The Guardians
Se loro sono gli eroi,
noi
siamo spacciati
Capitolo
16
Go Romano,
che il rock sia con te!
Heatherfield
Cortile dello Sheffield Institute
Matt si asciugò il sudore con una manica. Aveva dovuto
cambiare forma più
volte, da umanoide a rettile, da rettile a uccello, da uccello ad
umanoide, per
arrivare allo Sheffield e trovare il ragazzino ruba borse prima che si
accorgesse di cosa avesse preso e del suo potere.
Purtroppo, nonostante le migliori intenzioni, era arrivato tardi:
qualcuno
aveva già suonato il corno.
Aveva utilizzato il più potente strumento magico di
Meridian, arma che anche
Kandrakar temeva…per far ballare Alejandro
di Lady Gaga.
Strabuzzò gli occhi. Il biondino (come si chiamava? Benicio? Ponzio? No, Feliks!)
sembrava a suo agio nel dare ordini. Probabilmente, non si
era accorto che
lo stavano obbedendo per via del corno.
“Ehi tu! – lo richiamò, salendo sul
palco - Dove lo hai preso quello?”
“Questo? Scambio di borse.”
“Scambio di borse? Allora deve essere mio! Stamattina ho
avuto un incidente. Potresti…”
“No.”
“No?”
“Col cavolo che te lo rido – continuò
Feliks – Insomma, è una cosa grandiosa.
Ha ritmo, ha…”
“Non sai neppure che suono fa!”
“Certo che lo so! E c’è chi apprezza!
Tipo, tutti sono qui a fare le coreografie
che voglio!”
“Se non me lo ridai, passerai un brutto quarto
d’ora.”
“Davvero? Tipo, parlare con te non è abbastanza
brutto? E cosa vorresti farmi?
Picchiarmi? Con quelle braccine?”
Matt si dovette trattenere per non saltare alla gola al biondo.
“Inoltre, non sei leggermente ooc per fare queste uscite?
Tipo, non è così che
dovrebbe essere il tuo personaggio sai?”
“Che? Ma di cosa stai parlando?”
“Lascia stare” e detto questo ricominciò
a suonare, non si sa bene come, Tik Tok
usando il corno.
Matt sbatté le palpebre confuso: non sapeva neanche che il
corno fosse in grado
di emettere suoni del genere! Ma soprattutto si chiedeva come fosse
possibile
che non fosse ancora andato in frantumi dopo le scelte musicali di quel
ragazzo...
Per fortuna, essendo lui originario di Meridian, il suono del corno non
aveva
effetto su di lui.
Altrimenti, che incubo dover eseguire tutti gli ordini di
quell’esaltato!
“Fantastico! – esclamò poi il polacco
– Non so come, ma penso ad una melodia e
tipo la ripete alla perfezione. Prima non capivo come suonarlo, poi ho
pensato
alla mia canzone preferita…poi alla seconda canzone
preferita…e così via…e
guarda che risultati! Hanno iniziato tutti a ballare, il ritmo gli
è entrato
nel sangue!”
Matt lo fissò con lo stesso sguardo che di
solito usava col principe:no,
non poteva essere così stupido...
“Ma che dico! Sicuramente si tratta totalmente delle mie doti
di musicista!
Sono tipo perfetto!" e prese a ridere come un cattivo di un cartone
degli
anni '90.
No, quel tipo era davvero così stupido da non capire che
quella situazione non
era normale.
Era stato fortunato, il corno era capitato nelle mani di qualcuno che
non ne
comprendeva il valore.
Peccato che suddetto qualcuno fosse anche un idiota narcisista.
Sospirò.
Doveva passare alle maniere forti.
“Peccato, devo usare la mia vera forma. Farà un
male cane.”
"Mhm, come dici caro?" chiese solo Feliks, prima di voltarsi verso di
lui ed impallidire di botto.
Non c'era più il timido e magrolino bibliotecario biondo con
gli occhiali, ma
un gigantesco essere alto almeno una decina di metri con il corpo a
forma di
serpente verde e giallo. Una cresta rossa gli correva lungo tutta la
lunghezza
della spina dorsale per poi formare una sorta di corazza protettiva
sulle
spalle.
Il volto ricordava ancora quello umano e i corti capelli biondi erano
sempre
gli stessi, ma al posto degli occhiali indossava una sorta di maschera
rossa.
"Tipo... tipo..." iniziò a balbettare.
Matt sorrise: tornare nella sua vera forma era una scocciatura, ma
almeno ne
era valsa la pena. Il ragazzino presto sarebbe scappato via urlando
lasciandogli il corno e...
“Tipo... ma come ti vesti?! Cosa ti sei fatto alla pelle? Hai
mai sentito
parlare, tipo, delle creme di bellezza? E poi il taglio da rude
falegname è
così out! Per non parlare poi dell'accostamento di colori.
Giallo verde e rosso?
Ma sei daltonico per caso?”
“Ok ho capito…sei un osso duro.”
Con la coda, prese Feliks per i piedi e lo alzò a testa in
giù.
“Ehi! Non si reagisce così ad una
critica.”
“Non mi hai lasciato altra scelta, biondino.”
“Sì che l’avevi! Andare a
cambiarti!”
“Ma è proprio un pensiero fisso…senti,
sono qui per il corno. Tu puoi anche
andare a giocare a Giulia Passione: Stilista.”
“È un gioco vecchio!”
“Meglio, saprai già giocarci.”
Matt strisciò verso il corno e lo prese. Lo portò
davanti a Feliks e
disse:”Vedi questo? Si chiama Corno di Hypnos. Non
è una cosa con cui un
bambino dovrebbe avere a che fare.”
