Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    25/10/2018    7 recensioni
* Raccolta di OS collegate alla storia “Half-Blood” e dedicate ad alcuni dei protagonisti *
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Raphael & Larisse

 
Raphael Sparrow Image and video hosting by TinyPic& Larisse MillardImage and video hosting by TinyPic 



“Li vedi?!”
“No. Non ancora.”

Larisse scosse il capo, parlando con voce rotta dall’emozione mentre, insieme a Bianca, scrutava le persone in uscita dal gate del volo Zurigo-Londra.

Gli occhi scuri della strega saettavano su tutti quei volti sconosciuti, ripensando a quando, nei giorni passati, si era chiesta se per caso non avrebbe stentato a riconoscere la sua stessa madre. Il cuore le si era accartocciato nel petto di fronte a quell’idea, ma la ragazza si era ripetuta che di certo non sarebbe successo e che l’avrebbe riconosciuta subito, anche grazie a tutte le foto che aveva accumulato nel corso degli anni e che custodiva gelosamente.  

Quando scorse una donna dai capelli ramati camminare accanto ad un bambino di, ad occhio, dieci anni, Larisse spalancò gli occhi scuri e il suo volto s’illuminò, sorridendo:

“MAMMA!”

Amelie smise di parlare con Carl e si voltò, puntò gli occhi proprio su di lei e scorse la stessa espressione sbigottita ed emozionata mentre le correva incontro quasi rendersene conto, abbracciandola di slancio e seguita a breve distanza da Bianca.

“Mamma… Ci sei mancata.”  Larisse strinse la donna più forte che poteva, nascondendo il viso tra i suoi capelli come quando era piccola mentre Carl, impietrito, osservava la scena senza muovere un muscolo. 

Amelie ricambiò la stretta dopo un attimo di sbigottimento, e per poco Larisse non rischiò di commuoversi quando sentì la madre singhiozzare e assicurare alle figlie che anche loro le erano mancate moltissimo e che non poteva credere che fossero già così grandi.

“Mamma, abbiamo preso le valigie… Larisse!”

Larisse non riconobbe quella voce, ma aveva comunque un che di familiare che le fece alzare lo sguardo, trovandosi a guardare una ragazza di un paio d’anni più giovane di lei.
Una ragazza che, l’ultima volta in cui l’aveva vista, non aveva ancora compiuto sette anni.

Non ebbe bisogno di chiedere chi fosse, Larisse sorrise e si gettò sulla sorella minore mentre sua madre continuava imperterrita ad abbracciare Bianca, in lacrime mentre le sfiorava la testa con le dita.

“Petra!”  
L’ultima volta in cui si erano viste erano state due bambine sempre pronte a bisticciare, ma nessuna delle due parve pensarci perché si abbracciarono mentre Daria, sorridendo con gli occhi luccicanti, si avvicinava alle due:

“Ciao Larisse.”
“Oh mio Dio, Daria… eri così… così piccola.” Larisse sbuffò di frustrazione prima di inglobare anche la sorellina nel suo abbraccio, asserendo che le erano mancate e che avrebbero dovuto rifarsi del tempo perso.

Daria annuì con un sorriso allegro, ripensando a tutte le volte in cui aveva ascoltato la madre e Petra parlare delle due sorelle: lei non poteva ricordarle minimamente, ma Petra non aveva fatto che parlare della maggiore per anni, così come sua madre.


“Ma questo signorino è Carl? Ciao tesoro, non puoi ricordarti di me, io sono Bianca e quella è Larisse, di solito è più musona ma ora è felice.”  Bianca sorrise calorosamente al fratellino, stritolandolo in un abbraccio mentre Amelie, asciugandosi gli occhi con mani tremanti si sentiva chiamare flebilmente da una voce. 
Una voce tanto familiare ma che aveva quasi finito di dimenticare dopo averla sentita, per dieci anni, solo per telefono.

“… Amelie?”

