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Autore: Tia Weasley    20/11/2018    0 recensioni
Esattamente, mai! Non vi dovete neanche azzardare a pensarlo. Se mai vi capiterà di incontrarne una, vi do un consiglio: svignatevela. All'apparenza potrebbe sembrare una normalissima ragazza, viziata dalla famiglia agiata, ma la verità è un'altra. Come stimolo vi basti sapere che, chi invece si è lasciato trasportare dalle dicerie, ha sofferto una bella doccia fredda un pò troppo tardi, ormai era fatta. Ti ritroveresti perseguitato dal rimorso, dalla rabbia, dalla vergogna, dalla paura e, ovviamente, dall'unica persona con una tale memoria da ricordarsi di continuare la sua dolce tortura: Penelope Nott. Purtroppo anche la ragazza aveva commesso l'errore di sottovalutare qualcuno, qualcuno che non si lasciava ingannare dal suo aspetto ammaliante, che non permetteva di farsi scalfire dalle sue minacce, che non si lasciava suggestionare dal reciproco disprezzo, qualcuno che porta il cognome Weasley.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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1 aprile 1995

 

Penelope stava camminando con fretta per i corridoi del primo piano, uscita da poco dall'ultima lezione. Aveva appena svoltato l'angolo dopo la scalinata quando andò a sbattere con forza contro qualcuno. 

 

-Ehi! Guarda dove... oh, scusa Penny. Non mi ero accorto fossi tu.

 

La Nott  osservò infastidita il suo assaltatore. -Eri davvero sul punto di dire «guarda dove metti i piedi»?- Commentò. -Stai diventando troppo scontato, Adrian. Oppure questa è la tua nuova patetica strategia per avvicinare qualcuna? Dopo tanto tempo, devi aver perso colpi. Ti do un suggerimento: farci cadere a terra non è la tecnica migliore.- Si ravviò i capelli con cipiglio presuntuoso. Lo osservò per un momento. Sembrava che le sue parole non lo avessero scalfito nemmeno. Continuava a sorridere, vagamente divertito. -Se vuoi scusarmi...

 

-Va bene, alzo le mani.- Proruppe Adrian, ma Penelope non gli degnò neanche uno sguardo. -Dove stai andando?- Continuò il ragazzo correndole dietro. 

 

La Nott emise un leggero sospiro. -Sto cercando Hailey e le ragazze, avremmo dovuto passare il pomeriggio insieme ma devo dirle che ho un altro impegno.

 

Adrian si fermò. -Allora ti risparmio la fatica. Venivo dalla Sala Comune e non c'è, sarà sicuramente in Sala Grande con Rose e quell'altra bionda.- Affermò voltandosi. -La stavo cercando anche io.

 

Penelope lo raggiunse e ripresero a camminare insieme. -Questo mi fa pensare che abbiate risolto.

 

Adrian le sorrise. -E non sai come!- Esclamò contento. -Il miglior sesso della mia vita, credimi.- Sottolineò. 

 

Penelope si lasciò sfuggire una risata. In fondo era felice per loro. La coppia era diventata quasi storica tra i Serpeverde: andava avanti da due anni senza tradimenti registrati, fino a pochi giorni prima. Adrian Pucey era stata la prima cotta scolastica della giovane Hailey che per i primi anni aveva solamente sognato il potersi avvicinare al ragazzo più grande. Pucey pian piano aveva cominciato a farsi piacere la presenza della piccola compagna di Casa accanto a se, orgoglioso di quella nuova conquista. Ma quando al suo quarto anno Hailey si fidanzò con «quello stupido Corvonero», così lo chiamava Adrian, quest'ultimo fu assalito dalla gelosia che si accumulò per mesi fino ad esplodere durante una partita di Quiddich. Volta in cui colpì malamente Davies in testa con un bolide, mandandolo in infermeria per una buona settimana. A fine evento il ragazzo si era trovato davanti una Hailey Sommers inferocita, nonostante la vittoria appena registrata. La ragazza si era fiondata nello spogliatoio come una furia e i compagni di squadra, notato il suo sguardo, avevano preferito defilarsi per lasciare Pucey al suo destino. Che tanto triste non fu, poiché entrambi non si fecero vivi prima di un paio d'ore, al termine delle quali piombarono all'interno della Sala Comune dei Serpeverde tutti scarmigliati e con le mani congiunte, accolti tra gli applausi dei compagni di Casa.

 

-Finalmente! E con questa posso smetterla di guardarti male ogni volta che ti vedo.- Esclamò Penelope scusandosi implicitamente per averlo trattato peggio del solito negli ultimi giorni. -Sono felice per voi. 

 

Pucey sorrise divertito, "Donne...". -Tu ancora con quel Grifondoro?- Le chiese Adrian ricevendo un sì come risposta. -Ma sinceramente, non ti fa un po' schifo? È pur sempre un Weasley.- Domandò schietto. 

 

-E' pur sempre Hailey dei Sommers.- Replicò lei, riferendosi alla famiglia nobile della sua ragazza ma anche ai suoi genitori: assurdamente entrambi maghinò, occasione più unica che rara. 

 

-Touchè. 

