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Autore: _aivy_demi_    07/10/2018    13 recensioni
Questa minilong partecipa alla terza challenge indetta dal gruppo Boys Love - Fanart & Fanfic's World,
"Fall into Autumn".
La storia ha come tema la stagione autunnale, con l'obbligo di nominare
°AUTUNNO° - °OTTOBRE/NOVEMBRE°
Naruto, bambino dalle caratteristiche orecchie e coda da volpe, vive con curiosità il suo piccolo mondo, accanto a quello degli umani. Un giorno d'autunno incontra Sasuke, bambino appartenente al clan dei lupi. La loro amicizia nascerà spontaneamente, ma incontrerà non poche difficoltà nel corso del tempo.
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Furry | Contesto: Nessun contesto
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Questa minilong partecipa alla terza challenge indetta

dal gruppo Boys Love - Fanart & Fanfic's World,

"Fall into Autumn"

La storia ha come tema la stagione autunnale, con l'obbligo di nominare

°AUTUNNO°

°OTTOBRE/NOVEMBRE°

Me ne sono innamorata, letteralmente. Questa per me sarà la prima sovrannaturale, quindi mi auguro di comporre qualcosa di coinvolgente ed emozionante.

Buon lavoro a tutti ^ ^ :3



Genere: fluff, malinconico, sovrannaturale.

Personaggi: Sasuke Uchiha, Naruto Uzumaki, Itachi Uchiha, Sakura Haruno, un po' tutti.

Coppie: Shonen ai, SasuNaru.

Note: Furry




Reddo Kitsune to Kuro Ōkami1

La leggenda della Volpe Rossa e del Lupo Nero



I. "Non sono un tanuki!"



-Mamma? Mamma!

Kushina stese le orecchie in direzione del suono.

-Indovina dove sono?
La donna si concentrò, chiudendo gli occhi e focalizzando un punto preciso; individuata la fonte da cui si era propagato il suono, si preparò ad alzare il tono di voce, in risposta al figlio.

-Naruto, 12 metri, a est, dietro al secondo cespuglio.

Il piccolo sbuffò imbronciato, correndo appresso alla madre.

-Sei davvero brava a questo gioco, lo sai mamma?

Lei arrossì ridendo, poggiando la mano sul suo capo e carezzandolo teneramente.

-Sai che sono sempre stata brava al Nascondino della Volpe.

-Ovvio. -Naruto poggiò i pugnetti sui fianchi, tentando di assumere un'espressione seria, matura. -Tu sei una volpe, è normale.

La madre si chinò, accogliendo il figlio in un abbraccio caldo e confortevole: si stava sempre così bene tra le sue braccia, pensava spesso.

-Ti voglio bene, sai?

-Come potrei dimenticarlo? Dai, fila in casa che tra poco sarà pronta la cena.

-Evviva, si mangia! Ci saranno i dolcetti?
-Questo dipende da te.

La calda stagione estiva aveva concluso il proprio percorso, lasciando spazio all'autunno ed ai suoi meravigliosi colori: l'arancio, l'oro e il rosso avevano tinto il bosco, fino al limitare del lago. Le abitudini degli abitanti di quel tranquillo paese perso tra le colline stavano già cambiando: questo stava accadendo anche all'interno del clan della Volpe, come per tutti. Prepararsi al rigido inverno sarebbe stata una prerogativa fondamentale da quel momento in poi, ma questo pensiero non sfiorava neppure un angolo della mente del piccolo Naruto, perso ad esplorare i dintorni, inseguire gli insetti, ricercare posti segreti nell'ambiente circostante e giocare, giocare ed ancora giocare. D'altronde, a dieci anni, cos'altro avrebbe potuto fare?

Il giorno lasciò il posto alla sera.

-Mamma, lo studio è difficile! Perché devo farlo? A che mi serve?

Kushina si avvicinò trattenendo a stento un sospiro, giocherellando con i suoi morbidi capelli dorati.

