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Autore: Clary_shadow    11/02/2019    1 recensioni
Hermione ha tutto ciò che possa desiderare...Eccetto una vita.
Tutti si sono stufati del suo atteggiamento superiore, soprattutto Draco Malfoy, che ha in mente un piano per fargliela pagare una volta per tutte.
Dal VI capitolo:
Lui si irrigidì. “Potrai anche pensare di aver imparato tantissime cose dai tuoi libri, Granger,” la interruppe freddamente. “Ma quando si parla di Storia della Magia, la mia famiglia l’ha vissuta. Potrai anche aver letto qualcosa negli ultimi sei anni, e questo potrebbe farti pensare di poterti ritenere colta, ma io sapevo tutto ciò che c’è in quel libro, ancora prima di saper camminare!”
Hermione trovò la cosa difficilmente credibile. “Se lo dici tu, Malfoy.”
Questo gli fece perdere la pazienza. “Non fare la superiore con me! Non potresti mai battermi in
questa materia!”
Hermione gli lanciò uno sguardo derisorio. “Vuoi scommettere?”
Un sorrisetto sgradevole crebbe sul suo viso. “Sarò il tuo schiavo per un mese, se mi batti.”
Ciò la colse di sorpresa. “Cosa?”
Lui prese a studiarsi le unghie della mano. “Ovviamente vale anche per te, se dovessi perdere.”
“Sei impazzito,” sussurrò lei.
“Può darsi. Allora, ci stai?"
ATTENZIONE LA STORIA E' UNA TRADUZIONE. TUTTI I CREDITI VANNO A AKASHATHEKITTI
Genere: Fantasy, Romantico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Eccoci con il terzo capitolo!

Fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni.
Ricordo nuovamente che la storia non è mia ma appartiene ad AkashaTheKitti .

p.s. Dato che non l’avevo chiarito all’inizio, preciso che la fanfiction tiene conto di tutti gli eventi accaduti tra il primo e il sesto libro, tranne il fatto che poi Draco (come già sappiamo) non uccide Silente, e Piton non interviene al suo posto, bensì Draco accetta l’aiuto di Silente di farsi proteggere dall’Ordine della Fenice, contro Voldemort. Da qui, la guerra non è ancora iniziata.
 
The Bracialet

 
“Quindi, cosa faccio io, esattamente?” chiese Padma ad Hermione sembrando un po' nervosa, mentre gli altri entravano nell’ufficio per una delle rarissime assemblee con i Prefetti.
Con sedici Prefetti, due Vice e ovviamente i Caposcuola, ora sarebbero stati in 20. Hermione era felice; i numeri pari erano molto più semplici da gestire.

“Dici, adesso?” chiese lei. “Per lo più, guardi.”

“E in generale?”

“E in generale, non fai niente, perché la Super Strega qui, non ti farà fare un bel niente.”

Oh, fantastico. Ovviamente lui non ce la faceva proprio a rimanere zitto e seduto dall’altro lato della stanza, no?
In generale,” disse Hermione ignorando Malfoy, che era, ovviamente, colui che aveva fatto il commento e che ora, sbuffando, prendeva posto. “Tu… beh, mi aiuterai.” Lei notò che Malfoy riusciva a stento a nascondere un ghigno. “Tu ti comporterai da Caposcuola per Corvonero e Tassorosso,” aggiunse impulsivamente e mentre Padma gridava per l’emozione, Hermione malediva mentalmente Malfoy per averla provocata a dare a Padma più di quanto lei volesse effettivamente dare.

Padma corse immediatamente a raccontarlo ai Prefetti di Corvonero, che stavano giusto entrando nell’ufficio, ed Hermione fulminò con lo sguardo Malfoy che ora appariva sorpreso e pensieroso.

Bene.

Aveva dato via metà di ciò che aveva desiderato per sei lunghissimi anni, solo per provocare in lui una reazione pensierosa.  Non poteva almeno iniziare a borbottare o cose del genere?
Semplicemente lei non voleva dividere la sua posizione. E sua, dannazione! Ci aveva lavorato e se l’era meritata onestamente.
Non le causava alcuno sforzo e ce l’avrebbe fatta benissimo da sola per tutto l’anno. Ma ora, grazie al suo caratteraccio, aveva ancora meno da fare.

Fantastico, semplicemente fantastico.

Gli voltò le spalle e si trovò faccia a faccia con Nott.
Dannati Serpeverde, strisciano da tutte le parti.

“Questo non me l’aspettavo,” osservò lui.

Hermione arrossì leggermente, sapendo che Nott aveva probabilmente intuito che era stata sconfitta. “Si, beh, mi sono alleggerita il peso, no?”

Lui inarcò le sopracciglia. “Certo. Tuttavia, non intendevo che fosse inaspettato che divideste tra voi i compiti. È logico che tu l’abbia fatto, ed è comunque qualcosa che avresti dovuto fare.”

Hermione era leggermente confusa. Nott vedeva le cose sempre in un modo ad Hermione sconosciuto, ma solitamente riusciva a seguirlo nel discorso.

