Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Teddy_bear    02/08/2018    1 recensioni
[…] thànatos e zoí: morte e vita. Al di là di tutto, ci sono queste due realtà, che sono come due mondi a parte, due mondi che non si vogliono mai incontrare, che hanno astio e conflitto tra di loro, ma che hanno il loro dovere da compiere. […]
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AU Fanfiction, dove Shaoran Li è la morte che deve fare i conti con la vita di Sakura Kinomoto.
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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SHAORAN 

 

Sul soffitto del mio muro ci sono cinque bolle di vernice. La vernice color bianco candido si sta staccando, a poco a poco. Ma non mi interessa. Son steso sul divano, a guardare il soffitto. Cinque bolle. Sembra uno scherzo del destino, sembrano ricordarmi le volte in cui sono stato qui, sulla Terra, a compiere il mio dovere da cacciatore. Sono messe a pentagono, per ironia, come se non bastasse. Sbuffo, sentendo i miei occhi farsi pesanti. Sto continuando a trascinare i miei passi verso qualcosa che vorrei finisse immediatamente. Dovrò scoprire di più su quella ragazza, per fare in modo di compiere il mio dovere. È la regola numero due: mai uccidere a sproposito e senza motivo, soprattutto colui che ti è stato affidato. Già. Gran bella regola di merda. Queste regole, un giorno o l’altro, mi faranno diventare pazzo. Seguirle non è poi così facile, ma devo farlo. Si tratta del mio onore. 

Il campanello di casa mia suona, così mi alzo, sapendo già chi è oltre alla porta. Cosa desidererà, adesso?

“Sakura.” dico a mo’ di saluto. La vedo stringersi nel suo cappotto marrone. Ha dei guanti verdi a fasciarle le mani ed una sciarpa del medesimo colore che quasi le stritola il collo. Non deve proprio tollerarlo, il freddo. 

“Ciao, Shaoran. Come stai?” 

Mette le mani in tasca, sorridendo. La sua parlantina ha creato delle nuvolette di vapore. Ma che ora è? Prendo quello che ho imparato sia un cellulare, e noto che sono le dieci e mezza del mattino. Non dovrebbe essere a lavorare? O in università a dare gli ultimi esami per la laurea?

“Bene, come mai sei qui? Non dovresti…” faccio un cenno con la mano. Le sue gote si tingono di rosso, ed io mi sento inerme. Impotente. È una dolce creatura, decisamente. 

“Vorrei portarti in un posto, adesso. Insomma, se non disturbo. Voglio dire, vedo che sei sempre in casa. E ci salutiamo ogni giorno, ma non parliamo quasi mai. Quindi, pensavo che…” non conclude la frase, la voce le muore in gola. Deglutisco, mandando giù il boccone succulento di Sakura intimidita. Mi fa sentire sazio. 

“Pensavi che..?” la incito, stronzo come non mai. 

“Pensavo di portarti in un posto carino.” ammette, alzando lo sguardo. Il modo in cui i suoi occhi chiari cercando una mia conferma mi rende desideroso di stare in silenzio, sadicamente, per qualche secondo. Finché lei non cede, ed abbassa lo sguardo. In quel momento, capisco quanto lei sia veramente in mio potere. 

“Dai, andiamo.” l’accontento, tenendo comunque un suono distaccato nella mia voce. Lei sembra illuminarsi, e saltella di poco sul posto, per poi ridacchiare. 

 

***

 

È la prima volta che vedo di fronte ai miei occhi una cosa del genere. Sapevo dell’esistenza dell’acqua, del fuoco, della terra, dell’aria. Ma non sapevo dell’esistenza di questo che, come un grande contenitore, le possiede dentro tutte assieme. 

“Il mare qui è favoloso, d’inverno è anche meglio.” mi dice. Sistema una coperta sulla sabbia, tenendosi distante da quella compagnia di amici che aveva acceso un fuoco la sera precedente di sicuro. Aggrotto le sopracciglia, sentendomi uno stolto. Okay: mare. Si chiama mare. È la prima volta che, comunque, lo vedo. 

“Vuoi sederti qui?” indica il posto accanto a lei. Titubante, mi siede, tenendomi comunque un po’ distante. Grazie al cielo, la coperta è grande. 

“Perché mi hai portato qui?” comincio con il chiederle. Sono sbigottito. Non capisco. 

“Per parlarti come si deve. Avremo più o meno la stessa età, siamo vicini di casa. Non so, volevo conoscerti meglio.” fa spallucce. Alzo un sopracciglio. Ma sta bene, questa ragazzina?