-È utile imparare qualche cosa, nel caso tu voglia in futuro interagire con gli esseri umani. Non è quello che hai sempre desiderato?
L'idea di uscire da quel piccolo mondo che rappresentava casa sua, raggiungere il paese non distante abitato dagli uomini, aveva da sempre suggestionato la mente del bambino: tutto ciò che conosceva su di loro lo doveva al padre, che aveva imparato a celare la propria identità e a convivere con gli umani, lavorando a diretto contatto con loro. Il rumore della maniglia della porta d'ingresso destò il suo interesse, e scostò con disattenzione i libri aperti sul tavolino.

-Papà, sei tornato!- Gli corse incontro a braccia aperte, sorridendo: venne catturato in uno stretto abbraccio, ciondolando felice la coda volpina a destra e a sinistra. -Mi sei mancato, lo sai?
Minato si avvicinò alla moglie, sfiorandone le labbra con affetto ed accarezzandole in viso.

-Bentornato. Come è andata oggi?
La conversazione dei genitori veniva interrotta più e più volte dal curioso bambino, come tutte le sere: chiedeva di come funzionasse il mondo umano, delle abitudini degli abitanti, di ciò che li distingueva e li accomunava al loro clan. Ogni volta il padre non mancava di riprenderlo per quell'abitudine maleducata, ma poi rispondeva ad ogni singola questione in maniera chiara ed esaustiva. Naruto spesso lo ascoltava fino ad addormentarsi sul divanetto in salotto.

Il mattino era dedicato alle esplorazioni: mentre il piccolo se ne andava in giro per i dintorni, cercando qualsiasi cosa potesse catturare il suo famelico interesse, Kushina preparava dolci e panificati deliziosi, da poter scambiare poi con altre materie prime con gli altri abitanti. Furba e convinta di non farsi mai scoprire, la piccola volpe tentava spesso di accaparrarsi qualche cosa, irrimediabilmente scoperta: in quei casi scappava più veloce che poteva, raggiungendo le rive del Midoriiro no Mizūmi2, così nominato per le sue acque verde smeraldo. Probabilmente i suoi genitori non avrebbero mai permesso la visita ad un luogo simile: "È pericoloso, non puoi andare lì da solo!" Sicuramente la madre avrebbe risposto in quel modo. A lui però piaceva: si perdeva in quel meraviglioso colore su cui si specchiavano i molteplici alberi presenti. Arrivato l'autunno, ogni singola foglia di quell'ottobre quieto e silenzioso ritrovava se stessa sulla superficie liscia.

-Eccomi!

Abituato a non incontrare nessuno nei dintorni, spesso si esprimeva ad alta voce, un poco per tenersi compagnia; prese posto sulla grande pietra che costeggiava la sponda del piccolo e profondo specchio d'acqua, perdendosi come spesso accadeva in quella trasparenza calma. Quel giorno avrebbe dovuto accompagnare la madre a casa della famiglia Haruno, per delle commissioni: sinceramente non voleva partecipare, visto quanto poco sopportava la loro figlia, sua coetanea. Kushina gli aveva spiegato che avrebbe semplicemente potuto aspettare ancora un poco per conoscerla meglio e apprezzarla, ma quello che la madre non capiva, era che lui non poteva soffrirla proprio.

-Non voglio andare da Sakura oggi, è antipatica.- Parlò con la bocca piena, masticando e notando le briciole del pandolce cadere sul lago, catturate voracemente da dei piccoli pesci di passaggio. -Non capisco perché mamma si ostini a portarmi da loro. Ogni volta che lo chiedo, mi dice "capirai quando sarai più grande". Io voglio capire adesso!

Finita la merenda, si stese a pancia in sotto, sfiorando l'acqua gelida con la punta delle dita, rabbrividendo e rizzando la coda per il contatto con una temperatura così spiacevole. Mosse la mano sorridendo, ricreando delle piccole increspature: si stupiva tutte le volte di quanto fossero ipnotici i movimenti creati.

