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Autore: crookedwizard    03/01/2019    1 recensioni
La “Schnapsidee” è una delle numerose parole tedesche intraducibili in italiano da una semplice vocabolo. Indica quell’idea idiota avuta in un momento di ubriachezza — o anche quell’idea avuta da sobri, ma talmente stupida che chi l’ha avuta avrebbe anche potuto essere ubriaco.
Sia nell’uno che nell’altro caso, la Schnapsidee conduce a figuracce, situazioni di imbarazzo ed altre conseguenze quantomeno ridicole e, in alcuni casi, irrimediabili.
È impossibile per l’autore della Schnapsidee, immerso nella certezza di aver avuto l’idea necessaria a cambiare il mondo, riconoscere di esserne preda. Per uscirne in tempo, sempre che questo sia possibile, è fondamentale l’aiuto di chi, vedendo la situazione dall’esterno, sa riconoscerne la pericolosità.
Scorpius Malfoy era da solo, quando la Schnapsidee decise di fare di lui la sua prossima vittima grazie alla collaborazione del compagno di una vita, l’Alcool. E Scorpius, ignaro di tutto, cadde nella trappola con tutte le scarpe.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Baciata







Baciata.

Baciata.

Scorpius Malfoy aveva baciato lei, Lily Potter.

E lei, Lily Potter, gli aveva tirato uno schiaffo.
 

*


“Scorpius mi ha baciata, Rose.”

Rose Weasley, seduta di fronte alla cugina ad un tavolo della biblioteca, dovette sforzarsi per rimanere concentrata sul tema che aveva di fronte e non alzare gli occhi al cielo per l’ennesima volta, quella giornata. Era sicura che, se l’avesse fatto, sarebbero rimasti incastrati in quella posizione, costringendola a guardare il retro delle sue orbite per il resto della sua vita, esperienza che Rose era determinata ad evitare a tutti i costi.

Dovette sforzarsi ancora di più qualche secondo dopo, quando i continui sospiri della cugina cominciarono ad irritarla al punto da distrarla, e farle scivolare la mano sulla pergamena, e macchiarla inavvertitamente con una grossa bolla d’inchiostro, e rovinare tutto il lavoro che aveva fatto fino a quel punto, e qui Rose decise che era meglio fermarsi perché se avesse pensato a tutte le conseguenze che quell’errore implicava sarebbe saltata al collo della cugina in un nanosecondo.

A quanto pareva, l’universo sembrava odiare anche lei.

“Io non so proprio cosa dire,” mormorò Lily ad un certo punto.

Con un movimento volutamente teatrale, Rose fece finta di tirare un sospiro di sollievo. “Meno male! Hai solamente passato l’intera giornata a tormentarmi con questa storia… se avessi avuto qualcosa da dire probabilmente sarei caduta a terra stecchita per l’esasperazione!”

Risentita, Lily le lanciò un’occhiata velenosa.

“Ha-ha. Veramente molto divertente, Rose. Sei una comica nata.”

Dopo qualche minuto di silenzio, Rose decise che quella situazione, se ignorata, avrebbe solo finito con il peggiorare, e che quindi era suo compito porvi rimedio.

“Avanti, Lily,” disse, mentre pensava che, forse, se stava sveglia tutta la notte poteva riuscire a copiare il tema ed aggiungere qualche centimetro più del dovuto. “È tutto il giorno che non fai che pensare a questa storia. E rompere le Pluffe a noialtri,” aggiunse, scoccando un’occhiataccia a Lily non appena la vide aprire la bocca per protestare. “E comunque io non ti capisco proprio. A te non piaceva Scorpius?”

Improvvisamente, le guance di Lily diventarono dello stesso rosso dei suoi capelli.

“Certo che mi piaceva,” disse, con un tono appena udibile, guardandosi attorno per accertarsi che nessuno stesse origliando. “E mi piace ancora, se proprio vuoi saperlo. Ma, ecco, insomma—” farfugliò, improvvisamente agitata, “come avrei dovuto reagire? Una persona non ne può baciare un’altra così, di punto in bianco, semplicemente perché l’ha deciso. E se non fossi stata d’accordo? Insomma, per Merlino, che cavolo avrà pensato di fare Malfoy? Non ci conosciamo neanche. Io non ho parole, veramente, Rose, io—”

Sentendole ripetere le stesse parole con cui l’aveva perseguitata per tutto il giorno, Rose smise di ascoltare. Iniziò invece ad osservare attentamente il modo agitato con cui ora stava gettando alla rinfusa i suoi libri nella borsa, prendendo inavvertitamente il tema che Rose non aveva ancora terminato e stropicciandolo, facendo sì che tutti i capelli di Rose le si rizzassero sulla testa.

Fortunatamente, Rose riuscì ad acchiapparlo e metterlo al sicuro prima che potesse essere lanciato nel buio della biblioteca, per poi costringere Lily a sedersi e stare ferma, mentre lei si accertava che tutto fosse al proprio posto nelle rispettive borse.

“Per caso,” disse, cautamente, guardando Lily come se fosse un Fiammagranchio che stava per esplodere, “non ti è venuto in mente di parlare di tutto ciò con il diretto interessato?”

Lily la guardò come se si fosse appena accorta di avere di fronte un Troll delle caverne.

“Ma dico, stai bene?”

Non riuscendo a trattenersi oltre, Rose roteò gli occhi al cielo, sospirando sollevata quando tornarono al loro solito posto.

“Lamentarti con me — o con chiunque altro — non risolverà la situazione, Lily,” le disse, sedendosi di fianco a lei. “Che ti piaccia o meno, l’unico modo per ottenere le risposte che cerchi è di parlare con Scorpius.”

“Non se ne parla proprio, Rose!” disse lei, marciando fuori dalla biblioteca. “Non ho intenzione di mettermi in ridicolo solo perché Malfoy è un cretino.”

Mentre la seguiva, Rose si ritrovò a pensare che a lei di tutta quella storia non gliene importava un accidente, e che se l’unico modo che le avrebbe permesso di tornare a studiare in pace per gli esami fosse stato che Lily si mettesse in imbarazzo ogni giorno, così avrebbe dovuto essere.

D’altronde, ‘la famiglia prima di tutto’, giusto?

 

*

 

Mentre camminava spedito lungo il corridoio, l’unica cosa a cui Albus riusciva a pensare era che Scorpius Malfoy aveva baciato sua sorella.

Il che non sarebbe stato un problema, per Albus, se le circostanze fossero state diverse.

O forse sì. Forse un po’ lo infastidiva pensare che la sua sorellina non fosse più tanto ina, ormai, e che qualcuno potesse provare dell’interesse nei suoi confronti. Forse era un tantino troppo protettivo nei confronti di Lily, e forse la reazione che stava avendo in quel momento era forse un tantino esagerata, ma, insomma, quello non era il punto.

Il punto era che Scorpius Malfoy si era permesso di baciare Lily senza che lei potesse avere voce in capitolo. Il che lo faceva infuriare.

L’unica cosa che, in qualche modo, riusciva ad attenuare la rabbia di Albus era il pensiero che Lily aveva reagito mollandogli un ceffone.

Peccato che uno schiaffo non fosse nemmeno lontanamente sufficiente a placarla del tutto.

“Ehi, Malfoy!” gridò Albus, giusto un secondo prima di mollargli un pugno in un occhio.

Ah.

Chiunque preferisse la magia alla vecchia, cara scazzottata alla babbana non avrebbe mai potuto capire quanto potesse essere soddisfacente vedere il malcapitato portarsi una mano alla faccia, chiedendosi che cosa mai potesse averlo colpito.

Ed era esattamente quest’espressione incredula che ora Albus vedeva sul viso di Malfoy, che lo guardava tenendo una mano appoggiata sullo zigomo, nel punto dove l’aveva colpito.

“Potter!” esclamò, guardandolo come se fosse un Ippogrifo impazzito. “Ma che diavolo ti salta in mente?”

“Potrei farti la stessa domanda, Malfoy.”

Notando che quel loro battibecco stava cominciando ad attirare l’attenzione degli studenti attorno a loro, che si avvicinavano ad amici e conoscenti per borbottare sottovoce qualcosa, Albus si disse che forse era meglio chiudere lì quella conversazione, prima che la sua brillante decisione di confrontare Malfoy in pubblico potesse attirare l’attenzione di qualche insegnante.

Peccato che Albus fosse solito essere attratto da quelle decisioni che non facevano altro se non complicargli la vita. Rimase quindi lì, con la mano che aveva colpito Scorpius ancora chiusa a pugno, mentre la folla attorno a loro si infittiva sempre di più.

“Che cosa ti è saltato in mente quando hai deciso di baciare mia sorella?”

“Non lo so, Potter,” rispose Scorpius, lasciandolo di stucco.

Aveva fatto quella domanda senza essere veramente interessato alla risposta, ma le parole che uscirono dalla bocca di Scorpius ebbero l’effetto di farlo infuriare ancora di più.

“Oh, certo,” disse, quasi sputando le parole dalla bocca, “perché Scorpius Malfoy fa tutto ciò che vuole, quando vuole, senza aspettare il consenso degli altri. D’altronde, che cos’è—”

Impegnato nel suo monologo, Albus non si era nemmeno accorto di aver cominciato ad urlare, e se il tono perentorio di un’altra voce non avesse interrotto il fiume di parole che stava vomitando addosso a Scorpius, non se ne sarebbe probabilmente mai accorto.

“Potter!” esclamò una voce fin troppo familiare alle sue spalle. “Ma che diavolo ti salta in mente?

Come volevasi dimostrare.

Nonostante fossero passati anni, gli occhi della professoressa McGranitt — ora preside McGranitt — erano in ancora in grado di incenerire una persona con la sola forza del pensiero. O di tramutarla in pietra, come Medusa. Almeno, questa fu l’impressione che diedero ad Albus mentre lampeggiavano irati da lui a Malfoy, e viceversa.

“Malfoy l’ha baciata, professoressa,” esclamò, gesticolando incoerentemente all’indirizzo di Scorpius.

“Per quanto la vita amorosa di Malfoy sia di notevole interesse, Potter, non ved—”

“Ha baciato mia sorella!” esclamò Albus. “L’ha baciata, professoressa, capito? Scorpius Malfoy ha baciato mia sorella, Lily Potter.”

Lo sguardo della professoressa McGranitt non accennò minimamente ad addolcirsi.

“Comprendo la tua rabbia, signor Potter,” disse, con il tono di qualcuno che non sembrava comprendere affatto, “ma temo che dovrai comunque seguirmi nel mio ufficio, dove deciderò la tua punizione.” Albus tentò di protestare, ma la McGranitt lo zittì alzando una mano. “Oltre a ciò, temo che la tua Casa dovrà perdere cinquanta punti.”

Un mormorio si alzò dalla folla attorno a lui, mentre i Grifondoro presenti cominciavano a guardarlo con un certo risentimento.

“Ma professoressa—”

“Non una parola di più, Potter,” disse lei, granitica, voltandosi ed incamminandosi verso il suo ufficio.

Albus fu costretto a seguirla, la testa bassa e le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, sfilando tra le occhiatacce dei suoi compagni di Casa, mentre nella sua testa cominciava a pensare ad un altro modo per farla pagare a Malfoy senza essere scoperto.

 


 

Buonasera!
So di essere infinitamente in ritardo con l’aggiornamento di questa storia, ma le festività richiedevano la mia attenzione! Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto — io mi sono sia strappata i capelli per scriverlo, perché proprio non ne voleva sapere di prendere forma, e sia divertita nel farlo. 
Se voleste lasciarmi il vostro parere, ne sarei molto felice.
Ringrazio tantissimo chi ha lasciato una recensione, chi segue la storia e anche chi ha solo letto.
Alla prossima!

crookedwizard

  
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