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Autore: _aivy_demi_    25/10/2018    11 recensioni
Questa minilong partecipa alla terza challenge indetta dal gruppo Boys Love - Fanart & Fanfic's World,
"Fall into Autumn".
La storia ha come tema la stagione autunnale, con l'obbligo di nominare
°AUTUNNO° - °OTTOBRE/NOVEMBRE°
Naruto, bambino dalle caratteristiche orecchie e coda da volpe, vive con curiosità il suo piccolo mondo, accanto a quello degli umani. Un giorno d'autunno incontra Sasuke, bambino appartenente al clan dei lupi. La loro amicizia nascerà spontaneamente, ma incontrerà non poche difficoltà nel corso del tempo.
Genere: Fluff, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Furry | Contesto: Nessun contesto
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Che sia davvero possibile?




«Ma come no, mamma!»
Naruto stava piagnucolando, ricordando alla madre che sarebbe stato attento, non si sarebbe più esposto ai pericoli, che si sarebbe mosso con la delicatezza di una volpe, proprio come avrebbe dovuto essere; purtroppo non possedeva proprio il tipico passo felpato, neppure ottimi riflessi o accortezza nei particolari, quindi le sue erano praticamente parole al vento.

Da una settimana chiedeva insistentemente di poter raggiungere il lago, e per altrettanto tempo Kushina non aveva fatto altro che negargli il permesso.

«Non ci penso nemmeno. Pensi di poter essere così fortunato da essere salvato per ben due volte di seguito, facendo la stessa stupidaggine?»
«Ma io...»
«Niente ma!»

Il tono imperioso non ammetteva repliche. Ciò che era accaduto era servito da monito: altro che i lupi, il pericolo maggiore per Naruto era proprio essere se stesso!

«E Sasuke?»

Il silenzio non durò a sufficienza per permetterle di trovare una risposta ben studiata. Aveva semplicemente parlato di getto.

«Sa dove abiti adesso. Sa dove trovarti.»

Una premonizione azzeccata.
Da lontano, due figure si stavano muovendo nella direzione del bambino, il cui viso era ancora imbronciato. Appena si accorse della loro presenza, corse agitandosi come un forsennato.

«Sasukeeee!» Gli lanciò le braccia al collo, stringendolo forte e togliendogli il fiato.

«Na... ru... to...! Lascia... mi, non...!»

«Oh, scusa scusa scusa! È che sono così contento di vedervi! Ciao Itachi, come stai?»

Il maggiore rispose con tono pacato ed un'espressione serena in viso.

«Io bene, tu piuttosto? Ti vedo in ottima forma.»

I vanti della volpe arrivavano fino alle orecchie divertite di Kushina, che stendeva i panni in giardino. I piccoli s'erano messi a giocare nelle vicinanze, mentre il fratello maggiore aveva raggiunto la donna, avvertendo la necessità di parlare con lei.

«Buongiorno. Siamo venuti qui per accertarci della salute di Naruto: fosse stato per Sasuke, saremmo passati già il giorno dopo l'incidente. Non lo da a vedere, ma si è affezionato parecchio: neppure con i vecchi membri del clan era riuscito a legare così. Suo figlio è straordinario.»

«È semplicemente se stesso, come è sempre stato. Mi fa piacere sapere che vi preoccupiate per lui. La ripresa è stata rapida, ma è capitato si svegliasse in piena notte urlando ed annaspando: deve essere stato uno shock. È giovane e forte, sicuramente riuscirà a superare anche queste paure. Potresti darmi una mano?»
Il giovane raccolse i lembi del lenzuolo, portandoli alle estremità del filo steso tra due pali di legno.

Il bucato svolazzava profumato sopra le loro teste.

«Perché non passate più spesso? Avrei bisogno di aiuto con un paio di faccende. Penso farebbe bene pure a tuo fratello venire qui e trascorrere del tempo con noi.»

Itachi si fermò un attimo a soppesare quelle parole: avrebbre dovuto sicuramente dare delle spiegazioni al padre, e sarebbe potuto essere un potenziale problema. D'altro canto, la sincerità era d'obbligo, avendo a che fare con il piccolo Sasuke. Avrebbe perso davvero l'occasione per potersi avvicinare alle volpi? Avrebbe lasciato volare via una simile opportunità, dopo tutto ciò che era accaduto decenni addietro?
Il primo passo lo aveva fatto Naruto, decise che avrebbe continuato per quella strada.

