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Autore: gclifford    10/08/2018    0 recensioni
Nella mitologia greca Nemesi era la dea della vendetta, riparava ai torti mediante la punizione dei colpevoli.
Era particolarmente interessata ai torti d'amore.
E lei che di quella dea portava il nome era stata tradita e la sua vendetta sarebbe stata spietata.
Nessuno poteva ferirla senza pagarne le conseguenze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Direi che è ora, abbiamo perso fin troppo tempo" era stata Elettra, capo dell'Harpya, a parlare. Quella donna era così fastidiosa, credeva che la sua setta fosse la più forte e che quindi doveva dominare sulle altre. Tutti la rispettavano e la temevano poiché era estremamente subdola e furba, caratteristiche che accomunavano tutti i suoi "discepoli". "Bene, ieri ho fatto visita all'oracolo di Delphi e mi ha detto queste parole: Stella del mattino dalla fredda terra che dorme. Del supremo la figlia prese vita dalla schiuma. Quattro dei suoi figli mortali su Gea approderanno quando gli uomini diventano mostri. Del valico in cerca su Crono la ricerca." "Tutto qui? E cosa vorrebbe dire?" Stavolta era stato Tifone a parlare, non era particolarmente intelligente ma era dotato di una grande forza fisica, la sua stazza era talmente grande che nessuna osava fargli notare il suo scarso intelletto. "Ma certo, è elementare! Stanno parlando del pianeta Venere e dei suoi abitanti" disse Laocoonte, uomo ingegnoso e intelligente. "Continuo a non capire" neanche Febo era particolarmente astuto. "Ve lo spiego io, il nome Siberia in mongolo vuol dire 'terra che dorme' e l'appellativo 'fredda' si riferisce al fatto che lì nevichi spesso e gli abitanti di questo posto definivano il pianeta Venere come 'la stella del mattino'." Nemesi si era fatta coraggio e aveva esposto la sua tesi e terminato il suo discorso il boss le aveva rivolto un sorriso a trentadue denti e aveva continuato dicendo i nemici sarebbero arrivati il 31 Ottobre, proprio quando gli umani si mascherano da mostri, e che il loro intento era quello di prendere la famigerata chiave per il tanto agognato pianeta Crono. "Beh se gli Sphynx ci dicessero dove si trova la chiave sapremmo come proteggerla!" disse Elettra. "Basta! Non ti voglio più sentir dire questa cosa, se Gea ha deciso così non si discute." Laocoonte era definitivamente stufo delle continue lamentele di quell'arpia che voleva a tutti costi posare le sue luride mani su quell'oggetto vitale. Era stata la dea Gea, loro protettrice, a consegnare agli Sphynx la chiave poiché in cuor suo erano i suoi figli mortali preferiti. Dopo lo sguardo di fuoco e il tono impetuoso si calmò mentre l'altra non osò, in alcun modo, proferire parola. "Come hanno fatto a individuare la chiave?" disse Febo. "Emana energia, lo sanno tutti" Calliope parlò con un tono fin troppo ammiccante. "Dunque, loro sono riusciti ad individuare in quale pianeta si trova la chiave ma sono certo che non sappiano quale delle sette la custodisce" affermò il boss. "Bene io direi di far appostare i ragazzi per le vie del quartiere francese, vicino al quartier generale di tutte le sette. I nostri quattro prescelti combatteranno contro i quattro nemici mentre in tutti gli edifici magici verrà applicato il protocollo di emergenza." disse Elettra. Gli altri capi si limitarono ad annuire, convinti che quella fosse il miglior piano da attuare. Dopo aver finito di parlare di affari, la cena proseguì tranquillamente tranne per il fatto che Teseo si era disgraziatamente seduto vicino a lei. "Hey rossa, che ne pensi del piano?" "Beh...mi sembra efficace" rispose lei, era inevitabilmente diventata dello stesso colore dei suoi capelli. "Almeno passeremo più tempo insieme" le rispose ammiccante. "Contento tu" stava cercando di essere distaccata, non era debole ma quando parlava con lui cambiava. "Oh andiamo Nems non fare così con me, lo so che ti piace la mia compagnia" "Ma se neanche ci conosciamo!" Lui rise di gusto, era consapevole di farle un certo effetto. Nemesi , durante la cena, scrutò attentamente i suoi futuri compagni di missioni; Calliope non le era mai stata particolarmente simpatica, era una ragazza frivola e approfittatrice e poi era amica di quella gallina di Clio che lei odiava profondamente per aver fatto del male al suo caro amico Cyrus. Le dava così fastidio il fatto che ci provasse continuamente sia con Teseo che con Febo, il problema era che il primo era più furbo e quindi non cadeva nel suo giochetto mentre il secondo non era particolarmente intelligente, era più un tipo tutto muscoli e poco cervello. Era stato chiamato nella missione perché, dotato di un'eccezionale forza fisica, era in grado di lottare a corpo libero, anche senza usare la magia. La rossa proprio non riusciva a capacitarsi di come certi soggetti fossero stati scelti per un compito così importante, magari avevano delle doti nascoste e lei doveva solamente dar loro una chance. "Nemesi avanti torniamo a casa, è tardi, tua madre e tuo fratello si staranno preoccupando per te" disse Laocoonte. Lei , con il sorriso sulle labbra, salutò gli altri e silenziosamente seguì il suo capo fino alla macchina. Una volta arrivata a casa trovò la luce accesa in cucina ed iniziò a preoccuparsi dato che sapeva benissimo che ormai dormivano tutti. Così decise di entrare nella stanza in punta di piedi. "Ciao sorellina" esclamò suo fratello. "Ares, cosa ci fai sveglio a quest'ora? E poi per quale diamine di motivo stai tenendo i fagioli congelati sopra l'occhio?!" "Stai calma che mi stai facendo venire il mal di testa, ho semplicemente fatto a botte con quel cretino di Ercole dell'Hydra" la sua voce nel pronunciare le ultime parole le era risultata fin troppo calma, come se fosse normale andare in giro a menare la gente. "L'unico cretino che conosco sei tu" gli aveva fatto una linguaccia per smorzare la tensione, sapeva che quando suo fratello si arrabbiava era capace di tutto e lei non aveva la minima voglia di infastidirlo ulteriormente, anzi aveva deciso persino di aiutarlo disinfettandogli la ferita. "Ahi, nems mi fai male" "Dai che ho finito, così la prossima volta ci pensi due volte prima di azzuffarti con qualcuno." "Guarda che ha cominciato lui; comunque, parlando di cose serie, com'è andata la cena?" "Bene, il piano è stata deciso, dobbiamo solo metterlo in atto e spiegarlo alle altre tre sette che non erano presenti alla riunione di stasera." Il fratello le sorrise, sapeva benissimo che era agitata, poteva vederlo nel modo in cui gli parlava e lo guardava, d'altronde erano gemelli e anche se non lo dava a vedere le voleva un bene dell'anima. Conosceva perfettamente tutti i punti deboli e i punti di forza della sorella ed era a conoscenza del fatto che lei fosse fin troppo insicura. Avrebbe voluto rassicurarla e farle capire che non c'era motivo di essere ansiosi, lei era una delle streghe più forti ed intelligenti che lui conoscesse ma non era bravo con le persone, era più un tipo da rissa che da complimenti e coccole. Così decise semplicemente di abbracciarla, era talmente impacciato nel compiere quel gesto così elementare che lei sorrise divertita nell'incavo della spalla di lui. Con un semplice gesto era riuscito a farla sentire meglio.
   
 
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