Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    25/09/2018    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'inizio della battaglia

 
Il muro esplose proiettando frammenti in tutte le direzioni. Vyncent si protesse con lo scudo da quella pioggia mortale, ma i soldati accanto a lui non furono altrettanto fortunati o veloci nel mettersi al riparo.
Due furono colpiti in pieno e morirono sul colpo, il petto sfondato dalle pietre. Un terzo venne colpito alla gamba, che si piegò in una posizione innaturale.
"Portatelo da un guaritore" ordinò Vyncent ai soldati ancora in piedi.
Si sporse dal parapetto. Solo tre giorni prima da quel punto aveva ammirato il panorama, trovandolo delizioso. Ora gli appariva terribile.
L'armata nemica li aveva raggiunti in tre giorni di marcia e aveva posto l'assedio all'alba del quarto.
Non c'erano stati contatti con il comandante nemico e Vyncent non l'aveva mai visto, tranne una volta che si era avvicinato con a sua scorta a tre o quattrocento passi di distanza, abbastanza lontano dalla gittata delle armi e degli incantesimi.
Era una donna dall'aspetto delicato, i capelli lunghi e fluenti che le scendevano sulle spalle. Portava il mantello grigio con una certa eleganza, questo doveva ammetterlo.
"La chiamano Aschan Lamascura" aveva detto Yahan.
"È la prima volta che la sento nominare."
"È perché vieni dal grande continente e non puoi sapere di lei" aveva risposto la strega.
"Dimmi quello che sai" l'aveva esortato Vyncent.
Yahan si era incupita. "Malag le ha affidato la sua armata. Non ti basta sapere questo?"
"E il suo soprannome da dove viene?" aveva chiesto Vyncent.
Yahan aveva fatto spallucce. "Chiediglielo quando verrà a reclamare la tua testa."
Palle di fuoco lanciate dagli stregoni in prima linea colpirono le torri strappandone intere sezioni.
"Colpite quei dannati" ordinò Vyncent.
Sulle torri e i camminamenti avevano disposto tutti i tiratori della fortezza, una trentina di balestrieri e cinque stregoni.
Nessuno di loro era stato capace di centrare uno solo dei nemici.
Aschan li aveva schierati a una distanza tale da non poter essere colpiti con facilità. Inoltre attaccava un lato della fortezza per volta senza dar loro il tempo di organizzare una difesa valida.
Yahan faceva quello che poteva dando ordini a destra e sinistra, ma era chiaro che anche lei non credeva di poter resistere.
"Domani la fortezza cadrà" disse rientrando nel torrione centrale. "O al massimo il giorno dopo. Non c'è rimasto molto tempo."
Vyncent l'aveva raggiunta in una pausa della battaglia. "I rinforzi non verranno. Dobbiamo fare da soli."
"Skeli manderà tutti quelli disponibili."
"Se lo farà, sprecherà le sue forze per riconquistare la fortezza dalle mani di Aschan. Sempre che ne abbia la forza."
"Un altro motivo per resistere il più possibile."
Vyncent ammirava la sua ostinazione, ma sapeva che da sola non bastava. Così come il coraggio dei difensori era inutile contro la forza degli attaccanti.
Malag aveva inviato un'armata costruita per conquistare e tenere una fortezza. In campo aperto quell'esercito non avrebbe retto l'urto di truppe bene addestrate, ma in quel caso non serviva l'agilità della cavalleria.
Per abbattere le mura servivano sfere infuocaate e lì ce n'erano abbastanza da ridurre Nishag in macerie fumanti.
Il bombardamento proseguì per tutto il giorno e la notte. Chiuso nella sua stanza, Vyncent non riuscì a dormire. La mattina dopo andò con Yahan a rendersi conto dei danni.
Due torri erano crollate e una sezione di mura era spaccata in due.
"Una breccia" disse la strega. "Entro oggi la fortezza cadrà."
"Dobbiamo salvare tutti quelli che possiamo" disse Vyncent. Ci aveva pensato tutta la notte.