«Può contare su di me, sarà un piacere.»




°


«Ho sentito che Kushina ha a che fare con gli Ōkami...»

« Sul serio? Ma è disgustoso!»


Le voci della presenza sempre maggiore di lupi in casa di Naruto era giunta al vicinato. Come una tempesta d'inverno, la notizia sferzò in pieno volto i membri del clan, portando a maggiore diffidenza e difficoltà d'interazione.

Quell'inverno non fu affatto facile: la scarsità di materie prime, unita alla minore affluenza, riuscì a ledere lo spirito forte e tenace di Kushina.

«Mamma, perché non viene quasi più nessuno?»
Una domanda spiazzante, posta una gelida sera appesantita da una spessa coltre di neve silenziosa. La donna sospirò, dando un buffetto sulla testa al figlio.

«Sasuke e Itachi vengono a trovarci tutti i giorni: perché ti fai domande simili?»
«Perché tu sei sola.»

Non ebbe il coraggio di ribattere: il punto dolente era stato toccato con tanta spontaneità da fare quasi male. Rise, tentando di mascherare una sensazione fastidiosa e profonda, senza dover per forza turbare il bambino che le stava di fronte.

«Sai che non sono scemo, anche se ho solo dieci anni certe cose le capisco.»

Le orecchiette abbassate, lo sguardo umido di lacrime. Naruto sapeva esattamente cosa stava succedendo, ma non riusciva a comprendere il motivo per cui tutto quanto si stava disgregando così, davanti ai suoi occhi. Aveva sempre avuto un buon rapporto con gli altri bambini ed i membri... dove stava il problema di base?

«È perché ci sono loro, vero?»

Negare l'evidenza sarebbe stato sciocco. La donna scosse il capo, sorridendogli amaramente.

«Non sono cose di cui devi preoccuparti. Ora va a dormire, è tardi.»

Il discorso cadde così, senza una vera e propria conclusione: Kushina non si sarebbe certo soffermata a spiegare quanto potesse essere falso e disorientante il mondo degli adulti, e quanta meschinità potesse caratterizzarlo. Riordinò la stanza, concludendo il lavoro di rammendo per la famiglia Haruno; continuando fino a ora tarda, rifletté su quanto quella famiglia stesse facendo per lei. Nonostante le dicerie, vere fino a prova contraria, la madre della piccola Sakura aveva mantenuto ancora dei contatti molto stretti, raggiungendola volentieri fino a casa. La bambina e Naruto s'erano avvicinati con il passare delle settimane, e non mancavano le occasioni per giocare assieme e divertirsi fuori, tra i cespugli, sugli alberi ed in giardino; l'indomani però, l'amica avrebbe incontrato la prima volta i due giovani appartenenti al clan dei lupi, che ormai erano di casa.

Come sarebbe andata?
Riteneva inutile chiedersi una cosa simile, era stata una sua scelta quella di accoglierli con simpatia, rendendoli partecipi in una comunità di diversa appartenenza. Si punse il dito, pensando a quanto la stesse infastidendo ultimamente una parola simile: "diverso... quanto disprezzo può avere un'affermazione simile."



«Narutooo! Ciao!» Sakura aveva raggiunto da poco l'amico, correndogli incontro; Mebuki, la madre, raggiunse Kushina, accomodandosi sulla panca davanti all'abitazione. Entrambe osservavano attente la figlia avvicinarsi ai giovani lupi, incuriosita e vivace come sempre. Neppure un momento di esitazione, e la piccola già s'era presentata, sorridendo ai due nuovi arrivati che la stavano studiando ancora con una punta di diffidenza.

«Sai, non ho mai dato peso alle voci che la gente ha diffuso; ho sempre ritenuto fossero delle idiozie campate per aria. Nonostante ciò che le volpi pensano, non ho mai smesso di sostenerti in questa tua crociata.»

Kushina osservava la vicina, tentanto di capire il significato nascosto tra quelle parole. Essendo sempre stata una donna pratica, arrivò al dunque.

« Crociata? Io lo definirei un cambiamento radicale piuttosto. Quando ho avuto modo di parlare con Itachi, il maggiore dei fratelli, ho esposto il mio pensiero ed il mio obiettivo.»


