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Autore: blackwhite_swan    17/01/2019    6 recensioni
[Storia Interattiva - iscrizioni chiuse]
Si dice che il vero potere si trovi in una mente brillante.
Cosa accadrebbe se un alcuni brillanti giovani maghi, nati esattamente nello stesso momento in parti diverse del mondo, scoprissero di essere connessi mentalmente e di poter sfruttare liberamente le conoscenze degli altri ragazzi qualora ne avessero bisogno?
Il dono dei sensate, così gli chiamano, è raro, molto raro, e ci sono persone che darebbero qualsiasi cosa pur di carpirne i segreti.
[La storia prende ispirazione dalla serie tv Sense8]
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sebastian Anthony Baker

 

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Nonostante la lezione fosse finita da un pezzo, Christie continuava a scrivere alla velocità della luce sulla pergamena, sotto lo sguardo divertito di Mike, che aveva deciso di avere dato abbastanza per quel giorno in fatto di appunti non appena la campanella era suonata.

Una ragazza alta con i capelli neri si avvicinò al banco che i due condividevano «Hey Mike…Christianna» salutò con entusiasmo il ragazzo e più per cortesia che per altro la serpeverde.

«Ciao Sarah» Mike le sorrise gentilmente e Chris mugugnò una risposta senza alzare gli occhi dagli appunti «Mi chiedevo se avessi un attimo per parlare» continuò Sarah sorridendo al ragazzo.

«Certo, dimmi pure!»

La mora storse leggermente il labbro occhieggiando Christie oltre la spalla del ragazzo «Ehm…okay…ti andrebbe di uscire oggi pomeriggio? Nulla di che, chiaro, potremmo fare due passi a Diagon Alley…qualcosa del genere…» Christie smise per un secondo di scrivere irrigidendosi.

Mike rimase per un attimo bloccato, non sapendo bene come rispondere «Ehm…oggi pomeriggio in realtà devo uscire con Chris»

«Oh…» Sarah non provò nemmeno a mascherare il suo disappunto, mentre Chris, con un lieve sorrisetto a incresparle le labbra, riprendeva a scrivere. Quando la mora se ne andò Chris appoggiò la piuma e si appoggiò contro lo schienale della sedia «Credo che tu abbia appena spezzato il cuore di Sarah Kerry» commentò non senza una certa soddisfazione, mentre l’amico si grattava la testa «Beh è vero, dobbiamo già uscire noi…cioè non uscire uscire…uscire nel senso…»

«Mike…stai impanicando!»

I due amici scoppiarono a ridere «Ti va una cioccolata?» chiese infine Christie «Anche senza uscire uscire» lo prese poi in giro.

«Okay, non-usciamo-usciamo a prendere una cioccolata allora!»

 

*

 

SBAM!

Sebastian strizzò gli occhi, udendo un forte tonfo all sue spalle e, quando si voltò, faticò a trattenere le risate alla vista del povero Jamal lungo e tirato sulla pista di ghiaccio mentre Margaret, a sua volta in equilibrio precario sulle lame dei pattini, cercava di aiutarlo ad alzarsi.

«Forse venire a pattinare non è stata esattamente una grande idea» commentò il pozionista, lanciando un’occhiata in tralice a Åke, che pattinava tranquillamente sulla pista mal illuminata al suo fianco.

«Cadute e infrazione di proprietà privata a parte mi sembra che ci stiamo divertendo tutti parecchio» osservò Blaise con un sorriso, affiancando i due ragazzi mentre alle loro spalle Margaret, che nel frattempo era caduta a sua volta, e Jamal se la ridevano, lamentandosi ad alta voce della loro imbranataggine. Alcuni dei sensate avevano pregato Åke fino allo sfinimento per portali a pattinare e lo svedese, dopo aver ribadito che a lui sembrava una pessima idea almeno quaranta volte, aveva acconsentito ad intrufolarsi in una pista di pattinaggio vicina a casa sua di notte, bloccando le telecamere di sorveglianza. Quegli otto ragazzi stavano davvero avendo una pessima influenza su di lui.

Hele nel frattempo guardava preoccupata il ghiaccio sotto di sé, rigida come un pezzo di legno «So che ti sembrerà retorico da dire» Andriy sorrise leggermente «Ma davvero, dovresti cercare di rilassarti un pochino» l’hawaiana, ben stretta al suo braccio sbuffò «Parli facile tu: non capisco come tu riesca a sembrare così tranquillo e con un buon portamento» borbottò seccata «Dovrei iniziare sul serio a prendere lezioni di danza…potrei sfruttarti in effetti»

Rafael si sentì mancare la terra sotto i piedi per qualche secondo e mulinò le braccia per cercare di rimanere in equilibrio, mentre Camila gli girava intorno ridacchiando «Direi che avere una pista nei giardini di Beauxbatons ogni inverno è stata una fortuna» commentò la spagnola occhieggiando Rafael, che la guardò male «Ho appena deciso che non pattinerò mai più in vita mia»

Camila alzò gli occhi al cielo «Quanto la fai tragica…prova a piegare un po’ le ginocchia…non così tanto! Ecco sì bravo…non buttare in fuori così il sedere, sembri una papera…raddrizza un pochino la schiena…»

«Ma mi sbilancio!»

«Ma proprio per niente, anzi, vedrai che avrai più equilibrio…bene e ora muovi un passo con la destra e spingiti con la mano sinistra…cerca di rilassarti! Se rimani così rigido ti verrà una contrattura in meno di dieci minuti!»

Rafael, cominciando a muoversi borbottò «Spero che tu non finisca mai a fare l’insegnante, sei una vera tiranna!»

«Grazie, me lo dicono tutti» commentò con un sorriso la ragazza.

 

*

 

Silas guardò per la ventesima volta l’ammasso di fogli riempiti di calcoli che ricopriva la sua scrivania: continuava a lavorare come un disperato a quella faccenda del cluster e, nonostante fosse riuscito a capire molto più cose riguardo al gruppo di sensate, aveva ancora la spiacevole sensazione di stare girando a vuoto.

Cominciava seriamente a chiedersi quale fosse il punto di tutto quel lavoro.

Prendere i sensate ed essere finalmente il primo a studiarli.

Certo, l’idea di riuscire a studiare ed esplorare un campo della magia così poco conosciuto era affascinante e potenzialmente appagante, sia personalmente che a livello di fama accademica, ma non era nemmeno certo che il suo attuale metodo di indagine fosse legale.

Qualora fosse arrivato a delle conclusioni, cosa avrebbe potuto farne? Parlarne con la fotografia di suo padre?

L’uomo scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli: avrebbe fatto meglio a continuare il suo lavoro senza pensare troppo a cosa sarebbe successo dopo, ammesso e non concesso che fosse stato in grado di arrivare ad una conclusione.

 

*

 

Sebastian mescolò delicatamente il contenuto della beuta, ben attento a non far schizzare fuori il contenuto, rischiando di spargere l’acido creato con sangue di Ironbelly e di unicorno.

«Quella cosa puzza davvero da far schifo» borbottò Åke, alzando lo sguardo dal faldone che stava completando e controllando «Non puoi interrompere il contatto mentale per qualche secondo, quella roba mi dà il mal di testa»

«Guarda che puoi interromperlo tu stesso» Jamal ridacchiò, mentre curiosava interessato tra le provette, tenuto d’occhio da Margaret, preoccupata che il ragazzo, e soprattutto la sua stazza non indifferente, potessero causare qualche danno «E’ affetto anche lui dalla febbre da laboratorio» Andriy sorrise «La leggenda vuole che una volta che una persona prova a lavorare in laboratorio non sia più in grado di smettere» narrò solenne, ricordando quanto era stato eccitante per lui mettere piede in un laboratorio per la prima volta, quando era giovane matricola al corso di medimagia.

Hele si guardò intorno un po’ preoccupata «Io sono stata bandita dalle lezioni di pozioni al mio quinto anno» ammise.

Rafael la guardò stupefatto «Che cosa avevi combinato di tanto grande?»

«Non lo so, la mia pozione gialla e puzzolente è saltata in aria quando ci ho buttato dentro…qualcosa»

Sebastian inarcò un sopracciglio «Qualcosa tipo?»

«Bella domanda, teoricamente dove essere polvere di luna, ma sinceramente ho preso a caso della roba azzurra dal tavolo» il gruppo cominciò a ridere.

«Se ti può consolare le migliori scoperte sono quasi tutte state fatte in modo casuale» Sebastian sorrise «E io amo molto Pozioni perché è una materia che ti permette di sperimentare: non puoi imparare tutto dai libri, ogni tanto devi andare di fantasia»

«Un po’ come con i cocktail» si intromise Rafael «Salvo per il fatto che solitamente i cocktail non rischiano di saltare in aria» lo corresse Camila.

«Oh, fidati, quello non è detto» Rafael sorrise diabolico «Se vuoi ti posso consigliare due o tre cosette che potrebbero rendere i tuoi cocktail…speciali» Sebastian posò la beuta sul bancone, prendendo un quaderno per appuntarci alcune nozioni.

Åke chiuse il libro di scatto, guardando gli amici con gli occhi chiari serrati «Non avevo capito di essere finito in una cricca di avvelenatori seriali e scienziati pazzi» borbottò cercando di fare del suo meglio per ignorare il lato comico di quella situazione.

Blaise ridacchio, issandosi sul bancone e guardando con interesse la fila di provette piene di liquidi colorati «Vedila così, abbiamo tutti un piccolo scienziato interiore, desideroso di fare esperimenti»

«Sai quando dico che a volte essere un sensate è leggermente terrificante, senza offesa per nessuno di voi, intendo proprio questo»

Jamal sorrise dall’altra parte della stanza «Considerando solo la parte del “senza offesa per nessuno di voi”, sembrava quasi che tu volessi in qualche modo dirci che ci vuoi bene» fece notare furbescamente mentre lo svedese cominciava a sbuffare, borbottando che Jamal aveva frainteso il suo intero discorso.

 

*

 

Christie guardò allegra la sua gigantesca tazza di cioccolata con un’enorme meringa allo zucchero di canna in cima «Quella meringa è tre volte più grande della tua faccia» Mike ridacchiò prima di attaccare con voracità la panna della sua cioccolata «Ma il vero problema è che tu ancora ti ostini a prendere la cioccolata al latte: andiamo lo sanno anche i muri che quella fondente è la migliore»

La ex-serpeverde prese un sorso della sua cioccolata «La sua dolcezza serve a ripristinare il mio naturale pH acido interiore» disse allegra «E quella cosa all’ottanta percento cacao è veramente immangiabile, seriamente, devi avere un apparato digerente di amianto per riuscire a mandarlo giù»

Dopo che ebbero finito le loro cioccolate e anche le fette di torta ordinate appena dopo, Chris si pulì la bocca con un tovagliolino, osservando attentamente l’amico «Mike» il ragazzo alzò lo sguardo facendole segno di continuare «Se volevi uscire con Sarah per me sono sarebbe stato un problema, davvero» disse senza pensarci troppo, prima di mordersi le labbra, maledicendo la sua lingua lunga.

Perché dici queste cose a Mike? Cioè vuoi davvero che esca con Sarah?

No…cioè sì, che cosa ci sarebbe di male se Mike uscisse con una ragazza che non sei tu?

Beh, appunto, il fatto che quella ragazza non sono io.

Ma allora…

ASSOLUTAMENTE NO!

Mentre nella testa della rossa si affollavano un migliaio di pensieri, Mike si mosse un po’ a disagio sulla testa «Il fatto è che io volevo uscire con te…»

«So che avevamo preso un impegno, ma davvero io avrei capito…»

«No non è per quello» Christie rimase un attimo interdetta. Mike prese un profondo respiro: o ora o mai più «Il punto è che di Sarah Kerry non mi importa davvero nulla, io volevo davvero uscire con te Chris Nott»

Chris lo guardò spiazzata «Oh…»

«Noi usciamo sempre insieme come amici ed è bello…lo è sempre stato…diciamo però che ultimamente è più bello ma non so se lo è nel senso di uscire come amici» Bravo Mike, un discorso spettacolare, dovrebbero darti il Nobel per la Letteratura per questa cosa, altroché Bob Dylan «Quello che sto cercando di dirti in modo piuttosto confuso…molto confuso a dire il vero…okay forse non è questo il modo giusto…quello che volevo dirti è che tu…noi…insomma»

«Sì» sputò fuori Chris d’istinto, lasciando il ragazzo spiazzato «Sì?» le chiese lentamente.

«Sì?» ripeté la ragazza leggermente in panico «Tu ehm stavi parlando di noi due e io ho supposto che…beh, sai, insomma…»

«Oh sì, sì!»

«Ti prego dimmi che stavi cercando di provarci o ho appena fatto la figura di merda più clamorosa della storia delle figure di merda clamorose»

«No, no ci stavo provando…cioè…Gesù sembro un coglione vero?» il ragazzo si grattò furiosamente la testa mentre Christie arrossiva come un pomodoro «Okay forse dovrei ricominciare da capo…quello che stavo cercando di dire è che mi fa piacere essere tuo amico, solo che mi piacerebbe ecco…tu mi piaci va bene? Mi piaci in quel senso»

Chris puntò dritta i suoi grandi occhi azzurri sul volto del ragazzo «Spero che tu intenda lo stesso senso che intendo io» mormorò, sporgendosi sul tavolo mentre il ragazzo la guardava quasi ipnotizzato «Penso di sì» mormorò Mike come in trance «Altrimenti anche io potrei fare una clamorosa figura di merda» il ragazzo si sporse a sua volta, unendo le labbra con quelle della ragazza, baciandola timidamente, prima di urlare mentalmente di gioia quando la ragazza rispose al bacio.

Chris si avvicinò ulteriormente a lui, circondandogli il collo con le braccia magre e attirandolo perso di sé; peccato che il ragazzo, sporgendosi sul tavolo, finì per urtare la tazza di cioccolata vuota e, nel tentativo di riacciuffarla prima che cadesse, si staccò bruscamente da Chris, appoggiando il braccio nel piatto della torta.

«Salazar disgraziato!» borbottò guardando con una smorfia la manica del maglione ricoperta di panna, mentre Chris incominciò a ridere «Lieto di averti fatta ridere» mugugnò fintamente indispettito senza riuscire a nascondere un sorriso «Non ti sei nemmeno arrabbiata per l’insulto alla tua casa»

Chris si zittì facendosi pensierosa «Ora che ci penso potrei effettivamente essermi offesa per quello» Mike inclinò la testa lanciandole uno sguardo eloquente «Ma sono troppo contenta quindi per oggi soprassiederò»

«Avrei dovuto dichiararmi prima, non sei mai così dolce»

«Cretino»

«Ecco, adesso ti riconosco di più»

 

*

 

Lisa entrò nel salotto con un vassoio in mano e un’espressione di disappunto sul volto «Bas la tua cucina è un porcile» commentò secca, guardando male il fratello «Invece di giocare a scacchi o di mischiare schifezze varie in laboratorio, ogni tanto potresti anche sistemare, sai?»

Sebastian si prese tutto il tempo del mondo per muovere il suo pedone, prima di rispondere alla sorella «Il resto della casa è a posto, in cucina ci entro solo io» e altre otto persone, ma non credo sia il caso di parlarne «Non vedo perché debba sbattermi per sistemarla»

«Pigro» borbottò Lisa, sedendosi sul divano e accendendo la televisione «Quanto vi serve per finire la partita?» chiese ai due fratelli, osservando i CD che levitavano di fronte a lei «Voglio vedere il mago di Oz»

Samuel, il più piccolo dei fratelli Baker, storse il naso «Credevo avremmo visto il Grande dittatore» Sebastian guardò con un moto di affetto e orgoglio il fratellino «Quel film mi inquieta con quei personaggi grotteschi…Somewhere over the rainboooooooooow» canticchiò poi con una vocetta stridula, facendo ridere Bas.

Lisa alzò gli occhi al cielo «E io che ho sprecato il mio tempo preziosa da bambina per leggervi quei libri…incompétents»

Samuel schioccò le dita «Tu sei quello che i francesi chiamano les incompetents»(1) Sebastian scoppiò a ridere, tirando una pacca amichevole al fratello, declamando di essere fiero della sua conoscenza cinematografica, mentre Lisa sbuffava, lamentandosi di come quei due, oltre ad insultare capolavori della letteratura, non si facessero problemi a storpiare la loro lingua materna.

 

*

 

Chris si chiuse il portone di casa alle spalle con un sorrisino ebete. Dopo essere usciti dal bar, lei e Mike avevano fatto un giro per la Londra babbana: avevano avuto una specie di appuntamento a pensarci bene, ma non era stato uno di quegli appuntamenti strani, pieni di imbarazzo, era stato normale e rilassante come sempre, solo che questa volta aveva la consapevolezza di non uscire più solo come sua amica. Il che le sembrava assolutamente magnifico.

«Tesoro, sei tornata, hai fatto un po’ tardi» sua madre si sporse oltre lo schienale del divano, guardandola con un sorriso.

«Ah ah» mormorò la ragazza sorridendo felice.

Margaux inarcò le sopracciglia «Tutto a posto?»

Christie si incamminò con sguardo perso sulle scale «Ah ah»

«Vuoi qualcosa da cena?»

«No, no, sto benissimo» Margaux guardò con un lieve sorriso la figlia risalire saltellando le scale mentre alle sue parte sentì una risatina famigliare «Ah, l’amore» Emilia, seduta sul divano di fronte alla signora Nott guardò con tenerezza il punto in cui era scomparsa la ragazzina.

«La tua figlioletta ha l’aria di una che ha appena fatto bisbocce» commentò Trevor allegro facendo ridere l’intero cluster, compresa la signora Nott che, suo malgrado, non riuscì a rimanere seria.

Adil guardò malizioso due dei suoi compagni di cluster «E qualcuno qui ne sa qualcosa di bisbocce giovanili»

Mentre Trevor scoppiava a ridere, Emilia lanciò all’indiano un’occhiata di fuoco «Adil!» ringhiò.

«Davvero lo negheresti di fronte al nostro avvocato preferito?» Trevor le rifilò un’amichevole gomitata, accompagnata dal suo sorrisetto strafottente a cui la mora rispose con un colorito insulto «Vi odio tutti, sappiatelo!» nonostante tutto Emilia fece fatica trattenere a sua volta un sorriso, mentre gli altri cinque membri del suo cluster continuavano a ridere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1)   citazione colta da Mamma ho Perso l’Aereo. Anche se credo che quasi tutti l’abbiate beccata. Sebastian è per metà franco-canadese, giusto per fare chiarezza.

Sono stata via troppo a lungo, ma adesso cercherò di recuperare. Nei prossimi capitoli alternerò ragazzi e ragazze, per cui non ci sarà più bisogno di votare.

E la prima coppia è andata, contenti? Il prossimo capitolo sarà decisamente più cluster-centrico, in questo capitolo ho variato tanto, ma avevo bisogno di riprendere il ritmo, ho scritto veramente poco ultimamente. Vi ringrazio ancora per la pazienza infinita!

Alla prossima,

Em

 

 

   
 
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