che ci passava non aveva mai notato, come le rifiniture d'oro bianco degli specchi, l'ordine cromatico in cui erano disposti quei pochi libri che teneva in quella camera, i continui richiami al giglio e alla sua purezza. Osservando più attentamente le sue stanze si era resa conto di quanto effettivamente bianche fossero. Il letto, le lenzuola, i mobili, le finestre, la vasca, il pavimento, i muri, le tende... tutto era incolore. Notando tutto quel bianco si fermò e girò su se stessa chiedendosi cosa ci faceva lì, quello non era il posto, lei non era adatta a tutto quel candore, lei era l'esatto opposto. Gli occhi si stufarono di quel colore così li chiuse nella speranza di riaprirli e ritrovarsi altrove, ma non successe nulla, allora prese il suo mantello e senza pensaci due volte uscì dalla stanza.

Fuori non c'era nessuno, nemmeno una guardia o un servo, cosa che facilitò molto le cose alla ragazza che, tra passaggi nascosti e frequentati solo dai servi per andare prima da una parte e l'altra senza farsi notare molto, si ritrovò molto presto fuori dal castello. Ora nessuno poteva fermala, né le guardie né un qualsiasi servo.

La ragazza una volta fuori si tolse il cappuccio del mantello e passò qualche dite tra i capelli per sistemarli, senza però far cadere la rosa blu che aveva tra di essi, poi si incamminò verso il confine. Era quasi sera e la maggior parte delle persone avevano finito i lavorare e stavano tornando dalle proprie famiglie, alcuni bambini correvano in giro per godersi gli ultimi minuti di libertà prima che le loro madri li richiamassero e gli anziani chiaccheravano tra di loro seduti vicino all'ingresso di casa di uno di loro. Chiunque in quel caso di voci e corpi per poter arrivare prima a casa avrebbe dovuto o spingere o seguire la massa, ciò però non valeva per la rossa. Non appena la notavano le facevano strada e smettevano di fare ciò che stavano facendo per poi continuare tra mormorii su di lei quando ella non era più a portata d'orecchio.

Tean era cresciuta sentendo quei bisbigli, all'inizio erano semplici commenti sulla sua bellezza e su ciò che avevano fatto coloro che l'avevano messa al mondo, poi, man mano che lei cresceva il suo cuore si induriva sempre di più, erano diventati commenti spregevoli. Alcuni uomini vedendo la su bellezza non facevano altro che guardare le sue forme quando passava e poi facevano commenti di apprezzamento, le donne invidiose iniziarono a dire che il suo aspetto era solo il frutto di una magia perché gli dei non avrebbero mai permesso che una tale bellezza fosse di un'anima malvagia, altri vociferavano su ciò che aveva fatto, sulle morti che secondo loro aveva commesso, sugli uomini che aveva corrotto, sulle leggi che aveva infranto. Sebbene avessero molte cose da dire alla ragazza nessuno di loro si azzardava a dirle in sua presenza, avevano timore della sua reazione, che lei presa dall'ira per le parole che le avrebbero riferito li avrebbe uccisi nei modi peggiori possibili, cosa che aveva minacciato di fare se qualcuno si fosse osato a parlar male della sua famiglia. Proprio da queste voci la ragazza era stata descritta senza cuore, il motivo era il fatto che mai una volta qualcuno che non fosse la sua famiglia l'aveva mai vista piangere o gioire per qualcosa, dopo aver compiuto i sei anni il suo cuore pian piano era diventato una pietra. Alcuni sostenevano che nelle sue vene non scoresse sangue, ma solo odio.

Camminò per diversi minuti senza sosta, assaporando il vento gelido che le spostava i capelli rossi e tutte quelle voci sussurate dietro di lei. Loro non lo sapevano ma erano proprio quelle voci che le davano il potere, che l'avrebbero resa immortale perché grazie ad esse le persone avrebbero continuato a parlare di lei, della sua bellezza e della sua crudeltà anche dopo la sua morte e così lei non sarebbe mai morta veramente.

Fiera e orgogliosa di ciò che era attraversò i confini di Ralyon nonostante le fosse stato vietato e, una volta poggiati i piedi sulla sabbia fredda, prese un profondo respiro. Per camminare meglio si tolse gli stivaletti, così si diresse verso il mare per fermarsi a pochi passi dall'acqua salata e lì di sedette.

Il vento che arrivava dal mare le accarezzava il viso dolcemente spostandole anche le ciocche di cappelli che le incorniciavano il viso. In lontananza la ragazza vide alcune teste tra gli scogli, grazi ai colori sgargianti delle loro chiome riconobbe che erano sirene e tritoni e tutti la guardavano, chi ammaliati dalla bellezza che tanto loro veneravano e desideravano e chi disprezzando ogni singola cosa di lei. Tean sostenne il loro sguardo e alla fine furono loro a distoglierlo, alcuni dopo quello se ne andarono altri iniziarono a cantare, ma senza farsi sentire dalla ragazza per timore di ciò che avrebbe potuto fare se solo avesse udito le loro dolci cantilene.

La rossa passò ore sulla spiaggia, a volta ascoltava il flebile canto delle sirene, nonostante loro pensassero di non poter essere udite da lei, a volta si slegava e si riacconciava i capelli, a volte si alzavva e faceva una camminata sul lungo mare seguita dalle sirene e poi tornava al punto di pertenza e a volte immergeva i piedi nell'acqua. Era da quasi un'ora che la ragazza però sembrava addormentata così alcune sirene e tritoni si avvicinarono a riva per vedere di persona cosa avesse quella ragazza di così diverso dalle altre persono per non essere ammaliata dal loro canto. Non ebbero il tempo di avvicinarsi che scapparono impauriti dalla figura nera che apparve da dietro gli alberi della foresta di Mira.