 

La ragazza lo osservò ripiegando il sorriso in un ghigno vittorioso. 

 

-Non guardarmi così, mi farai impazzire.- Scherzò il ragazzo. -Tuo padre l'ha presa bene? Me lo ricordo abbastanza severo su questo argomento. 

 

Penelope alzò gli occhi al cielo. -La mia famiglia non viene a conoscenza di tutto ciò che accade all'interno di questo castello, anche perché non credo gli importi tanto. E poi, non lo devo certo sposare.- La ragazza rispose con noncuranza, nascondendo ottimamente il disagio che provava per quella situazione: lei che credeva di essersi innamorata di un traditore del suo sangue e suo padre che non ne sapeva niente. Il compagno continuava ad osservarla poco convinto. -Guardala dal mio punto di vista: è un bel ragazzo e ovviamente questo non mi dispiace, ma soprattutto così abbiamo smesso di attentarci alla vita.- Spiegò. -Se gli piaccio tanto non c'è niente di male, è una situazione che funziona per entrambi. 

 

Adrian scoppiò a ridere. -Se la metti così.- Alzò le mani in segno di resa. -Sai? Erano partite scommesse a Natale.

 

-Oh, lo so.- Affermò. -Tu su cosa hai puntato?- Gli chiese curiosa. 

 

-Conoscendoti avrei detto un mese o due, ma poi ho alzato la posta ai quattro mesi. Ti stuferai prima o poi.

 

Penelope scosse la testa. -Credo proprio che ti ritroverai con qualche galeone in meno. 

 

Pucey schioccò la lingua. -Non penso proprio. Hai davanti ancora tre lunghe settimane. E poi non può durare più della nostra. 

 

-È stato tempo fa, eravamo praticamente bambini.- Gli ricordò Penelope. -E penso proprio che non ci saremmo nemmeno potuti definire "insieme". 

 

Il Serpeverde alzò le spalle. -Come se non lo sapessi.- Sogghignò leggermente. - Figurati che Hailey continua ad avere paura di te per quella stupidaggine.- Le confidò. 

 

Penelope si voltò di scatto. -No, non ci credo. Sarebbe poco intelligente da parte sua e la conosco abbastanza bene da dire che non è vero. 

 

-E io l'ho sentita e risentita abbastanza volte da dire che stava cominciando a diventare snervante: ogni volta che mi vedeva in tua compagnia impazziva.- Sbraitò. 

 

-Beh, non è certo per me che avete litigato.

 

-E credi che il tuo nome non sia spuntato in mezzo alla questione? È a dir poco ossessionata.- Il ragazzo gemette, fermandosi a pochi metri dall'ingresso della Sala Grande. Penelope lo osservò interrogativa e subito il Serpeverde le si avvicinò. Si sporse verso di lei e dissimulandolo alla vista in maniera perfetta si chinò a baciarle il collo. -Sai... a volte credo che abbia ragione ad avere paura.- Inspirò il suo profumo. -Vorrei provarti adesso. E dimenticarmi di come ho sprecato la mia occasione... Merlino! Ti tenevo soltanto per mano. 

 

-Adrian...- Penelope utilizzò un tono di rimprovero. Pucey non doveva neanche azzardarsi a rivolgersi a lei in quel modo. 

 

Il ragazzo si allontanò alla svelta. -Che cosa c'è? Se è come dici e la tua è una relazione di convenienza cosa ci separa?

 

-Io non sono una cosa "da provare", Adrian. E se Hailey ti lascia parlare di lei in questa maniera, hai fatto bene ad aver risolto la situazione.- Disse tagliente. 

 

Adrian boccheggiò un attimo. -No io... io non volevo. Scusa. 

 

La ragazza arricciò le labbra infastidita. -Ti sei appena rimesso con Hailey! Saresti davvero disposto a mandare di nuovo tutto all'aria?- La Serpeverde chiese conferma, ormai insensibile al fatto che l'integrità del cuore di una ragazza dipendesse dalle sue parole. 

 

-E me lo chiedi anche?-  Adrian parlava deciso, negli occhi sgranati un barlume di sincerità. -Ti tratterei benissimo, fai finta che prima non abbia detto niente. Staresti di sicuro meglio che con quel Weasley. 

 

-Sono le stesse parole che hai detto a Stella?- Penelope lo fissò con quello sguardo inquisitore che lo costrinse ad ammutolire. -Sto bene così, magari un'altra volta Adrian.- Rispose con un sospiro, dovendo ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non tirargli un bel ceffone in faccia. La presenza di George accanto le aveva cambiato determinate ottiche, compresa quella con cui avrebbe osservato la stessa scena qualche mese prima. 

 

Il Serpeverde si allontanò dalla compagna facendo una smorfia. Non si aspettava di venire dietro ad un Weasley, ma in fin dei conti era quasi certo che Penelope avrebbe dato una risposta del genere. Lei aveva solo preferenze. Rimaneva dove stava bene sennò cambiava aria, da sempre. Era stato proprio lui infatti a suggerire l'appellativo "Cuore di Ghiaccio" dopo che Penelope lo aveva allontanato perchè era diventato troppo "appiccicoso". Tipico atteggiamento infantile del dodicenne qual era. -A questo punto direi di raggiungere Hailey.