Tutti e cinque i figli si voltarono e Amelie alzò contemporaneamente lo sguardo, impietrita nel trovarsi davanti quello che, formalmente, era il suo ex marito.
John che la guardava senza fiato, quasi chiedendosi se fosse reale, e che la donna chiamò portandosi le mani alla bocca, parlando con voce strozzata:

“John! Oh, John…”

Il mago si avvicinò alla donna, stringendola in un abbraccio che espresse tutto il sollievo e la felicità nel riaverla davanti a sè in carne ed ossa. Amelie ricambiò la stretta, appoggiò la testa sulla sua spalla e riprese a piangere sotto gli occhi dei figli e della gran quantità di persone che, incuriosita, si era fermata per assistere intenerita alla scena, non potendo sapere quanto dolore ci fosse alle spalle di quella famiglia divisa per un decennio intero. 

John, tremando leggermente, mormorò che non avrebbe mai più permesso che li dividessero, che l’amava e che gli era mancata come l’aria prima di baciarla, scatenando degli applausi da parte dei figli. 
Larisse, in particolare, sorrise, gli occhi lucidi mentre osservava i genitori e teneva ancora Petra e Daria strette a sè. 

A volte si era chiesta se avrebbe mai rivisto i suoi genitori nella stessa stanza. E anche se avevano perso molti anni, anche se non conosceva i suoi stessi fratelli e ormai probabilmente lei e Bianca erano delle estranee persino per la loro madre, era felice. 
Finalmente erano di nuovo insieme, dopotutto.


*


Cordelia sbuffò, assestando al fratello un colpetto sulla spalla e intimandogli con un sibilo di stare fermo mentre gli aggiustava il colletto spiegazzato della camicia.

“Scusa Del, sono nervoso!”
“Rilassati per l’amor del cielo, è solo un pranzo!”
“Un pranzo dove Larisse mi farà conoscere sua madre! È così felice che sia tornata, non vorrei mai non piacerle…”

“Non accadrà, sorridi e fai il ragazzo d’oro, ripeti quanto tu tenga a Larisse e quanto lei sia fantastica e le piacerai di sicuro. Tu piaci molto più di me.”

Cordelia non battè ciglio, parlando come se fosse un mero dato di fatto che però fece sorridere appena il fratellino, che sollevò le mani della sorella per depositarci un bacio sopra:

“Siamo solo molto diversi. Tu hai dovuto crescere di colpo e prenderti cura di me quando siamo rimasti soli, hai fatto quello che dovevi.”
Cordelia abbozzò un sorriso e gli sfiorò il viso con le dita, ripensando a quando il suo fratellino era solo un bambino esuberante che riempiva i muri con le impronte delle sue manine colorate e che cercava sempre le sue attenzioni. Ripensò a quando il suo fratellino era più piccolo di lei anche fisicamente e l’abbracciava per la vita, nascondendo il viso contro il suo stomaco, mentre da diversi anni praticamente la sopraffava ogni volta in cui la stringeva.

Lo guardò e non poté fare a meno di pensare che prima o poi non avrebbe più potuto guardarlo e che lo avrebbe di certo dimenticato.
A quel pensiero Del sentì gli occhi pizzicargli e farsi lucidi, così si affrettò a voltarsi dando le spalle al fratello minore, che spalancò gli occhi scuri

“Del?! Che c’è, stai male? Del…”  Raphael la prese delicatamente per un braccio e la fece voltare, abbracciandola prima di chiederle se volesse che restasse a casa con lei.

“No, è importante, devi andare. Vai a goderti la vita che ti aspetta, Rafe. E poi a me ci pensa Mrs Doubtfire, no?”

Cordelia abbozzò un sorriso mentre si asciugava le lacrime e Raphael annuì poco convinto, guardandola con la fronte leggermente aggrottata:

“… Ok. Ma torno presto, stasera ce ne stiamo qui solo noi due.”
“Ok. Ciao, buona fortuna.”

Cordelia sorrise e il ragazzo si chinò, dandole un bacio sulla guancia prima di voltarsi e uscire di casa. Quando sentì la porta sbattere alle spalle del fratello Cordelia sospirò, lasciandosi scivolare su una sedia prendendosi il viso tra le mani.