Tean non ebbe il tempo di alzarsi e cercare di difendersi che l'uovo aveva già cercato di trafiggerla con la spada. La sabbia si macchiò di rosso, il vento cessò e le sirene si tapparono gli occhi. Tuttavia con grande sorpresa di tutti non fu il sangue di Tean a tingere la sabbia, ma quel di Kail.

━ ❖ ━

L'uomo a sento riusciva a tenersi in piedi quando, dopo ore di cammino, arrivò nel borgo. Con le poche forze che gli rimanevano bussò alla porta della prima casa che vide e quando il padrone di quella casa gli aprì lui cadde a terra stremato.

«Lauren, prendi una coperta» ordinò l'uomo alla figlia vedendo lo straniero accasciato sul suo pavimento.

Henry aiutò l'uomo ad alzarsi e con un fatico lo portò davanti al camino affiché potesse asciugarsi. Vedendo come tremava gli tolse il mantello fradicio e sporco rivelando così i suoivvestiti adir poco leggeri per la stagione e le fascie che gli ricoprivano l'intero viso tranne gli occhi, i quali erano nascosti da un sottile velo di stoffa che permetteva all'uomo di vedere, ma non agli altri di vedere i suoi occhi. Infine, notando l'astio con il quale rispondeva l'uomo quando Henry gli chiedeva se desiderava cambiare anche i vestiti per indossarne alcuni asciutti, lo coprì con la coperta che la figlia gli aveva passato.

Per tutta la notte lo sconosciuto non proferì parola e rimase ad osservare in modo insistente il fuoco che ardeva nel caminetto. Poiché l'uomo non rispondeva alle domande che la guardia gli poneva, Lauren andò a dormire nel letto con la sorella mentre il padre rimase a guradare l'uomo per assicurarsi che non avesse cattive intenzioni perché Henry sapeva che qualsiasi fosse il motivo per cui lo straniero fosse in giro a quell'ora con quel tempaccio gli avrebbe di certo portato guai, ma di certo non poteva lasciarlo morire fiori al freddo.

━ ❖ ━

«Cos'è successo il superficie» chiese una serena mentre il tritone, che aveva assistito a tutta la scena sulla spiaggia, mangiava alcune alghe per riprendere le forze dopo una delle nuotate più veloci della sua vita.

«Il lupo» disse tra un boccone e l'altro, «è morto.»

Il silenzio calò nella caverna in cui la sirena e la sua famiglia vivevano. Perfino i piccoli di casa che stavano giocando con alcuni pesci si fermarono. Nessuno di loro sapeva bene se sentirsi sollevati o meno da quella notizia. Da una parte sapevano che era un assassino e che godeva nell'uccidere le sue vittime, dall'altro su di lui si narrava che molti anni prima avesse salvato un loro principe. Una cosa era certa però, avrebbero dovuto dirlo al re.

«Dovete andare dal re a dargli la notizia» parlò il padre della sirena. «Il re e i suoi cavalieri devono saperlo, specialmente Ilo.»

«E' questo il punto! Se lo dicessi al re e ai cavalieri essi esulteranno perché assassino dei figli di Ilo è morto, ma cosa direbbe la nostra dea? Conoscete anche voi le leggende sul conto del Lupo. Se festeggiassimo per la sua morte, non festeggeremo soltanto per la morte di un nostro nemico, che un tempo era nostro amico, ma anche per la morte del primo lupo dall'anima nera! Cosa direbbe e farebbe di noi la nostra amata dea se festeggiamo la morte del prediletto della Notte? Io non voglio essere la causa di quest'ira, voi potete andare a riferire al re tutto quello che volete, ma tenetemi lontano dalle vostre scelte perché io non le condivido.»

I bambini spaventati dalle parole del tritone si nascosero dietro la coda della madre chiedendo se la loro dea potesse davvero arrabbiarsi con loro se facevano festa, lei cercò di tranquilizzardi dicendo che non sarebbe mai successo una cosa del genere e poi, per non farli spaventare ulteriormente, lì mandò fuori a giocare.

«Vuoi tradire il tuo re per la paura in un animale morto?»

«No, tradisco il mio re per la paura dell'ira degli dei e di un lupo che si può trasformare in un umano» urlò il tritone.

«Bene, se è così allora sarò io stesso ad andare a parlare con il re e i suoi cavalieri, ma tu ragazzo non sei più il benvenuto in questa casa.»

Il giovane tritone allora arrabbiato uscì dalla caverna subacquea e nuotò di nuovo in superficie verso la spiaggia dove il lupo era morto per salvare l'assassina di sirene. Bisognava avere paura di lei, lui lo sapeva bene, ma non solo di ciò che ti poteva fare direttamente, ma di ciò che poteva fare indirettamente con l'aiuto delle sue amicizie, solo che questo gli altri della sua specie sembravano non capire.

In superficie ora tutto era calmo. La spiaggia era deserta perciò con calma si avvicinò alla spiaggia nel punto in cui il lupo era morto. Di lui e della ragazza non c'era più nessuna traccia, al contrario dell'uomo che aveva tentato di ucciderli: il suo corpo giaceva esangue vicino alla sabbia macchiata del sangue del lupo.

Incuriosito si avvicinò sempre di più a riva fino a doversi trascinare sulla sabbia per riuscire a vedere il cadavere. Il corpo era quasi del tutto intasato se non fosse per il collo sul quale c'era una profonda ferita. Il tritone aveva già visto quel tipo di ferita, era uguale a quella che avevano trovato sul corpo del figlio di Ilo, era il morso di un uik. Il lupo prima di morire a causa della ferita che gli era stata provocata dall'uomo doveva avergli bevuto tutto il sangue che gli scorreva nelle vene.

   
 
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