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Autore: hazelnocciola    20/07/2018    1 recensioni
[FANFICTION INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE]
Chi ha detto che senza un Signore Oscuro da combattere i giovani maghi e le giovani streghe di Hogwarts possono vivere tranquillamente? Qui, i ragazzi della Scuola di Magia e Stregoneria si trovano ad affrontare un nemico ancora più temibile: l'adolescenza. Fra amori, amicizie, compiti in classe, gite ad Hogsmeade, burrobirre e il decidere che cosa fare del proprio futuro, i ragazzi di Hogwarts dovranno affrontare sfide molto più grandi.
In questa storia i vostri OC non affronteranno cani a tre teste o maghi senza naso, ma qualcosa di più spaventoso: la vita.
Spero di vedervi partecipare in tanti, ogni informazione si trova all'interno del capitolo.
Con questo vi saluto,
HN
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Tredici personaggi in cerca d’autore

Capitolo 5 - In a Heartbeat







 

Whenever I’m sad, 
I stop being sad and be awesome instead. 









7 novembre 2017
 
8:57

Carter non poté evitare di sbagliare, prima di sedersi al banco nell’aula di Storia della Magia.

 «’Giorno.» Carter alzò lo sguardo e vide Elliot in piedi accanto a lui, che si toglieva la borsa a tracolla con dentro i libri.

Il rosso non aveva né la il mantello, né il maglione. La camicia era infilata nei pantaloni e le maniche tirate su fino ai gomiti, lasciando in bella vista le braccia forti. I capelli erano pettinati all’indietro come al solito.

 «Ciao, Waverly» sbadigliò di nuovo il Grifondoro.

Il rosso ridacchiò. «Hai fatto nottata?»

Il moro gli lanciò un’occhiataccia. «Non scherzare. Ho passato tutta la notte a studiare per questo stupidissimo test. Se non lo passo sarò nella merda.» Carter non era mai stato una cima a scuola, se non nelle materie pratiche, ma Storia della Magia non riusciva proprio a sopportarla. E il professor Brubaker non era certo d’aiuto.

 «Dillo a me» sospirò il Serpeverde. «È da quando è iniziato l’anno che il Capitano della squadra continua a pressarmi sul prendere dei voti decenti.»

Carter storse il naso. «Lo so bene, ma con te per qualche ragione finora ha funzionato. Vorrei proprio sapere come hai fatto a iniziare bene con questi prof che ci ritroviamo.»

Elliot non rispose e Carter si pentì subito di quello che aveva detto. Non aveva mai visto il Serpeverde uscire molto, prima che lui e Lìa diventassero suoi amici.

Fece per dire qualcos’altro, pur di evitare quel silenzio diventato improvvisamente imbarazzante, ma Brubaker, strano a dirlo, arrivò in suo soccorso.

Il professore entrò in classe e si diresse verso la scrivania. Con un veloce sventolio di bacchette le pergamene del compito in classe comparvero su ogni banco.

 «Avete cinquantacinque minuti» annunciò il professore guardando il suo orologio da polso. «Cominciate.»

Carter e Elliot si scambiarono un veloce sguardò di solidarietà, prima di iniziare.

Il Grifondoro abbassò lo sguardo, pronto a soffrire per l’ora seguente e ad arrampicarsi sugli specchi nel tentativo di descrivere la Prima guerra mondiale babbana.

 
·•·•·•·
9:32

«E ora… essenza di dittamo.» Effy obbedì all’amico, inserendola nel calderone. Era contentissima che Ormerond li facesse lavorare a coppie, per una volta.

La Pozione Camuffante era una delle più difficili da preparare e Effy non era una grandissima fan delle Pozioni, e nemmeno dell’insegnante. Aveva delle maniere un po’ troppo brusche, secondo la Serpeverde.

 «Vieni alla partita, più tardi?» chiese Effy, mescolando la pozione con cura. Reece sembrò essere preso contropiede. «Reece! Me lo avevi promesso!» borbottò la ragazza.

 «Mi dispiace, Ef. Me ne ero completamente dimenticato e pensavo di portarmi un po’ avanti con Trasfigurazione. Perché non vai con Freyja? Lei sarà lì sicuramente.»

In effetti non era una cattiva idea, ma Effy aveva sperato di far incontrare i due ragazzi alla partita. Si era molto legata alla Corvonero quell’anno e le dispiaceva che Reece non l’avesse ancora davvero conosciuta.

 «Oh, e va bene» si arrese Effy, sorridendo al ragazzo.

 «Grazie, Ef.»

Effy sorrise e i due ragazzi ripresero con la Pozione. Era un peccato. Non capiva perché Reece non volesse mai assistere alla partite. Non che lei fosse una così grande patita di Quidditch, ma alle partite era presente tutta la Scuola e non le sembrava giusto non partecipare.

Una volta finita le lezione, i due ragazzi uscirono dall’aula.

 «Cosa c’è ora?» domandò Effy, ondeggiando per il corridoio.

