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Autore: Master Chopper    06/08/2018    4 recensioni
Un'altra misteriosa Hope's Peak Academy sembra essere apparsa, a qualche anno dalla morte di Junko Enoshima e dalla vendetta della Future Foundation. I suoi studenti sembrano aver vissuto una vita normale, fino a quando circostanze misteriose li trascinano in una prigione nel cielo dove sembra non esserci via d'uscita.
L'unica strada è verso l'alto, non si può più toccare terra. Cosa li attende sopra le nuvole: la speranza o solo un'immensa disperazione?
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto Naegi, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Danganronpa FF Project'
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Danganronpa  FanFiction

Limbo of Despair

Chapter 2: OCKHAMS RAZOR

(Part 6)  Class Trial

The most terrible prank

 

Di nuovo quell’ascensore.

Nessuno avrebbe voluto rivederlo. Nessuno avrebbe voluto risentire il ronzio incessante mentre si veniva trascinati verso l’alto, sempre più in alto.

Avrebbero mai raggiunto la vetta di quella torre? E se la stanza del Class Trial si trovasse proprio lì?

Distrarre la mente durante l’attesa con questi pensieri era l’unico modo per sfuggire alla realtà.

 

- Mitsuko Atsuki ed Arima Robun sono morti.- Ammise a se stesso Nashi, sollevando lo sguardo verso i suoi compagni per la prima volta da quando era lì dentro.

Uno di loro in particolare gli suscitava molti sospetti: Yonamine Genjo, lo Ultimate Actor.

L’ultima volta che l’aveva visto stava scappando verso la piscina, ma poi sembrava essersi volatilizzato. Cinque lunghi minuti d’attesa, quindici nel caso dell’ascensore delle ragazze, e l’aveva ritrovato nel Primo Piano.

Non aveva aperto bocca, e d’altronde nessuno era in vena di porre domande proprio lì.

C’era un luogo più adatto dove smascherare il male che Monokuma aveva suscitato in loro, ed era proprio dove l’ascensore si stava dirigendo.

 

Le porte si aprirono nel silenzio, svelando la famigerata sala rossa dal pavimento a scacchi.

Diciotto palchetti di legno erano disposti a cerchio. Uno era stato aggiunto per ospitare la nuova arrivata Lilith Kurenai, mentre ora quattro presentavano solo fotografie dei loro defunti compagni.

Domen Ienobu, Iwayama Koan, Mitsuko Atsuki ed Arima Robun.

- Quali altre fotografie saranno cancellate da una croce rossa ?- Un macabro pensiero attraversò la mente dello Ultimate Memory.

- Dobbiamo assolutamente trovare il modo per uscire di qui prima di scoprire la risposta.-

“ Prendete posto ed iniziamo con una breve spiegazione del Class Trial.” Gongolò contento Monokuma, come sempre troneggiante ed intento ad ammirare quei ragazzi dall’aria affranta disporsi in cerchio.

Quando tutti ebbero posato le loro mani sul proprio palco di legno, l’orso ricominciò a parlare.

“ Allora allora… oggi siete qui per trovare il colpevole della morte di Mitsuko e di Arima! Vi ricordo che a fine del processo sarete obbligati a votare… non c’è possibilità di astenersi !”

“ Ehm …” Timidamente Lilith sollevò una mano, rabbrividendo quando lo sguardo di Monokuma si posò su di lei.

La ragazza non aveva mai potuto provare sulla propria pelle la tensione di un Class Trial, anche perché nessuno aveva voluto parlargliene.

 

“ Cosa succede dopo aver votato ?”

“ Mi chiedi cosa succede !” L’orso parve divertito dalla domanda.

“ Se voterete il vero colpevole allora questo sarà punito. Al contrario, nel caso doveste sbagliare capro espiatorio, saranno tutti gli innocenti a pagarla !”

La rossa spalancò gli occhi, diventando improvvisamente pallida. L’aria determinata e solare che aveva sempre sfoderato all’esterno sembrava esserle stata divorata una volta entrata a contatto con quelle folli regole dettate da Monokuma.

“ Vuoi forse dire che… morirà comunque qualcuno al termine di questo processo ?” Il silenzio che la accompagnò fu una risposta esemplare.

Gli altri studenti abbassarono la testa, provando la stessa identica rabbia.

Solo Kigiri e Takejiro, come al solito, parvero immutabili.

“ Iniziate !” Sibilò spietato il tirannico orso bianco e nero, tornando poi immobile come una statua sulla sua poltrona.

 

“ A-Allora …” Con voce inquieta, segno che fosse ancora troppo scossa per parlare, Nishizaka Iki fece il primo passo nel buio.

“ Ci sono stati due morti, come sappiamo. Però… è davvero possibile per uno di noi ammazzare due persone nello stesso periodo di tempo ?”

Sguardi sospettosi si agitarono nel cerchio.

“ Se la domanda è: c’è qualcuno capace di farlo… allora la risposta può essere un sì.” Rispose Kumagai Yone, voltandosi verso il posto vuoto al suo fianco.

“ Non tutti i nostri talenti possono essere usati solo per fare del bene. Se ci pensi è stata l’abilità di Iwayama a renderlo un assassino difficile da smascherare.”

La bionda sembrò fissare la foto del defunto Ultimate Weapon Collectioner con durezza. Era chiaro che nonostante fosse stato un suo compagno lì dentro, non l’avesse ancora perdonato per il crimine commesso.

“ Sul serio ?” Insorse Akagi Aozame, alterato da quell’ultima affermazione.

“ Eppure, guarda un po’, io sono solo un genio nei rhythm game ma sono comunque stato accusato nello scorso processo !”

La Ultimate Web Personality si incupì, sentendosi in colpa per le accuse mosse tempo addietro verso Akagi.

Il ragazzone sembrò notare l’espressione triste della ragazza, al che sussultò.

“ Ma no Nishizaka… non volevo …”

 

“ Non perdiamo tempo !” Lo interruppe Takejiro, senza badare al tatto.

“ Se il processo finisce e noi non abbiamo cavato un ragno dal buco sarà per colpa di quelli come voi !” Proseguì, fissando con durezza Nishizaka ed Akagi.

“ Che razza di domanda è se qualcuno è capace di commettere un omicidio? Con le giuste condizioni chiunque può commettere un crimine.” Yonamine Genjo immediatamente lo seguì a ruota, rubandogli il personaggio.

Lo Ultimate Liar ovviamente si adirò per questo, ma qualcuno gli impedì di reagire bruscamente.

“ In ogni caso, dobbiamo ricordarci che l’assassino è tale solo perché è stato capace di una cosa …”

Kigiri Yoko sapeva bene come calmare la situazione, eppure in quel momento era pronta più che mai ad estrapolare la verità da ognuno di loro.

 

“ Uccidere ?” Provò ad indovinare Umezawa Gaho, sebbene non fosse sicuro della risposta.

“ Salire al Secondo Piano prima di tutti noi.” Lo corresse la Ultimate Criminologist.

“ Entrambe le morti si sono verificate lì, ed al Primo Piano non si è verificato nulla di irregolare mentre eravamo tutti riuniti nel salone.”

“ Effettivamente lì non c’è stato nulla di strano.” Rifletté Amari Sako.

- Ha ragione… anche i Monokuma File lo confermano.- Nashi fu rassicurato dal fatto che Kigiri non avesse smentito una delle poche certezze che aveva.

Lo Ultimate Actor a quel punto esplose in una sonora risata, facendo sussultare dalla sorpresa quelli accanto a lui.

“ Ghyahahaha!! Un motivo in più per credere che Arima sia il killer di entrambi !” Disse continuando a ridere, mantenendosi intanto il cappello sulla testa per non farlo cadere.

“ Cooosa? Arima ?” Ripeté confusa Fujima Wakuri.

“ Effettivamente l’abbiamo visto esplodere in un impeto di rabbia proprio ieri.” Realizzò la tossicologa con un sorriso smagliante.

“ Magari voleva solo sfogarsi su qualcuno e così… boom !”

 

Kigiri scosse la testa con fare paziente.

“ Per favore, possiamo prima constatare se ci siano o meno altri sospettati ?” Li interruppe con tono scandito e serio, soffermandosi sull’espressione raggiante dell’attore.

“ Oh… ok.” Rispose Yonamine, incupendosi ed assumendo di colpo un’aria molto triste.

“ Come facciamo a sapere se ci sono altri sospettati ?” Chiese a quel punto Umezawa Gaho, sempre più confuso.

“ Siamo arrivati ad orari diversi! Chiunque sia arrivato prima di noi potrebbe essere l’assassino… quindi Yonamine va escluso a priori perché è stato quello con più ritardo.” Lo Ultimate Stuntman stava cercando di collegare tutti i pezzi, rappresentandolo con il gesto di far combaciare i propri indici.

“ Vuol dire forse che il primo ad essere arrivato è il sospettato numero uno ?” Propose Jitsuke Zetsu alla criminologa, la quale però non rispose immediatamente alla domanda.

“ Il primo ad arrivare è stato Ebisawa, come ha anche ammesso.” Disse invece, focalizzandosi sullo Ultimate Radio Host.

“ Ah-a! Sei tu l’assassino !” Esclamò Amari Sako, puntando il riccioluto con aria intimidatoria.


“ Oi oi oi! Che cosa dici, Kigiri ?!” Sentendosi addosso lo sguardo di tutti i suoi compagni, Ebisawa scattò sull’attenti, diventando pallido per l’accusa.

“ Bhe, perché no ?” Insistette Takejiro, con la sua solita lingua tagliente.

“ Chi può dire quando è arrivato in realtà? Magari ha avuto tutto il tempo di ammazzare quei due e poi tornare prima di venir scoperto.”

Il presentatore radiofonico rimase pietrificato dalle parole dello Ultimate Liar.

“ Mi prendi in giro, Takejiro? Brutto… !” Fu sul punto di esplodere per quanto era carico di nervosismo e paura, quando qualcuno lo interruppe.

“ Non è così, invece !”

