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Autore: _miky_    30/08/2018    7 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
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CAPITOLO 48 ● A PRESTO!

 
Imbarazzata Sana sorrise e lentamente si avvicinò al tavolo in cui Marco era seduto.
“Ciao Rossa!” esclamò il ragazzo con un bellissimo sorriso andandole incontro.
“Ehi…” sussurrò Sana timidamente.
“Buon compleanno!”
L’abbracciò forte, con disinvoltura. Sana rimase scossa da quel contatto così naturale e di impatto.
Onestamente, si era immaginata mille scenari possibili e in tutti lei risultava estremamente impacciata e trasparente agli occhi di Marco.
“Grazie Marco… Anche se ormai è passato da una settimana…”
“Che importa, ci tenevo a farteli di persona! Dai sediamoci!”
Sana rossa in viso meccanicamente si sedette.
Sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscita a camuffare il suo stato d’animo, meno male che aveva studiato recitazione… Astutamente nascose le mani sotto il tavolino così da poter sfogare in qualche modo l’agitazione che il suo corpo palesemente mostrava.
Assurdo! Si trovava in un locale greco in compagnia di Marco e nessuno era a conoscenza del loro incontro. Che diavolo sarebbe successo ora?
“Sono contento che tu abbia deciso di accettare il mio invito…”
“Beh… Sei venuto fin qui solo per me… Insomma, significa che devi dirmi qualcosa di realmente urgente se non potevi aspettare il mio ritorno. E poi, devo ancora ucciderti per aver affermato di essere il mio ragazzo!”
Marco rise sfidandola “Come se ti desse fastidio essere la mia ragazza…”.
“Marco…” lo minacciò Sana.
“Dai sto scherzando, giuro. Era l’unico modo per farti recapitare il messaggio!”
“Va bene… Mi fido!”
“Sto morendo di fame, ordiniamo qualcosa!” concluse il ragazzo prendendo il menù.
Sana semplicemente annuì.
Ne era sicura, la sua testa sarebbe esplosa da lì a poco a causa di tutti quei pensieri e quelle paranoie che in quel momento la stavano bombardando.
Se ne usciva così? Sto morendo di fame, ordiniamo qualcosa!
Ovvio… pensò Sana. Tanto era lei a pendere dalle labbra di lui.
Che ansia!
Come caspita faceva Marco a rimanere così calmo?! Era lì seduto di fronte a lei, bello sereno a sfogliare il suo menù come se fosse una tranquillissima e banale situazione quotidiana.
Peccato solo che di normale non vi era assolutamente nulla!
Possibile che riusciva a comportarsi con estrema naturalezza anche in un’occasione simile. Si ricordò del loro primo incontro e di come si fosse presentato in modo sicuro e spavaldo.
Respirò profondamente cercando di rilassarsi, prese il secondo listino davanti a lei e si avvicinò spontaneamente a lui per poterlo osservare con più accuratezza.
Era felice, lo si vedeva dal sorriso stampato sul suo volto. Il suo sguardo però era insolitamente fisso e distratto da qualche minuto. Forse si stava sbagliando, ma ebbe come la sensazione che la sua mente fosse lontana. Era come se stesse cercando di formulare un importante pensiero.
Cosa le stava nascondendo?
“Hai scelto Marco?” chiese Sana non ottenendo alcuna risposta “Marco? Ci sei?”.
“Rossa rilassati e fai respirare quel pezzo di carta!” rispose semplicemente alzando lo sguardo e incrociando le braccia.
La stava per caso prendendo in giro? L’aveva raggiunta dall’altra parte del pianeta senza preavviso e lui tranquillamente le diceva di rilassarsi. NO! Da lì a poco avrebbe delirato nel vero senso della parola. Non riusciva più a contenere la sua agitazione.
“È inutile che mi guardi così, non sono io quello che è scappato dall’altra parte del mondo senza avvertire!”
“Io non sono affatto scappata!” esclamò Sana quasi offesa da quell’affermazione.
“Ah no?”
“Non credo di doverti dare alcuna spiegazione al riguardo!” gonfiò le guance.
“Perciò se io un bel giorno sparissi senza avvisarti a te non importerebbe?”
“Esattamente!” mentì orgogliosamente.
Una volta tanto era riuscita a prevalere sulla determinazione di Marco. Uno a zero per lei!
“Buono a sapersi…” ghignò Marco chiamando il cameriere che prese velocemente le loro ordinazioni.
“È forse successo qualcosa?” domandò Sana di getto.
“Parto fra due settimane…”
“Vai a trovare tuo fratello?”
“Tornerò fra circa un anno penso…” rispose recuperando dalla tasca la lettera che aveva ricevuto solo alcuni giorni prima.
Velocemente prese quel foglio che le stava porgendo e, nonostante avesse tra le mani il documento che certificava l’ingresso ai corsi, Sana non riusciva a realizzare ciò che Marco le aveva appena comunicato.