 

Penelope annuì varcando la soglia della Sala Grande con Adrian di fianco. Trovarono Hailey seduta accanto a Sue. Le compagne stavano ridendo alle battute di Matthew posto dall'altro lato del tavolo con Rose di fianco. Il ragazzo sembrava trovarsi a suo agio con loro osservando come agitasse le braccia mentre raccontava chi sa cosa con un'enorme sorriso in volto, pergamene e calamai di tutti e quattro abbandonati sul tavolo. Penelope si rallegrò a quella vista. Appena entrò nella visuale dell'amico questi se possibile allargò ancora di più il sorriso facendo segno ad entrambi di avvicinarsi. 

 

-Grazie a Merlino siete arrivati.- Rose fece spazio a Penelope. -Se fossi stata costretta ad osservare questi due sfiorarsi le mani e lanciarsi sorrisini ogni due secondi ancora per molto sarei dovuta scappare in bagno a vomitare.- Indicò i due biondi seduti uno davanti l'altra. 

 

-Gentile come sempre Rose.- Sue sbuffò, provando ad ignorare il diffondersi di risatine tra gli studenti più vicini. 

 

Hailey osservò di sottecchi Penelope. -Allora...- Iniziò aggrappandosi al suo ragazzo. -Per questo pomeriggio tutto confermato?

 

-Sono venuta qui giusto per dirvelo. Mi sono dimenticata di avere un altro impegno.- Penelope fece una smorfietta. Sembrava dispiaciuta, eppure sapeva da settimane che quel pomeriggio fosse destinato ad altro, e la prospettiva di non partecipare non la toccava più di tanto.

 

Si levò un coro di disapprovazione per quelle parole. -Ma come? Avevo prenotato per cinque! Non sai quanto ho dovuto insistere con mio zio... se ora arriviamo addirittura con qualcuno in meno...!- Si lamentò Haily . 

 

Rose si accasciò sul tavolo portando le mani a sconvolgersi i corti capelli castani. -Non puoi lasciarmi anche tu. Con Abbie e Hailey che fanno coppietta mi ritroverei ad interagire fin troppo con la nostra adorata Susie.

 

-Smettila Rose, io e Abigail non faremo coppietta.- Replicò la rossa.

 

La castana annuì poco convinta, alzandosi con svogliatezza. Adrian si ritrovò a sorridere. Le fece cenno di osservare Sue. Conoscendola da abbastanza tempo aveva capito che a Rose non sarebbe dispiaciuto per niente "interagire" con la biondina.

 

La Serpeverde sopracitata sembrava trattenere a stento la rabbia. -Perché devi essere sempre così?- Sibilò Susie.

 

Penelope accavallò le gambe ignorando il piccolo batibecco. -A questo punto prova a convincere Linette.- Riportò l'attenzione su di se.

 

I ragazzi si girarono ad osservarla. -È da una settimana che proviamo.- Informò Rose. -Ma con l'uscita di oggi ad Hogsmead Lin si vede con il fratello. Sai, è tornato da un mese dal Marocco e ancora non si sono visti. 

 

-Allora fate venire Adrian.- Propose di nuovo Penny. 

 

Lui e Hailey si osservarono entusiasti. -È un'ottima idea.- Approvarono all'unisono in contemporanea al «Non se ne parla nemmeno» di Sue e Rose. Si osservarono un istante prima che la castana distogliesse lo sguardo a disagio. -Tenta di nuovo Moretta.- Continuò Rose ricomponendosi. 

 

L'interpellata fece una smorfia infastidita per il soprannome e Matthew, seduto di fianco a lei, si soffermò più del dovuto ad osservarla. Penelope a quel punto esclamò: -Fate venire anche Matt! Tanto ad Abbie queste cose non interessano, secondo me basterà accennare al problema e si offrirà da se di non venire.- Tra i borbottii di approvazione Penelope fece l'occhiolino all'amico. 

 

Dopo qualche altra battuta i ragazzi si alzarono cominciando a raccattare le proprie cose insieme a tutti gli altri studenti nella Sala, la quale doveva essere preparata per quei pochi che avrebbero pranzato al Castello.  

 

-Guai a voi se fate i piccioncini.- Avvisò Rose mentre varcavano la soglia della Sala Grande. -Di fare il quinto incomodo non ne ho proprio voglia. Da uscita tutte ragazze si è trasformato in un appuntamento a quattro più Roselyn.

 

"Ed eccole di nuovo a litigare." Pensò Penelope alzando gli occhi al cielo osservando le due compagne di stanza inveire l'una contro l'altra. Adrian scoppiò a ridere. 

 

-Rose se proprio non ti va puoi sempre non venire.- Disse Hailey, infastidita dal suo comportamento. 

 

L'interpellata sbuffò allontanandosi da Sue. -Figurati se rinuncio.

 

-Su ragazzi! Un pò di vivacità.- Esclamò Penelope. -Non voglio avervi rovinato il pomeriggio, e poi di sicuro Matt e Adrian non vi faranno problemi del genere. 