Una voce rimbombò nella sala, al che gli sguardi di tutti vennero portati su uno di loro.

Nashi. Era stato lui ad urlare, ed ora si ergeva con fierezza per difendere un suo compagno da delle accuse infondate.

 

“ C’è una prova schiacciante che testimonia la presenza di Ebisawa in salone dalle 6 di stamattina fino a quando tutti noi siamo saliti al Secondo Piano. Ed è il suo stesso programma radiofonico !” Spiegò con voce ferma.

Kigiri accennò un rapido sorriso, mentre al suo contrario Takejiro inarcò un sopracciglio con una smorfia infastidita.

“ Eeeh ?!” Ringhiò, non sapendo di cosa stesse parlando l’altro.

“ Il programma di Ebisawa infatti è durato per un totale di tre ore, e anche volendo ignorare gli stacchi musicali dall’alibi… questi sono troppo brevi per coprire un ipotetico omicidio! Ricordiamoci infatti che il viaggio dell’ascensore da un piano all’altro dura cinque minuti.”

“ E-Esatto, dannazione !” Ruggì Ebisawa, ora più sollevato.

 

“ Ok, quindi abbiamo tolto pure Ebisawa dalla lista dei sospettati. E ora? Continuiamo così fino a che qualcuno non ha una scusa poco soddisfacente ?” Lo Ultimate Liar riprese ad attaccare, pur avendo accusato una sconfitta.

“ In realtà non abbiamo finito affatto con Ebisawa.” Lo corresse la criminologa.

“ E che diavolo, ma ce l’hai con me oggi ?!” Urlò esasperato lo Ultimate Radio Host, con le mani nei capelli.

“ Ho bisogno di un tuo resoconto su ciò che hai visto prima che arrivasse il resto di noi.”

In qualche modo la voce della ragazza non rassicurò per niente il presentatore radiofonico, il quale emise un flebile sospiro.

“ Allora… sarò chiaro e conciso per evitare incomprensioni.” Iniziò, schiarendosi la voce.

“ Sono uscito dalla mia camera alle 6, ma una volta arrivato in salone non c’era nessuno. Forse Mitsuko mi aveva anticipato di qualche secondo… comunque sia ho iniziato il mio programma a quell’ora, e dopo poco Arima è stato il primo di voi ad entrare.”

“ Arima è stato il primo? Credevo che la prima ad arrivare fosse Kigiri.” Lo interruppe Nishizaka Iki.

Nashi ricordò che circa alle 7:30 aveva trovato in salone solo Ebisawa, Nishizaka, Amari e per l’appunto Kigiri.

“ E allora dov’era Arima ?” Chiese confusa la Ultimate Video Maker con le orecchie da gatta.

“ È andato in bagno subito dopo essere entrato, saranno state le 6:10. Non è più uscito da lì.”

Proseguì Ebisawa, grattandosi la barba sul mento con fare pensieroso.

“ Come fai ad esserne così sicuro? Forse eri troppo preso dal tuo programma.” Sembrò riprenderlo con tono accusatorio Kumagai Yone, ricevendo subito una risposta.

“ Anche se fosse, il mio microfono è super sensibile e percepisce quando la porta viene aperta o no. Infatti, dalla registrazione è possibile sapere l’orario in cui tutti voi siete entrati nel salone !” Confessò con orgoglio lo Ultimate Radio Host, gonfiando il petto.

“ Se solo fossi così attento sempre, e non quando piace a te …” Un commento acido da parte di Amari Sako però rovinò la sua posa carica di fierezza, facendolo vacillare.

“ Cosa intendi ?” Domandò, indispettito.

“ Che vederti sveglio è più raro di assistere ad un miracolo! Come può uno come te essere un professionista ?!” Strillò inviperita la video maker.

 

- Giusto …- Qualcosa in quel discorso aveva appena riportato l’attenzione di Nashi su di un dettaglio fondamentale.

La dichiarazione di Ebisawa non era sincera.

“ Sono d’accordo !” Esclamò con tutte le sue forze, indicando prima Amari, e poi il diretto interessato.

Ebisawa lo guardò con aria confusa, non riuscendo proprio a capire cosa gli passasse per la testa.

“ Ebisawa, hai detto che la registrazione ci permetterebbe di sentire l’orario in cui tutti sono entrati nel Salone… ma è falso !” Lo Ultimate Memory, preciso come un database, recuperò le informazioni che gli servivano per poi esporle.

“ In realtà la tua puntata ha perso ben venti minuti, dalle ore 7:00 alle ore 7:20, come è possibile notare sentendo solo dieci minuti di canzoni della band Begrave.”

“ Uhm… 7:20? È stato poco prima che io arrivassi.” Osservò Nishizaka.

“ Sicuramente l’ingresso perso è stato il mio.” Ammise Kigiri.

 “ E… questo cosa vuol dire… ?” Balbettò Ebisawa, deglutendo a vuoto per il panico.

Gli occhi verdi del bruno si aprirono al suono della sua voce, conferendogli subito la risposta.

“ Vuol dire che, come ti rimprovera spesso Amari… ti eri addormentato !” 

 La Ultimate Video Maker strinse i pugni e digrignò i denti come un animale schiumante di rabbia.

“ Lo sapeeevo! Hai editato la puntata per tagliare il tuo colpo di sonno !” Ringhiò.

Ebisawa non poté far altro che accasciarsi sul palco, senza più tentare di difendersi.

“ Ok, è successo. Ma solo per venti minuti… non è così grave.” Singhiozzò sconsolato.

 

“ Va bene, va bene, ma… questo cosa significa ?” Domandò scettico Zayasu Korin.

“ Cosa stiamo cercando in quell’intervallo di tempo perso ?”

“ La colpevolezza di Arima Robun.” Proprio quando Nashi era sul punto di rispondere, Yonamine lo precedette.

Lo Ultimate Memory guardò amareggiato l’attore, il quale continuava con la sua teoria.

“ Ma… Arima è sempre stato così gentile e disponibile !” Esclamò Lilith, addolorata dal sentire ancora quelle accuse.

“ Ehi, io sto con la rossa !” Ruggì Kumagai Yone, squadrando aggressivamente Yonamine.

“ Arima è stato un damerino abbastanza coraggioso da arrampicarsi sulla statua e salvarla quando è arrivata qui !”

“ C’ero anch’io.” Si aggiunse Umezawa Gaho, confermando così un trio di difesa per il defunto Ultimate Event Planner.

Yonamine Genjo sollevò lo sguardo su loro tre, per poi posarlo brevemente sulla Ultimate Majokko.

“ Sì, certo… quando è arrivata qui.” Sibilò con un sottile tono sprezzante.

- Cosa gli prende ?- Si domandò Nashi.

Era la terza volta che l’attore dimostrava un atteggiamento strano quando Lilith gli parlava.

- Sembra quasi… odio.-

 

“ Ascoltatemi bene !” Riprese l’attore, questa volta con più grinta.

“ E se Mitsuko fosse arrivata proprio durante quei venti minuti? Sarebbe stato il momento migliore per Arima, il quale aspettava solo che Ebisawa si addormentasse, per condurla al Secondo Piano ed ucciderla !”

Akagi Aozame sembrò rifletterci su.

“ Effettivamente può essere la risposta al perché nessuno, nemmeno Ebisawa, può testimoniare di aver visto Mitsuko.”

“ Quindi forse… non era arrivata prima di Ebisawa… ma solo prima che lui si svegliasse.” Nishizaka Iki si portò una mano alla fronte, rabbrividendo.

“ Se solo fossimo arrivate prima, magari avremmo potuto sventare l’omicidio !”

L’indagine privata di Yonamine Genjo l’aveva portato a costruire una teoria, e dopo l’aggiunta di un nuovo dettaglio sembrava aver trovato il modo migliore per rafforzarla.

Eppure Nashi vedeva la convinzione di Yonamine solo come un grosso ostacolo per la verità.

Un ostacolo che andava fermato prima che contagiasse la verità stessa.

 

“ Non può essere così !” Un sospiro affaticato fuoriuscì dalla sua bocca, fronteggiando lo sguardo gelido dello Ultimate Actor.

“ Ah sì, Nashi ?” La voce di Yonamine era incredibilmente accomodante, eppure il bruno sapeva quanto fosse difficile interpretare le reali emozioni dell’attore.

“ Perché allora non mi dimostri che sbaglio ?!” Incalzò l’altro, questa volta alzando il tono di voce.

Lo Ultimate Memory chinò il capo e strinse gli occhi.

Doveva pensare per bene, senza sbagliare.

 

“ Mi immagino già la scena !” Incominciò a parlare l’attore, con occhi spiritati e completamente coinvolti nella sua furiosa interpretazione.

“ Arima conduce Mitsuko al Secondo Piano con l’inganno …”

“ Non può essere così…” Ripeté invece Nashi, a voce troppo bassa per essere sentito.

“ Dopodiché la attacca in giardino con il falcetto, finendola poi in libreria …” Continuò Yonamine, sempre più folle.

“ Non può essere così.”

“ Poi sceglie di suicidarsi, attivando la copertura della piscina in modo da non potersi più tirare indietro !”

“ Non può essere così !!” L’urlo di Nashi squarciò la tensione nell’aria, sovrastando la voce dello Ultimate Actor e facendolo sussultare.

“ C’è un solo dettaglio che fa saltare la tua intera teoria, Yonamine !” Nashi sollevò il dito indice verso l’aria, per poi farlo ricadere puntando alla testa del suo avversario.

“ Ed è l’ora del decesso !”

 

“ L’ora ?!” L’attore sobbalzò all’indietro, inavvertitamente facendo sbalzare lontano il suo cappello.

“ Giusto! Come ho fatto a dimenticarlo ?” Akagi Aozame si batté il pungo su di una mano, improvvisamente illuminato dalle parole del ragazzo.

Nashi allora estrasse il suo e-Handbook, aprendo il Monokuma File.

“ Il colpo di sonno di Ebisawa va dalle 7:00 alle 7:20, e questo è sicuro… però qui c’è scritto chiaro e tondo che l’ora del decesso di Arima è alle 6:50! Quello di Mitsuko avviene persino dopo, alle 7:00.”

