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Autore: pokepony10    25/09/2018    0 recensioni
ATTENZIONE! QUESTA STORIA È IL CONTINUO DI PERFECT E IMPERFECT!
Terra, un anno dopo. La prima dea si è riunita e il patto è stato sigillato, ora è tutto nella mani di Alexey l'umano, Ombra il demone e Shans la dea.
i tre dovranno ricucire lo squarcio spazio-temporale provocato da Alexey e ritrovare i pezzi della collana.
La terra è deserta eppure non sono i soli ad aver fatto un patto.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Shans 

Oltre le porte si spalancò dinnanzi a me lo spettacolare lago Cocito. Una distesa di ghiaccio capace di congelare all'istante chiunque la tocchi, ovviamente chiunque non abbia il potere dello Stige dalla sua parte. Con Caronte superammo lentamente la distesa di ghiaccio e finalmente le porte della reggia di Ade si aprirono davanti a noi.

Era ironica la sua villa, d'oro fuori e di legno dentro. Rappresentava al meglio il concetto di morte ed aldilà. I mortali credono che sia qualcosa di possente e misterioso ciò che avviene oltre la vita, ma non lo è, è semplice  ritorno al proprio ruolo, non cambia nulla, la morte è miserabile come la vita, solo che è eterna.

Al cospetto di Ade non potè che notare che non era cambiato di una virgola. Veste nera lunga, occhi di fuoco e capigliatura sempre sistemata nera come la pece. Sedeva fiero sulla sua stupida sedia dell'albero dei pentiti, tra mille cose che poteva fare ha scavato nel tronco dell'albero più importante mai esistito.

Dopo essersi ovviamente sorpreso per la mia presenza non ha perso tempo a stipulare un accordo con me, io accompagnavo Alexey, ma in cambio avrei dovuto dare tutto il mio potere a lui. Era una fortuna che non sapesse nulla ne delle costellazioni ne del rubino mancante alla collana, anche se avesse preso il ciondolo, sarebbe stato inutile senza una pietra, due considerando il mio diamante.

Col suo permesso il viaggio potè iniziare, da un lago di ghiaccio si passo con un tuffo in un bacino pieno di magma incandescente. Attorno a noi vidi case e casette, alcune belle, altre meno, ma era inutile fantasticare su quale di quelle catapecchie sarebbe stata mia, io sarei finita molto più in basso: il Tartaro.

La barca venne risucchiata da un mulinello verso il centro e il buio colpì prepotente il mio sguardo. Eravamo finiti nella parte più oscura dell'Ade, l'ufficio personale di Tanato. Egli era forte ed autoritario, teneva d'occhio ogni vita prima di decidere quando strapparle tutto dalle gelide mani, la Morte non aveva pietà, già Alex fu un problema, non per caso una delle sue anime nella zona preferiti era Morte Bianca. 

Subita la coltellata alla pancia e una lancia nel petto mi sorprese sapere che l'aveva risparmiata -che razza di gioco è questo? Vuole vederla soffrire per quanto tempo ancora?- pensai nervosa mentre la barca con un pesante tonfo di fermò in un laghetto di lava.

Scendemmo dall'imbarcazione e ci avviammo finalmente verso le porte del tartaro. -siete pronti a vedere il posto più brutto che abbiate mai visto?- chiese Caronte cercando le chiavi del portone 
-non sarà cosi male, conoscendo Ade ha creato un posticino piacevole- dissi sarcastica 
-davvero?- chiese lui spalancando le porte.

Mi ritrovai a fissare sorpresa oltre le porte. Buio, solo quello c'era. Qualche piccola fiaccola indicava le varie gabbie, il resto era buio. Ci avvicinammo ai prigionieri, erano terrorizzati raggomitolati nella loro minuscola gabbia di un metro cubo e mezzo visto ad occhio. Le loro braccia erano incatenate tra loro mentre al loro collo vi erano pesanti collari di ferro. -che diamine è successo qui?- chiese alexey spaventato mentre diversi lamenti e pianti si iniziarono a sentire 
-Ade ha deciso di lasciare questo posto come l'ha trovato, ogni gabbia ospita un prigioniero, una volta al giorno gli mettiamo il cibo nelle loro disgustose ciotole così rimangono coscienti- disse Caronte passando vicino alle gabbie con una sbobba al quanto disgustosa 
-perche questo trattamento?- chiesi inorridita e spaventata 
-una volta al giorno vengono… come dire… spremuti per bene per togliergli ogni traccia di potere, chi di loro rimane in vita per 100 anni avrà la possibilità di espiare le proprie colpe e forse avrà una possibilità per uscire da qui- disse lui completando il giro
-e chi non riesce a durare tanto?- chiese Alexey stringendomi a se 
-diventa il pranzo di Cerbero, mi sembrava evidente… comunque non ho visto nessuna gabbia brillare, questo significa che non è qui che devi stare ragazzo. Si sale- concluse Caronte avviandosi verso una montagna di pietre vulcaniche e tanto ciarpame.

-Queste sono le radici del grande albero dei pentiti, superate le sue gigantesche radici prenderemo l'ascensore che passa per dentro l'albero- disse il vecchio iniziando a scalare la montagnetta
-forza, non ho tempo da perdere, dovrebbe essere la mia giornata libera- ci disse spazientito vedendoci fermi alla base della montagna. 

Presi Alexey per mano e lo aiutai a salire. Nonostante ciò che avo fatto lui si fidava di me, non avrei mai più tradito la sua fiducia.
-dannazione, si è inceppato l'ascensore!- disse Caronte sbattendo i pugni contro la corteccia 
-ahahah inceppato!- disse Alexey ridendo, solo dopo capì la battuta
-non rispondo, cosa dobbiamo fare quindi?- chiesi cercando di essere seria 
-ci toccano le scale- disse tirando un ramo, delle scale comparirono dalla chioma e ci toccò salire 
-iniziate ad avviarvi, io aspetto ancora un po’ l'ascensore- ci disse il vecchio mentre noi iniziammo a salire.

Guardare in basso mi faceva sentire vagamente male, ma ciò che colpì la mia attenzione fu un avvoltoio. Un uccello gigantesco sorvolò la chioma e scomparve tra varie piume nere -Tanato…- pensai prendendo al volo una piuma del volatile.
   
 
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