“Corno di
Hypnos??? Che nome demodè!
Non potevano
dargli un nome più fashion tipo, non so, strumento
meraviglioso di Feliks?”
“Ma tu pensi mai a qualcosa che non sia te stesso?”
“Sì, proprio in questo momento: hai l'alito che
puzza di topo morto, va a
prenderti una mentina.”
“Le cose sono due: o sei incredibilmente coraggioso oppure
terribilmente
stupido.”
“Chiedilo a Toris. Lui mi conosce bene.”
“È il tuo fidanzato?”
“Diciamo che al momento la definizione è
complicata. Siamo un po’ più di amici
ma…”
“Ho capito: ti ha friedzonato.”
“Ehi! I bibliotecari non dovrebbero conoscere certe
parole!”
“Sul
serio? Sono appena diventato un serpente umanoide di dieci metri e tu
continui
a pensare che sia un semplice bibliotecario?”
“Fintanto che lavori qui sei un bibliotecario, tipo non mi
interessa quali
siano i tuoi altri lavori o interessi al di fuori del campus.”
Matt gli umani non li capirà mai.
“Certo che sei strano…comunque, ora non ho tempo
per te. Devo distruggere
cinque ragazzini, tornare a casa e programmare l’invasione di
qualche pianeta.”
“Ed io vorrei vincere il talent show. Ognuno ha i suoi
progetti, amico.”
“Ti ucciderei, ma non mi sporco le mani…”
“E la coda.”
“…per un essere insignificante come te.”
“Tipo, hai idea di chi sono?”
“La mosca più fastidiosa di sempre?”
“No, il più giovane talento giornalistico dello Sheffield
Institute,
biondo
più biondo sull’annuario, maestro di
D&D, primo…”
Mentre Feliks continuava ad enumerare i suoi titoli che Daenerys
levate, l’alieno
si portò il corno alle labbra. Ora
o mai
più.
Suonò.
Feliks si interruppe, lo sguardo perso nel vuoto. I ballerini smisero
di
ballare e si misero sull’attenti, in attesa di un suo ordine.
Avevano un nuovo
padrone.
“Finalmente un po’ di silenzio –
sbuffò Matt – Vediamo…non siete molti e
non
sembrate neppure forti.
Tu gracilino…te sembri
che stai morendo…nessuno ha chiamato un esorcista per
te?...fammi indovinare,
tu sei bella dentro…ma guarda un
po’…”
Avvicinò il viso ad Antonio e
ghignò:”Finalmente un po’ di fortuna. Ho
il
guardiano della terra alla mia totale mercè. Avrei preferito
il guardiano del
Cuore di Kanrakar ma…”
“Porca puttana!”
Matt alzò lo sguardo: da dietro le quinte, con una chitarra
in mano, era uscito
Gilbert.
“Lupus in fabula…”
Posò Feliks a terra, vicino a Toris, e strisciò
vicino al guardiano.
“Povera, sfortunata anima…dì addio alla
tua…”
SBAAM
Gilbert aveva fantastici poteri. Li sapeva anche usare
discretamente bene.
Ma non li usò: invece, utilizzò la chitarra come
arma impropria e la sbatté in
testa a Matt.
Poi corse via, prendendo Antonio per il colletto e saltando
giù dal palco.
“Dannato…credi di potermi sfuggire? –
sbottò irato il mutaforma – Guardiano
della Terra, fermalo!”
Antonio obbedì: qualcuno si sarebbe potuto immaginare cose
incredibili, come un
terremoto o un muro di roccia che si frapponeva tra l'albino e la sua
fuga, ma
ciò che lo spagnolo fece fu semplicemente evocare una pietra
sul percorso
dell'altro e farlo inciampare, facendolo finire con la faccia per terra.
“Traditore…”
Provò a rialzarsi, ma aveva il piede bloccato da una radice.
Tentò di
liberarsi, mentre il serpentone gigante blaterava Dio solo sa cosa. Non
riusciva a sentirlo, aveva ancora le cuffie.
Meglio per lui, visto che così evitava il monologo del
cattivo. Se solo
riuscisse a liberarsi…
L’alieno si stava portando uno strano oggetto alla bocca e lo
stava per
suonare, ma delle stelle ninja lo colpirono, facendogli cadere lo
strumento e
facendolo sanguinare.
Gilbert si sentì sollevare per le braccia.
“Kiku! È così
bello vederti! Che stai
dicendo? Sì lo so c’è un serpentone
gigante in cortile ed Antonio è un…eh? Che
c’è?”
Kiku gli tolse le cuffie e ripetè:”Quello
è il braccio destro del principe
Oliver! E stava per suonare il Corno di Hypnos.”
“Il corno di ché?”
“Uno strumento leggendario che piega la volontà di
chi lo sente e lo rende suo
schiavo.”
“Carino…”
“Ti sei salvato dal soggiogamento grazie
alle cuffie.”
“E me le dovevi togliere?!”
“Non mi sentivi!”
“Ridammele!”
“Prima…”
“Argh…piccolo insulto basiliadiano…tu e
il guardiano del Cuore diventerete
degli zombie asserviti al mio totale controllo –
ringhiò Matt – Guardiano della
Terra, prendili. Voi altri, bloccateli. Io riprendo il corno.”
Antonio stava per attaccare, ma un muro di fuoco si frappose tra lui,
Kiku e
Gilbert.
Il tedesco si voltò e all’ingresso
dell’istituto vide Romano, la mano ancora tesa
e l’espressione più incazzosa del solito.
