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Autore: Fayer_Siren    21/09/2018    0 recensioni
-Clive, ne sei proprio sicuro?-
-Dopo tutto quello che è successo, tu mi chiedi ancora se ho
dei dubbi al riguardo?-
La ragazza scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio
con fare imbarazzato
-Tutto questo sarà un disastro-
-Già, un bellissimo disastro-
------
Clive deve attuare il suo piano per ridurre in polvere Londra.
Ma non è l'arrivo del Professor Layton che gli crea tutta questa agitazione.
Accanto a lui, la sua peggior nemica e al contempo l'unica persona di
cui può fidarsi, lo guarda con spensieratezza.
I suoi modi di fare sono imprevedibili. Deve attenersi al gioco, o il
suo sogno utopico svanirà con lui.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clive Dove, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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my lovely disaster 12

Capitolo Dodici

La fine








-Layton e il suo apprendista sono qui- disse Yara, la quale aveva preso posto dal grande schermo da cui erano collegate tutte le videocamere della fortezza -Tutto come previsto. Vedremo come se la caveranno qui dentro- rispose Clive ghignando. La ragazza gli lanciò un'occhiata quasi preoccupata.
Aveva sempre odiato quel giovane, fin da quando ne avesse ricordo. Lui aveva sempre subìto i suoi soprusi senza farne parola con Helen, tenendosi tutto dentro di sé. Ma in quel momento, percepì una strana sensazione all'altezza del petto. Non era sicura se fossero sensi di colpa o rimorsi, ma di certo si sentiva in parte responsabile del corrente stato d'animo di Clive. Dopo tutti quegli anni passati a incassare colpi, stava finalmente sfogando quella rabbia repressa. Le gocce si erano accumulate nel suo vaso e, ora che era traboccato, nessuno sarebbe riuscito a fermarlo. Se non aveva ancora aggredito la ragazza era solo perché il corpo apparteneva alla sua cara amica.
-Perché Helen, in tutti questi anni, non è mai voluta scappare da lui? Possibile che solo io continuo a notare che questo pazzo è nocivo per la sua mentalità? La farà sicuramente ammazzare, appena troverò l'occasione, me ne andrò via di qui e porterò Helen in salvo- -Yara! Non ti deconcentrare! Dov'è adesso il professore?- la riprese Clive, accorgendosi della sua distrazione. La castana sospirò e premette alcuni pulsanti -Sono diretti dall'ascensore, Mandy Bola li fermerà... Spero-. Si fece passare una ciocca di capelli fra le dita delle mani: al contrario di Helen e Kaylin, a lei piaceva tenere i capelli sciolti. La facevano sentire libera e le davano quell'aria da ribelle che lei adorava tanto.
-Non preoccuparti, ho sempre un piano di riserva- disse poco dopo il ragazzo, che si voltò verso di lei -Comunque lo sapevo che eri tu la ragazza dietro al mantello nero. Scommetto che quando Helen usciva dalla villa prendevi tu il suo posto e andavi nella Londra sotterranea per studiarti bene strade e vicoli. Sapevi del mio piano e inoltre ho presente il fatto che tu sei molto agile e brava nella corsa, compensando la scarsità di Helen. Non ti chiederò perché lo hai fatto, posso immaginarlo. Ma sappi che se non fossi dentro al corpo di Helen, te la avrei fatta pagare cara-. A quelle parole la giovane ridacchiò, scuotendo la testa -Visto che siamo qui, penso proprio che ti darò le mie motivazioni- la frase attirò l'attenzione dell'altro, che per un momento lasciò la postazione di comando per avvicinarsi a lei -Si, io ti odio, e penso che basti come spiegazione per le mie malefatte, se così vogliamo chiamarle. Ma la verità è un'altra. Helen in persona mi ha chiesto di fermarti. Non volevo assolutamente che lei fosse coinvolta direttamente nel mio ipotetico piano; avrei potuto fare molto peggio. Quando però ho visto che Layton era venuto per fermare i progetti di Dimitri, ho pensato