"Come?"
"Proponiamo ad Aschan una resa."
"Io non voglio arrendermi."
"Non spetta a te decidere."
"Non è onorevole."
Vyncent ignorò le sua proteste. "Scegli due persone. Anziani e senza legami, se possibile. Mandali da Aschan con la richiesta di negoziare una resa."
Yahan fece una smorfia. "Come desideri."
Vyncent istruì di persona i due messaggeri, due soldati di mezza età. Si presentarono come Johi e Atsib.
"Vi è chiaro quello che dovete dire?"
I due annuirono. Presero i cavalli e si avviarono verso lo schieramento nemico.
Vyncent li osservò da una delle torri rimaste in piedi. "Abbiamo stregoni più vecchi di quei due."
"Volevi che rischiassi le vite di due stregoni?" gli domando Yahan scandalizzata.
"Ti avevo chiesto due persone anziane e senza legami."
"E le hai avute. Accontentati di questo, principe senza corona."
Vyncent odiava quel ridicolo soprannome, ma aveva imparato a conviverci. Mostrarsi infastidito avrebbe solo peggiorato le cose, dimostrando a chi gli stava accanto che era vulnerabile.
Principe senza corona, pensò. Non mi è mai importato niente della corona.
Uno dei messaggeri tornò due ore dopo. Da solo e a piedi, trascinandosi dietro il corpo dell'altro.
Sembrava sconvolto.
Vyncent e Yahan esaminarono il corpo dell'altro messaggero. Era stato crivellato di colpi. Contò almeno dieci fori prima di averne abbastanza.
Quando il messaggero sopravvissuto si riprese, disse: "Aschan ti offre una tregua di un giorno. Vuole concederti il tempo di riflettere sulla sua proposta."
"Parla" lo esortò Yahan.
Il soldato deglutì a vuoto. "Aschan ti propone uno scambio. Ci concederà di lasciare la fortezza se tu l'affronterai in un duello magico."
"Un duello?" si chiese Vyncent. "E lei che cosa ci guadagna? Ha già vinto."
Il soldato si strinse nelle spalle.
"Che importa?" fece Yahan. "È un'occasione unica. Tu sei molto forte, Vyncent di Londolin. Puoi certamente battere quella strega sconosciuta."
Ora non sono più il principe senza corona? Pensò divertito. Anche io ero uno sconosciuto fino a un anno fa.
"Meglio non sottovalutarla" disse Vyncent.
"Che cosa vuoi fare?"
"Sfruttare il tempo che ci ha concesso per pensarci." Guardò il soldato. "Come farà a sapere che ho accettato la sua sfida?"
"Basterà che tu esponga un vessillo a mezz'asta sulla torre principale. Se lo farai, il duello sarà per domani mattina. In caso contrario, entro domani saremo tutti morti."
Vyncent annuì. "Com'è morto il tuo amico?"
"I soldati ci hanno presi e portati al cospetto del loro comandante" rispose il soldato con espressione concentrata. "Prima ancora che avessimo il tempo di parlare, ha evocato i dardi e ucciso Johi."
"Cos'è successo poi?"
"Mi ha consegnato il suo messaggio dopo che io le avevo detto il tuo."
"E ti ha rimandato indietro?"
Atsib annuì.
"Ha usato solo i dardi?" chiese Yaham. "Nessun altro potere?"
"Io non me ne intendo molto" disse Atsib sulla difensiva.
"Parla" fece Yahan perentoria. "Non nasconderci niente o farò a te quello che Lamascura ha fatto a Johi."
"No" disse Atsib. "Non credo che tu potresti."
"Che vuoi dire?" chiese Vyncent.
"Non so come facesse" disse il soldato. "Ma quella strega sembrava controllare i dardi."
"Ovvio, sciocco" disse Yahan. "Tutte le streghe e gli stregoni ne sono capaci."
"Mia signora, so quello che ho visto" disse Atsib.
"Non essere impudente" lo ammonì la strega.