*


“A sinistra. Ok, va bene così. No, aspetta, forse stava meglio prima… Accidenti, era meglio lasciarlo nell’angolo!”

Larisse sbuffò, indecisa, mentre Raphael sbuffava sonoramente, contrariato:

“Ti decidi, di grazia?! Larisse, io ti amo tanto, ma non sono un facchino!”
“Guarda che non è facile, è tutta questione di simmetria!”
“Sai cosa non sarà più simmetrica dopo oggi? La mia spina dorsale!”

I due iniziarono a battibeccare mentre Cordelia trasportava scatoloni in un angolo del salotto con nonchalance, seguita come sempre dalla gatta Lady.

“Litigate come una vecchia coppia sposata e Larisse si sta trasferendo qui solo adesso, cominciamo bene. La poverina non sa cosa l’aspetta, e lo dice una che ha vissuto con te per anni…”
“Oh, le ragazze fanno comunella, che strano. Non ti mancherò neanche un po’, Del?”

Raphael incrociò le braccia al petto e scoccò un’occhiata torva alla sorella maggiore, che per tutta risposta sorrise e annuì, guardandolo con affetto:

“Ma certo, ma ormai siamo grandi, io ho 28 anni e tu 22, è giusto che ognuno prenda la propria strada. E se tu sei felice sono felice anche io.” Cordelia sorrise, guardando Larisse circondare Raphael con le braccia a appoggiare la testa sul suo petto mentre il ragazzo roteava gli occhi scuri, parlando con un borbottio cupo:

“Preferirei saperti felice anche io. Sei solo la solita testarda Del, ci sono un sacco di ragazze carine lì fuori, al Ministero, al San Mungo, nel mondo Babbano…”

“Scusa, tu che ne sai delle ragazze carine?!” Larisse sollevò lo sguardo, dandogli un pizzicotto sul braccio mentre Cordelia scuoteva il capo senza scomporsi, parlando con tono piatto:

“Rafe, non cominciare, va bene così, lo sai. L’importante è che io mi sia aggiudicata Lady, che verrà con la sottoscritta, vero piccola?”
“Certo, le sarebbe mancata la gatta più di quanto le mancherò io. Perché mi circondo di donne assurde e difficili?!”

“Non saprei Rafe, ma ormai sono qui quindi è tardi per chiederselo. Vado a sistemare i miei vestiti nell’armadio!”
“Cerca di trovare spazio tra le cose della primadonna qui presente Larisse, non sarà facile.”

Cordelia sorrise, ridendo quando il fratello afferro un cuscino dal divano che stava spostando fino a poco prima per lanciarglielo contro.


*


Quando Larisse, di ritorno dal Ministero, mise piede dentro casa si bloccò sull’uscio con la porta aperta e la mano stretta intorno alla maniglia, gli occhi scuri spalancati e fissi sul suo fidanzato, seduto sul divano e impegnato a levarsi di dosso una specie di melma con la faccia più schifata che gli avesse mai visto.

“Rafe, che stai….”
“Non dire niente, Larisse. E non ridere!” Il mago indicò la ragazza con fare minaccioso, ma la rossa scoppiò comunque fragorosamente a ridere un attimo dopo, chiudendo la porta e parlando a fatica tra le risa, asserendo che sarebbe andata a prendere una delle loro tante macchine fotografiche – di cui la casa contava un bel numero vista la passione di entrambi, nel caso di Larisse ereditata dalla madre fotografa – per scattargli delle foto e farle vedere a Wyatt.

Raphael dal canto suo sbuffò, continuando a pulirsi con scarsi risultati mentre i suoi vestiti erano strappati in numerosi punti: forse lavorare con le creature magiche non era stata una buona idea. E in effetti Audrey lo aveva avvertito di fare attenzione con quella specie di lumaca gigante, ma forse non aveva dato il giusto peso alle parole della strega.

E mentre sentiva il familiare “click” di una macchina fotografica, il mago minacciò a voce alta la fidanzata di farla dormire sul divano per una settimana. Dopodiché, vedendo che la sua minaccia non sortiva effetti, si alzò e lanciò un po’ di melma dritta su di lei. 