che avrei potuto utilizzarlo per il mio scopo. Al contempo non volevo che gli attori che hai pagato subissero dei danni, quindi ho pensato ad un modo rapido e veloce per far girare la notizia, ma pare che nessuno, il professore escluso, mi abbia dato ascolto- fece una piccola pausa, mantenendo il contatto visivo con l'interlocutore -Purtroppo lui ti ha scoperto troppo tardi e ora mi ritrovo qui a fare da badante a questo corpo... Ho fallito la mia missione, spero che Helen non rimanga delusa-. Clive fece un paio di passi verso di lei, poi la afferrò violentemente per il braccio. Certo che la ragazza gli avesse raccontato un'altra delle sue menzogne, tirando in ballo Helen, si era infuriato più di quanto avrebbe fatto in una situazione normale -Devi sapere che anche io ti odio. Sei tu che hai rovinato Helen, con questi tuoi modi di fare da spavalda ribelle. Hai tentato di uccidermi e ci stai provando tutt'ora, mi hai sempre urlato contro, dandomi delle colpe che non mi appartengono. So di aver trascurato Helen, ma tu non hai mai compreso la ragazza con cui dividi corpo e mente! La conosco meglio di te pur essendo qui fuori...- lasciò la presa sull'arto di lei, poi riprese a parlare -Non le ha mai dato fastidio il fatto che non fossi sempre presente, sei tu che le hai innescato i dubbi per farla allontanare da me! E poi tu sostieni che io usi quella povera ragazza, che la tratti come uno zerbino, senza sapere nulla di cosa in realtà io provi per lei! L'hai sempre allontanata da me e io non ho mai avuto modo di mostrarle i miei veri sentimenti. Lei per me è tutto e io sono tutto per lei! Quindi smettila di raccontare fesserie sul fatto che Helen volesse fermarmi, perché se lo avesse voluto davvero lo avrebbe fatto!-.
Yara dentro di sé stava ribollendo dalla rabbia. Era a tanto così dal mettergli le mani al collo e farlo volare giù dalla fortezza -Quello che ti ho detto è vero! Puoi pure chiedere alla diretta interessata se non ci credi! Lei non ha mai avuto la forza e il coraggio di metterti i bastoni tra le ruote perché ha sempre avuto paura di perderti. Infatti si è rivolta a me e Kaylin. E poi come puoi dire di provare dei sentimenti per lei se ti sei pure dimenticato del suo trauma della sparatoria? Quando avete litigato non la sei venuto a cercare, se non fosse stato per Kaylin chissà quando vi sareste più rivisti! La hai sempre messa in disparte per compiere questo tuo stupido piano, senza mai dare ascolto ai suoi di sentimenti! Tu non provi nulla per lei, sei solo un egoista!-. La ragazza non ce la fece più. Stava per scoppiare, ma sapeva che se avrebbe aggredito Clive, lui avrebbe chiamato i suoi scagnozzi. Con passo pesante, si avvicinò verso le grandi finestre e uscì sulla piattaforma metallica: un po' di aria le avrebbe fatto bene. Ignorò i continui richiami di lui: pretendeva delle spiegazioni, voleva sapere a cosa Yara si era riferita quando nominò i sentimenti di Helen. Perché si, lei era da qualche anno ormai che si era innamorata del suo amico, ma tra il piano di giustizia e Yara, alla fine si vide costretta ad archiviare i suoi sentimenti. La personalità lo sapeva bene e non lo aveva mai accettato -Perché tra tutti, doveva scegliere proprio lui? Non va assolutamente bene per lei; prima li separo definitivamente meglio è- -Yara, per favore, smettila. Lui ci è sempre stato per me, sei tu che non vuoi crederci-. Dentro la sua mente, Helen stava cercando di comunicare con Yara -Non mi interessa se dovrò soffrire, non mi interessa se non ricambierà mai ciò che provo. Lui è il mio angelo e io gli devo la vita. Se non fosse per lui a quest'ora non sarei qui. Adesso, se permetti, voglio il mio corpo. Devo salvare il mio amico prima che sia troppo tardi!-. In un attimo, gli occhi della castana si spensero, rimanendo seduta su quella piattaforma a fissare il vuoto.