“Cazzo sta succedendo?”
“Te lo spieghiamo dopo!” replicò Gilbert.
“Intanto entra! – esclamò Kiku - Ti
seguiamo!”
“Non li attacchiamo o…”
“Sono esseri umani innocenti. Non potete usare i vostri
poteri contro di loro.”
“Però gli zombie possono inseguirci e consegnarci
al serpentone.”
“Sì.”
“Che schifo essere i buoni – sbuffò
l’albino e correndo aggiunse - A
proposito…perché sei qui allo Sheffield?”
“Sono venuto a parlare con una persona.”
“Chi?”
“Il vostro rettore.”
“Eh? – Gilbert pensò di aver sentito
male - Perché?”
“Ordine dell’Oracolo. Voleva delle
informazioni…”
“Da un pazzo psicopatico?”
“Non è pazzo…non più del
principe Oliver, in realtà. È una persona
complicata.”
“Non vorrei interrompere voi signorine dai vostri
pettegolezzi – commentò
sarcastico Romano quando lo raggiunsero -
Ma abbiamo Antonio e metà
campus contro.
Che cazzo dobbiamo fare?”
“Conosco un posto dove possiamo nasconderci”
rivelò Kiku.
“Ah sì? Dove?”
“Nell’ufficio del rettore!”
Dopo quella risposta…beh…improvvisamente, venir
linciati non sembrò poi tanto
brutto come destino.
Poco
dopo…
Ufficio del rettore
Tra tutti
i luoghi dell Sheffield Institute, c'era una stanza che gli studenti, e
anche
gli insegnanti, evitavano come la peste: l'ufficio del rettore
Braginski.
La stanza, arredata con uno stile ottocentesco, presentava una larga
scrivania
sempre meticolosamente pulita, al punto da sembrare innaturale, dietro
alla
quale se ne stava la sedia barra poltrona del rettore.
Di fronte alla scrivania erano piazzate due sedie, appositamente
piccole per far
sentire ancora più in soggezione chi vi entrava.
Su di un lato della stanza era presente un piccolo mobiletto nel quale
erano
presenti varie bottiglie di vodka di varie annate, bottiglie che
appartenevano
esclusivamente al rettore e che nessuno aveva mai provato a rubare
(temendo che
contenessero più che altro acido o le lacrime dei dannati
invece che vodka vera
e propria, visto che il russo non era certo una creatura terrena ma
proveniente
dagli inferi).
Vi erano poi lo schedario personale di Ivan con le varie note sui suoi
studenti
e la libreria, che a prima vista sembrava normale. Peccato che una
volta letti
i libri ti trovavi davanti titoli come La
tortura ieri e oggi, Strumenti di
sofferenza del medioevo, Come traumatizzare i giovani adulti,
Vivisezione per
tutti i gusti e
altre letture
altrettanto amene.
Il rettore era seduto dietro la scrivania e stava riempiendo un
bicchiere di
vodka. C’erano tante domande che affollavano la mente dei
ragazzi: tipo Kiku, perché diavolo
dovevi parlare con sto
tizio? oppure Perché
qui dovremmo
essere al sicuro?
Non osarono aprire bocca, ancora scossi dal tentativo di
linciaggio della
folla inferocita.
“Perché ci stanno inseguendo
tutti?” sbottò infine Romano, rompendo il
silenzio.
“Colpa del braccio destro del principe di Meridian: sta
usando uno dei più
potenti strumenti magici del suo mondo per cercare di distruggere voi
Guardiani” rispose tranquillamente Ivan, bevendo un bicchiere
di vodka.
“COSA?!”
esclamarono all’unisono Gilbert e Romano.
“Ho detto…”
“Abbiamo sentito – l’interruppe
l’italiano – Ma
tu…insomma…come sai…”
“Era la
balia della Luce di Meridian – spiegò Kiku
– Aiutò la regina a scappare col
figlio sulla Terra. Da allora, si nasconde qui.”
“Eri una balia? Tu?” domandò scettico
Gilbert.
“Ero molto bravo nel mio lavoro.”
“Ora si spiega perché ‘sto cazzo di
principe Oliver è un pazzo psicopatico”
commentò Romano.
“Purtroppo non è merito mio – fece
rammaricato Ivan – Prima di me, il principe
aveva eliminato già quattro balie e una quinta era scappata
prima che fosse
troppo tardi.”
“Purtroppo?!”
“Eliminato quattro balie?!”
“Brutta storia – continuò il rettore
– Le poverette avevano avuto l’ordine di
assecondare ogni capriccio di Oliver, compreso mangiare il cibo che
preparava.
Purtroppo, il veleno…”
“Veleno?!”
“Non era sempre veleno, a volte erano anche mini bombe che,
una volta a
contatto coi succhi gastrici…”
“Mi sto per sentire male…”fece Romano,
disgustato.
“Quanti anni aveva questo Norman Bates alieno?”
“Dodici.”
“E aveva ancora bisogno di una balia?”
“Tecnicamente no. Praticamente? Se fosse rimasto da solo
cinque minuti, avrebbe
distrutto il castello.”
“Non vi passò mai per la mente, che so, di
gettarlo nelle segrete e di buttare
via la chiave?”
“Due o tre volte, specie quando la regina rimase incinta
– ammise Ivan – Iniziò
a perdere il controllo, le cose esplodevano, i capelli delle serve
diventavano
viola, grigi, verdi, a seconda del suo umore. Ma il peggio doveva
ancora
venire: un giorno, per il castello risuonò una musica
atroce, da far venire i
brividi. Molti scapparono, altri si chiusero spontaneamente nei
sotterranei o
si persero nella Città Infinita. La regina per fortuna non
la sentì, era in
visita a Kandrakar per una missione diplomatica. Altrimenti, sono
sicuro,
avrebbe abortito.”
