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Autore: blackjessamine    28/01/2019    5 recensioni
Chiara ha molti cieli, qualche fiore, e tanta fame di vita.
Scandendo giorni, ore e respiri, insegue la sua celeste felicità.
(La raccolta si è classificata seconda al concorso "D come Drabble" indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crepuscolo



Fra cieli di lana, Chiara cuce stelle di stagno.

Nei capelli ha tele di ragno, sul viso sorrisi segreti: conosce i sospiri, amici lontani.
Gioca coi sassi, costruisce castelli di piombo per ballerine vestite di carta.

Respira la notte, si dipinge le gote con petali bianchi.
Scioglie gelsomini di zucchero fra i denti e la pancia

Ha dita di legno, e colori di cera a segnarne il contorno.
Chiara si guarda allo specchio, riflette, si prende anche in giro.

Le mani sul cuore, i piedi nel fango, ascolta la vita.

L'uccellino azzurro è un battito d'ali nel petto di Chiara.

 
[100 parole]



 
***





Note:
Un paio di precisazioni che spero risultino superflue, ma mi rendo conto che più un testo è breve, più tendo ad essere ermetica.
Il titolo, come dicevo, si rifà alla prima stesura de "La signora Dalloway", testo nel quale la Woolf racconta la sua protagonista accompagnandola nel corso di una sola gioranta.
La stessa cosa, almeno a livello metaforico, ho cercato di fare io: il trascorrere delle ore equivale al trascorrere degli anni, con l'infanzia che Chiara si lascia alle spalle (l'aurora), la giovinezza (mezzodì), e infine la maturità (il crepuscolo). 
Il suo percorso di crescita si accompagna al rapporto con l'uccellino azzurro, simbolo di una felicità da cercare: col passaggio dall'infanzia all'adolescenza l'uccellino si allontana da Chiara, che, nel momento in cui la sua sete di vita è maggiore, quando si perde in mezzo alle esperienze inebrianti della vita, lo sente lontano. Lo ritrova nel finale, con la nuova consapevolezza dell'età adulta, quando si guarda allo specchio e capisce di non aver bisogno di cercarlo altrove.
Bene, con questa spiegazione mi sembra di aver ucciso il senso stesso dello scrivere, ma avevo un po' paura che alla fine qualcuno mi dicesse: "Bello, eh, ma che vuol dire?".
   
 
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