 «Incantesimi» rispose Reece, con un piccolo sorriso rivolto a Effy. La ragazza aveva sempre avuto una grandissima cotta per il professor Lonely.

 «Oh, non guardarmi così!» ridacchiò lei. «Non capisco come faccia a non piacerti. Sei sicuro di essere davvero gay?»

Reece rise sottovoce. «Piuttosto sicuro, sì.»

Un volto balenò nella mente della bionda. «Magari quel posticino nel tuo cuore è già stato preso…» lo punzecchiò.

 «Che vorresti dire?»

 «Oh, c’è un certo Tassorosso…»

 «Cosa?! Credi che mi piaccia Andy?»

Effy gli sorrise. «Sei l’unico che non lo chiama Grier in tutta la scuola…»

La conversazione andò avanti ancora per un po’, prima che i due entrassero e prendessero posto nell’aula di Incantesimi.

Le venne da pensare durante la lezione, mentre si perdeva ad ammirare il professore. Reece era cotto di Andy Grier, Freyja aveva un fidanzato. Cosa c’era che non andava in lei? Perché non le piaceva nessuno? O meglio, perché era lei a non piacere a nessuno?

Era il suo ultimo anno, in fondo. E lei era… be’, vergine. Non era normale, o forse sì?

Doveva assolutamente fare qualcosa al riguardo.
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11:52

 «Sei contenta, oggi.» Le parole di Josh fecero alzare la testa a Cecilia. La ragazza era effettivamente di buonumore, soprattutto perché era consapevole che il loro primo anniversario si stava avvicinando.

La Grifondoro sorrise, scoprendo i denti bianchissimi dalle labbra tinte di rosa scuro. «Mi sono svegliata allegra, tutto qui» mentì, contenta.

Il Tassorosso fece per rispondere, poi però, probabilmente accortosi dello sguardo leggermente ammonitore della professoressa decise di non parlare.

Cecilia ridacchiò fra sé e sé mentre continuava a prendere appunti. Quel ragazzo rispettava davvero tantissimo l’insegnante e normalmente non si distraeva così tanto a Erbologia, ma anche lui doveva essere emozionato per l’evento che si avvicinava.

La ragazza non poteva fare a meno di pensare a che cosa le avrebbe regalato…

Quando la Trelawney finalmente decise di lasciarli andare, Josh uscì dalla serra mano nella mano con Cecilia.

Fece per parlare, prima che una voce insolita non lo interruppe. «Ehi, Bailey! Aspetta un po’!» Cecilia si girò e vide Laertes che metteva via i libri nella sua borsa a tracolla, prima di avvicinarsi a loro. «Salve, splendore» fece ammiccante, indirizzato a lei e passandosi una mano fra i capelli lunghi, per evitare che gli coprissero il viso.

La ragazza per tutta risposta storse il naso e Josh automaticamente portò un braccio attorno alla vita della Grifondoro. Cecilia si sentì piuttosto soddisfatta dalla protezione del ragazzo. «Aria, Charrington» rispose e Josh sorrise orgoglioso della sua amata.

 «Fortunatamente non sono qui per te.» Laertes spostò l’attenzione su Josh. «Avrei bisogno di qualcuno con cui provare la parte dello spettacolo.»

Josh lo guardò confuso. «Uh…»

Cecilia assottigliò automaticamente lo sguardo

Laertes inarcò le sopracciglia e sorrise stranito, probabilmente del fatto che Josh non aveva capito cosa voleva chiedergli. «Ti va di aiutarmi?»

Il Tassorosso si risvegliò da quell’istante di trance. «Sì, certo.» La Grifondoro fece scattare gli occhi verso il Tassorosso e gli strinse forte la mano, in segno che le dava fastidio la situazione. Josh ricambiò e Cecilia fu costretta ad inspirare profondamente. Amava Josh, ma la maggior parte delle volte aveva la testa fin troppo sopra le nuvole e non riusciva quasi mai a capire i segnali della ragazza.

 «Perfetto. Verso le tre nel teatro? Prima della partita?»

Josh annuì. «Alle tre.»

 «Grande. A dopo, amico.» Laertes diede una pacca sulla spalla a Josh, fece un leggerissimo inchino a Cecilia e si allontanò.

Gli altri due ragazzi si diressero insieme verso la Sala Grande per il pranzo. «Da quando siete amici?» domandò Cecilia, piuttosto scocciata.

 «Da adesso credo» rispose Josh ridacchiando.

Cecilia lo guardò accigliata. «Non mi piace Charrington. Sembra sempre che abbia qualcosa in mente…»

Josh scoppiò a ridere e le mise un braccio attorno alle spalle, proprio mentre entravano nella Sala. «Tranquilla, C. Non credo che ci voglia provare con me.»

 «Anche perché non avrebbe troppe speranze» sorrise la Grifondoro, fermandosi e alzandosi in punta di piedi per dare un leggero bacio al ragazzo.