L’evidenza era ormai davanti agli occhi di Yonamine, il quale strabuzzò gli occhi, impallidendo.

“ Almeno sappiamo che Mitsuko è davvero entrata prima di Ebisawa, e che Arima si è diretto al Secondo Piano dall’ascensore nel bagno.” Osservò Nishizaka, sollevata.

“ Però, Yonamine… c’è ancora qualcosa che ci nascondi.” Riprese parola Nashi, tornando a guardare l’attore.

 

La faccia di Yonamine tremò, ormai incapace di recuperare un’espressione vittoriosa come quella di prima.

“ Di cosa parli ?” Domandò timoroso.

“ Parlo del tuo e-Handbook, il quale hai detto che è stato rubato stamattina direttamente dalla tua camera !”

“ Cosa?! Un fantasma gli ha rubato l’e-Handbook ?” Gridò allarmato Umezawa Gaho.

“ Spooky Scary Skeletons !” Lo seguì a ruota Amari Sako, nascondendosi sotto al palco per la paura.

“ Sì certo, il fantasma formaggino.” Sospirò Takejiro, arrendendosi alla stupidità dei due.

Anche Nashi si ritrovò imbarazzato dal rettificare l’ovvio.

“ Ehm, no. Nessun fantasma o… qualsiasi cosa abbia detto Amari.”

In quel momento Zayasu Korin, serio e composto come sempre, cercò di salvare la conversazione.

“ Yonamine, qualcuno è entrato in camera tua per rubarti l’e-Handbook ?”

L’attore rispose con un rapido sì, appena sussurrato.

“ Io non ti credo.” Ribatté allora lo Ultimate Fanfiction Writer, assumendo un’espressione dura in volto.

 

“ Eh? Corex, ma… non sarà abbastanza per Yonamine ?” Si fece avanti Lilith, provando a difendere il compagno.

L’attore non ebbe alcuna reazione a quanto gli stesse accadendo.

“ No Lilith. È evidente che ci stia mentendo.” Fermamente convinto, lo scrittore si rifiutò di ascoltare la ragazza.

“ Mentendo è una parola grossa, Zayasu.” Lo interruppe Fujima Wakuri.

“ Corex! Mi chiamo Corex !” Strillò l’albino, sbattendo i pugni sul palco con rabbia.

“ Lo so che ti piace farti chiamare con questo nome strano, però mi sei simpatico comunque.” Ignorando praticamente le emozioni dell’altro, la Ultimate Toxicologist gli sorrise con fare comprensivo.

- No… ha ragione lui.- Pensava invece Nashi, preoccupandosi però di riprendere il discorso prima che Zayasu si accanisse su Fujima con tutta la sua ira.

“ Sono d’accordo !” Balzò sull’attenti, riportando l’attenzione su di Yonamine.

 

“ Se non avessi avuto il tuo e-Handbook, allora non avresti potuto compiere un’importante azione… ovvero usare l’ascensore !”

Sebbene non avesse potuto vedere quella mattina Yonamine usare l’ascensore, gli sarebbe stato impossibile spostarsi da un piano all’altro senza e-Handbook.

“ Ah, giusto.” Sembrò ricordarsi Lilith, prendendo parola con sicurezza.

“ Prima Yonamine è letteralmente sparito non appena è entrato in piscina, per poi farsi trovare al Primo Piano quando siamo scesi.”

“ Non solo.” Aggiunse Zayasu, recuperata la calma.

“ Questa mattina alle 9 non ha voluto prendere l’ascensore con noi… eppure poi l’abbiamo trovato in piscina.”

“ In piscina, esatto.” Kigiri si intromise nella discussione, come sempre per sollevare un dettaglio importante.

Ormai lo Ultimate Actor non reagiva più alle parole degli altri, ma quando lei insorse con il suo tono rigido, lo poté notare sollevare uno sguardo colmo di preoccupazione.

“ Sono due particolare degni di nota.”Fece notare la ragazza dai capelli lilla, strofinandosi un guanto.

 

Nashi socchiuse gli occhi, concedendosi una rapida riflessione.

- Yonamine non ha voluto prendere l’ascensore con noi ragazzi… però poi l’abbiamo ritrovato in piscina. E sempre dalla piscina, al termine delle indagini… sembrava essere sparito.-

Spalancò le palpebre, sentendosi improvvisamente la testa pesante. Non gli sembrava vero ciò che stava per dire, ed in altre circostanze si sarebbe vergognato di dover fare una figuraccia, eppure tutto doveva essere detto.

“ Yonamine, tu sei… una ragazza.”

Il silenzio calò nella stanza, mentre tutti gli studenti sbattevano le palpebre, forse convinti di non aver sentito bene.

Yonamine sospirò profondamente.

“ Uuuh! Che dejà-vu !” Ululò eccitato Monokuma, a bordo di una piccola macchina mentre compieva diversi drift attorno alla poltrona.

Il ragazzo che tutti credevano essere lo Ultimate Actor procedette sfilandosi la pesante sciarpa dal collo, rivelando delle labbra rosee e carnose, decorate con un rossetto color pesca.

I suoi lineamenti morbidi risplendevano ancor di più, ora che il suo viso era stato scoperto da ogni protezione, così quando sollevò lo sguardo verso gli altri, tutti impallidirono.

“ Sì. Sono una ragazza.” Ammise Yonamine, senza più alcuna esitazione nella voce.

 

“ Non… me n’ero proprio… accorto.” Balbettò Akagi, rimanendo incantato a guardare l’attrice con gli occhi spalancati e luminosi.

“ Questo è corretto chiamarlo amore a prima vista o no ?” Si domandò Amari, indicando lo Ultimate Rhythm Game Player. 

“ La bugia più ben costruita in cui io sia cascato.” Rivelò Takejiro con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

“ A questo punto però mi chiedo… perché? Se volevi essere lo stereotipo del ragazzo spaventato, tanto valeva essere una ragazza sin dall’inizio !” Aggiunse con una punta di perfidia, ricevendo però solo uno sguardo freddo e penetrante da parte della ragazza.

“ Non sono affari tuoi chi io scelgo di essere.” Disse soltanto Yonamine, e questo bastò a far tacere il corvino, insospettito da quell’aria pericolosa che emanava.


“ Non abbiamo il diritto di intrometterci nelle tue questioni personali, Yonamine, però dobbiamo risolvere tutti i misteri per raggiungere la verità.” Si scusò immediatamente Kigiri.

“ Come è possibile che nessuno se ne sia accorto, comunque ?” Domandò Umezawa Gaho.

Fu Monokuma a rispondergli, andando in escandescenze.

“ E pensare che non me ne sono accorto per tutto questo tempo! Ma, ah-a, bella mia! L’e-Handbook te lo assegno comunque con il sesso femminile.”

La ragazza fece spallucce.

 

“ Allora, Yonamine …” Ancora un po’ scosso per la rivelazione, Nashi si rivolse alla scoperta Ultimate Actress per risolvere i misteri lasciati incompleti.

“ Ti hanno davvero rubato l’e-Handbook ?”

La ragazza questa volta rispose immediatamente, con voce ferma e diretta.

“ Sì, questa mattina mi sono svegliata con la porta della mia stanza aperta e senza alcun e-Handbook.”

“ Però poi devi averlo ritrovato, giusto ?” Rettificò Zayasu Korin, il primo ad aver avuto questa intuizione.

“ Esatto. L’ho ritrovato in salone, accanto alla porta del bagno delle ragazze.” Rivelò l’altra.

 

“ Ah-a! Sei tu l’assassina !” Ripeté Amari Sako con lo stesso tono di prima.

L’attrice si volto verso di lei con aria indifferente.

“ No, perché ?”

“ Non ne ho idea.” Rispose la Ultima Video Maker, tornando calma.

“ Però mi sembra strano che sia finito proprio lì il tuo e-Handbook.”

“ Amari, tutti noi abbiamo visto Yonamine arrivare per ultim…a nel salone.” Spiegò Ebisawa Shoko con molta calma, come se stesse parlando ad un bambino.

 

“ Allora, se abbiamo visto tutti entrare nel salone e siamo sicuri che Arima non abbia ucciso Mitsuko, vuol dire che non scopriremo mai chi è stato il killer.” Con profonda tristezza, la voce di Lilith si levò tra gli studenti.

La ragazza magica dai capelli rossi aveva chinato il capo, artigliando il palco con le sue dita.

“ Io non… voglio morire !” Un singhiozzo disperato spezzò il silenzio.

Nashi provò un forte dolore vedendo la sua amica spezzarsi così.

- Però… ha ragione.-

Sapeva solo chi poteva non essere l’assassino, ma tutti gli altri avevano l’alibi della registrazione. Nessuno aveva aperto la porta senza che Ebisawa lo sapesse, e tutti tranne Arima e Mitsuko erano riuniti nel salone quando l’omicidio era già stato effettuato.

- Non c’è alcuna possibilità di sapere per certo chi è davvero l’assassino.- Comprese il ragazzo, sentendo il proprio corpo diventare sempre più freddo.

Si stava congelando. Si stava arrendendo alla realtà dei fatti.

“ Forse… forse dovremmo …” Singhiozzò tristemente Lilith, per poi sollevare lo sguardo verso lo Ultimate Memory.

Nashi vide i suoi occhi colmi di paura e sconforto.

“ Dovremmo affidarci a Nashi.” Terminò la ragazza, cercando di scandire le parole nonostante i brividi.

“ Eh ?” Sussultò il ragazzo, confuso.

 

“ A Nashi ?” Ripeté Kumagai Yone, anch’ella affranta.

“ Ci dovremmo affidare a lui? In che senso ?” Chiese Akagi Aozame, rimasto a spalle basse con la stessa espressione sconfitta degli altri.

“ Intendo dire che ci dovrà dire lui chi votare come colpevole.” Le ultime parole di Lilith, per quanto pronunciate con un tono speranzoso, fecero solo rabbrividire il ragazzo in preda alla disperazione.

