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Autore: Lost on Mars    20/12/2018    4 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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II – LILY
 
La vostra dolce Lily
 
Ho sempre avuto la sensazione che la mia esistenza fosse in certo qual modo maledetta. L’ho capito quando a nemmeno due anni la mia magia accidentale ha bruciato le sopracciglia alla mamma, l’ho capito quando James, alla tenerissima età di cinque anni, ha cercato di affogarmi nella vasca da bagno perché stavamo giocando a mostri e pirati, e lui stava prendendo la cosa del pirata un po’ troppo seriamente, l’ho capito quando ho realizzato, con un certo orrore, che sono la prima Potter in tutta la storia dei Potter ad essere finita nella casa di Salazar Serpeverde. E lo capisco anche in questo momento, mentre sto cercando di aggiustare il naso a Scorpius per la seconda volta in questo mese, grazie al temperamento per nulla irascibile di mio fratello.
Ho sempre pensato, anche, che Albus sia il meno riuscito dei miei fratelli. Gli voglio bene, certo, ma sono sicura che debba aver presto qualche botta in testa da piccolo, oppure che la mamma mentre era incinta non abbia tenuto un comportamento saggio e soprattutto sano e che, di conseguenza, Albus sia nato con qualche problema al cervello che lo porta ad azzuffarsi alla babbana con uno dei miei migliori amici ogni due settimane.
Sospiro, mentre cerco di eseguire correttamente l’incantesimo. Certo, non sarei qui se Scorpius fosse andato in infermeria a farsi rimettere a posto la faccia dalla signorina Bell, e di certo tutto sarebbe molto più facile se non sentisse l’impellente bisogno di muovere la testa ogni tre secondi e se solo tenesse chiusa quella sua boccaccia, magri riuscirei a pensare e a non cavargli gli occhi con la bacchetta.
«Mannaggia a Merlino, Scorpius! Se non stai zitto ti schianto» sbotto, sbattendo un pugno sulla moquette verde scuro della stanza. Siamo nel suo dormitorio: i ragazzi non possono entrare in quello femminile e non mi è parso il caso di ricostruirgli la faccia in Sala Comune di fronte a tutti. Come dicevo, neanche è voluto andare in infermeria, chissà per quale ragione.
Maschi.
«Tuo fratello ha cercato di uccidermi» mi risponde di rimando.
«E ci proverò anche io se non smetti di parlare» lo minaccio nuovamente, rivolgendogli uno sguardo torvo.
«Perché non mi fai smettere tu di parlare?» chiede. Ora ha adottato un tono del tutto diverso che per mia sfortuna conosco molto bene. Sbuffo seccata e alzo gli occhi al cielo, non mi sono nuove certe frasi da parte sua, ormai penso che per lui sia diventato un gioco. D’altronde, ho scoraggiato le sue intenzioni così tante volte e in così tanti modi diversi che voglio sperare si sia definitivamente rassegnato e continui a stuzzicarmi per il semplice e puro fatto che Scorpius Malfoy, per certi versi, è più simile a mio fratello di quanto gli piaccia pensare: è un po’ sbruffone, gli piace attaccare briga con chiunque gli dia fastidio e sente sempre il bisogno di dimostrare quanto sia migliore degli altri. Ah, e sono entrambi maschi, sono limitati per definizione. È una cosa intrinseca al loro essere, non possono farci niente.
«Taci» dico ancora. È la volta buona che mi riesce l’incantesimo. Pronuncio la formula, accompagnandola con un preciso movimento della bacchetta e sento un rumore provenire dal viso di Scorpius, lui stringe gli occhi e arriccia le labbra in un’espressione di dolore, poi torna a rilassarsi e con le dita va a tastarsi il naso. È ancora un po’ sporco di sangue, ma non sembra che gli faccia più male.
«Come va?» gli chiedo allora.