 
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15:33

I due ragazzi stavano provando da un po’ ormai. Più che altro era Laertes, sul palco al centro che recitava la sua parte con il copione sotto il braccio, mentre Josh, sotto al palco leggeva le parti degli altri attori.

La sua non era una parte molto importante, ma gli piaceva. Impersonava un musicista fallito, amico del protagonista, che cercava di fermarlo dall’idea di buttarsi nella relazione con la donna sposata.

 «Non che non mi piaccia la sceneggiatura, ma in alcuni momenti mi sembra un po’ fiacco il personaggio. Non credi?» domandò Laertes di punto in bianco.

Josh fu preso in contropiede. Già era strano trovarsi da solo con il Grifondoro, dato che non gli sembrava avessero mai parlato e in più continuava a fargli domande e a chiedere la sua opinione.

Non che a Josh dispiacesse, ma il viso del moro continuava a dargli l’idea che ci fosse sotto qualcosa.

 «Forse vuole che tu gli dia un po’ più di carisma. Avrebbe senso che tu sia il protagonista, in quel caso.»

Laertes sembrò rifletterci un po’ su. «Un po’ alla Steve McQueen, dici? Con l’aria da cattivo ragazzo?»

Il viso del Tassorosso si illuminò. «Perché no? Non ci saranno scene di corse in moto, ma il suo charme ce lo vedo bene in Tony,» - il protagonista - «è un po’ un Don Giovanni in fondo.»

Laertes annuì e riprese dall’ultima scena che aveva provato, poco prima che Tony vedesse Vivianne per la prima volta.

Josh stette lì a guardarlo. Capiva ora perché Reece l’avesse scelto. Laertes non solo era in grado di catturare l’attenzione del lettore, ma riusciva a inchiodare gli occhi su di sé: si muoveva con confidenza, senza vergogna, con la voce anche fin troppo alta perché nessuno potesse distrarsi e tutti rimanessero ammaliati.

Continuarono a provare per ancora una mezz’ora, prima che il Grifondoro, stanco, si sedesse sul palco e Josh si unisse a lui.

 «Ti piacciono i classici Hollywoodiani, quindi?» domandò il Tassorosso, sinceramente curioso. Non c’era molta gente a Hogwarts appassionata di cinema e anche Cecilia, nonostante fosse riuscita ad avvicinarsi a quel mondo, continuava a preferire commedie romantiche del tipo “La verità è che non gli piaci abbastanza” o “The Notebook”.

Laertes annuì. «Eccome. Trovo che abbiano un fascino che ormai non si trova più. Un velo di mistero, ecco. Se mi capisci…»

Josh lo capiva, eccome. Improvvisamente Laertes non gli sembrò più quel ragazzo calcolatore che dava l’impressione di essere. Anzi, lo sentì più somigliante a sé che mai prima.  

 
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16:46
 
A Reece non era mai piaciuto il Quidditch, o lo sport in generale. Era piuttosto imbranato anche durante le lezioni di Volo.

Effy aveva insistito perché anche lui andasse a guardare la partita e Reece stava quasi per cedere, ma poi Freyja Wellington aveva chiesto ad Effy se volesse andare con lei e Reece era riuscito a svignarsela.

Pensava di andare a studiare un po’ Trasfigurazione. Le ripetizioni con Andy andavano bene e lo aiutavano moltissimo, ma era ben lungi dall’ottenere il M.A.G.O. 

Si infilò in Biblioteca, contento di vederla deserta perché tutti erano a guardare la partita.

Una volta seduto tirò fuori il libro e iniziò a darsi da fare.

Erano passati una quindicina di minuti, quando dei passi si fecero sentire.

 «Mi dispiace che tu non sia riuscita a giocare, Dodie.» Reece alzò la testa, riconoscendo la voce di Andy. I suoi amici non avrebbero giocato? Perché non era alla partita?

 «Anche a me» gli rispose una voce femminile. «Ma mi rifarò l’anno prossimo! Vedrai, io e Carlos giocheremo e Corvonero non perderà mai una partita!»

 «A me non piace il Quidditch» borbottò una terza voce, questa volta di un ragazzino.

Reece sentì i rumori delle sedie e intuì che i tre si fossero seduti. Sarebbe dovuto andare lì a salutare Andy e presentarsi ai suoi amici? Sarebbe sembrato uno stalker a sbucare così all’improvviso? Voleva salutare Andy, era da quasi tutta la settimana che non si dicevano una parola…

Si alzò silenzioso e si fece avanti.

 «Come sta il tuo ragazzo invece?» 

Reece si bloccò. Ragazzo? Andy aveva un ragazzo?

 «Quale ragazzo?» domandò la voce maschile.

 «Dodie, la devi smettere!» quasi gridò Andy. Si sarebbe di sicuro beccato una bella sgridata dalla bibliotecaria se non fosse stata anche lei alla partita.

Senza volerlo, Reece fece scricchiolare il pavimento in legno. I tre smisero all’istante di parlare e Reece non ebbe scelta se non quella di uscire allo scoperto.