“ No …” Si rifiutò immediatamente, ma la rossa gli fu subito addosso.

“ Ma Nashi, solo tu puoi aiutarci! Sono sicura che sai già chi votare !” La Ultimate Majokko sembrava stremata.

L’aria di tensione in quel luogo era troppa per lei. La paura di morire, di giudicare, di venir giudicati.

Era come se le fotografie dei defunti parlassero, rivelando gli orrori che solo un partecipante di quel sadico gioco poteva provare.

- Io non posso …- Cercò di dire lo Ultimate Memory, troppo stanco per trattenere le lacrime.

 

“ Non è così, invece ...”

Una voce interruppe quell’atmosfera tetra con estrema calma, facendo rinsavire Nashi.

“ Scusami se ti contraddico, Lilith.” Proseguì Zetsu con un sorriso a trentadue denti.

“ Però non abbiamo finito di analizzare tutte le ipotesi, ergo, direi che siamo lontani dalla fine.” Lo Ultimate Hypnotist si aggiustò gli occhiali sul naso mantenendo il sorriso stampato sul volto.

Nashi lo guardò, strabiliato dal tempismo con il quale il suo amico era riuscito a rischiarare la sua mente come fa una folata di vento con un mare di nuvole.

“ Ad esempio ?” Domandò la rossa, inclinando la testa di lato.

“ Oh, bhe, ad esempio il ritorno del killer ...” Rivelò il ragazzo dai capelli verdi con un ghigno.

 

“ Cosa intendi con il ritorno del killer? E di quale killer stiamo parlando ?” Domandò scettico Takejiro Kurisu al ragazzo.

Sembrava passata un’eternità da quando qualcuno aveva parlato. Gli studenti risultavano già molto affaticati da quel processo.

“ Chi è il killer? Non lo so.” Ridacchiò spensieratamente l’occhialuto.

“ Ehm… Terra chiama Jitsuke! Terra chiama Jitsuke! Mi sa che questo si è bevuto il cervello.” Ipotizzò Ebisawa Shoko, messo in soggezione dall’aria serena di Zetsu.

“ Oppure… ah-a! Sei tu l’assassi-” Ci riprovò Amari Sako, venendo fermata da una botta in testa da parte di Kumagai Yone.

“ Basta accusare le persone senza un motivo !” Ringhiò la Ultimate Contorsionist.

Intanto Zetsu era ritornato a guardare gli altri con il sorriso.

Nashi non credeva di aver mai visto il suo amico così rilassato e tranquillo, ed il fatto che lo fosse in un posto del genere lo stava facendo preoccupare non poco.

- Che cosa hai capito ?- Gli venne spontaneo chiedergli, prima di ricordarsi un dettaglio fastidioso.

Zetsu amava gli indovinelli.

“ Il ritorno del killer vuol dire che una terza persona presente al Secondo Piano, chiamiamola killer per comodità, deve pur essere tornata al Primo Piano per non farsi beccare.” Rispose infine, come se stesse recitando una cantilena.

“ Ma quando? Se l’avesse fatto la registrazione l’avrebbe sentito uscire dal bagno.” Contestò Nishizaka Iki, ricordandosi del programma radiofonico di Ebisawa.

“ La stessa registrazione che per venti minuti rimane un mistero, vorrai dire.” La corresse Yonamine Genjo, con voce seria e concentrata.

L’attrice si stava mettendo in gioco, seguendo le parole di Zetsu senza sottovalutarle.

Lo Ultimate Hypnotist gli fece il segno dell’ok con le dita, sorridendo.

“ D’altronde, se Mitsuko ha anticipato Ebisawa, non vedo perché qualcuno intenzionato ad ucciderla non possa averla seguita dal momento in cui ha lasciato la stanza.”

“ Un omicidio premeditato e ben studiato.” Concordò Kigiri, dall’alto della sua esperienza in casi del genere.

 

“ Vi state contraddicendo !” Li interruppe Umezawa Gaho, mostrando per la prima volta un volto cupo e molto più serio della sua solita espressione solare e raggiante.

Zetsu lo guardò con fare interrogativo.

“ Se davvero questo killer aveva premeditato tutto, ed è salito prima che arrivasse Ebisawa… come faceva a sapere che Ebisawa stesse dormendo ?” Domandò lo Ultimate Stuntman, spalancando le braccia.

“ Uhm …” Rifletté Kumagai Yone.

“ Effettivamente come poteva sapere che dalle 7:00 alle 7:20 avrebbe avuto via libera ?”

“ Non lo sapeva.” Rispose semplicemente Zetsu, per poi scoppiare nuovamente a ridere.

“ Oi, e allora ci prendi in giro sul serio ?!” Grugnì arrabbiato Umezawa.

“ No, no, dai… a questa domanda proprio non so risponderti.” Rivelò il verde, stringendosi nelle spalle.

 

-Zetsu… è strano.- Comprese Nashi, cercando di non distrarsi troppo.

- Però ha ragione. Deve esserci stato qualcosa che avrebbe potuto aiutare il killer a non farsi scoprire.-

Ripensò al Primo Piano. Ripensò al Secondo Piano.

L’unico modo per collegarli era l’ascensore, ed il killer sarebbe tornato dal Secondo Piano per nascondersi nel Primo Piano.

“ Ma certo, l’ascensore !” Colto dall’illuminazione, gli venne subito in mente un immagine nitida, accaduta appena qualche ora prima.

 

“ Guarda queste scarpe nuove! Per colpa di quello schifo di vernice nell’ascensore me le sono rovinate per sempre! Capisci quanto è costosa la tela ?”

“ Deve appartenere al barattolo di vernice negli oggetti che abbiamo requisito ieri. L’ho appena controllato ed è stato quasi del tutto svuotato. Persino un telo grigio manca …”

 

“ Kigiri, Nishizaka !” Richiamò all’attenzione le due protagoniste del suo ricordo.

“ Dev’essere stato con il telo macchiato di bianco. Ricoprendosi con lo stesso colore della parete del Salone, l’assassino sarebbe potuto passare mimetizzato anche sotto gli occhi di tutti.”

La Ultimate Criminologist, sentendo quell’ipotesi tanto plausibile, annuì convinta.

“ Credo che possa essere proprio andata così, Nashi. Però, questo vuol dire un’altra cosa …”

Il ragazzo rimase sorpreso dal sentire il tono della criminologa diventare più triste e meno duro, come se stesse per dargli una terribile notizia.

Cercò lo sguardo di Zetsu, ma vide anche lui impassibile e con le braccia serrate al petto.

“ Nashi… secondo te il killer per chi aveva preso l’e-Handbook di Yonamine, lo stesso che poi gli è caduto mentre tornava dal Salone ?” Gli domandò l’amico con gentilezza.

Il bruno comprese che stava cercando di portarlo alla risposta, di fargliela dire senza aiuti esterni.

Aveva studiato una pratica del genere, in filosofia era riconosciuta come la maieutica, ed il suo inventore era stato Socrate.

Con il cuore pesante, dovette pensare all’unica persona sul Secondo Piano che potesse aver bisogno di un e-Handbook dal profilo femminile.

“ Vuoi forse dire …”

Quasi provò vergogna nel guardare negli occhi la fotografia dello Ultimate Event Planner.

“ Che Arima era complice dell’assassino ?”

 

“Mi piace darvi una mano, e svegliarmi presto per apparecchiare non mi pesa per niente.”

“ Guardate un po’! Questo è il progetto dell’allestimento delle sedie, dei tavoli e del palco !”

 

Kigiri lo guardò, rimanendo in un silenzio carico di rammarico.

“ D-Dannazione …” Kumagai venne scossa da un brivido, e per cercare di sopprimerlo si conficcò le unghie in un braccio.

“ Non può essere vero… proprio lui ?” Singhiozzò con rabbia.

Vedendola piangere persino la determinata e coraggiosa ragazza, tutti gli studenti ebbero una morsa al cuore.

 

“ Probabilmente l’assassina l’aveva rubato per consentire ad Arima di salire nell’ascensore femminile, promettendogli poi di usufruire dello stesso trucco del telo dipinto di bianco. Trovarsi Ebisawa già in salone però ha messo Arima nella condizione di non poter andare nel bagno delle ragazze, o sarebbe stato sospetto.” Zetsu stava comprendendo per filo e per segno il piano, unendo finalmente i tasselli sparpagliati nel buio di quel mistero.

“ Assassina ?” Ripeté confuso Zayasu Korin.

“ Bhe… è per forza una femmina, oppure avrebbe rubato un altro e-Handbook femminile, visto che gli schizzi di vernice si trovano nell’ascensore delle ragazze.” Rispose immediatamente Takejiro, il quale iniziava a realizzare tanto quanto gli altri.

“ Però… resta il fatto che questa assassina ha tradito il suo complice.” Insistette lo scrittore di fan fiction, riflettendo attentamente sulle prossime parole da dire.

“ Dev’essere stata lei ad uccidere Arima, magari facendogli perdere conoscenza mentre si trovava in piscina.”

 

“ In piscina… c’era l’orologio dalle lancette spostate.” Nashi, con la voce di chi era appena rinvenuto da un profondo sonno, cercò di riprendersi e di formulare un discorso coerente.

“ E questo cosa centra ?” Domandò Amari Sako, non trovando il nesso logico.

“ Bhe, ricordiamoci che le lancette sono spostate di un’ora in avanti.” Ribadì  Kigiri.

“ Arima è stato ucciso in piscina alle 7:50, orario che invece l’orologio avrebbe riportato come le 8:50.”

La Ultimate Video Maker comprese allora cosa l’altra volesse dire.

“ Ah, ma per quell’ora noi eravamo tutti riuniti giù… intendo alle 8:50.”

“ Esatto! Arima credeva che noi saremmo saliti da un momento all’altro !” Nashi anticipò la risposta della ragazza dai capelli lilla, finalmente afferrando il ragionamento.

 

“ L’assassina ha modificato le lancette dell’orologio per far credere ad Arima che mancasse poco tempo, così lui si è diretto in piscina per…”

Ripensò agli spruzzi di sangue in giardino.

