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Autore: MaryFangirl    11/12/2018    2 recensioni
Un regalo...è un qualcosa che si offre a qualcuno per sorprenderlo e fargli piacere, senza attendere nulla in cambio.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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In seguito a quell'accordo tra di loro, un profumo di festa riempì l'appartamento che era addobbato da decorazioni in tema. Per l'occasione, Kaori aveva comprato un vero abete che profumava l'aria del salotto con i suoi odori di foresta. Ryo era stato requisito per andare a cercarlo con lei. E ovviamente Kaori aveva dovuto scegliere il più grande e pesante. Nonostante le sue lamentele, Kaori non aveva voluto ascoltare nulla e Ryo aveva ancora una volta adattarsi alle sue esigenze per il Natale. Si era quasi rotto la schiena trascinando l'albero su per le scale e poi sistemandolo secondo le istruzioni di Kaori, ma ora che era stato installato e addobbato con cura dalla giovane donna, quel dannato abete faceva il suo effetto. Sembrava molto meno imponente ora che tutto l'appartamento era abbinato con i suoi colori: verde, oro, rosso, argento. Ce n'era dappertutto. Kaori non aveva dimenticato un solo angolo. Anche nella stanza di Ryo aveva trovato modo di infilare alcuni accessori, come una ghirlanda sul lampadario del soffitto o de graziosi fiocchi sulle maniglie del suo armadio. Ryo aveva cercato di rimuoverli, ricordandole che non era più un bambino, ma Kaori li aveva rimessi non appena lui aveva voltato le spalle, rispondendo che tutti avevano un'anima da bambino e che le decorazioni aiutavano a mantenere la magia del Natale. Tutto quell'entusiasmo intorno al famoso giorno di Natale era sufficiente a far girare la testa allo sweeper. Ciò che lo destabilizzava di più era Kaori. Era quasi irriconoscibile: sempre sorridente, paziente e attenta. Ryo non poteva credere a quella metamorfosi. In diverse occasioni, aveva testato la giovane donna con l'idea in mente che, se fosse riuscito a provocarla a sufficienza, alla fine avrebbero litigato e non sarebbe stato costretto a subire quel soffocante buonumore, potendo fare a meno della cena di Natale. Non voleva deluderla, ma gli era difficile farne parte senza sentirsi in colpa per tutto ciò che lui non faceva per lei. Ma non servì a nulla. Kaori non partecipò al suo gioco, come se avesse indovinato le sue povere intenzioni. Non disse una parola più ad alta voce dell'altra. Nessun martello né rimproveri quando scoprì le sue riviste maliziose che si limitò a mettere nei cassetti. Nulla sembrava in grado di contaminare la sua gioia.
Poi arrivò il giorno del 24 dicembre.
All'alba, Ryo sentì Kaori alzarsi. Gli ultimi giorni, tra le decorazioni e intense pulizie di casa, lei li aveva trascorsi a correre per negozi di ogni genere: macelleria, gastronomia o altro. Poi, c'era quel famoso regalo che Kaori voleva dargli. Ryo si chiese cos'avesse potuto trovare. Non aveva bisogno di niente e ancora meno qualcosa di superfluo. Quindi si permise di divagare sull'argomento, dicendo a se stesso che forse aveva osato prendergli un abbonamento al suo settimanale pieno di fascino...sarebbe stato molto utile riceverlo direttamente nella casella di posta ancora prima che apparisse in edicola, un inestimabile guadagno di tempo. O forse un regalo malizioso e intimo da parte sua, immaginò con aria lasciva. Poi si picchiò in testa per far uscire tali immagini della sua partner dalla mente. Ryo aveva cercato di saperne di più, ma per tutta risposta Kaori sorrideva e arrossiva. Ciò servì solo ad alimentare la sua immaginazione già molto fertile. Sicuramente le intenzioni della giovane donna verso di lui erano tutto il contrario, ma non poteva fare a meno di sognare.
Quella mattina, Ryo rimase a letto il più possibile, il tempo di far svanire i sogni e i pensieri poco casti verso la sua partner, che nella sua spensieratezza era ancora più radiosa e seducente. Da un lato, non voleva ritrovarsi in cucina con tutto ciò che la giovane donna aveva in programma di preparare per quella cena, c'era da credere che aspettasse un reggimento, ma soprattutto non voleva essere lì a vederla andare in giro piena di gioia. Con quel corpo che ondeggiava davanti ai suoi occhi, la sua voce dolce che canticchiava melodie delle feste e quel sorriso da far dannare un santo, Ryo sapeva che l'inferno lo aspettava. Era risaputo che il cammino per l'inferno era lastricato di belle intenzioni, e queste si racchiudevano in un'unica e sola persona: Kaori. Certo, sapeva da tempo che per lei avrebbe rischiato tutto, ma recentemente aveva scoperto quello che non avrebbe mai pensato di poter provare. Attraverso lei, viveva una vera felicità, la sua gioia era comunicativa. E per una rara volta, lui ne era la causa. Era una strana sensazione essere la fonte di tale felicità per un'altra persona. Una sensazione dolce e calda. Lo prendeva in pieno cuore. Era così bello renderla felice e soprattutto così accomodante. Era anche terrificante. Ryo sapeva meglio di chiunque altro che la felicità era fragile ed effimera. Ci voleva poco perché tutto vacillasse e si rompesse. Attraverso di lei, approfittava del prezioso dono che, lo sapeva, non sarebbe durato. Solamente approfittandone, abbassava la guardia. Diverse volte si era reso conto che la divorava letteralmente con gli occhi. Osservarla, ammirarla era diventato più forte di lui, e ci era voluto poco perché Kaori diventasse consapevole del suo improvviso interesse.
Eppure Ryo sentiva che in quella vigilia di Natale il suo desiderio di mantenere le distanze con lei stava lentamente diminuendo. Contava quindi le ore in cui avrebbe dovuto sopportare la tortura nell'ammirarla così, bella, gioiosa e quasi accessibile per un uomo come lui. Poi sarebbe arrivata la liberazione di tutta la frustrazione accumulata da tutte quelle cosucce che la rendevano la sua donna nei suoi sogni più sfrenati. Avrebbe potuto ubriacarsi tra altre braccia, farsi cullare da altre voci, immaginarsi senza complessi che tutte quelle donne avessero un solo e unico viso.
Col corpo sudato e le idee che correvano, Ryo non ebbe altra scelta che alzarsi e andare in bagno. Solo una lunga doccia fredda poteva mozzargli tutto il desiderio di rovinare qualsiasi cosa ci fosse tra lei e lui.
La mattina era già molto avanzata quando finalmente lo sweeper si presentò. Vari aromi gli solleticarono le narici. In cucina, Kaori era impegnava e cantava. Ryo la osservò di soppiatto: così concentrata in quello che faceva, assaggiando qua e là le varie preparazioni. Invidiava la glassa di cioccolato o la salsa di castagne. Anche a lui sarebbe piaciuto assaggiare attraverso le sue dita sottili e le sue labbra deliziose. Doveva fare qualcosa per fermare i deliri 'culinari', con una scemenza, piccola e senza conseguenze, per riportarlo alla realtà:
"Hai previsto di avvelenarmi con questa cena? Tutto questo cibo per un solo uomo significa indigestione diretta, se non peggio. Abbiamo almeno il numero di emergenza nella memoria del telefono?"
"Buongiorno anche a te, Ryo" disse lei mentre continuava in cucina. "C'è del caffè e ti ho preparato da mangiare, quindi non preoccuparti di nulla e smettila di darmi fastidio, ho ancora un sacco di cose da fare" lo rimproverò come fosse un bambino, senza rivolgergli un'occhiata.