 
Clive nel frattempo era rimasto nella sua postazione -Proprio adesso dovevo venire a sapere di una cosa tanto importante? No, aspetta. Stiamo parlando di Yara. Avrà sicuramente detto una bugia-. Scosse la testa e, dando un'ultima occhiata alla finestra, riprese a trafficare con i comandi. Il piccolo schermo cristallino alla sua destra si illuminò, mostrando il volto di uno dei suoi scagnozzi, Mandy Bola -Capo! Gli intrusi sono riusciti ad accedere nell'ascensore! Sono diretti nella camera di ventilazione, che facciamo?- Il ragazzo sospirò, passandosi una mano sul volto. Nonostante avesse pensato ad ogni evenienza, ciò che sperava non accadesse si stava svolgendo pian piano davanti ai suoi occhi -Devi tenerli sotto controllo. Appena hai delle novità fammelo sapere- spiegò poi lui, chiudendo la chiamata. Avrebbe preferito intervenire di persona, ma se si fosse messo a fare su e giù per la fortezza, ci avrebbe messo molto più tempo di Layton per ritornare in postazione. Era anche per quel motivo che si era procurato degli scagnozzi, quindi far svolgere loro il resto delle azioni non sarebbe dovuto risultare un problema, nonostante non si fidasse del tutto dei suoi uomini. Ad un certo punto, una strana macchia rosa comparve nel suo campo visivo. Alzò lo sguardo dai macchinari e, dall'altra parte della stanza, la castana stava rifacendo il suo ingresso nella fortezza. Lui corrugò la fronte, come se fosse infastidito dalla sua presenza -Vattene, non voglio discutere con te- disse bruscamente. La ragazza lo guardò con occhi tristi, quasi come se fosse sul punto di piangere -Clive... Sono Helen...-. Lui si avvicinò alla figura della giovane, notando la sua caratteristica forma degli occhi. Era sul punto di dirle qualcosa, ma lei lo interruppe -Quando ero dai laboratori sono stata picchiata da Bruce e sono svenuta. Yara in quel momento prese il mio posto... E io in qualche modo sono riuscita ad accedere ai suoi ricordi. Ho visto tutto quello che ti ha fatto, tutto quello che ti ha detto, quel taglio sul fianco che ti ha procurato con il coltello... Io non so davvero come scusarmi con te. Tu per me ci sei sempre stato, nonostante tutto ciò che hai dovuto subìre... Mi sento così in colpa...-. Delicate lacrime iniziarono a scendere lungo le guance di Helen. Non riusciva a guardare in faccia l'amico da quanta era la vergogna che provava. Lui le appoggiò una mano sulla spalla -Quella che ha fatto Yara non è una tua responsabilità. Anzi, quello che si deve scusare qui sono io. So che a te non è mai importato molto se ti lasciavo anche intere giornate da sola, è stata lei a innescarti i dubbi. Però solo dopo aver litigato con lei, poco prima, mi sono reso conto di aver commesso un grave errore. Da quando ho in mente questo piano io ti ho messa in disparte, ma nonostante tutto tu hai continuato a volermi bene. Ti prometto, qui e adesso, che una volta che tutto ciò sarà finito, ti renderò il centro del mio mondo. La mia vita sarà dedicata a te, Helen io ti...- il suo discorso venne interrotto da un altro dei suoi scagnozzi, Tuna -Mi scusi, la volevo avvisare che Layton ha recuperato la ragazza-. Clive si voltò verso i comandi e, collegandosi con le telecamere dal suo schermo personale, poté notare che la trappola che conteneva Flora era stata disattivata. Helen sbirciò da dietro le sue spalle mentre lo vedeva premere pulsanti e spostare leve -Adesso vedete cosa succederà- sussurrò lui, abbassando l'ultima leva. Successivamente rivolse la sua attenzione verso Tuna -Stanno venendo qui. Aspettali dalle scale di accesso, però guai a te se proverai a torcere loro anche un solo capello. Fermali in qualche modo-. Lo scagnozzo annuì ed eseguì gli ordini, uscendo dalla sala di comando. Subito dopo il ragazzo prese le mani dell'amica -Scusami Helen, finiremo dopo il nostro discorso. Ora devo andare, tu aspettami qui e non toccare nulla. Torno subito- detto ciò Clive si piazzò su una specifica zona del pavimento e premette il pulsante di un telecomando che teneva nella tasca della giacca. Quelle piastrelle rivelarono un ascensore nascosto, il quale lo portò al piano superiore. La ragazza lo fissò svanire nel soffitto, poi sospirò, guardandosi attorno -Non avevo assolutamente idea che la fortezza che voleva costruire fosse così grande... Se solo avessi avuto un po' più di coraggio, avrei fatto molto di più per fermarlo. Perlomeno posso contare su Layton... Spero riesca ad eccellere dove io ho fallito-.