“ Lavarsi via il sangue dai vestiti per non apparire sospetto.” Concluse, mostrando uno sguardo determinato.

“ Ed è stato allora che il suo complice l’ha tradito. Alle 7:50, non alle 8:50.” Zayasu Korin schioccò le dita, compiaciuto della soluzione di quell’enigma.

 

“ Aspetta… questi schizzi di sangue appartenevano a Mitsuko sì o no ?” Chiese spazientita Nishizaka, ancora scossa dalla rivelazione riguardo Arima.

“ Sì… però Arima non ha ucciso proprio nessuno.” Rivelò allora Nashi, sicuro di aver così salvato, almeno in parte, la reputazione del defunto amico.

Zetsu prese parola, accordandosi al suo discorso.

“ Questo perché Mitsuko è morta dieci minuti dopo di lui. Però c’è un dettaglio interessante riportato nei Monokuma File: il suo cuore si è fermato alle 6:30. Cosa può voler dire ?”

Nashi ebbe l’impressione che l’amico sapesse già la risposta, ma che si divertisse a lasciarla scoprire anche agli altri.

 

“ Bhe, magari l’ha assalita, colpendola e ferendola… e lei per la paura è svenuta.” Propose Akagi, sebbene non fosse molto sicuro della risposta.

“ Non svieni se qualcuno ti attacca con un falcetto! Se fosse così i film horror durerebbero molto meno.” Puntualizzò Amari Sako.

“ Deve comunque averla attaccata, no?! Ci sono tracce di sangue in giardino.”

 

- Il giardino… sangue in giardino.- Pensò Nashi, sempre più assorto nel processo.

- Qualcosa che può farti fermare il cuore per lo shock …-

Comprese di star trascurando un dettaglio importante quando nella sua mente si materializzò il giardino del Secondo Piano nella sua interezza.

- Ma certo! Il giardino conta anche la statua di Monokuma… ed anche quella era macchiata di sangue !-

“ Vi ricordate quando Arima si arrampicò sulla statua di Monokuma per portare in salvo Lilith ?” Domandò allora, sperando che gli altri gli venissero incontro.

La Ultimate Majokko in questione annuì vigorosamente, ed anche Umezawa e Kumagai la seguirono.

“ Sì, certo. Era coraggioso, però cadde e…” Lo Ultimate Stuntman si interruppe durante il discorso, rimanendo con la mascella spalancata.

“ V-Vuoi dire… !?” Esclamò La Ultimate Contorsionist.

 

“ Durante lo scontro Arima ha ferito Mitsuko, sì, ma non mortalmente. Il problema è che lei deve essere scivolata dal parapetto, cadendo nel vuoto.”

“ E siccome non si può lasciare questa torre nemmeno cercando un bacio appassionante con il terreno …” Ironizzò Takejiro con un sorriso divertito.

“… il Monokuma-Volante l’ha riportata sul piatto della statua, proprio come aveva fatto con Arima quel giorno !” Terminò lo Ultimate Memory.

Zetsu si scosse nelle spalle, rabbrividendo.

“ Ricordo la sensazione! Stava per fermarsi il cuore anche a me, vi giuro.” Sussurrò a denti stretti e con un’espressione terrorizzata.

 

“ Capisco… quindi poi Mitsuko è stata trascinata in libreria, come risulta dalle strisce di sangue.” Fujima Wakuri ricordò la discussione avuta con Nashi in libreria durante l’investigazione, così seppe aggiungere anche un prezioso dettaglio grazie al ragazzo.

“ E devono averla nascosta dietro la libreria, credendola morta !”

“ Però non era morta, vero? Non è davvero tornata in vita tipo un fantasma ?” Chiese dubbioso Umezawa, probabilmente perché i fantasmi lo spaventavano davvero.

“ Spooky Scary Skeletons !” Strillò Amari Sako per la seconda volta.

Kigiri scosse la testa.

“ Il suo cuore deve aver ricominciato a battere per un caso fortuito… o forse per sua sfortuna, perché quando si è risvegliata la libreria è caduta, così l’assassina ha potuto accorgersi del suo risveglio.”

Con tono di voce macabro, scandì le ultime parole.

“ E allora è stata …”

Non servì terminare la frase. La visione della brutale morte della Ultimate Hexer ancora perseguitava gli studenti come un incubo.

 

“Uhm… però non mi sembra che così abbiamo trovato l’assassino.” Nonostante ora suonasse molto più partecipativo, il tono di Takejiro era sempre più scoraggiante.

Anche Zetsu, sorprendentemente, annuì con un sorriso tirato.

“ Purtroppo è vero. Non c’è nient’altro… speravo che il killer si tradisse da solo parlando un po’ troppo, però nulla.”

La Ultimate Criminologist guardò i due arrendersi senza dire una parola. Semplicemente si voltò verso Nashi con curiosità.

“ E tu, Nashi? Pensi che non ci sia nient’altro ?”

Il ragazzo si sentì come trafitto da una freccia nel sentirsi porre quella domanda.

Non aveva niente. Per tutto questo tempo si era lasciato guidare dalla speranza della criminologa, di Zetsu, di Takejiro o di Lilith. Però, ora che la situazione era in stallo, non gli rimaneva niente.

Nessuno aveva più niente di cui parlare.

 

“ Il tempo sta per scadere …” Brontolò Monokuma, approfittando senza dubbio con tutto il suo sadismo dello sguardo sofferente del ragazzo.

- Non posso cedere, anche se non ho niente…- Si ripeté il ragazzo, stringendo i pungi.

- I miei compagni sono morti… e quelli rimasti in vita stanno lottando con tutte le loro forze per vendicarli. Però loro sono più speciali di me… con i loro… talenti.-

Si ficcò una mano nella giacca, estraendo un foglio di carta, il quale emise il suo fruscio nel silenzio tombale.

-Talento.-

Come aveva fatto a non capirlo fino ad allora?

-Il mio talento.-

Aveva la risposta sotto gli occhi.

 

“ Lilith ?” La sua voce, resa rauca dallo sforzo di quel processo, richiamò la Ultimate Majokko nonostante fosse molto distante da lui.

“ Sì ?” Rispose la ragazza, pronta ad essere d’aiuto anche in quella situazione.

“ Hai presente quando, prima di salire al Secondo Piano, parlavamo della radio di Ebisawa e hai detto: mi sono piaciuti i Begrave, non pensavo di poterli sentire passare in radio ?

“ Sì.” Rispose ancora lei, non comprendendo però il perché di quella domanda.

“ Riesci per favore a ricordare quando li hai sentiti passare in radio ?” Domandò il ragazzo, e dopo la seconda domanda la Ultimate Majokko scrollò le spalle con un sorriso impacciato.

“ Non proprio, scusami. Perché ?”

Il ragazzo voltò il foglio verso di lei.

Era la scaletta della puntata radiofonica di quella mattina.

 

Puntata Numero 3:

Musica-Dalle 6 alle 6:30: Compilation di Black Cherry.          

Argomento- Chiacchiere mattutine / Cosa è successo negli ultimi giorni.

Musica-Dalle 6:30 alle 7: Compilation di Summer Tree.

Argomento- Consigli su come impiegare il proprio tempo.

Musica- Dalle 7 alle 7:30: Compilation di Begrave.

Argomento- Frequently Asked Questions

Musica- Dalle 7:30 alle 9: Sayakers

Argomento- Interviste agli Ultimate Students.

 

 

“ Posso sapere come hai fatto a sentirli in radio, se dalle 7:00 alle 7:30 nessuno ti ha visto entrare in Salone ?”

Spalancando i suoi profondi occhi verdi, lo Ultimate Memory fissò la ragazza dai capelli rossi, e la vide impallidire sotto quello sguardo carico di accusa.

Come una musica frenetica, la tensione si impossessò degli studenti, i quali puntarono con i loro occhi Lilith come avrebbe fatto una calamità con il ferro.

“ M-Ma cosa dici, N-N-Nashi…? L’ho sentita dalla mia… camera.” Tentò di giustificarsi la ragazza, incollando le braccia ai fianchi per rimanere rigida e non tremare.

“ Quindi eri sveglia in quel periodo di tempo ?” Le domandò Kigiri, posandosi il dito indice accanto alle labbra.

“ Sì.” Rispose subito la ragazza, aggiungendo poi con più enfasi:

“ Ma non vedo come questo possa essere un motivo di accusa! Altri saranno stati svegli per quell’ora… te compresa, o sbaglio ?!”

La criminologa annuì silenziosamente, non proferendo più parola.

 

“ Allora, oltre alla musica, avrai sentito anche tu… la puzza.” Esordì Takejiro con un ghigno, semi nascosto dall’ombra del suo cappuccio.

“ La… puzza.” Ripeté Lilith, cercando di non sembrare troppo confusa.

“ Già …” Comprese Nashi, ritornando con la mente alle investigazioni.

“ Me ne ha parlato anche Fujima Wakuri… però io non l’ho sentita dalla mia camera.”

La Ultimate Toxicologist fu felice di sentire quelle parole, per qualche motivo.

“ L’avremo sentito solo noi due… e a quanto pare anche Lilith, quindi il campo si restringe, giusto ?”

La ragazza dai capelli arancioni riservò un sorriso gentile alla Ultimate Majokko, la quale fece cenno di sì con la testa, seppur mascherando malamente un certo nervosismo.

“ Sì. Però non saprei bene di cosa fosse… non è che sai dirmelo tu, Lilith ?” Domandò allora lo Ultimate Liar, assumendo un ghigno vittorioso di pura superbia.

 

Tuttavia la rossa rimase impassibile, e con tutta calma rispose.

“ Candele. Dovevano essere candele.”

Takejiro e Fujima si fissarono a lungo, per poi annuire.

“ Sul serio? Chi può accendere delle candele di prima mattina ?” Domandò Nishizaka Iki, incredula.

“ Mitsuko.” Rispose semplicemente Lilith, per poi rivolgersi nuovamente a Nashi.