Quel che venne dopo è meglio non raccontarlo, ma di certo rischiò di mandare a fuoco l’appartamento.


*


“Ecco, tieni. Larisse, c’è qualcosa che non va? A me puoi dire tutto, lo sai.”

Penny sorrise mentre porgeva all’amica una tazza di thè, sedendo subito dopo accanto a lei sul divano. La rossa per tutta risposta sospirò, scuotendo il capo prima di parlare a bassa voce e tenendo gli occhi scuri fissi sulla bevanda calda. 

“Non riesco a smettere di pensare ad una cosa.”
“Beh, io non sono una Legilimens, perciò temo che dovrai parlarmene. Qualcosa di grave?”

Penny sorrise gentilmente, e Larisse sospirò prima di annuire, sollevando lo sguardo: non ne aveva ancora parlato con nessuno, ma di certo di Penny poteva fidarsi dopotutto.

“In un certo senso. Credo di essere incinta, Penny.”


“Beh… wow. Insomma, è una cosa grande, ma non è… brutto, no? Per te lo è?”
“No, certo che no. Solo che non ne avevamo mai parlato, e non siamo neanche sposati…”

“Beh, vivete insieme ormai da più di due anni, sono sicura che presto o tardi lui ti avrebbe chiesto di sposarlo, Larisse. E poi avete 24 e 25 anni, non siete troppo giovani.”
“No, solo non so se lui ne sarà felice, tutto qui. Lo spero tanto.”

“Io penso che lo sarà, parliamo di Raphael, no?”

Penny sorrise fiduciosa e la rossa si sforzò di annuire prima di bere un sorso di thè, sperando vivamente che la bionda non si sbagliasse.


*


“Sei incinta?!”
“Già.”
“Incinta incinta?!”
“No, incinta a metà. Sì Rafe, incinta, hai presente?!”

Larisse alzò gli occhi scuri al cielo mentre Raphael, seduto accanto a lei, la guardava senza fiato. Dopodiché la ragazza s’incupì leggermente, chiedendogli con tono preoccupato e speranzoso allo stesso tempo se ne fosse felice, anche se era inaspettato.

Raphael si riscosse e le sorrise, annuendo mentre le prendeva una mano per depositarci un bacio sopra:

“Ma certo che sono felice. Insomma, non ne avevamo parlato, ma viviamo già insieme, lavoriamo entrambi e di certo prima o poi avremmo di sicuro avuto un bambino, no? E poi non siamo più dei ragazzini, ce la caveremo. Oh, aspetta che Del lo sappia, sarà felicissima! E anche i ragazzi!”

Raphael sorrise, entusiasta, mentre invece Larisse impallidì, sgomenta: il sollievo di averne finalmente parlato con il fidanzato svanì di colpo quando venne colta da un’altra consapevolezza.

“Tesoro, cosa c’è?” Raphael, vedendola cambiare così radicalmente espressione, le strinse la mano e le si avvicinò, guardandola con leggera apprensione negli occhi scuri mentre la rossa deglutiva, balbettando:

“… Lo devo dire a mio padre.”



Raphael e Larisse informarono la famiglia di lei e Cordelia tutti in una volta, organizzando una bella cena di famiglia. 
E quando Raphael si schiarì la voce, asserì di avere una cosa molto importante da dire e tutti si misero in ascolto con curiosità Larisse sospirò, pregando mentalmente che John la prendesse bene, e anche Amelie. Ma John in special modo, che a sentire Bianca si era dichiarato in lutto già quando era andata via di casa per vivere con Raphael. 

“Ecco, noi… aspettiamo un bambino. Lo so che è inaspettato, lo è anche per noi due, ma di certo ne avremmo avuti lo stesso entro qualche anno, quindi siamo solo un po’… in anticipo, ecco.” 

Raphael abbozzò un sorriso mentre stringeva la mano della fidanzata sul tavolo, e dopo un attimo di silenzio si generò il caos: Bianca si alzò, trillando che sarebbe stata la zia prediletta del nipotino e che voleva fargli da madrina mentre stritolava i due in un abbraccio. Cordelia non fu da meno, asserendo di essere felicissima per loro mentre Daria sorrideva allegra, asserendo che lei gli avrebbe fatto da babysitter più che volentieri.