-Se sapesse che sono qui...!

Un rumore lieve ma ben percepito direzionò le sue orecchie verso sinistra, portandolo a ritirarsi dalla seduta naturale in cui era poggiato, e mettendosi in posizione difensiva; non aveva mai incontrato nessuno in quel suo luogo speciale, soprattutto per il fatto che ci era sempre andato di nascosto. A parte qualche piccolo animale, non c'era anima viva: naturalmente, non s'era neppure posto il problema di trovarsi in quell'insolita situazione. Un posto suggestivo, completamente deserto...

Una figura spuntò dal nulla, non facendo caso al piccolo che stava tenendo a fatica le orecchie diritte, scappando all'impulso di piegarle all'indietro spaventato.

-Uh?

La volpe venne attirata immediatamente da quel bambino, perché di un coetaneo si trattava.

-Chi sei?

Lo sconosciuto si voltò osservandolo disinteressato, quasi stizzito; occhi rossi, orecchi neri e lucidi, coda formosa e scura come quei capelli corvini. Naruto si bloccò sul posto, percependo un certo disagio. Non era una volpe, decisamente: era completamente distante dai capelli chiari, dalle morbide orecchiette arancio e la coda rossa di piccole dimensioni che lo caratterizzavano.

-Silenzio, tanuki.

Tanuki? Rifletté su quel nome: ne aveva sentito parlare da uno dei racconti del padre, in una di quelle sere in cui era particolarmente in vena di conversare. Un'altra stirpe, un altro clan: un cane procione, avvezzo al cibo, alla goliardia, buffo e distratto. Non riteneva fossero esseri antipatici, ma sentirsi apostrofare con un tono simile, lo infastidì non poco. Gonfiò le guance strizzando gli occhi, quasi soffiando le parole verso quell'impertinente.

-Non sono un tanuki, razza di cane!

Indispettito, il nuovo arrivato tese la coda con fare aggressivo, assottigliando gli occhi ed alzando il mento.

-Io non sono un cane- sputò con disprezzo, -sono un lupo.

Puntò orgoglioso i pugni sui fianchi.

-Dì quello che vuoi, a me sembri semplicemente un cane.

-Senti chi parla, tanuki.

Facevano davvero fatica a trattenersi, e poco dopo scoppiarono in una fragorosa risata, che durò il tempo di uno sguardo: si fecero subito di nuovo seri.

Si stavano studiando.

Naruto si ricompose il tempo di vederlo spostarsi rapido verso destra, come a voler tagliare corto la conversazione e riprendere il proprio cammino, incurante dell'incontro appena avvenuto. La volpe, spinta da qualcosa a cui non era riuscita a dare spiegazione, si mosse verso quel curioso bambino.

-Aspetta, non andare.
La madre lo aveva sempre messo in guardia riguardo agli incontri eventuali con degli sconosciuti: "non rivolgere la parola a chi non conosci, e non aver vergogna a scappare, se la situazione sembra strana." Per esserlo, lo era davvero, ma non sentiva più timore; semplicemente era curioso.

-Io sono Reddo Kitsune Naruto3.

L'altro si voltò, senza fermare i propri passi.

-Kuro Ōkami Sasuke4, non scordarlo tanuki. A presto.

Il giovane appartenente al Clan dei Lupi sparì dall'altra parte, addentrandosi nella boscaglia. Poco dopo, il piccolo sentì tremargli le ginocchia: per la prima volta nella sua breve vita aveva avuto il coraggio di affrontare uno sconosciuto.
Corse.