“Per un po’ di musica? Esagerato!”
esclamò Gilbert.
“Non sottovalutare il potere delle maledizioni del mio popolo
– lo ammonì Ivan
– Il Pulcino Pio è
un’arma dei tempi antichi, usata contro i nemici per
costringerli alla resa. Molti impazzivano prima, altri supplicavano prendete
un dannato trattore e investite quel cazzo di uccello. Non so
dove Oliver
l’abbia imparata.”
“Il Pulcino Pio? Sei serio? Quella cazzata
avrebbe fatto tutti quei
danni?”
“Non sottovalutarlo – fece tetro Gilbert
– Quel pulcino è una bestia di Satana,
neppure il trattore riesce a farlo fuori.”
“Andiamo, è una canzone per bambini!”
“Deve sembrare innocua – commentò Ivan
– Così si diffonde la magia oscura.”
“Esagerati.”
“Come giustifichi l’evidente mancanza di
sanità mentale del principe?”
“Cattiva educazione? Troppo tempo coi videogiochi? Troppa tv?
Merend…”
Una scossa di terremoto l’interruppe, costringendo i presenti
ad appoggiarsi
alla scrivania dell’ufficio per non cadere a terra.
“Cazzo – esclamò Gilbert –
Tonio è forte.”
“Almeno solo un Guardiano è sotto
ipnosi.”
“Non sappiamo che fine hanno fatto mio fratello e il
pervertito francese!”
“I Guardiani dell’aria e dell’acqua? Sono
al sicuro.”
“E tu che ne sai?” domandò scontroso
Romano.
“Se fossero ipnotizzati, sicuramente ci sarebbero trombe
d’aria, uragani e
temporali. Ma dato che non ce ne sono…”
“Ottima osservazione -
concordò Kiku –
Però, non mi rende più tranquillo. Non possiamo
rintracciare Feliciano e
Francis per avvertirli di quanto sta succedendo.”
“In realtà sì, potete. Ludmoore…”
“…della cui esistenza in questa storia ci stavamo
dimenticando.”
“…vi ha insegnato ad usare certi poteri, dico
bene?”
“Ci insegna qualcosa quando non perde tempo a ridipingere i
quadri che abbiamo
accidentalmente distrutto al museo – spiegò Romano
– Doveva aiutarmi con la
telepatia, ma non ha mai tempo. L’unica cosa che
effettivamente ho imparato da
lui è isola la tua mente dal resto
del
mondo.”
“È il tuo giorno fortunato: ti
insegnerò io a contattare telepaticamente altri
Guardiani.”
“Tu?”
“Ho dei discreti poteri telepatici e molta
pazienza.”
“Potrebbe volerci del tempo…”
“…che non abbiamo – convenne Ivan
– Però questo lo considero un incentivo.
Sarai più motivato. Non fallirai.”
“Se però fallisce…ehi non guardarmi
così, Romano…è meglio essere preparati
per
ogni evenienza… dicevo, se fallisce…un piano B lo
abbiamo?”
“Ovviamente.”
“Ok, adesso sono più tranquillo.”
“Vaffanculo, mangiacrauti.”
“Non farti sopraffare dalle emozioni – gli
ricordò Ivan – La tua mente deve
essere libera da distrazioni.”
“La fai facile…”
“Non agitarti. Vuoi da bere?”
“No, grazie. La vodka non la reggo.”
“Peccato: ti saresti rilassato. Comunque, tornando a
noi…chiudi gli occhi, fa
un bel respiro profondo e visualizza nella tua mente
l’immagine della persona
che vuoi contattare.”
“E?”
“E poi aspetta che l’altra persona ti risponda.
Solo così saprai se hai fallito
o meno.”
“Noi invece?” chiese Gilbert.
“State zitti, non abbiamo bisogno di presenze
moleste.”
“Tsk…che simpatico…ehi Kiku –
sussurrò rivolto all’asiatico – Ma
perché
l’Oracolo voleva che tu parlassi con lui?”
“Perché potrebbe sapere dove si trova
“State zitti! Deve concentrarsi!”
“Ok! Non scaldart…”
“Zitto!”
L’albino alzò le mani in segno di resa. Non disse
più una parola, consentendo
finalmente a Romano di concentrarsi.
“Fratellino…dovunque tu
sia…NON TI
MUOVERE DA LI’ E COPRITI LE CAZZO DI ORECCHIE CHE
C’E UN TIZIO CON UN CORNO
IPNOTICO CHE GIRA PER IL CAMPUS!”
All'istante Gilbert urlò e si coprì
le orecchie. Vicino a lui Kiku fece
lo stesso mentre assumeva un'espressione infastidita. Ivan si
limitò ad alzare
un sopracciglio.
“Merda, e per fortuna che glielo dovevi insegnare ad usare!
Questo qui mi sta
fondendo il cervello con i suoi messaggi. Ho già la vocina
di West in testa che
mi dice cosa fare, non mi serve anche quella di questo passivo
represso”
ringhiò l'albino.
“Sono un ottimo insegnante – si difese Ivan
– Ho insegnato anche alla regina e
a suo figlio ad usare i loro poteri.”
“Tanto bene che lei è scappata e suo figlio
è impazzito.”
“Se non fossi un guardiano di Kandrakar…”
“Scusate! – intervenne prontamente Kiku
- Non credo che sia il momento di litigare. Non ne abbiamo
il tempo.”