 

-Ma certo.- Adrian la sostenne. -Nulla vieta a me e Matthew di filarcela e farci i fatti nostri per una mezz'oretta.-
Penelope annuì vigorosa. 

 

-A proposito, questo impegno...?- Chiese Sue.

 

La Nott si mise a fianco a lei. -Beh, oggi è il compleanno di George.- Rispose con una risatina. 

 

-Oh allora non ti ferma proprio nessuno.- Esclamò ridendo Susie stringendo la sua mano in quella di Matthew che le sorrise, lo sguardo lontano.

 

I minuti passarono veloci durante questa passeggiata per il castello senza meta. Di tanto in tanto qualcuno si aggiungeva per una chiacchieratina, qualcun'altro si ritirava per andare a pranzo o prepararsi. Penelope camminava davanti accanto ad Adrian e Rose parlando del più e del meno. Fu allora che notò tra tante teste due rosse. Una delle quali le fece un veloce occhiolino dopo aver incrociato il suo sguardo, per poi riportare la sua attenzione agli amici che gli camminavano accanto. A quel punto Penelope portò una mano alla borsa, tastandola. Sorrise radiosa una volta percepito il rigonfiamento in fondo. Salutò educatamente il gruppo infilandosi di soppiatto nella prima aula disponibile. 

 

***

 

Quel gruppo di Grifondoro stava passeggiando per i corridoi diretti alla propria Sala Comune dopo l'abbondante pranzo. Le lezioni erano finite nella mattinata come ogni sabato, lasciando alla combriccola tutto il tempo per organizzare una piccola festicciola quella sera.

 

Fred e George capitanavano il gruppo all'apice dell'euforia per i diciassette anni appena compiuti. Gli auguri da parte dei parenti erano arrivati tutti nella mattinata. I fratelli più grandi si erano fatti sentire tramite lettera. Anche il sobrio Percy ne aveva inviata una con su scritto formalmente le sue felicitazioni e una dettagliata spiegazione su quante responsabilità portasse il compimento della maggiore età. La missiva fu letta tra le risate e poi abbandonata sopra le camicie regalate dai Signori Weasley.

 

-No! Fermi tutti!- Esclamò Alicia bloccandosi improvvisamente rimanendo dietro di qualche passo rispetto ai compagni. 

 

-Cosa succede?- Chiese Angelina.

 

La bionda osservò tutti, uno ad uno. -Gli alcolici...- Sussurrò.

 

I tre ragazzi proruppero in una risata rumorosa. -Tranquilla Ali, abbiamo pensato a tutto. L'uscita di oggi ad Hogsmead servirà pure a qualcosa.- Asserì Lee.

 

I gemelli sghignazzarono. -Certo che la tua è diventata una vera e propria ossessione.- Notò George.

 

-Georgie ricordami di non far assaggiare mai più del Whisky Incendiario a nessuna brava ragazza. Ora anche Ali è caduta nell'oblio come tutti noi.

 

La Grifondoro si mise le mani sui fianchi. -Non è vero... dico solo che non è una vera festa senza.

 

Ad interromperli arrivò una ragazzina dall'aria trafelata, piazzandosi davanti a loro. -Ehi! Scusatemi, una mia amica... dietro l'angolo... non so che...- Si interruppe di colpo, lasciando il braccio di Angelina a cui si era aggrappata. -Aspetta un attimo, ma tu non sei il Weasley della Nott?- Si avvicinò al ragazzo, quasi dimentica dell'amica che tanto la preoccupava. 

 

-A dire il vero...

 

George alzò una mano. -Sono io.- Affermò. 

 

La ragazzina dai tratti medio orientali passò lo sguardo da un fratello all'altro. Poi con un sorriso si allontanò da Fred per prendere la mano del gemello. -Oh.- Lo studiò per qualche secondo. -Ottima scelta!

 

George scoppiò a ridere insieme ai compagni, tagliando purtroppo fuori Fred. -L'ho sempre detto di essere il più bello.- Si vantò. 

 

-E il più stupido.- Replicò Fred. 

 

La ragazzina si intromise. -Non credo che la Nott avrebbe mai scelto il fratello più stupido.

 

-Amico, fai conquiste.- Lee si fece sentire tra le risate dei partecipanti. 

 

Alicia brontolò. -Magari invece lo ha fatto apposta per sentirsi superiore.

 

-Ehi!- Replicò George. -La prendo sul personale.

 

-Lo sai che ti preferisco a Fred.- Alicia gli sorrise. 

 

La giovane studentessa si dondolò sui piedi mostrando un enorme sorriso: osservare quella scenetta doveva averla resa molto felice. -Io sono Aurora.

 

Passato qualche secondo di silenzio, in cui la ragazzina aveva continuato a fissare George, Angelina si schiarì la voce rivolgendosi ad Aurora dolcemente. -La tua amica di là, sta...

 

-Quindi con Penelope va tutto bene?- La interruppe la nuova arrivata. 

 

George osservò Aurora con un nuovo bagliore negli occhi. -Si, dovrebbe andare diversamente?

 

-Potrebbe.- La ragazzina si mise le mani dietro la schiena. -Sicuro sicuro? Perché hai risposto così?

