Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: taisa    01/02/2019    2 recensioni
Bulma ha le potenzialità per realizzare tutti i suoi sogni, ma può riuscirci mantenendo un segreto chiamato Vegeta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
d
ENTER MY WORLD

Un intelletto senza pari

Il compito in classe non era stato troppo complicato, anche se non avesse passato la notte a studiare fino alle tre. Sapeva di aver fatto bene e si sentì fiduciosa delle sue capacità. Erano almeno venti minuti che aveva già consegnato al professore il suo test.
Il suono della campanella decretò la fine della lezione e l'inizio dell'intervallo. I suoi compagni di classe si affrettarono a scrivere le ultime note prima che i fogli venissero sottratti sotto i loro nasi.
Crilin, seduto al banco di fronte a lei, si voltò l'istante esatto in cui l'insegnante ritirò il suo compito. “Dimmi che la risposta alla terza equazione era cinque” la implorò, sapendo che se lì c'era qualcuno che aveva le risposte esatte a tutti i questi, quella era Bulma.
“Ti avevo detto che era otto” lo rimproverò Lazuli seduta con le spalle appoggiate alla parete dietro il tavolo alla sinistra del suo ragazzo. Crilin la guardò per un attimo con disappunto. Lei aveva cercato di suggerirgli le risposte esatte per tutto il tempo, ma in metà dei casi non era riuscito a sentire, mentre nell'altra metà avevano rischiato di farsi beccare. L'amico tornò a guardarla con un'ultima flebile speranza, ma Bulma alzò le spalle “Mi dispiace, Crilin, ha ragione lei” confermò. Lui sospirò rassegnato “Oh” bisbigliò. “Beh, un altro compito in classe nella quale ho preso un pessimo voto” s'introdusse Yamcha, che si era fatto largo dai banchi in prima fila, dov'era stato spostato per punirlo dopo essere stato scoperto a copiare una volta di troppo. “Dimmi almeno che ne hai fatta una giusta” si augurò Bulma, per tutta risposta lui si portò le mani dietro la nuca “Probabilmente no” dedusse noncurante.
Yamcha lasciò cadere il proprio astuccio sul banco che occupava di solito, dietro Lazuli e accanto a Bulma, “Non importa... piuttosto chi viene con me alle macchinette? Io avrei un po' di fame” suggerì lui. Le due ragazze si scambiarono uno sguardo. Lazuli si alzò ed afferrò la mano di Crilin, costringendolo a sollevarsi dalla sedia “Tanto vale andare tutti” disse cercando d'incoraggiare il ragazzo ancora sconfortato dall'idea che i suoi voti in matematica stavano peggiorando. Anche Bulma decise di alzarsi, “D'accordo” disse afferrando il cellulare che aveva nascosto nella giacca della divisa. Non aveva ricevuto alcun messaggio nuovo, appurò dopo aver verificato.
Vegeta era stato di parole, la notte precedente. Alle quattro in punto le aveva scritto un breve messaggio alla quale lei aveva replicato appena si era alzata quella mattina. Di lui non c'era ancora segno tuttavia.
Non che si aspettasse qualcosa di complicato, Vegeta aveva un modo di scrivere estremamente sintetico. Si trattava perlopiù di brevi frasi o di singole parole, ma a lei bastavano. A ben pensarci però, erano ancora le dieci del mattino, forse lui non si era ancora svegliato.
Il gruppetto si ritrovò ben presto in fila per arrivare ai distributori automatici in attesa del loro turno che per fortuna arrivò presto. Yamcha si voltò verso gli altri, “Bulma, tu vuoi qualcosa?” le domandò mostrandole una manciata di monete che teneva in mano. Bulma scosse il capo dopo aver controllato di nuovo il cellulare, “No grazie, quella roba fa ingrassare” “Non insistere principe azzurro, alla principessa non interessi” lo prese in giro una voce alle loro spalle.
Lapis sorseggiò da una bibita che aveva già ottenuto dalle macchinette, la mano libera nella tasca, e con sguardo impassibile fissò gli altri uno ad uno, “Sopravvissuti all'ora di matematica a quanto vedo” aggiunse poi.
Contrariamente al resto del gruppo, il gemello di Lazuli frequentava un'altra sezione evitando quindi il test del giorno.
Alla domanda Crilin sospirò ancora affranto e Lapis gli poggiò una mano sulla testa rasata. “Andrà meglio la prossima volta pelatino” gli disse. Si pentì di averlo fatto quando incrociò lo sguardo glaciale della sorella che lo costrinse a fare un passo indietro.
“Ehi, dimentichiamoci di queste cose. Siamo liberi questo pomeriggio, cosa volete fare?” cambiò argomento Yamcha.
Nella sua mano il cellulare vibrò per un istante. Bulma si affrettò a dare un'occhiata, ma ne fu subito delusa... non era Vegeta. Lesse comunque il messaggio.
“Possiamo andare in centro” suggerì Crilin, risvegliatosi dal suo torpore si voltò verso Lazuli “Cosa ne pensi?”. Lei gli regalò un lieve sorriso, “Se è quello che vuoi” stabilì. Lapis fece spallucce “Beh immagino che vada bene” disse senza suonare troppo convincente, mentre l'altro ragazzo annuì col capo.
In seguito Yamcha si rivolse a Bulma, “Tu?” le domandò. Lei sollevò il capo dal suo cellulare, “Cosa? Ah... no mi dispiace io non posso. Mi ha appena scritto mia sorella e mi ha chiesto se posso passare da lei oggi” spiegò digitando la risposta sulla tastiera del telefonino.

***

Sua sorella maggiore Tights abitava in periferia, dove gli affitti per gli appartamenti non erano troppo costosi, tanto da permettere ad una giovane aspirante giornalista di lavorare in un piccolo giornale locale.
Il problema, per Bulma, era che arrivarci in bicicletta era un'immensa fatica vista la distanza da percorrere. Si vedeva quindi costretta a lasciare il suo bolide alla fermata dell'autobus per farsi mezz'ora seduta sui mezzi pubblici. Se non altro aveva la possibilità di scendere proprio davanti al palazzo della sorella senza quindi fare molta strada.
Quando citofonò alla porta le aprì un giovane ragazzo mingherlino con indosso l'uniforme della polizia. Lui la squadrò dal basso verso l'alto, “Ah... sei tu” brontolò in una tonalità seccata, “Ciao Jaco” replicò Bulma.
Jaco era il coinquilino e amico di sua sorella. I due erano stati compagni di classe al liceo ed avevano finito per trovare un accordo per aiutarsi sul piano economico.
Dividere i costi dell'appartamento consentiva ad entrambi di mantenere in vita i reciproci stipendi un po' più a lungo, considerando che nessuno dei due veniva pagato molto.
“Tights, c'è tua sorella!” gridò Jaco all'interno della casa. La giovane donna si affacciò da una delle stanze in fondo al piccolo corridoio, “Vieni pure Bulma” le disse facendole segno di raggiungerla.
Mentre la ragazza si fece strada, Tights guardò il coinquilino, “Non dovevi andare a lavoro?” gli domandò “Sto andando” rispose lui infilandosi il berretto d'ordinanza sul capo prima di uscire e sbattere la porta. “È di cattivo umore?” le domandò Bulma una volta entrata nella camera da letto della sorella. Lei alzò le spalle “Non farci caso, Jaco è sempre di cattivo umore” scherzò.
Bulma si guardò attorno, la camera era abbastanza minimale, c'era solo lo spazio sufficiente per il letto, l'armadio e una scrivania che la sorella aveva tappezzato con vari poster per dare un po' di personalità all'ambiente.
Dopo essersi seduta sul materasso, Tights le indicò il portatile, “Eccolo, puoi sistemarlo?” le chiese. Bulma appoggiò il suo zaino scolastico sul pavimento appena fuori dalla stanza ed appese la giacca della divisa sullo schienale della sedia. Poi aprì il laptop e cominciò a digitare sui tasti, “Mh” farfugliò pensierosa.
Con uno squillo il suo cellulare diede il segnale di aver appena ricevuto un messaggio. Impiegò meno di un secondo ad estrarlo dalla tasca per poter leggere la missiva.
Vegeta!
Sulle sue labbra si disegnò subito un piccolo sorriso che riuscì a nascondere alla sorella alla quale dava le spalle. A malincuore lo informò che non sarebbe riuscita ad andarlo a trovare quel giorno, ma che le sarebbe mancato e avrebbe pensato a lui. Stava per poggiare il telefono sulla superficie del tavolo, quando decise di aggiungere un cuore a completare così la sua risposta.
“Ehi! Sei qui per aggiustare il mio computer, non per chiacchierare con i tuoi amici” le ricordò Tights, avendone bisogno... era il suo strumento di lavoro! “Cosa? Ah sì” si riscosse l'altra che senza pensare toccò il pendaglio appeso alla collanina che portava al collo.
Il silenzio scese nella stanza, fatta eccezione per il digitare dei tasti. “Allora, pensi di poterlo fare?” domandò in apprensione la maggiore. “Non lo so, è un errore che non conosco” le spiegò.
Bulma non si arrese e la sua lotta con il portatile durò per diversi minuti ancora, era diventata una questione di principio. Tights si alzò dal letto e si avvicinò a lei, chinandosi per vedere lo schermo, “Pensi che papà potrebbe riuscirci?” le domandò e per quella domanda si guadagnò un'occhiata di disapprovazione.
Il padre, Dr. Brief, era una sorta di aggiustatutto specializzato nella riparazione di elettrodomestici più svariati. Possedeva un piccolo negozio in centro incentrato sul restauro di oggetti non funzionanti. Non c'era nulla che non fosse in grado di fare.
Nei suoi diciassette anni di vita, Bulma aveva imparato da lui tutto quello che sapeva sull'arte della meccanica dietro la moderna tecnologia. Era un mondo che l'affascinava, per questo aveva sempre voluto seguire la sua strada.
Tuttavia, seppur il genitore fosse capace di ridare nuova vita anche ai computer, quello era un territorio nella quale lei era nettamente superiore. Tights lo sapeva, per questo aveva chiamato la sorella prima del padre.
“Scusa, non volevo offenderti” le disse in risposta allo sguardo che aveva ricevuto. Bulma tornò al suo lavoro.
“Dovrò fare qualche ricerca per sapere come ripararlo” decretò infine, ma quella diagnosi non piacque alla maggiore. “Ho una consegna per domani” si lamentò. Bulma ci pensò per alcuni secondi, “Mi è venuta un'idea, se vuoi posso dire alla mamma di venirmi a prendere e di portarmi il mio vecchio computer. Ti lascio quello mentre provo a sistemare questo” concluse. “Non sapevo avessi un nuovo computer” notò Tights, la sorella alzò le spalle “L'ho comprato alcuni mesi fa con i soldi del mio lavoro part-time” le rivelò.


CONTINUA…

Dunque, nota per quanto riguarda alcuni nomi. Come avrete notato ho usato i nomi “umani” per C17 e C18 (rispettivamente Lapis e Lazuli).

Ho fatto questa scelta perché mi suonavano più naturali in confronto ai reciproci numeri.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: taisa