“Potete chiudere le vostre stramaledette bocche? –
urlò l’italiano – Non riesco
a concentrarmi!”
“Hai problemi con la lunga gittata”
commentò il rettore.
“Che sorpresa! Il potere difettoso doveva capitare a
me!”
“Non è difettoso, semplicemente hai problemi ad
usarlo perché sei inesperto. Oppure
ci sono problemi di campo.”
“Problemi... di campo?" ripeté confuso Gilbert me
l’altro continuò con:”Lo
sapevo io che i tecnici del wi-fi non avevano fatto un buon lavoro con
la
ricezione, ho sempre problemi a prendere la rete. Ma mi sentiranno,
eccome se
mi sentiranno...”
“Wo-wo-wo-wo, frena un attimo, alieno sociopatico, mi stai
dicendo che la
telepatia funziona come un cellulare o internet?”
“Certo! cosa ti aspettavi? Che qualunque posto andasse
bene?”
“Come cazzo faccio? – sbottò Romano
– Se ho problemi di campo che dovrei fare?
Andare sul tetto e…ditemi che non devo andare sul
tetto.”
“No, sarebbe troppo pericoloso. Verreste catturati
subito.”
“Grazie per la fiducia.”
“Guardiano del Cuore, non ho mai visto nessuno avere un
rapporto così maldestro
e caotico con la magia: siete un
disastro.”
“Quanti complimenti…”
“Vogliamo tornare alla questione principale? – li
richiamò Romano – Come cazzo
faccio a mandare il messaggio a mio fratello…”
“E a Francis!”
“…sì, e al maniaco?”
“Mhm…forse una piccola scarica
elettrica…”
“COSA?!”
Ivan rimase impassibile e continuò:”Non
sarà pericoloso, basterà per caricare
il sistema nervoso centrale e potenziarti senza il bisogno del
wi-fi.”
“E secondo te una cosa del genere funzionerebbe? Almeno è testata
prima?”
“Certo che sì, per chi mi prendi? Ai vecchi tempi
questo era il metodo che si
aveva per contattare gli altri guardiani usando la telepatia, altro che
cose
come wi-fi o altre diavolerie moderne. Tuttavia la scarica deve essere
di
potenza controllata, senza però essere eccessivamente
debole.”
“Pertanto chi la deve usare deve essere capace di controllare
i suoi poteri”
intervenne Kiku.
“Altrimenti?”
“La cosa risulta inefficace oppure ti frigge il sistema
nervoso.”
“Non è che tu…”
Ivan scosse la testa.
“Non dispongo di quel genere di potere. L’unico che
può farlo è il guardiano
del Cuore.”
“Col cazzo che permetto a questo mangiacrauti di
arrostirmi!”
“Ehi!”
“Hai causato un black out in tutto il tuo quartiere
perché volevi provare a
ricaricare il tuo cellulare senza inserire la presa!”
“Questo come lo sai?”
“Me lo ha detto Antonio!”
“Che domande…ovvio che doveva essere
lui…”
“Il punto è: tu non sai controllarti! O usi troppo
potere o non ne usi affatto!
Se non fosse stato per Kiku quel serpentone ti avrebbe
mangiato!”
“Non credo, di solito i mutaforma sono vegetariani”
si intromise il
rettore.
“Gli avrebbe solo tolto le cuffie e costretto ad ascoltare il
suono del Corno
di Hypnos.”
“Se però riuscisse a controllare meglio i suoi
poteri…”
“Cosa che già di per sé suona ancora
meno credibile di tutta questa cosa che
stiamo vivendo”
“…potrebbe darti la possibilità di
comunicare con gli altri due guardiani
rimanenti senza causa danni collaterali.”
“Io continuo a trovarla una cosa impossibile.”
“Ehi, grazie mille, aiuti davvero molto la mia
autostima” sbuffò indispettito
il tedesco.
“Non che tu ne abbia davvero bisogno, visto che ce l'hai
già a mille"
rispose ringhiando Romano.
“Non litigate. Dovete imparare a collaborare, e questo
è il modo perfetto – intervenne
Kiku - Sono sicuro
che il guardiano del
Cuore riuscirà a controllare i suoi poteri senza causare
danni collaterali.”
“Ne sei sicuro o lo stai sperando?”
“Sì.”
“Quale delle due?”
“Entrambe.”
“Cazzo…”
“Andiamo, non friggerei mai il cervello del fidanzato di uno
dei miei migliori
amici!”
Romano arrossì e farfugliò un io
e
quell’idiota spagnolo non stiamo insieme.
“A questo punto, mi pare la cosa migliore da fare –
convenne Ivan – Guardiano
del Cuore, procedi.”
Romano si fece prima il segno della croce e recitò un veloce
Ave Maria.
“Okay, ora sentirai un leggero pizzicore al
cervello...”
“Non scherzare, cretino” bofonchiò il
castano, mentre Gilbert si asciugò le
mani sudate sui pantaloni e le mise sulle tempie dell’altro.
La verità era che se Romano era terrorizzato, Gilbert lo era
dieci volte di
più. Controllare i suoi poteri? Facile a dirsi! Non aveva
idea di cosa
significava dosarsi o andarci piano, per lui o era lento o era veloce,
o era
luce o era buio.
Le cose a metà gli erano sempre risultate difficili.
Non aveva intenzione di friggergli il cervello: poi chi lo sentiva
Antonio?
Chiuse gli occhi. Ispirò. Rilasciò
l’energia.
Gli occhi di Romano si illuminarono d’argento ed Ivan
disse:”Guardiano, sei
ancora con noi?”