Amelie, invece, mentre anche Carl e Petra andavano ad abbracciare sorella e futuro cognato, si rivolse con un sorriso al marito, che era rimasto immobile e senza fiato con gli occhi vitrei puntati sulla figlia maggiore:

“Tesoro? Va tutto bene?”
La Babbana sfiorò il viso del marito, che annuì come in trance prima di mormorare di avere bisogno di un momento, alzarsi, e infine sparire.

Larisse, a cui la madre rivolse un cenno eloquente, lo trovò nella camera da letto dei genitori poco dopo. La ragazza entrò di soppiatto nella stanza e gli si avvicinò prima di sederglisi sulle ginocchia, circondandogli il collo con le braccia e stampandogli un bacio su una guancia:

“Ehy… Non sei contento?”
“Sì, certo tesoro. Devo solo abituarmi all’idea che la mia bambina avrà un bambino. Non è facile, siete cresciuti troppo in fretta, alcuni dei tuoi fratelli non li ho nemmeno potuti vedere farlo, mi sono perso molte cose… E tu sei dovuta diventare grande troppo presto.”

“Beh, magari avrai una nuova bambina da strapazzare, non sei contento? E poi sarò sempre la tua bambina, tengo molto al mio primato, sai?”

Con questo la ragazza lo abbracciò, sentendo l’affezionato padre ricambiare la stretta con un sospiro subito dopo, accarezzandole i capelli rossi e mormorando che le voleva bene.


*


La stanza del San Mungo venne letteralmente invasa quando Penny, Hunter, Wyatt e Ludwig si unirono ai già presenti fratelli dei neo-genitori e ai neo-nonni, tanto che l’ostetrica sbraitò che quella non era la hall di un albergo e che qualcuno doveva uscire per forza.

Amelie trascinò i figli minori e il marito fuori dalla stanza per lasciare posto agli amici della figlia maggiore, che sorrise mentre teneva la piccola tra le braccia.

“Che carina! Ciao Anja… ha i capelli rossi come i tuoi, che dolce.” Penny sorrise mentre si avvicinava alla bambina, sfiorandole la testa con una mano mentre Raphael, che sedeva accanto alla fidanzata tenendole un braccio intorno alle spalle, annuiva con un sospiro, asserendo di essere ormai segnato a vita. 

“Congratulazioni!” Wyatt sfoggiò un sorriso allegro e abbracciò l’amico, mentre invece Ludwig si avvicinò a Penny – che ora teneva Anja in braccio – per chiedere timidamente a Larisse se potesse tenerla anche lui. La rossa per tutta risposta annuì e Penny passò la bambina all’amico mentre Hunter guardava la bambina e poi gli amici come se fossero degli alieni:per essere carina era carina, ma tra loro e sua sorella non capiva perché tutti si rincoglionissero di fronte ad un bebè, ignaro che sarebbe successo anche a lui molto presto.

“Allora questa è la nuova mascotte del gruppo!”
“Wyatt, è di mia figlia che parli!”

Larisse fulminò l’amico con lo sguardo, facendolo ammutolire mentre Raphael, ridacchiando, gli dava una pacca sulla spalla:

“Abbassa i toni amico mio, altrimenti verrai sbranato da mamma orsa.”


*


“Ok piccola, stasera papà deve chiedere alla mamma una cosa importante, ma tu devi collaborare, quindi ora mettiti qui e gioca con i tuoi cubi.”

Raphael sorrise alla figlia mentre la sistemava sul tappetino cosparso di giochi, ma Anja non sembrò dello stesso avviso perché corrugò la fronte e allungò le braccine verso di lui, come se volesse tornare in braccio al padre invece di giocare.

“No piccola, devi giocare con i cubi adesso, le coccole dopo. Ecco, guarda!” Raphael sollevò uno sgargiante cubo giallo di gomma e Anja sgranò gli occhi, catalizzando immediatamente la sua precaria attenzione su di esso per poi prenderlo e agitarlo allegra, dimenticandosi di lui.

