Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    14/10/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'abito da sera che Allwood le aveva procurato era un lungo vestito rosa decorato da piccoli strass luccicanti e con la gonna a strascico, il tutto sommato a una pochette coordinata. Le aveva comprato pure le scarpe e un soprabito, eleganti ma adatti al clima rigido di San Pietroburgo. Più, ovviamente, un cappotto e un coprispalle.
Onestamente le parole di McGrath l'avevano lasciata di stucco: non si era aspettata che un uomo come Jayden Allwood potesse decidere all'improvviso di portarla fuori a teatro a vedere un semplice balletto. Era una cosa così... normale... che non gli si addiceva per niente. I suoi unici argomenti di conversazione erano Vaněk, i suoi Homunculin e i suoi poteri, e niente pareva smuoverlo. Non aveva pensato che, prima o poi, potesse anche invitarla a uscire.
Sapeva che c'erano delle cose che teneva nascoste, e a volte la spaventava un po', ma c'erano momenti in cui si comportava in modo protettivo e, per certi versi, premuroso nei suoi confronti, e per questo non era in grado di inquadrarlo. Ormai si era rassegnata ad accantonare la sfiducia per i momenti in cui era in grado di indagare e di godersi le attenzioni che Allwood aveva deciso di riservarle. E poi, una serata fuori sentiva di meritarla.
Di conseguenza, eccola dirigersi verso l'ingresso dell'albergo, dove la attendeva un'auto presa a noleggio, molto più moderna di quella che Allwood teneva nel vialetto, pur avendo ancora una volta optato per il color blu scuro. McGrath era in piedi accanto allo sportello, e le sorrise non appena la vide varcare la soglia.
- Mi consenta di dirle che sta molto bene, miss Alexander.- disse, aprendole la portiera.
Lei non rispose, incapace di decidere se credere o no alla parola di un uomo che non poteva provare emozioni, ed entrò in macchina limitandosi a sorridergli. Jayden, infilato in un elegante completo scuro e in un pesante soprabito nero, la aspettava seduto dall'altro lato della vettura, e una volta tanto non aveva uno dei suoi taccuini sotto il naso.
- Concordo con McGrath.- commentò mentre lei si sedeva - Sei un incanto.-
- Grazie a te per il vestito... e per tutto il resto. Mi servirà una valigia più grande al ritorno.- rispose Orlaith.
- Te ne comprerò una.-
- Ho i miei soldi, Jayden.-
- No, hai le carte di credito. E quelle si possono rintracciare. Non voglio che Vaněk...-
- Ah–ah!- esclamò lei, puntandogli contro un dito - Visto? Lo sapevo! Parli di nuovo di Vaněk! Questo elimina la mia prima ipotesi.-
Allwood guardò McGrath con aria interrogativa in cerca di un aiuto ma il maggiordomo, che intanto aveva acceso il motore e si era immesso nel traffico verso il teatro, non lo considerò.
- Ehm... quale ipotesi?- chiese.
- Che un alieno avesse preso le tue sembianze e ti avesse sostituito.- rispose Orlaith - C'erano alcune varianti, come quella dell'Homunculus o del gemello cattivo, ma in sostanza era sempre quella...-
Jayden scoppiò a ridere, scuotendo la testa.
- E le altre?-
- Beh, la mia preferita è la botta in testa. Sennò ho pensato al cambio di temperatura, qui fa così freddo che il tuo cervello si è come congelato... no, è entrato in letargo, ecco, e quindi ti comporti in modi diversi da...-
Senza voltarsi McGrath cominciò a ridacchiare sommessamente, guadagnandosi un'occhiata da parte di Allwood.
Il resto del tragitto fu insolitamente piacevole, e Allwood si dimostrò un conversatore molto più aperto del solito. Dopo essersi lasciato prendere un po' in giro le parlò della storia dello Schiaccianoci, spiegandole che era stato scritto da Pëtr Il'ič Čajkovskij all'inizi degli anni novanta dell'ottocento e che era derivato dal racconto Lo schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Ammise anche di essere stato presente alla prima insieme a Vaněk, sempre al Mariinskiij, e che fin da allora era uno dei suoi spettacoli di balletto preferiti. Ogni volta che gli capitava l'occasione faceva un salto a San Pietroburgo per qualche giorno, così da potersi sedere in quello stesso teatro e rivedere Lo Schiaccianoci.