Sconcertato da quella mancanza di interesse, Ryo si servì e rubò alcuni tartufi al cioccolato che Kaori aveva preparato prima di andare in salotto. La tv era accesa, ma Ryo non la guardava davvero. Da quando si era sistemato sul divano, seguiva senza rendersi conto le attività della giovane donna nella stanza accanto. Cullato dalla sua voce orecchiabile, l'ascoltò sbucciare, tagliare, tritare tutto ciò che aveva a portata di mano. I suoi preparativi sembravano infiniti. Conoscendola, voleva che tutto fosse perfetto e che non mancasse nulla. Saperla così concentrata, sentirla così entusiasta e impaziente lo rendeva nervoso. Come se quella 'cena di Natale in famiglia', come lei la chiamava, fosse di un'importanza capitale. Ryo aveva voglia di fuggire. Fuggire da quella felicità che non comprendeva e che lo terrorizzava. Fuggire da quella donna che, era evidente, lui non meritava. Normalmente avrebbe trovato una sciocchezza, una scappatoia, per non vivere e sentire tutto ciò. Ma nemmeno i suoi puerili tentativi ci erano riusciti, quindi deluderla senza complimenti, non ce la faceva, non oggi almeno. Attese pazientemente, non senza fatica, che quella cena fosse finalmente un lontano ricordo.
Verso le 17, Kaori finalmente uscì dalla cucina, un po' esausta ma orgogliosa di sé.
"È quasi tutto pronto. Vado a fare la doccia e poi preparerò la tavola. Non toccare niente, altrimenti..." finse di minacciarlo.
"Ci tengo a vivere. Lungi da me l'idea di mangiare qualsiasi cosa prima di averti vista assaggiare per prima" la schernì consapevolmente. Senza sconvolgersi, Kaori gli fece la linguaccia prima di sparire di sopra. E naturalmente, non appena la ragazza si voltò, Ryo si precipitò in cucina, solo per avere un assaggio di ciò che lo aspettava. Nel frigo, nel forno, c'erano piatti che, solo per il loro aspetto, mettevano appetito allo sweeper. Mentre innocentemente le sue dita agili stavano per prendere un primo piatto, una voce infastidita sorse dietro la sua schiena:
"Sospettavo che non saresti stato in grado di aspettare. È più forte di te, devi sempre fare il bambino e fare ciò che ti è proibito"
"Ho pur il diritto di prendere da bere nella mia cucina" deviò lui, deviando la corsa della sua mano per prendere una birra dal frigo.
"Certo, ma se ti viene un po' fame, sappi che ho preparato qualcosa. Niente di troppo pesante per non rovinarti l'appetito" sorrise mentre si avvicinò al frigo per prendere il piatto. Sorridente, Kaori lo tese a Ryo prima di spingerlo delicatamente ma con decisione fuori dalla cucina.
"Che non ti becchi più, Ryo" lo avvertì prima di partire per il bagno.
Ancora una volta lei aveva anticipato le sue reazioni. E ancora una volta lei si era preparata a tutto. Guardando quel piatto preparato per lui, Ryo sorrise nel vedere a che punto lei lo conoscesse, e senza esitazione iniziò il suo spuntino. Quando Kaori si fece sentire un'ora e mezza dopo, Ryo aveva da tempo finito il suo piatto e si annoiava a morte. Era ansioso di darci un taglio ma c'era da credere che la sua partner si divertisse a farlo aspettare per quella cena. Così, quando la sentì scendere le scale, balzò dal divano con l'intenzione di prenderla il giro per tutto quel tempo perso a fare la doccia. Ma le sue parole derisorie gli rimasero bloccate in gola quando i suoi occhi si posarono sulla giovane donna.
Il tempo si era fermato. Il suo cuore non batteva più.
Kaori scendeva lentamente le scale. Sembrava fluttuare sopra i gradini. Un alone di luce abbagliante la circondava. Indossava un abito color argento. Lunga e fluida, quella seconda pelle seguiva i suoi movimenti lenti e sensuali. Ryo era ipnotizzato. Le sottili bretelle si muovevano ritmicamente sulle sue spalle. Nessun gioiello sulla scollatura modesta ma accattivante che lasciava intuire un seno definito che si alzava armoniosamente ad ogni respiro della giovane donna. Inoltre lo sguardo acuto di Ryo osservò con interesse il seno generoso, senza reggiseno, solo il fine tessuto del vestito lo curvava meravigliosamente. Ignara del tormento dell'uomo che la ammirava in segreto, Kaori aveva un viso dolce adornato qua e là di polvere scintillante sugli occhi e un dolce riflesso sulle labbra. Era semplicemente bellissima. Non c'era niente che Ryo potesse dire per convincersi del contrario. La sua gola si stava prosciugando e il suo cuore batteva a ritmo da record. Mettendosi le mani in tasca, Ryo si pizzicò forte per restare padrone di sé. Doveva conoscere la ragione di quella visione fiabesca:
"Non è un po' troppo...per una sola...cena" deglutì a fatica, immaginandosi tutt'altro menù.
"È stata Eriko a regalarmela per i servizi resi. Aspettavo un'occasione per metterlo...che ne pensi?" rispose Kaori, girandosi su se stessa. Ryo la guardò voltarsi allegramente. Il vestito la lasciava libera nei movimenti e sulla schiena rivelava ancora di più della sua pelle perlacea e setosa. Qualunque fosse la visione che gli veniva offerta, lo sguardo di Ryo si fece più caldo mentre le curve di quel corpo ondeggiavano davanti a lui.
"Ci siamo solo noi...non vedo il punto di questa sfilata..." continuò, schiarendosi la gola.
"Non è un motivo per non fare uno sforzo nell'abbigliamento, e tu non ti cambi per il tuo gala? A che ora è?" lo interrogò Kaori.
Ryo la guardò sorpreso. Per un istante, lei gli aveva fatto dimenticare i suoi programmi. Ma non aveva programmato un abbigliamento particolare. Era di nuovo in trappola. Non poteva uscire con i suoi soliti vestiti, Kaori avrebbe indovinato che l'aveva manipolata. Doveva cambiarsi e fare finta per mantenere credibile fino alla sua partenza. Guardando l'ora, Ryo si precipitò di sopra senza rispondere alla sua partner. Aveva perso abbastanza tempo a contemplarla. Con una rapidità sconcertante, fece la doccia e indossò il primo completo che si trovava a portata di mano nell'armadio. Ryo non si soffermò su quel dettaglio e tornò in salotto con i capelli ancora bagnati e finendo di allacciare i bottoni della camicia, la giacca dello smoking appesa al braccio.
Mentre si aspettava i complimenti di Kaori per il suo outfit che valeva tanto quanto quello d lei, la trovò agitata e in piena riflessione:
"Chi era al telefono?" le chiese perché, pur nella fretta, aveva sentito lo squillo, anche se con il getto della doccia e la sua mancanza di concentrazione, non era riuscito a discernere correttamente l'argomento della conversazione.
"Eriko..." rispose la giovane donna improvvisamente preoccupata, andando in cucina.
"E cosa voleva?" continuò Ryo, vedendo che Kaori lo ascoltava solo a metà.
"Devo fare un salto in città..." lo informò, controllando che tutto fosse pronto in cucina prima di tornare in salotto, infilandosi un paio di scarpe abbinate al vestito.
"Adesso? Non può andarci da sola? Hai visto che ora è, e io non ho solo questo da fare" si infastidì lui, incrociando le braccia sul petto.
"Lo so, mi dispiace...è rimasta bloccata all'aeroporto per via della neve e ha dimenticato l'album con i suoi disegni all'hotel Okura, e ne ha bisogno" spiegò Kaori, infilandosi il cappotto.
"Ma è dall'altra parte della città! Hai visto che tempo fa? Ci metterai ore ad andare e tornare!"
"Mi dispiace davvero, ma è molto importante..."
"Con tutta questa neve e il tuo modo di guidare, nel migliori dei casi arriverai in fondo alla strada, nel peggiore perderemo una macchina!"
"Grazie per questa dimostrazione di fiducia...non vuoi accompagnarmi già che ci sei?" rispose Kaori ironicamente, porgendogli le chiavi della macchina con aria di sfida.
"Penso di non avere scelta! Se voglio essere sicuro di mangiare in tempo...ma è a me che Eriko dovrà un servizio...e so già cosa chiederle...avrà una sorpresa..." sorrise scioccamente Ryo già immerso nei suoi pensieri, prendendo le chiavi e precedendo Kaori fuori casa.
"Non sarà la sola..." disse lei a voce bassa mentre spegneva le luci e chiudeva la porta con un sorriso enigmatico sulle labbra.

 

  
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