“Non ci posso credere… Ti hanno preso!” urlò di gioia abbracciandolo di slancio “Sono così contenta per te! Il tuo sogno sta per realizzarsi, ti rendi conto?! E i tuoi come l’hanno presa? Non hai litigato con tuo padre vero… E Simon?”.
“Non lo sa ancora nessuno…” le disse mentre Sana sorpresa si staccò da lui.
“Come sarebbe a dire? Non dirmi che stai pensando di rifiutare l’offerta! Marco non fare stupidaggini, tu ci devi andare in quella scuola! È ciò che sogni da sempre e… E saresti un vero deficiente se tu ora…”
“Volevo che fossi tu la prima a saperlo…” spiegò Marco interrompendola.
Con un enorme sorriso Sana abbracciò ancora più forte il ragazzo.
Era così contenta per lui anche se in cuor suo sapeva che ciò significava non poterlo vedere per parecchio tempo. Un anno… Trecentosessantacinque giorni. Giorno più, giorno meno. Cosa voleva che sia?
Quante cose sarebbero successe da lì all’anno prossimo? In fondo lei era un’esperta, quante volte aveva colto l’occasione al volo prendendo il primo aereo per sfuggire dai suoi problemi. Fra qualche giorno sarebbe andata a convivere con Akito, il suo primo amore mentre Marco avrebbe finalmente realizzato il suo sogno lontano da lei.
Come avrebbe fatto senza di lui?
Si era talmente abituata alla sua presenza che nonostante avesse sperato sempre che riuscisse a inseguire il proprio sogno, sentì uno strano sentimento emergere in lei. Non era qualcosa di nuovo, anzi… Si sentiva come se non riuscisse più a contenere tutti quei sentimenti che aveva sempre rinnegato e nascosto agli altri ma soprattutto a se stessa.
Una lacrima traditrice iniziò a scenderle lungo il viso.
Non l’avrebbe più visto gironzolare per i corridoi dell’università né a lezione a comporre distrattamente i suoi testi. Non avrebbe più potuto godere della sua allegra e fresca compagnia né si sarebbe potuta più arrabbiare per la sua impavida sicurezza nel conquistarla.
Non avrebbe più ascoltato i suoi testi, la sua musica, il suo modo di interpretare guardandolo dal vivo.
Avrebbe dovuto aspettare un intero anno per poter rivedere quel suo sorriso che l’aveva fin da subito colpita. Forse non sarebbe neppure più ritornato in Giappone, magari avrebbe sfondato in America… In fondo lo sapeva, Marco era una vera e propria bomba di energia e sicuramente chiunque lo avrebbe ascoltato sarebbe rimasto colpito. Non possono perdersi un ragazzo in gamba come lui! Non esiste!
“Scusami…” sussurrò Sana con le guance umide e rosse di imbarazzo  “Ti sto bagnando la giacca…”.
Marco sorrise nel vederla così piccola e fragile tra le sue braccia.
“Sono lacrime di felicità?” domandò stringendola più forte a sé assaporando il suo dolce profumo.
Sana annuì nascondendo il volto, temeva che potesse comprendere i suoi pensieri.
“E io che mi illudevo potessi sentire la mia mancanza!” affermò baciandole dolcemente il capo.
“Per te il tempo volerà… Fidati!”
“Sana mi mancherai anche tu, giuro!” affermò allontanandola per poterla guardare negli occhi “Però… Forse questa lettera è arrivata nel momento più opportuno. In fondo tu stai andando a convivere…”.
Immediatamente lei lo guardò sorpresa, come faceva a saperlo?
“Non mi guardare cosi... L’ho capito quel giorno che ci siamo incontrati al bar. Non credo che fossi sommersa di riviste perché non avevi di meglio da fare…” continuò Marco prendendole la mano “Il mio sogno si sta avverando principalmente grazie a te che mi hai dato la forza di crederci!”.
Sana la strinse forte.
Era come se potesse sopravvivere grazie a quel semplice contatto. Si sentiva persa ad ascoltare quel breve discorso che raccontava la pura realtà dei fatti. Entrambi erano riusciti a realizzare ciò che avevano da sempre desiderato. Riusciva a percepire perfettamente la sicurezza e l’orgoglio di essere riuscito ad ottenere ciò che gli emozionava fare. Perché allora lei al contrario non era entusiasta della sua vita?
“Sana che ti prende?” le chiese usciti dal quel piccolo bar “Non hai toccato cibo… Non è da te!”.
“Sto bene!” mentì “Sono solo ancora stupita dalla tua sorpresa accompagnata da una notizia così meravigliosa!”.
Subito sfoderò il suo miglior sorriso, doveva convincerlo in qualunque modo, non avrebbe mai mostrato il suo dolore né i suoi sentimenti che aveva compreso realmente solo in quel momento. Che egoista che era! Non era il suo ragazzo e, se pur apprezzando tutte le sue attenzioni, aveva rifiutato ogni sua avance. Eppure ora non riusciva anzi non voleva lasciarlo andare.
Perché solo in quel preciso momento riusciva a capire i sentimenti che la legavano al ragazzo.

