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Autore: Nope1233    02/12/2018    1 recensioni
- Ricordo bene quel periodo. Quello dove eravamo bambini e giocavamo alle cose più disparate senza nemmeno pensarci troppo.
Nè io, né Kacchan e nemmeno Izuku avevamo ancora sviluppato i nostri quirk e vivevamo ancora spensierati immaginando quello che saremmo potuti essere una volta cresciuti. Tutti e tre volevamo diventare eroi di alto livello.
Ricordo anche la prima volta che Kacchan mi rivolse la parola. Eravamo nel cortile dell'asilo e con i suoi soliti toni stava minacciando un bambino di mandarlo all’ ospedale. Non conoscendo nè lui nè la vittima mi buttai in mezzo difendendo il malcapitato. Mi parai davanti a lui con le braccia aperte e fissavo Kacchan con aria di sfida. 
Quest'ultimo si avvicinò con aria di superiorità e cercò di colpirmi. Schivai il colpo e con uno sgambetto lo feci cadere a terra. Sembrava arrabbiato, ma a me non importava.
“così impari brutta testa gialla!” dissi quasi urlando.
Riuscii ad intravedere un sorriso beffardo sotto quei ciuffi biondi mentre si rialzava e poi si mise a ridere.-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bakugo Katsuki POV

 

"H-Hai...un Unicità davvero...davvero spettacolare, Kacchan." mormorò T/N facendo spuntare un sorriso sul suo volto sporco e martoriato dalla fatica.

Quelle parole colpirono una profonda e nascosta parte di me e trattenni il respiro senza accorgermene.

La ragazza cadde a terra al mio fianco perdendo i sensi mentre sentivo il mio corpo come congelato e il pubblico tra gli spalti si silenziò all'istante.

Mi aveva detto quella frase tanti anni fa e mi era rimasta dentro da allora ferendomi e riempiendomi d'orgoglio allo stesso tempo ogni qual volta che mi tornava in mente.

Non volevo lasciarmi andare davanti a quello che era appena successo, ma lentamente abbassai il braccio.

 

L'unico in errore ero io.

Io le avevo rivolto quelle parole orrende.

Io avevo cercato in un qualunque modo di allontanarla quando mi era ricomparsa davanti.

Io ero l'unico colpevole del suo dolore.

E allora perché non riuscivo a chiederle perdono a testa bassa?

 

Alcuni colpi di tosse mi risvegliarono dai miei pensieri e voltandomi verso T/N vidi del sangue scivolare copioso dalle sue labbra.

A quella vista, sentii il mio orgoglio sparire in un remoto luogo a me sconosciuto e mi resi conto di quello che avevo fatto. Lei era a terra svenuta per colpa mia e per tutto il dolore che le avevo causato non esistevano abbastanza scusanti.

Ancora senza sensi, la vidi contorcesi per poi vomitare parecchio sangue e notai con la coda dell'occhio Midnight intenta ad avvicinarsi.

"VA PORTATA SUBITO IN OSPEDALE! NON BASTANO LE CURE DI RECOVERY GIRL PER QUELLO!" gridò una voce dagli spalti rompendo il pesante silenzio.

Mi voltai e scoprii che era stata la Maestra di T/N a parlare e aveva disegnato sul volto un'espressione parecchio preoccupata.

Sentendo degli altri conati, mi voltai di nuovo verso la ragazza che stava continuando a rigettare parecchio sangue dalla bocca.

(- E'...E' tutta colpa mia...-)

 

 

Il mio cervello si spense definitivamente.

Scattai verso di lei e, nonostante gli arti deboli e doloranti, la presi tra le braccia per correre verso l'ambulanza che avevo visto nel piazzale fuori dallo stadio.

"Bakugo!" mi chiamò la professoressa, ma la ignorai saltando dalle scalette ed entrando a larghe falcate nel corridoio.

Al primo bivio, mi raggiunse la sua Maestra e prese a correre a pochi metri davanti a me.