Con sorpresa capì che i suoi “amici” dovevano essere del secondo o terzo anno. Imbarazzato salutò con la mano. «Ehi…»

Erano entrambi dei Corvonero, lei con lunghi capelli scuri legati in una treccia, lui con scompigliati capelli biondicci e un grosso apparecchio.

Vide Andy arrossire fino alla punta delle orecchie e spalancare gli occhi. Il viso della Corvonero, invece, si illuminò. «Tu sei…!»

Prima che lei potesse continuare Andy scattò in piedi e ad una velocità impressionante prese Reece per una mano e lo trascinò fuori dalla biblioteca.

Una volta fuori, il Tassorosso si rese conto di quello che aveva fatto. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, Reece parlò: «Non sapevo che avessi un ragazzo…». Perché gli interessava così tanto? Andy forse gli piaceva?

Non che fosse un brutto ragazzo, anzi. Era alto, abbronzato, aveva un bel sorriso, denti bianchi, quelle fossette… Ed era gentile, altruista. Sarebbe stato strano se non avesse avuto un ragazzo. 

Come se fosse stato possibile, Andy arrossì ancora di più. «No! No, no, no! Non ho un ragazzo! È solo mia sorella che si diverte a prendermi in giro e…»

Reece deglutì. Poi si ritrovò a sorridere. «Sei mai andato sulla Torre di Astronomia al tramonto?»
 
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17:34

La partita era iniziata da una mezz’ora ormai e Corvonero non se la stava cavando affatto bene. Erano 70 per Serpeverde e 20 per Corvonero. Tutta colpa di quel Waverly! Il primo anno che giocava da cacciatore e più di metà dei punti era merito suo.

Holly si stava decisamente stancando di dover comunicare i punti degli avversari.

 «E Waverly segna! Andiamo Carrow impegnati un po’ di più, per la miseria!» fu costretta a gridare un’altra volta, beccandosi l’ennesima occhiataccia da parte della Ogden.

Holly lanciò uno sguardo i Cercatori, ma quelli di entrambe le squadre erano fermi. Di questo passo potevano vincere solamente catturando il Boccino.

 «Carrow rilancia la palla! Howard la intercetta e va alla porta di Serpeverde! Carlson lo blocca, Howard perde la palla e Waverly la afferra!» continuò a dire nel microfono, seguendo velocemente l’andamento della partita.

 «Waverly tira, Carrow si lancia a parare… la manca! Dieci punti a Serpeverde, che non avrebbero ottenuto se non fossero così abituati a barare e…»

La Ogden, mentre la partita continuava, si alzò in piedi. «Basta così, Warren! Dieci punti in meno a Corvonero!»

Holly al guardò sconvolta. «Ma professoressa!»

 «Se continui così sarò costretta a cambiare cronista» la rimproverò.

Holly assottigliò lo sguardo e si girò, per finire di commentare quella partita. Come se non fosse vero che Serpeverde barava sempre durante le partite! Solo perché la Ogden era il capo della Casa! Sapevano tutti a Hogwarts che faceva i favoritismi…

Holly inspirò profondamente, cercando di calmarsi.

Ci volle tutta la forza di volontà d’animo di Holly perché continuasse a fare la cronaca senza commenti. Ma, come al solito, finì per fallire e la Ogden si decise a darle la sua punizione. Non le importava neanche troppo. Almeno le avrebbe tenuto la mente occupata.

Dopo aver dovuto annunciare la vittoria schiacciante di Serpeverde, con 280 punti contro i 60 di Corvonero. Holly riuscì a vedere da lontano Ben stringere i pugni e scendere velocemente verso terra, prima di dirigersi verso gli spogliatoi.

Holly si morse le labbra, indecisa se seguire l’amico e lasciarlo un po’ da solo.

 
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18:21

Parlare con Reece stava diventando sempre più facile, molto più di quello che il Tassorosso si sarebbe mai immaginato.

Una volta saliti sulla torre di Astronomia, ognuno stretto nei propri mantelli a causa del freddo autunnale, si erano messi a parlare della scuola, poi degli amici, poi della famiglia…

Anche se in realtà era più Andy a parlare, tanto era nervoso. Non sembrava che a Reece dispiacesse ascoltarlo.

 «Dopo Hogwarts?» domandò ad un certo punto il bel Serpeverde.

 «Be’, mio padre vorrebbe vedermi nel negozio di famiglia,» disse Andy, «ma non mi ci vedo tanto a vendere antiquariato.»

Reece scoppiò a ridere e Andy si perse a guardarlo. Non che non sorridesse mai, ma quando lo faceva teneva sempre le labbra chiuse e non si vedevano mai i suoi denti. Non che avesse delle brutte labbra! Erano bellissime e rosa e morbide… Andy si accorse di cosa stava pensando e si prese a schiaffi mentalmente. Cazzo, doveva essere più rosso della divisa di Grifondoro.