Il suo tono si fece piuttosto nostalgico a quel punto, ma non durò a lungo e, forse rendendosi conto di aver parlato di se stesso per più di un minuto, tornò a raccontarle curiosità riguardanti lo spettacolo, come per esempio il fatto che Čajkovskij avesse inserito una celesta per l'organico strumentale di certi passaggi del secondo atto quando scrisse la composizione. Quella fu la prima volta che una celesta venne usata come strumento in un'orchestra sinfonica.
Era piacevole stare lì con lui a parlare di simili sciocchezze dopo i mesi in cui non avevano fatto altro che discutere di argomenti seri come la morte e la magia. Orlaith riuscì anche a dimenticarsi, per un po', di aver chiesto a David di correre in suo aiuto, o di essere preoccupata per suo padre, e quando arrivarono al Mariinskiij sentiva di essere di ottimo umore per la prima volta da giorni, se non settimane.
I posti presi da Allwood non erano in platea, bensì in galleria, dove avrebbero avuto maggiore privacy. McGrath li raggiunse con un lieve ritardo, essendo andato a parcheggiare, e quando si fu finalmente seduto le luci si erano già abbassate. A tracolla portava un borsone di modeste dimensioni, forse preso dal portabagagli.
Mentre l'orchestra cominciava a suonare (Orlaith si sorprese ad ascoltare dal vivo dopo anni la musica di un violino non suo) e le danze sul palco partivano, Allwood fece un cenno al maggiordomo e questi, chinandosi appena, trasse dalla borsa un thermos che si rivelò pieno di cioccolata calda.
- Tieni.- sussurrò Jayden, passandogliene una tazza.
- Quanti anni credi che abbia?- chiese Orlaith, alzando un sopracciglio.
Lui sorrise.
- C'è dentro il Connemara.-
La violinista represse un grido di sorpresa e accettò la tazza fumante: era da quando viveva a Tresckow che nessuno le offriva della cioccolata calda corretta col whiskey.
- Come lo sapevi?- sussurrò dopo aver dato un paio di sorsi - Della cioccolata.-
Lui le rivolse uno sguardo da "sono l'uomo più scaltro al mondo".
- Ho i miei sistemi.- rispose.
- Detto volgarmente, hai avuto culo. Ammettilo.-
- Se posso permettermi...- intervenne a bassa voce McGrath - ... credo che questo non sia il luogo per dire parole come quella, miss.-
Lei trattenne a stento una risata, affogandosi nella cioccolata per non fare troppo rumore.

Mezz'ora prima della fine del balletto Allwood prese un piccolo binocolo da una tasca interna della giacca e lo regolò per alcuni minuti. Quando fu soddisfatto glielo passò.
- Guarda la ballerina che interpreta Clara.- disse.
Orlaith, incuriosita, portò il binocolo davanti agli occhi: la donna in questione interpretava la protagonista, e l'aveva avuta sott'occhio per l'intera serata, ma a causa della distanza non era stata in grado di definirne con esattezza l'aspetto.
Ora che la vedeva bene si accorse che era giovane, molto giovane. Forse avevano la stessa età, con uno scarto di un paio d'anni. Era probabilmente più alta di lei, e sicuramente molto più magra, con un fisico longilineo che avrebbe suscitato l'invidia di metà delle donne di New York e l'ira di tutte le altre. Persino lei, che con tutti i suoi allenamenti nella danza non era di certo grassa, si scoprì a invidiare un po' il suo punto vita e le sue cosce.
Aveva i capelli nerissimi, lunghi ma raccolti in una crocchia, e la pelle pallida, ma non seppe dire se era per il trucco o perché fosse anemica. Si muoveva con un'agilità e una grazia davvero invidiabili, e le sue labbra erano una linea sottile su quel volto di porcellana. Sembrava una bambola.
- Carina... credo.- disse - Vuoi invitare lei la prossima volta?-
- Non direi. Stanotte morirà.-
Orlaith abbassò di scatto il binocolo, sentendo il sangue defluire, e guardò Allwood che ora fissava la ballerina con espressione torva.
- Lei...- balbettò - Vuoi dire che... lei è...-
Jayden annuì.
- Yelena Volkova. Prima ballerina, grande star russa e Homunculus, secondo Suggello di Vaněk, probabilmente dotata del potere dell'acqua.-
Orlaith sentì di voler vomitare.

- Sei un bastardo, Jayden!- sbottò furiosa.
