Anime & Manga > Altro - anime/manga vari
Segui la storia  |       
Autore: inu_ka    21/12/2018    5 recensioni
[Kakuriyo no yadomeshi]
[Kakuriyo no yadomeshi]Il dio Inari scompare misteriosamente. La sua scomparsa avviene nell'imminente evento del festival, i suoi templi principali rimangono scoperti, l'affluenza di fedeli e visitatori è particolarmente consistente e le kitsune del dio non sono all'altezza della situazione. In sostituzione del dio, vengono convocate tre potenti kitsune che verranno inviate nei tre templi principali del dio Inari, inoltre si verrà a conoscenza dell'esistenza di un altro Reame, il "Reame Nascosto", a loro del tutto sconosciuto. Le tre kitsune saranno all'altezza del compito? Riusciranno a trovare il dio Inari? E cosa sarà questo misterioso Reame Nascosto?
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Odannā continuava a riflettere se rivelargli la verità, ma dopo un po’ giunse alla conclusione.
- Voglio fidarmi di te. - Confessò l’Oni.
- Non ne farò parola con nessuno. - Lo rassicurò Ginji.
- Credo che tu abbia già capito che amo Aoi. La amo perché è diversa da qualsiasi umano e youkai, lei ha una forza interiore mai vista in vita mia, inoltre, cucina divinamente e il suo cibo è in grado di curare qualsiasi essere vivente. Lei non è a conoscenza del suo potere, ma gli youkai lo conoscono bene, molti di loro lo bramano, e per ottenerlo sono disposti a divorarla. Nel Reame Nascosto, Aoi è molto famosa, e negli ultimi tempi sta diventando difficile contrastare quei parassiti. Spesso tentano di uscire per andare nel regno degli umani e, ora più che mai, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile per bloccarli, e questo include il tuo, Ginji. - Raccontò l’Oni, con tono preoccupato.
- Vi darò tutto l’aiuto di cui avrete bisogno. Dimmi, da quanto va avanti questa situazione? - Domandò Ginji incuriosito.
- La questione va avanti da tempo, ma nell’ultimo anno sembra sia peggiorata. Si è aggravata al punto, che l’ultima volta, abbiamo avuto bisogno dell’aiuto di Inari. - Rispose Odannā.
- La scomparsa del nostro dio potrebbe essere collegata a questo? - Chiese timoroso il Kyūbi.
- Potrebbe. Ricordo che era stato ferito. Abbiamo cercato di aiutarlo, ma lui ci ha respinti dicendo che andava tutto bene, ma da quel giorno lo abbiamo visto sempre meno, finchè il dio supremo non ci ha contattato per avvisarci del vostro arrivo. - Replicò Odannā. - Gli youkai, che tentano l’impresa, diventano sempre più forti ma, per il momento, io e Ranmaru riusciamo ancora a respingerli. Non possiamo informare Aoi, altrimenti la metteremmo ancora più in pericolo. Per lei, venire a conoscenza del suo potere, sarà ancora più pericoloso perché la sua forza potrebbe risvegliarsi del tutto, e questo attirerà youkai ancora più potenti, che per il momento non hanno interesse per lei. - Continuò sempre più preoccupato.
- Se non sbaglio, Aoi non è a conoscenza dell’esistenza di noi youkai. Perché vorresti sposarla? - Lo interrogò il Kyūbi.
- Perché la amo, e voglio proteggerla. La difenderò a costo della mia stessa vita. - Proclamò l’Oni.
- Però se la sposi, sarai costretto a rivelare la tua vera natura. Non vorrai mica nascondere il tuo vero io in eterno? -
- Ci sto pensando da tempo, ed è per questo motivo che non mi sono ancora fatto avanti. Per il momento, mi limito a sorvegliarla. - Disse Odannā, soddisfacendo in parte la curiosità del Kyūbi.
- Perché mi ritieni una minaccia? - Richiese Ginji, cercando di arrivare al vero motivo della conversazione.
- Mi dispiace aver reagito in quel modo. - Si scusò. - E’ a causa di quello che è accaduto a Miketsukami, ho avuto paura. Temevo che una cosa del genere potesse capitare anche a te e, come ti ho detto prima, il potere di Aoi aumenterà a dismisura se venisse a conoscenza della sua forza e del mondo degli youkai. Il fatto che tu stia vicino a lei per così tanto tempo, mi fa vivere con quest’angoscia. - Disse, confessando i suoi timori.
- Io non intralcerò i tuoi piani. Però, perché lei dovrebbe sposare proprio te? Insomma chi dice che lei ti accetterà? - Ribadì Ginji.
- Lei mi sceglierà perché sono un Oni molto affascinante e, in qualsiasi regno, non esiste una creatura più bella di me. - Disse pavoneggiandosi.
Ginji lo guardava interdetto; davvero quello era lo stesso Oni con cui aveva parlato poco fa? Lui lo aveva visto molto preoccupato e insicuro, mentre adesso era spavaldo e sicuro di sé.
- Ehi, non guardarmi in quel modo, stavo solo scherzando. Non sono sicuro che lei mi accetterà, e temo che conoscendo la mia vera natura possa anche finire la nostra amicizia, sono sicuro che lei lo riterrà un tradimento alla sua fiducia. D’altro canto, spero che lei mi accetti, non solo per ricambiare i miei sentimenti, perché, in questo modo, nessuno sarà così stupido da attaccarla. In tutti i regni, sono conosciuto come il “dio Oni”, tutti mi ritengono una creatura malvagia e spietata con chi mi ostacola, e l’ira della mia stirpe non ha eguali. Sono passati circa mille anni dall’ultima volta che un mio antenato ha scatenato la sua furia su questa terra, infatti, nemmeno io conosco il vero potere della mia casata, comunque se lei sarà mia sposa, nessuno la toccherà nel timore di scatenare l’ira funesta di un Oni. - Raccontò, chiarendo le idee al suo amico.
Ginji, ora che Odannā glielo aveva raccontato, ricordava di aver letto nei testi antichi il mito della furia dell’Oni. Rammentava la pelle d’oca che gli era venuta studiando quella storia, in mente gli venivano anche le illustrazioni di quel libro, anche se Odannā era molto diverso dal demone raffigurato.
Il mito narrava di un Oni che viveva in un maestoso castello, dove vi era un limpido laghetto sulla cui superficie galleggiavano degli splendidi fiori di loto, intorno era circondato da alberi di sakura che, grazie al potere demoniaco dell’Oni, erano perennemente in fiore. Un giorno, una bestia del fulmine, per puro divertimento distrusse il giardino. L’Oni, udito il frastuono, uscì, e vide la distruzione che aleggiava intorno a lui. Lo youkai iniziò a infuriarsi, ma la sua ira divenne funesta quando, tra gli alberi di sakura in fiamme, scorse la figura della sua amata che teneva in grembo il loro secondogenito e, accanto a lei, vi era il corpo esamine del suo primogenito. L’ira nefasta dell’Oni si riversò sulla bestia del fulmine che lo disintegrò, ma questo non fu sufficiente a placarlo, e distrusse intere regioni per tentare di lenire il dolore delle sue perdite. Quando giunse in un villaggio, mentre si apprestava a distruggere una piccola casa, scorse l’esile figura di una ragazza che teneva in mano un bento. La ragazza porse il cibo al malvagio Oni. Il demone, incuriosito dallo strano comportamento di quella fanciulla, prese il dono, e lo mangiò. Dopo il pranzo, voleva distruggerla ma, improvvisamente, una strana forza si irradiò nel suo corpo, placando la sua ira. L’Oni, domato, decise di portarla con sé e, insieme, andarono a vivere su una montagna sperduta, generando, così, la stirpe degli Oni di cui faceva parte Odannā.
- Odannā, tempo fa, ho letto qualcosa riguardo l’ira di un Oni, ma tu saresti davvero capace di mietere tanta distruzione? - Domandò il Kyūbi, lievemente impaurito.
- Ginji, consapevolmente non ne sarei mai capace, ma purtroppo il potere di un Oni è una maledizione. - Rispose desolato.
- Perché? -
- Perché un Oni non può placare la sua ira. Quando questa si scatena, l’Oni perde il controllo di sé, è come se una forza si impossessasse di lui facendogli compiere azioni spietate. Raramente l’Oni sopravvive dopo aver scatenato la sua furia, perché questa lo porta ad agire finchè il corpo non viene disintegrato per le ferite e gli stenti a cui è sottoposto e, se l’Oni riacquista il controllo di sé, spesso si toglie la vita per il peso della colpa dei suoi crimini. - Confessò Odannā, sempre più disgustato da questa storia.
- Però, se è vero quello che ho letto, una ragazza riuscì a placare l’ira dell’Oni e, insieme ad egli, diede inizio alla tua stirpe. - Disse il Kyūbi.
- Sì. Quella ragazza era un’antenata di Aoi. Lei era già sposata ma il suo sposo l’aveva abbandonata, quando aveva scoperto che il suo discendente sarebbe stata una femmina. La bambina è stata cresciuta dai genitori di sua madre, lei non voleva costringere sua figlia a vivere tra le montagne. -
- Perché ha abbandonato sua figlia e ha seguito l’Oni? Non è un comportamento da madre. - Dichiarò Ginji, perplesso.
- Era una grande donna. Nonostante la sua giovane età, è riuscita a prendere delle decisioni davvero importanti. Ha seguito l’Oni, non per amore; lo ha fatto per salvare la sua bambina. Lei ha placato il demone, per difendere il mondo dove viveva sua figlia, ha seguito il mio antenato per tenerlo sempre sottocontrollo, così da impedirgli di distruggere altri posti. Ha lasciato sua figlia dai suoi genitori perché non voleva condannarla a vivere in solitudine, voleva darle la vita che tutte le persone normali conducevano. Inizialmente, la donna non amava il mio antenato ma, con gli anni, gli si era molto affezionato, e per lei era diventato la persona più importante, dopo sua figlia. - Terminò Odannā.
Ginji per poco non pianse a quella storia. Era stato colpito da quella donna che aveva giudicato male. Per amore di sua figlia aveva sacrificato la sua felicità, anche se col tempo, pure lei aveva avuto un’esistenza rosea accanto all’uomo della sua vita.
Ginji era geloso di quella bambina, anche lui avrebbe voluto una madre così amorevole, invece, lei era interessata solo a prevalere sugli altri, costringendo suo figlio ad essere sempre un passo avanti agli altri, affinché lei potesse pavoneggiarsi con le sue amiche.
- Odannā, ora mi è tutto chiaro. Ti sono grato per la fiducia che hai avuto in me. - Ringraziò il Kyūbi.
- Sento che posso fidarmi di te. Non volevo che un segreto minasse la nostra amicizia. - Disse sorridendo l’Oni. - Ora ti sarà più facile comprendere l’atteggiamento che ho avuto in precedenza. -
- Ora più che mai non ti intralcerò, però permettimi di continuare a lavorare al Moonflower, la cucina è sempre stata la mia più grande passione. - Confessò il Kyūbi, leggermente imbarazzato.
- Certo che potrai continuare a lavorare lì, anzi, sarò più tranquillo sapendo che, accanto a lei, c’è qualcuno che la protegge in mia assenza. - Ribadì l’Oni, poggiando una mano sulla spalla del Kyūbi. - Comunque, anche se Aoi non avesse avuto questo potere, lei sarebbe stata lo stesso mia. Non farle la corte. - Replicò l’Oni, fulminando l’amico con gli occhi.
Ginji scoppiò in una fragorosa risata, era troppo divertente vederlo in preda a una gelosia quasi adolescenziale.
 
Dopo questa lunga chiacchierata, i due tornarono nella locanda trovando una scena degna di un film horror.
Tutti, ad accezione di Ranmaru, erano stramazzati sul pavimento. Alcuni avevano del vino rosso sui vestiti che sembravano delle macchie di sangue, stessa cosa valeva per il pavimento. La scena sembrava davvero lo scenario di un omicidio, dove vi erano corpi stesi sul pavimento e, vicini ad essi, si trovava il loro assassino, in questo caso, si trattava di Ranmaru.
- Ora come faccio a portarli a casa? - Domandò Ginji, sbalordito.
- Puoi lasciarli qui. Li porteremo in una delle stanze della locanda. - Propose Odannā.
- Domani abbiamo i nostri lavori nel mondo umano. - Ribadì Ginji, affranto.
- Li sveglieremo all’alba, non preoccuparti. - Lo rassicurò Ranmaru.
- Va bene. Odannā, occupati principalmente di Miketsukami. Il suo mestiere, come sai, è il guardiano, e la sua protetta la mattina lo aspetta per essere accompagnata a scuola. - Si raccomandò il Kyūbi. - Ranmaru, però avresti potuto fermarli. - Disse deluso dalla situazione.
- Ginji mi ero assentato un attimo, perché il receptionist mi aveva chiamato per occuparmi di un cliente al posto di Odannā, che era impegnato con te. - Si giustificò il komainu.
- Non preoccuparti, tra qualche ora i tuoi colleghi saranno operativi. - Lo rassicurò Odannā. - Ho i miei metodi. - Concluse con tono sadico.
- Ok, ci vediamo domani, sempre se Miketsukami sopravvive all’ira funesta di Ririchiyo. Lei non transige su certi comportamenti. - Dissi Ginji, salutando i due locandieri.
 
Ranmaru e Odannā, decisero di accompagnare il Kyūbi fino all’uscita del Reame Nascosto per poi dirigersi verso il Tenji-ya.
- Odannā, hai parlato con Ginji della questione di Aoi, vero? - Chiese il komainu.
- Sì, ma non sono stato del tutto sincero. - Rispose Odannā.
- In che senso? - Domandò perplesso Ranmaru.
- Mi sono mantenuto sul vago, ho raccontato della situazione di Aoi, ma non gli ho detto niente della profezia de “La pallida luna dalle nove code”. - Spiegò l’Oni.
- Ora bisognerà tenerlo d’occhio, quella profezia potrebbe riferirsi a lui. - Rammentò preoccupato il demone cane.
- Non è detto. I Kyūbi non sono gli unici youkai dalle nove code. Non sappiamo nemmeno se le nove code siano in senso letterale o metaforico, per questo non gli ho parlato della profezia. - Replicò Odannā.
- “Quando, allo scadere del centesimo anno, la pallida luna splenderà alta nel cielo stellato, intorno ad essa si irradieranno nove code, rendendola simile a un sole spento. I raggi si staccheranno da essa e piomberanno su una giovane fanciulla vergine dall’immenso potere, divorandola, e spargendo il sangue di numerose vittime innocenti, finchè, un nobile Oni dalle corna bianche, metterà fine al massacro, raggiungendo insieme alle nove code il regno dei morti.” - Concluse Ranmaru.
- Ranmaru conosco bene la profezia ma, come hai detto prima, essa parla di “nove code”, non dice esplicitamente una bestia o una volpe dalle nove code. Per ora, l’unica cosa certa, è che sarà compito mio mettere fine all’esistenza di queste nove code, dato che descrive le caratteriste di un Oni. - Enucleò Odannā.
- Chi dice che si riferisce a te? Tu non sei l’unico Oni esistente su questa terra. - Replicò il komainu.
- Parla di un nobile. La mia famiglia è una stirpe di nobili, io sono l’unico in vita, gli altri sono semplici Oni, non hanno niente a che fare con la nobiltà e, poi, non metterebbero mai a rischio la loro vita. La maggior parte di loro sono vigliacchi e vivono nell’ombra, si cibano solo dei poveri viandanti che capitano inconsciamente nei loro territori. - Disse sicuro. - Per il momento, non ci resta che sorvegliare la situazione. Abbiamo ancora qualche mese, prima che si concluda il centesimo anno. - Disse, continuando a camminare, lasciando indietro il suo compagno.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ok, questa volta sono stata un pochino più rapida con gli aggiornamenti.
Ringrazio i lettori che si cimentano nell’ardua impresa di leggere i frutti della mia mente malata. XD
Alla prossima
Baci Inu_ka
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Altro - anime/manga vari / Vai alla pagina dell'autore: inu_ka