 «Tu invece?»

Reece si schiarì la voce, una volta smesso di ridere. «Io scrivo. Cazzo non l’avevo mai detto a nessuno tranne che a Effy e a mio nonno.»

 «Sei molto legato a tuo nonno?» domandò Andy. Non lo aveva mai sentito nominare prima d’ora.

Reece annuì e sorrise. «È l’unica persona con con riesco a parlare quando sono a casa.»

 «Uh?» fece Andy, per poi complimentarsi mentalmente per l’intelligente risposta. Poi, tornando in sé decise di aggiungere: «Perché tieni così tanto al M.A.G.O. in Trasfigurazione, allora?».

 «Mio padre lavora nel Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali ed è convinto 
che lo farò anche io. Non ho mai provato a contraddirlo in realtà.» Reece abbassò lo sguardo.

Andy rise: «Sembra davvero una rottura di coglioni. Non ti biasimo, Waldegrave e data la mia bontà d’animo se vorrai potrai venire a trovarmi nel mio negozio di antiquariato.»

Il Serpeverde lo spintonò con la spalla, ma sorrise.

Per un momento si guardarono negli occhi. Caldi occhi castani incontravano freddi occhi azzurri. Era perfetto, pensò Andy. In quel momento tutto era perfetto.

 «Ma io voglio scrivere» disse Reece distogliendo lo sguardo. «Non so cosa, non so se romanzi o poesie o opere teatrali o che cazzo ne so. So che voglio inventare. Voglio comunicare qualcosa con le persone, voglio farle emozionare, voglio—»

Reece fu bloccato dalle labbra di Andy. Erano calde e morbide e sarebbe stato bello baciarle, in questo momento invece erano solo premute contro le sue.

Andy si scostò di scatto, con gli occhi talmente spalancati che sarebbero potuti scivolare via dalle orbite. «I-io non s-so perché ho fatto quello c-che ho fatto non so cazzo cazzo cazzo» mentre diceva queste parole senza nemmeno fare una pausa per respirare, Andy si alzò in piedi, prese il suo mantello e fece per andare via dalla torre di Astronomia quando Reece lo fermò per il braccio.

Andy era troppo sconvolto per fare un qualunque passo e quella fottuta e perfetta faccia che hai non mi sta aiutando Waldegrave!

Reece era immobile, fissava prima gli occhi di Andy e poi le labbra, occhi, labbra, occhi… labbra. Si chinò e in un secondo si stavano baciando. Andy lasciò cadere a terra il mantello e mise le braccia attorno al collo di Reece.

Qualche secondo, o minuto, o anche ora per quello che ne sapevano, Andy si trovava contro il muro, con Reece che gli stava facendo un cazzo di succhiotto! Come erano arrivati a quel punto così in fretta a Andy non importava, le uniche cose che gli interessavano in quel momento erano le mani di Reece sotto la sua camicia.

 
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18:02

Elliot detestava gli spogliatoi da morire. Tutta quella gente sudata nella stessa stanza lo faceva soffocare. Come al solito, si diresse con ancora su la divisa verso il castello. Aveva fatto abbastanza in fretta da evitare l’orda di Serpeverde che sarebbe venuta a congratularsi con lui.

 «Hai giocato bene.»

Elliot si girò sentendo quella voce e scoprì che la sua memoria non l’aveva tradito. Laertes era lì davanti a lui.

 «Non avevo dubbi, del resto.» Elliot assottigliò lo sguardo, aspettando che il Grifondoro arrivasse dove voleva arrivare. Non conosceva affatto Laertes, ma immaginava che fosse il tipo di persona che gira in torno alle cose prima di arrivare al suo vero obbiettivo.

Come un serpente, che gira attorno alla sua preda. Ma in questo caso la preda era proprio la Serpe.

 «Non vedo l’ora di scontrarci» continuò.

 «Non sai neanche se riuscirete a sconfiggere Tassorosso» ribatté Elliot, guardando lontano. Non voleva rischiare di scambiare di nuovo lo sguardo con quel ragazzo. Il ricordo della festa di Halloween era ancora troppo vivido.

  «Oh, non ti preoccupare, piccolo Waverly, saremo di sicuro faccia a faccia sul campo.»

Elliot fece l’errore di guardarlo per un istante. Laertes lo stava guardando in modo diverso dal solito: non aveva quel mezzo sorriso e gli occhi scrutatori, ma li teneva aperti, dritti in quelli verdi di Elliot. «Cos’hai da guardare così?» fece, con tono più aggressivo di quello che avrebbe voluto usare.

«Lo sai bene. Non sei tanto stupido quanto vorresti far credere» spiegò Laertes.

Elliot inghiottì la sua stessa saliva, non capendo cosa intendesse dire il Grifondoro. «Forse lo sono.» La sua voce tremava.

Il volto di Laertes rimase immobile, ma si avvicinò leggermente. Erano decisamente più vicini di quanto fossero stati alla festa dei Serpeverde. «Non lo sei. E non sei neanche etero.»