Well you only need the light when its burning low
Only miss the sun when it starts to snow
Only know you love her when you let her go

Only know you’ve been high when you’re feeling low
Only hate the road when you’re missing home

Only know you love her when you let her go*

Quando aveva iniziato a vederlo sotto un’altra luce?
Ormai non aveva più importanza. Ognuno avrebbe intrapreso la propria strada, in fondo il destino aveva già risolto la questione prendendo in mano le redini.
“Comunque grazie per essere venuto qui a dirmelo personalmente… È stato un gesto che ricorderò per sempre! Sono sicura che spaccherai!” esclamò sprigionando energia da tutti i pori.
“Sana…”
“Ora però devo andare, le ragazze saranno preoccupate. Si staranno sicuramente chiedendo dove sia scomparsa e… Beh hanno ragione, sono uscita senza dare spiegazioni. Perciò ci…”
“Sana…” la chiamò nuovamente cercando di interrompere il monologo di lei.
“Perciò ci sentiamo. Mi raccomando, voglio conoscere tutti i dettagli di questa esperienza!”
“Sana!” affermò sicuro prendendole il viso tra le mani “Non scappare… Non così…”.
“Il discorso che hai appena fatto non fa una piega” confermò la ragazza evitando accuratamente il suo sguardo “Non c’è più motivo di rimanere”.
“Allora rispondimi sinceramente…”
Oh no… Temeva tremendamente la domanda che da lì a poco le avrebbe chiesto ma soprattutto non sarebbe riuscita a trattenere ancora a lungo le lacrime che premevano di uscire. Non sotto quello sguardo profondo e seducente.
“Ti piacerebbe, se si potesse, trascorrere ancora un po’ di tempo insieme?”
Sana riuscì a malapena a balbettare qualche incomprensibile sillaba, come avrebbe potuto mentigli? La sua reazione parlava già da sé.
“Ho il volo domani notte… Perciò potremmo stare insieme domani…”
“Marco…” sussurrò mordendosi il labbro nervosamente mentre lui le accarezzava premurosamente il dorso della mano.
“Avanti Rossa… Non farti pregare. Te lo leggo negli occhi!”
Si sentiva tra l’incudine e il martello, voleva trascorrere davvero quelle poche ore con Marco… In fondo chissà quanto tempo sarebbe passato prima che si sarebbero rivisti ancora. Dall’altra parte però si sentiva ovviamente in colpa nei confronti di Akito.
Uffa… Cosa doveva fare?
“Stai pensando al tuo ragazzo vero?”
“Già…”
“Hai ragione ma se ti giuro che non ti toccherò, non ci proverò e non farò nulla che possa metterti a disagio o in imbarazzo. Nel caso dovesse accadere potremmo utilizzare una parola-chiave e cambierò immediatamente argomento!”
Sana attratta da quella allettante promessa alzò lo sguardo.
Ormai lo conosceva da parecchio tempo e pensò a quanto Marco le pareva il diavolo tentatore.
Inutile girarci intorno, ci sapeva dannatamente fare!
Sapeva sempre ciò che voleva e ammirava questo suo aspetto caratteriale.
“Deficiente…” affermò Sana seria in volto.
“Un semplice no l’avrei accettato…”
“Deficiente è la parola-chiave che ho scelto…”
“Grande Rossa!” sorrise di gioia Marco mentre di slancio l’abbracciò alzandola da terra e girando su se stesso.
“Ti accompagno in Hotel… Domani sarà una lunga giornata!” sorridendole, le spostò  una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Dove alloggerai tu?”
“Non lo so ancora… Appena sono atterrato mi sono diretto verso il tuo albergo. Non preoccuparti Rossa so badare a me stesso, cercherò una sistemazione qui in zona!”
“Lo so…”
“Se vuoi però possiamo trascorrere la notte insieme” ghignò facendole l’occhiolino.
“Deficiente!” esclamò immediatamente dandogli un colpo sul braccio.
“Ci vediamo domani… Ti aspetto qui fuori per le 9.00!”
“A domani Marco!”

Sai penso che
Non sia stato inutile
Stare insieme a te.
Ok te ne vai
Decisione discutibile
Ma si, lo so, lo sai.
Almeno resta qui per questa sera.
Ma no che non ci provo stai sicura.
Può darsi già mi senta troppo solo,

Perché conosco quel sorriso
Di chi ha già deciso.
Quel sorriso già una volta
Mi ha aperto il paradiso.

Quella notte trascorse molto lentamente, non era stato facile affrontare le sue amiche. Dopo un lungo interrogatorio proseguito in ogni singolo angolo della camera, aveva deciso di declinare la discussione affermando che lei non si era intromessa nelle loro relazioni nonostante non appoggiasse sempre le loro scelte; e con sua grande sorpresa mollarono il colpo cambiando così discorso fino ad addormentarsi.
Ripensandoci, si sentiva per vari motivi in colpa nei confronti di Akito. Sicuramente era un episodio che mai e poi mai avrebbe raccontato al suo fidanzato, e sapeva altrettanto perfettamente che se fosse stato lui a combinarle una cosa del genere si sarebbe incredibilmente infuriata. Anzi, forse sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso ma era altrettanto convinta che quell’omissione valeva la pena. Con lo sguardo fisso nell’oscurità, lentamente chiuse gli occhi cadendo così finalmente nelle braccia di Morfeo. Occhio non vede, cuore non duole.
Il giorno successivo Sana si svegliò piena di energia. Era decisamente inutile nascondere il suo stato di felicità, glielo si leggeva palesemente in faccia tanto che ormai, pronta per l’appuntamento, continuava a guardare impaziente l’orologio al polso. Era addirittura in anticipo di dieci minuti, pazzesco!
Non ce la faceva più, doveva uscire da quelle quattro mura. Così con un sorriso radioso salutò le sue tre amiche che nonostante le espressioni contrarie sul volto le augurarono in bocca al lupo.
Scese le scale con passo rapido e sicuro, si sentiva come rapita da quella situazione così lontana dalla realtà. Era come vivere una vita parallela.
Arrivata all’uscita del grande portone dell’albergo si fermò all’ultimo gradino in cerca di Marco. Sentì il cuore scoppiargli dall’emozione non appena vide la figura di lui attenderla a qualche metro da lei. Era appoggiato ad una imponente colonna a braccia conserte. A causa degli occhiali da sole che il ragazzo portava, non riusciva a capire dove il suo sguardo fosse concentrato. Chissà che emozioni provava in quel momento… Era curiosa. Le sarebbe piaciuto fare un viaggio nei suoi pensieri, cercare di comprendere il suo reale stato d’animo ma ad essere totalmente onesti, la principale domanda che le frullava in testa era: Cosa provava Marco per lei. Insomma… Perché si ostinava così tanto a stare in sua compagnia? Cosa aveva visto in lei? Era circondato da ragazze che avrebbero sicuramente gradito le sue attenzioni, eppure… La voleva ad ogni costo.
Fino a che punto sarebbe arrivato?
Ormai era diventato un monologo logorroico interiore ma nonostante ciò non riusciva a trovare alcuna risposta. Era come un mistero da risolvere che l’appassionava sempre più.
“Buongiorno!” esclamò Sana correndogli incontro.
“Buongiorno Rossa!” affermò alzando gli occhiali sul capo “Pronta per il programma?”.
“Non dirmi che hai pure avuto il tempo di organizzare la giornata?”
“Più o meno...” le fece l’occhiolino “Venendo qui mi è venuta in mente un’idea!”.
“Devo avere paura?”
“Ti sei mai pentita di qualche mia iniziativa?”
“Mai dire mai…”
“Staremo a vedere allora… Andiamo a berci un caffè!”
I secondi passavano velocemente e i minuti si tramutarono presto in ore. Avrebbe voluto avere il potere di fermare il tempo, riavvolgerlo e rivivere quei momenti così spensierati in sua compagnia.
Non sapeva come ci riusciva, ma Marco aveva l’incredibile potere di farle vivere dell’emozioni che non aveva mai provato. Aveva mantenuto anche la sua parola, riusciva infatti a cambiare radicalmente discorso con naturalezza non appena sentiva una sorta di imbarazzo. Doveva ammettere però che nel corso della giornata aveva compreso che non provava più l’imbarazzo dei mesi addietro. Infatti proprio in quel preciso istante capì il timore di ammettere i sentimenti che nutriva per quel ragazzo piombato improvvisamente nella sua vita, in un momento tra l’altro in cui era certa di aver finalmente realizzato il suo destino con Akito. Le convinzioni che provava praticamente da quasi tutta una vita non erano così stabili come era certa solamente un anno fa.