Poco dopo essere arrivato al piano superiore, Clive venne raggiunto dal'uomo con la tuba e gli altri due ragazzini -Molto gentile da parte sua arrivare fin qui, professore- disse lui con una nota aggressiva -Clive, qualsiasi cosa tu voglia fare, devi fermarti! Quello che hanno fatto Bill e Dimitri è stato imperdonabile, quando il mondo lo saprà verranno puniti, così sarà fatta la tua tanto desiderata giustizia-. Il ragazzo ridacchiò -Che belle parole... Peccato che, senza un disastro vero e proprio, quegli stupidi al governo non impareranno mai la lezione!- -Clive, ascoltati... Tu...- -No! Chi è lei per discutere con me? Lavorando come giornalista ho assistito con i miei occhi ad infinite tragedie. Oltre a me, tantissime altre persone hanno visto la loro vita venire distrutta in nome del progresso. Noi "povera gente" siamo considerati un ostacolo verso un futuro migliore. A volte è necessario usare la forza, e io voglio distruggere questo mondo per costruirne uno nuovo-. Layton scosse la testa -Ciò che dici non ha alcun senso!- -La conversazione è finita. Adesso, se vuole scusarmi, ho un lavoro da portare a termine- e detto ciò, tornò al piano inferiore per cominciare la parte più importante del suo piano. Corse dalla postazione di comando e premette innumerevoli pulsanti, attivando anche gli schermi presenti nella stanza dove stava Layton. I cannoni della fortezza mobile, precedentemente attivati dal giovane prima di incontrare Layton, si misero in funzione e Londra iniziò a subire i primi attacchi. Il professore sgranò gli occhi alla vista di quello spettacolo surreale -Ma questa è pura follia!-. La risata agghiacciante di Clive rimbombò nelle loro orecchie -Prego, mettetevi comodi! Fate come se foste a casa vostra... Dopotutto, non ve ne andrete molto presto. Godetevi la vostra amata Londra, perché questa sarà l'ultima volta-. Il professore era su tutte le furie, quando Claire, ancora nei panni di Celeste, attirò la sua attenzione, dicendo loro che aveva ideato un modo per fermare il ragazzo. Quest'ultimo non ci fece troppo caso e rimase nella sua postazione a godersi lo spettacolo. Aveva sentito ciò che bastava per fermare Layton: si sarebbero diretti nella sala del generatore, ma se avessero tentato di mandare in black out la fortezza sarebbe esplosa nel giro di pochi momenti. Lui aveva tenuto conto dell’evenienza che qualche imprevisto sarebbe potuto accadere, perciò aveva fatto inserire un piccolo elicottero all'interno della fortezza in modo che sarebbe potuto scappare. Si collegò con gli schermi presenti nel cuore della macchina e si rivolse al gruppo lì presente ridacchiando -Sapevo sareste arrivati qui prima o poi! Come potete vedere, il nostro carissimo leader è un po' indisposto al momento; temo non potrà venire con voi. La sua spavalderia le fa onore, ma stavolta le conviene non fare mosse azzardate. Avrà sicuramente notato la sedia speciale sul quale è presente il primo ministro: se proverà a rimuoverlo da quella capsula, l'intera fortezza salterà in aria. E, per sua informazione, qui dentro c'è abbastanza esplosivo per radere al suolo mezza Londra. Non che questo cambi qualcosa sul futuro che la attende! Detto ciò, mi congedo. Ho del lavoro che mi aspetta- e, con un ghigno sul volto, disattivò gli schermi. Continuò per diversi minuti a controllare la macchina, distruggendo tutto ciò che finiva sotto i pesanti bracci meccanici della fortezza e togliendo la vita a centinaia di persone. Fiero di sé, assistette dalle grandi finestre la capitale subire i colpi di cannone provenienti dalla macchina, fino a che, da uno dei piccoli schermi, comparve un preoccupante punto esclamativo rosso. L'espressione sul volto del ragazzo cambiò drasticamente -Oh no. No, no no!- esclamò in preda alla rabbia, mentre provava a connettersi al generatore. Helen si avvicinò a lui con cautela -Clive, cosa succede?- -Layton è riuscito a sovraccaricare il generatore... Dobbiamo scappare!