“Cazzo, non urlare!”
“È ancora lui.”
“Per ora…ma se Gilbert si
distrae…”
“Ma sei proprio stronzo tu!”
“Sono realista.”
“Non aiuti.”
“Ci conviene sbrigarci. Il signor Beilschmidt non
è certo noto per essere il campione
della concentrazione, e inoltre abbiamo una torma di zombie che
vogliono catturarvi
e portarvi da Lord Matt da almeno dieci minuti ma di cui sembriamo
essercene
tutti dimenticati. Dobbiamo fare in fretta. Guardiano, contatta tuo
fratello.”
Il ragazzo annuì. Chiuse gli occhi e…
Il cliente da lei selezionato è al
momento non raggiungibile. La preghiamo di riprovare più
tardi.
“E che cazzo! Anche qua il servizio
clienti?”
“Riprova finchè non ti risponde.”
“Mi sento un fottuto telefono…”
Intanto…
Appartamento
Francis e Arthur
Francis aveva bisogno di riposare. Dare lezioni a Romano
Vargas si era
rivelato più difficile del previsto e alla fine entrambi si
erano arresi.
Pazienza per il talent: non parteciperà.
Gli dispiaceva per Antonio, lui ci teneva a duettare con
l’altro. Sarà per
un’altra occasione.
Una in cui non rischia di finire arso vivo per essersi avvicinato
troppo o per
un flirt accennato o…
“Pervertito…”
Si girò. Non c’era nessuno.
L’appartamento era vuoto. Eppure, gli era
sembrato di sentire la voce di…
“Dannato vuoi rispondere? Sei uno
zombie
o cosa?”
“Romano?”
“Sì sono io e no, non
sono invisibile o
altro. È un messaggio telepatico potenziato.”
“Un messaggio telepatico
potenziato…certo… - ormai non si stupiva
più di
tutte le robe pseudo fantasy che gli stavano succedendo –
Perché sei nella mia
testa?”
“Non l’ho scelto io, ma il
tuo amico
voleva che avvisassi anche te e perciò eccomi.”
“Avvisarmi di cosa?”
“Che un serpente gigante da Meridian
è
qui e sta usando un coso chiamato Corno di Hypnos per creare degli
zombie.”
“Zombie?”
“Chi sente il suono del corno
diventa
schiavo del serpentone e…”
“Franny!!! Sei ancora tu?”
“Cazzo non ti intromettere! Già mi sta venendo mal
di testa!”
“È il mio migliore amico, ovvio che voglia sapere
se sta bene! Abbiamo perso
Antonio e…”
“Un momento – fece il francese - Che
significa che avete perso Antonio?”
“È uno degli
zombie.”
“Se senti un terremoto, è lui che ci sta cercando
per consegnarci al suo
padrone.”
“Non avere pensieri sporchi che poi li leggo!”
“Dove siete?”
“Nell’ufficio del rettore.
Lo sapevi che
è un alieno?”
“Eh?”
“Giuro, non ci credevo nemmeno io
e…”
“Smettila di fare il pettegolo! Stronzo, rimani nascosto e
non uscire per
nessuna ragione.”
“Perché?”
“Kiku e l’altro stramboide
alieno hanno
un piano.”
“Sì ma…”
“Se vi teletrasportate da noi, il
serpentone saprà dove siamo. Qualcosa che ha a che fare con
la localizzazione
magica o stronzate varie. Se invece…”
“La telepatia non è magia?”
“A detta del rettore è
più come un potere
individuale che una vera e propria magia. Al contrario, il
teletrasporto è più
facile da localizzare.”
“Non riesco a vedere la differenza.”
“Senti coso, non sono qui per dare
lezioni di magia. Come ho detto a mio fratello, sta fermo, non fare
niente e
tappati le orecchie. Non aprire a nessuno e se vedi uno
zombie…mi dispiace, sei
morto.”
“A tuo fratello hai detto di scappare e trovare un altro
posto sicuro!”
“Allora? Non è che…”
“Suvvia ragazzi, siate più gentili col signor
Bonnefoy. Inoltre, è meglio se
interrompiate il contatto. Il signor Vargas sta iniziando a fumare
dalle
orecchie…”
“Merda…beh maniaco, in bocca al lupo, non farti
ammazzare e bla bla bla…ci
vediamo.”
“Aspetta io…”
“Rana, adesso parli da solo?” domandò
Arthur, uscendo dalla sua stanza. Indossava
un pigiama blu e aveva un plaid addosso. Sembrava un straccio, il naso
gocciolava e gli occhi erano cerchiati di rosso.
‘’ Arthur?
Sei tu? ‘’
‘’ No, sono la regina Elisabetta.
‘’
‘’ Non sapevo che la regina avesse delle
sopracciglia così brutte – scherzò
Francis, poi si fece improvvisamente serio – Stai bene? Ti
senti strano? Hai
mal di testa? Sei… ‘’
‘’ Ho qualche decimo di febbre e il raffreddore,
come vuoi che mi senta? ‘’
‘’ Quindi non sei uscito? ‘’
‘’ Solo per dire a Collins di cercare un altro a
cui appioppare le sue
ricerche. ‘’
‘’ Hai sentito qualcosa di strano, una tromba
o… ‘’
‘’ Sì, il peggior jazzista che abbia mai
sentito e… ehi, chiudi la bocca
altrimenti ci entreranno le mosche. ‘’
“Quando?”
“Dieci minuti fa? Forse venti…”
“Sii più preciso.”
“Non lo so, non mi ricordo. Ha importanza?”
