Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: _thantophobia    05/12/2018    1 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ti sia lieve la terra

[o della consapevolezza]

 

 

 

 

 

2 novembre

Rimane in silenzio per quelle che paiono ore, immobile come una statua di sale, prima di rendersi conto di quello che è appena successo ed essere costretto a sedersi per terra quando le ginocchia non lo reggono più.

-…ma stiamo scherzando.- mormora la strega alle sue spalle alzandosi dal divano. –Non è possibile. È un cazzo di scherzo.-

-Non credo scherzerebbero su qualcosa del genere, Mitsuki.- suo padre è fermo sulla soglia del soggiorno, gli occhi sgranati dietro le spesse lenti degli occhiali. Lo sa che suo padre ha ragione, non potrebbero mai scherzare su qualcosa del genere, ma per un attimo Katsuki ha sperato che fosse davvero uno scherzo, che Deku ora sarebbe apparso davanti alla telecamera con il suo solito sorriso idiota e avrebbe chiesto scusa per aver fatto preoccupare tutti quanti.

Deku è morto.

Lo dice prima nella sua testa, un paio di volte, prima di ripeterlo ad alta voce.

-Deku è morto.- le parole scivolano sulla lingua ed escono dalla sua bocca come nient’altro che un sussurro strozzato, in cui non riconosce nemmeno la propria voce. Le mani tremano, chiuse a pugno, mentre il respiro gli si blocca in gola.

-Deku è morto.- mormora ancora, nel silenzio surreale del soggiorno di casa, davanti alla televisione.

 

 

 

13 novembre

La salma di Deku impiega una settimana a tornare a casa e altri quattro giorni per avere una degna sepoltura.

È il giorno del funerale del migliore degli Eroi e il mondo intero sembra essersi fermato: improvvisamente pare sia arrivato l’inverno, insieme a una pioggia incessante che bagna da giorni la città. Tutti gli abitanti si muovono per le strade come figure spettrali dal capo chino, attonite e sconvolte dall’accaduto, anche la mattina in cui quella bara di legno chiaro viene calata nella sua fossa – intorno a essa, sono tutte nere figure spettrali e indistinte dai capi chini, nascoste dai loro ombrelli scuri per ripararsi dalla pioggia, figure che Katsuki osserva da poco distante, incurante del diluvio che gli inzuppa i capelli e i vestiti e dell’acqua che è così gelida che sente freddo fin nelle ossa. Riconosce nella folla Eri, caschetto di capelli chiarissimi che sembrano brillare in contrasto con il giubbotto nero e le mani delicate strette tra loro che non smettono di tremare, e vicino a lei RoboCop e Mezzo e Mezzo. Sente, più che vederla, Faccia Tonda singhiozzare, nascosta chissà dove in mezzo a tutte quelle ombre nere – non distoglie lo sguardo dal gruppo nemmeno quando nota gli occhi dorati del Parafulmini scrutarlo da lontano: senza farsi notare Kaminari solleva appena una mano in segno di saluto e sorride, tornando poi a guardare davanti a sé.

E poi, silenziosi come erano arrivati e chiusi nel loro dolore, tutti iniziano lentamente ad allontanarsi e Katsuki aspetta pazientemente di restare da solo. Incerto sui propri passi, con gli scarponi che affondano nel fango e nelle pozzanghere che si sono formate, Katsuki compie qualche decina di passi avanti, le mani nelle tasche della giacca di pelle che ormai trattiene ben poco del suo calore corporeo.

Il telefono vibra nella tasca dei jeans e il trillo di un messaggio in arrivo lo distrae per qualche secondo da quel metro di terra che fissava con insistenza.

 

 

Pikachu wannabe

>Potevi anche avvicinarti, non ti avrebbe mandato via nessuno. 11:50 AM

 

 

Forse, ma aveva bisogno di parlare con Deku da solo.

Rimette il telefono in tasca e torna a osservare la tomba. -…tu lo sapevi, vero? Quando mi hai parlato lo sapevi che sarebbe successo.-

Gli risponde soltanto il vento, che comincia a colpirgli il viso con forza portando con sé anche la pioggia gelata, ma Katsuki non smette. –Sei un coglione, Deku. Sapevi che sarebbe successo, cazzo, e hai fatto quello che ti avevo esplicitamente chiesto di non fare. Hai lasciato a me i tuoi casini.-

Inizia a camminare avanti e indietro davanti alla tomba, gli stivali sporchi di fango e le mani strette a pugno.

-Casini che, tra parentesi, non ho intenzione di accollarmi.- sibila, fermandosi all’improvviso. –Mi basta la mia, di vita incasinata. E poi, cazzo, chi vogliamo prendere in giro? So a malapena badare a me stesso, come pensi che possa occuparmi di un ragazzino che non so nemmeno dove hai lasciato?! Spiegami come faccio!-

La sua voce si disperde nel silenzio del cimitero, sovrastando dalla pioggia che ha cominciato a scemare. Katsuki inspira forte dal naso e chiude gli occhi, cercando di riordinare le idee, poi fa una giravolta su un tallone e si allontana a passo spedito – perché tanto è inutile, discutere con i morti.

Non c’è dialogo. Non rispondono.

E vincono sempre loro.

 

Per tornare a casa decide di percorrere la strada più lunga, per chiarirsi le idee – almeno ha smesso di piovere, se questo può fare un po’ di differenza. Il cielo ha smesso di piangere il suo più grande Eroe?

Ah, che ironia: forse ha pianto anche al posto suo…

Si sente afferrare per una spalla e strattonare. Non ha voglia di far partire una rissa, perché non ha voglia di avere a che fare con la polizia che caga il cazzo e i giornalisti che gli lancerebbero altra merda addosso, quindi si limita a sfoggiare il suo tono meno strafottente e l’espressione più neutra che riesce a fare. –Senti, qualsiasi cosa tu voglia, valla a cercare da qualche altra parte. Non ho proprio voglia di lit… -

Le parole gli muoiono in gola quando una lama – piccola, sottile, affilata – affonda nel fianco destro e lì ci resta, mentre la figura lo afferra per la giacca e lo solleva come se pesasse meno di una piuma, facendogli sbattere la testa contro la parete alle sue spalle.

-Dov’è?- ringhia l’uomo – perché è un uomo, solo un uomo può avere una forza simile. –Dimmi dov’è?-

Katsuki cerca di restare lucido nonostante il colpo violentissimo alla nuca e le fitte al fianco. Caccia giù per la gola quello che crede sia sangue e cerca di ribattere. –Che cazzo stai dicendo?-

-Dimmi… - la lama viene estratta dal suo fianco con uno strattone e quel poco di aria che era riuscito a far arrivare ai polmoni improvvisamente scompare di nuovo. Gli gira la testa e non è normale che si senta così debole solo per un coltellino svizzero nel fianco che quasi certamente ha evitato gli organi vitali. Se avesse voluto ucciderlo, lo avrebbe già fatto. –Dov’è. Il. Bambino.-

Ma di che cazzo sta parlando? Quale bambino? – Non ho idea di che cosa tu stia parlando, stronzo.-

Il pugno che si abbatte contro il suo viso di sicuro lascerà un bel ricordo, pensa mentre si sente afferrare per il collo e tirare di nuovo su dopo essere scivolato contro la parete. Cazzo, di sicuro la sua giacca si sarà rovinata: è pelle d’agnello, cazzo, gli è costata l’ira di Dio.

-Il bambino che era con Deku quando è passato a miglior vita.- spiega l’uomo, stringendogli il collo quel tanto che basta per fargli mancare l’aria ma non abbastanza da ucciderlo. –Dov’è?-

–E io che cazzo ne so?- a Katsuki viene da sorridere, mentre gli sferra una ginocchiata al plesso solare. L’uomo arretra e barcolla, ma non si arrende. –E anche se lo sapessi, di certo non verrei a dirlo a te, coglione.-

Katsuki cerca di difendersi come può, ma le braccia sono sempre più deboli e i suoi movimenti più lenti – e un altro pugno impatta con il suo zigomo, poi un altro e un altro ancora, mentre l’uomo continua incalzante a chiedere del bambino. Così concentrato nel fracassargli il naso, questi non si accorge del lieve scoppiettare dei suoi palmi: viene investito pochi istanti dopo da una delle sue esplosioni più deboli, ma lo stesso capace di spedirlo quasi dall’altro lato della strada secondaria in cui era stato trascinato. L’uomo si accascia al muro, gemendo di dolore, mentre Katsuki raccoglie quelle poche energie che gli sono rimaste e barcolla verso di lui.

Deve restare lucido, non può crollare adesso, cazzo.

-Non me ne frega un cazzo se volete il moccioso di Deku … - ringhia, tirando su con il naso. L’uomo cerca di alzarsi, così lui gli pianta un piede tra le gambe. -…ma prova ad avvicinarti ancora a me e ti stacco le palle con delle cesoie da giardinaggio e le uso per giocare a biliardo. S’est compris?-

-Non abbiamo paura di voi Er… - le parole gli muoiono in gola quando il suo stivale preme sul cavallo dei pantaloni e i palmi scoppiettano ancora, minacciosi.

-Ho detto.- sibila ancora, fulminandolo con lo sguardo. – S’est compris?-

Lo lascia andare quando annuisce e balbetta qualcosa a mezza bocca, scappando da lui come se avesse visto il diavolo in persona – solo quando è abbastanza lontano ed è sicuro di essere rimasto solo, Katsuki si permette di appoggiare la schiena al muro e di riprendere fiato: la ferita al fianco continua a pisciare sangue, come il naso, e non riesce a tenere aperto l’occhio sinistro. Probabilmente non resterà cosciente ancora a lungo, ora che il pericolo è passato, perciò con un colpo di reni si rimette in piedi e barcolla verso casa sua che per fortuna non è lontana: ha la vista offuscata quando riesce finalmente ad aprire la porta d’ingresso e a trascinarsi all’interno dell’appartamento senza nemmeno preoccuparsi di togliere gli stivali, e si libera della giacca e della maglia con pochi movimenti che gli costano fitte di dolore al fianco. Almeno la ferita ha smesso di sanguinare.

Sibilando trai denti una lunga lista di insulti e maledizioni, apre il cassetto del mobiletto del bagno, dove sa di avere una di quelle sparapunti automatiche e del disinfettante – sparare i punti per chiudere la ferita lo costringe a mordersi l’interno delle guance per non urlare, e Katsuki ringrazia che sia un taglio non troppo largo o i punti non sarebbero bastati come nemmeno le bende. Deve comprarne di nuove, lo scrive subito sulla lista della prossima spesa appesa al frigo con un magnete, mentre cerca del congelatore dei cubetti di ghiaccio per il naso.

Quando li ha trovati e li ha avvolti intorno a quel che resta della sua maglia, si lascia cadere sul divano, esalando esausto.

Il suo corpo è così stanco che alla fine cede al sonno. 

 

 

 

16 novembre

Il trillo assordante del campanello gli sta facendo venire il mal di testa. Ha provato a ignorarlo, davvero, ma Katsuki capisce che se non risponde chiunque ci sia fuori dal suo appartamento non se ne andrà senza averlo visto.

-Bakugou, per l’amor di Dio.- strilla Ashido, battendo con insistenza il palmo contro il legno della porta. –Se non mi apri giuro che sfondo la porta. Lo sai che ne sono capace.-

Eh, appunto.

Si pente di aver aperto la porta nell’esatto momento in cui l’ha fatto. –Cazzo vu… -

-Santo cielo, Bakugou!- esclama ancora la ragazza, entrando nel suo appartamento con la stessa forza di un tornado. –Ci hai fatto morire di paura! Credevamo ti fosse successo qualcosa!-

Katsuki sbuffa, spingendola di nuovo verso l’uscita. –Beh, adesso mi hai visto. Ciao e a mai più rivederci.-

-Credevamo ti avessero rapito di nuovo!- Mina è veramente sconvolta, quando lo guarda negli occhi. –Non rispondi ai messaggi da tre giorni e il tuo telefono è sempre spento… Abbiamo temuto che… -

-Sarà scarico.- solleva le spalle, come se niente fosse. –Sono stati giorni un po’ impegnativi. Mi sono dimenticato di metterlo sotto carica.-

Mina sembra rilassarsi, nel sentire quelle parole. –Quindi non lo sai.-

Katsuki inarca un sopracciglio. Cosa non sa? –Se intendi Deku che ha tirato le cuoia… -

-No, no. Quello lo sai, ti abbiamo visto al funerale.- lo interrompe, prima di sospirare. –Non sai che ci sono dei Villains che stanno dando la caccia a tutte le persone che erano vicine a Midoriya.-

Sospettando che sarà una lunga chiacchierata, Katsuki la accompagna verso il soggiorno – e mentalmente ringrazia che il divano non si sia sporcato di sangue, qualche giorno prima. –In che senso?-

Mina si siede sulla poltrona di fronte al divano, Katsuki prepara del caffè. –Due giorni fa qualcuno ha seguito Ochaco, mentre tornava a casa. E ieri Iida è stato aggredito.-

-E come stanno?- le porge una delle due tazze, cercando di farle notare il dolore al fianco per ogni minimo movimento.

-Ochaco se l’è cavata con un grosso spavento… Grazie.- beve un lungo sorso, prima di continuare. –Iida si è preso un paio di pugni ma sta bene, niente di rotto. A parte gli occhiali… -

…quindi l’unico che si è preso un coltello nel fianco è stato lui? Ma che cazzo. –E cosa volevano?-

-Iida dice che continuava a chiedere di un bambino… - Mina sorseggia ancora il suo caffè. –Tu sai qualcosa?-

Katsuki lascia vagare lo sguardo lungo le pareti del suo soggiorno, evitando gli occhi di Mina. Non sa se dirglielo o no, perché se Deku avesse voluto che lo sapessero non l’avrebbe nascosto… Alla fine decide che deve dirlo, emettendo giusto qualche particolare. -Più o meno. Hanno attaccato anche me.-

Mina sbianca improvvisamente e scatta in piedi, preoccupata. –Oddio, stai bene? Non sei ferito vero?-

-Sto bene, sto bene. Ora calmati.- la rassicura, e Mina torna a sedersi sul divano. –Ho preso qualche giorno di riposo, quel coglione mi ha quasi spaccato il naso.-

La ragazza annuisce, rimanendo in silenzio a osservare le proprie mani.

-Non possiamo rischiare che attacchino qualcun altro.- esordisce dopo qualche secondo. Mina annuisce. –Per adesso si sono limitati a spaventarci, perché se avessero voluto ucciderci lo avrebbero già fatto.-

-Sono d’accordo.- Mina annuisce ancora. –Escludendo te, Ochaco e Iida, siamo ancora tutti in pericolo… -

-L’idea migliore è di non restare mai da soli.- cercano di attaccare quando meno se lo aspettano, appena usciti dal lavoro o anche solo fuori di casa per fare la spesa, quindi è meglio avere qualcuno vicino.

-È la stessa idea che ha avuto Sero.- ribatte Mina. –Ci stiamo organizzando in modo da non lasciare nessuno da solo, nemmeno a casa. Io vado a stare da Sero almeno finché non si calmano le acque, e Kaminari e Jirou hanno anticipato il trasloco nel nuovo appartamento. Kirishima ha detto che si arrangerà in qualche modo. Dopo farò un giro di telefonate per avvisare tutti.-

Katsuki annuisce. Prevedibile che Kirishima avrebbe detto qualcosa del genere… -Inizia da Mezzo e Mezzo. Tra tutti, lui è forse quello che ha più da perdere.-

-…non credo che abbiano abbastanza fegato da avvicinarsi a Yaomomo per arrivare a Todoroki, non adesso con il bimbo in arrivo almeno.- mormora Mina. –Anche perché si troverebbero contro Endeavor... Sembrano tutti Villains di bassa categoria, nessun pezzo grosso con abbastanza palle e risorse da rischiare di far incazzare Todoroki senior.-

-Però è meglio non rischiare.-

-…però è meglio non rischiare.- ammette ancora la ragazza. –Abbiamo dimenticato qualcuno?-

Katsuki nega con la testa e qualche minuto dopo Mina è fuori da casa e lui può lanciarsi a peso morto sul divano a guardare qualcosa su Netflix… Poi, come un fulmine, nella sua mente si forma un pensiero spaventoso eppure così banale che Katsuki può solo darsi del coglione per non averci pensato prima.

-…cazzo.-

La madre di Deku.

 

 

 

 

 

 

 

M.C.A.S.T.: Maki Comincia A Scrivere Testamento che è meglio(?)

. . .

*sips tachiflu con fare molto british(???)*

Per favore, mettete di nuovo giù i forconi, non vogliamo che qualcuno si faccia del male.

Allora.

Sì, questo capitolo è arrivato prima di quanto pensassi, ma sono riuscita ad andare avanti con la scaletta di questa storia più o meno fino al capitolo 8, quindi mi sembrava giusto postare questo. Ci tengo a informarvi che con il capitolo 8 non sono nemmeno arrivata a metà di quello che voglio raccontare, quindi penso proprio che sarà una cosa lunga.

Come potete notare, ancora niente Ryu, ma state tranquilli che arriverà presto: avevo bisogno di concentrarmi esclusivamente su Bakugou almeno ancora per un capitolo o due, prima di prenderlo di peso e buttarlo in mezzo al casino in cui Deku l’ha mollato, per fargli più o meno capire che quello che lo aspetta e un casino bello grosso.

Gli servirà un po’ di tempo per arrivarci, ma sì, è un casino molto grosso. [foreshadowing, lo stai facendo bene]

 

Detto questo, come sempre grazie per essere arrivati fino a qui! Se volete lasciatemi una recensione, così magari discutiamo insieme di cosa ne pensate o se avete qualche idea su cosa possa essere successo – o succederà.

Hasta luego!

Maki

 

 

 

P.S.: E visto che si avvicina il Natale e non so se ci rivedremo altrove, vi auguro buone feste! Mangiate tanti panettoni e pandori, e se vorrete farmi un regalo regalatemi un concentrato di anticorpi che ne ho veramente bisogno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: _thantophobia