«Itachi, ho visto che per voi è sempre un piacere trascorrere del tempo con noi, e per questo ti ringrazio. Non avrei mai pensato di potermi trovare un giorno in una situazione simile, forse perché quando si cresce con delle convinzioni, certe cose ormai si danno per scontate

Kushina sorride, rivolgendosi al giovane.

«Ho notato inoltre un cambiamento positivo in Naruto, in Sasuke e persino in te.»

«Scusi?»

«Sei un ragazzo imperscrutabile, eppure si scorge qualcosa di diverso adesso. Per te venire qui è molto più che dedicare un poco di tempo ad un piccolo amico, vero?»

L'Ōkami non può negare: la donna ha centrato esattamente il punto.

«Non me ne voglia a male, non l'ho certo fatto in malafede.»

La volpe gli posa una mano sulla spalla, sorridendogli.

«So ciò che desideri fare, ed è la stessa cosa che vorrei pure io: ritrovare un equilibrio, una convivenza pacifica. Naruto e Sasuke, senza esserne coscienti, hanno già reso possibile ciò; il nostro compito sarà continuare su questa linea, poter diffondere speranza e un nuovo clima di serenità.»

Lui la osserva, indeciso se esternare completamente ciò che gli occupa la mente. Inspira, sapendo di dover toccare un argomento difficile.

«Contrariamente a mio fratello, so esattamente cosa è successo. Non mi sento di poter dare una colpa precisa: sono arrivato a questa conclusione dopo parecchio tempo. Io, come mio padre e mia madre prima di me, sono dell'idea che ciò che è accaduto sia stato un errore: le innumerevoli vittime non possono essere scordate, e nemmeno deve essere così. Non riesco a tollerare però l'idea che ancora adesso quelle stesse persone vengano utilizzate come capro espiatorio. Se avrà bisogno di qualcuno disposto ad aiutarla a cambiare il pensiero comune, andare oltre le malelingue, riappacificare due specie che una volta andavano d'accordo... Io ci sarò.»


Kushina tornò al presente sorridendo; espose all'amica il concetto in maniera breve e coincisa, e le sorrise di rimando.

«Un gran parlare, per una bestiola di soli 15 anni, no?»

«Quello stesso giorno, i due fratelli si sono offerti di cooperare nel mio lavoro e con le faccende, così da dimostrare a chiunque che non tutti i lupi sono uguali. Certo, più di qualcuno mi ha voltato le spalle, lo ammetto, ma non mi tange; so che non è facile ricominciare daccapo, dopo tutto il rancore e l'odio cresciuti in noi. So con certezza che chi ci è stato vicino, come te e gli altri, è pronto per poter nuovamente accogliere la famiglia di Sasuke tra noi.»

Da lontano Sakura sventolava la manina in segno di richiamo, agitandosi sui piccoli piedi saltellando. Mebuki la raggiunse, inginocchiandosi tra i bambini.

«Guarda, mamma! Itachi ha catturato delle cavallette!»

Naruto guardava meravigliato la mano del ragazzo, indicandole col dito: uno degli insetti balzò sulla sua coda, creandogli non poco solletico. La sventolava, scommettendo su quanto tempo ci avrebbe messo l'animaletto a saltare via. Sasuke la prese con le dita, poggiandola a terra.

La donna osservava divertita interagire quel gruppo eterogeneo, con molta naturalezza; ad guardarli non si sarebbe mai detto che provenissero da due luoghi così diversi.

A qualche metro di distanza, l'attenzione di Kushina si spostò verso un uomo dalle inconfondibili caratteristiche. Si alzò, avvicinandosi al nuovo arrivato, e abbassò la guardia quando i due fratelli si diressero verso quello che si rivelò essere il loro padre. Un rapido saluto ed un cenno rivolto nella direzione della donna: non era certo un uomo di molte parole, pensò la volpe. Incontrandosi a metà strada, lo invitò cordialmente in casa.
Davanti ad una tazza di caffè caldo, l'uomo prese parola.

«Buongiorno, sono Kuro Ōkami Fugaku, padre di Itachi e Sasuke.»

«Piacere, Reddo Kitsune Kushina, madre di Naruto e padrona di casa. Mi dica pure: immagino non si tratti di una semplice visita di cortesia. Qualsiasi sia la questione, non si dia problemi nel conversare schiettamente.»