 

-Perché non vorrei che la mia ragazza mi sentisse. Chissà, magari ci sta guardando.- Spiegò George lanciando un'occhiata penetrante alla ragazzina. 

 

-Smettila George, la spaventi.

 

Lee e Fred scoppiarono a ridere. -Non vogliamo che l'unica altra persona che ti fila scappi via.

 

Aurora si strinse nelle spalle. -Beh, a notare come ti guarda quella bionda non penso di essere l'unica "altra".

 

George si girò di scatto verso i compagni, pronto con la prossima battuta. Purtroppo la vista del crescente rossore presente sul volto di Alicia lo fermò sul colpo. Osservò suo fratello, per poi tornare sull'amica che ora lo guardava con un sorrisetto storto. -Mia cara Aurora, temo proprio che ti sia sbagliata a riguardo.- Affermò il rosso facendo l'occhiolino ad Alicia. 

 

Angelina agitò le mani per aria, quasi frustrata. -Ma smettila George, sappiamo perfettamente quanto staresti meglio con Alicia! 

 

Fred si mise accanto alla compagna. -Guarda che sorriso, cosa ha da invidiare alla Nott?- Alicia gli mimò un "grazie" con le labbra. 

 

-Ah! Se solo potessi!- Gemette il rosso. -Purtroppo però, questa meravigliosa ragazza sta insieme a lui.- George spinse Lee addosso ad Alicia. Rispose con un sorrisetto allo sguardo di disgusto e confusione che gli lanciarono entrambi. -Solo nei miei più bei sogni posso ardire al suo amore.- A quel punto George cadde teatralmente sulle ginocchia davanti alla ragazza per poi passare lo sguardo verso Aurora. 

 

Quest'ultima lo osservava impassibile, solo l'irrigidimento della mascella tradiva la sua noncuranza. 

 

-Aurora, la tua amica? Non ce ne vogliamo dimenticare, no?- Angelina riprese di nuovo il discorso, provando a trattenere le risate e ad ammiccare nella direzione dell'amica. 

 

-Giusto.- Sputò fuori amaramente la ragazzina osservando le mani di George e Alicia strette l'una nell'altra. -Qualcuno può aiutarmi?- Riprese con la vocina acuta con la quale si era presentata. Fermò subito Fred, preferendo separare bruscamente le mani dei due ragazzi di fianco a lui e trascinarsi a presso George. -Non vorrei rovinare il pomeriggio a voi quattro piccioncini.- Affermò sorridendo prima di svoltare l'angolo con il Grifondoro. 

 

Qualche altro corridoio in silenzio e la ragazzina si fermò di botto. Aveva lo sguardo basso e i capelli scuri che le coprivano il volto. -Non ti ho ancora fatto gli auguri.- Sussurrò. 

 

George la osservò. -Scusami, non ho capito. 

 

-Buon compleanno. 

 

-Oh... vieni qui, su.- Detto questo la avvicinò a se per abbracciarla. 

 

Stettero così per qualche secondo. -Non ti avrei mai fatto una persona gelosa, sai?- Strofinò la guancia contro la nuca della ragazza. 

 

-Sai perfettamente che non lo sono.

 

George sbuffò divertito. -Certo, per poco non mi staccavi la mano da Alicia a morsi. La guardavi come se volessi ucciderla.

 

-Sei tu che non ti accorgi come lei guarda te!- Aurora si allontanò di scatto poggiandosi con la schiena al muro di fronte. -...scusa.

 

-Penny devi stare tranquilla, non c'è davvero...

 

-Si, si lo so.- Sospirò. -Volevo fare questa cosa, così. Per riderci un po' sopra. Però tu hai iniziato a scherzarci da copione e loro ovviamente hanno cominciato ad appoggiare la Alicia. Io non volevo reagire così. Non voglio farti vedere che mi da questo fastidio indecente solo... magari è vero, con lei staresti davvero meglio.- Aveva da sempre trovato la gelosia un'emozione veramente inutile e da quando aveva cominciato a provarla, pochi mesi prima, non la sopportava. 

 

George sospirò pesantemente passandosi una mano sulla faccia. E chi l'avrebbe mai detto, Cuore di Ghiaccio che faceva la gelosona. Si avvicinò a lei e le prese il volto tra le mani. Si bloccò giusto prima di qualunque altra azione. -Ti prego, torna al tuo aspetto normale. Così mi fa veramente tanto strano.- Fece una smorfia. 

 

Penelope scoppiò a ridere. -Ti vorrei proprio vedere provarci. 

 

-É una sfida questa?

 

-Oh si!- Esclamò Penelope. 

 

Il ragazzo la osservò assottigliando gli occhi per poi piombare su di lei. Fu un bacio che divertì entrambi. Nel momento in cui si allontanarono George attese ancora un attimo prima di riaprire gli occhi. -Evito infarti? Ti prego dimmi che sei più alta perché sei tornata normale. 

 

-Sì George, cosa pensi abbia fatto sennò?

 

E niente. Mi pare inutile spiegare che quando George aprì gli occhi si ritrovò davanti la figura della Professoressa McGranitt con addosso una divisa decisamente piccola per la sua statura. 