Il mago dal canto suo sorrise soddisfatto, aspettando pazientemente che la fidanzata, dopo aver messo a letto la figlia, riordinasse il salotto sbuffando come una ciminiera come ogni sera.


Un paio d’ore dopo infatti Larisse stava sistemando i giochi della bambina disseminati per tutta la casa borbottando che Anja era un vero e proprio tornado in miniatura. 
Stava mettendo a posto i cubi di gomma, mentre Raphael seguiva i suoi spostamenti senza spiccicare parola e trattenendo al contempo dei sorrisetti, quando le capitò tra le mani qualcosa di insolito.
Qualcosa che lo ricordava per la forma, ma che di certo non era un giocattolo per bambini. Accigliata, la strega guardò la scatolina quadrata che teneva in mano, chiedendo a Rafe di che accidenti si trattasse.

“Non so, aprila.”
Raphael si scrollo nelle spalle, serafico, restando in piedi dietro di lei con le mani in tasca.
“Merlino Rafe, non si lasciano cose in giro con la bambina così piccola, abbi un po’ di… OH MIO DIO!”


Larisse, ritrovandosi un anello con solitario davanti, strabuzzò gli occhi scuri prima di voltarsi verso il fidanzato, trovandolo sorridente e già in ginocchio. 
Raphael, quasi divertito dalla sua reazione e soddisfatto di essere lui ad avere, per una volta, il coltello dalla parte del manico, le prese decisamente la scatola dalle mani per prendere l’anello e porgerglielo:

“Beh, forse non è propriamente una sorpresa visto che quando eri incinta avevamo parlato di sposarci dopo la nascita di Anja, ma volevo farti comunque la proposta. Perciò, Larisse Anna Millard, vuoi sposarmi?”

Larisse sorrise e annuì, porgendogli la mano quasi tremando per permettergli di infilarle l’anello al dito:

“Sì, certo che sì.” Raphael sorrise e, dopo averglielo messo, si alzò e la baciò appassionatamente, attirandola a sè stringendola per la vita e sentendola sorridere sulle sue labbra.


*


“Coraggio piccola, vedi la nonna? Ecco, guarda la nonna e falle un sorriso.”
Larisse, che teneva Anja in braccio, indicò alla figlia la madre – che si era offera di fare le foto al matrimonio –. Anja fino a quel momento di era dimostrata molto interessata a giocare con la collana della madre e a cercare di strappare i petali dai fiori del suo bouquet, ma finalmente si voltò e sorrise alla nonna materna, radiosa nel suo minuscolo abitino bianco, scarpette e fascetta in testa. 

“Siete davvero bellissimi… Rafe, ne faccio una con te e la bambina.”
“Era ora! Vieni da papà amore mio.”  Raphael sorrise e prese la figlia senza tante cerimonie, sorridendole mentre Larisse alzava gli occhi al cielo, sollevando leggermente la gonna del vestito per non sporcarlo mentre si spostava.

La strega venne raggiunta da Bianca, sua testimone, e la sorella minore le sorrise mentre le metteva un braccio intorno alla vita:

“Eccoti finalmente, sposina. Allora, sei felice?”
“Non immagini quanto Bianca.”

“Bianca, Del, devo fare delle foto anche a voi!”
“Falle Amelie, non rivedremo mai più mia sorella vestita elegante, c’è bisogno di immortalare il momento!”


*


Raphael corse lungo il corridoio ed entrò nella stanza quasi senza fermarsi, trovandosi davanti la sorella impegnata a rimettersi la giacca. 

“Del, stai bene?! Mi hanno chiamato al lavoro, mi sono preoccupato!”
“Sto benissimo Rafe, non preoccuparti. Ora possiamo andare.”

Cordelia fece per superarlo ma lui le sbarro la strada, puntandole un dito contro con fare minaccioso:

“Scordatelo, prima mi dici che cosa è successo!”
“Ho solo avuto un piccolo incidente lavorando, non ho visto… insomma, lo sai. Ma sto bene, davvero, non è successo niente di grave.”