“ Ok, Nashi… ora ti fidi di me ?”

 

La risposta del ragazzo non tardò ad arrivare, e fu più fredda di un blocco di ghiaccio per i nervi della ragazza.

“ Assolutamente no! Anzi… mi hai dato un motivo in più per sospettare di te.”

Gli studenti guardarono prima Nashi e poi Lilith.

Il primo, impassibile, respirava profondamente, la seconda invece rimaneva immobile come una statua di gesso.

“ Cos-?” Tentò di chiedere la ragazza magica, venendo subito interrotta dal ragazzo, questa volta esploso con un tono furente.

“ Come puoi sapere che Mitsuko accende le sue candele ogni mattina, eh, Lilith ?!”

Gli occhi della rossa si spensero, diventando come uno specchio per il volto adirato del bruno.

“ È stata un’informazione che ha confidato solo a me, e a meno che tu non l’abbia osservata a lungo, non avresti dovuto saperlo !”

 

“ Kh-Kekekeke !” Rise Takejiro, gracchiando come una cornacchia.

Quella situazione lo divertiva come un sketch comico in un cabaret.

“ Veder cambiare il colore della tua faccia come un semaforo non ha prezzo.” Confessò, indicando la ragazza, la quale ora tremava a denti stretti per la rabbia.

Ripresosi, il ragazzo sospirò profondamente, tornando serio.

“ E comunque non era affatto odore di candele. Io e Fujima ti abbiamo mentito.”

La rivelazione colpì la Ultimate Majokko senza alcuna pietà, facendola tremare da capo a piedi con un unico, terribile, brivido.

L’occhio rosso del corvino lo squadrava, risplendendo all’ombra del suo cappuccio. La Ultimate Toxicologist continuò a sorridere amabilmente, congiungendo le dita per formare un cuore.

“ Riconoscerei odore di vernice bruciata lontana un chilometro, tesorino. È una componente piena di prodotto tossici, quindi è il mio forte! Invece… bluffare non è il mio forte, per fortuna Takejiro mi ha consigliate bene !”

La voce dolce di Fujima non rassicurò per niente Lilith, ma anzi fece sussultare gli studenti sui loro palchi.

“ Hai detto… vernice ?” Esclamò Umezawa Gaho, con la mascella che ormai sfiorava il pavimento.

“ Bhe, in qualche modo doveva pur disfarsi del telo verniciato !” Rise Zetsu di risposta.

 

“ No.” Con voce strozzata dalla tensione, la ragazza dai capelli rossi trasformò il brusio in silenzio.

Tremava, era colma di rabbia e paura, ma quando sollevò lo sguardo i suoi ardevano come fiamme.

Li puntò su Takejiro e Nashi, forse con l’intento di arderli vivi.

“ Ci sono ancora due dettagli che impediscono alle vostre… stupide accuse di essere concrete !” Urlò a pieni polmoni, non facendo però nemmeno sbattere una palpebra ai ragazzi.

“ Sto parlando proprio del telo… e dell’orologio.”

 

“ Cosa centra l’orologio adesso ?” Sbottò Kumagai, venendo poi interrotta da un’occhiata feroce della rossa. La bionda, che non si era mai piegata per niente, sentendosi quegli occhi addosso ebbe un primordiale istinto di arretrare, così si ammutolì di colpo.

“ Centra.” Disse la ragazza.

“ Dimostratemi come ho fatto a disfarmi del telo! In camera mia non troverete nessun accendino o prodotto per bruciare qualcosa… in più, l’orologio! Non sono così alta da raggiungerlo, quindi per me sarebbe stato impossibile spostare le lancette.”

Il semplice scambio di sguardi annunciò la sfida.

L’ultima sfida di quel processo, l’ultimo passo dalla verità.

 

A quel punto Nashi vacillò: era stanco e la testa sembrava stargli andando in fiamme.

- Come mi ritrovo in questa situazione… a giudicare proprio Lilith ?- Si odiò per le parole che aveva detto.

Per tutte le accuse, per tutti gli stratagemmi usati.

Lilith era stata colei che gli aveva donato la speranza per affrontare quei giorni così difficili. All’inizio dell’investigazione si era ricordato delle sue parole, e proprio quelle gli avevano infuso forza e determinazione.

“ Ti prego, Nashi …” Supplicò intanto la ragazza, guardandolo negli occhi con un’espressione più mite.

“Sono sicura che è questo il tuo compito qui.”

“ Dimentichiamoci di tutto e andiamo avanti.”

“Sei l’unico che ha il coraggio e la determinazione per poter risollevare gli animi di tutti noi.”

“ Guidaci tu e dicci chi votare.”

“Quindi se ti abbatti tu, come potremmo farcela ?”

“ Per favore… Nashi …”

 

“ Forze del male …” Canticchiò il ragazzo, riprendendosi dalla sua prigionia di ricordi e sogni.

Kigiri lo guardò confusa, mentre Takejiro al suo fianco spalancò gli occhi con immensa meraviglia.

“ Kekekeke !” Rise fragorosamente, al punto da doversi tenere la pancia per le troppe risate.

“ Preparatevi ad essere annientate nel nome della Speranza !” Lo Ultimate Memory sollevò i pugni sopra la testa, per poi assumere una posa drammatica.

“ Emissaria della Speranza, Ultimate Majokko !” Si presentò infine, senza staccare gli occhi da Lilith.

 

Lei era immobile, con la mascella bloccata e gli occhi lucidi. Una goccia di sudore le attraversò la fronte, scivolando via.

“ Ti ricordi quando in classe hai mostrato i tuoi trucchi a Takejiro?! In quell’occasione hai sfoderato uno scettro allungabile… ovvero tutto ciò che ti serve per raggiungere le lancette dell’orologio in piscina.”

Nashi poi imitò il gesto di spalancare le mani per farvi uscire qualcosa.

“ Baaam! Fuoco e fiamme !” Dichiarò con espressione seria nonostante le pose ridicole che stava assumendo.

“ Basta concentrare il gas di un accendino nella mano per poi dargli fuoco con qualsiasi cosa… magari anche una piccola carica di polvere da sparo tra le dita !”

“ Ed ecco che il telo prende fuoco! Magia !” Rise Takejiro, mimando una pistola con le dita per poi fingere di sparare un colpo alla ragazza.

 

“ Accidenti …” Fischiò Fujima Wakuri, colma di ammirazione.

“ Doveva essere proprio la piccoletta ?!” Commentò con disgusto Kumagai Yone, stringendo il pugno fino a farlo tremare per la tensione muscolare eccessiva.

“ È terrificante per qualsiasi essere umano, non importa come la metti… due omicidi.” Akagi Aozame ancora non riusciva a credere a quanto fosse successo.

“ Bel lavoro ragazzi !” Applaudiva intanto Zetsu, incurante delle espressioni afflitte degli altri.

 

“ Ecco com’è andata …” Sospirò profondamente Nashi, chiudendo le palpebre per immergersi nella scena del crimine che finalmente aveva ricostruito.

 

Alle ore 6:00 Mitsuko uscì dalla sua camera per dirigersi al Secondo Piano, senza sapere di star venendo seguita dal suo assassino. Il killer aveva già consegnato ad Arima Robun un e-Handbook dal profilo femminile, rubato a Yonamine Genjo, per poter prendere l’ascensore femminile.

L’assassino salì assieme a Mistuko, mentre Arima dev’essere stato più lento, in quanto nel salone era già presente Ebisawa Shoko. Per non destare sospetti allora il ragazzo usò l’ascensore del bagno dei ragazzi, raggiungendo il suo complice. Lì, utilizzando il falcetto per l’agricoltura preso dalla scatola degli oggetti non utilizzabili, Arima attaccò Mitsuko.

Non la uccise, ma nello scontro lei scivolò giù dalla balconata. Per via delle regole venne recuperata da un Monokuma-Volante e riposta sul piatto della statua nel balcone, ma in quel momento il suo cuore si era fermato per lo shock. Credendola morta, Arima la trascinò in libreria, nascondendola dietro uno scaffale.

Intanto l’assassino si è diretto verso la piscina, e spostando le lancette con uno scettro allungabile, fece credere ad Arima che mancasse poco all’orario in cui tutti sarebbero saliti, ovvero le 9:00. In preda al panico Arima cercò di lavare via il sangue di Mitsuko nell’acqua, e fu allora che l’assassino l’ha colpito alle spalle, tradendolo. Lui cadde in acqua privo di sensi, e mentre l’assassino calava la copertura sopra la vasca, iniziò a morire annegato.

In quel momento però il cuore di Mitsuko riprese a battere, sfortunatamente prima che l’assassino se ne andasse. Infatti questo, sentendo la libreria ribaltarsi in un tentativo di fuga della Ultimate Hexer, la raggiunse subito armato di falcetto. L’assassino consumò così la sua seconda vittima in libreria, facendo a pezzi Mitsuko dieci minuti la morte di Arima.

L’assassino si era però preparato per la fuga: verniciando un telo dello stesso colore delle pareti nel salone, ovvero di bianco, seppur lasciando macchie sospette nell’ascensore, riuscì a scappare senza destare troppi sospetti. Una volta raggiunta la sua camera, per disfarsi del telo unto di vernice e sangue, utilizzò un trucco di magia, dandogli fuoco per non lasciare alcuna traccia.

 

“ Non avrei mai immaginato di arrivare a questa conclusione... ammetti la tua colpevolezza, Lilith Kurenai !” La sensazione che Lilith provò quando Nashi la puntò con il suo dito, fu paragonabile ad una scossa da diversi milioni di volt capace di farle a pezzi i nervi.

“ N-No, Nashi …” Implorò la ragazza, ormai spoglia di qualsiasi forma di coraggio che le permettesse di controbattere.

Impotente fissava con i suoi occhi tremanti lo Ultimate Memory, mentre tutto attorno il silenzio regnava sovrano in un’atmosfera colma di rammarico.