Il pungo di Elliot arrivò così in fretta che, anche se Laertes se lo fosse aspettato, non sarebbe comunque riuscito a schivare. Il Grifondoro si ritrovò a terra, con le mani sul naso che piano piano si riempivano di sangue.

Laertes strinse i denti per il dolore. Merda… glielo aveva rotto?!

Alzò lo sguardo per incrociare i verdi occhi di Elliot. Il ragazzo lo guardava con gli occhi sgranati, come se fosse lui stesso sconvolto da quello che aveva fatto. Laertes si lasciò cadere a terra, sentendo altri ragazzi che accorrevano verso di lui per soccorrerlo, ma oltre al dolore, l’unica cosa che riusciva a percepire erano i passi di Elliot che si allontanavano.

 
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18:15
 
 «Non ti crucciare, Carrow, ti andrà bene la prossima volta!»

 «’Fanculo Carlson!» gridò Benjamin dietro al Serpeverde. E vaffanculo pure a Elliot Waverly! Non fosse stato per quei suoi lanci, Corvonero avrebbe vinto di sicuro.

Ben sentì la rabbia salirgli su per le braccia e strinse i pugni, mentre si avviava verso la Sala Comune di Corvonero. Non si era neanche cambiato e indossava ancora la divisa da portiere sudata.

Una volta raggiunta la porta per la Sala Comune, non c’era nessuno lì davanti. Quella stupida statua pronunciò l’indovinello.

Ben non ascoltò neanche quello che aveva detto e iniziò a sbattere le mani contro la porta, pretendendo che questa si aprisse comunque. La statua ripeté l’indovinello, con voce decisamente più scocciata.

 «Chiudi quella bocca! Non mi interessa fammi entrare in questa stupida stanza!»

Ovviamente la statua continuò a ripetere l’indovinello, mentre Ben appoggiava la fronte sulla porta e lasciava le braccia cadere a penzoloni. 

Che giornata di merda. Anzi, che anno di merda. Da quando era iniziata la scuola non c’era stata una cosa che fosse andata bene. Si era ritrovato indietro con le lezioni ancora prima di cominciarle, continuava a prendere voti tremendi in Incantesimi e Pozioni, Andy non si vedeva da settembre a causa di tutta quella storia di Waldegrave, non era riuscito a giocare decentemente nemmeno una volta. E poi… c’era Holly.

Dopo la festa di Halloween tutto era diventato strano fra di loro, non che Ben riuscisse a ricordarsi moltissimo di bello che era successo. Non era propriamente sobrio.

Riusciva a ricordarsi solamente i capelli biondi di Holly, stretti fra le sue mani, i baci che le dava sulla testa, per rassicurarla e l’odore del suo shampoo. Cocco, forse.

Ben respirò profondamente, prima di tirare su la testa.

A quel punto sentì qualcuno scaldarsi la gola dietro di lui. No, non qualcuno. L’avrebbe riconosciuta anche solo attraverso un verso del genere.

Holly aveva ancora il volto dipinto dei colori di Corvonero e i capelli tutti scombinati dal vento. «Uno specchio» disse la ragazza.

Ben aggrottò la fronte, confuso, prima di sentire le porte della Sala Comune che si aprivano. I due ragazzi entrarono l’uno accanto all’altra, in silenzio. Un silenzio decisamente troppo teso e imbarazzante per loro.

 «Ti sei beccata qualche punizione dalla Ogden?» domandò Ben, mentre si dirigevano verso le camere da letto.

 «Due settimane a pulire l’aula di Pozioni» rispose assente la bionda.

Ben la guardò confusa. Normalmente non si sarebbe risparmiata frecciatine verso il Capo della Casa Serpeverde. Era dalla festa che Holly sembrava preoccupata. Le profonde occhiaie sotto gli occhi lasciavano facilmente capire che non riusciva a dormire bene.

Ben fece per dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. Disse a Holly che l’avrebbe vista a cena e si rinchiuse nella sua stanza.

 
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18:22

Freyja entrò con passo veloce in infermeria. Non ci andava spesso, solo quando Laertes si cacciava in qualche guaio, come questa volta.

C’erano due lettini occupati, uno da il cercatore di Corvonero, che si era preso una bella botta in testa per cercare di prendere il Boccino d’Oro, e l’altro da Laertes.

Il Grifondoro era seduto con la schiena appoggiata allo schienale del letto. Aveva gli occhi leggermente chiuse, infastiditi dalla luce che entrava dalle grandi finestre.

Non aveva un bell’aspetto. L’infermiera gli aveva dato un panno bagnato da tenere sotto al naso e gli aveva detto di aspettare così. Di sicuro l’avrebbe guarito subito se non ci fosse stato il Cercatore di Corvonero così messo male dopo essere caduto da quattro metri d’altezza

Freyja si avvicinò al lettino e appoggiò le mani ai fianchi.