“Oggi no, ma potrebbe! E te l’ho già detto Del, non mi piace affatto che tu viva completamente sola.”
“Rafe, sto facendo una cura sperimentale, ci sono giorni con cui non vedi affatto, altri in cui vedo quasi come prima… Il mio problema agli occhi è conosciuto ma abbastanza raro, così mi hanno chiesto di collaborare e ho accettato, che cos’ho da perdere?”

“Io ho la mia sorellina da perdere. È bello quello che fai, ma fai attenzione e accetta il mio aiuto, ogni tanto. Sei sempre stata troppo incline a tenermi fuori, come quando per anni interi non mi hai detto che la tua era tutta una messa in scena e che in realtà appoggiavi La Causa tanto quanto me.”

Raphael abbracciò la sorella con un sospiro, e Cordelia ricambiò la stretta prima di parlare a bassa voce, il viso poggiato sul suo petto:
“Volevo solo proteggerti.”
“Questo lo so. Adesso voglio essere io a farlo.”


*


Raphael sorrideva mentre faceva fare il vola-vola alla piccola Malia, che rideva come una matta.
Anna, dal canto suo, raggiunse il padre trotterellando e gli strinse una gamba, sorridendogli allegra:

“Papino, lo fai fare anche a me?”

Raphael sorrise alla primogenita, annuendo prima di acconsentire. Stampò un bacio sulla guancia di Malia, che sorrideva allegra scalpitando con i minuscoli piedini coperti dalle babbucce, e la lasciò nel suo box prima di sollevare la maggiore e lanciare in aria anche lei.

“Rafe, fai attenzione!”
“Tranquilla Larisse, ci stiamo solo divertendo, vero piccole?”

Raphael sorrise e Anja annuì, mentre Malia si era issata sulla parete del box e si guardava intorno con gli occhi scuri luccicanti, illuminandosi quando vide la madre per poi chiamarla con dei mugolii indefiniti. 

Larisse raggiunse la bambina, sollevandola e prendendola in braccio mentre Anja sorrideva adorante al padre, dandogli un bacio su una guancia:

“Adesso giochiamo con le bambole?”
“Se proprio dobbiamo…”
“Per favore!”

La bambina lo guardò implorante e il mago non poté che annuire, sospirando:

“Va bene, ma solo un po’. Larisse, non puoi farlo tu?”
“Ma a me le bambole non piacciono!”
“E allora lei da chi ha preso?!”

“Da sua Zia, nonché madrina, Bianca, sicuramente. Forse passano troppo tempo insieme… Malia, tu starai con zia Petra, zia Daria o zia Cordelia, ok?”


*


“La prego mi dica che questa volta è un maschio!”

Raphael guardò la dottoressa quasi con aria implorante, guardandola sorridere mentre Larisse, accanto a lui, era stesa sul lettino nel bel mezzo dell’ecografia. 
La donna sorrise, divertita come se non fosse il primo a dirle qualcosa di simile: 

“Quante femmine avete?”
“Due. Su due.”
“Allora sarete felici di sapere che questo sarà un maschietto, Signori Sparrow.”


“SÌ! Wyatt mi deve dieci galeon- Tesoro, no, scherzavo, figurati!”


*

“Hugh.”
“No, mi viene in mente Hugh Grant.”
“David?”
“Banale.”
“John?”
“Mio padre si chiama John!”
“Ok, niente allora… Charles?”
“C’è già il Charles di Penny e Hunter. William?”

“Non mi piace. Raphael Junior?”
“Piuttosto lo chiamo Alcibiade!”

“Come sei difficile! Allora… Blake? Drake?”
“Sembrano nomi da sbruffoncello viziato.”
“Troy?”
“Sì, Bolton…”

“Chi?!”
“Lascia stare, mia sorella era fissata con quegli stupiti film… se dovessi sentire un’altra volta What Time is It potrei auto-defenestrarmi.”

“Continuo a non capire, ma starò zitto e fingerò di averlo fatto.”
“Finalmente hai capito qual è la strategia corretta, bravo tesoro, sono fiera di te.”