«Benissimo» mi risponde, mentre continua a toccarsi la faccia. Poi mi guarda come se volesse dirmi qualcosa e io aspetto, perché so quanto sia difficile per questo zuccone di Scorpius Malfoy ringraziare le persone. «Grazie, Lily.»
«Non c’è di che» gli rispondo, abbozzando un sorriso. Gli passo dei fazzoletti umidi per pulirsi dai residui di sangue che gli sono rimasti sotto le narici e lui alla loro vista aggrotta la fronte. Sospiro. «Lascia stare, faccio io.»
Gli pulisco il viso e mentre lo faccio i suoi occhi chiari mi indagano come al solito, forse cercano di capire se riuscirò mai a provare qualche sentimento diverso dal semplice affetto che si nutre per un amico, anche se spero vivamente che sia pensando ad altro. Nonostante spesso e volentieri ci scherziamo sopra, mi reca un certo senso di disagio pensare che Scorpius potrebbe davvero essere interessato a me. Insomma, no!
Quando ho finito, butto il fazzoletto sporco per terra, chiedendomi dove sia un cestino per buttarli. Scorpius sembra leggere i miei pensieri e li raccoglie, alzandosi poi di scatto per andare in bagno. Immagino che li abbia gettati lì. Mentre lui è nella stanzetta adiacente mi alzo anche io, lisciandomi la gonna della divisa.
«Bene» dico, quando mi ritrovo di nuovo Scorpius davanti. Incrocio le braccia al petto. «Adesso vuoi dirmi perché Albus ti ha preso a pugni nel bel mezzo del corridoio?»
Lui sospira e si siede sul suo grande letto a baldacchino, io decido di rimanere in piedi, ma poi mi fa cenno di sedermi accanto a lui. Senza protestare inutilmente, mi avvicino e mi accomodo sul materasso, in attesa di una risposta.
«Potrei avergli fatto capire cose che non esistono solo per rispondere ad una cosa che mi aveva detto e per provocarlo» mi dice. «Insomma, tu sai quanto io adori vederlo andare su tutte le furie. È il mio passatempo preferito!»
«Sì, ma chissà perché ogni volta finisce per prenderti a pugni e poi sono io quella deve riaggiustarti la faccia» gli dico, con un velo d’ironia a coprire il mio tono amareggiato. Non ho chiesto io che mio fratello e Scorpius diventassero nemici giurati, anzi, mi sarebbe piaciuto poter stare con entrambi allo stesso momento, ma dato che ci tengo alla mia incolumità e soprattutto alla vita di entrambi, per il bene comune è meglio non farli stare per troppo tempo nella stessa stanza.
«Perché stavolta penso di averlo fatto incazzare» mi spiega Scorpius. E adesso mi preparo psicologicamente per ascoltare la colossale stronzata che avrà sparato in presenza di Albus per farlo reagire in quel modo. Non nascondo che a volte mio fratello sa essere particolarmente violento per nessun motivo apparente, e sa essere anche abbastanza cattivo quando ce l’ha  con qualcuno, ma so che Scorpius non è una persona che si fa mettere i piedi in testa e che, sicuramente, una parte di colpa ce l’ha anche lui, in tutto questo macello.
«Sì, ma devi capire che è tutto partito da lui. Lui ha insinuato che io fossi talmente sfigato che l’unica ragazza al mondo che potrebbe mai starmi intorno è Clemence, mentre sia io, sia tu che tuo fratello sappiamo che è ben altra la verità.»
Mi trattengo dall’alzare gli occhi al cielo per l’ennesima volta nelle ultime due ore. Sì, sappiamo tutti benissimo qual è la verità: è che persino uno scaldabagno sarebbe fisicamente attratto da Scorpius, se lui si mettesse lì a fargli qualche moina e gli occhi dolci. Ho, oggettivamente, un amico con una bellezza al di fuori del normale. Scorpius ha dei capelli biondi folti e sempre in disordine, gli occhi chiari, di un grigio brillante, e un sorriso accattivante perennemente stampato in faccia. Ad esser bello è bello, ed è anche costantemente circondato da ragazze. Albus non aveva proprio niente da dirgli, per tirare fuori una cosa del genere.
«E tu cosa hai fatto?» gli chiedo io. Ancora non so la risposta che ha fatto innescare la rabbia di mio fratello e, onestamente, ho paura ad ascoltarla.
«All’inizio niente, poi ci ho pensato sopra mentre Rüf spiegava e dopo la lezione potrei avergli detto che tu non trovavi esattamente così insopportabile stare con me e…»
«Scorpius» inizio immediatamente, impedendogli di finire la sua frase. Penso di aver già capito tutto e la cosa non mi sta piacendo per niente. Oh no, lui non ha idea della bomba che presto esploderà su tutte le nostre teste. Non ne ha la più pallida idea. «Hai per caso fatto capire a mio fratello che io e te siamo insieme?»
«Beh, io…»
Non c’è bisogno che mi risponda. Quando non sa cosa dire generalmente la risposa è sì. E quando non sa cosa dire, generalmente riconosce di aver sbagliato, e sempre generalmente io dovrei rintanarmi nel mio angolo di razionalità a trovare una soluzione per il disastro che tra poco si abbatterà su tutti noi. Ma in quel momento non riesco a formulare pensieri concreti, così riciclo quelli che ho già avuto.
«Quindi ora Albus crede che noi stiamo insieme» ripeto, guardandolo sconcertata.
«Credo di sì. Ma che importa?» mi chiede,  cercando di fare un sorriso innocente che di innocente non ha proprio niente. E ora nella mia mente si profilano due possibilità: in qualsiasi caso, dovrei prepararmi psicologicamente per il Discorso che Albus verrà a farmi e alle conseguenti lettere che arriveranno preoccupate da parte di tutti i membri adulti della mia famiglia, se questa innocente menzogna si venisse a sapere, ma a questo punto potrei negare tutto fino al mio ultimo respiro, oppure, potrei mandare avanti le folli convinzioni di Albus.
Mi si accende un luccichio negli occhi e senza accorgermene piego la bocca verso l’alto in un espressione che non deve avere nulla di buono, perché Scorpius mi sta guardando e sembra essere molto preoccupato.
«Lily?» mi richiama, scuotendomi per un braccio. Mi giro immediatamente verso di lui mentre mi chiedo ancora se sia giusto dirgli quello che sto per dirgli. Pensandoci, una cosa del genere potrebbe porre la parola fine una volta per tutte all’astio che intercorre tra mio fratello e Scorpius, potrebbe portarli ad avere un rapporto umano, civile, che non comprenda fatture e pugni ogni volta che si rivolgono la parola.
«Scorpius» gli dico io. «Quanto sei bravo a recitare?»

 
«Chi sa dirmi gli ingredienti principali della bevanda della pace?»
Ad ogni parola che dice, sembra che Lumacorno debba esalare il suo ultimo respiro. Non che ci sia da sorprendersi, se alla veneranda età di centoventicinque anni ci si ritrova ad insegnare ad un esercito di adolescenti. Ciononostante, a me il vecchio Luma è sempre piaciuto e io sono sempre piaciuta a lui. La mia mano scatta in alto prima di quella smorfiosa di Lucinda Ackerman, che crede di essere la pozionista più famosa del mondo, tanto lo so che Lumacorno darà a me la parola e non a lei. D’altronde, a differenza di Lucinda-so-tutto-io, faccio anche parte del Lumaclub. È stato strano, l’anno scorso, quando sul treno ho ricevuto l’invito da parte del professore. Insomma, sapevo cos’era il Lumaclub e sapevo anche che avrei probabilmente dovuto aspettarmelo, dato il mio cognome, ma a lungo andare ho scoperto che non è niente di così entusiasmante. L’unica cosa che rende le cene e le festicciole organizzate da Lumacorno sopportabili, è la presenza di Scorpius. E anche quella di mio fratello, quelle poche volte che si degna di presentarsi, cosa che a mio avviso per lui sarebbe molto vantaggiosa:  non brilla per particolare bravura con le pozioni e non capisce che partecipando agli eventi di Lumacorno potrebbe far lievitare la sua media, specialmente in vista dei M.A.G.O., ma ormai ho rinunciato a farglielo capire. Credo di averlo fatto qualche mese fa, durante l’estate, quando mi ha detto testuali parole: “Io e Malfoy alla stessa festa, che condividiamo lo stesso cibo e la stessa aria? Lumacorno sarà costretto a chiudere il club per sempre.”
Ragion per cui, la situazione attuale è che Albus si presenta solo quando io gli assicuro che Scorpius non ci sarà.
«Sì, Lily?» La voce di Lumacorno mi riporta alla realtà e io faccio mente locale per una frazione di secondo, prima di rispondere.
«Pietra di luna, biancospino, sciroppo di elleboro, giunchiglie strombazzanti, tiglio e valeriana» dico velocemente, elencando alla perfezione gli ingredienti della pozione.
«Esattamente, dieci punti a Serpeverde» esclama il professore, soddisfatto della mia risposta. Tuttavia, nemmeno un secondo dopo sento una fastidiosa voce tossire nel modo più finto possibile. Non ho bisogno neanche di girarmi per capire chi è.
«Signorina Ackerman?» fa poi Lumacorno, volgendo lo sguardo da qualche parte dietro di me. Come previsto, è quella saccente di Lucinda che deve dire la sua ad ogni costo. Voglio proprio vedere cosa tirerà fuori adesso, non ho dimenticato nessun ingrediente, la mia elencazione era a dir poco impeccabile.
«La pietra di luna s’intende polverizzata e non va inserito direttamente il tiglio, ma il suo infuso» precisa.
«Oh, beh, è vero» borbotta Lumacorno. «Cinque punti a Corvonero per la precisazione della signorina Ackerman.»
Almeno non le ha dato tanti punti quanto me, una magra consolazione. Non devo farmi distrarre da lei. Lucinda Ackerman deve essere l’ultima delle mie preoccupazioni, è solo gelosa perché io sono la studentessa preferita di Lumacorno, faccio parte del suo club e l’anno scorso sono stata promossa con un voto in più di lei. È ovvio che il suo obiettivo sia quello di spodestarmi, ma non ci riuscirà affatto. Io sono Lily Potter e chiunque in questa scuola dovrebbe sapere che chi si mette contro me, ha i giorni contati. Ma per Lucinda farò un’eccezione, perché ho cose più importanti a cui pensare.
Devo ancora convincere Scorpius della genialità del mio piano. Ieri quando gliene ho parlato non mi è sembrato molto convinto: dopo aver tirato fuori una delle sue solite battute dicendo che fingere di stare insieme avrebbe comportato anche diversi scambi di effusioni in pubblico, ha detto che per quanto l’idea lo attirasse, non voleva rischiare la vita per colpa di Albus. Ho dovuto dargli ragione almeno in parte. A pensarci bene, a me non attira per niente l’idea di dover limonare con Scorpius in Sala Grande, e inoltre, Merlino solo sa come potrebbe reagire Albus.
“Albus finirà per uccidere Scorpius in ogni caso.”
Odio la mia coscienza, ha sempre così ragione! Penso che il mio piano sia stupido e che non riuscirà mai a portare al risultato sperato. Se facciamo finta di stare insieme, Albus diventerà una belva feroce capace di sbranare chiunque entri a far parte del suo spazio vitale, se ci comportiamo come al solito, si struggerà notte e giorno per scoprire la verità e solo adesso mi rendo conto di quanto quest’ultima prospettiva possa essere divertente e soprattutto più utile al mio scopo. Devo assolutamente lasciarlo nel dubbio più assoluto, e qualora venisse a chiedermi informazioni, rispondere nel modo più vago possibile e, perché no, fare addirittura affermazioni ambigue. Oh, Albus imparerà a non giudicare un libro dalla copertina, proprio come non l’ho fatto io. L’inimicizia tra lui e Scorpius finirà e, finalmente, non sarà più necessario togliere tempo all’uno per stare con l’altro e potrò vivere una vita serena, come qualsiasi quindicenne che si rispetti merita di vivere.