“È abbastanza urgente, sì”
disse, non volendo correre il rischio di avere uno
zombie in casa.
“Era solo Feliks e…ehi, perché mi stai
abbracciando?”
“Io…uhm…sono contento?”
provò a giustificarsi il biondo. In effetti, era
sollevato che Arthur avesse sentito Feliks. Non era uno zombie.
“Se non stai attento, ti mischio.”
“Ho difese immunitarie molto forti.”
“Non sei lo stesso che prese un raffreddore in
piscina?”
“No.”
“Certo…come vuoi. Io me ne torno in
stanza.”
“Ok.”
Una preoccupazione in meno: doveva solo sigillare porta e finestre ed
impedire
che un’orda di zombie li attaccasse. Quanto poteva essere
difficile?
Un’ora dopo
Cortile dello Sheffield
Institute
“Come
diamine fate a non
trovarli? Cercateli meglio!”
Matt era furioso. Non solo si era lasciato sfuggire due guardiani e un
misero
basiliadiano, ma con un piccolo esercito non riusciva neppure a
trovarli!
Sperava di usare a suo favore il classico ah
ma io agli innocenti non faccio del male dei buoni, ma
niente: il loro
spirito di conservazione era più forte, erano abbastanza
furbi da nascondersi e
non fare niente di avventato.
Una vera sorpresa, visti i precedenti.
Il piccolo alieno doveva essere un ottimo stratega.
Poco male: nessuna strategia riuscirà a…
“Ehi, Lucifer! Sembri un po’ ingrassato!”
“Lucifer?”
Sul palco, era apparso il guardiano del Fuoco, con una chitarra
elettrica rosso
fiammante e lo sguardo deciso. Non sembrava contento di essere uscito
allo scoperto.
“Hai usato il teletrasporto per arrivare?”
“Sì.”
“Intelligente. Effetto sorpresa garantito.”
“Felice di sentirtelo dire.”
“È stato anche molto stupido: mi dai la
possibilità di renderti uno zombie
asservito alla mia volontà.”
“O distruggerò il tuo Corno di
vattelapescà senza combattere.”
“E come lo vuoi fare?”
“Con…non ci posso credere che sto per
dirlo…il rock ‘n roll!”
L’altro ridacchiò.
“Certo…il potere del rock
n’roll…come dici tu. Beh…è
stato divertente. Ma lo
scherzo è bello quando dura poco…” Matt
si portò il corno alle labbra.
Romano
deglutì e strinse a sé la chitarra. Gilbert
urlò:”le casse sono
ok!” Era tutto
pronto per il piano…
Mezz’ora
prima…
“Allora? Il piano?”
domandò impaziente
Romano, con la testa che gli martellava per l’uso prolungato
della telepatia.
“Suonare.”
“Mi stai prendendo in giro.”
Ivan scosse la testa.
“Il Corno di Hypnos sarà pure uno strumento
potente, ma ha un punto debole: la
musica. Se chi lo suona è potente, allora anche la musica lo
sarà. Ma se è
debole…”
“Non capisco perché dobbiamo improvvisare un
concerto.”
“Te lo spiegherò in termini molto semplici,
così che il tuo cervello umano
capisca: se la musica del corno si scontra con la musica di un altro
oggetto
magico, se quest’ultima è più forte il
corno si distruggerà e i suoi effetti
svaniranno.”
“Non abbiamo strumenti magici.”
“Ma avete la magia. Ergo, qualsiasi strumento con voi
diventerà magico.”
“È una spiegazione del cavolo! Come in quel film
dove qualsiasi spada in mado a re
Artù diventa Excalibur. Ma ti rendi
conto che è una cazzata?”
“È una teoria basata su…”
“Una teoria?!”
“Se mi lasci spiegare…”
“Dobbiamo rischiare la vita per una cazzo di teoria del
cavolo?! Ma io…se non
avessi mal di testa ti brucerei l’ufficio!”
“E poi dove vi nascondereste?”
“Ha ragione.”
“Grazie per il supporto, Kiku.”
“Se ci fermiamo tutti a discutere
civilmente…”
“Non lo possiamo fare, non con un piano suicida!”
“Iniziamo a discuterne i dettagli prima!”
“I dettagli di come diventare zombie o…”
“Non ascolti mai?”
“Non le cose stupide.”
“Dagli mezz’ora per dire cosa dovete fare
– propose Kiku – Se ti verrà in mente
qualcosa di meglio, lo faremo.”
Romano sbuffò. Poi disse.”Va bene! Sentiamo la
cazzata!”
“Sei ragionevole, alla fine. Bene, stavo
dicendo…dovrai suonare
contemporaneamente a Lord Matt. In questo modo, si creerà un
muro del suono e a
prevalere sarà la musica più potente. “
“Niente è più potente del
rock!” esclamò Gilbert.
“Allora suona tu! Sei bravo con queste cose,
giusto?”
“Ottima idea…ma lui deve stare dietro le
quinte.”
“Perché?”
“Deve potenziare gli amplificatori: aumenteranno le
possibilità di successo. Dati
i suoi poteri sull’elettricità, il guardiano del
Cuore è il più indicato per il
lavoro. Tu invece…”
“Diamine, no! Io la chitarra non la so neppure
suonare!”
“Ma non sapevi suonare il basso?”
“Sta zitto, mangiacrauti!”
“Ehi, alla fine sono la stessa cosa!”
“Non è vero e tu…”
“Bambini – li interruppe Ivan – Basso o
chitarra non conta. Conta il potere che
tu vi eserciterai sopra. Ricorda come suoni il basso e ripeti la stessa
cosa
sulla chitarra. Semplice e pulito.”