 

-Questa potevi evitartela, davvero.- Asserì il ragazzo mentre si passava la mano sulla lingua. 

 

-E perdermi questo spettacolo?- Domandò, tornando finalmente al suo aspetto, trasfigurando al meglio la sua divisa. 

 

George la osservò beato.-Mai. 

 

La ragazza arrossì. -Guarda che cambio di nuovo. 

 

-No, no ti prego!- Il Grifondoro la raggiunse veloce. Le si mise accanto e le portò un braccio sulle spalle iniziando a camminare. -Senti, per quanto riguarda Alicia: ne...

 

Penelope lo interruppe subito. -Cosa? Pensavi stessi facendo sul serio?

 

-Nennet, per favore. Parliamone, non voglio che ti senta così.- Supplicò il ragazzo. 

 

Penelope sorrise nel sentire quel soprannome pronunciato dal ragazzo. -Avanti George! Stavo scherzando. Faceva parte del personaggio. Ho cominciato a trovare sopportabili i tuoi amici già da un po'.- Affermò con un sorriso. -E poi, sapevo perfettamente che dicessero questo tipo di cose. È solo che... sentirmelo dire davanti ha un altro effetto. Tutto qui.


 

Il ragazzo la osservò socchiudere un momento gli occhi. Non era tutto lì, e lo sapeva bene. Anche lui ci stava male. Voleva tanto che i suoi amici capissero quanto tenesse a Penelope, capissero come lei si fosse dimostrata essere la ragazza più spettacolare che avesse mai avuto a fianco. E vederla stare così, perché i suoi amici non la accettavano, lo faceva sentire terribilmente in colpa. Avrebbe voluto gridarle quanto lui la amasse, confortarla, baciarla fino a quando non ne avesse avuto abbastanza. Ma Penelope era sempre così distante al riguardo, come se temesse di affezionarsi troppo a lui. E George cominciava a rendersene conto. 

 

Il Grifondoro strinse la presa sulle sue spalle e Penelope bloccò sul nascere il suo secondo tentativo di discutere sulla questione. -Ora su, approfittiamo della scuola vuota. E poi, ancora non ti ho dato il tuo regalo!

 

Purtroppo George aveva poca perseveranza e attenzione. -Perché? C'è anche un regalo?

 

Di conseguenza i due si ritrovarono a vagare per i corridoi finché non si svuotarono del tutto. La scuola di Hogwarts così deserta, abbandonata da tutti se non loro due, stava dando quel perfetto romanticismo che mai nessuno dei due avrebbe voluto creare, eppure affascinò entrambi tanto da far venire l'idea di provare la torre di Astronomia. 

 

-È così scontata.- Esordì Penelope salendo l'ultimo gradino. 

 

George acconsentì. -Terribilmente cliché. 

 

Si spinsero fino al ballatoio per osservare meglio la spettacolare vista che quella torre riusciva ad offrire anche di giorno. -Ogni volta mi sorprendo come la prima per la bellezza di questo posto.- Affermò George nel momento in cui la prima folata di vento freddo lì colpì.
Penelope tremò portandosi le mani sulle braccia coperte dalla sola camicia. -Sei una matta ad andare in giro anche senza mantello.- George pose il suo sulle spalle della ragazza. 

 

Lei lo guardò con sufficienza. -Anche questo è terribilmente cliché. 

 

-Concedimelo qualche volta.- George le diede un bacio a fior di labbra. -E poi sei dannatamente sexy con lo stemma di Grifondoro addosso.  

 

-Ah si?- Penelope scoppiò a ridere. -Io non ti ho mai immaginato vestito in verde e argento. 

 

George si indignò. -Beh, penso sia giunto il momento di farlo.- Esclamò allentandole la cravatta. 

 

-Sbaglio o questa è una scusa per cominciare a spogliarmi, Signor Feticista? 

 

-Non ci penso neanche con questo freddo.- Il ragazzo si mise la cravatta di Serpeverde per poi sistemare la propria su Penelope. -Oh.- Il ragazzo si portò una mano sul cuore fingendo un piccolo svenimento. -Che vista magnifica. Ora si che sei perfetta, altro che tutto quel blaterare che fai tu sul tuo... AH!

 

La ragazza gli aveva pizzicato il retro della nuca. -Su di te quella cravatta fa a pugni con i ricami del maglione. Sembri una sorta di strano ibrido. 
 

Il ragazzo annuì con noncuranza. -Certo certo, ma sappiamo entrambi che sono bellissimo con la mia divisa. Indipendentemente dal colore...- Le sue parole sfumarono nel rumore del vento. -No, non ci riesco. Sei troppo bella così!- George si avvicinò con foga alla ragazza per baciarla. Penelope sorrise. 

 

Soli, sulla torre di astronomia. Gli unici maghi presenti negli ultimi piani del castello. Erano felici. Erano loro due, mentre si baciavano nel posto più bello che conoscessero. In quell'agitarsi di braccia, George spinse Penelope fino a sollevarla sull'ampio parapetto. La Serpeverde allungò le mani per infilarle sotto il colletto della camicia del ragazzo. George si allontanò da lei di scatto con un gemito, posando la fronte sulla spalla di Peneope.

 

-Così mi uccidi.

 

La ragazza sorrise. -Oh no, perderei il mio termosifone personale.- Gli posò uno bacio sulla nuca.

 

George si voltò per osservarla. -Dì che l'hai fatto solo ed unicamente per vedermi soffrire.

 

Penelope spinse più in basso le mani congelate provocando un sussulto nel ragazzo. -La prima volta è stato involontario. 

 

George mugugnò qualcosa. -Potevi semplicemente rispondermi di sì.

 

La Nott sorrise malevolmente. Forse, sotto sotto, l'aveva fatto apposta.-Non possiamo prenderci tutto il pomeriggio.- Si giustificò.


 

Il ragazzo la osservò intensamente, tracotante. -La cosa ti metteva a disagio?

 

Penelope mantenne lo sguardo di sfida, -No.- purtroppo un leggero rossore tradì le sue parole. 
 

George sorrise vittorioso per poi allungarsi di poco e posare un leggero bacio sul suo naso. -Sei bellissima quando arrossisci.

La ragazza provò a mantenere il suo sguardo, ma fu costretta poi a portarsi una mano sul viso, coprendosi gli occhi. Osservare George con quello sguardo era troppo per il suo cuore. -Idiota.- Sbuffò allontanandolo da se con una leggera spinta che fece scoppiare a ridere il Grifondoro. Scese dal parapetto e si mise seduta a terra, al riparo dal vento, subito seguita dal ragazzo. Continuò ad evitare il suo sguardo mentre frugava nella propria borsa per permettere al proprio viso di tornare ad una normale colorazione. Tirò poi fuori vittoriosa un pacchetto di plastica trasparente, con dentro quelle che sembravano banali caramelle mou, e lo porse a George. 
 

Il ragazzo lo prese in mano, osservandolo confuso. Era forse il suo regalo? Lo sguardo della Serpeverde era affermativo. -Ehr... grazie...- Disse, non riuscendo a nascondere il proprio avvilimento. 
 

Ma Penelope continuava ad osservarlo entusiasta. -Avanti! Assaggiale.- Esclamò euforica. 
 

George non fu influenzato dalla sua vivacità e si portò alla bocca una caramella con poca energia. Tutti i suoi pensieri cercavano di riprendersi dall'enorme delusione che stava provando. Sentiva Penelope che parlava di voler tornare al mare quell'estate senza veramente ascoltarla, si limitava ad annuire. "Poteva dirmelo di essere pessima con i regali. Mi ha dato un'aspettativa..."
 

Poi, tutto ad un tratto, Penelope non c'era più. Anche la porta d'entrata alla torre era scomparsa. Si trovava in piedi, senza scarpe e con una nuova sensazione all'estremità nude delle sue gambe: stava toccando qualcosa di umido e... morbido. Anche l'aria era cambiata. Il vento era più impetuoso ed aveva un'odore dolciastro. Alle orecchie gli arrivava l'inconfondibile suono di possenti onde che andavano ad infrangersi sulla costa. Il suo sguardo era catturato da quella vista magnifica. 

 

Davanti a lui c'erano metri e metri di sabbia bagnata mentre, ancora più in là, l'acqua del mare creava un disegno unico con il colorito plumbeo del cielo. Senza chiedersi né come né perchè, George iniziò a correre verso l'oceano. Desiderava toccarlo, immergere i piedi in quell'acqua gelida. 
 

Ad un passo dalla spuma bianca però, tutto svanì. Si ritrovò seduto sulla torre di Astronomia con Penelope che gli sventolava una mano davanti agli occhi. -Ti stavi divertendo troppo per i miei gusti.- Disse con un sorrisetto. -Allora? Com'era?
 

George la osservava con gli occhi sgranati. -Come hai fatto?- Gridò al massimo dell'eccitazione afferrando la ragazza per le spalle. 
 

Penelope si liberò dalla presa quel tanto che bastava per allungarsi e prendere l'ennesima cosa dalla sua borsa. -Mi avevi detto di come tu e Frederick steste cercando le giuste dosi e ingredienti per quella pozione allucinogena... sai? Per quel nuovo prodotto che vi era venuto in mente.-Spiegò mostrando davanti a se un'ampolla. -Questa è solo una piccola parte, quasi simbolica. Ho un calderone pieno nascosto in uno dei bagni.
 

George osservò il contenitore verdognolo mentre si ripeteva le parole della ragazza più e più volte nella mente, per constatare se avesse capito bene. Portò poi lo sguardo su Penelope che, dopo aver scosso un po' la testa, alzò le sopracciglia indicando la fiaschetta in vetro. Questo bastò a far comparire un'enorme sorriso sul suo volto. George strappò la boccetta dalle mani della Serpeverde e si liberò in una risata stringendo l'oggetto al petto, facendo attenzione a non romperlo. -Non ci credo! È... è lei?- Chiese emozionato. 
 

-Si.- Rispose insistente la ragazza. 
 