Torno con la testa nell’aula di pozioni solo quando noto che i miei compagni si stanno alzando e stanno cominciando a tirare fuori calderoni e ingredienti. La cosa si fa ancora più strana quando Lucinda Ackerman si para di fronte al mio banco con la sua solita espressione scocciata. È odioso persino il modo ridicolo con cui si acconcia ogni santo giorno i capelli, con uno chignon così tirato che credo si ritroverà calva tra non molti anni.
 Anzi, me lo auguro.
«Che vuoi, Ackerman?» le chiedo stizzita e soprattutto infastidita dalla sua presenza.
«Mi duole distoglierti dai tuoi pensieri, ma Lumacorno ci ha messe in coppia per preparare la pozione di oggi» mi risponde, incrociando le braccia al petto. «Non ci tengo a farmi rovinare la media dal tuo essere nullafacente.»
Io serro le labbra in una smorfia infastidita e maledico l’esistenza di Lucinda Ackerman con tutte le mie forze.
 

Se c’è qualcosa al mondo che odio più delle scope volanti, quella cosa sono gli spinaci. Il fato ha voluto che per cena, dopo la brodaglia che hanno osato chiamare zuppa di carne e verdure, ci fosse una misera porzione di pollo accompagnato per contro da una generosa quantità di spinaci. Kelsey alla mia sinistra ha appena esclamato «Guardate, c’è del pollo nei miei spinaci!» facendo ridere alcune persone sedute di fronte a lei. Davanti a me, Alec sta cercando di spiegarmi perché sia assolutamente inaccettabile il fatto che la nuova Nimbus 2500 non sia ancora entrata in commercio, come se non sapesse che a me tutto ciò che riguarda il Quidditch non interessa, e alla fine, Scorpius, seduto alla mia destra mi chiede se mangio gli spinaci, do una veloce occhiata al suo piatto e lo noto spaventosamente vuoto. Ma per quale motivo sono amica di queste persone?
«No, prendili pure» dico annoiata, allungandogli in mio piatto. Scorpius mette il mio piatto direttamente sopra il suo e comincia a divorare quella sottospecie di pianta a mio avviso peggiore del veleno con una voracità che mi lascia a bocca aperta.
«Chiudi la bocca o entreranno le mosche» mi prende in giro Alec, dandomi un leggero calcio da sotto al tavolo. Il mio sguardo si sposta da Scorpius a lui e lo sa che in questo momento gli taglierei volentieri la lingua. Alec non fa altro che sperare nel prossimo matrimonio mio e di Scorpius da ormai due anni. Ogni tanto si ritrova in combutta con Kelsey. Ha avuto tutto inizio quando, al mio terzo anno, hanno provato ad organizzarci un appuntamento a sorpresa ad Hogsmeade che si è concluso con Scorpius che ha passato metà del tempo all’Emporio del Quidditch e con me che, dopo aver aspettato la bellezza di cinque, lunghissimi minuti fuori da quel negozio maledetto, me ne sono andata ai Tre Manici di Scopa a fare scommesse con Hugo e a farmi offrire da bere e da mangiare perché, ovviamente, le ho vinte quasi tutte io. Dopo quell’episodio, io e Scorpius non ci siamo parlati per tre giorni: lui troppo offeso perché non lo avevo aspettato e io decisamente oltraggiata perché aveva preferito il Quidditch alla mia compagnia. Poi abbiamo fatto pace e ci siamo ripromessi di non uscire mai più da soli per andare ad Hogsmeade, da quel momento in poi, lui si è sempre portato dietro Alec e io andavo a braccetto con Kelsey. Siamo diventati un bel gruppo, nonostante io e Kelsey siamo di due anni più piccole rispetto agli altri due.
