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Autore: Krestal    12/12/2018    3 recensioni
Ha diciannove anni, sa controllare il tempo, ha la miccia corta e poca voglia di impegnarsi. Quando Valerie Jenkins arriva alla Yuuei per uno scambio scolastico, riesce subito a fare amicizia con Aizawa Shota, complice una comune passione per i gatti. Valerie sa bene che la prima volta che combatterà davanti ai suoi compagni potrebbe stabilire se diventerà la sfigata del corso o qualcuno da ammirare. Sarebbe proprio un peccato se combattesse contro chi può annullarle il quirk, vero?
Storia ambientata durante il terzo anno di Eraserhead/Aizawa Shota e Present Mic/Hizashi Yamada
Eraserhead/Aizawa Shota x OC
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 - Grazie per stanotte

 

Shota restò lì, immobile, incapace di realizzare fino in fondo quello che era appena successo. Fu come se Valerie avesse bloccato il tempo anche per lui, per un attimo lungo un’eternità. Lei era davvero lì, lo stava baciando e le sue labbra erano incredibilmente morbide.

Le mise una mano dietro alla nuca, tirandola a sé e ricambiando quel bacio. La sentì contrarre le labbra in un sorriso, mentre lei gli prendeva il viso con entrambe le mani.

Quando Valerie si staccò da lui, Shota si sentì come se gli mancasse l’aria. Non appena ebbe capito che lei si stava solo spostando, mettendosi a cavalcioni sulle sue gambe, si sporse verso di lei e la baciò di nuovo. Le fece scivolare una mano dietro alla schiena, tirandola un po’ di più a sé. Valerie gli mise entrambe le braccia dietro al collo, premendo il proprio corpo su di lui e schiudendo le labbra per succhiargli il labbro inferiore.

Valerie insinuò la lingua tra le sue labbra. Sapeva di tè e biscotti.

Sentì una mano di Valerie che si infilava sotto alla sua felpa e sotto alla maglietta. Un brivido di piacere gli strappò un gemito contro le labbra di Valerie, nel sentire le sue dita calde sulla pelle.

Valerie aveva il fiato corto e Shota era sicuro che anche lei avesse il cuore che batteva all’impazzata. La ragazza appoggiò la fronte a quella di Shota. Aveva gli occhi socchiusi e si stava mordendo il labbro inferiore. Non lo guardava, ma fissava un punto indefinito del pavimento accanto a loro.

“Posso dormire qui?” gli chiese con un fil di voce. “Solo dormire, nient’altro. Come ieri.”

Lui sorrise e annuì contro la sua fronte. “Certo.”

Valerie continuò a non guardarlo. “Però, se ti va, potresti dormire accanto a me. Il letto è a una piazza e mezza, ci stiamo in due.”

Non era sicuro di riuscire a dormire in condizioni del genere, ma averla lontana sarebbe stato ancora peggio. “Va bene,” le disse.

Valerie annuì ancora una volta, quindi si alzò in piedi. “Vado a lavarmi i denti e a struccarmi e torno. Stop!”

E scomparve. Niente da fare, non ci si sarebbe mai abituato.

Shota restò lì qualche istante, prendendo del tutto coscienza di ciò che era successo. Lo aveva baciato. Si erano baciati. Non si era mai sentito così per una ragazza.

Si alzò, iniziando a spogliarsi per mettere il pigiama, senza smettere di pensare a lei. A torso nudo, si stava tirando su i pantaloni quando sentì urlare.

“Oddio! Scusa! Scusa! Non ho visto niente!” Valerie se ne stava girata verso la porta, ma entrando lo aveva visto per forza.

“Tranquilla, non fa niente. Dovevo cambiarmi in bagno.”

“No, errore mio. Scusascusascusa!”

“Sono vestito, adesso. E comunque perché ti imbarazzi tanto? Non è nulla di diverso da quello che vedresti se andassimo in piscina.” Non riusciva a capire la sua reazione, ma era tenera. Era diventata tutta rossa in volto.

“Non è la stessa cosa, invece,” disse, voltandosi. “Cambia il contesto.” Si passò una mano sui capelli, che ora erano legati in uno chignon disordinato.