L'uomo poggiò la ceramica sul piattino, sospirando ed osservando intensamente la donna negli occhi.

«I miei figli hanno avuto modo di spiegarmi ciò che sta avvenendo da queste parti. So cosa è successo il giorno in cui il suo bambino ha rischiato di annegare, come sono a conoscenza di quello che potrei definire il vostro progetto. Sono venuto qui per sincerarmi di un paio di cose.»

Kushina inspirò, tentando di mantenere fermi i nervi. Il suo temperamento rude e forte era stato messo in un angolo, lasciando il posto ad una pacatezza controllata e gestita magistralmente; non sarebbe stato facile come conversare con dei bambini, ma da quel colloquio sarebbero potute cambiare molte cose. Avere a che fare con l'attuale rappresentante del Clan dei Lupi, o almeno, di ciò che era rimasto lì accanto, la stava mettendo alla prova. Avrebbe parlato con il cuore, così da mostrare ad altri occhi la propria visione del mondo attuale, e di quello futuro.

«So cosa sta tentando di fare, e la ammiro per questo. D'altra parte, non posso fare a meno di pensare che ci possano essere delle problematiche di non poco conto.»

«Se lei pensa che abbia coinvolto io i bambini, si sbaglia di grosso: i suoi figli si sono resi partecipi, e disposti a collaborare, nel tentativo di portare avanti una diversa visione del mondo, di cambiare le cose nel loro piccolo. Per l'età che hanno, ragionano in maniera decisamente matura. Immagino sia merito dell'educazione che hanno ricevuto.»

Fugaku si fece scappare un lieve sorriso: l'adulazione velata lo convinse d'aver a che fare con un oratore sottile e moderato, con cui avrebbe avuto piacere nel conversare nuovamente. Era consapevole che la donna aveva colto con precisione il messaggio tra le righe.

«Immagino si sia fatta non pochi nemici, in questo periodo.»

La volpe strinse i pugni, continuando a sorridere pacatamente: "mantieni la calma, ti sta solamente testando."

«Chi non è in grado di concepire la presenza di due piccoli in un clan che abitualmente è aperto a razze differenti, non merita la mia considerazione. Saremo pochi, ma qualcuno non ci ha abbandonati. La prego di seguirmi.»

Piacevolmente stuzzicato dalla piega delle cose, l'Ōkami la seguì in giardino. I figli stavano allegramente conversando, mentre Mebuki teneva per mano Sasuke; dietro di loro, Itachi, Sakura e Naruto sorridevano, come fossero fratelli. un gesto incredibilmente naturale, che palesava fiducia e condivisione.

Una semplicità tale da spiazzare lo spettatore.

«Non è poi così difficile, se si apre il cuore a ciò che ci circonda, non crede?»

Egli sorrise, sbuffando un poco.

«A quanto pare, sembra di no. Dunque buon lavoro, e a presto. Mi auguro tutto ciò possa dare inizio a qualcosa di più grande.»




°


Le fredde giornate invernali, buie e innevate, lasciarono presto il posto ad una mite primavera, riscaldata da un sole tiepido e dai verdi boccioli sui rami nuovamente carichi di tenere foglie.

Naruto aveva legato indissolubilmente con Sasuke ed Itachi, e spesso pure Sakura li raggiungeva, passando interi pomeriggi a correre, giocare e scoprire il mondo. Nuovamente alcuni membri del clan Kitsune si riavvicinarono a Kushina ed alla famiglia, frequentando volentieri quell'abitazione che in poco s'era affollata di abitanti di diverse origini. Ciò che il gruppo delle volpi aveva dimenticato con il tempo, accecato dal risentimento e dalla paura verso gli Ōkami, era che più volte aveva accolto a braccia aperte membri di altre specie: i Nara del clan Aoi Nekoi, oppure gli Inuzuka tra gli Shiroi Inuii. Famiglie sempre ben accette.

Una tradizione tollerante e aperta, oscurata da un incidente che coinvolse più razze loro malgrado.

Memori delle proprie origini, e della tolleranza che li caratterizzava da generazioni, gli abitanti decisero di organizzare una piccola festa nel tentativo di scacciare la grande tensione accumulata tra gli abitanti; partecipazione estesa a tutti, compresi i nuovi arrivati. La notizia giunse rapida a Kushina, che non mancò di avvertire i suoi ospiti; Naruto entusiasta saltellava ridendo attorno a Sasuke.