«Lily» mi richiama la mia amica, attirando la mia attenzione. «Robinson e Nott non fanno altro che parlare del pugno micidiale che si è beccato Scorpius questa mattina. Ne sai qualcosa?»
«So che mio fratello è un idiota» rispondo, senza girarci troppo attorno. «E che Scorpius è più idiota di lui.»
«Come mai non vedo lividi su quel visino perfetto?» continua Kelsey, alzando un po’ di più la voce per farsi sentire anche da Scorpius e Alec. Quest’ultimo ridacchia tra sé e sé, per poi infilarsi in bocca un pezzo di mollica di pane. Prima che io possa dire qualsiasi cosa per smontare le già evidenti teorie che stanno prendendo vita nella testa dei miei amici, Scorpius risponde, confermandomi per la millesima volta in cinque anni, il suo innato talento dell’essere inopportuno.
«Oh, Lily mi ha rimesso a posto il naso subito dopo» dice, per poi tornare a mangiare i suoi amati spinaci.
«Da quando sei diventata una mini infermiera?» mi chiede Alec, dopo aver deglutito. Lo guardo male, anzi, malissimo.
«Da quando Albus ha rotto il naso a Scorpius la prima volta» risponde rapidamente Kelsey. «Mi chiedo cosa gli abbia fatto per meritarselo.»
E adesso, devo assolutamente precedere Scorpius.
«Le solite cose. Scorpius da aria alla bocca, Albus si arrabbia e lo prende a pugni. Solita routine.»
«Sarà» commenta Alec, poco convinto. «L’ultima volta mi pare di ricordare che sia stato per la partita.»
«No, Alec» interviene subito Kelsey. «Scorpius lo ha accusato di spiare i vostri allenamenti.»
«Ha spiato i nostri allenamenti» conferma Scorpius, ma Kelsey lo ignora e torna a rivolgersi ad Alec.
«E la volta prima ancora credo gli abbia detto di essere estremamente patetico, narcisista e di scendere dal piedistallo» continua la mia amica. Vedo Alec annuire e a questo punto sono decisamente confusa: come è possibile che si ricordino alla perfezione tutti i motivi per cui Scorpius e mio fratello si sono azzuffati? Scommetto che Alec saprebbe riportare per filo e per segno addirittura il primo litigio che abbiano mai avuto, durante il primo anno ad Hogwarts. Non è possibile! Mi chiedo ancora una volta che razza di amici io abbia e perché, soprattutto, continui a passare il mio tempo con loro. Sospiro. Gli amici sono come la famiglia, piombano nella tua vita senza che tu possa effettivamente sceglierli e poi ti ritrovi a doverli accettare così come sono. Credo di doverlo fare anche io: alla fine, ci conosciamo da cinque, lunghissimi anni.
«Davvero, Lils» mi dice Alec. «Dicci cosa è successo questa volta, siamo curiosi!»
«Non è importante» rispondo risoluta, sperando che capiscano. Per nessuna ragione al mondo questi due pazzi visionari dei miei amici devono venire a conoscenza delle parole di Scorpius, o sarebbero capaci di tormentarmi per il resto della mia vita, oppure mi ritroverei incastrata in qualche appuntamento sgradito prima di subito.
Ovviamente, Scorpius, che come ho già detto ha uno specifico talento ed è quello di essere inopportuno e di parlare quando non dovrebbe farlo, decide che è loro diritto saperlo, per fargli fare quattro risate.
Così a caso.
«In realtà è divertente!» esclama, mentre mi guarda e ride. Neanche rispondo, non voglio sprecare energie per evitare l’inevitabile, ossia  l’imminente presa per il culo che perdurerà fino al giorno del mio diploma.
«Ti ascoltiamo» dice Kelsey, con una luce preoccupante negli occhi. Anche Alec si è avvicinato col busto a me e Scorpius e tiene il mento poggiato su entrambe le mani come se fosse una ragazzina di undici anni che ascolta i pettegolezzi delle ragazze più grandi in Sala Comune.
«Potter ha osato mettere in dubbio la mia bella presenza e il mio successo con le ragazze, quindi potrei avergli fatto credere che nostra dolce Lily la pensi diversamente a riguardo» dice, e sembra anche molto soddisfatto mentre parla.
Maledetto e stupido. Non sa che questa mattina ha firmato la sua condanna a morte. E probabilmente anche la mia, che tuttavia non avverrà per mano di Albus, bensì a causa delle battute di Alec e delle continue allusioni e frecciatine di Kelsey. Difatti, non appena Scorpius finisce di parlare, lei emette un sospiro sorpreso e si porta entrambe le mani davanti la bocca, mentre Alec inizia a ridere sguaiatamente, attirando l’attenzione di qualche nostro compagno di casa e di qualche Corvonero alle sue spalle. Grandioso, come se servisse anche il pubblico per il meraviglioso teatrino che sta per andare in scena.
«E la nostra dolce Lily» inizia Alec, prima rimarcando il modo in cui Scorpius mi ha chiamata e poi riservandomi un’occhiata che di rassicurante ha ben poco. «Come la pensa a riguardo?»
Lo sto guardando come per chiedergli di quali problemi abbia sofferto da piccolo e sento una fastidiosa vocina nella mia testa che mi dice di mantenere la calma e di non affatturarlo proprio qui in Sala Grande, nel bel mezzo della cena, dove tutti i professori possono vedermi e assegnarmi ognuno una punizione diversa.
«La vostra dolce Lily» dico allora io. Se vogliono giocare, io di certo non mi tiro indietro. «Non pensa un bel niente a riguardo. È inutile che provi anche a pensare qualcosa, perché Scorpius finirà al San Mungo prima di quanto creda, se continua a provocare mio fratello per ogni singola stronzata. E il San Mungo è così lontano da Hogwarts…»
«Me la stai tirando?» mi chiede Scorpius, fingendosi offeso.
«Anche se fosse?» faccio io di rimando e lo sfido con lo sguardo.
«Se così fosse, ne rimarrei profondamente ferito» risponde.  «Ma come, io combatto per te e tu non mi mostri nemmeno un briciolo di riconoscenza?»
«Devo ricordarti chi ti ha rimesso a posto la faccia oggi?» gli chiedo ancora.
«E ti ho già ringraziato per quello» mi dice Scorpius. «Ma se preferisci, posso ringraziarti in altri modi…»
Solo adesso mi accorgo di tre cose.
Io e Scorpius stiamo parlando a voce troppo alta e stiamo dando spettacolo perché vedo troppi occhi puntati su di noi; questa è la cosa più ambigua che mi abbia mai detto da quando lo conosco; Kelsey si è fatta scappare una sottospecie di urletto molto imbarazzante e Alec sta coinvolgendo metà tavolo Serpeverde in un coretto che mi pare stia intonando la parola “bacio” un po’ troppe volte.
E di nuovo, mi chiedo perché sono ancora amica loro.
 
Ciao! Eccoci al secondo capitolo. È stata una settimana molto travagliata, tra influenza, università e altre cose, ma sono sopravvissuta abbastanza da poter aggiornare xD Questo è dal punto di vista di Lily, prima Serpeverde di tutto l'albero genealogico Potter. Purtroppo Lily Luna in Serpeverde è un mio chiodo fisso, dal quale non mi staccherò mai, voi ce la vedete? Ho intrdotto anche due nuovi personaggi: Alec (già visto anche nello scorso capitolo) e Kelsey, amica e compagna di stanza e di corso di Lily. Ringrazio infinitamente Gin24 che ha recensito lo scorso capitolo, e tutti coloro che hanno messo la storia nelle seguite. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo capitolo, vi aspetto :3
Un bacio
Mars

 
   
 
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