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Autore: Reine_De Poiters    03/01/2019    2 recensioni
Dal "Capitolo I":
Dopo quell’episodio, non vide in giro Lily per una settimana. Era quasi sicuro che quella cornacchia di “Tunia” non fosse riuscita a chiuderla in camera per sempre, ci voleva molto di più di una semplice porta per tenere fermo un mago od una strega.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Quando a Severus, la mattina del  9 Gennaio del 1971, era arrivata quella lettera  l’aveva  letteralmente strappata dal becco del minuto assiolo grigio che gliel’aveva consegnata, ingnorando il bubolio infastidito dell’animale, e l’aveva aperta senza troppi convenevoli.  Aveva passato tutta la mattina a leggere e rileggere la lista dei libri, felicissimo di sapere che gran parte dei libri che aveva già letto non fossero in uso ad Hogwarts. Era così eccitato, probabilmente era il giorno più bello della sua vita.

Non appena aveva sentito sua madre Eileen ritornare dal lavoro, si era catapultato giù per le scale e aveva iniziato un vero e proprio assalto. Si era scollato da lei e dalla sua gonna scura solo quando fu riuscito a convincerla a rispondere subito alla lettera, nonostante mancassero più di sei mesi alla data.

Dall’arrivo di quella lettera erano susseguiti diversi giorni molto piacevoli per Severus ; solo un paio di giorni dopo era riuscito a costringere sua madre a recarsi subito a Diagon Alley, con la metropolvere. Aveva scoperto che sicuramente non era il suo mezzo di trasporto preferito, lo lasciava sporco e con il viso impiastrato di polvere, ma lo portava direttamente al Ghirigoro, una libreria enrome di cui Severus non riusciva nemmeno a vedere il soffitto.

Quando erano tornati a casa, con il calderone pieno di libri e il rammarico per non aver ancora potuto comprare la sua bacchetta (sua madre credeva fosse ancora troppo presto), corse verso la riva del fiume sperando che Lily fosse lì ad aspettarlo, come promesso. Non appena la vide, avvolta in un piumino beige e con uno strano cappello a fiori talmente grande da coprirele addirittura gli occhi, non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. Era il cappello più brutto che avesse mai visto.

-Non ridere- borbottò imbronciata Lily, dandogli una spintarella che subito lo fece cadere sull’erba bagnata – è un regalo di Petunia-.

- È bellissimo- rispose, cercando in tutti i modi di ridarsi un contegno mentre estraeva dalla sua vecchia cartella alcuni libri e quello che  Lily sembrò essere un giornale.

-Che cos’è?- disse Lily completamente catturata dalle immagini che si muovevano in sequenza su quello strano giornale. Severus gongolò dentro di sé, gli piaceva moltissimo stupire Lily e gli piaceva ancor di più quando arricciava le labbra, sorpresa.

- È il giornale dei maghi, l’abbiamo preso oggi a Diagon Alley- le rispose, mentre srotolava il quotidiano sulle sue gambe.

-Ma si muovono!- aveva ripetuto Lily, gesticolando per far esprimere alle mani tutto lo stupore che le parole non potevano descrivere.

-Tutte le foto dei maghi si muovono; stamattina ho addirittura visto un quadro che parlava!- disse, tutto soddisfatto, come se avesse fatto la più grande rivelazione del secolo.
Lily non aspettò un momento di più, così prese subito a sfogliare la Gazzetta del profeta. Le notizie erano oltremodo bizzarre: “ Parita tra HolyHead Harpies e  Montrose Megpies interrotta sul più bello a causa di una fattura orcovolante lanciata dagli spalti”, “Strega tedesca usa Amortentia  su Ippogrifi, salvata dal suo Elfo”, “”. Tuttavia, sulla prima pagina, imperava il volto storto e volgare di un uomo con i capelli ricci e unti, che faceva da contorno a due occhi incavati e neri, completamente folli.

A Severus sembrò l’uomo più cattivo che avesse mai visto, anche più di suo padre. Antonin Dolohov. Cercò di sfilare silenziosamente il quotidiano a Lily, così che non leggesse la pagina, ma quella era stata più veloce di lui.

-Che farò se inconterò un mago cattivo come lui? Mi farà sparire?- disse, preoccupatissima, fissando la foto che rideva a squarciagola.

-Non dovrai preoccuparti- le rispose, calmo, riuscendo finalmente a sfilargli il giornale  e prendendogli , dolcemente, una mano – dove andremo noi c’è Silente! Lui ha sconfitto il puù grande mago oscuro di tutti i tempi- cercò di rincuorarla con un grande sorriso.

-E se la lettera non arrivasse?- Lily si era fatta improvvisamente triste e strinse forte la mano di Severus.

-Sono certo che arriverà-
E, in effetti, la lettera di Lily era arrivata pochi giorni dopo la sua.

Quel giorno, Lily, si era catapultata alla loro tana, travolgendolo con il suo entusiasmo e urlando a squarciagola dalla felicità, raccontandogli di come fosse venuta una strega in carne ed ossa a consegnare la sua letter, una professoressa di Hogwarts. Lily l’aveva decritta come giovane ed alta, dallo sguardo felino e dallo strano accento scozzese e aveva riso mentre raccontava le bizzare reazioni dei genitori e di come Petunia non fosse quasi svenuta quando la professoressa si era trasformata in un gatto.
 
 
 
Il resto dell’anno era trascorso molto lentamente, Severus contava i giorni che lo separavano dall’abbandonare la sua cameretta e passava le giornate ad eserciarsi con la bacchetta, che aveva potuto comprare solo verso fine luglio.

Quando,alla conclusione di un’estenuante e afosa estate, si era ritrovato a trascinare il suo enorme bagaglio, preparato quasi due settimane prima, a King’s Cross non stava davvero più nella pelle. Anche sua madre, sciattamente vestita, aveva un dolce sorriso ad illuminarle il volto giallastro e sempre crucciato.

Non appena entrarono nel binario nove e tre quarti, Severus si guardò subito intorno e, tra la folla, riuscì ad individuare la famiglia Evans. I genitori di Lily, due stangoni,  sembravano completamente persi nel far vagare gli occhi su tutto ciò che li circondava, mentre Petunia, come suo solito urlava indispettita:

-… mi spiace, Tunia, mi dispiace! Ascolta…- udì Lily supplicarla, mentre la sorella sembrava sull’orlo di esplodre.

-Forse quando sarò là… no, ascolta Tunia!- Lily cercò di convincerla in tutti i modi a prestarle attenzione, mentre sinceramente dispiaciuta scoppiò a piangere.

Severus non riuscì ad udire di più, poiché il gran frastuono che si era alzato nella stazione copriva qualsiasi voce. L’Espresso stava per partire, una folla di giovani delle più disparate età correva per la banchina, trascinando con sé i loro bagagli.

Sua madre gli poggiò una mano sulla spalla e poi si piegò alla sua altezza, gli accarezzò con dolcezza una guancia prima di parlare:

-Fa buon viaggio, tesoro-  sua madre gli sorrise e Severus si dispiacque sarebbe stata l’unica a mancarle. Le scoccò un bacio lieve sulla guancia e salì velocemente sul treno, facendo volare lo sguardo sulla banchina prima di entrare in carrozza. Aveva perso Lily.

Non appenà entrato nel treno fu letteralmente travolto da una schiera di ragazzini che correvano, avanti e inditro, per i corridoi dell’Espresso. Decise che prima di tutto si sarebbe tolto quegli odiosi abiti babbani e che poi avrebbe cercato la sua amici.

Con la tunica nera e svolazzante indosso, adesso molto più a suo agio, correva lungo l’Espresso per Hogwarts che sferragliava attraverso la campagna. Trovò Lily nello scompartimento più chiassoso dell’intera carrozza.Non fece in tempo ad aprire la porta dello scompartimento, che fu travolto da una ragazza, più grande di lui, che, affannosamento, inseguiva due giovani.

-Andromeda, aspetta!-urlò.
La sua mano mano ossuta afferrò il polso della più grande delle giovani, facendole cadere a terra alcuni bagagli. Andromeda, con la divisa di Serpeverde già indosso, si girò stranita verso la sua affannata interlocutrice.

-Amelia, ti avevo detto di...-sussurrò, ma fu subito interrotta quando l’altra ragazza,-mingherlina, notò Severus- le lanciò quello che sembrava essere un quotidiano.
Dalle foto in prima pagina, Severus notò subito che non poteva essere un giornale babbano.

Andromeda mutò il suo sguardo da severo a preoccupato man mano che leggeva. Severus,scoccando uno sguardo perplesso al giornale, notò che, in prima pagina, si trovava lo stesso, pazzo ed inquietante, uomo che si trovava già in prima pagina quando lui e Lily avevano letto la Gazzetta del Profeta molti mesi prima. Amelia sembrava decisamente infastidita e si premurò di strapparle il giornale dalle mani non appena vide l’ altra ragazza, più bassa di Andromeda ma decisamente molto simile a lei, avvicinarsi.

-Andromeda, ti vuoi sbrigare? Lucius ha già portato Miss Luffy alla carrozza-disse con voce fredda e gracchiante, del tutto in contrasto con l’azzurro caldo dei suoi occhi.

-Arrivo Cissy -.

Andromeda riprese in fretta le sue cose e se ne andò, non prima, però, di rivolgere ad Amelia un ultima frase che Severus non riuscì a capire, perché solamente mimata con le labbra.

Andromeda si mosse veloce e scomparve tra la folla, nel corridoio del vagone, mentre Amelia si appoggiò alla parte di ferro dello scompartimento, sbuffado.

Ora che riusciva a guardarla meglio, poteva notare una certa stanchezza nel suo corpo, sembrava decisamente preoccupata e i capelli che le fuoriscivano dallo chignon biondo cenere gli ricordavano tanto quelle acconciature un po’ sciatte che si faceva sua madre per le occasioni che lei chiamava speciali.

Quando la giovane si girò a guardarlo Severus si vergognò e arrossì, pensò subito che era maleducato spiare le persone –glielo diceva sempre Lily e anche quella spregevole di Petunia- e per un attimo credette che la giovane se la sarebbe presa con lui, ma quella se ne andò per il corridoio della carrozza senza nemmeno far caso a lui.
Severus, finalmente, aprì la porta dello scompartimento e si sedette di fronte a Lily, rannicchiata nell’angolo vicino alla finestra, con il volto schiacciato contro il vetro.

-Non voglio parlare con te- mormorò, con voce soffocata.

-Perché?- chiese, curioso e dispiaciuto, ignorando le i gridolini divertiti degli altri occupanti della carrozza.

-Tunia mi… mi odia. Perché abbiamo lette la sua lettera a Silente-.

-E allora?- Lily lo guardò con profonda avversione e Severus si mortificò subito, nonostante odiasse con tutto il cuore quell’oca starnazzante di Petunia, era sempre la sorella di Lily.

-Allora è mia sorella!- disse a denti stretti.

- È solo una…- riuscì, fortunatamente, a trattenersi e Lily, troppo impegnata ad asciugarsi gli occhi, non lo sentì.

-Vedi- disse Severus dopo alcuni minuti di silenzio – ci stiamo andando!- esclamò, incapace di trattenere la gioia. –Stiamo andando a Hogwarts!-.
Lily annuì, stropicciandosi nuovamente gli occhi, ma questa volta lo guardò sorridendo.

-Speriamo che tua sia una Serpeverde- le disse, rinfrancato. Quella era stata la casa di sua madre, avere un figlio in Serpeverde l’avrebbe di certo resa fiera, si disse, Severus.

Uno dei due ragazzi nello scompartimento, smilzo e dalla folta chioma nera scompigliata, concentrò il suo interesse su Lily e Severus, smettendo di dare pizzicotti al suo vicino, e li guardò con l’aria indefinibile di chi è molto viziato.

-Chi vuole diventare Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?- chiese al ragazzo accanto a sé, mollemente abbandonato sul sedile accanto al suo. Tuttavia quello non sorrise.

-Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde- rispose, lapidario.

-Oh, cavolo- commentò il moro – E dire che mi sembravi a posto!- .

- Forse andrò contro la tradizione- affermò, ringhiando – Dove vorresti finire , se potessi scegliere?-

Quello, tutto  ringalluzzito, alzò una spada invisibile.
-Grifondoro… culla dei coraggiosi di cuore! Come mio padre-.

A Severus, istintivamente, uscì un ghgno sprezzante. Solo gli incoscenti e chi non teneva alla propria pelle finiva a Grifondoro, gli sciocchi, insomma.

-Se preferisci i muscoli al cervello…- sogghignò, rivolgendosi al ragazzin che, come una statua, ancora teneva in alto la spada.

-E tu dove vorresti finire, visto che non hai nessuno dei due?- intervenne l’altro, dando una botta al braccio dell’amico così che lo abbassasse. Probabilmente lo trovava ridicolo anche lui, oensò Severus.

Entrambe i bambini scoppiarono in una fragorosa risata, mentre Lily si raddrizzò nel sedile e guardò i suoi interlocutori disgustata.

-Andiamo, Severus, cerchiamo un altro scompartimento-

-Oooooh- la canzonarono, imitando la sua voce altezzosa e mentre Severus si alzò, trascinato via da Lily, uno dei due provò a fargli lo sgambetto.

-Ci si vede, Mocciosus!- gridò qualcuno quando Lily chiuse la porta dello scompartimento.

Severus si sentì trascinare dalla mano forte di Lily, ben salda sulla manica della sua divisa.

-Ma che fai!- disse Severus sottovoce, ferito nell’orgoglio. Non aveva di certo bisogno di farsi difendersi.

Lily lo ingnorò, continuando a trascinarlo lungo il corridoio dell’Espresso. Quando le sembrò di esser soli, scoccò un’occhiata ai due scompartimenti più vicini ed entrò, sempre trascinando l’amico, in quello che le sembrava essere meno pieno.

-Non mi piaccione le persone cattive- gli disse sussurrando al suo orecchio, mentre entrambe si sedevano sui sedili vuoti.

Di fronte a loro, una bambina, sembrava del tutto persa in chiacchiere con il suo gatto. Severus trattenne una risata, sembrava quasi più strana di lui.
-Ciao, mi chiamo Lily!- disse entusiasta, ignorando totalmente quello che lui aveva notato. Allungò la mano sottile verso di lei e la bambina, paffuta e bassa, ricambiò subito la stretta, altrettanto felice.

-Sono Emmeline e lei è Levia –disse,  accarezzando la sua gatta nero che rispose producendo innumerevo fusa. Poi scoccò un’occhiata a Severus, che imbarazzato, si affrettò a presentarsi

-Io sono Severus- e le porse la mano ossuta, che per poco non gli venne rotta dalla stretta vigorosa che la bambina gli diede.

- Siete scappati anche voi dalla carrozza di Black? Voleva far diventare la mia Levia un orologio- borbottò, continuando ad accarezzare l’animale che l’aveva riempita di pelo fin sopra i capelli color nocciola.

-Li conosci?-

-Sirius? No, l’ho incontrato sull’Espresso. Però mio padre lavora al Ministero e conosce suo zio Alphard, dice di lasciare perdere i Black perché sono tutti un po’ svitati – disse, picchiettandosi l’indice alla tempia.

Mentre le due ragazze continuarono a parlare del più e del meno, Severus iniziò a sentirsi sempre più rilassato, il suo sogno, il loro sogno stava per avverearsi. Erano lì, a poche ore di distanza, e nessuno avrebbe mai potuto togliergli la gioia che provava in quel momento.  La sua testa si piegò stanca sulla spalla di Lily e travolto da mille e più pensieri si addormentò.
                                                                                                                                            ∫∫∫∫∫
 
Quando il treno iniziò a rallentare era già notte e Lily si premurò di svegliare Severus, la cui guancia aveva i segni del sedile per quanto profondamente aveva dormito.

-Tra cinque minuti arriveremo ad Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente- disse una voce, che risunò per tutto il treno.

-Mi infilo la tunica e arrivo- disse Lily, mentre Severus si stiracchiava sui sedili.
Lily aveva lo stomaco chiuso dall’emozione, ci aveva messo molto a prepararsi, più di cinque minuti per infilarsi correttamente la tunica, ma quando scese dalla carrozza Severus era lì ad aspettarla.

Non appena scese, notò subito un omone dal faccione peloso che con un lanternone nella mano destra faceva cenno di avvicinarsi a lui. Lily strinse più forte che potè la mano di Severus.

-Primo anno!- urlava, sventolando la lanterna che per poco non colpiva uno studente leggermente più alto della media –Primo anno con me!-
Quando un gruppetto di una quarantina di nanetti si raggruppò intorno a lui, quello gli sorrise.

-Io sono Hagrid, guardacaccia e custode delle chiavi di Hogwarts. Seguitemi e attenti a dove mettet i piedi- disse, tutto contento. Nonostante l’apparenza feroce, pensò Lily, aveva un sorriso etremamente buono.
 
La piccola gita in barca sul lago nero su cui si specchiava Hogwarts aveva dato una leggera nausea a Lily, o forse era paura? Una bambina, sulla barchetta, le aveva detto che la Cerimonia dello Smistamento è pericolosissima e che solo chi sopravvive poteva entrare.

Severus le aveva detto che quelle erano tutte sciocchezze e che un scuola non avrebbe mai messo in pericolo i suoi studenti, ma i suoi timori non erano spariti, anzi, si erano fatti sempre più forti.  Specialemente quando la Professoressa McGranitt, che li aveva accolti all’entrata del castello, li aveva stipati una piccola stanza  dicendogli di farsi belli, perché tutta la scuola li avrebbe visti.

Tuttavia non era l’unica ad essere così preoccupata, infatti, gettando un’occhiata ai suoi coetanei nella stanza, solo in pochi sembravano essere a loro agio e calmi. Anzi, un bambino, piccolo e gracilino, sembrava ancora più spaventato di lei visto l’entità dei tremori che lo scuotevano.

La McGranitt tornò a prenderli una manciata di minuti dopo ed ordinadogli di sistemersi in fila indiana li guidò verso la Sala Grande, sotto lo sguardo di alcuni fantasmi.
A Lily per poco non venne un’accidenti ed urlò, non appena uno di quelli, divertito, la trapassò.

-Sicuramente una Grifondoro!- sentì sussurrare da qualche bambino poco più avanti di lei, probabilmente era lo stesso che aveva preso in giro Severus sull’Espresso.
-Andrà tutto bene- le disse l’amico, mentre finalmente entravano nel salone.

La sala era gremita e imbandita a festa, ogni studente era seduto ad un lungo tavolo pieno delle cibarie più squisite. Alzò per un attimo gli occhi al soffitto e si stupì di non trovare un soffitto, ma un cielo nero trapunto di stelle. Abbassò subito lo sguardo non appena la McGranitt si schiarì la voce con un profondo colpo di tosse e il silenzio cadde nella sala.

Vide la professoressa appoggiare un logoro cappello su di uno sgabello, che dopo una serie di contrazioni prese a parlare:
Forse pensate che non son bello, 
ma non giudicate da quel che vedete 
io ve lo giuro che mi scappello 
se uno più bello ne troverete. 

Potete tenervi le vostre bombette 
i vostri cilindri lucidi e alteri, 
son io quello che al posto vi mette 
e al mio confronto gli altri son zeri. 
Non c'è pensiero che nascondiate 
che il mio potere non sappia vedere, 
quindi indossatemi ed ascoltate 
qual è la casa in cui rimanere. 
forse Grifondoro la vostra via, 
culla dei coraggiosi di cuore: 
audacia, fegato, cavalleria 
fan di quel luogo uno splendore. 
O forse è a Tassorosso la vostra vita, 
dove chi alberga è giusto e leale: 
qui la pazienza regna infinita 
e il duro lavoro non è innaturale. 
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio, 
se siete svegli e pronti di mente, 
ragione e sapienza qui trovan linguaggio 
che si confà a simile gente. 
O forse a Serpeverde, ragazzi miei, 
voi troverete gli amici migliori 
quei tipi astuti e affatto babbei 
che qui raggiungono fini ed onori! 
Venite dunque senza paure 
E mettetemi in capo all'istante 
Con me sarete in mani sicure 
Perché io sono un Cappello Parlante! 


Non appena il cappello concluse la sua performance la sala scoppiò in un forte applauso, che scemò non appena la McGranitt srotolò una piccola pergamena.

-Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati- disse. Lily fece un profondo sospiro di sollievo, come molti altri piccoli studenti. Aspettò il suo turno in silenzio, quando il suo nome rimbombò per tutta la Sala Grande le sue gambe tremarono, ma prese il cappello dalla punta e si sedette sullo sgabello, mise il vecchio e unto cappello in testa e aspettò qualche secondo, nell’incertezza più totale e stringendo forte gli occhi.

Quando il cappello urlò – GRIFONDORO!- tutto un tavolo si alzò ad applaudire e, non aspettando un momento di più, corse da quella che sarebbe stata, da lì in poi, la sua Casa.

Mentre si presentava e dava mani a ragazzi della più disparata età, notò lo sguardo dispiaciuto di Severus. Lui avrebbe voluto fosse una Serpeverde, le aveva raccontato tutto dei grandi maghi Serpeverde, addirittura di Merlino.

Provò a rincuorarlo con un sorriso, a lei non importava nulla di Grifondoro e Serpeverde. Loro sarebbero sempre rimasti amici.









Angolo dell'autrice:
Salve a tutti i miei lettori e Buon Anno!
In questo capitolo si entra finalmente ad Hogwarts e abbiamo dei primi accenni di trama, che man mano si faranno sempre più chiari!
Ringrazio chi ha messo la storia nelle seguite chi ha recensito, fatemi sempre sapere che ne pensate, anche le critiche sono molto ben accette!
Alla prossima.
  
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