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Autore: Sia_    31/07/2018    2 recensioni
- Fa bene, tornare indietro dico. - Hermione gli aveva preso la mano, baciando le dita una ad una, - E poi ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti qui, qui dove ti ho conosciuto bene, qui dove ti ho urlato dietro tante volte, qui dove poi ti ho baciato e amato. -
Fred aveva sorriso, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, perdendosi poi nei suoi occhi nocciola, - Sarebbe? -
- Vorrei solo chiederti di continuare ad amarmi, di continuare a farlo per tutto il resto delle nostre vite. - aveva sussurrato Hermione.
- Mi stai chiedendo di sposarti? -
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Epilogo.


E possiamo imparare ad amare ancora

È nelle stelle

È stato scritto nelle cicatrici dei nostri cuori

Non siamo rotti ma piegati

E possiamo imparare ad amare di nuovo


Ci era voluto del tempo, tempo per comprendere e ricucire le ferite.

Hermione il suo tempo se l’era preso facendosi cullare da Fred per quasi due anni, imparando ad amare di nuovo, imparando che qualcosa al di là del dolore e della solitudine esiste.

Fred il tempo l’aveva speso - ma che dico? L’aveva ben usato - curando quella Granger dispersa, che era entrata nella sua vita quasi per errore.

Hanna e Ron avevano avuto il tempo di godersi quel matrimonio troppo veloce, quella scelta così da pazzi: il tempo per conoscersi davvero era volato insieme con la luna di miele e con i primi anni da sposati. Ora, intenti ancora una volta a spostare i mobili di quella maledetta casa, si preparavano ad accogliere qualcuno in più, rimarginando anche l’ultima ferita - ancora troppo dolorosa - di Hanna.

Un bambino, quello aspettava lei dopo la sua rottura con Felix, quella rottura che l’aveva mandata in pezzi, ricuciti con il tempo da Ron.

Lo stesso Ron che aveva dovuto lavorare per recuperare i suoi legami familiari: era stato Harry il primo a fare il passo, pregando Ginny di perdonarlo e di tornare come una volta, tornare ad amare le cene alla Tana, e a convincere anche tutti gli altri fratelli. Tra tutti, il più restio era stato Fred, che alla fine aveva stretto la mano a Ron, congratulandosi per quel suo matrimonio impetuoso. Quella punta ironica e sarcastica non avrebbe mai lasciato la loro relazione.

Come quella tra Ron e Hermione non sarebbe mai stata del tutto libera dalle incomprensioni e dai risentimenti: ci erano passati sopra, ci avevano provato tutti e due per lo meno. Tanto, perfino, da riuscire ancora a guardarsi negli occhi e a sorridersi. 

Ginny ed Harry, dopo essere riusciti nel loro intento, erano entrati del tutto nel ruolo di genitori protettivi ed esausti: James Potter era il degno figlio del padre, pieno di energie e di domande.

Il tempo, era servito tutto quel tempo per vederlo crescere e giocare con i cugini nel giardino della Tana, sotto gli occhi attenti di Molly Weasley e, occasionalmente, anche di Arthur, che ormai in pensione si era dedicato completamente all’osservazione degli oggetti babbani, chiedendo continuamente il consulto privato di Hermione Granger.

- No, quella è una radio, non si ricorda? - gli aveva detto lei un giorno, sorridendo appena.

Certo che se lo ricordava Arthur, non era mica stupido. C’era invece che, se Hermione era alla Tana, Fred tornava a casa e, insieme a lui, veniva anche George.

Ginny, scoprendoli tutti insieme, si precipitava a fare compagnia, tirandosi indietro l’eroe del Mondo Magico, aspettando trepidante e inaspettatamente anche l’arrivo di Ron.

C’era che se Hermione stava alla Tana, il tempo - che tanto era passato veloce alla fine - tornava magicamente indietro.

Indietro ai primi baci di Harry e Ginny nella stanza delle ragazze, alle orecchie rosse ed imbarazzate di Ron, ai libri pesanti di Hermione sul comodino e agli scherzi spassosi di Fred e George.

 

***

 

- Oggi non ci andiamo. - aveva detto Fred, baciandole il collo.

- Ma ci aspettano. - aveva borbottato Hermione, accarezzandogli la barba ispida.

- È il mio giorno libero dopo settimane, oggi non ci andiamo. -

Lei aveva guardato Fred un po’ risentita, sorridendogli lo stesso. Voleva anche lei, come sempre, passare del tempo con lui, voleva morire sotto quelle labbra così calde e giuste. Voleva sentirsi amata e amarlo a sua volta. Ma sapeva di dover arrivare alla Tana per farlo.

- Tua sorella Ginny è incinta di nuovo e ha intenzione di annunciarlo a tutta la tua famiglia. - aveva alla fine rivelato, pur di convincerlo.

Fred avrebbe volentieri fatto a meno di saperlo, avrebbe voluto spendere tutta la sua giornata con Hermione, magari a fare biscotti come tanti anni prima, magari godendosi un bel bagno caldo insieme, magari facendo l’amore continuamente. Eppure le aveva lasciato un casto bacio sulle labbra e si era passato una mano fra i capelli.

- D’accordo, hai vinto. - aveva ammesso infine, stringendo la mano della sua ragazza e smaterializzandosi alla Tana.

Si era lasciato convincere amaramente: l’amore verso la sua famiglia - nella quale Hermione era ormai integrata - era troppo forte per potersi perdere la gravidanza di sua sorella.

Aveva viaggiato con lei, non sapendo che la Tana in realtà sarebbe stata vuota e solo per loro due.

- Dove sono tutti? - aveva chiesto Fred, mordendosi il labbro inferiore, entrando nel salotto per controllare l’orologio di casa Weasley.

- Molly e Arthur sono andati da Harry per controllare James e Ginny non ha la minima intenzione di annunciare la sua gravidanza. - aveva alla fine confessato Hermione, accarezzando il divano.

- Scusa? -

- Ho pensato, visto che ormai sono due anni che stiamo insieme, che sarebbe stato bello… Come dire? Ricordare? Immergersi nella memoria? - aveva cominciato Hermione, sedendosi su ciò che aveva coccolato fino a qualche secondo prima, - Lo sai che questo è uno dei primi posti in cui ti ho visto? Uno dei primi posti in cui ci siamo parlati. -

- Ah sì? -

Hermione aveva annuito, mentre Fred si era avvicinato a lei, abbassandosi per baciarla piano.

- Non avrei potuto immaginarlo che saresti stato tu: tu con quei tuoi maledetti scherzi. - aveva riso lei, mentre lui si era addolcito.

- Erano dei signor scherzi i nostri, mi ricordo ancora quando ti ho fatto sparire tutti i libri del quinto anno: saresti stata pronta a mangiarmi viva. -

- È stato orribile quella volta! Però poi ti sei fatto perdonare. - aveva detto Hermione, ricordando gli ultimi due anni di relazione, ricordando quei suoi baci riparatori, quel suo tocco risanante.

- Perché qui? - le aveva chiesto Fred ad un certo punto, interrompendo quella serie di pensieri.

- Fa bene, tornare indietro dico. - Hermione gli aveva preso la mano, baciando le dita una ad una, - E poi ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti qui, qui dove ti ho conosciuto bene, qui dove ti ho urlato dietro tante volte, qui dove poi ti ho baciato e amato. -

Fred aveva sorriso, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, perdendosi poi nei suoi occhi nocciola, - Sarebbe? -

- Vorrei solo chiederti di continuare ad amarmi, di continuare a farlo per tutto il resto delle nostre vite. - aveva sussurrato Hermione.

- Mi stai chiedendo di sposarti? -

Hermione non aveva pensato a quanto quelle parole fossero compromettenti, a quanto quelle parole potessero avere un doppio significato: gliel’aveva chiesto inconsciamente? Voleva davvero sposarlo?