“ Non sono stata io, ve lo giuro !” Strillò con la forza dei suoi polmoni, artigliando il palchetto e sporgendosi verso i suoi compagni. Gli amici che in quei giorni le avevano infuso coraggio, gli unici su cui poteva contare.

Eppure, proprio quegli studenti ora si sentivano traditi, e non ricambiarono quella silenziosa richiesta d’aiuto neppure per un secondo.

“ La vita di ognuno di noi è importante, Lilith …” Mormorò con tono serio Zetsu, guardando in un punto indefinito per terra.

“ Se tu fossi stata al posto di Arima e Mitsuko, ci saremmo senza dubbio battuti fino alla fine per scoprire il tuo assassino, quindi… sappi che non facciamo favoritismi. Spero che tu possa comprenderlo, anche se non lo pretendo di certo.”

Enigmatico come suo solito, il verde degnò la rossa di un ultimo sorriso colmo di tenerezza.

 

“ Non volevo… che finisse così.” Disse Nashi, soffocando tutte le emozioni che in quel momento gli esplodevano in petto.

Rabbia, confusione, colpevolezza, tristezza, paura, vulnerabilità.

Il tempo era però scaduto, e la procedura del Class Trial non ammetteva eccezioni.

“ Mi sembrate tutti abbastanza convinti sul voto.” Osservò Monokuma con somma gioia.

“ Perché allora non votare, dico io?! Upupupupupu !”

Come da prassi, tutti premettero sulla casella che indicava uno di loro, e presto su di un grande schermo apparve una slot machine.

I tasselli iniziarono a girare sempre più veloce, fino a quando non si allinearono per mostrare il volto del colpevole. Il nome di Lilith Kurenai apparve a caratteri cubitali, accompagnato da una musica festosa ed un’esplosione di coriandoli e fiori dal soffitto.

“ Congratulazioni, avete indovinato anche stavolta !” Si complimentò l’orso, ovviamente felice solo per se stesso.

“ L’assassina di Mitsuko Atsuki e di Arima Robun è proprio Lilith Kurenai, la Ultimate Majokko! Sarebbe stato bello diplomarsi con ben due cadaveri sulla coscienza… che peccato.”

Nessuno più rispondeva alle provocazioni di Monokuma.

 

Solo Lilith continuò ad urlare disperatamente allo schermo, con le lacrime che ormai le colavano da entrambi gli occhi, sovrastando la musica e la voce del diabolico peluche.

“ Non sono stata io! Dovete credermi !” La sua gola emetteva strilli sgraziati e doloranti, soffocati in parte dal pianto e dai gemiti. Il volto era diventato rosso, e gli occhi verdi trasmettevano paura allo stato puro.

“ Il momento che tutti stavamo aspettando è giuntooo …” Annunciava intanto Monokuma, agitando in aria un martelletto da giudice.

“ Ti prego no !” Strillava intanto Lilith, ma le sue suppliche non arrivavano nemmeno alle orecchie dell’animale.

“… la punizione per la Ultimate Majokko !”

“ Nashi! Aiutami !!”

Lo Ultimate Memory compì l’errore di cedere a quella richiesta di soccorso, in modo completamente istintivo e non guidato dalla coscienza.

Sollevò lo sguardo, e vide il terrore incarnato nella sua amica.

“ Iniziamo ora !”

Le ultime parole di Monokuma risuonarono nell’aria quando una catena catturò la colpevole per il collo, trascinandola con brutalità lontana dalla mano tesa di Nashi.

Una singola lacrima percorse la guancia tremante del ragazzo, scivolando sul palchetto.

- Non ce l’ho fatta …- Fu il suo più grande rimorso.

Un messaggio apparve su tutti gli schermi.

“ Lilith Kurenai è stata dichiarata colpevole. Pronti ad assistere alla punizione ?”

 

Sotto gli sguardi turbati degli studenti, i monitor iniziarono a mostrare altre immagini.

- Non ce l’ho fatta …-

In una camera buia, due piccole figure danzanti tra le ombre apparvero. Erano molto minute, forse bambole, o burattini dato che nessuno le sorreggeva.

- Non ce l’ho fatta …-

Di colpo dei riflettori si accesero, illuminando le misteriose figure. Una rappresentava un ragazzo dai capelli blu tirati di lato e vestito con un elegante giacca dai ricami d’orati, mentre l’altra una ragazza dai capelli corvini folti e spettinati con un lungo vestito color prugna ed una mantella nera sulle spalle.

Entrambi danzarono con piroette e giravolte, spesso tenendosi per mano.

Sui loro volti erano dipinte espressioni colme di dolore e tristezza, come se implorassero pietà.

Lentamente, iniziarono a recuperare pezzi di fogli da fuori l’obbiettivo. Ognuno di essi riportava una lettera.

- Non ce l’ho fatta …-

Quando sembrarono aver finito, l’inquadratura si spostò verso l’alto, inquadrando tutti i fogli che avevano allineato per terra, formando così la scritta:

“ The Most Terrible Prank !”

 

“ Non ce l’ho fatta… a vendicare Mitsuko ed Arima.” Concluse la frase Nashi, ormai pervaso da una malsana sensazione di essere perseguitato da un essere maligno.

Mentre il resto dei ragazzi si chiedevano cosa stesse accadendo, un’esplosione di fumo al centro dei palchetti li interruppe.

Un’ombra iniziò a muoversi nel fumo, mentre un’allegra musica suonava in sottofondo.

“ Emissaria …”

Una voce che sembrava provenire dai più terrificanti incubi risuonò nell’aria.

“…della Disperazione, Ultimate Majokko !”

Il fumo si dissipò con una folata, accecando gli studenti per qualche secondo. Quando riaprirono gli occhi, una persona che non sarebbe più dovuta essere lì tra loro troneggiava su di un piedistallo.

Un lungo abito rosso cremisi senza spalle e decorato da fronzoli neri svolazzava nella corrente creatasi,  mentre un lungo scettro dorato era poggiato al suolo.

Lilith Kurenai osservava dall’alto i suoi compagni con un sorriso compiaciuto e due occhi estasiati, come se stesse ammirando un suo operato.

“ È una sensazione belliiissima.” Dichiarò meravigliata, appoggiandosi al suo scettro.

“ Anche se avete una bocca, non riuscite a parlare… scommetto che vorreste urlare, chiedermi perché sono ancora qui… però non ce la fate.”

Le sue labbra si incurvarono in un ghigno.

“ Questa sarebbe la speranza? La forza con cui combattete per i vostri amici morti ?”


“ Cosa… hai fatto ?” Balbettò Akagi Aozame, sentendosi immensamente piccolo ed insignificante al sol guardare quella ragazza dai capelli di fiamma così vittoriosa e colma di gloria.

Lentamente Lilith spostò il suo sguardo su di lui, rimanendo in silenzio.

Nashi sussultò: aveva visto i suoi occhi.

Brillavano di lampi dorati, un colore innaturale ed inumano.

-È proprio questo il punto… lei non è umana.- Dovette realizzare, avvolto nel terrore di quello sguardo immobile, ma che valeva molto più di un avvertimento.

Era paragonabile a quanto più terrificante ci fosse nel mondo, come ciò che vede un animale impotente nel suo predatore prima di venir divorato, o quello che vede un prigioniero di guerra nel plotone che sta per fucilarlo.
Al contempo però, quegli occhi rappresentavano molto di più. Lo sguardo di un tirannico sovrano che contempla il suo sogno di un potere eterno realizzarsi, o di un signore della guerra che assiste alla messa in atto della sua arma nucleare sui propri nemici.

Magari non c’erano abbastanza immagini di terrore, violenza e follia per rappresentare ciò che quello sguardo suscitò in Nashi dal momento in cui lo vide, se non pura ed assurda… disperazione.

 

Lilith sbatté le palpebre dopo qualche secondo passato a squadrare lo Ultimate Rhythm Game Player in totale arresto dei muscoli. Akagi, come se gli fosse stato impartito un comando, cadde a terra.

“ Akagi !” Strillò spaventata Nishizaka Iki, scorgendo il volto madido di sudore e diafano dell’amico.

“ Come ho fatto, dici ?” Ripeté a quel punto la Ultimate Majokko, portandosi un dito sulle labbra in una finta pausa di  riflessione.

“ Dovete avere proprio la memoria corta… tranne qualcuno qui che ha già capito la risposta.” E nel pronunciare quelle parole con tono giocoso, si voltò e puntò il suo scettro verso Nashi Jonetsu.

Il ragazzo si irrigidì dalla testa ai piedi, comprendendo ciò che Akagi avesse provato fino ad allora.

Percepì ogni sua fibra muscolare contrarsi così forte da procurargli reale e straziante dolore. Il suo corpo si stava preparando a ricevere un attacco che non sarebbe mai arrivato, seguendo un primordiale istinto di conservazione.

“ È per via della Killer Card… non è vero ?”

Combatté con tutte le sue forze contro il dolore che lo stava assalendo per pronunciare quelle parole.

Le lacrime scorrevano dai suoi occhi lucidi e sofferenti.

“ È la Killer Card che ti ha dato Monokuma, non è vero ?!!” Urlò a pieni polmoni, sfidando lo sguardo pietrificante della ragazza con il fuoco che gli ardeva nel petto.

Lilith sorrise.

 

“ La vedete questa? L’ho chiamata Killer Card! Oggi la consegnerò segretamente ad uno di voi… e dopo averla firmata, chiunque potrà commettere un omicidio! Perché il bello è che anche se venisse scoperto o ritenuto colpevole… gli sarò comunque permesso di lasciare la torre senza alcun problema !”

 

“ Upupupupu! Qualcuno almeno l’ha usata. Odio gli sprechi, e sarebbe stato scorretto nei miei confronti ignorare questo regalo.” Monokuma sembrava genuinamente divertito da questo capovolgersi degli eventi, forse più di quando era sul punto di punire la colpevole.

“ Bastarda …” Ringhiò Takejiro Kurisu, uno dei pochi che già si erano ripresi dallo shock.

“ Tu non l’hai fatto semplicemente per lasciare la torre, vero? Si capisce lontano un migliore che tu… ami uccidere.”