"Andrà tutto bene, Bakugo! Si è ripresa da ferite peggiori, ma deve comunque essere portata subito in ospedale!" disse ansante la donna.

Non risposi continuando a concentrarmi sulla corsa.

In quell'istante, percepii la mano di T/N alzarsi per poi stringermi con forza la tuta all'altezza della spalla. Spostò lentamente la sua testa verso il mio collo e ci appoggiò la fronte.

"P-Perdonami...Perdonami, Bakugo." mormorò a fatica.

"Risparmia il fiato." dissi serio.

Subito dopo, svenne nuovamente lasciando la presa sulla mia spalla.

Il suo profumo misto all'odore di battaglia mi riempì la mente riportandomi indietro.

 

Varcammo l'ingresso dello stadio sotto gli sguardi interrogativi di tutti e scoprimmo che l'ambulanza era già pronta ed aveva anche fatto scendere la barella.

Mi avvicinai e tentai di poggiarci sopra T/N, ma lei si risvegliò e mi strinse di nuovo la tuta.

"N-Non voglio...N-Non lasciarmi...sola...Ti scongiuro, p-perdonami..." mormorò nel mio orecchio, ma un infermiere staccò la sua mano dalla mia spalla per farla sdraiare sul lettino.

 

Senso di colpa.

Un fortissimo senso di colpa mi invase nuovamente e scoprii che, non accompagnandolo al mio fottuto orgoglio, era qualcosa di decisamente meno difficile da gestire.

Osservavo gli operatori far salire la barella sull'ambulanza e, mentre lei mi guardava con occhi imploranti aiuto, sentii come se mi fossi svegliato da un lungo sonno. Tutto intorno a me sparì sullo sfondo tranne lei.

 

Mi ero reso conto che non avevo mai smesso di provare qualcosa per lei e data la mia testardaggine si trovava in quella situazione solo per causa mia.

Mi accorsi che stavo tremando e la sua Maestra mi poggiò una mano sulla spalla per cercare di rassicurarmi.

Quando la barella fu sistemata, gli infermieri si accinsero a chiudere le porte.

 

 

Senza che potessi controllarmi, scattai davanti al portellone e, sentendo gli occhi gonfi ed una forte stretta attanagliarmi le viscere, la guardai dritto negli occhi.

"CHIAMAMI KACCHAN D'ORA IN POI! HAI CAPITO?" gridai.

 

 

Fu sorpresa dalla mia frase perché nonostante il forte dolore sbarrò gli occhi per poi sorridermi dolcemente.

"V-Va bene...Kacchan...Vinci questo festival...Ci conto."

Furono le ultime parole che sentii uscire dalle sue labbra prima che le porte si chiusero e l'ambulanza partì a sirene spiegate.

Passarono svariati secondi che parvero ore mentre il suono dell'ambulanza si faceva sempre più lontano.

Mi sentivo dannatamente impotente davanti a quella situazione ed era una sensazione che mi urtava non poco. Una parte di me mi gridava di andare con lei in ospedale, ma la zittii con tutte le forze.

Ragionai su quello che era appena successo e non riuscivo bene a comprendere tutto quello che era avvenuto dopo quel bacio inaspettato.

"T/N...T/N ha una seconda Unicità che copia i quirk altrui?" chiesi mentre tremavo a testa bassa alla sua Maestra dietro alle mie spalle.

"Si...Più che emulare, li assimila e ne mostra la potenza al cento per cento." mormorò.

"Ed è una tecnica così suicida?"

"In realtà se imparata a gestirla risulta davvero potente con il minimo sforzo, ma lei diceva sempre che se ne vergognava e non ha mai voluto allenarla seriamente."

"E allora perché l'ha usata?" chiesi voltandomi verso la donna.

Sorrise dolcemente e si avvicinò a me.

"Perchè voleva vincere, Bakugo. In quel momento non desiderava altro e tu la puoi capire perfettamente, immagino."