Marco non era un semplice terremoto, no lui era molto di più. Era la fine del mondo e ciò doveva ammetterlo, la spaventava terribilmente.
“Che ti frulla per la testa?!” si avvicinò il ragazzo incuriosito dal suo sguardo così pensieroso.
Si trovavano su una coloratissima mongolfiera a parecchi metri da terra. Sana ovviamente era rimasta senza parole quando Marco nel pomeriggio l’aveva portata in quell’enorme parco. Era bellissimo vedere così tanti puntini colorare il cielo azzurro in quella meravigliosa giornata di sole.
Inconsapevolmente era riuscito a farle vivere realmente l’emozione che provava in quei giorni in Grecia.
“A noi…” rispose onestamente la ragazza continuando a guardare il paesaggio intorno a loro.
Sempre che poteva permettersi di utilizzare quel termine per descriverli.
Presto il sole sarebbe tramontato e gli pareva di udire il ticchettio dell’orologio che segnalava la fine della loro giornata.
“Sana…” sospirò Marco amareggiato da quella situazione “Non devi sentirti confusa… Mi spiace vederti così, dico sul serio. Qualunque scelta farai, sia io che il tuo ragazzo soffriremo perciò per una volta prova ad ascoltare te stessa. Non potrai mai soffocare un’emozione così grande… Fai ciò che ti dice il cuore, vedrai che non sbaglierai!”.
Delle lacrime iniziarono a bagnarle il viso, non riusciva a trattenersi nonostante si era ripromessa di non piangere. Aveva combinato un gran casino e si sentiva terribilmente in colpa nei confronti di entrambi i ragazzi. La colpa era unicamente sua per essersi fatta trascinare dalla sua ingenuità, ma è così sbagliato vivere di emozioni?
“Posso abbracciarti?” le chiese dolcemente Marco.
Rimase colpita da quella domanda.
Non si era mai posto il problema in passato, solitamente agiva senza troppe preoccupazioni.
Forse semplicemente data la delicata situazione non voleva metterla a disagio compiendo qualcosa che avrebbe potuto infastidirla in qualche modo.
“Sana se vuoi ti riporto in Hotel…”
Non voleva assolutamente allontanarsi da lui anzi, il contrario! Voleva rimanere in sua compagnia il più a lungo possibile. Così inaspettatamente lei lo abbracciò forte a sé ispirando profondamene il suo profumo così intenso e fresco.
Marco, inizialmente preso alla sprovvista, l’accolse tra le sue braccia accarezzandole lentamente la schiena provocandole così dei brividi lungo la pelle.
“Perché piangi?”
Sana non rispose. Non c’erano parole che potevano spiegare ciò che in quel momento provava. Stava così bene avvolta tra le sue braccia.
Cullata dalle sue carezze, alzò il viso ritrovandosi a pochi centimetri dal suo volto. Era sempre stata terribilmente attratta da quello sguardo così sicuro e attento riservato unicamente a lei. Inconsciamente si avvicinò alle labbra di lui, voleva godersi appieno quel momento. Alle conseguenze ci avrebbe pensato in un altro momento. Lo aveva desiderato da troppo tempo quel contatto e finalmente avrebbe assaggiato le sue labbra, lì lontano dal mondo.
Marco scrutava attentamente ogni suo piccolo gesto, la voleva con tutto se stesso e molto probabilmente questa volta non sarebbe riuscito a fermarsi. Il viso di lei lentamente si faceva sempre più vicino mentre il suo cuore aveva preso a battere sempre più forte che, per un attimo, pensava sarebbe scoppiato dall’emozione. Lei era lì, stretta tra le sue braccia circondati dall’azzurro del cielo sfumato dai primi toni caldi del tramonto.
Ne era certo, era lei la ragazza per il quale avrebbe fatto qualunque pazzia pur di conquistarla.
Era innamorato di Sana, così vera e pura. E proprio per questo motivo non avrebbe potuto baciarla nonostante la volesse ora come non mai. Il loro primo bacio non poteva essere ricordato dal fatto che lui sarebbe stato l’amante. Non voleva essere identificato come l’altro.
Con tutto l’amore che provava per lei si spostò, baciandole dolcemente la guancia e stringendola se si poteva ancora più forte a sé.
“Non posso Sana…” le sussurrò all’orecchio “Mi spiace, o tutto o niente…  Non voglio essere l’altro”.