- disse lui mentre si dirigeva verso un preciso punto della parete, tastando alcune zone -Dov'è il pulsante? Se non riusciremo a raggiungere l'elicottero... Non voglio nemmeno pensarci!-. Lei lo guardò impietosita -Clive... Nessuno ha costruito quel pulsante. Yara non te lo ha detto?- il giovane si voltò verso l'amica con occhi sgranati. Lei si portò le mani alla bocca sorpresa, mentre lui sbatté un pugno contro la parete -Lei ha sempre voluto eliminarmi, immagino che vedermi distruggere con le mie stesse mani fosse il suo desiderio più grande- Helen scosse la testa avvilita -No... Non può essere...- le lacrime iniziarono a formarsi negli angoli dei suoi occhi. Gli schermi nella zona di comando inziarono ad emettere suoni ad intermittenza -E adesso che c'é?- esasperato, si avvicinò ai computer, tentando di risolvere la moltitudine di problemi creatosi, premendo pulsanti e leve, invano. Si portò una mano sulla fronte, il suo battito cardiaco prese il via in un ritmo a dir poco veloce, la sua anima pian piano venne corrosa da emozioni negative e ansia. Titubante, si affacciò da una delle finestre, assistendo all'autodistruzione della macchina -No... Non può finire così....Non finirà così!- sfogò tutta la sua rabbia in quelle urla, quando un rumore sopra la sua testa attirò la sua attenzione: un grande tubo si era spezzato, colpendo in pieno il ragazzo, che cadde a terra quasi privo di sensi. -No, Clive!- Helen corse verso il corpo dell'amico, cadendo sulle ginocchia una volta giunta al il suo fianco. Poggiò le mani sulla sua schiena e lo scosse in preda al panico. Aveva tentato di trattenere l'ansia dentro di sé, ma essa si era rivelata troppa per essere contenuta. Scoppiò a piangere chiamando il nome del giovane, che non dava segni di vita. Dentro la sua mente, intanto, stava avvenendo il caos.
-Helen, devi scappare! Lascia qui Clive e mettiti in salvo, sei ancora in tempo!- urlò Yara da un angolo della sua mente -Helen, prendi Clive con te. Devi portarlo in salvo, uscite da qui!- esclamò Kaylin subito dopo. La ragazza, troppo in pensiero per l'amico e immersa fino al midollo nell'ansia, ignorò le altre due personalità. Le due decisero di intervenire e presero il posto di Helen nello stesso istante. E fu così che gli occhi di lei si spensero per l'ennesima volta, con la testa inclinata verso l'altro e le labbra schiuse, fissando un punto impreciso del soffitto. Tutte e tre si erano ritrovate coscienti nello stesso momento, mandando in tilt temporaneo il suo corpo. Una strana sensazione avvolse il cuore di Helen, la quale, sentendo la voce di Claire di sottofondo, riprese coscienza. Dentro sé avvertì una sicurezza in se stessa che non aveva mai provato prima, la sua mente era sgombra da pensieri e preoccupazioni. Si rialzò e, con occhi sgranati, si voltò verso la donna. -Tu... Eri con il professore!- esclamò lei, mentre l'altra si avvicinò alla figura del giovane, il quale sembrava essersi ripreso -Ngh... Helen... Io non volevo trascinarti in questo disastro... La fine ormai è giunta...- disse tentando di rialzarsi, ancora stordito dal colpo ricevuto poco prima. La donna dai capelli arancioni lo aiutò a stabilizzarsi sulle sue gambe, guardandolo con compassione -Non è vero, Clive... Puoi ricominciare a cercare di riparare ai danni che hai causato- -E come?- -Ne possiamo parlare più tardi. Questo posto sta cadendo a pezzi!- Clive strinse i denti -Tu, come puoi proprio tu venire in mio aiuto? Porta in salvo Helen, dimenticatevi di me...- Helen si avvicinò all'amico, mettendogli il braccio dietro le sue spalle per sorreggerlo -O ci salviamo entrambi, o non si salva nessuno- gli disse lei. Claire intervenne -Non ti lasceremo qui a morire!-. Il giovane scosse la testa -Tu non sai cosa ho fatto, cosa ho tentato di fare!