“Se lo dici tu,” le rispose, divertito. Le fece un cenno verso il letto. “Mettiti dove vuoi.”

“Il posto più vicino alla porta del bagno. Almeno non rischio di caderti addosso se devo alzarmi di notte,” disse con un sorriso imbarazzato, quindi si stese sul futon, a pancia in su, sotto le coperte.

Shota spense la luce e tirò le tende, quindi si fece luce con il cellulare e si mise accanto a lei, sdraiato su un fianco.

“Se dovessi russare, chiedimi di cambiare posizione. Ma probabilmente ti risponderò di merda, sono una testa di cazzo incazzosa se mi si sveglia mentre dormo.”

“Ah, più del solito?” Le rispose lui.

“Ehi, vaffanculo, Shota!” Disse lei, ridendo, girandosi per dargli uno schiaffetto sul braccio.

Lui restò colto alla sprovvista per un attimo, non l’aveva mai chiamato per nome. Poi sorrise. Era bellissima ed era felice di essere lì con lei. Shota si sporse in avanti e la baciò. Valerie si strinse a lui, ricambiando quel bacio come se non avesse voluto fare altro da quando si erano staccati, esattamente come lui. Shota sentiva il suo seno contro il petto. Le mise una mano sul fianco, tutto di lei sembrava essere morbido e accogliente. Se lei gli avesse chiesto di fare sesso, lì e ora, lui le avrebbe risposto di sì senza pensarci un solo secondo. Ma non voleva chiederlo. Non voleva fare la figura di quello che pensava solo al sesso, non voleva metterla a disagio. Per il momento andava fin troppo bene così.

 

Valerie aveva impostato la sveglia dieci minuti prima del solito, come il giorno prima, in modo da avere il tempo per tornare in camera. Quella notte, però, sentiva di aver dormito ben poco e di non essere comunque stanca.

Il cuore parve esploderle per la felicità nel momento in cui si voltò e lo vide, addormentato su un fianco, con un’espressione serena, quasi felice. Valerie, senza smettere di sorridere, gli scattò qualche altra foto, ripromettendosi di mandargliele più tardi. Di sicuro avrebbe fatto finta di incazzarsi con lei.

Prese un foglio da un bloc notes e una penna, lasciandogli un messaggio sulla scrivania. Si inginocchiò accanto a lui e gli diede un bacio sulla guancia, sentendo pungere per l’accenno di barba incolta che lui aveva sul volto.

“Stop.”

 

Shota fu svegliato da dei colpi sulla porta. Erano forti e insistenti.

“Chi è?” Biascicò.

“Devo parlarti, Aizawa.” La voce di Kogane.

L’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. “Avanti,” disse, con l’entusiasmo di un condannato a morte.

La ragazza piombò nella sua stanza, chiudendo la porta con troppa forza. “Devi dirmi qualcosa?”

“Non ho idea di cosa tu stia parlando,” le rispose lui, tirandosi su e cercando di connettere.

“Hizashi mi ha lasciata. Per davvero, stavolta.”

Shota ne fu felice, ma non era proprio il caso di darlo a vedere. “Non vedo come questo possa interessarmi.”

“So bene che ti sei messo in mezzo e gli hai detto qualcosa.” Kogane si guardò intorno con aria schifata. “Oddio, quanto cazzo sei disordinato?”

“Non mi mettere in mezzo, non c’entro nulla. Non ho fatto più di dargli qualche consiglio da amico.” Che risveglio infernale. “E adesso, per favore, vattene.”

In tutta risposta, Kogane iniziò a camminare e si sedette alla sua scrivania con un sorriso di sfida. “Direi proprio di no. Quindi lo ammetti, eh? Non dovevi metterti in mezzo.”

“Non mi sono mai messo in mezzo. Posso avergli dato qualche consiglio, ma la decisione è stata sua. Se devi incazzarti con qualcuno, incazzati con te stessa e lascia in pace anche lui.”

“Ti stai intromettendo anche adesso,” disse lei, alzando la voce.

“Abbiamo una definizione diversa di intromettersi,” replicò lui, con calma e fermezza.

Kogane prese un biscotto dal sacchetto che Valerie aveva lasciato sulla scrivania la sera prima. “Voglio che tu gli dica che ti sei sbagliato, che non avresti dovuto dirgli nulla e che deve fare quello che vuole.”

“Naturalmente. Contaci.”

Kogane si girò per prendere un altro biscotto. “Io invece credo che lo farai, perché— oh.” Qualcosa sembrava aver attirato la sua attenzione.

Shota si alzò in piedi, nel tentativo di capire cosa aveva visto.

Kogane teneva in mano un foglio. “Per Shota: grazie per stanotte, è stato bellissimo. Più tardi passo a prendere le mie cose. Valerie.”

Shota raggelò. “Dammelo.”

Kogane glielo porse, con un sorrisetto sulla faccia che non lasciava presagire nulla di buono. “Benvenuto nel fantastico club delle persone normali che fanno sesso.”

Shota alzò gli occhi al cielo. Cosa doveva risponderle? Avrebbe dovuto negarlo? Non erano cazzi di Kogane, in fin dei conti.

“Quindi non lo neghi?” Disse lei, portandosi entrambe le mani alla bocca. “Avete davvero scopato?”

“Non sono cazzi tuoi, Kogane. Esci da qui.”

Kogane si alzò dalla sedia senza smettere di sorridere. “Normalmente se un uomo facesse il vago, penserei che non sia successo nulla. Ma in questo caso, beh… Spero che ti sia piaciuto quanto è piaciuto a lei.”

“Levati dal—“

“Me ne vado, me ne vado,” lo interruppe lei, andando verso la porta. “Salutami la tua nuova scopamica!”

Anche dopo che Kogane ebbe chiuso la porta, a Shota restò una sensazione di disagio. Di sicuro non era finita lì.

Qualche minuto più tardi, la porta si aprì. Shota stava per insultare di nuovo Kogane, ma invece entrò Mic. “Hai un minuto? Ho lasciato Kogane.”

“Ma non mi dire.”

“Come fai a saperlo?” Gli chiese Mic, perplesso.

“È stata qui fino a cinque minuti fa. Sta dando di matto.” E la sensazione che non fosse finita lì permaneva.

Mic sospirò. “Lo so. Si è messa in testa che mi hai convinto tu. Ho provato a spiegarle che non era così, ma credo che avesse bisogno di qualcuno con cui prendersela, invece di accettare che è finita.”

“Molto matura. Hai perso proprio una bella persona.”

Suonò il telefono di entrambi. Era di sicuro un messaggio sulla chat di gruppo della classe.

Mic si sedette sul bordo del futon, nel posto che Valerie aveva lasciato libero. “Lo so, lo so, avrei dovuto farlo tempo fa.”

I due telefoni suonarono di nuovo. E di nuovo. E ancora una volta.

“Che cazzo succede?” Borbottò Mic, tirando fuori il cellulare dalla tasca. Shota gli vide sbloccare lo schermo e assumere un’espressione sconvolta. “Oh, porca puttana.”

“Che succede?”

Mic avvicinò il cellulare a Shota, in modo che potesse leggere. Kogane aveva scritto un messaggio:

 

KU: Facciamo tutti insieme i complimenti al mio Cancellino preferito @Aizawa Shota per essersi portato a letto la studentessa inglese!!! Me lo ha raccontato stamattina e sono felicissima per lui <3

 

Sotto a quel messaggio c’erano alcune risposte e continuavano ad arrivare. Un paio di persone si erano congratulate con Shota, Nemuri aveva scritto di essere tanto contenta per i suoi amici e altre si stavano chiedendo se Kogane fosse impazzita. Tra i messaggi, era ben visibile la scritta Valerie Jenkins ha abbandonato la conversazione.

Shota guardò Mic. Mic lo guardava con gli occhi sgranati. “Perché cazzo glielo hai detto?”

Non c’era tempo per rispondergli. Shota doveva subito correre da Valerie.

 

Valerie non poteva crederci. Era rimasta a fissare lo schermo ormai spento, dopo aver lasciato il gruppo.

Come aveva potuto dirlo proprio a lei? Non si era mai sentita così tradita. Non le era sembrato il tipo di ragazzo che andava a vantarsi delle sue conquiste, ma evidentemente si era sbagliata. In quel momento, però, le si era spezzato il cuore.

Poteva davvero stupirsi fino in fondo? Forse ne aveva approfittato fin dall’inizio, prima per ottenere informazioni e poi per quello.

Era un incubo. Era un cazzo di incubo, le stava succedendo di nuovo.

 

“Signori, sono davvero spiacente per quello che è accaduto a vostra figlia.”

Valerie riusciva solo a fissare il vuoto davanti a sé, mentre gli altri intorno a lei continuavano a parlare, accanto a lei ma terribilmente distanti. Era sola.

“Le scuse non cancelleranno quelle immagini che hanno fatto il giro della scuola.”

“Nostra figlia non sta più andando a lezione, l’ultima volta che si è avvicinata alla scuola ha avuto un attacco di panico. Non può andare avanti così!

“Ne sono consapevole. Non è per scusarmi che vi ho fatti venire qui. I genitori del ragazzo, per scusarsi, si sono offerti di trovare una soluzione per il prossimo anno. Conoscete il nostro programma per passare un anno all’estero?”

“Lo voglio,” disse Valerie, senza pensarci. “Voglio allontanarmi da qui.”

Tutti si voltarono verso di lei.

“Sei sicura, Val?”

Valerie annuì con forza. Voleva solo ricominciare da zero, senza dover vedere tutti i giorni persone che sapevano cose di lei che non avrebbero dovuto sapere, solo perché un idiota aveva trovato divertente l’idea di far vedere screenshot e foto private agli amici.

“Sicurissima.”

 

Dei colpi sulla porta la strapparono a quel torpore. “Valerie? Sono io, devo parlarti.”

Non si asciugò neppure le lacrime. Non le interessava se la vedeva piangere, anzi, meritava tonnellate di sensi di colpa. Si alzò e aprì la porta, guardandolo dritto negli occhi.

“Non rivolgermi mai più la parola.”

“Posso spiegarti?” Le chiese in tono di supplica, interrompendola. “Ti prego.”

“No. Nulla di ciò che dirai potrà farmi cambiare idea. Buona giornata, Aizawa.” Sottolineò il cognome con una punta di disprezzo, visto che proprio il giorno prima era arrivata a chiamarlo per nome. Poi chiuse la porta, ignorando le altre suppliche che stavano arrivando.

Sapeva che sarebbe stato uno schifo, visto che l’avrebbe dovuto vedere ogni giorno. Per questo motivo l’unico obiettivo nella settimana e mezza che seguiva sarebbe stato l’arrivare più preparata che poteva al festival sportivo.

Non avrebbe lasciato che qualcun altro la ferisse di nuovo in quel modo, mai.

 

——————————

 

Angolo dell’autrice:

Ehm… Sono successi un po’ di casini. Mi sono sentita un po’ in colpa, poveri piccini ç__ç

A questo punto posso parlarvi di quale è stata, durante la scrittura, l’evoluzione di Kogane. L’avevo creata come personaggio che DOVEVA essere positivo, ma non riuscivo proprio a digerirla fino in fondo. Quindi si è rivelata sempre di più una stronza, qui ha raggiunto l’apice XD

Per quanto riguarda la notte che hanno passato a dormire insieme, ero superincerta su cosa far succedere. Una parte di me avrebbe voluto partire con il rating rosso e tanti saluti, ma non ero convinta che fosse la cosa più sensata, considerando il loro carattere e la loro situazione.

Per il resto… Ho già detto che sono successi dei casini? XD

Mi scuso per non aver (ancora) risposto alle recensioni. Prima o poi lo faccio, è che ci tengo a farlo bene, e ultimamente sono stata più impegnata (mentalmente, soprattutto) del solito. Ma le leggo sempre e mi fanno un infinitissimo piacere. Grazie a tutti <3

Ci si rivede tra una settimana!

Krestal

   
 
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