"Lascialo parlare" fece Vyncent. "Che cosa hai visto con esattezza?"
"Te l'ho detto" disse Atsib con espressione incerta. "Non sono molto esperto, ma i suoi dardi sembravano avere vita propria. Si muovevano in modo strano."
"Hai visto solo questo?"
"È stato tutto molto veloce."
Vyncent annuì. "Mangia e riposa. E lo sei meritato."
"Grazie" fece Atsib allontanandosi. "Mio signore."
"Sì?"
"Il corpo di Johi andrebbe seppellito."
"Me ne occuperò io stesso" promise Vyncent. Guardò Yahan. "Esponi un vessillo a mezz'asta."
 
Vyncent camminò verso il centro della spianata, le spalle rivolte alle porte della fortezza. Anche se non li vedeva, poteva sentire sulla sua schiena gli occhi dei pochi difensori rimasti, compresi quelli di Yahan e di Atsib.
Tutti loro contavano sulle sue capacità. Lui era Vyncent di Londolin, la fedele spalla della Strega Dorata, il principe senza corona che era sopravvissuto a uno scontro faccia a faccia con Malag e a un terribile attacco a sorpresa nel giorno delle sue nozze.
Se avessero saputo tutta la verità non sarebbero stati così fiduciosi nelle sue capacità.
Nella battaglia con Malag lui era stato sul punto di morire, salvato da Bryce che aveva rinunciato a uccidere l'arcistregone per salvare lui.
E il giorno delle sue nozze non era stato capace di proteggere la sua futura moglie, la dolce e indifesa Joyce, che adesso era chissà dove, forse morta o forse prigioniera in qualche sudicia prigione di Malag.
Se avessero saputo tutto quello, lo avrebbero disprezzato invece di riporre in lui la loro fiducia.
Io mi disprezzo, pensò Vyncent. Ho tradito la fiducia di Joyce e il suo amore. Dovrei esserci io al posto di Djana e Bato, invece ho scelto di nascondermi in quella fortezza con la scusa di dover badare a Bardhian.
L'orda di Malag si era radunata a cinquecento passi di distanza dalla fortezza, formando una mezzaluna. Tra di loro non vide volti conosciuti. C'erano molti ragazzi e altri meno giovani, soldati armati di scudi e lance e armature ammaccate e streghe e stregoni che indossavano mantelli grigi e lisi e sbrindellati.
Non c'erano simboli o ricami che ne denunciassero la provenienza. Era come trovarsi di fronte un'armata di senza nome e senza patria.
Conosceva solo il nome della sua avversaria, Aschan Lamascura. Se quello era il suo vero nome.
Una figura si staccò dagli assedianti riuniti e avanzò verso di lui.
Vyncent proseguì fino a trovarsi a cinquanta passi di distanza da lei.
La figura era quella di una donna bassa e dalle spalle larghe, i capelli scuri come la notte erano tagliati fino alle spalle.
Indossava il solito mantello grigio.
"Tu sei quel Vyncent di cui tutti parlano?" chiese la donna con voce bassa e baritonale.
Vyncent raddirzzò le spalle. "Sono Vyncent di Londolin, comandante dell'armata di Orfar. Presentati."
"Io sono Aschan" disse la donna. "E comando l'armata dell'alleanza di Malag."
"È un onore conoscerti."
Aschan sorrise. "Non credevo che avresti accettato la mia sfida, Vyncent di Londolin. Pensavo che saresti rimasto chiuso nella tua fortezza, al sicuro, lasciando che i tuoi sottoposti morissero al posto tuo."
Vyncent indicò il cielo. "Era una giornata così bella. Sarebbe stato un peccato restarmene chiuso tra quattro mura di pietra."
Il sorriso di Aschan si allargò. "Dicono che tu sia un distruttore."
Vyncent sollevò una mano e il fuoco la avvolse.
"Sappi che non riuscirai nemmeno a colpirmi."
"Mi basterà mettere a segno un solo colpo per finirti" rispose Vyncent per mostrarsi sicuro.