Larisse, seduta di fronte a lui mentre si sfiorava il pancione con le dita, sorrise dolcemente e si guadagnò un’occhiata torva dal marito, che seduto ai piedi del letto le stava massaggiando i piedi. Raphael tuttavia non poté dire nulla visto che le figlie erano presenti, spaparanzate sul lettone sfogliando una rivista per bambine.


*


Anja, Image and video hosting by TinyPicMalia Image and video hosting by TinyPice Byron SparrowImage and video hosting by TinyPic 


Larisse stava sorseggiando una tazza di thè insieme alla madre, mentre tutti i suoi fratelli e il padre erano ammassati intorno alla culla del piccolo di casa, ripetendo quanto fosse carino ed adorabile mentre dormiva.

“Se lo svegliano li ucciderò ad uno ad uno.”  Larisse scoccò un’occhiata d’avvertimento alla famiglia e Amelie annuì, alzando gli occhi al cielo:
“Lo so tesoro, ti capisco, era così anche per me… appena vede un bambino la gente impazzisce e non fa caso al fatto che la povera madre abbia impiegato ore per farlo dormire. Oh, ciao principesse!”

La donna appoggiò la tazza sul piattino e sorrise alle nipotine quando vide le due bambine avvicinarsi. Malia le salì sulle ginocchia, rugando un biscotto dal piattino, mentre invece Anja sorrise speranzosa alla madre:

“Mamma, domani possiamo andare da Penny e Hunter? Rachel e Bonnie vogliono farci vedere il loro nuovo cucciolo!”

“… Va bene, ma NON ne prenderemo uno anche noi! Avete appena avuto un fratellino, fatevelo bastare.”
“Ma Papino ha detto che forse potevamo!”

“Papino deve fare i conti con Mammina adesso. RAPHAEL! Ci siamo trasferiti cinque mesi fa, abbiamo appena avuto un bambino e vuoi prendere anche un cane?! Con i cambiamenti siamo a posto per un decennio, direi!”

“Ma i cuccioli sono così dolci… ti fanno venire voglia di coccolarli!”
Raphael si aggregò agli sguardi imploranti delle figlie e Amelie ridacchiò mentre Larisse, invece, alzò gli occhi al cielo:

“Coccola tuo figlio, allora. Cavolo Rafe, perché devo sempre fare la cattiva?!”
“Non devi infatti, basta che tu dica di sì! Per favore…”

Raphael sfoggiò la sua espressione più implorante e rivolse un cenno alle bambine, che lo imitarono pregando la madre all’unisono

“… Va bene, ma poi non farò tutto io, capito?!”

Larisse sbuffò, annuendo con aria torva mentre i tre, dopo aver esultato l’abbracciavano. 

Il tutto mentre sua madre seguiva la scena sorridendo, forse pensando a tutto quello che si era persa nei dieci anni di separazione dal marito e da due figlie.
Da quando era diventata madre a sua volta si era chiesta spesso come avrebbe affrontato quella situazione, come avrebbe reagito se ci si fosse trovata in prima persona.

Non poteva saperlo per certo, ovviamente, ma ogni volta in cui ci pensava non poteva far altro che ammirare i suoi genitori: non era sicura, dal canto suo, che avrebbe retto a lungo senza Raphael o le bambine intorno.






…………………………………………………………………………………
Angolo Autrice:

Buonasera!
Con la OS dei Raphisse chiudo ufficialmente la Raccolta e anche Half-Blood – anche se, ovviamente, prima o poi arriveranno anche le OS per i personaggi mancanti su cui avrò le informazioni –. 
Grazie per aver seguito la Raccolta a chi l’ha fatto, e grazie ancora per questi personaggi con cui mi sono divertita così tanto, spero che leggere le loro peripezie sia piaciuto a voi quanto a me è piaciuto scriverle.
Dal momento che praticamente tutte partecipate ad altre mie storie a presto, per le restanti spero tanto che ci sentiremo di nuovo. 
Buona serata, 
Signorina Granger 

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger