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Autore: Uptrand    04/12/2018    7 recensioni
In questa raccolta di one shot si vedrà come la vita è proseguita e cambiata per Olivia Williams Shepard, ora al comando dei reggimenti I.D.G. dal II° al VII°, e per altre vecchie conoscenze della squadra della Normandy SR3. Per quanto sia seguita la pace alla guerra contro i grigi, vi è sempre qualcuno pronto ad approfittatore della debolezza momentanea in cui si trova la comunità galattica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fum'Zaen vas Girah era l'ufficiale al comando dei reggimento quarian delle forze I.D.G. 
Come altri della sua razza aveva un corpo snello, leggermente più sottile di quello degli umani, la pelle tendente al viola, occhi molto chiari di colore lilla e senza iridi e come gli umani erano i soli ad avere i capelli che nei quarian erano sempre molto scuri.   
Un incarico che aveva acetato con piacere considerandolo un onore sia per se che per il proprio popolo. Da più di un ventennio i quarian avevano recuperato il prestigio passato, dopo secoli di nomadismo. 
Era un buon ufficiale e forse un miglior comandante navale anche dell'ammiraglio Shepard. Dopotutto nelle simulazioni era in vantaggio per ventuno a diciannove.
Ma tutta a disciplina della galassia non sarebbe bastata a nascondere il suo disappunto per l'incarico appena ricevuto dall'ammiraglio in persona. 
« È una specie di scherzo? » commento privo di entusiasmo. 
Olivia tossi debolmente, coprendosi la bocca con la mano. Un trucco per guadagnare qualche secondo per riflettere, poteva capire il suo ufficiale e ne condivideva il parere.  
Lei aveva reagito in maniera simile ricevendo quegli ordini del Consiglio. 
Quando era un semplice ufficiale si era trovata diverse volte in situazione analoghe a quella del suo sottoposto, la sola differenza era che adesso dava lei gli ordini o come in questo caso si trovava a trasmetterli.  
Adesso che era lei al comando poteva capirli, costretti a volte a dare ordini che neanche condividevano. Ogni tanto si chiedeva se non fosse caso di inviare una lettera di scuse per certi pensieri su di loro. 
« Le assicuro che vorrei che fosse così, ma sfortunatamente no. Qualcuno ha deciso di inviare una missione diplomatica presso gli Yagh, l'idea è di trovare un accordo duraturo per la pace. » 
« Mi perdoni il cinismo, ma qualcuno ci crede? » 
« Indipendentemente da questo dovrà scortare un'ambasceria asari a un incontro che si terra su Parnack. Vi incontrerete con una scorta Yagh a cui sarà affidata la delegazione, sembra che la presenza di troppi alieni sul pianeta offenderebbe gli yagh. » 
« Chi sarà a guidarla? » 
« Jeiya Thatora avrà il ruolo di ambasciatore. » 
Il quarian sgranò gli occhi a quel nome, aveva tutte le ragioni per essere sorpreso « La candidata, dell'attuale governo asari alle prossime elezioni politiche alla presidenza della repubblica centrale? »
« Lei in persona. »
Il quarian passò entrambe le mani all'indietro, in mezzo ai capelli neri. « Signore, questo incarico è un incubo. Se qualcosa va storto... »
« Daranno a noi la colpa di tutto, anche solo l'ambasciatore dovesse picchiare il piede contro il comodino alzandosi di notte. »
« Quante navi posso usare? »
« Si sono accordati per una. »
« Una? »
« Io... chi? Ma sono scemi? »
« Purtroppo nessuno ha chiesto il nostro parere. Hanno fatto tutto i politici su Thessia, dopo aver ottenuto questa apertura da parte degli yagh i Consiglieri hanno potuto solo accettare. Non potevano  dare un secco “no” alla possibilità di un vero accordo di pace, anche se da quello che ho capito nessuno di loro ci crede veramente. »
« Ma chi rischia la vita siamo io e i miei uomini. »
« Crede che non lo sappia? » rispose scattante e seccata Olivia. 
« Mi scusi ammiraglio, non parlavo di lei. » reagì prontamente lui mettendosi sull'attenti. 
Era sincero, l'ammiraglio era un ufficiale degno del massimo rispetto. 
« Non posso darle ordini precisi, perciò sarà libero di decidere come meglio crede. Scelga per il meglio, ci penserò io a farle da scudo contro i politici ce ne fosse bisogno. »
« Grazie signore, farò di tutto per onorare la mia divisa e il suo comando. » 
« Lieta di saperlo, può andare se non ha altro da chiedermi. I dati specifici sulla missioni li troverà nel suo terminale. » 
« Agli ordini, signore. » disse salutando e usci.
****
 
« Veari, scusa, devo chiederti una cosa. » disse Fum'Zaen facendo voltare l'asari al comando del IV reggimento. 
« Che ti serve? » domandò al suo parigrado.
« Recentemente sei stata in missione su Thessia col tuo reparto, mi sai dire qualcosa su Jeiya Thatora? »
La smorfia sul viso di lei fu da sola alquanto eloquente « Irritante e frustante, direi che questi due aggettivi la descrivono al meglio. Ma direi anche xenofoba. »
« Xenofoba? Un asari? Ma se in pratica vi accoppiate solo con alieni. » obiettò sorpreso.
« Già ma Jeiya è una purosangue, nata da ambedue genitori asari. Perché mi chiedi di lei? »
Le spiegò gli ordini ricevuti e notando il comportamento sospetto di lei « C'è qualcosa che non so? » 
Veari si guardò un attimo in giro e controllato che non ci fosse nessuno, lo trasse in disparte « Si tratta di informazione riservate, però mi fido che non andrai a dirle in giro. » 
Lui annui un muto assenso. 
« Mentre ero su Thessia sono stata coinvolta in quel incidente riguardante a una cura per le Ardat-Yakshi ricercata dalla Noveria Corps. »
« Come potrei dimenticarlo, parliamo di otto giorni fa. » 
« Era per inquadrare la situazione, insomma. É solo un sospetto per ora ma sembra che il governo asari voglia sfruttare gli Yagh, in particolare l'influente famiglia Thatora. » 
« Ah, in pratica questo incontro potrebbe nascondere più di quanto si creda. » 
« Non so cosa dirti, tranne di fare attenzione. » 
***** 
 
« Tutte le navi quarian hanno nomi così impronunciabili? » domandò Jeiya, alla vista della nave che l'avrebbe condotta all'incontro diplomatico. Era un'asari dalla classica tonalità blu. 
Fum'Zaen si sforzò di sorridere mentre rispondeva « É solo una questioni di abitudini, posso assicurarle che nessuno alla base ha problemi a pronunciare Mitor'Gaela. »
Era una fregata dello stesso modello in forza al resto dei reggimenti, ognuno aveva chiamato le propri navi come preferiva. 
« I nomi asari sono indubbio più eleganti. » dopo aver emesso tale sentenza salì a bordo. 
“ Nar Zelodor boosth'et” pensò il quarian trattenendosi dal rivolgere al suo importante ospite parole tanto offensive. 
« Mi scusi ambasciatrice, mi hanno parlato di una delegazione. Quando arriveranno gli altri membri? » 
« Sono solo io. Possiamo partire. » dichiarò senza nemmeno voltarsi.
« Irritante e frustante...già. » mormorò a denti stretti pensando alle parole di Veari, salendo a bordo della nave. 
Gli toccò essere della massima cortesia, come mostrarle la sua cabina.
***** 
 
« Qualche rilevamento? » domandò Fum'Zaen al suo secondo di comando, Raf'Vasar vas Xelarm. Di una decina di anni più anziano, ogni tanto Fum'Zaen si chiedeva se fosse contento di avere un comandante più giovane di lui. Raf'Vasar aveva esperienza e il diritto di richiedere l'assegnazione di un comando tutto suo. 
« Nessuno signore, siamo a quasi un'ora di ritardo. » rispose quest'ultimo. 
Lui annuì cercando una posizione migliore sulla sedia del comando, gli sarebbe piaciuto alzarsi ma camminare avanti e indietro non sarebbe stato un bel esempio per i suoi soldati. 
« Avete forse sbagliato coordinate comandante? » domandò Jeiya entrando, non invitata, in plancia. Per le nove ore di viaggio era stata nella sua cabina, tranquilla e senza disturbare nessuno. 
Lui aveva sperato che continuasse a farlo. 
« No ambasciatrice, le coordinate sono quelle del messaggio. » rispose più cordialmente che poté.
“Per te, il tuo popolo e l'ammiraglio si affabile.” pensò tra se.
« Dovessero esserci problemi a causa vostra riferirò ogni altra mancanza, oltre a quelle che ho già segnato. » 
« Mancanze? Di cosa sta parlando? » domandò veramente stupito.
« Questi navi sono molto veloci e a massima velocità avremmo impiegato solo sei ore, invece ne sono servite nove. Presumo che il suo ammiraglio stai cercando di boicottare l'incontro. »
La guardò un attimo frastornato. « É pazza? » 
« Non mi dica che voi I.D.G. non state cercando di nascondere le prove che il recente conflitto con gli yagh è causa vostra? »
« va bene, lei è pazza. » 
« É stata la vostra flotta a provocare gli yagh, entrando nel sistema del loro pianeta natale causandone la reazione su Erinle. » 
« Si rende conto di cosa sta dicendo? Eravamo diretti su Parnack per costringere gli yagh ad ammettere che facevano esperimenti su tecnologia biotica su bambini rapiti dai bassifondi. La loro aggressione alla colonia di Erinle non ha poi senso essendo indipendente, il Consiglio avrebbe potuto lasciar perdere. Noi I.D.G. siamo intervenuti all'istante a difesa dei civili. »
« Però ammette che vi mancava la giusta regione per intervenire su Erinle. Truppe del Consiglio non possono intervenire di propria iniziativa, senza un ordine diretto.»
« Zelandor ambasciatrice! »
« Come si permette? » gridò oltraggiata
« Mi permetto invece, il sangue non ha una bandiera politica. C'erano civili e siamo stati i soli ad intervenire. Se colonia di Erinle non è cadaveri e macerie è solo merito nostro. »
Jeiya sorrise di sufficienza « Questa è solo la sua versione, ha mai ascoltato quella dei coloni di Erinle o degli stessi Yagh? »
« Degli yagh? » ripete sbalordito.
« Tipico comportamenti dei militari, non ha mai pensato che gli yagh potrebbero avere ragioni migliori delle sue. Quanto accade potrebbe solo essere uno scontro tra culture diverse, dovuto all'incapacità di specie dalla vita di appena un secolo di appianare queste differenze. » 
Tese un braccio verso di lei, per dare più enfasi alle sue parole e per chiudere la discussione 
« Faccia quello che vuole, ma se qualcuno va a rapire dei bambini e li usa come cavie me ne sbatto lo cinno delle differenze culturali. » 
// Suggerisco di evitare ogni ulteriore risposta, l'unità ambasciatore ha un comportamento insolito. Anche se carente di logica il comportamento degli organici generalmente è più coerente, se non nascondono secondi fini. \\ si sentì dire tramite un auricolare Fum'Zaen, a parlare era stato Host il geth che gli avevano affidato alla nascita. Come per qualsiasi altro quarian. 
Questi geth passavano quasi la totalità del loro tempo nelle armature delle loro controparti quarian, essendo software il loro vero mondo era virtuale e non sentivano la mancanza di un corpo reale, pur potendo scegliere di installarsi in qualsiasi momento in uno artificiale. 
Trovando la calma grazie a quelle parole, il quarian terminò « Non intendo proseguire oltre questo discorso ambasciatrice. » voltandosi per ignorarla.
// Ho registrato quanto detto, fosse necessario reperirlo in futuro. \\ aggiunse Host, udito solo dal quarian che si limitò a un lieve cenno di assenso del capo. 
Gesto che i sensori dell'armatura permisero al geth di percepire. 
« Signore! » urlò un sottufficiale « Tre navi di grandi dimensioni in avvicinamento, sembrerebbero delle corazzate. L'impronta energetica è quella caratteristica delle navi yagh. » 
« Alzate gli scudi! Al minimo segno di pericolo allontaniamoci in fretta! » ordinò prontamente.
« Le ricordo che siamo venuti qui per incontrarli. » protesto l'ambasciatrice. 
« Lo so e mi era stato detto che vi sarebbe stata una nave a testa. » 
« Aggiungiamo pure la vigliaccheria alle sue note di demerito. » 
L'intera nave tremò alcuni istante, quasi avesse urtato qualcosa. 
« Raggio traente signore, siamo stati agganciati! » si sentì dire. 
« Comunicazione in arrivo. » dichiarò prontamente un altro dei militari in plancia.
« Aprite il canale. Bene ambasciatrice, la sala comunicazioni è per di qua. » disse indicando alla sua destra. 
Anche se olografica la figura dello yagh era lo stesso enorme. 
« Sono Fum'Zaen, ufficiale I.D.G... »
« Non-yagh non ti è stato concesso di parlare, fallo dopo che gli yagh hanno parlato. Manderemo una navetta, l'ambasciatore ci salirà sopra da sola. Chiudo. » l'immagine olografica scomparve.
« Amichevole. » borbottò, acconto a lui Jeiya si voltò uscendo e venendo ricorsa da lui.
« Non vorrà accettare? » 
« Certamente. »  
« Lei... »
« No, lei dove fornirmi assistenza e non ostacolarmi. Le ho detto le mie intenzioni, a questo punto lei deve solo rispondere “Sissignore.” » dichiarò guardandolo dritto negli occhi. 
« Sissignore. » odiava farlo ma sapeva che l'ambasciatrice aveva ragione. 
Come annunciato la navetta Yagh attraccò a babordo della Mitor'Gaela, l'ambasciatrice Jeyla sarebbe salita da sola anche se la decisione non piaceva per niente al comandante quarian. 
Una guardia di dieci soldati quarian era stata preparata per pura formalità, come si voleva in quei momenti. 
Disposti cinque per lato con Jeyla e Fum'Zaen al centro. La porta pressurizzata si aprì rilevando una coppia di soldati yagh in armatura integrale, queste erano quanto mai sgargianti piene com'erano di dettagli e internamente di un rosso fuoco. Tenevano con ambo le mani una sorta di ascia bipenne energetica. 
Fum'Zaen cercò di rimanere impassibile a quelle che dovevano essere delle corazze di gala. 
Non sapeva se farsi una risata per tutti quei ridicoli dettagli e minuscole raffigurazioni che sembravano riempire ogni centimetro di esse o vomitare, per quel orribile colore rosso che d'impatto gli aveva dato un senso di nausea. 
Gli ricordava una pozza di vomito, una volta che aveva dato di stomaco per aver sfidato Quina a chi beveva di più. In quell'occasione la sua rivale, il comandante del terzo reggimento, era crollata dopo una sonora e ultima bestemmia turian sancendo la sua vittoria. 
Un soldato yagh si fece bruscamente avanti, mettendo davanti a loro a braccio teso quello che sembrava un rotolo di tessuto arrotolato su un  perno centrale di metallo. 
« L'ambasciatore giurì fedeltà alla Dottrina yagh prima di salire sulla navetta, così facciano anche tutti i presenti che posano lo sguardo su questa sacra riproduzione. » disse il soldato. 
« Giuro fedeltà alla Dottrina. » dichiarò Jeiya con solerzia. 
Fum'Zaen a quel puntò sentì su di se gli sguardi di tutti, anche dei suoi soldati e capiva il perché. Loro avrebbero seguito il suo comportamento, anche se era evidente che a nessuno piaceva l'idea di quel giuramento.  
« Sono un soldato, ho già fatto un giuramento di fedeltà e non posso farne un altro. » dichiarò deciso. 
Non avrebbe potuto dire con precisione cose successe dopo, tranne che evitare un paio di yagh inferociti a distanza ravvicinata era tutto tranne che facile. 
Questi avanzano menando grandi fendenti, mentre i loro scudi assorbivano i colpi energetici delle armi leggere dei quarian. Attaccavano gridando « Morte a chi non riconosce la gloria della dottrina. » questo almeno era il significato che i traduttori istantanei davano a una lingua altrimenti incomprensibile. 
Fum'Zaen si tuffò a suolo, evitando un fendente che l'avrebbe tagliato in due. D'istinto punto l'arma e fece fuoco colpendo lo yagh alla gola. 
Il colpo parve aver effetto, lo vide inginocchiarsi e arretrare lentamente come se avesse difficoltà a respirare.
Solo allora, mentre era ancora a terra e il suo sguardo cadeva su tutti i presenti, notò una cosa strana. Jeiya era rimasta in piedi e immobile, ignorata dai due yagh forse per aver giurato, sembrava sorridere. 
// Rinforzi in arrivo. \\ annunciò Host. Il geth aveva subito dato l'allarme, assieme a quelli degli altri solati presenti. In pochi attimi tutto finì con l'arrivo di più squadre della sicurezza geth/quarian che abbatterono i due yagh. I soli due cadaveri, si chiese come fosse possibile.
Non dubitava dei soldati ai suoi ordini, ma non avere morti dopo aver affrontato degli yagh da vicino era davvero un evento fortunato. Decise di esserne contento e di lasciar perdere, aveva altro di cui occuparsi. 
« Lei...ha rovinato tutto. » la frase congelò i presenti sul posto, a pronunciale Jeyla che con superiorità fissava Fum'Zaen. Quasi ne fosse disgustata. 
« Portatela alla sua cabina! » rispose furioso, dandole le spalle e avviandosi verso la plancia.
Ogni istante era prezioso, la reazione degli yagh non si sarebbe fatta attendere.
Ancor prima di arrivarci si mise in contatto con il suo secondo al comando « Azionare contro misure elettroniche, appena liberi rotta per lo spazio del Consiglio alla massima velocità. » 
« Sissignore! » fu la risposta.

Lo scafo della Mitor'Gaela si illuminò mentre veniva attraversato da potenti correnti elettriche che la liberarono dal raggio energetico degli yagh. 
La prua della nave virò in direzione opposta, scattando subito in avanti per mettere quanta più distanza possibile tra lei e il nemico. 
« Rapporto? » ordino Fum'Zaen appena entrò in plancia
« Il nemico non si muove, devono sapere che siamo molto più veloci di loro. » commentò   Raf'Vasar. 
Allarmi risuonarono in plancia stupendo tutti. 
« Che succede? » chiese il comandante quarian.
« Una capsula di salvataggio è appena stata lanciata. » annunciò un sottufficiale. 
« Chi c'è a bordo? » Fum'Zaen non sapeva cosa pensare di un simile gesto e subito ordinò « Aprite una comunicazione con chiunque vi sia a bordo. » 
« Sono Jeiya Thatora. » 
Il quarian si chinò in avanti, verso lo schermo costringendo il sottufficiale quarian a farsi forzatamente di lato. Quest'ultimo avrebbe preferito essere altrove, piuttosto che trovarsi fra il suo comandante furioso e l'ambasciatrice asari. 
 « È forse impazzita? Sta tradendo il Consiglio? » 
« Vado a mediare la pace, quello che lei mi sta impedendo di fare. » e senza dare la possibilità al quarian di replicare chiuse il canale. 
« Inversione di rotta! Recuperiamo l'ambasciatore! »
« Mi dispiace signore, troppo tardi. » commentò Raf'Vasar.
Il segnale della capsula di salvataggio svanì, inglobato da quello di una delle corazzate yagh. 
Come avessero ottenuto quello che volevano, le navi yagh si mossero allontanandosi alla loro massima velocità. 
« Signore, cosa vuole fare? » domandò il secondo. 
« Non c'è niente che possiamo fare, rotta per Noveria. Torniamo a casa. » ordinò Fum'Zaen sedendosi al suo posto. Si sentiva completamente sconfitto.
« Signore...ha fatto quello che poteva. Questa è l'unica cosa ragionevole da fare. » gli disse Raf'Vasar, immaginando bene come doveva sentirsi. 
 