 «Te la sei cercata» concluse.

Laertes corrugò la fronte. «Non hai ancora sentito la mia parte della storia, come puoi dirlo?» Era abbastanza vero: Freyja sapeva solo che Elliot Waverly gli aveva dato un cazzotto sul naso, ma il Serpeverde non le era mai sembrato un tipo così violento.

 «Cosa è successo allora?»

La Corvonero inarcò un sopracciglio e si sedette ai piedi del lettino dell’amico. Laertes si portò una mano alla testa, probabilmente per una fitta di dolore improvviso. «Niente di che, l’ho messo di fronte alla verità.»

 «Ti dispiacerebbe tradurre?»

 «Sono convalescente, Fry… non puoi pretendere troppo da me.»

Freyja inarcò le sopracciglia.

 «E va bene, va bene» fece il Grifondoro. «Potrei aver fatto un leggero commento sul fatto che sapessi che è gay, non pensavo certo che avrebbe reagito così!»

Freyja spalancò gli occhi e diede uno schiaffo al braccio dell’amico. «Perché lo hai fatto?! Sua sorella ti ucciderà!»

Laertes scosse la testa. «Non ne sa niente lei.»

 «Come fai a saperlo?»

 «Si vede che non l’ha detto a nessuno. È ancora chiuso nel suo armadio» spiegò Laertes, pensando leggermente a quando anche lui non aveva ancora detto a nessuno della sua sessualità.

Freyja rimase in silenzio per qualche istante. «Quindi avevo ragione» concluse.

Laertes alzò lo sguardo e aggrottò la fronte. «Scusa?»

 «Te la sei cercata.»

 
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19:23

 «È stato grandioso, semplicemente grandioso! Ah, non vedo l’ora di scontrarci sul campo, Waverly!»

Ofélia rise tra sé e sé. Elliot e lei camminavano fianco a fianco, mentre Carter camminava all’indietro, pur di essere davanti al Serpeverde. Era ormai da tutto il pomeriggio che il Grifondoro non faceva che complimentarsi con il Cacciatore di Serpeverde per il finale della sua partita, che, a parere suo, era stata vinta solo grazie a lui, altro che Boccino!

 «Se ci arrivi alla semifinale, Dallas» commentò Elliot con un mezzo sorriso.

Carter si fermò e i suoi occhi si accesero di eccitazione all’idea di una sfida. «Vedrai, riuscirò a batterti» disse, serissimo.

Il rosso sorrise malefico. «Non dimenticare che non puoi giocare se hai delle materie insufficienti» gli ricordò il Serpeverde.

Carter rimase lì di stucco, mentre gli altri due ripresero a camminare. In quell’ultimo periodo Ofélia stava imparando a conoscere Elliot sempre di più. Aveva scoperto che era un ragazzo decisamente sarcastico con le persone con cui prendeva confidenza e non si lasciava perdere l’opportunità di punzecchiarle, ma che, nonostante questo, era sempre attento e riusciva a capire quando non era il caso di scherzare.

Pensandoci, quelle volte che l’aveva visto con sua sorella non sembrava per niente il tipo duro e scontroso che voleva far credere. La Tassorosso era convinta che ci fosse un cuore incredibilmente gentile dietro quella barriera.

Ofélia rise dello scherzo di Elliot, si riprese e decise di chiedere preoccupata: «Hai davvero materie insufficienti?».

Carter storse il naso. «Sicuramente Storia della Magia dopo il compito di oggi.»

 «Andiamo, Carter! Ti avevo aiutato a studiarla, cos’è successo?»

 «Non è colpa mia! È Brubaker che è spietato, l’hai visto quel compito, no Elliot? Ti è sembrato normale?!»

Elliot non rispose, preferendo entrare in silenzio nella Sala Grande.

 «Ci sediamo al tavolo di Tassorosso?» propose Ofélia, quando vide Elliot guardare confuso verso il tavolo dei professori. «Oh, non ti preoccupare. Non è niente di ufficiale, ma a Mortemore non piace la divisione fra le Case. Anzi, credo che incoraggi un po’ di eterogeneità in questi casi» lo tranquillizzò la mora sorridendo.

 «Sempre detto che è strano quello» commentò Carter, senza un vero tono critico, mentre i tre ragazzi si andavano a sedere tutti insieme.

 
·•·•·•·
19:45

I capelli rossi di Malorie ondeggiavano dietro di lei, arrivandole quasi fino ai fianchi. Era da un po’ di giorni che la ragazza rifletteva sul tagliarli, ma non era del tutto sicura. Non aveva molte amiche femmine che potessero darle un consiglio e di certo non si sarebbe messa a chiederlo a suo fratello.

Entrando nella Sala Grande per la cena, pensò che non era ancora riuscita a complimentarsi con lui per la partita. Con tutta quella storia del Caposcuola aveva pochissimo tempo libero, soprattutto perché il suo corrispondente maschile, Andy Grier, spariva di tanto in tanto, senza lasciare traccia, come quel pomeriggio.