Sana immediatamente abbassò il capo. Si sentiva in imbarazzo, avrebbe voluto scappare via, allontanarsi da lui. Sarebbe addirittura saltata giù dalla mongolfiera!
“Non puoi nemmeno lontanamente immaginare lo sforzo che ho dovuto fare per resistere alla tentazione di baciarti, perché giuro Sana è l’unica cosa che vorrei fare in questo preciso istante! Muoio dalla voglia di assaporare le tue labbra, di perdermi in un tuo sorriso, in un tuo sguardo. Di baciare ogni centimetro della tua pelle… Di sentire il tuo respiro mischiato con il mio. Mi fai impazzire! Ti voglio come si vogliono le cose che non si possono avere, ti voglio come non ho mai voluto nessuno” le sussurrò all’orecchio Marco “Ogni tuo piccolo dettaglio mi attrae, dovresti saperlo ormai!”.
Sana prestando molta attenzione alla sua dichiarazione aveva stretto forte la maglietta di lui. Era strano, ma era come se ogni sua singola parola le comunicassero di rimanere lì ferma, ancorata a lui.
“Perciò non scappare! Almeno che tu voglia andartene via… Resta ancora qui con me!” continuò Marco cercando lo sguardo di lei “Non voglio che tu ora prenda una decisione. Torna a casa, vai da lui, parlagli e chiarisciti le idee… Non voglio che tu un giorno, ricordando questa giornata, possa pentirti. Credo di aver fatto tutto ciò che potevo per farti capire quanto tu sia importante per me. Io ti amo Sana e sono sicuro che se ciò che proviamo è un sentimento vero, non sarà di certo il tempo o la lontananza a dividerci anzi, saremo sicuramente ancora più uniti”.
Persa nel suo sguardo, si sentiva quasi impaurita da ciò che provava in quel momento. Akito, nonostante si conoscessero entrambi perfettamente, non era mai riuscito a placare il suo istinto di fuga. Avevano sempre lasciato le cose al caso e forse era stato proprio ciò ad averla portata a quel punto. Al contrario Marco con il suo carattere forte e deciso le aveva dimostrato fin da subito che non l’avrebbe lasciata sfuggire tanto facilmente. Sicuramente questo aspetto andava ad influenzare molto su ciò di cui lei aveva bisogno in una relazione e sorprendentemente Marco rappresentava ciò.
Le ultime ore prima della partenza erano trascorse ancora più velocemente. Una volta scesi dalla mongolfiera, Sana aveva insistito per accompagnarlo in aeroporto.
Durante il tragitto sul taxi, continuava a fissare con un sorriso le loro mani intrecciate. Le stringeva forte la mano mentre con l’altra la teneva abbracciata a sé. Lui sarebbe ritornato da lei e chissà cosa avrebbe provato rivederlo dopo un anno.
“Vorrei che questo momento fosse interminabile…” gli confessò Sana una volta arrivati in aeroporto.
“Anch’io… Però sono felice di aver potuto trascorrere qualche ora in tua compagnia!”
“Grazie per questa splendida giornata, sono contenta che tu sia venuto a salutarmi… Credo sia stata la sorpresa più bella che tu mi abbia fatto!”
“Vedrai ce ne saranno altre… Magari sarai tu a farmela la prossima volta” affermò ravviandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Già... Scusa, non riesco a smettere di piangere…”
“Vieni qui…” affermò abbracciandola e baciandole il capo “Non essere triste, non è un addio. Me lo fai un sorriso?”.
“Allora… Fai buon viaggio e mi raccomando tienimi aggiornata!”
“Certo Rossa, dopotutto sei la mia Fan numero uno, ricordi?”
Sana rise, come avrebbe potuto dimenticare quella prima canzone che aveva ascoltato nel garage del suo amico.
Tutto cambia quando ti avvicini a me, i tuoi occhi mi fanno sentire come se stessi volando. La tua presenza completa il mio mondo, ti renderò la mia principessa oggi con un bacio! Quella canzone, l’ho composta pensando a te… Sei entrata subito nella mia testa e ora che sei nel mio cuore non posso dimenticarti!”
“Mi mancherai tantissimo Marco” affermò gettandosi nuovamente tra le sue braccia.
Ultima chiamata per il volo 93, diretto a Tokyo.
“Devo andare Rossa o perderò seriamente l’aereo! Abbi cura di te e mi raccomando ascolta il tuo cuore… Ci vediamo presto”
“Grazie e tu fai vedere chi sei! Sono sicura che si innamoreranno subito di te e delle tue canzoni… È impossibile resisterti!”
“Ciao Rossa!” la salutò strizzandole l’occhio.
“Ciao Marco…” affermò osservandolo allontanarsi.