“Non è così!”
“Meno di un quarto d’ora fa hai imparato ad usare
la telepatia consapevolmente.
Suonare la chitarra non sarà più
difficile.”
L’italiano si morse il labbro. Su quello non aveva torto.
“Quindi cosa? Suono una chitarra potenziata dalla magia del
mangiacrauti e
spero che vada bene?”
“No: ci sono solide basi magiche e
scientifiche…”
“È un salto nel buio e lo sappiamo
tutti!”
“Ma è anche l’unica
possibilità che abbiamo per distruggere il Corno di Hypnos
senza ricorrere all’uso della forza. A meno che tu non abbia
pensato a qualcosa
di meglio…”
Romano scosse la testa. Era fregato.
“Molto bene. Non ci resta che fornirci della materia
prima…”
Iniziarono a suonare in contemporanea.
La musica del corno si scontrò contro quella della chitarra
di Romano. Come
aveva previsto il rettore. Ma erano
equivalenti. Nessuna delle due riusciva a prevalere
sull’altro.
Il ragazzo continuò a suonare.
Romano pizzicava le corde, unendo la sua magia del fuoco a quella
elettrica di
Gilbert. Non aveva la minima idea di quello che stava facendo. Ma
continuò a
suonare, più veloce, più veloce, sempre
più veloce.
Alla fine il corno si spezzò, riducendosi in
mille pezzi.
“NO!!!”
L’alieno tentò di recuperare i pezzi, ma
l’impresa
fu ostacolata da una dozzina di piedi che ballavano e rendevano
difficile l’individuazione
dei pezzi mancanti.
L’incantesimo era rotto. Gli umani non erano più
sotto il suo controllo. Ora
tutti sembravano rapiti dalla performance musicale di Romano, urlando e
dimenandosi.
Il rock aveva vinto.
Matt decise di andare a nascondersi in biblioteca: la sconfitta era
insopportabile.
Inoltre, doveva riparare il corno e riportarlo in armeria, sperando che
Oliver
non si accorgesse di nulla.
Sul palco, ancora sudato, Romano balbettò:“Abbiamo
vinto?”
“A quanto pare…”
Il piano assurdo del rettore aveva funzionato. Un successo decisamente
inaspettato.
“Chiama gli altri.”
“Mi hai preso per il tuo cellulare?”
“Andiamo, abbiamo appena fatto il culo ad un mega
alieno!”
“Allora? Questo non ci rende amici.”
“Colleghi?”
“A malapena.”
“Il rettore vuole parlare con tutti – gli
ricordò Gilbert – Non lo vuoi far
arrabbiare, vero?”
“Sei uno stronzo.”
“Ehi, qualcuno deve avere un po’ di buon senso
qui!”
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(Chiunque
voglia aderire al
messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
© elyxyz
Nel
prossimo capitolo di The Guardians…
Ivan rifletté a lungo. Alla fine, disse:
‘’ Certo che so dove si trova la Luce
di Meridian…”
“…grazie al Cielo!”
“…frequenta lo Sheffield come
voi!”
“COSA?!”
“Di nuovo? – chiese invece Kiku – Anche
la regina Elyon frequentò
quest’Istituto.”
“Secondo te perché sono diventato il rettore di
questo buco? Non certo per condividere
le mie abilità pedagogiche con degli umani.”
“Da quando la tortura è
un’abilità pedagogica?”
“Fammi capire bene…tu sai chi è
l’erede al trono, sai che studia qui, lo stai
proteggendo e tenendo al sicuro da Oliver, cospirando con
l’ex regina per farlo
tornare a Meridian…ma non vuoi dirci chi
è?”
Ivan sorrise, imperturbabile, e
disse:”Sì.”
“Ma allora sei stronzo!”
Matthew alzò lo sguardo e fissò Francis negli
occhi.
“Come lo hai capito?”
“Quel che ha detto il rettore mi ha fatto
pensare…perché darti un lavoro qui?
Qual’era il suo scopo? Poi perché nessuno si
accorge di te? Deve esserci un
motivo, un motivo…magico. Ti stai nascondendo, non
è vero?”
“Sei intelligente, ho sottovalutato le tue
capacità deduttive. A questo punto,
non mi resta altro da fare…devo eliminarti.”
“Sì hai ragio…ELIMIANRMI?”
Matthew lo guardò come se fosse stupido.
“Hai scoperto chi sono, ovvio che ti debba eliminare. Se gli
altri guardiani lo
sapessero, mi rispedirebbero a Meridian e chiuderebbero i
Portali.”
“Ma non lo vuoi anche tu? Tornare a Meridian,
governare…”
“Governare? Quel mondo è una pattumiera, sto
aiutando Oliver a distruggere del
tutto la Muraglia così potremo iniziare ad invadere altri
mondi più prosperi e
con più magia.”
“Sei tale e quale a tuo fratello…”
“È una grave offesa: io non sono per niente simile
ad Allen.”
“Chi è Allen? Io parlavo di Oliver!”
“Oliver?”
“Tuo fratello!”
“Lui non è mio fratello.”
“Non è…Mon Dieu,
io credevo che fossi tu
la Luce di Meridian!”
“Davvero? – silenzio imbarazzante, poi –
Mi rimangio quello che ho detto prima,
le tue abilità deduttive fanno pena.”
Indovina chi versione aliena: chi è la Luce di Meridian?
E grazie a Classicboy per avermi aiutata con la stesura di questo cap. Minimo due recensioni per continuare questa storia. Volete far felici due autori, da?