Si guardò intorno, alla ricerca di una testa rossa a lei molto famigliare. Quando riuscì a scovare Elliot, però, notò che non era solo come al solito. Due ragazzi, un Grifondoro, il fratellastro della Nott e una Tassorosso stavano scherzando con lui.

Fu quando vide Elliot scoppiare a ridere che, per un attimo, sentì la Terra mancarle da sotto i piedi.

Corrugò la fronte, confusa. Sapeva che suo fratello stava finalmente facendo amicizia con dei suoi coetanei che non fossero spocchiosi compagni di squadra, ma… le dava fastidio, in un certo senso.

Senza staccare gli occhi di dosso da quel gruppo, andò a sedersi al tavolo di Serpeverde. Era contenta che stesse finalmente uscendo dal muro che si era costruito intorno, ma non si fidava di quei ragazzi, soprattutto di Dallas.

Degli altri Serpeverde andarono a sedersi accanto a lei, esaltando le qualità di Elliot, scommettendo che anche lei avrebbe potuto giocare così bene a Quidditch, se solamente avesse voluto. Malorie non li ascoltava.

Continuava a guardare al tavolo dei Tassorosso. Era come se le avessero rubato tutto quello che aveva, come se una parte di sé le fosse stata strappata.

Automaticamente la sua mente tornò a casa, a Bradfort, in quella piccola casa e alla stanza che divideva con il fratello. Si vide come dall’esterno, quando non poteva avere più di sette anni, che teneva il volto di Elliot stretto sul suo petto, nel tentativo di tappargli le orecchie così che non dovesse sentire le urla che provenivano dalla cucina.

La rabbia che aveva provato in tutti quegli anni a casa nei confronti dei suoi genitori di solito taceva, quando era a Hogwarts e non era costretta a rivedere quel luogo così pieno di brutti ricordi.

Pensò a sua madre, che stava sveglia tutta la notte, aspettando che il marito tornasse dal “lavoro”. Ricordò le urla, i pianti, i piatti che venivano lanciati contro il muro. Ma soprattutto pensò a Elliot, così grosso e forte, che si faceva piccolo piccolo infilandosi nel letto di Malorie, cercando conforto.

Elliot era la sua famiglia, tutto quello che lui aveva sempre avuto era lei e viceversa. Ma adesso? Dopo i genitori doveva essere abbandonata anche da suo fratello?

 «Ti senti bene, Malorie?» domandò Stephanie Jones, una del suo gruppo di amici.

La rossa le sorrise, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più convincenti. «Sto bene, Steph, grazie. Ho solo un po’ di mal di testa, sarà stato il rumore alla partita. Pensò che andrò a dormire presto.»

Con questo si congedò, pronta a dirigersi verso la Sala Comune dei Serpeverde. Prima di andare osò girarsi ancora verso Elliot, sperando che questo la salutasse, ma il ragazzo sembrava troppo perso nell’ascoltare il discorso di Carter Dallas.















Spazio autrice:

Alla fine ce l’ho fatta! Il ritardo è imbarazzante (come al solito) e io (come al solito) mi scuso moltissimo.

In questo capitolo abbiamo fatto un bel passo avanti: finalmente Andy e Reece si sono baciati, ora resta da vedere quale sarà la prossima coppia a confessarsi. Voi che dite?

Questo capitolo è decisamente più corto del solito, ma ho preferito evitare di aggiungere parti tanto per allungare il brodo. Prometto che il prossimo sarà più lungo.

Per coloro che seguissero anche l’altra storia, vorrei tranquillizzarvi: non l’ho abbandonata e non ho intenzione di farlo. Sono consapevole del fatto che molte Interattive, in seguito alla Scelta OC (ma anche prima), si interrompono, ma non è questo il caso. Chi segue anche la serie PICA sa che ho dei tempi, ahimè, decisamente imbarazzanti, ma non abbandono le storie, soprattutto perché ci tengo moltissimo.

Richieste: 

1. Che cosa ha intenzione di fare a Hogsmeade? È contento di poter un po’ staccare dall’ambiente scolastico?
2. Volete che gli succeda qualcosa di particolare nel prossimo capitolo?*

*domanda facoltativa

(Come sempre vi chiedo di inviarmi le risposte via MP, con come oggetto NOME OC - RISPOSTE CAPITOLO 5)


Riferimenti:

Il titolo è preso da un cortometraggio animato prodotto dal Ringling College of Art and Design, uscito circa un anno fa. Il motivo per cui l’ho inserito è che i personaggi mi ricordano moltissimo Reece e Andy, nel caso non l’aveste visto, indovinate un po’ chi sarebbe chi!

La citazione è presa da How I Met Your Mother, sitcom romantica che mi ha affascinata dall’inizio alla fine.


Nuovi personaggi:

 
Stephanie Jones, Serpeverde, VII anno.

 


Questo è tutto, ci si vede al numero 6!

HN
  
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