Muoveva i passi a perdifiato, sorridendo. Qualcosa in quel Sasuke lo aveva incuriosito: lo avrebbe incontrato ancora? Avrebbe chiesto al padre quella sera stessa qualche informazione in più riguardo agli Ōkami; voleva imparare tutto su di lui, così da poter fare un'impressione migliore al prossimo incontro. Perché lo sapeva, ne era certo: lo avrebbe visto di nuovo.



Il resto della giornata trascorse in maniera non propriamente tranquilla: in casa Naruto continuava a distrarsi, non riuscendo a dare la dovuta attenzione ai compiti assegnati. Kushina, accortasi dell'entusiasmo del figlio, lo riprese incuriosita.

-Tutto bene? È successo qualcosa di bello?
Il bambino scosse la testa su e giù sorridendo. Non aggiunse nulla.

-Immagino i miei dolci siano venuti più buoni del solito, eh?
Risero entrambi, quando lui abbassò il volto divenuto paonazzo.

-Ricorda, non si ruba.

Continuava a mantenere il silenzio, sentendosi in colpa per due ragioni: la prima, l'essere stato colto in flagrante, la seconda per non aver raccontato nulla. Cosa avrebbe dovuto dire? "Sai mamma, sono andato di nuovo in quel posto dove tu non vuoi che vada, ed ho incontrato un bambino di un altro clan che non conosco." Non riusciva neppure ad immaginare che reazione avrebbe potuto avere la madre. Rabbrividì alla sola idea.

-Ecco, è arrivato papà. Bentornato Minato.- La moglie si avvicinò al marito, abbracciandolo affettuosamente; -andata bene la giornata?
Il viso stanco e provato dell'uomo si stese in un debole sorriso.

-Non è sempre facile avere a che fare con gli esseri umani, cara. Mantenere celato il proprio aspetto risulta faticoso quando emozioni forti e stress si mettono di mezzo.

Naruto si avvicinò raggiante al padre, stringendolo con le manine. Voleva chiedere tutto sui lupi, conoscere e informarsi, capire: la sua curiosità era attiva più che mai.

-Non ora, papà deve parlare di una cosa importante con la mamma. Perché non vai a dormire? È tardi.

Quella smorfia nata al posto di un sorriso sincero, lo convinse poco; ubbidiente, si diresse verso l'altra stanza, dove l'attendeva un morbido letto caldo. Effettivamente si sentiva molto stanco, complice l'esilarante giornata vissuta. "Avrò un'altra occasione per chiedere. Papà è stanco, ha bisogno di riposare". Poco dopo si stese sotto quelle coperte così accoglienti, chiudendo gli occhi. "Ci proverò domani."

A qualche metro di distanza, Minato si rivolse alla moglie con fare preoccupato.

-Ho parlato con gli altri, prima di rincasare. A quanto pare sono arrivati.

Kushina si coprì la bocca tremante con la mano, chiudendo gli occhi rassegnata.

-Gli Ōkami sono tornati...




°


-Tesoro, mi raccomando: non fare tardi, dobbiamo andare dalla famiglia Haruno nel pomeriggio.

-Sì, mamma!- Naruto rispose svogliato, non era proprio in vena di affrontare il discorso di quella rompiscatole di Sakura un'altra volta. Prese a correre in fretta, la merenda stretta in mano, nella direzione del lago.

"Chissà se oggi lo troverò..." Allontanatosi a sufficienza dal campo visivo di casa, il piccolo virò dal sentiero, raggiungendo nuovamente le placide sponde del Lago Verde. Prese a costeggiare il breve tragitto che racchiudeva la splendente pozza naturale, raggiungendo il solito masso che aveva battezzato come punto di ristoro.

Non era solo.

Sasuke il lupo vi era steso comodamente, guardando il cielo.

-Ehi?
La volpe si avvicinò curiosa, trepidante di poter parlare di nuovo con un essere così tanto diverso da lui. Non era ancora riuscito a scoprire nulla sulla sua stirpe e su di lui, ma non gli importava: era lì, quello bastava. Avrebbe potuto di nuovo rivolgergli la parola: la sua curiosità brillò su quelle iridi color mare.

-Mhn?- Sasuke si sollevò sui gomiti, osservando il nuovo arrivato. -Sei tornato, tanuki?

-Non sono un tanuki, sono una volpe, cane.

Il moro non rispose alla provocazione, schioccando la lingua e tornando a stendersi. Il bambino gli si avvicinò incuriosito.

-Che ci fai qui?
-La stessa cosa che fai tu. Passo il tempo.

-Non credevo venisse qualcun altro in questo posto.

Sasuke lo guardò ridendo ironico.

-Il mondo non è solo tuo, sai?

Piccato, il biondino lo apostrofò.

-Perché sei così antipatico?

-Non riesci proprio a farti i cavoli tuoi. -Sospirò, scuotendo la testa; -sono semplicemente fatto così.

Il silenzio calò; la volpe gli si sedette accanto, spezzando a metà la merenda che stringeva ancora tra le mani. Ne riservò un pezzo per lui, porgendoglielo con un timido sorriso.

-Ne vuoi? L'ha preparato mia mamma.

Senza dire nulla, Sasuke afferrò quel pane fragrante e morbido, addentandone una gran parte. Abbassò le piccole orecchie scure crogiolandosi in quel buonissimo sapore, scuotendo la coda soffice e gongolando con gli occhi chiusi.

"È completamente diverso da prima. Si vede che gli piace il cibo."
-Sai, non sembri poi così cattivo, ora che ti guardo meglio.

-Io cattivo? Perché dovrei scusa?
-Mhh- Naruto ponderò bene la risposta; -sembri sempre di malumore, prendi in giro e rispondi pure male. Sei strafottente e ti credi chissà chi. Ed è solo la seconda volta che ti incontro.

Abbassò gli occhi imbarazzato, come se si fosse reso conto solamente in quel momento d'aver superato un certo limite. Tentò di rimediare.

-Cioè, sembrava, ecco.

Il lupo assottigliò lo sguardo, circospetto. Effettivamente aveva ragione.

-Sono fatto così.

-Non sei tanto male, dai. Da dove vieni? Perché non ti ho mai visto prima?
Il moro raccontò di come la sua famiglia s'era trasferita da poco, e alla domanda se appartenesse a un clan definito, si rabbuiò.

-Siamo rimasti solo noi...

Il silenzio cadde pesante, quasi soffocante: l'aria fresca dell'autunno s'insinuò tra i piccoli come una barriera, sibilando sinistramente. Alcune foglie secche si staccarono dagli alberi, cadendo sul terreno morbido ad inspessire il tappeto color arancione. Una di esse si posò sul capo di Sasuke, suscitando l'ilarità della volpe: la raccolse sventolandola in faccia all'altro.

-Adesso sei tu il tanuki5!
I due scoppiarono a ridere fino a lacrimare.

-Sei... sei divertente!

Scosso dalle risa, Naruto si teneva stretta la pancia con le braccia, incapace di fermarsi.

-E tu... non sei poi così... male!

A malapena si stava trattenendo! Calmate le risate convulse, i due si osservarono seri; la volpe osava chiedere ciò che desiderava? Si fece coraggio, martoriando nervosamente l'oggetto che stava ancora stringendo. L'altro si accorse dell'improvvisa tensione.

-Cosa c'è? Stai bene?
Arrossendo, il piccolo si diede forza e si espresse.

-Vorresti essere mio amico?
Il moro recuperò la foglia che gli era caduta in testa poco prima.

-Perché no.

Entrambi sorrisero, osservando la superficie del lago incresparsi e distendersi nuovamente, liscia e trasparente. Parlarono, di molto e di niente: si presero in giro di continuo, azzuffandosi e ridendo ancora.

Si fermarono, quando Naruto udì da lontano la voce della madre.

-Scusami, devo andare.

-Ciao, tanuki.

La volpe sorrise sarcastica.

-Ci vediamo la prossima volta, cane.

Felice di quel nuovo incontro e di quanto il tutto fosse stato divertente, raggiunse di corsa il giardino di casa, incontrando Kushina fuori dalla porta. La donna, decisamente preoccupata, lo abbracciò stringendolo convulsamente.

-Non allontanarti mai, mi raccomando.

Sconvolto da una reazione così esagerata, si staccò curioso: s'era sempre comportato in quella maniera, fiondandosi subito a casa ai primi richiami. Quale la differenza rispetto al solito?

-Mamma, cosa c'è?
Consapevole di essersi esposta in maniera troppo evidente, la madre si ricompose, sorridendo distrattamente; fece cenno di seguirla in casa. Con sua sorpresa Naruto vi trovò il padre, tornato in anticipo rispetto al solito. Spossato, la fronte corrugata in un'espressione difficile da decifrare. Il suo sguardo si accese nell'abbracciare il figlio, per poi velarsi di nuova tensione.

-Naruto...

Il bambino, accortosi dell'atmosfera strana, strinse più forte Minato, cercando calore e rassicurazione.

-C'è una cosa di cui dovrei parlarti.- Lo prese per i fianchi, portandoselo sulle ginocchia; gli carezzò i capelli sorridendo, pronto ad affrontare un argomento che mai avrebbe pensato di toccare. -È importante che tu mi ascolti molto bene, e che segua ciò che sto per dirti non dimenticandolo mai. Prima di cominciare, promettimi che non ti allontanerai più da casa, e che sarai sempre accanto ad uno di noi, o qualcuno del villaggio. Promettilo.

Le dita si strinsero forte sulle braccia del piccolo, provocandogli non poco fastidio: si sentiva a disagio, confuso. Perché mai avrebbe dovuto ricevere un avvertimento simile? Cosa stava succedendo?

-Hai presente il Midoriiro no Mizūmi?

Certo che sì: ci andava spesso, ed era lì che aveva incontrato il suo nuovo amico. Fece finta di nulla, scostando lo sguardo. Minato inspirò profondamente prima di continuare.

-Vedi, da quelle parti si è trasferita una famiglia di lupi. Sono solitari, non amano vivere in società come noi o come gli esseri umani; sono infidi, scaltri, e... come posso spiegartelo in modo che tu capisca? Insomma,- si bloccò un attimo, riprendendo quasi sottovoce, -stai lontano da quel posto e da loro. Se li incontri, scappa. Non cercarli, non essere curioso. È importante Naruto, devi fidarti di me.

In quel momento, il piccolo decise di nascondere l'incontro importante ai genitori: non sapeva esattamente cos'era accaduto, e perché suo padre odiasse così tanto gli Ōkami, ma decise che il giorno dopo avrebbe cercato Sasuke e avrebbe preteso delle spiegazioni. Sapeva che lui non era cattivo, doveva esserci stato di sicuro un malinteso.



Naruto salutò come di consueto la madre, stringendo tra le dita la merenda e allontanandosi con passo lento, quasi a misurare ogni metro che lo separava dalla propria casa fino al lago. Quando si sentì sicuro, al di fuori dello sguardo sempre più teso di Kushina, raggiunse di corsa le sponde.

Cominciò a piovere.
I passi s'erano fatti più incerti nel terreno scivoloso: il fiato corto, la sensazione di qualcosa di sbagliato, un timore che non comprendeva. Arrivò ansimando a pochi passi dalla pietra che aveva ospitato i primi incontri con quell'amico così strano, ma per qualche motivo interessante e divertente.

Sasuke era lì, zuppo sotto la pioggia. Le orecchie abbassate e la coda stretta tra le piccole dita tremanti. Alzò lo sguardo verso Naruto: gli occhi lucidi ed arrossati, una mano passata ad asciugarli velocemente, nel tentativo di non far scivolare nessuna lacrima. Con voce spezzata, si rivolse alla volpe.

-Perché tutti mi odiano...?

Il bambino si sentì spiazzato quando quelle parole lo ferirono come un colpo dritto allo stomaco: lo vedeva seduto lì, sconsolato e triste. Cos'avrebbe potuto fare, se non aggrapparsi a lui stringendolo con tutta la forza che possedeva? I fremiti di quel corpicino zuppo si placarono a quel contatto così caldo e confortevole.

-Io non ti odio.
Il lupo strizzò gli occhi, affondando il viso in quella maglia bagnata, infischiandosene della pioggia, dell'aria gelida, della riva del lago che si stava increspando sempre di più.

-Non ti odio.

Il piccolo lo ripeté nella speranza che il concetto fosse stato chiaro, con voce rassicurante e piccole pacche sulla schiena.

D'improvviso un suono flebile ma ben distinto arrivò alle orecchie della volpe, che rizzò la coda stringendo più forte l'amico. Non avrebbe permesso a nessuno di toccarlo in un momento così delicato, lo avrebbe difeso da tutto e tutti.

-Sasuke?
Una voce sconosciuta si levò incerta, stupita. Il bambino si voltò, mugolando qualcosa di incomprensibile.
Naruto non poté fare a meno di notare l'incredibile somiglianza del nuovo arrivato con l'essere che stava tentando di proteggere; aumentò la presa, affrontando furente il suo avvicinamento.

-Aspetta.

Si bloccò, vedendolo fermarsi a pochi passi, le braccia stese sui fianchi. Ancora qualcosa non lo convinceva.

-Sta tranquillo, sono suo fratello.

Tutto aveva più senso: il bambino stese per un momento i nervi.

-Itachi?

La voce di Sasuke lo tranquillizzò in qualche modo.

-Io sono Reddo Kitsune Naruto.
Non mancò di presentarsi con fierezza, attendendo facesse lo stesso.

-Io mi chiamo Kuro Ōkami Itachi, e sono suo fratello maggiore. Ora dobbiamo andare, vieni o ti ammalerai.

Il minore si scostò dalla volpe esitando, afferrando la mano dell'altro. Si voltò e sorrise nella direzione del bambino fradicio con un sorriso sghembo, un poco strano, ma sincero. La volpe sorrise di rimando, e mentre i due lupi si stavano allontanando, Itachi si voltò un'ultima volta.

-Grazie per esserti preso cura di lui.

Scomparvero nel fitto della boscaglia, mentre lo scrosciare autunnale s'era trasformato in un vero e proprio acquazzone. Avrebbe dovuto raggiungere presto casa. Si voltò un'ultima volta in quella precisa direzione, prima di tornare sui suoi passi e raggiungere nuovamente il giardino.






Buongiorno a tutti! Eccomi qui super impegnata in questa nuova avventura!
Per la prima volta, ho deciso di utilizzare i personaggi del fandom di Naruto trasportati nella loro infanzia, dandone caratteristiche in parte animali, come in molti racconti tradizionali orientali.
Mi auguro questo esperimento sia gradito, perché io mi sto letteralmente innamorando. XD


Ringrazio le meravigliose pulzelle che hanno lavorato alla realizzazione del progetto: Blueroar, Mahlerlucia e Miryel :D

Un grazie a chiunque dedicherà un po' del suo tempo per leggere ed apprezzare questa minilong.


-Stefy_

1"volpe rossa e lupo nero"

2"lago dal colore verde"

3Sostanzialmente, Naruto del Clan della Volpe. Non vengono utilizzati i cognomi.

4Così come per Naruto, anche Sasuke si riconosce nel Clan di appartenenza, in questo caso quello del Lupo.

5L'affermazione si riferisce al fatto che in alcune credenze la foglia faccia parte integrante della trasformazione del tanuki.

   
 
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