***** 

« Signore, sono pronto a dimettermi. » annunciò Fum'Zaen terminato il suo resoconto all'ammiraglio. 
Olivia era stata informata ben prima del suo arrivo, ma come si voleva in questi casi era sempre bene ascoltare il riassunto degli eventi dal diretto interessato. 
Vide i capelli rossi di lei ondeggiare « No, non si cancella un errore allontanando gli elementi validi. » 
« Il Consiglio... »
« Il Consiglio sta già urlando, su Thessia si parla di scandalo e qualcuno sta organizzando preghiere pubbliche per Jeiya Thatora mentre la sua famiglia si mostra al grande pubblico addolorata sperando in un felice ritorno. La folla in questo momento la ama. » spiegò dando l'idea di essere molto stanca, quasi senza energie. 
« Sembra che la cosa le dia molto fastidio. » 
« Può andare, accetti un consiglio: stia lontano dalla politica se vuole dormire bene. » disse alzandosi. Sentiva il bisogno di respirare, stare seduta dietro alla scrivania del suo ufficio le dava una sensazione di claustrofobia in quel momento. 
« Sissignore. » e uscì dalla stanza. 
Olivia, rimasta sola, fissò un punto indefinito nello spazio « Yagh, Jeiya Thatora, i Thatora, Amalgama Groups... perché non vedo il quadro d'insieme? » mormorò con rabbia rivolta a se stessa. 
Aveva indagato su ognuno di loro, non trovando però niente di concreto. Sospetti o prove circostanziali che facevano pensare a un legame. 
 
*****
 
Su Parnack, nella capitale Dekhiun, la sala privata delle udienze si aprì e facendo entrare Jeyia che tenendo lo sguardo basso la percorse fino ad arrivare ai piedi di quello che aveva tutta la parvenza di un trono. 
Su di esso sedeva lo Krozzoddes Bongu degli yagh, il loro maschio di rango più alto. Colui che aveva il diritto di accoppiarsi con cinquecento femmine. 
Jeiya trasse da una tasca un piccolo congegno elettronico, alzando le mani verso di lui per porglielo stando ben attenta a tenere la testa bassa in segno di sottomissione. 
« Ecco tutte le informazioni sulle navi del Consiglio, ho potuto analizzarle con cura mentre ero a bordo. » 
« Ogni cosa andrà come vuole la dottrina. » fu la semplice risposta dallo Krozzoddes.
“Ogni cosa andrà come vogliamo noi. “ fu il pensiero di Jeiya ma si guardò bene dal dirlo. 
Lo Krozzoddes aveva sempre ragione, mettere in dubbio le sue parole voleva dire sfidarlo per guidare il popolo yagh. 
Nascosta e alle spalle del trono una donna umana di colore sorrise.
L'Amalgama Groups aveva adesso tutto il necessario e ogni cosa era stata approntata per il meglio. 
« Bene Olivia, vediamo cosa farei adesso? » mormorò flebilmente, sorridendo maligna.
Dieci ore dopo la flotta da guerra del Dominio Yagh salpò, destinazione Erinle.
Il viaggio avrebbe richiesto tredici ore. 
Tra tredici ore il cessate il fuoco e la suddivisione del pianeta Erinle, in base alle aree effettivamente controllate, sarebbe entrato in vigore. 

FINE
 
Nota autore: con questo capitolo si concluse la serie Dopoguerra 3 e la presentazione dei personaggi e luoghi legati alle forze I.D.G. Ben presto seguirò una long per soddisfare le vostre curiosità riguardo a cosa faranno gli yagh? Chi è la donna umana di colore che sembra conoscere Olivia? Quali sono le intenzioni di Jeiya e della famiglia Thatora? Odio quando rimane qualcosa di non svelato in una storia. 
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e spero che la lettura sia stata piacevole. 
   
 
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