Il corvino aveva abbastanza coraggio da fronteggiare Lilith, ma la rossa semplicemente ignorò quell’affermazione.

“ Pensate che la Killer Card sia stata data a me ?” Domandò invece.

“ Cosa ?” Sussultò Zetsu, sorpreso dal tono divertito della ragazza riguardo un qualcosa che lui credeva ovvia.

“ Invece vi dico che non è stata data affatto a me. Io ho solo scoperto la persona a cui era stata data.” Continuò la ragazza magica.

Kigiri Yoko sembrò comprendere, e con espressione indurita dalla sconfitta, si ritrovò costretta ad ammettere:

“ Arima …”

 

“ Cosa?! E perché mai dovrebbe averla Arima ?” Domandò allarmata Kumagai Yone.

“ Non c’è un perché: la Killer Card sarebbe potuta capitare a chiunque.” Rispose serenamente Monokuma.

Lilith continuò a parlare con tono sognante.

“ Ooh sì, ricordo ancora quando lo scoprii… era così spaventato e terrorizzato…”

 

 

Arima era sul punto di entrare nella sua camera. Ogni passo che compiva era silenzioso e tremante, come se stesse camminando in un campo minato.

Il suo segreto lo spaventava più di ogni altra cosa: dal momento in cui aveva afferrato quella carta, si era sentito un mostro. Avrebbe preferito che la Killer Card fosse capitata a qualcun altro, in modo che la colpevolezza fosse un problema di cui lui non si sarebbe mai dovuto occupare.

Eppure lui aveva preso quella tessera, e durante ogni suo silenzioso e rapido spostamento la portava con sé. Temeva che sbarazzandosene avrebbe solo incentivato qualcun altro ad uccidere, senza quindi diminuire la sua colpevolezza, però più la teneva con sé e più ci rimaneva ossessionato.

La promessa di Monokuma… non poteva essere vera. Sarebbe stato fin troppo idilliaco.

I suoi compagni lo avrebbero perdonato se pur di scappare si fosse trasformato in un assassino? E la sua vittima?

Stava già individuando quale di loro avrebbe ucciso se fosse, ipoteticamente, stato un assassino, quando il suo polso venne afferrato con forza.

Trasalì, voltandosi per fronteggiare il suo aggressore.

Il segreto era già stato scoperto? Ma lui non era un assassino, non lo era mai stato, non era colpevole.

“ Arima.” Lo salutò Lilith con un sorriso cordiale.

Lo Ultimate Event Planner rimase immobile, con una goccia di sudore freddo che gli percorreva il viso. Schiuse appena le labbra secche per rispondere, quando la rossa gli si avvicino al volto con uno scatto felino, arrivandogli immediatamente con la bocca all’orecchio.

 

“ So quello che hai nella tasca.” Sussurrò la ragazza, inviandogli una scarica elettrica al cervello, il quale la tradusse con paura.

“ Non ho fatto niente.” Cercò di rispondere il ragazzo, ma la voce gli mancava ed il pavimento scivolava lontano dai suoi piedi, lasciandolo precipitare all’infinito mentre solo Lilith si aggrappava a lui per seguirlo ovunque volesse fuggire.

“ Ma dovresti farlo.” Lo incoraggiò lei con un sorriso smagliante. Quando vide l’espressione confusa di lui, lo guardò a lungo negli occhi.

“ Non c’è davvero nessuno che vorresti eliminare? Nemmeno un minuscolo esserino piccino picciò… tutto quello che ti basta per tornare libero ?”

Il tono di voce di Lilith era seducente come il profumo di un cibo delizioso per un affamato, e Arima era affamato. Affamato di libertà.

“ Uccidere è sbagliato.” Implorò il ragazzo pur di rintanarsi nella sua camera, lontano dalla verità, lontano dalla tentazione. Quella ragazza non era altro che la bocca del suo cuore, una voce che non voleva sentire, ma che lo perseguitava ogni secondo.

“ Però vivere è giusto. Non è quello che sentiamo sempre? La vita è un dono, non dobbiamo sprecarla e condannarci… tu non vuoi rimanere qui per sempre, Arima. Hai qualcuno da cui tornare …”

Per quanto tempo lo aveva spiato? Da quanto sapeva il suo segreto?

Tutto ciò era irrilevante, perché chiunque avesse visto Arima in quel momento avrebbe capito che nascondeva un segreto. Il ragazzo sudava copiosamente, con le pupille che saettavano da un angolo all’altro del corridoio, terrorizzato che qualcuno potesse sentirli o vederli.

Sembrava che persino gli specchi potessero bisbigliare e le ombre potessero vedere. Non c’era scampo.

 

“ Non c’è scampo, qui.” Leggendogli nel pensiero, la ragazza disse esattamente ciò di cui Arima aveva bisogno.

“ Tu non puoi rimanere intrappolato qui! Devi vivere! Arima, tu devi vivere !”

Un urlo colmo della magia della vita e dell’amore che l’essere umano ripone in essa esplose nel cuore del ragazzo, spezzando le pesanti catene che lo stritolavano da tempo.

“ E Takejiro deve morire …” Aggiunse però Lilith con un ghigno, devastando quell’atmosfera sacra.

“ Cosa ?!” Il blu sperò di non aver sentito bene, ma vedere l’espressione dell’altra non mutare per niente lo convinse del contrario.

“ Come può permettersi di insultarti? Di criticare la tua arte ?” Ribadì la ragazza con tono sofferente, empatizzando gli stessi dolori di Arima.

“ Perché lui dovrebbe vivere… e tu non potresti meritarti la libertà ?”

La Ultimate Majokko si allontanò di scatto dal ragazzo, lasciandolo solo con se stesso, privo della voce che gli sussurrava cosa pensare e come agire.

“ Domani alle 6:10 in giardino. E sarai finalmente libero.” Fu l’ultima cosa che la ragazza gli disse prima di sparire.

 

 

“ E lui l’ha fatto! Riuscite a crederci?! Quando però ha visto Mitsuko, era così terrorizzato che l’ha attaccata comunque !” Lilith Kurenai sembrava aver raccontato la barzelletta più divertente del mondo, ma nessuno rideva.

Solo odio, rammarico e disgusto si agitava tra quei palchetti.

“ Immaginavo ce l’avesse con Takejiro… ma non pensavo così tanto.” Sospirò tristemente Ebisawa Shoko.

“ Se solo… se solo …” Provò a dire Amari Sako, ma le lacrime sgorgavano troppo copiose dai suoi occhi addolorati per permetterle di parlare.

“ Se solo cosa!? Mi stai dando la colpa per la sua morte ?!” Sbottò lo Ultimate Liar, colpendo il palchetto con il suo pugno in un impeto di rabbia. La mano rimase lì ferma, stretta così forte da tremare per lo sforzo.

Il corvino chinò il capo. Solo i suoi denti serrati si intravedevano all’ombra del cappuccio, ma non aggiunse nient’altro.

“ Pensavo fossi nostra amica !” Ringhiò furiosamente Umezawa Gaho alla ragazza che li aveva traditi. Distrutto dal dolore si passò una mano sulla faccia, quasi conficcandosi le unghie nella carne.

 

“ Mi sembra evidente invece che Lilith Kurenai non è mai stata nostra amica… sin dal suo arrivo.” Riconobbe Yonamine Genjo, squadrandola con odio, come se potesse distruggerla con il semplice sguardo.

“ Una studentessa come noi, ma che si è aggiunta più tardi? Era tutto un piano di Monokuma per farci uccidere di nuovo !” Sbraitò l’attrice, indicando l’orso di peluche seduto tranquillamente più in là.

Monokuma inclinò il capo lateralmente, senza alterarsi.

“ No, no. Lilith è proprio una partecipante di questo corso extra scolastico come voi.”

“ E chi se la dovrebbe bere una menzogna del genere ?!” Sbottò Nishizaka Iki.

“ Ve lo garantisco io.”

 

Lilith aveva nuovamente parlato. La Ultimate Majokko spalancò le braccia con somma gioia, proclamando ad alta voce:

“ Miei adorati compagni! Sappiate che io non sono in combutta con Monokuma, e non ho nessun’accordo con lui. Io sono semplicemente …”

Si portò il dito indice sulla guancia, e sorrise facendo la linguaccia.

“ Cattiva fino al midollo !” Successivamente esplose in un’isterica risata, la quale risuonò negli animi dei ragazzi per molto tempo, persino nei loro incubi.

 

Zayasu Korin era in lacrime, e addolorato si mordeva il labbro inferiore, guardando la ragazza in cui aveva creduto con tutto se stesso. La sua unica fan a cui aveva confidato tutto, una persona con cui provava davvero piacere parlare e che ascoltava tutto ciò che lui diceva con interesse.

Cosa poteva esserci di vero ancora in Lilith Kurenai?

Nashi, invece, chinò il capo fino a poggiare la fronte sul palchetto.

- Mitsuko, Arima… quante candele per dei riti di protezioni avrei dovuto accendere per difendervi da questo male ?-

La risata echeggiava ancora nella sala del Class Trial.

 

 

 
 

 

Angolo Autore:

Welcome back!

Il secondo Class Trial è terminato, e spero di avervi intrattenuto con questo capitolo piuttosto lungo (per chi volesse saperlo, sono 32 pagine).

Spero l’abbiate gradito, e fatemi sapere nelle recensioni cosa abbiate apprezzato, e naturalmente se avevate indovinato l’assassino.

Ringrazio Chainblack per i consigli nello scorso Class Trial, attendo la tua opinione su questo.

Questa volta il cliffhanger è: “Cosa succederà agli studenti dopo che Lilith ha rivelato le sue vere intenzioni?”


Inoltre mi sono dimenticato di specificare che il personaggio di Lilith Kurenai mi è stato inviato da stardust95, che ringrazio ancora. Spero ti sia piaciuto il modo in cui la tua Lilith si è mostrata per quello che è!

Siamo dunque arrivati alla fine di questo Chapter 2: ne rimangono altri cinque!

Alla prossima!

   
 
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