- Immagino che dipenda dal fatto che tu mi voglia o meno sposare. - aveva confessato lei, arrossendo appena sulle guance. Fred le aveva sorriso calmo, appoggiando la sua fronte a quella della ragazza, perdendosi nel suo profumo di pulito.

- Come, come non potrei? -

 

***

 

Fred le aveva preso le labbra ancora una volta, accarezzando i seni ancora tonici. Aveva giocato con i suoi capezzoli, sfregandoli appena con due dita, per poi leccarli sul loro diametro un paio di volte, gustandosi i sospiri della sua ragazza.

Fare l’amore con lei era come farlo per la prima volta, era come tornare indietro di anni e di sentire di nuovo tutte quelle uniche sensazioni.

Le aveva accarezzato il ventre piatto, andando ad occuparsi del clitoride, provocandole ancora più piacere.

- Fred, Fred entra dentro di me. - ti aveva pregato, aggrappandosi alle lenzuola del letto - quelle che casualmente erano lenzuola, ma che altre volte erano state tovaglie e coperture di divani.

L’aveva accontentata, spingendosi dentro di lei con calma e lentezza, facendole assaporare ogni centimetro della sua lunghezza.

Era così dannatamente giusto, così dannatamente bello: non c’era mai stata una volta in cui si fosse annoiato o in cui non si fosse sentito pronto. Hermione era sempre in grado di eccitarlo, qualunque cosa facesse.

E così avevano fatto l’amore a casa loro, in negozio ed era capitato anche di farlo alla Tana, su quelle colline immense e segrete. C’era quel posto, dove l’aveva portata una delle prime volte, ricolmo di fiori, di ricordi e di felicità.

 

- Lo sai che ti amo? - le aveva chiesto, strappando una margherita da terra ed incastrandola nei suoi capelli.

Hermione non si era sentita di rispondere, ma si era slanciata verso di lui, rubando le sue labbra, dicendo forse più di mille parole.


***

 

Scorre il tempo, così veloce, così impetuoso. Non c’era voluto tanto affinché Molly vedesse l’ultimo suo figlio all’altare, con un sorriso a trentadue denti, mentre aspettava Hermione. E non c’era voluto tanto nemmeno a vederla piangere, mentre chiamava a fatica i nomi di entrambi, tenendo in braccio la nuova arrivata, Rose, la figlia di Ron.

Hermione dal canto suo, toccando la pancia gonfia di Ginny, incinta di Albus, si era dovuta trattenere, per paura di affrontare la navata in lacrime. Non era mai stata una sentimentale, prima di innamorarsi di Fred: non sarebbe mai scesa in strada sotto la pioggia per dire ad una persona che la amava.

Eppure guardarlo sorriderle l’aveva letteralmente sconfitta: era così bello, così giusto.

Si era girata un attimo, agganciando gli occhi di Ron tra la folla degli invitati, forse per perdonarlo definitivamente, incontrando nella corsa anche quelli di Harry. Due occhi verdi come il prato, due occhi che l’avevano conosciuta quasi meglio di tutti e che le avevano dato la forza di andare avanti.

- Grazie, grazie per avermi fatto imparare ad amare di nuovo. - aveva poi sussurrato a Fred, cedendo alle lacrime.

- No Hermione, grazie a te. -



Ce l'ho fatta, ho finalmente messo la parola fine a questa storia. L'ho iniziata a pubblicare cinque anni fa e adesso, prendendo coraggio, le dico addio. 
Non sono mai stata brava a concludere le cose, a chiudere: sentivo che era giunto il momento di farlo, di andare avanti. 
Comprendo e so che molte persone - tutte quelle che hanno seguito la storia e che l'hanno amata un po' come l'ho amata io - non saranno qui con me e non leggeranno mai questo epilogo e di questo me ne dispiaccio. 
Eppure mi sento di ringraziarle lo stesso dal profondo del cuore per tutte le parole che mi hanno lasciato - sopratutto quelle costruttive -, perché solo grazie a loro sono potuta arrivare fin qui. 
Grazie, grazie di tutto quanto, 
Sia 


 
   
 
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