 

Abbassai lo sguardo mentre i miei tremori non accennavano a diminuire.

Era finita in quello stato per colpa di quella cazzo di scommessa. Era stata una sua idea, ma se avessi parlato subito tutto questo non sarebbe successo.

"Andrà tutto bene." continuò la donna poggiando le mani sulle mie spalle. "Non preoccuparti, si riprenderà."

Non mi interessava essere rassicurato.

Mi sarebbe bastato vedere T/N sorridente accanto a me per stare meglio e non mi serviva altro.

 

Scansai la sua presa e mi diressi verso lo stadio.

"Bakugo." mi chiamò la donna, ma non accennai a voltarmi o a fermare il mio passo. "Impara a non confondere l'amore con la debolezza. Sono due cose ben distinte."

"Al diavolo." mormorai.

Ero furioso con me stesso e con l'intero pianeta.

Inaspettatamente, le parole di quella donna si posarono in qualche luogo buio dentro di me e si sedimentarono incastrandosi nel mio animo.

 

Varcai l'ingresso dello stadio e mi diressi lentamente verso gli spalti.

Non dovevo crollare, non di nuovo.

Doveva apparire come se tutto andasse bene e tutto fosse al suo posto.

Richiamai a gran voce il mio orgoglio per tentare di non sprofondare, ma nessuno rispose.

Mi sentivo solo, in balia della mia totale incapacità di gestire le emozioni.

Era come se fossi appeso ad un filo in attesa di ritrovare la stabilità o di cadere definitivamente.

Lottai con tutte le mie forze per ritrovare il mio solito menefreghismo nella enorme pila di emozioni in cui galleggiavo, ma nulla, ero sempre più instabile.

Tremavo e non riuscivo a smettere di stringere i denti mentre a testa bassa percorrevo l'ultimo corridoio per arrivare agli spalti.

 

Mi cadde l'occhio sulla mia divisa logorata dal combattimento con T/N.

Le maniche erano strappate e il suo sangue segnava il mio petto dopo che l'avevo portata in braccio fino all'ambulanza.

Quelle erano le ultime cose che mi rimanevano di lei dopo il sorriso e l'incoraggiamento che mi aveva rivolto prima che chiudessero le porte del mezzo separandoci definitivamente.

 

Nulla andava bene e nulla era al suo posto.

Nel mio petto, un enorme e strano calore prese il sopravvento fino ad arrivarmi in gola togliendomi il respiro. Ero al limite.

 

Tirai un forte pugno al muro e ci appoggiai la fronte.

Alcune lacrime piene di rabbia e frustrazione iniziarono a solcarmi il volto mentre ad occhi bassi tentavo di trattenere i singhiozzi.

Era tutta colpa mia.

 

 

"B-Bakugo..."

Riconobbi la voce preoccupata di Kirishima che mi riportò alla realtà.

Mi asciugai velocemente gli occhi ed alzai la testa.

"Che cosa vuoi?" chiesi.

"V-Va tutto bene?"

"Certo. Lasciami in pace." dissi passandogli al fianco per muovermi verso gli spalti.

"C-Come...Come sta T/N?"

Alla sua domanda mi bloccai.

Come un pendolo, andavo avanti ed indietro tra la mia fredda parte razionale e quella preoccupata inconscia. Quel dondolio creò in me un grande vortice di emozioni che non avevo idea di come gestire.

"N-Non lo so..." mormorai.

"Sono sicuro che andrà tutto bene, non stare in ansia." disse Kirishima con voce amichevole.

Non dissi nulla e ripresi la mia camminata a testa bassa.

 

"B-Bakugo, aspetta!" continuò il ragazzo parandosi davanti a me."Ne abbiamo già parlato, perché non ti lasci andare e basta? T/N capirà."

"Spostati, Kirishima." mormorai mentre una strana rabbia prendeva possesso del mio corpo.
 

"No! Io non le ho detto nulla di quello di cui abbiamo discusso l'altra volta. Non le ho nemmeno detto che hai pianto mentre dicevi quelle parole. Lei...Lei è una brava ragazza e si vede che ci tiene a te. Se le parlassi a cuore aperto, potresti riuscire ad essere davvero felice e non capisco perché tu..."

 

Scattai in avanti e lo afferrai per il colletto della tuta per portare i suoi occhi sbarrati a pochi centimetri dal mio viso infuriato.

"COME POTREI PARLARLE NORMALMENTE DOPO QUELLO CHE LE HO FATTO? CON QUALE CORAGGIO, KIRISHIMA?!"

Gli occhi del ragazzo cambiarono, mostrandomi un' espressione seria.

"Sono sicuro che lei ti abbia già perdonato, Bakugo. Eravate bambini e il tempo migliora ogni cosa."

"IO...IO L'HO LASCIATA SOLA NEL MOMENTO DEL BISOGNO, MENTRE LEI SI FIDAVA DI ME! NON HO ALCUN DIRITTO DI ANCHE SOLO STARLE VICINO, FIGURIAMOCI SE POSSO DIRLE QUELLO CHE PROVO! SAREI UN IDIOTA EGOISTA E BASTA!"

 

Kirishima cambiò nuovamente espressione e mi squadrò con aria arrabbiata per poi stringermi con forza la mano che lo tratteneva ancora per la divisa.

"COSA C'E' DI DIFFICILE DA CAPIRE, BAKUGO? SE TU NON FOSSI STATO COSI' ORGOGLIOSO DA ALLONTANARLA DA TE IN CONTINUAZIONE, MAGARI ORA SAREBBE TUTTO DIVERSO! NON RIESCI DAVVERO A IMMAGINARLO?"

Mi bloccai davanti a quelle parole e voltai gli occhi in un'altra direzione per non doverlo guardare.

"Bakugo..." continuò il ragazzo tornando ad un espressione calma. "Non è T/N il problema e non lo è nemmeno quello che le hai detto tanti anni fa. E' solo il tuo orgoglio ad aver peggiorato le cose e con lei non serve assolutamente. Ma nulla è perduto. Una volta concluso il festival vai da lei e parlale. Andrà tutto bene."

 

Aveva ragione su ogni cosa, ma detestavo doverlo ammettere.

Da fuori sarebbe stato il modo più logico di vedere la situazione, ma qualcosa dentro di me mi frenava in continuazione.

Lasciai stizzito la presa dal suo colletto e mi diressi verso gli spalti mentre Kirishima rimase a guardarmi qualche istante per poi seguirmi.

 

Mentre i pensieri più svariati mi affollavano la mente, mi sedetti al mio posto tra gli sguardi interrogativi ed il silenzio dei miei compagni. Si vedeva benissimo che volevano chiedermi qualcosa, ma non osavano aprire bocca.

Il Festival proseguì mentre io riuscivo man mano a mettere pace nel mio animo cercando di non pensare a lei.


Si susseguirono vari combattimenti e mi ritrovai a combattere contro Kirishima.

Con fare beffardo, continuò a rivolgermi incoraggiamenti riguardo a T/N, ma alla fine riuscii a vincere sfondando pian piano le su difese.

Poi mi toccò scontrarmi con Tokoyami. Non mi sentivo ancora pienamente lucido e concentrato, ma facendo appello alla mia determinazione, vinsi facilmente.

Scoprii che successivamente avrei dovuto combattere contro Todoroki e quella sarebbe finalmente stata una lotta a pari.

 

T/N però era ovunque e non riuscivo a smettere di chiedermi come stesse.

Ero preoccupato e temevo che i sensi di colpa avrebbero influenzato negativamente il prossimo scontro. Feci nuovamente appello al mio orgoglio, ma ormai, quando lei mi affollava la mente, si limitava a stare in silenzio.

Odiavo come mi faceva sentire, ma stavo lentamente iniziando ad arrendermi al fatto che, per quanto ci provassi, lei mi faceva perdere ogni volta le redini della mia parte razionale.

 

Mi stavo dirigendo verso lo spogliatoio per prepararmi psicologicamente, quando la Maestra di T/N mi si parò davanti.

"Fermati un secondo, Bakugo."

La ignorai passandole a fianco, non volevo parlare con nessuno, tanto meno di quello che riguardava T/N.

Mi afferrò per un braccio costringendomi a fermarmi e mi voltai verso di lei con aria furiosa.

"CHE DIAVOLO VUOI?"

Non rispose e si limitò a porgermi un telefono mentre mi sorrideva.

Con sguardo dubbioso, lo presi in mano e lo portai all'orecchio.

"Si?"

 

'Bakugo...' mormorò una voce dall'altra parte.

 

Era lei.

Non sapevo cosa dire e sentivo solo un qualche tipo di forza spingermi a chiederle immediatamente scusa in ginocchio.

'C-Come stai?' chiese.

"Che domande sono? Sono io che dovrei chiederlo a te."

'Eheh, hai ragione...' disse dolcemente. ' Sto abbastanza bene, ti ringrazio.'

La mia mente si svuotò di nuovo e cadde un silenzio imbarazzante.

'Ti sto guardando alla tv, sei stato fortissimo. Sono certa che anche contro Todoroki non avrai problemi.'

"Sicuro."

La sentii poi ridere debolmente mentre riuscivo a percepire la televisione accesa sulla telecronaca di Present Mic.

'Allora ti lascio così hai tempo di prepararti, Bakugo. Faccio il tifo per te.'

Quando sentii il mio cognome uscire dal telefono percepii una fitta stringermi lo stomaco.

"Ti ho detto che puoi chiamarmi Kacchan." dissi serio.

Rise nuovamente allontanando il cellulare dal viso e poco dopo lo riportò all'orecchio.

 

Mi trasmise una dolcezza infinita e mi resi conto che avrei tanto voluto essere lì insieme a lei, nonostante non meritassi di contemplare il suo sorriso.

'Va bene, Kacchan. Grazie di tutto..." mormorò.

Non aveva proprio nulla di cui ringraziarmi, ma non dissi niente e porsi il telefono alla sua Maestra per poi voltarmi a testa bassa e riprendere il mio tragitto verso lo spogliatoio.

 

Sentii come se la sua voce mi avesse liberato di un peso

Stava bene e non dovevo più preoccuparmi di nulla per potermi finalmente concentrare sulla finale.

Giunto a destinazione, mi accorsi di aver sbagliato stanza e trovai Todoroki intento a fissare serio la sua mano sinistra.

Mi chiese alcune cose riguardo a Deku ed io tentai di spingerlo a fregarsene di tutto e pensare solo ad usare tutta la sua forza.

 

Uscii dalla stanza e mi diressi a larghe falcate verso l'arena.

Volevo che Todoroki desse il meglio di sé così avrei potuto vincere un combattimento come si deve.

Sarebbe stato uno spettacolo schiacciarlo al massimo della sua potenza e volevo che T/N se lo godesse appieno attraverso quello schermo nella sua stanza d' ospedale.

Varcai a larghe falcate il corridoio che conduceva all'arena in balia della più totale certezza di vittoria e mi parai davanti a Todoroki già posizionato sul ring.

"E' giunto il momento dell'ultima battaglia del festival sportivo della UA!" gridò Present Mic tra le grida di esaltazione della folla. "Decideremo così il vincitore del primo anno, in altre parole è lo scontro finale! Todoroki Shouto del corso per eroi...versus Bakugo Katsuki del corso per eroi!"

Fissavo il bicolore con aria seria, quasi furiosa: volevo e dovevo vincere.

Lo dovevo a me stesso, ma soprattutto a lei dopo l'incoraggiamento a cuore aperto che mi aveva rivolto.

 

"Bene, START!"

   
 
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