 
*LET HER GO - PASSENGER
Beh, hai bisogno della luce solo quando si sta spegnendo
Ti manca il sole solo quando inizia a nevicare
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare

Ti rendi conto di essere arrivato in alto solo quando ti senti giù
Odi la strada solo quando ti manca casa
Ti rendi conto di amarla solo quando la lasci andare


** Gianluca Grignani – La mia storia tra le dita


 
Ciao bellezze!
Come state?
Ancora pochi capitoli alla fine di questa storia… Ammetto che questo non era il finale che avevo in mente all’inizio, con il tempo sono sicuramente cambiate tante cose e perciò sentivo più mio quello che sto strutturando ora. Pensavo però di scrivere anche quello iniziale una volta finito questo, sono curiosa di vedere come sarebbe uscito… Anche perché quando avevo pensato di ideare il continuo della prima FF, sapevo già come sarebbe finita!! E invece... Quante cose sono cambiate da allora! Volevo solo ricordare che i nostri protagonisti hanno poco più di vent'anni... Quindi non sto giustificando (in questo caso) il comportamento di Sana nei confronti di Akito, perché ha "sbagliato" nell'accettare l'appuntamento di Marco visto che il suo ragazzo non sapeva proprio nulla... Chi non si arrabbierebbe?? Quello che voglio dire è che è una ragazza giovane e penso che a molte di noi sia successo di essere convinte di aver incontrato l'uomo della nostra vita (per intendere il concetto) e poi accorgersi che in realtà non era così.
Inoltre ho una splendida notizia! 11 agosto è nata la mia bimba
Aurora. <3
La cosa più strana è che sono riuscita a finire questo capitolo ora che sono più impegnata rispetto a prima quando ero in gravidanza… Questa settimana ero proprio ispirata!
Non so se ho reso troppo “sdolcinato” Marco però sentivo che in quel momento era giusto confidare a Sana tutto ciò che provava per lei!
Un grosso bacio!
Alla prossima,
 
Miky
  
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