- -Non è importante adesso. In fondo, questa tragedia è anche in parte colpa degli errori che abbiamo commesso come scienziati-. A quelle parole, Helen guardò la donna con sguardo confuso, mentre Clive sembrò comprendere ciò che lei stava intendendo -Capisco...- disse infine lui. Le due iniziarono a camminare verso le grandi finestre, aiutando il ragazzo ad uscire dalla sala di comando. Nel frattempo, la fortezza mobile aveva raggiunto l'enorme cavità dalla quale era sorta ed era ad un passo per precipitarne all'interno. Claire si guardò attorno, poi notò la macchina volante di Layton e sorrise. L'uomo parcheggiò il veicolo sulla struttura e il trio si sbrigò a salirci sopra. Dopo un istante, la fortezza iniziò la sua caduta verso la falsa Londra. Helen si voltò, assistendo alla scena: vide il possente macchinario sprofondare nella cavità, per poi esplodere al suo interno. Il suo cuore collassò solo al pensiero che, se non fosse stato per Layton, in quel momento la sua sorte e quella di Clive li avrebbe condotti verso un'inevitabile fine. Si voltò verso l'amico, il quale si reggeva alla portiera dell'auto, con occhi chiusi e respiro irregolare. Non poteva nemmeno immaginare come si sentisse lui in quel momento. Durante tutto il tragitto fino alla terraferma, ognuno di loro rimase in silenzio; l'aria si era fatta tesa e pregna d'ansia.
Una volta atterrati, il ragazzo aprì la portiera e si accasciò a terra. Bill Hawks non esitò a puntargli un dito contro -Arrestate quell'uomo!- esclamò alle guardie, mentre Chelmey si avvicinò a lui -Ora vieni con me ragazzo. E non darmi delle noie!-. Layton però si mise tra Clive e l'ispettore -La prego, aspetti un momento-. I due sembrarono discutere, mentre Helen corse dall'amico e si inginocchiò di fronte a lui -Adesso cosa facciamo?- chiese con le lacrime agli occhi. Lui fece cadere lo sguardo al suolo, tossendo diverse volte -Tu non c'entri nulla. Ti ho coinvolta in questo casino e, nonostante tutto, mi hai aiutato a portarlo a termine. Mi devo sdebitare con te, ti prego di reggermi il gioco-. Una delle guardie afferrò il braccio della castana -Quindi è lei la sua complice!-. Clive si alzò bruscamente in piedi -No, la verità è che lei è sempre stata un mio ostaggio. La ho costretta a lavorare per me, io sono l'unico che deve pagare le conseguenze. Lei è innocente- Helen sgranò gli occhi, mentre la guardia ammanettava il giovane -Questo sarà il giudice a deciderlo. Quanto a te, ragazzo, goditi questi momenti d'aria, perché saranno senza dubbio gli ultimi-.
Layton, con sguardo deciso, si avvicinò verso Clive -Ho bisogno che tu mi risponda ad una domanda- gli disse -Perché mi hai fatto chiamare?- l'altro sospirò -Dimitri era convinto che lei fosse necessario per il suo progetto, ma io sapevo che era una minaccia. Tuttavia ho finito per accompagnarla passo per passo nella mia base... All'inizio stavo solo giocando con lei, ma poi mi sono reso conto di apprezzare molto la sua compagnia- fece un respiro profondo, poi riprese -Helen ha provato in diversi modi a fermarmi dalla pazzia che mi stava consumando, senza mai riuscirci. Forse ho visto in lei un bagliore di speranza... Dopotutto, lei ci era già riuscito tanti anni fa...- e nella sua mente passarono i ricordi di quel giorno, di quel fatidico giorno in cui perse tutto ciò che aveva di più caro -Quel bambino... Eri tu?- disse sorpreso Layton - Dentro di me speravo che sarebbe riuscito a strapparmi dalle braccia della follia. Questa è la seconda volta che mi salva la vita... Non posso che ringraziarla- con sguardo triste, trasferì la sua attenzione sulla figura dell'amica, la quale era rimasta ad ascoltarlo in silenzio -Non dovrà più preoccuparsi per me- disse poi, rivolgendosi nuovamente al professore -Intendo espiare le mie colpe. Non vedo l'ora di incontrarla di nuovo... Nel frattempo, stia bene, Layton-. L'uomo gli mise una mano sulla spalla -Anche tu, Clive-. Subito dopo, Chelmey si intromise tra i due -Barton, portalo in centrale-. A testa bassa, Clive venne scortato dalle guardie attraverso il