Erano nel corridoio della galleria, dove non avrebbero dato eccessivo fastidio ai vicini nemmeno se avessero litigato. Cosa che, in effetti, stava succedendo.
O meglio, Orlaith litigava, mentre Allwood aspettava pazientemente che si placasse il flusso di parole e McGrath se ne stava immobile in un angolo come al suo solito, simile a un enorme pinguino impagliato.
- Pensavo che per una volta tu volessi passare un po' di tempo con me a fare... qualcosa di... normale! Ma no, tu dovevi per forza cercare quella Volkova! Non pensi a nient'altro, uccidere Vaněk è l'unico scopo della tua vita, quindi tutti quanti devono avere in testa lo stesso obbiettivo vero? Non importa se sono stanchi e se hanno rischiato la vita fin troppo spesso, giusto? Tu... ARGH! Go n-ithe an cat thu, is go n-ithe an diabhal an cat!-
A quell'ultima uscita Allwood sgranò gli occhi e guardò il maggiordomo, che si strinse appena nelle spalle, confuso tanto quanto lui.
- Ehm... non ho capito.- ammise, confuso.
- Ah, ma guarda, non parli gaelico?- brontolò Orlaith. A dire il vero non lo parlava nemmeno lei. Sapeva solo una manciata di parole e quella frase - Beh, comunque era un modo per dirti che ti odio.-
Lui annuì.
- Ne prendo atto...-
- Ne prendi atto?- ripeté la violinista - Forse non hai capito, stupido... qualsiasi cosa tu sia!- sbottò Orlaith - Non so niente di te, non riesco nemmeno a capire se mi posso fidare... poi tu te ne esci con questo vestito, e questa serata... e mi fai credere che vuoi passare un po' di tempo con me, e a me sta bene, perché sei carino, non sei male come fisico e hai anche quell'aria misteriosa che farebbe sbavare una ragazzina... ma ti comporti da maledetto, egocentrico stronzo!-
Terminato lo sfogo, tutto quello che le rimase fu un gran fiatone, una fronte bollente e un vago senso di vuoto dovuto all'improvvisa sfuriata. Allwood, invece, non aveva fatto una piega per tutto il tempo, tranne quando lei aveva sbottato in gaelico, ed era ancora adesso a braccia incrociate, accigliato e scuro come sempre.
- Ti ho già spiegato più volte la mia situazione.- replicò - Ma ho cercato di venirti incontro. Ti ho fatto passare una bella serata, no?-
- Già, perché aspettare domani ti avrebbe ucciso.- sbuffò lei, scuotendo la testa - E di preciso dimmi: come intendi procedere stavolta? Buttiamo giù tutto il teatro? O ci limitiamo a far cadere un faro dritto sulla sua testa? In ogni caso sei da solo, non ho il mio violino.-
Allwood guardò McGrath, che a sua volta gettò un'occhiata veloce alle sue spalle, verso la tenda che celava i loro posti e la borsa che aveva portato con sé.
- No...- disse lei, indietreggiando e puntando gli indici contro di loro - Ooooh, no no no no no, voi due... voi due volete prendermi in giro...-
- Non posso usare il Cerchio Magico qui dentro, ma il suono del tuo violino passerà inosservato...-
- Io suono dubstep!- sbottò Orlaith - Dubstep ed elettronica! Quella è musica classica! Non posso fare niente con la musica classica! Mi piace, ci ho imparato a suonare, ma non è il mio genere, non la sento così tanto! Non ci riesco! E poi, se anche funzionasse, come lo giustifico? Siamo in un fottuto teatro! Un teatro! E non sono sul palco o nel golfo! Lì non mi noterebbe nessuno, se lo faccio da qui...-
- Ovviamente ho un piano.- sospirò Allwood - McGrath, prendile il violino... e tu, per favore, calmati e seguimi. Ti spiegherò ogni cosa mentre andiamo. Abbiamo pochissimo tempo.-
Senza lasciarle tempo di reagire, la afferrò per il gomito e la trascinò con sé lungo il corridoio, sordo alle sue proteste.

Ovviamente non poteva che finire così. Allwood è sempre Allwood.
Ringrazio Ringrazio 
John Spangler, Old Fashioned, Fan of The Doora, _Alexei_, Kira16, Fiore di Girasole, Sahara_2, Queen FalseHeart, Marz97, Aelfgifu e Roiben, che mi stanno seguendo. A presto!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl