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Autore: Altair13Sirio    01/06/2018    5 recensioni
Salta a bordo di un'avventura totalmente disorganizzata con Giuseppe, Angelo e Francesca, alla ricerca di qualche giorno di divertimento, un po' di svago e distrazione dagli esami incombenti e, soprattutto, ricordi da portare sempre con sé piacevolmente nel cuore!
Due giorni da vivere appieno nella Città Eterna, raccontati in un resoconto ironico e dai toni allegri che cercherà di strapparti un sorriso e darti qualche emozione in più! Un diario di viaggio che cercherà di raccontare tutti i particolari di questa avventura, fino al suo epilogo dove i tre impavidi viaggiatori torneranno nelle loro case con nuovi ricordi da custodire per sempre.
Che cosa aspetti allora? Entra subito a scoprire quali avventure vivranno i protagonisti di "Cronaca di un viaggio improvvisato!"
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VENERDI' 26 MAGGIO
00:15

CAPITOLO 2: NOTTE

Ho un problema alla cuffietta sinistra. Ogni volta che la infilo rimane in equilibrio precario e mi rovina l’ascolto di tutta la canzone. Questo problema però ce l'avevo anche prima, con gli auricolari vecchi; quindi forse dovrei dire più che il problema è del mio orecchio…

Sto ascoltando "Feel Good Inc", esattamente alla parte in cui Noodle parte con il suo meraviglioso assolo; si unisce a lei la voce roca di 2-D e poi la batteria di Russel. Poi tutto finisce con il basso di Murdoc e le risate di De La Soul. Che poi chi cavolo è De La Soul? Quante persone sono? Perché è dalla prima volta che ho sentito la canzone che mi chiedo chi diavolo sia quel tipo col pizzetto e la pelliccia che compare sui megaschermi, accompagnato dal suo sosia pelato che produce l'eco per le sue rime…

Mi affaccio un attimo al finestrino e dall'altro lato del strada sfreccia un camion i cui led frontali formano una pista luminosa che sarebbe bellissimo catturare in una foto.

Metto una canzone vecchia, vecchissima. Fa parte della mia infanzia, ricordo quando mia sorella la mise al computer di mio cugino durante una vacanza e io me ne innamorai tanto da metterla in macchina di ritorno dal mare, o l'ultimo giorno di scuola in quinta elementare – di cui ricordo me che procedevo a grandi balzi lungo il corridoietto della classe con il cellulare nuovo in mano per far ascoltare quella canzone a una classe semi deserta.

Grattandomi il collo tiro via le cuffiette per errore e per un attimo mi faccio prendere dal panico. Il panico dovrebbe prendermi piuttosto per il fatto che non ho portato nessun temperino, e queste pagine le sto scrivendo interamente a matita…
 

00:36

Francesca fa rumore dietro di me, starà armeggiando con la borsa… Ora sembra dare pugni al sedile! Non sarà che la gente riesce a sentire la musica dalle mie cuffie? Il tipo davanti a me si muove, forse per cercare una posizione più comoda. Ha smesso di russare; adesso ha cominciato quello dall'altro lato!

Sono stanco, dovrei dormire, ma ho trovato una posizione in cui scrivere non mi viene impossibile. Quindi continuerò un po'…

Mi volto dopo essere stato un po' a fissare il vuoto fuori dal finestrino e scopro cosa stava facendo Francesca: le sue scarpe sbucano dallo spazio in mezzo ai due sedili e mi fanno prendere un colpo! Come accidenti ha fatto a mettersi in quella posizione? Quanto avrà piegato lo schienale del suo sedile? Tutte domande senza risposta… Faccio finta di niente e mi giro di nuovo mentre negli auricolari parte "Durch Den Monsun" e io torno bambino…
 

00:49

Prima che Francesca mi facesse spaventare con le sue scarpe rosa, stavo fissando il vuoto dell'oscurità: posando gli occhi sulle strisce che delimitano uno dei lati della strada – erano orizzontali, chiuse in mezzo a due linee continue – ho creduto che la strada corresse parallela a una ferrovia, e che la stessimo praticamente affiancando… Intanto alle cuffie arriva "Schrei": ricorda di cancellare tutte le canzoni dei Tokyo Hotel dal telefono quando torni a casa, ma anche di ringraziare Bill Kaulitz per averti aiutato a ricordare uno dei temi dell'espressionismo tedesco.

Quando però parte "Through The Monsoon" non ce la faccio e fermo la musica. Adesso metterò un'ultima canzone e proverò a dormire un po'.

Quindi, vai con "City of Angels"!
 

00:59

"City of Angels" non funziona, per qualche oscuro motivo! Quindi rimedierò con la canzone subito dopo in lista: "46".
 

01:08

Finita la canzone mi tolgo gli auricolari dalle orecchie, poi prendo la custodia degli occhiali nella borsa della MotoGP e ripongo anche loro. Mi levo la fascia dai capelli e mi sento nuovamente il sangue affluire al cervello, mentre la mia fronte ricomincia a respirare. Mentre scrivo chino sul foglio, noto come l'ombra dei miei capelli formi una sorta di reticolato sulla carta, molto sfocato e confuso, simile per certi versi a una ragnatela…

Decido di dormire e unirmi a quella massa russante che è diventato l’autobus. Pochi secondi dopo che chiudo gli occhi, al tizio con la barbetta alla mia destra squilla di nuovo il telefono. L’ho detto io che ha una suoneria sempre diversa…
 

01:44

L’autobus si è fermato a una stazione di servizio ed io e Angelo siamo scesi. C’era una marea di gente: gente in fila ai bagni, gente in fila per il cibo, gente che, come me, se ne restava in disparte e guardava gli altri passare… C’è un altro autobus vicino al nostro: è partito da Reggio Calabria e va fino a Perugia. Buon viaggio, amico autobus.

Tornati sull’autobus, Angelo si è seduto con me dicendo che Francesca voleva stendersi, così adesso scrivo mentre lui sgranocchia qualche patatina e beve un po’ di Red Bull. << Tanto ho capito che non dormo. >> Mi dice con un ghigno di complicità e io mi metto a ridere.
 

Alle 01:56 ripartiamo.

Mi soffermo su un pannello luminoso in mezzo alla strada che incita gli automobilisti a concentrarsi sulla guida quando sono in auto. Non riesco a decidermi se lodare la nobiltà del messaggio del pannello, oppure polemizzare su come il pannello stesso distragga chi è alla guida…

Cerco di dormire, ma la musica negli auricolari di Angelo mi raggiunge; è piacevole, in realtà… E il sedile che si inclina e si alza a seconda della pressione mi fa sentire protetto.

   
 
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