-Per le mutande di Merlino quanto ti amo! È il miglior regalo di sempre!- Esclamò avvicinandosi a Penelope per baciarla. -Grazie.- Esclamò felice, ritirandosi per osservare meglio l'ampolla, gli occhi che brillavano di euforia. Poi fu costretto ad alzare lo sguardo sulla compagna, seduta in ginocchio davanti a lui, giusto per controllare se le parole dette poco prima l'avessero in qualche modo turbata. 
 

Ma Penelope non dava alcun segno di preoccupazione. Neanche l'ormai familiare senso di oppressione al petto o il dispiacere, che raramente le si leggeva negli occhi davanti a un evento simile, erano presenti. Al contrario, la ragazza si sentì pervadere da una bellissima sensazione di calore che dallo stomaco si stava diradando in tutto il resto del corpo. Il sapore della felicità la stava inebriando. 
 

La ragazza si spinse verso il Grifondoro per baciarlo con delicatezza mentre quest'ultimo portava una mano al suo volto, posando con l'altra la fiaschetta a terra. In seguito trascinò entrambi più vicino al muro, appoggiandosi con la schiena alla parete. Si muovevano con calma in quel momento dolcissimo, entrambi spinti solo dal desiderio infantile di trovarsi in quella calda sicurezza quale erano le braccia di pochi altri. Il bacio rimasto il semplice contatto delle labbra, i nasi che si sfioravano e le mani sul collo. Fino a quando Penelope, ormai seduta sulle gambe di George, si allontanò per cingere le braccia dietro il collo del ragazzo e alzarsi un po', stringendosi forte a lui. 
 

George rispose all'abbraccio, abbastanza sicuro che quello per Penelope volesse dire "anche io". 
 

-Se mi prometti che anche le prossime volte diventi una gattina affettuosa te lo ripeterò più spesso. 
 

La ragazza lo colpì alla nuca. -Devi sempre rovinare tutto.

 

George si massaggiò il punto colpito. Pur sapendo che le parole di Penelope non fossero riferite al tragico cambiamento di atmosfera, ma al fatto di averla sgamata l'ennesima volta mentre faceva la parte della romantica, si sentì in colpa. 
 

Accidenti a lui e alla sua boccaccia. Penelope si lasciava andare così poche volte che avrebbe davvero dovuto imparare a tenere la bocca chiusa. -Avanti, su. Scusa, stavo scherzando.- La prese per il fianchi e l'avvicinò di nuovo a se. 

 

Quel bacio stava giusto diventando qualcosa di più spinto, con Penelope che aveva iniziato a muoversi leggermente sopra il ragazzo, quando la porta della Torre fu aperta con un cigolio straziante. -Ah! Scu... scusate.- Uno studente appartenente al secondo anno, per essere generosi, si era girato di scatto per distogliere lo sguardo. -Mi manda Rose.- Iniziò il ragazzino, facendo intendere di non conoscere la ragazza di cui aveva appena fatto il nome. 

 

Penelope si alzò frustrata, consigliando a George di fare altrettanto. -Che cosa vuole?- Chiese scocciata.

 

Il ragazzino sobbalzò a quel tono e rispose con voce flebile. -Dice... dice che il suo pomeriggio è stato rovinato per colpa di qualcuno. E ora vuole compagnia.

 

-Be', puoi dirle che non sono fatti mie.- Replicò Penelope con fare arrogante. George le mise una mano sulla spalla, la guardò interrogativo. La ragazza sospirò, richiamando indietro il Corvonero che aveva già iniziato a scendere le scale. -Come ti chiami?

 

-Michael.- Rispose incontrando per la prima volta lo sguardo della Serpeverde. -Puoi tornare dai tuoi amici Michael, con Rose ci parlo io.- Disse, poi guardò George che le sorrideva raggiante. -Ah, un'altra cosa. Non farti mettere i piedi in testa così. Se le avessi detto di no, anche solo una volta, avrebbe demorso.

 

Il ragazzino abbassò lo sguardo arrossendo. Biascicò un "grazie" e scomparve dietro la porta. 

 

-Dobbiamo migliorare questo tuo modo di fare.- La prese in giro George.

 

-Oh, ma smettila! So essere dolce, anche io ho un fratello più piccolo.

 

Il ragazzo annuì ironico beccandosi il decimo scappellotto di quella giornata. 

 

 

 

 

 

 

Angolo me

Non sono morta!

Tutta la faccenda di quegli articoli e il copyright su internet mi ha messo una tale fifa che ero talmente felice quando è stata bocciata (e rimandata accidenti) che mi è venuta voglia di continuare questa storia. 

Questo è un capitolo dedito tutto al romanticismo (va a vomitare in un angolino), ma in fin dei conti non mi è dispiaciuto così tanto.

Spero di non aver aizzato contro di me troppa gente con questo mio assurdo prolungato silenzio... vi vedo abbassate quei forconi.

Mi scuso tanto, tanto, tanto. E giusto per sottolineare questo mio difetto, premetto che non so quando uscirà il prossimo capitolo. Non faccio più promesse, ho un'idea ma è qualcosa di molto sfocato.

Per cui perdonatemi già la lunga attesa che so dovrete aspettare dopo questo capitolo.

Non uccidetemi, io vi voglio bene.

Baci.

  
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