parco. Helen gli corse dietro, ma venne bloccata dalla guardia di prima -Non puoi andare con lui. Potrai rivederlo in tribunale, quando gli testimonierai contro-. Lei però, con ancora un po' di forza in corpo, riuscì a liberarsi dalla presa e raggiunse con uno scatto repentino il suo amico, il quale si voltò verso di lei -Vi prego di fermarvi un attimo, vorrei dire un'ultima cosa a questa ragazza-. Le guardie si guardarono negli occhi, poi si allontanarono di un paio di passi, concedendo loro qualche minuto. Nel frattempo, fiumi di lacrime iniziarono la loro corsa lungo le guance della giovane. Il più grande le accarezzò i capelli -Non preoccuparti per me Helen, starò bene. Non so cosa mi succederà, ma sono contento di sapere che tu non subirai le conseguenze- lei scosse la testa -Perché lo hai fatto? Io sono colpevole proprio come te...- -No, tu non hai fatto nulla. Ti prego di goderti appieno la libertà che io non avrò mai più; vivi dimenticandoti di me. Non potrò più starti accanto, è solo colpa mia se quei tempi sono finiti. Io... Avrei voluto fare ancora molte cose con te. Nella mia testa avevo mille progetti per il nostro futuro, ma li ho mandati all'aria, accecato dalla sete di vendetta-. Una lacrima scese dai suoi occhi scuri, ma si sforzò di sorridere, nonostante avesse il cuore a pezzi. Helen si asciugò le lacrime con la manica della camicia, poi si apprestò a fare lo stesso gesto sul viso di Clive. -Il vostro tempo è quasi finito- li avvisò una guardia. La castana sospirò, poi guardò l'altro dritto negli occhi -Sai, nonostante tutto ciò, nonostante quello che è accaduto tra noi, you are my lovely disaster-. Si avvicinò al volto di lui, fissandogli con intensità le scure iridi, per poi chiudere lentamente gli occhi e lasciandogli un delicato bacio sulle labbra. Il ragazzo avvampò di colpo, sgranando gli occhi -Helen...- fu tutto ciò che riuscì a dire, prima che le guardie lo presero per le braccia e lo allontanarono definitivamente da lei. -Clive!- urlò lei in lontananza, facendo un paio di passi verso l'amico, fermandosi non appena la figura di lui scomparve dietro l'ombra del cancello del parco. Nuove lacrime erano pronte per inumidire il suo viso, quando percepì una mano toccarle il braccio. Dietro di lei c'era Flora, la quale la stava osservando con sguardo compassionevole -Clive ci tiene davvero tanto a te...- sussurrò poi. La castana si voltò verso la figura della più piccola -Mi dispiace per tutto quello che ti è successo. Né io né lui volevamo farti del male...-. La quattordicenne tirò fuori da una tasca un piccolo pezzo di carta, porgendolo poi verso la giovane -Non so perché Clive scrisse queste cose, immagino volesse sfogarsi un po'. Lo ho trovato all'interno della fortezza, dev'essergli caduto-. Helen guardò confusa prima la ragazzina poi il foglio, aprendolo -Si, la scrittura è quella di Clive-. I suoi occhi lessero attentamente ciò che il foglietto riportava:



Quando tutto sarà finito, dovrò rendere Helen
il centro della mia vita.
Le darò tutto, per ringraziarla della sua
pazienza nei miei confronti.
Senza dubbio dovrà sapere dei miei sentimenti
e, se lì ricambierà, le chiederò di sposarmi.
Non voglio nessun'altra, dopo tutto quello
che abbiamo passato, so per certo
che lei è la donna giusta per me.


Helen per poco non scoppiò a piangere e strinse quel foglio di carta al petto. Ormai il loro futuro assieme era svanito per sempre; da quel momento in avanti le loro vite avrebbero preso due strade diverse. Non riusciva ad immaginare le sue giornate senza il suo prezioso angelo, ma la sua anima avrebbe dovuto trovare la pace anche senza il ragazzo, altrimenti sarebbe presto caduta in depressione. Si incamminò verso l'uscita del parco, con ancora il foglio stretto tra le mani e il cuore a pezzi, non ancora pronta a mettere la parola fine su quel triste capitolo della sua vita.

   
 
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