"Che ne dici di cominciare?"
Vyncent evocò lo scudo magico e si preparò a scagliare una palla di fuoco. La sentì crescere tra i palmi delle sue mani, mentre teneva sott'occhio Aschan.
La strega non si era mossa. Aveva sollevato le mani e dai suoi palmi erano scaturiti due dardi.
Un attacco veloce, pensò Vyncent. Mentre io sono lento. Ma il mio scudo fermerà i tuoi dardi.
Aschan lasciò partire i colpi, ma questi volarono in alto.
Lo ha fatto di proposito o ha una pessima mira, si disse Vyncent.
La palla di fuoco era quasi pronta, ma l'avrebbe lanciata solo quando fosse stato sicuro di centrare il bersaglio.
Era un incantesimo potente e copriva un'area molto vasta, ma lento e dispendioso. Doveva prima avvicinarsi all'avversario e solo allora lo avrebbe usato.
Aschan evocò e lanciò una dozzina di dardi, ma nessuno di essi andò a segno.
Lo fa di proposito, si disse Vyncent. Ma perché? Sta solo sprecando le sue energie.
Aschan lo fissava con sicurezza e si era mossa solo di pochi passi. Con le mani iniziò a disegnare qualcosa nell'aria, come se stesse parlando in una specie di linguaggio dei segni.
Sta mandando dei segnali a qualcuno? Pensò. Forse un altro stregone pronto a colpirmi alle spalle?
Gettò una rapida occhiata all'orda assediante, ma nessuno di loro si era mosso. Tutti guardavano Aschan e... in alto.
Vyncent sollevò la testa di scatto e li vide. Sospesi sopra di lui, a non più di dieci metri, c'erano i dardi magici che la strega aveva evocato.
Si muovevano con lentezza, cose eseguendo una complicata danza che aveva il compito di distrarlo e confonderlo.
Quella danza avveniva al ritmo delle mani di Aschan, che non si erano mai fermate.
Come ci riesce? Si chiese Vyncent. Non ho mai visto un potere simile.
Uno dei dardi partì, sfrecciò veloce e si infranse contro il suo scudo.
Vyncent concentrò la scudo verso l'alto.
Con la coda dell'occhio Vide Aschan muovere le mani eseguendo degli schemi nell'aria.
I dardi di mossero di conseguenza, mescolandosi tra di loro.
Vyncent ne vide due calare verso di lui da destra e concentrò lì il suo scuso. Li intercettò, ma un terzo dardo danzò alle sue spalle e gli colpì la gamba passandola da parte a parte.
Sentì il dolore avvampare nell'arto colpito, ma strinse i denti e resistette.
Poi i dardi calarono tutti insieme in un turbinio confuso che lui non riuscì a seguire. Ne intercetto tre o quattro con lo scudo, ma gli altri aggirarono le sue difese.
Si sentì trafiggere altre due volte alla gamba e una al braccio destro, quindi alla spalla.
A quel punto, vinto dal dolore, si piegò sulle ginocchia. Aveva ancora la palla di fuoco pronta per essere lanciata. Si voltò di scatto e la lasciò partire verso il punto in cui si trovava Aschan.
La strega però si era spostata durante il suo attacco precedente.
La palla di fuoco esplose alzando un gran polverone.
Aschan evocò altri dardi e li diresse verso di lui, circondandolo.
Vyncent attese che la fine giungesse, ma non accadde.
La strega si avvicinò con passo lento mostrandogli la mano con il palmo aperto. "Prova a evocare anche un semplice globo luminoso e morirai."
Dubito che riuscirei a evocare un globo luminoso nelle condizioni in cui sono, pensò.
"Che importanza ha? Ormai è finita. Ho perso. Finiscimi" disse Vyncent con la voce rotta dal dolore.
"Ti sbagli, Vyncent di Londolin" disse Aschan. "Abbiamo appena iniziato."

Prossimo Capitolo Giovedì 27 Settembre
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor