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Autore: Lady Lara    02/02/2019    3 recensioni
Tratto dall'incipit.
“Mi dispiace … mi dispiace veramente … ma il mio cuore deve restare di ghiaccio!”
La sua mente se ne stava facendo una convinzione e stava alzando dei muri spessi intorno a quel cuore. Ne aveva bisogno perché … perché quegli occhi verdi e quelle labbra di ciliegia, erano riusciti a scalfire quel ghiaccio irrimediabilmente!
Una giovanissima Emma Swan, studentessa universitaria, incontra "casualmente" un giovane che sconvolgerà la sua vita e la condizionerà nelle sue scelte professionali e sentimentali. Il destino è spesso crudele e la vita lascia traumi difficili da superare. L'amore a volte può essere un trauma, specialmente quando ti viene strappato agli albori, quando le speranze sono tante e i sentimenti sono potenti ma, una nuova possibilità fa risorgere la fenice dalle sue ceneri. Emma si chiederà come si è potuta ingannare e innamorare in breve così profondamente. Dovrà lavorare duramente su se stessa per erigere i muri che la proteggeranno, ma se la fenice risorgerà dalle sue ceneri? Sboccerà ancora l'amore? Sarà Emma la fenice? O sarà il bellissimo uomo misterioso che, da un quadro visto in un museo, tormenta i suoi sogni con i suoi magnetici occhi azzurri?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Avviso ai lettori
Il capitolo potrebbe essere considerato più un rating red rispetto a quanto descritto nella presentazione.
A chi pensa di poter essere disturbato da azioni e descrizioni è sconsigliato di leggere
 
 
Capitolo 48
Ancora e sempre sarò il tuo brivido più grande
Nelle lunghe attese tra di noi
Io non ho confuso mai
Braccia sconosciute con le tue

Adesso se tu mi vuoi e se lo vuoi
Lascia che io sia
il tuo brivido più grande

( Nek - Lascia che io sia -)


 
 
“Indifferenza!”
 
Si, era necessario che mostrasse …
 
“Assoluta indifferenza!”
 
Molto facile a dirsi, ma a farsi? Specie quando l’uomo che ami ti si presenta improvvisamente, vestito solo con un paio di boxer, con quei pettorali in mostra, gli addominali scolpiti e delineati, evidenziati da una peluria scura, i bicipiti tonici come l’Apollo del Belvedere, stagliato nel telaio della porta, con un avambraccio poggiato allo stipite, mentre ti guarda con due occhi d’acqua marina e i capelli bruni scompigliati che ti fanno venire voglia di infilarci le dita e rimetterli a posto, anche se è perfetto pure così!
 
“Ce la posso fare! Ce la posso fare!”
 
Eccolo che si avvicinava felino, con quello sguardo magnetico e seducente, sommato ad un sorriso malizioso da “Non puoi scappare Love, sei mia!”
 
“Non ce la posso fare! Non ce la posso fare! Ti prego non ti avvicinare e non mi guardare così! Maledizione ti potevi mettere almeno una maglietta!!! Cavolo -MI- potevo mettere qualcosa di più decente addosso!!!
 
Emma si sarebbe messa anche un sacco dell’indifferenziata addosso in quel momento o il “mantello dell’invisibilità”! Si, quello sarebbe stato pure meglio! Magari una sbirciatina ben fatta gliela dava a Killian, senza essere vista! Perché, doloroso da ammettere, era veramente un bel vedere!
Beh! Che poteva fare ora? A parte mostrare indifferenza? Si, si, il bicchiere d’acqua! Era lì per quello in fin dei conti!
 
“Bene! Bevo il mio bicchiere d’acqua!”
– Tutto bene Swan?
– Mmm … si perché?
 
La voce le era uscita quasi stridula, ma almeno non si era strozzata mandandosi l’acqua per traverso.
 
– N-nulla … pensavo … 
- Che?!
– Che avessi bisogno di qualcosa … 
- Avevo sete e sono venuta a prendere un bicchiere d’acqua … fa caldo!
 
Aveva portato nuovamente il bicchiere alle labbra, guardandolo. Non era riuscita nello sguardo indifferente, no, aveva battuto le palpebre in un modo che a lui era arrivato sensuale ed ammiccante. Lo vide restare quasi con il fiato sospeso, ma riprendersi con quel sorriso sghembo e malizioso sul viso.
 
– E bevi l’acqua del rubinetto? In frigo c’è una bottiglia al fresco …
 
Killian si avvicinò al lavandino e a lei che vi era appoggiata con quel bicchiere stretto tra le mani. Una presa insolita, nessuno aveva intenzione di rubarglielo no?
 
Emma, suo malgrado, ebbe un brivido per la schiena e si strinse maggiormente le braccia verso il seno. Non era di certo il freddo!
 
“Maledizione all’effetto che mi fai Killian! Spero che non te ne accorga o immagino le tue idee!”
 
La reazione fisica del suo corpo era incontrollabile e lo sapeva, ma poteva nascondere un minimo l’inturgidirsi dei capezzoli sotto quella sottile canotta di cotone, stringendo le braccia con la scusa del bicchiere!
 
Killian ormai le era accanto e le sfiorò un fianco, mentre sollevava la mano destra verso i pensili sopra il lavabo. Emma si mordicchiò l’interno del labbro inferiore per dominare l’ennesimo brivido. Lui aprì lo sportello e prese un bicchiere per sé.
 
– In effetti fa caldo qui … e ho sete anche io!
 
Si voltò poi verso il frigo, lo aprì e prese la bottiglia di acqua fredda.
Lei non perse l’occasione per ammirarne, da dietro, il portamento eretto e la bella figura atletica.
Killian stappò la bottiglia e la offrì prima a lei, riavvicinandosi. Cavolo! Lei doveva riaprire le braccia?! No, meglio di no! Anzi, strinse pure le gambe incrociandole.
Lui notò il movimento scendendo con lo sguardo lungo le sue cosce e risalendo verso il suo viso, puntandolo ai suoi occhi verde acqua e alzando un sopracciglio.
 
– No grazie … sto bene così per il momento!
 
La guardò ancora maliziosamente.
 
“Insomma che ti guardi?!”
– Se lo dici tu Swan!
– Ma non dormivi o ti ho svegliato io? Ho cercato di far piano …
- Ero sveglio … per quello ti ho sentito … non hai fatto granché rumore. Tu perché non dormivi? Non sei stanca? Il fuso orario non ti stordisce?
“Mi stordisci di più tu Killian!!”
– Non più di tanto o forse è proprio l’eccessiva stanchezza o il caldo di luglio. Pensavo fosse più fresco qui in Irlanda!
– Di sicuro non è un luglio Californiano, ma è estate anche qui Swan!
– Per quello non dormivi? Per il caldo?
– Il caldo … i pensieri …
- Quali pensieri?
– Non lo so … forse i tuoi stessi pensieri …
 
Il cuore in petto le fece un tuffo. Avevano pensato veramente alla stessa cosa?
- I- i miei stessi pensieri? Cosa ne sai dei miei pensieri?
– Non pensavi a … al caso?
“Che caso?! Oddio si, il lavoro! “
– … Si, si  certo! A che altro altrimenti?
 
Killian si era riavvicinato con la scusa di posare il bicchiere sul ripiano del lavabo. Rimase al suo fianco. Emma poteva percepire il calore del suo corpo e iniziava a sentire ancora più caldo. Il cuore in petto era ormai in tachicardia e la cosa la scocciava parecchio. Se lui si fosse accorto del pulsare veloce della sua giugulare? Addio la finta dell’indifferenza!
Lui poggiò la mano sinistra sul bordo del lavabo, le si portò davanti e mise l’altra mano sul bordo a destra. Emma ora era imprigionata tra le sue braccia.
 
“Se non mi esce il cuore dal petto ora! Dio Santo se fa caldo adesso!!”
– Non saprei Emma … a che altro potevi pensare?
“Indovina un po’ Killian?”
 
Era così vicino. Non la toccava con il corpo ma era lì, più alto di lei, la guardava insistentemente in viso e lei non poteva fare diversamente, vedendo come i suoi occhi azzurri navigassero sul suo viso, dal contorno dell’aureola dorata dei capelli, agli occhi e alle labbra, soffermandosi su di esse … molto a lungo su di esse!
 Era vicino a baciarla, era chiarissimo! Lo avrebbe capito chiunque, non era necessario un Profiler. 
 
– Finalmente  si rivedono i tuoi capelli … sei ancora più bella con queste onde d’oro che ti scendono sulle spalle …
 
La destra di Killian si era staccata dal lavabo ed era salita leggera lungo il braccio di Emma, appena sfiorandola, fino a giungere vicino alla sua guancia, a carpirle il boccolo dorato che si era formato dalla tempia. Lo prese tra le dita e come altre volte, glielo portò dietro l’orecchio, sfiorandole la guancia con i polpastrelli. Lei sollevò la mano per allontanare la sua.
 
“Toccami pure ora ed esplodo!!”
– Pensavo a te e a tuo padre …
 
Suo Padre?! Quella risposta interruppe la magia della sensualità che si stava riaccendendo imperiosa tra di loro. Killian si tirò indietro.
 
– Swan, non ricominciare con mio padre per favore! Non mi sento di incontrarlo … già ne abbiamo parlato!
– Non è a quello che pensavo …
- Allora cosa pensavi?
 
Lui si era voltato nuovamente verso di lei, riavvicinandosi, lei lo squadrò dalla testa ai piedi, notando anche in lui gli effetti della vicinanza.
 
“Almeno, da quello che vedo non sei solo tu ad avere effetto su di me, la cosa è reciproca!”
 
Lui la guardava dritto negli occhi. Lei sostenne lo sguardo con espressione seria.
 
– Pensavo a quello che hai detto sul tuo amore per lui non ricambiato. Hai detto che non è la prima volta che ami senza essere ricambiato …
 - Quindi?
– Chi è la persona che ti ha deluso oltre a tuo padre?
– Me lo stai chiedendo veramente Emma?
– Mi sembra proprio di si Killian!
– Basta che guardi al tuo dito quell’anello Emma!
– Cosa centra il mio anello ora?
– Ancora non lo hai capito Emma?!
 
Gli occhi di Killian erano lucidi e la sua espressione arrabbiata e addolorata insieme. Le prese le braccia con le mani, stringendole.
 
– Sei tu che mi hai deluso Emma!
– Io ti ho deluso?!!
 
Emma era indignata e nel rispondergli allontanò bruscamente le mani di Killian dalle sue braccia.
 
– Bella questa! Come ti avrei deluso?
– Credevo che ti saresti fidata di me, che mi avresti aspettato come ti avevo chiesto!
 – Non mi hai mai detto di amarmi Killian e ti ho aspettato comunque! Invece mentre mi abbracciavi e baciavi, dicendo tanti bei propositi, già ti eri sposato! E quello deluso sei tu?! Hai una faccia da schiaffi veramente a dire una cosa simile!
– Ti avevo detto di guardare oltre le apparenze!
– Ci ho provato per un pezzo! Ma cosa c’è dietro un matrimonio legale? Non è una farsa come la morte di Kim! Ti sei sposato veramente! Se fosse stato vero che mi amavi non lo avresti fatto! Ti sei innamorato di Eloise per la sua fragilità? Ti sei sentito un eroe? Beh non mi interessa saperlo! Ho chiuso con te! Ho trovato qualcuno che mi ama veramente e non mi racconterebbe frottole, come hai fatto tu, per nulla al mondo!
– Mi amavi così tanto che ti sei riconsolata presto direi!
 
Emma ora era su tutte le furie.
 
– Che diavolo ne sai tu?!! Sono morta dentro con Kim quando ti ho visto esanime su quel pianerottolo! Sono andata mesi in terapia da Lorna e la stavo superando grazie all’attesa di nostro figlio …
 
La voce di Emma iniziava ad incrinarsi al ricordo.
 
– Non è andata bene nemmeno quella di speranza! Non ho potuto vedere nemmeno il colore dei suoi occhi! Avrei voluto che li avesse come i tuoi! Volevo tenerti ancora con me in qualche modo!
 
Un singhiozzo le uscì incontrollato, ma non diede sfogo alle lacrime.
 
- Non avevo idea che l’uomo che mi telefonava fossi tu! Nonostante la corte che mi facevi e la sensazione di conoscerti, non mi sembra di esserti caduta tra le braccia con quelle telefonate! Non venirmi a dire che non ti ho amato veramente Killian e che mi sono riconsolata presto! Neal mi ama dalle Superiori e non lo avevo mai preso in considerazione.  Tu me ne hai fatte di ogni colore! Professionalmente posso capire la questione della copertura, ma hai continuato a mentirmi anche dopo, quando ho capito che tu e Kim eravate la stessa persona! Ti serviva la messa in scena per qualche ora di sesso? Non ti bastava Eloise?
– Che diavolo dici Emma?! Io non l’ho mai amata Eloise! In tutto questo tempo non ho confuso mai altre donne con te! Tutto quello che ti ho detto a casa di tua zia era vero, sogni e intenti! Lo sentivi che non era solo sesso! Non puoi non aver sentito quello che sentivo anche io in quei momenti! Eravamo una cosa sola! Tu non mi hai creduto! Non hai avuto fiducia in me!
– L’hai tradita la mia fiducia Killian!
– Io ti amo Emma! Non te l’ho mai detto prima! Ma ora te lo posso gridare finché non lo senti fino all’anima! Ti amo come non ho mai amato nessun’altra in vita mia! Incondizionatamente e profondamente! Nemmeno le vedo le altre! Nessuna mi fa l’effetto che mi fai tu! Mi hai fatto a pezzi con quel messaggio telefonico! Non mi hai nemmeno risposto quando ti ho chiamata e sono venuto a Boston per parlarti di persona! Invece ho avuto una bella sorpresa! Sei arrivata con quel tizio, Neal, sicuramente ci avevi passato la notte insieme visto come vi siete baciati! Dicevi che io ero quello “giusto”, quello che ti faceva sentire il brivido! Li senti anche con lui i brividi?!
“Eri venuto veramente a Boston?! No! Solo tu mi sai dare quel brivido, ma non mi freghi più!”
– Non sono affari tuoi Killian e ti sta bene, per quello che ho provato io a vedere lo stesso tra te ed Eloise in tribunale, inoltre non ti deve interessare con chi passo le mie  notti! Ti eri già sposato con lei e io non ti devo rendere conto della mia vita!
– Invece mi interessa e come! Non mi hai dato nemmeno la possibilità di spiegarmi!
– Non credo ci sia nulla da spiegare con gli atti ormai compiuti!
– Non capisci che l’ho fatto per te?!
 