“Non c’è niente da sapere su di me, di importante.” tolgo lo sguardo dalle sue iridi, e lo proietto verso il mare. Immenso, agitato, blu. E freddo. Tanto freddo. 

“Nemmeno su di me.” mi punzecchia, incrociando le gambe per restare più comoda. 

“Allora di cosa vuoi parlare? Del niente?” 

“Sei una di quelle persone con cui starei anche in silenzio.” è la sua risposta. 

“In che senso?”

“Nel senso che tu sembri più tormentato di me.” ridacchia, per poi aggiungere “Ed io lascio avvicinare solo chi è più freddo della mia persona, da chi è più cinico, da chi è più… così.” indica l’immensità azzurra, che ora è tanto mossa. 

“Quindi tu soffri?” domando, a bruciapelo. Ricordo le parole del mio compagno cacciatore, riguardo la tristezza umana, che può causare dolore. Quindi, ora, ne sono curioso, ed anche affascinato. 

“Che importanza ha? Tu, di sicuro, no.” è tranquilla, quando parla. Come se stesse raccontando di un’avventura bella, non di qualche dolore. 

“Cosa ti fa pensare che io non soffra?”

“Ci sono persone che hanno gli occhi tristi. Prendi Hisato, ad esempio. Lui si vede che ha provato a stare male, oppure altre mie amiche. Io stessa. Tu… no. È come se nei tuoi occhi ci fosse il nulla.” mi spiega, giocando con la sabbia, disegnando dei cerchi immaginari. 

“Non ti piace esser toccato, guardato, nemmeno preso in considerazione. Non so, è come se tu fossi freddo. Di ghiaccio. Per questo ti ho portato qui.” si ferma, prende una pausa “Sei come il mare d’inverno: intoccabile e gelido.” conclude. Mi sento colto nel segno, ma non posso ribattere. L’aria che le scosta i capelli, facendoglieli finire sul viso, mi rende vulnerabile alla tentazione di ferirla. Così, torno a fissare l’acqua, deglutendo. 

“Non ci posso fare niente.” ammetto, infine. 

“Quindi, ho fatto centro? Non riesci a provare nulla, per niente?” 

Piccola, sono la Morte in persona. Come potrei?

“È così.” bofonchio. 

“Be’. Per questo ti vorrei vicino a me. È triste quando una persona sta male, non lo nego. Ma è milioni di volte più triste quando una persona non sente dolore. Perché la sofferenza non dura tutta la vita, del niente… del niente non ce ne se libera mai.” china il capo. Prendo un respiro profondo. Il rumore delle onde riesce a sistemarmi i pensieri, le parole, le frasi da dirle.

“Vorresti farmi provare dolore?” quindi chiedo. Lei scuote energicamente il capo. 

“Vorrei farti provare qualcosa. Vorrei farti provare tutte le emozioni.” dichiara, schietta. 

“Perché?” 

“Perché tu riesci a farmi stare meglio anche solo senza parlarmi.” 

Schiocco la lingua al palato. Mi sento soffocare. 

“Ciò non toglie che tu sia triste.” ribalto la situazione, soffermandomi su di lei. 

“Ciò non toglie che tu non sappia neanche cosa sia la tristezza, quindi non mi comprenderesti. Ma te ne parlerò. Ti parlerò di quello che mi succede, di quello che si prova. Di tutto.” mi sorride, ora. Radiosa. Come se mi avesse appena detto una cosa bellissima. Forse, l’ha fatto davvero. In questo modo, saprò di lei. 

“Da me cosa vuoi, Sakura?” voglio arrivare dritto al sodo, capirci qualcosa una volta per tutte. 

“Vederti emozionare.” 

Sbuffo una risata sarcastica. 

“E cosa accadrà, quando vedrai con i tuoi occhi che non funziona?” ribatto. 

“Resti bellissimo anche quando non sorridi, Shaoran.”

Spalanco gli occhi, soffermandomi sul fatto che questo è troppo. E non va bene. Niente di tutto quello che è successo oggi, se ci penso lucidamente, va bene. Nulla. Mi alzo in fretta, e cammino velocemente. 

“Shaoran!” la sento richiamarmi, ma io aumento solo il passo. Finché arrivo alla macchina. Prendo il mio volto tra le mani, e borbotto frasi incomprensibili. Non deve andare storto nulla. Nulla. Non voglio assolutamente che lei si avvicini troppo a me, o le cose potrebbero peggiorare più di così.  

 
ANGOLO AUTRICE: ehehe, eccomi. Scusate il ritardo. Come potete immaginare, in questa storia ci sarà molto angst, che sarà approfondito nei vari capitoli. Ditemi cosa ne pensate di questo! Grazie di tutto. Bacioni x.
   
 
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