«Visto? Lo sapevo che prima o poi sarebbe cambiato qualcosa!»

Il lupetto però non era riuscito a trovare conforto in quelle parole gioiose. La semplice onestà dell'amica volpe non era riuscita a cogliere subito il messaggio che la notizia celava con gravità.


Ci stanno mettendo alla prova, tutti quanti.


Itachi avvicinò il fratello, rassicurandolo con una lieve carezza tra le orecchie tese e nervose.

«L'importante è che tu sia sempre te stesso, non rinnegare ciò che sei. Non vergognarti della famiglia a cui appartieni, e cammina sempre a testa alta.»

Sakura osservava meravigliata quel giovane così diverso da lei, eppure saggio e così dolce.

D'un tratto la porta di casa si spalancò, presentando un Minato stanco ed esasperato. La moglie fece uscire tutti con una scusa, nel dubbio di dover affrontare una conversazione per nulla piacevole.

«Sapevo che sarebbe successo...»

Lei non capiva, anche se aveva intuito qualche cosa. L'uomo la guardò, stringendola a sé.




°


Il clan intero s'era prodigato nei preparativi; l'arrivo della bella stagione, dopo il rigido inverno, aveva riscaldato gli animi ed incuriosito i più piccoli. Molti dei bimbi del vicinato avevano raggiunto il gruppo che si stava dirigendo sull'altipiano poco oltre l'insieme di case, verde ed illuminato dal sole rigenerante. Il ruscello lì accanto brillava, smosso dai piedi nudi dei cuccioli che si stavano rincorrendo in allegria.

Kushina e Minato presero posto accanto alla famiglia Haruno. Mebuki palesò la propria positività nel notare così tanta partecipazione alla venuta degli Ōkami, e fece notare loro come fosse semplice, per delle creature così giovani, interagire e divertirsi senza alcuno sforzo. I genitori di Naruto riconobbero con piacere la presenza di moltissimi coetanei del figlio.

«Se fosse così facile anche per noi, cara... Gli adulti non sono mai stati in grado di essere così diretti, spontanei, sinceri. Tutto ciò che di buono avevamo, lo abbiamo perso crescendo. Tutta questa spensieratezza è contagiosa, devo ammetterlo. Mai avrei creduto che tu saresti stata in grado di creare un simile clima d'armonia.»

Kushina sorrise alle parole del marito.

«È la prima volta che ti sento spendere belle parole per loro. Minato, chissà cosa è accaduto nella tua testa, nel portarti a cambiare direzione così.»

«Chi lo sa.»

A pochi metri di distanza, Naruto era caduto a terra rovinosamente, finendo con il sedere sul basso fondale del rio in cui stava giocando a piedi nudi. Sasuke lo raggiunse impensierito, rimproverandolo sulla disattenzione dimostrata e la tipica sbadataggine. Itachi corse loro incontro, da bravo fratello responsabile, tenendo la piccola volpe per mano e riportandola, zuppa e sorridente, sulla riva. Chi rideva, chi chiacchierava, chi veniva trasportato in un mondo da sogno dai fantastici racconti del lupo: ognuno di loro avrebbe portato dentro di sé un buon ricordo di quei nuovi compaesani.

Poco dopo Sakura corse incontro alla madre, l'aria preoccupata e il respiro corto: una reazione che non presagiva nulla di buono. Mebuki la accolse, sollevandola da terra.

«Mamma, stanno arrivando!»






Un nuovo capitolo che sembra volgere al meglio: questo mi sono detta. Eppure, la storia ha preso la sua piega, portandomi a rivalutare la conclusione in tre parti. Come al solito, i protagonisti hanno voluto prendere la propria strada, fregandosene altamente della trama ahahah! A chi non succede?
Grazie a tutti voi che seguite, e a quelle bellezze che riescono sempre a tirarmi su anche quando non ho il tempo, la forza, il tempo, l'ispirazione e il tempo per scrivere:

BlueRoar, Mahlerlucia e Miryel :3


Ci vediamo al prossimo capitolo, l'ultimo giuro! :D Mi auguro di essere riuscita ad emozionarvi, come è successo a me nello scrivere questa storia.


-Stefy-


i "Gatto blu"

ii "Cane bianco"

   
 
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