Era troppo da sentire per Emma.
 
 – L’hai sposata per me?!! Questa poi! Ora Basta! Raccontane un’altra di cazzata Jones!
 
Con rabbia repressa da settimane e tutte le sue forze, Emma gli sferrò un tale pugno alla mascella, da farlo sbattere violentemente allo stipite della porta della cucina.
 
– Aahrg! La mia vertebra!
 
Con una smorfia di dolore, Killian scivolò lungo lo stipite e stramazzò a terra, lasciando Emma con gli occhi sbarrati mentre si portava le mani alla bocca aperta.
 
– Dio mio! Killian che ti ho fatto! La tua schiena! Non ci ho pensato! Mio Dio!
 
Terrorizzata non poté far altro che correre al fianco di Killian, inginocchiarsi e piegarsi su di lui con i capelli che gli lambivano il petto villoso. Iniziò ad accarezzargli il viso teneramente, sperando che si riprendesse.
 
– Killian … rispondimi! Amore mio, riprenditi! Amore mi dispiace tanto io non vol …
- Mi hai chiamato “amore mio” Swan?!
 
Con un occhio aperto e l’altro chiuso, un sorriso furbo sulle labbra e la mandibola dolorante,  Killian le aveva risposto.
 
– Tu … tu non sei svenuto! Mi hai fatto prendere uno spavento! Sei un bastardo Killian Jones!
 
Mentre Killian ridendo cercava di trattenerle le mani, lei, con le lacrime agli occhi, tentava di schiaffeggiarlo.
 
– Sei il solito mascalzone bugiardo!
– Dai smettila Swan! La mia vertebra è perfettamente guarita, te lo avevo detto in ospedale!
– Te la romperei veramente adesso! Non mi puoi fare queste cose! Sei un bastardo!
 
Furiosa, Emma si alzò dal pavimento per andare a chiudersi nella stanza degli ospiti. Ancora a terra Killian si voltò su se stesso e la prese per le caviglie, facendole perdere l’equilibrio. Emma si ritrovò a pancia a terra, lui la rigirò velocemente e se la tirò verso di sé, sovrastandola. Lei era furiosa, scarmigliata, con i capelli lunghi sparpagliati sul pavimento, gli occhi verdi acqua che lo avrebbero fulminato. Cercò di colpirlo al viso, ma lui le imprigionò le mani con le sue.
 
– La mia bella gatta selvatica dagli occhi verdi che diventa una tigre! Mi piaci così Swan!
– Tu non mi piaci per niente Jones!
– Si, raccontatene un’altra di storiella! Lo so che mi ami ancora!
– Io non ti amo! Mi sei completamente indifferente!
 
Killian le teneva le mani a terra, al di sopra della testa, con le dita intrecciate alle sue e il torace ormai a contatto con il suo seno, separati solo dalla leggera canotta a costine di cotone
 
– Si?! Completamente indifferente dici? Mi sembri piuttosto eccitata Swan e hai i brividi! Non mi interessa se anche con Neal li senti, ma ho intenzione di restare il tuo brivido più grande! Lascia che io lo sia ancora Emma!
 
Le lasciò la mano sinistra, scendendole con la sua destra lungo il fianco, fino ad accarezzarle la coscia nuda, che lei sollevò istintivamente, facendo angolo con il ginocchio.
 
– Ti amo Emma! Non smetterò più di dirtelo! Sono pazzo di te e tu non mi faciliti a restare lucido! Sono stato costretto per quello a starti lontano! Sei bella da togliere il fiato, anche arruffata e arrabbiata come sei! Se mi vuoi e se lo vuoi … scegli … o il mio letto o il tuo!
 
Era così affascinante con quel sorriso smagliante e malizioso! Lo sguardo penetrante e quella  voce così profonda e sensuale!
La sua mano, dall’esterno della coscia, le stava risalendo lungo il fianco, sotto la mutandina, fino al gluteo rotondo e morbido. Lei sentì che lo stringeva voluttuosamente, sentì di appartenergli ancora. La mano sinistra di Killian le lasciò la sua e con movimento leggero le abbassò la spallina della canotta, arrivando a scoprirle il seno destro. Lo vide chinarsi con il capo su di esso e suggerne dolcemente il capezzolo indurito. Lei chiuse gli occhi, restando con le mani vicino alla testa, inerme, assaporando la sensazione e i brividi che partivano da quel contatto.
Sentiva di desiderarlo non meno di quanto la desiderasse lui. Era qualcosa che andava oltre la tensione dei suoi visceri, oltre il fluire dei suoi umori, oltre la pressione imperiosa che sentiva del desiderio di Killian contro il suo pube. Era qualcosa che partiva da dentro, dal cuore come dal cervello, dal più profondo del loro animo. Non avevano mai smesso, nonostante il tempo passato lontani, nonostante i dubbi, la rabbia, la gelosia.
 
Si, doveva confessarselo, lui era il suo brivido più grande! Lo era sempre stato e lo sarebbe rimasto sicuramente per sempre, ma c’erano cose che impedivano ormai il loro stare insieme … una moglie e un “quasi” marito.
 
Emma scese con le mani aperte verso la testa bruna di Killian, mentre le sue labbra e la sua lingua ancora stavano tormentando di piacere il suo seno. Affondò le dita tra quei capelli, facendoli fluire soffici tra di esse. Lui sollevò il viso guardandola sorridendo, felice di avere la certezza che lei ancora lo amasse. Emma si perse nei suoi occhi azzurri e, nonostante la gioia di averlo sentito fare quella dichiarazione, che mai le aveva fatto così esplicitamente e nonostante la forte tensione al centro del suo essere e il desiderio del cuore e dell’anima di averlo ancora, la tristezza invase il suo sguardo verde.
 
– Emma … amore … dimmi che mi vuoi come ti voglio io!
– No … non voglio Killian!
– Stai mentendo Emma! Il tuo corpo sta rispondendo al mio come sempre … siamo fatti l’uno per l’altra … lo sai!
– Ti  ho detto di no …
 
Quel secondo “No” sembrava sapere di pianto, un “No” che arrivò dritto al cuore di Killian, che non si capacitava del suo negarsi a lui.
 
- Non ti voglio obbligare né farti violenza, ma continui a mentirmi con quelle labbra di ciliegia mentre ti sento sciogliere tra le mie mani.
- È soltanto una reazione meccanica allo stimolo, solo quello!
– Già, dimenticavo che la studentessa inesperta che ho conosciuto è ora una valente Dottoressa! Sei brava ad usare le parole per convincere! Ma io ti conosco Love, conosco ogni millimetro del tuo corpo, so cosa ti piace e come ti piace, conosco ogni tua reazione alle mie carezze e ora ti sento calda e bagnata. Mi vuoi, lo senti, lo sai e mi rifiuti … perché?
– Non mi sento di tradire Neal … lui è … è un caro ragazzo veramente … non posso fargli questo!
– Per lui non mi vuoi?
 
Killian si era sollevato da terra con le braccia tese ai lati di Emma e la guardava in viso con espressione seria.
 
– Allora dimmi che non mi ami. Dimmi che mi sono illuso e che ami lui. Se è così non ti sfiorerò più nemmeno con il pensiero!
 
Come poteva dire quella bugia? Si, era una bugia, non poteva rispondergli quello che lui l’aveva sfidata a dire.
 
“Amo te! Amo te, questa è la verità! Non posso risponderti una simile bugia!”
 
Pur non rispondendo nulla, sembrava che gli azzurri occhi magnetici di Killian potessero leggere nei suoi.
 
– Tu mi ami Emma … non hai mai smesso di farlo e io ti amo anche più di prima. Starti lontano non è stata una buona soluzione, ha solo moltiplicato quello che provavo per te. Credi di tradire Neal? È te stessa che stai tradendo e noi insieme …
 
I loro sguardi erano ancora incatenati. Quello di Emma sembrò vacillare. Quello di Killian ridiventò malizioso e ammiccante, un sorriso dolce e amorevole gli fiorì sulle labbra.
 
– Amore … te lo chiedo un’ultima volta: scegli … il mio letto o il tuo!
 
Era un mix letale per lei, quel sorriso dolce sommato a quello sguardo seducente. Il desiderio bruciante, di averlo e di essere sua, le tolsero ogni dubbio. Come in una lotta corpo a corpo, usando una velocità che spiazzò piacevolmente Killian, lei riuscì ad invertire le posizioni. Si ritrovò sopra di lui, con i capelli tutti su un lato della testa che ricadevano morbidi e ondulati su Killian. A cavalcioni sul suo turgore pulsante, si sporse verso le sue labbra e prima di baciarlo con tutta la passione negata e repressa fino ad allora, gli disse in un soffio :
 
- Qui ed ora “Pirata”!
 
Lui non si era aspettato nulla di più sensuale di quell’atteggiamento e quel bacio. La lasciò fare, assaporando a sua volta la bocca di lei, mentre le sue mani le stringevano i glutei e poi scendevano verso il dolce ristringimento della vita, infilandosi sotto la leggera canotta, spostandola per sentire meglio il velluto della sua pelle madida.
Era caldo, veramente caldo! Ma erano loro che stavano rendendo quella cucina bollente, nonostante il fresco del pavimento sotto la schiena di Killian e sotto le ginocchia di Emma.
Lei si risollevò dalle labbra di Killian per consentire ad ambedue di riprendere  fiato, ma sentirono subito entrambi la mancanza delle reciproche labbra. Impetuosamente lui le portò la mano destra dietro al collo e la riavvicinò alla sua bocca. Ancora un profondo bacio, un vorticare delle loro lingue, un succhiarsi reciprocamente, come se fossero in astinenza da quel dolce tipo di droga. Si sciolsero nuovamente per guardarsi negli occhi, carichi di lussurioso bisogno reciproco.
 
– Sei audace Swan e tendenzialmente dominante!
 
Mentre Emma si era risollevata dal suo torace, Killian le fece scorrere le mani sotto la canotta azzurra, accarezzandole la schiena e approfittando per sfilargliela del tutto. Lei, capendo l’intento, sollevò le braccia per permetterglielo.
I suoi seni candidi e sodi apparvero dolci e pendenti verso di lui, che non poté fare a meno di impossessarsene stringendoli, così morbidi, con una carezza tenera delle mani  e poi con mille baci delle sue labbra.
 
– Sei una visione d’incanto Love e io non posso restare passivo, lo sai vero?
 
Veloce, come era stata veloce prima Emma, Killian le circondò la vita con le braccia e con un colpo di reni, in quella lotta d’amore, la rovesciò sotto di lui.
 
– Il pavimento sarà pure fresco Love, ma è troppo duro per farci l’amore. Scelgo io per tutti e due: Il mio letto!
 
Mentre la sollevava tra le braccia, rialzandosi dal pavimento, Emma rise.
 
– Perché non il mio?
– Il mio è a due piazze Tesoro!
– Oooh!
– Puoi scatenarti come vuoi mia bella e vogliosa gatta selvatica!
 
La fretta di possedersi li fece volare in camera di Killian, dove la luce dell’abat-jour sul comodino era soffusa.
Se Killian credeva di prendere il dominio, fu piacevolmente deluso. Appena depose sul letto Emma, questa si rimise in piedi. La penombra, alternata alla luce soffusa, ne mostrò suggestivamente gli avvallamenti e le insenature del corpo. Lui, osservandola, confermò nella sua mente quanto fosse magnifica.
 
– Sicuro che la tua vertebra è guarita perfettamente?
– Al cento per cento Tesoro!
– Benissimo!
 
Spiazzandolo ancora, lei lo spinse con le mani sul petto, facendolo ricadere sul materasso. Killian la conosceva abbastanza da sapere cosa lo attendesse e rise divertito dell’irruenza di Emma, che era nuovamente a cavalcioni su di lui.
 
– Che mi vuoi fare Swan?
– Un po’ di tortura ci sta bene dopo quello che mi hai fatto passare Jones! Stattene fermo!
 
Come a lui piaceva accarezzarla e godere del contatto della sua delicata pelle, per Emma era lo stesso nei suoi confronti. La “tortura” che iniziò ad infliggergli era qualcosa che lui non avrebbe mai osato sperare. Lo accarezzo dal collo, sostituendo di volta in volta alle dita le labbra, seguendo la linea dei suoi muscoli tonici, baciando e succhiando la sua pelle nei punti più sensibili ed erogeni, facendolo rabbrividire di piacere, scendendo sempre più giù, fino al bordo dei boxer ormai troppo aderenti.
 
– Questi ti vanno decisamente stretti … possiamo considerarli inutili Jones!
 
Con lentezza esasperante gli portò le mani ai lati dei fianchi e poi velocemente lo privò dell’indumento. Killian era eccitato e fremente, esposto davanti a lei che gli sorrise maliziosamente, battendo le lunghe ciglia in quel modo che lo faceva andare su di giri. La vide sollevarsi senza toccarlo. La luce proiettata dall’abat-jour creò ancora quei sensuali chiaro-scuri sul suo corpo.
 
– Anche queste ora non servono più!
 
Ammiccando con lo sguardo e accarezzandosi sensualmente i fianchi, scese con le mani verso le proprie mutandine celesti, guardandolo con un’espressione che fece perdere battiti a Killian. Lo vide deglutire eccitato, mentre lei si spostava l’indumento verso la metà delle cosce, lasciandogli guardare il suo monticello dorato, sicura di sé e del suo corpo.
Il piccolo slip scivolò definitivamente lungo le gambe lisce e snelle di Emma e lei ebbe un moto di finta timidezza che lo fece fremere ancora di più di desiderio.
 
– Oops!
– Emma …
- Stai buono! Ti ho detto di non muoverti …
 
Come potesse essere così sexy, più di quanto lo era nei suoi ricordi, Killian se lo stava chiedendo. Sentiva l’urgenza del bisogno di possederla, ma lei aveva deciso di lasciarlo aumentare quel desiderio. Si era accovacciata tra le sue gambe e aveva deciso di regalargli una delicata e leggera carezza che gli avrebbe incrementato ulteriormente il bisogno, unendolo al piacevole dolore della tensione del suo membro.
Lei glielo aveva preso tra le mani con una maestria e una sapienza che non le ricordava. All’intenso piacere che ne provò si aggiunse, assalendolo improvvisamente, un dubbio e di conseguenza la gelosia. Che Neal le avesse insegnato qualcosa di più di quanto avesse scoperto e imparato con lui?!
Si morse le labbra per la gelosia. Come aveva potuto lasciare che lei fosse finita tra braccia che non erano le sue? Come aveva potuto permettere che un altro uomo l’avesse anche solo sfiorata e, peggio, posseduta? Emma apparteneva a lui! Doveva appartenere solo a lui! Era stato un idiota veramente e la colpa non era di Emma, era  la sua!
Un ennesimo picco di sensuale piacere gli fu provocato dalle dita delicate di Emma. Ora erano lì, erano loro due soltanto, doveva pensare solo a quello, non esistevano altri oltre loro due, doveva abbandonare quei pensieri di deleteria gelosia.
 
Lei sapeva bene cosa stava facendo. Anche lei lo conosceva, conosceva il suo corpo e come gli piacesse essere toccato e accarezzato. Con sapienti tocchi, leggeri e sicuri, lungo l’estensione turgida della sua intimità, lo stava facendo impazzire, tenendolo obbligato a restare passivo al suo volere.
 
“Dio se sai come farmi morire Emma!”
 
Ancora non le bastava il punto di eccitazione e tensione che gli aveva fatto raggiungere? Per quanto ancora lo avrebbe stuzzicato e dolcemente torturato in quel modo? Si costrinse a resisterle. Chiuse gli occhi per non guardarla o non ci sarebbe riuscito, ma durò poco l’intento. Era un godimento anche guardarla e non voleva perdere un secondo della  visione del suo candido corpo, né di quelle sorridenti e maliziose labbra di ciliegia che ora si stavano schiudendo e posando su di lui, decidendo  di ucciderlo definitivamente con quel bacio estremamente erotico.
 
Killian ansimava, nello sforzo ormai immane di resisterle, e, improvvisamente, lei smise con quella tortura erotica, provocandogli un sospiro di sollievo e nostalgia. La vide tornare a cavalcioni sul suo inguine, ma capì che avrebbe continuato quella carezza in un altro modo, prendendosi anche lei il suo piacere.
 
Poggiandosi su di lui, con il sesso bagnato per la medesima eccitazione, e strofinandoglisi contro il suo, con movimenti lenti e voluttuosi, mentre le mani correvano ad accarezzargli il petto, facendo scorrere le dita tra la sua peluria bruna, Emma sentiva il piacere espandersi dal suo centro in tutto il corpo. Si strofinò ancora lungo il suo turgore infiammato, godendone e mugolando sensuale.
Era solo l’inizio, sapeva che poteva avere di più e che potevano insieme sentire di più. Inarcandosi con la schiena e spingendo il seno in avanti, assaporò ancora quella sensazione, poi desiderò sentirlo dentro di sé e sentì, nell’ennesimo fremito di Killian, la sua stessa impazienza.
 
– Emma … lo sai che non sono bravo a restare passivo, non posso ancora …
- Sssht! Stai zitto e godi con me Capitano!
 
Questa volta lui trattenne il fiato, mentre lei si decise e scendere sulla sua erezione, accogliendolo e avvolgendolo con un ritmo che gli fece assaporare il piacere che solo con lei riusciva a provare. Un piacere che gli era mancato più di quanto volesse ammettere a se stesso, un piacere che voleva restasse costante e quotidiano, così come desiderava da tempo avere quotidianamente al suo fianco lei. Le portò le mani ai fianchi, guidandola nel ritmo sempre più veloce che si stava impossessando di entrambi. I loro gemiti iniziarono a mescolarsi e i loro movimenti diventarono sempre più complementari. Lei era felice di sentirlo attivo, dentro e fuori di sé e non gli impedì più nulla
 
– Accarezzami Killian!
 
Glielo aveva chiesto mandando la testa in dietro e offrendogli i seni. Lui le accarezzò la schiena e risalì sul davanti, stringendo e massaggiando quanto gli veniva offerto così generosamente. Si portò seduto, tenendola per la vita e affondò il viso nell’incavo del suo seno. Lei gli prese il capo accarezzandogli i capelli come le piaceva fare, mentre lui riprendeva a mordicchiarle piano quelle piccole gemme, ormai  dure come bacche rosse, alternando con dolci movimenti lenitivi e succhianti della sua lingua. Emma abbassò lo sguardo verso il proprio petto e apprezzò la vista sensuale di quanto la sua bocca le stava facendo. Incontrò gli occhi di Killian, che volevano la certezza che lei stesse godendo, e gli diede quella sicurezza attraverso il suo sguardo ormai offuscato dal piacere. Continuò a muoversi ritmicamente su di lui, si rese conto che era vicino al massimo e che si trattenesse per lei. Questo la eccitò fino all’orgasmo ed esplose in un’onda tellurica che Killian sapeva sarebbe stata solo la prima di quelle che le avrebbe fatto ancora provare. Prima che lei ricadesse contro il suo torace accogliente, Killian l’abbracciò e la rovesciò sulla schiena, portandola sotto di sé.
 
– Sei solo all’inizio Love, rilassati, ora ti farò sentire molto di più di questo …
 
Era una promessa che Emma  sapeva bene lui avrebbe mantenuto. Distesa languida tra quelle lenzuola stropicciate, lasciò che Killian percorresse il suo corpo ancora con baci e carezze. Sapeva quale fosse la sua meta e divaricò le gambe per facilitargli l’accesso. Un sussulto la scosse al piacere intenso che la invase nel momento in cui sentì le labbra e la lingua di Killian lambire il centro umido della sua intimità e un tremore involontario si scatenò quando quel morbido tocco si insinuò più a fondo nella sua cavità. Lui non si accontentò di quelle reazioni e continuò con pazienza a stimolarla in quel modo erotico ed estremamente  intimo, finché non la sentì perdere ogni controllo del suo corpo, scossa da onde che si susseguirono. 
 
– Killian … Killian vieni con me!
 
La voce di Emma era come l’invito di una sirena, condizionata, nella sua melodia, dal  piacere provato. Killian, ormai all’estremo della volontà e della capacità di resistere, l’assaporò ancora, poi si sollevò dalla sua sorgente stillante e si fiondò tra le sue gambe aperte, come un marinaio tra i flutti di un mare in tumulto, accettando l’invito di quella voce melodiosa e delle sue braccia accoglienti, che si avvinghiarono al suo torace appena lui la penetrò con estrema facilità e profondità. Fu lui a continuare e a finire il loro gioco d’amore. Avere il controllo di qualsiasi situazione era una sua prerogativa e la passività non gli apparteneva. La guidò verso vette ardite, muovendosi dentro di lei secondo le contrazioni che da lei provenivano. Fatti l’uno per l’altra, complementari, completandosi a vicenda. Le loro volontà si mescolarono in una sola unica volontà, i loro corpi si fusero in un unico fiume di fluidi, esplodendo insieme, ancora nella visione di miriadi di stelle.
 
 
Erano esausti quando si ritrovarono abbracciati, stretti, allungati su un fianco, soddisfatti e rilassati nel felice risultato del loro amplesso.
 
 – Stai bene Emma?
 
Lei aveva il viso così disteso e rilassato con quei grandi occhi sognanti, che Killian volle anche il piacere narcisistico di sentirglielo dire.
 
– Si Killian, mai stata meglio … è stato bello … bello come mai prima!
– Non ti è piaciuto le altre nostre volte?
– Cosa hai capito! Adoro fare l’amore con te, ma questa volta è come se lo avessimo fatto meglio di tutte le altre!
– Lo so, è stato così anche per me … te lo avevo detto già la nostra prima volta che le successive sarebbero state sempre meglio … almeno di questo ti potrai fidare!
 
Emma si sollevò su un fianco e gli accarezzò le guance leggermente ruvide per l’accenno di barba. Lo guardò con quello che a Killian giunse come uno sguardo innamorato.
 
– Killian … mi sono sempre fidata di te, anche quando eri Kim. Nel profondo dell’anima ho sempre sentito di potermi fidare. Ma quest’ultima volta non sono riuscita ad andare oltre le apparenze. È stato troppo forte il colpo di saperti sposato con Eloise. Ti credo se mi dici che non l’ami, ma che lo hai fatto per me non lo capisco proprio!
– Non mi sono espresso come avrei dovuto Emma e quel pugno da boxer me lo sono meritato completamente. Accidenti se sai picchiare duro! È un miracolo se non mi hai spaccato la mandibola!
– Accontentati, perché se ti avessi avuto davanti quando ho scoperto che ti eri sposato, non so se ora saresti stato in grado di raccontarlo!
– Sei un’irruenta Swan! E ti assicuro che lo apprezzo … a letto!
– Jones io non so che ti farei!
 
Emma cercò di risaltargli sopra come per picchiarlo, ma lui ridendo la rovesciò nuovamente sotto di sè.
 
– Non mi dispiace nemmeno quando diventi un po’ più arrendevole sai?!
 
La baciò nuovamente sulle labbra ancora schiuse e lei si rilassò di nuovo, poi lui si risollevò e si rimise al suo fianco.
 
– Emma, la verità è che ho parlato con lo psichiatra di Eloise …
 
Lei si irrigidì, ma aumentò l’attenzione.
 
– Nessuno può capirlo meglio di te e sicuramente ti sarai resa conto della sua instabilità …
 
Emma continuava a guardarlo attenta.
 
– Ha subito troppo, è una donna profondamente traumatizzata e la sua instabilità emotiva non l’aiuterà a poter gestire sua figlia. Quando l’ho portata negli States per farla testimoniare, ha usufruito di un programma speciale di protezione. Ora, nonostante sia ancora in comunità e abbia un piccolo lavoro come fioraia, il suo ruolo di testimone è finito e sarà rimpatriata. Sono stato io a voler l’inserimento di Alice dai Nolan, sapevo che tu facevi tirocinio da loro e speravo che la tua presenza aiutasse sia la piccola che la madre. Ho parlato con David e Mary Margaret, mi hanno detto della bravissima psicologa tirocinante che si è presa a cuore la piccina. Mi hanno detto che anche lei ti si è affezionata, ti considera più vicina di sua madre e secondo Mary hai fatto un ottimo lavoro con lei. Se Eloise sarà rimpatriata, come la legge impone, porterà con sé sua figlia in Colombia. Che fine pensi potrebbero fare? Le ho salvate in extremis. Eloise finirebbe nuovamente nel mondo della prostituzione e della droga. Ancora ci sono accoliti di Santa Cruz a piede libero e sono sicuro che l’aspettino al varco. So che vuoi bene ad Alice, la tua Fiordaliso. Una soluzione poteva essere l’adozione, ma chissà dove sarebbe stata adottata in Colombia. Ho preferito sposare legalmente la madre per darle la cittadinanza Statunitense, io l’ho ricevuta per il mio lavoro e grazie agli anni in cui mio padre è stato nel paese, l’unico piccolo vantaggio della sua lontananza! Con il matrimonio legale ho potuto adottare la bambina. Ho detto ad Eloise che ottenuta la cittadinanza l’avrei poi inserita in una situazione migliore qui in Irlanda. Le ho detto che mi sarei preso cura di Alice come mia figlia, ma avrei divorziato da lei perché ero già impegnato con la donna che amo. Questa è la verità Emma. Alice oltre ad un padre, avrebbe una madre attenta che le vuole bene e in grado di darle stabilità. Volevo che questo fosse un regalo per lei e per noi.
 
Emma era rimasta in silenzio. Stava elaborando quanto detto da Killian. Gli credeva, questo era sicuro nel suo cuore, ma sapeva che, per l’instabilità di Eloise, il piano di Killian potesse saltare completamente.
 
- Amore dimmi qualcosa …
 
Killian aveva un’espressione preoccupata, non sapeva come lei avesse preso la cosa, voleva un suo parere.
 
– Cosa dovrei dirti Killian? Un nobile gesto il tuo.
– Mi dici solo questo? Ti ho detto che voglio una famiglia con te e avere con noi Alice!
- Si … un pensiero dolce. Mi piacerebbe fosse come tu dici. Hai detto ad Eloise che la donna che ami sono io?
- No ovviamente!
– Credo l’abbia capito in qualche modo.
– Impossibile. Non ti ho mai nominata!
– Sai … l’intuito femminile esiste Killian!
– Chi se ne importa se lo ha capito! Conosce i miei intenti!
– Certo, li conosce. Ma tu non conosci i suoi! Non hai calcolato oltre alla sua instabilità i sentimenti che prova per te?
– Per me?! Gratitudine penso! Non ho fatto nulla per illuderla!
– A parte sposarla legalmente? Dio Santo Killian! Non capisci nulla di donne!
– Comincio a crederlo Swan!
– Eloise si è innamorata di te. Mi ha detto che non vede l’ora di partire con te e la figlia per l’Irlanda. Lo so perfettamente che ha una personalità instabile e non riesce ad accudire la piccina. Inoltre è refrattaria ai suggerimenti e molto avversativa. Entra di continuo in competizione con me, nonostante il mio ruolo. Questo mi dice che non accetterà di divorziare da te quando sarà il momento. Resterai sposato a lei e farai da padre ad Alice. Sarà comunque un bene per la piccina.
– Emma io ti amo! Voglio il bene di Alice ma non voglio l’Inferno con Eloise. Sei tu il mio Paradiso! Voglio te per il resto della mia vita!
 
Appassionatamente Killian si riportò su di Emma, riprendendo possesso delle sue labbra. Lei gliele lasciò prendere, ricambiando con lo stesso trasporto. Nessuno dei due voleva pensare ad altro se non a loro stessi. I problemi erano da rinviare in quel momento. La notte era la loro e soltanto la loro.
Mentre assaporava avidamente le labbra della sua amata, Killian fece scivolare la mano sulla sua pancia piatta, aprendola sul suo monticello soffice. Lei era nuovamente pronta per lui, lo capì facendosi spazio in quel vello dorato e coccolandola con le dita, dove sapeva che lo avrebbe sentito con veemenza.
 
– Apriti ancora love, ho troppo bisogno di sentirti mia!
 
Il desiderio era reciproco e reciproco fu il piacere che ripresero a dedicarsi nuovamente, fino ad addormentarsi esausti.
 
***
 
La luce dell’abat-jour era rimasta accesa, ma dalle tende della finestra filtrava il sole del mattino a dare una maggiore luminosità alla stanza. Emma si svegliò sul petto di Killian, ancora addormentato. Si sollevò piano e rimase ad ammirarlo nella sua nudità e nel relax del sonno. Gli accarezzò il torace, risalendo verso il viso. Decisamente gli piaceva parecchio con quell’accenno di barba che lo rendeva ancor più somigliante al quadro dipinto da suo padre. Tra la peluria, si notava sul lato sinistro del mento, il livido che gli aveva fatto con il pugno. Gli diede un bacio leggerissimo e decise di farlo dormire ancora, mentre lei avrebbe fatto una doccia.
Si alzò dal letto ma la mano di Killian la trattenne. Si riportò su di lui sorridendogli e baciandolo.
 
– Allora sei sveglio!
– Buongiorno Love!
– Vado a farmi una doccia, è ora di alzarci e riprendere il lavoro!
– Mmm … te l’ho detto che mi destabilizzi! Avrei voglia d stare ancora un po’ in questo letto con te! 
- Ti ho detto che non sono qui per flirtare con te Capitano ma per lavorare no?
 
Il sorriso di Emma era smagliante e quello di Killian, in risposta, non lo era meno.
 
– Flirtare no, ma fare l’amore direi proprio di si!
 
Lui la rovesciò sul letto e iniziò a farle il solletico, facendola ridere come una bambina. Lei poi si ribellò.
 
– Basta basta! Devo lavarmi!
– Mmm … interessante proposta! La doccia è abbastanza spaziosa per farlo insieme come ai vecchi tempi! Vieni qui!
 
Prendendola tra le braccia, Killian la sollevò e se la portò in bagno, dove la loro doccia diventò un ulteriore modo di appartenersi.
 
***
Dalla cucina proveniva il profumo di pancetta abbrustolita. Killian avrebbe preferito i pancakes assaggiati a casa di Emma, ma non aveva gli ingredienti e le non aveva potuto prepararli. Avevano optato per le uova strapazzate con il bacon, che Killian stava cucinando mentre Emma era in camera da letto a vestirsi.
 
– Love la colazione è pronta vie …
 
Killian era entrato in camera per chiamarla, ma si zittì nel vedere cosa stava facendo in quel momento.
Emma, mentre si vestiva, aveva notato delle tele poggiate ad un angolo della stanza, tra il comò e la finestra. Si era incuriosita e silenziosamente ne aveva presa una, voltandola. Non si sarebbe mai immaginata di trovarvi un suo ritratto.
 
– Killian …
 
Lui si fece avanti in silenzio.
 
– Sembra una fotografia! È perfetto questo ritratto! Tuo padre me lo aveva detto che sei più bravo di lui!
 
Si era voltata a guardarlo e lo vide portarsi, imbarazzato, la mano verso l’orecchio e la nuca.
 
– Quando l’hai dipinto? Ero sotto casa di Regina qui, il periodo che ci siamo conosciuti!
– Si … era il giorno che ti ho visto per la prima volta. Ti avevo scattato la foto che ho sul cellulare …
- Si me la ricordo. La vidi quando mi mostrasti che avevi registrato il tuo numero sotto la K sul mio cellulare. Dopo quella nottata tremenda in discoteca! Perché hai fatto questo ritratto?
– Credo tu lo possa intuire Emma!
– Preferisco sentirtelo dire!
– Quei due mesi che siamo stati insieme furono intensi anche per me. Ero angosciato all’idea di non poterti vedere più, ero morto come Kim! Mi mancavi come l’aria e ho ripreso a dipingere. Erano anni che non lo facevo. Sei stata la mia musa! Sentivo la tua mancanza e mi sentivo in colpa nei tuoi confronti, è stato un modo di … espiare? Avevo chiesto a Lorna di intervenire quella sera. Volevo che ti aiutasse a superare il danno che ti avevo fatto. Era anche un modo per continuare a sapere di te, ma con Lorna non la spunto mai! Non solo me ne ha dette di tutti i colori, non ha mai voluto dirmi nulla, se non quando hai iniziato il tirocinio dai Nolan. Ti avevo messo Seb alle calcagna, gli ho detto di carpire informazioni a Lorna, ma quello lo ha usato per fare i suoi interessi! Da Lorna ci andava di sicuro, lei non gli diceva comunque niente su di te, ma è servito ad avvicinarli. Quel volpone ha lavorato per se stesso in quel modo!
– Direi che ha fatto bene! Si amano tantissimo quei due e ora sono insieme. Spero che Lorna guarisca presto. Lo sai che Seb ha scoperto durante il ricovero di Lorna che aspettano un figlio?
– Il furfante non mi ha detto niente di niente, ma sono contento così. Se avessi saputo che mandavano te non lo avrei accettato e ora non staremo qui adesso.
 
Le si accostò alla schiena e l’abbracciò da dietro. Ancora non si era vestito del tutto, indossava solo i pantaloni e aderì con il petto alla schiena nuda di Emma, che ancora non aveva messo la sua camicetta e indossava i Jeans e un reggiseno di pizzo rosa. Le accarezzò la pelle dello stomaco e risalì lungo il reggiseno di pizzo, stringendole i seni possessivamente, mentre inclinando la testa si portò lungo il suo collo, disseminandolo di piccoli baci. 
 
– Jones mi stai distraendo lo sai?
- È ciò che voglio Swan! Andiamo a fare colazione o mangio te!
– Fammi vedere quelle altre tele dai!
 
Lei si era sciolta dall’abbraccio e con la curiosità di una bambina già stava afferrando la tela seguente voltandola.
 
– Dai Swan … un’altra volta …
 
Emma era più sorpresa di prima adesso. Lo guardò con la tela in mano, gli occhi sgranati e la bocca che disegnava una O. Lui si passava nuovamente la mano dietro la nuca.
 
– Killian … questo come hai potuto realizzarlo? Non puoi avere foto di questa situazione, a meno che tu non ci abbia viste!
 
Dal suo imbarazzo capì di aver detto giusto, lui aveva visto dal vivo quella scena.
 
– Sono io in braccio a mia zia Ingrid. Ero piccola, ero in ospedale. Non si capisce che fossi in ospedale, ma l’abbraccio di mia zia me lo ricordo bene! Dove eri tu? Come ci hai viste?
– Hai ragione … eri in ospedale allora. Ti eri ripresa da poco. Mia madre stava morendo, ero in ospedale con mio fratello e mio zio. Ti avevo scoperto mentre l’infermiere ti portava nella tua stanza. Non sapevo che eri ferita a causa di mia madre. Non sapevo ancora nulla di come si era svolto l’incidente. Quando l’infermiere è andato via sono entrato nella tua stanza. Eri piccola e bellissima, un piccolo angioletto biondo. Ho letto la tua cartella clinica, non ho capito cosa significasse quello che vi era scritto, ma ho capito che era qualcosa di brutto. Ho avuto paura che potessi morire. Non volevo che accadesse. Eri troppo piccola, bella e innocente per morire. Mi sono avvicinato per guardarti in viso, portavi la maschera per l’ossigeno. Volevo farti svegliare, ho iniziato a parlarti, ti ho chiesto di non morire, di vivere per me. Tu miracolosamente hai aperto gli occhi. Non avevo mai visto occhi verdi e chiari come i tuoi. Credo di essermi innamorato di loro in quel momento. Quando ti ho incontrata sotto casa della tua amica e ti ho scattato quella foto, vedendo che eri una studentessa di Psicologia, dai libri che portavi, ti ho rintracciata tra gli iscritti della tua facoltà. Il tuo nome corrispondeva a quello di quella bambina che mi aveva folgorato con i suoi occhi verdi acqua. Eri diventata ancora più bella e ti ho desiderata fin da quel momento. Il resto come è andato lo sai!
 
 
Emma era rimasta a sentirlo ancora con la bocca schiusa.
 
– Killian … io sono senza parole! Credevo di aver sognato quel ragazzino! Avevo sentito la sua voce al mio capezzale, ho visto i suoi occhi azzurri nei miei, ma è stato un secondo. La sua voce ha continuato a suonarmi nelle orecchie. Quando mi sono ritrovata sveglia e con mia zia al fianco le ho chiesto dove fosse quel bambino, gli infermieri le hanno confermato che non c’era nessun bambino con me. Eri tu Killian, non eri un sogno! I tuoi occhi sono gli stessi!
 
La tela finì delicatamente sul letto, ma le loro braccia si allacciarono nuovamente ai loro corpi, mentre univano ancora le loro labbra.
Che strano il destino! Emma era sopravvissuta all’incidente causato dalla madre di Killian. Per quell’incidente si erano incontrati la prima volta e poi gli eventi li avevano fatti ritrovare ancora. Erano legati anima e corpo, predestinati ad appartenersi, creati come anime gemelle.
La colazione aspettò ancora, cancellata da quell’ulteriore consapevolezza.
 
***
Il dovere chiamava alla fine! Dopo aver nutrito anche lo stomaco, con le uova al bacon ormai fredde, ma condite da un bell’appetito, si decisero  ad uscire di casa per tornare al rifugio segreto di Captain Hook e riprendere il lavoro interrotto la sera prima.
 
Killian prese le chiavi della sua auto, Emma raccolse le carte che aveva inutilmente portato con sé dall’ufficio e scesero per le scale della palazzina. Era comodo avere una palazzina tutta per loro. Erano in tutto tre appartamenti, ma ci viveva solo Killian. Suo fratello abitava sul posto di lavoro e l’appartamento che era diventato il suo era solitamente vuoto. Killian sorrideva scendendo le scale, se suo fratello fosse stato nell’appartamento sotto al suo, avrebbe sentito parecchio rumore per la maggior parte di quella notte passata. Prese per mano Emma e si avviò al portoncino.
 
– Killian guarda!
– Cosa?!
 
Sotto alla porta qualcuno aveva infilato una busta da lettera gialla.
 
– Non è un buon segno Emma! Il postino l’avrebbe messa nella cassetta apposita. Hai un fazzoletto di carta?
 
Emma rovistò nella sua tracolla e gliene  porse uno. Killian, con esso, prese la busta da lettera.
 
– Piuttosto spessa! Hanno scritto usando lettere di giornali di sicuro. Torniamo su e vediamo!
 
Tornati nell’appartamento, Killian aprì con un tagliacarta, facendo attenzione a non toccare con le dita nude.
 
– Dobbiamo conservare le impronte, forse non ce ne saranno, ma meglio verificare.
 
Tirato fuori il foglio piegato, lo aprì. Emma ebbe un brivido dietro la schiena nel leggere quanto vi era scritto.
Era vero! Killian era il suo brivido più grande, ma quello non era un brivido di piacere, era il brivido della paura di perderlo sul serio questa volta!
 
– La mia copertura è saltata Swan!
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 
Buona domenica a tutti! Era abbastanza da rating rosso? Io ho avvisato all’inizio! Non mi date colpe ma questi due non sono riusciti a starsene fermi! Credo ne avessero ogni ragione, dopo tutti questi capitoli bui un po’ di luce dovevano averla e quella dell’abat-jour della camera di Killian è bastata per quello che serviva ;))
Oltre alla dolcezza e alla passione del loro amore si sono aggiunte delle spiegazioni, qualcosa è rimasto insoluto, altro sarà ancora da affrontare, ma punto preoccupante è ora questa lettera misteriosa arrivata al domicilio di Captain Hook.
 
Ringrazio tutti i lettori, i nuovi aggiunti e tutti coloro che seguono fedelmente e con trepidante attesa le pubblicazioni. Siete fantastici! Grazie di cuore per l’accoglienza e grazie per i vostri commenti. Fatemi sapere cosa vi ha lasciato questo capitolo, la mia intenzione era di farvi sentire l’effetto dell’amore puro. Spero di esserci riuscita.
Auguro Eros e Psiche a tutti! Buona settimana!
Lara

 
 
   
 
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