“Allora cosa?” chiese lei.

Il lato della bocca di Nott si curvò, come se fosse divertito dalla reazione di lei, e guardò oltre la sua spalla dove era seduto Malfoy, per vedere se lui aveva capito. Lei si girò e incontrò subito lo sguardo di Malfoy quando lui rispose al posto di Nott. “Hai tenuto Serpeverde.”

Beh, è ovvio che ho tenuto Serpeverde. Non ODIO Padma!

Hermione aveva spalancato la bocca e stava giusto per dare questa risposta, quando notò lo sguardo di Nott su di lei e, qualcosa le disse, che lui sapeva perfettamente cosa stava per dire. Chiuse immediatamente la bocca e fulminò con lo sguardo il Caposcuola e il suo Vice. “Serpeverde è una delle case più… impegnative,” la buttò lì, rivolgendosi ad entrambi. “Padma non può certo occuparsi di tutti i miei compiti.” Lei diede un’occhiata interrogativa a Nott, e lui inclinò leggermente la testa, riconoscendo che Hermione aveva moderato la sua risposta.

“Quindi, stai dicendo che –” iniziò Draco, intenzionato ad innervosire maggiormente la noiosa Caposcuola, quando fu bruscamente interrotto da Nott.

“Penso che dovremmo iniziare l’assemblea dato che sono arrivati tutti.”

Lo sguardo di Theo era calmo e inscrutabile, come sempre, quando guardò Draco negli occhi. Ma Draco sapeva esattamente cosa voleva dire.

Smettila di litigare con lei se vuoi mantenere la tua posizione.

Draco sbuffò e fece un gesto con la mano. Come ti pare. Non ne valeva la pena.
Nonostante ciò, rimaneva comunque divertente il fatto che non avesse affidato Serpeverde alla ragazza-Patil, dopotutto era noto a tutti che il vero conflitto si trovava lì. Sarebbe stato comprensibile se avesse lasciato quel compito ad un altro.

Certo, in Serpeverde c’erano lui e Theo, e, per la grande delizia di Draco, ora gli era possibile accedere ai dormitori femminili, anche se le regole stabilivano che entrambi i Caposcuola dovevano dividersi equamente i compiti per tutte le Case.
Cedere metà delle case al suo Vice era stata una mossa intelligente. Patil sarebbe stata la Caposcuola di quegli studenti al fianco di Theo oppure al suo (a dire la verità loro non avevano ancora stabilito quale sarebbe stato il suo ruolo, aveva tormentato la Granger solo per il gusto di farlo). Ma mentre Draco capiva perché avesse affidato Corvonero alla Patil, sul serio non riusciva a capire perché mai le avesse dato Tassorosso invece che Serpeverde.

Serpeverde sarebbe stata difficile solo per lei. Una ragazza come Patil non avrebbe avuto alcun problema. Era davvero così masochista?

Certo, era possibile che non ci avesse pensato troppo. Di certo non sembrava affatto contenta dopo che le parole avevano lasciato la sua bocca. Eppure, la cosa rimaneva interessante. Era possibile che inconsciamente riteneva Tassorosso inferiore alle altre Case, a dispetto di tutta quella roba sulla ‘lealtà e verità’?  Scommetteva che era proprio così.

Sarebbe stato tipico di lei. Essere la campionessa dei perdenti, ma sotto sotto rispettare maggiormente quelli da cui si difendeva.

Draco sbuffò e Theo subito gli lanciò uno sguardo d’avvertimento. La Granger aveva iniziato a parlare, spiegando tutta la situazione ai Prefetti, usando troppe maledettissime parole. Draco fece semplicemente spallucce e si accasciò sulla sedia iniziando a fissare una crepa nel muro, ricordando a se stesso che c’erano dei vantaggi con questo lavoro.
 
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Il pranzo nella Sala Grande era solitamente tranquillo, ma oggi Hermione non riusciva a non guardare imbronciata Padma, che era beatamente seduta al tavolo dei Corvonero.

Non la considerava una persona banale e aveva superato la crisi per aver dato a Padma la gestione di due Case. Dopotutto Hermione aveva le due Case con i veri problemi da risolvere.

Era solo che… Padma sembrava così popolare e sempre impegnata molto più di quanto lo fosse stata lei da quando era diventata Caposcuola.
Sembrava che le persone le corressero dietro con tantissime domande e al primo verbale settimanale che le aveva dato, sembrava che gli studenti si fossero recati da Hermione con problemi meno seri rispetto a quelli di Padma, che lei, purtroppo, aveva saputo risolvere impeccabilmente.

Si era cercata di consolare dicendo che anche Nott – o Malfoy, per quanto contasse – non sembravano così occupati, ma una volta aveva dato un’occhiata furtiva alla scrivania di Nott, senza curiosare troppo, e aveva scoperto che anche lui riceveva più studenti di lei, e aveva anche scoperto che alcuni Grifondoro si erano recati da lui, per l’amor di Dio!

Lei era un totale e assoluto fallimento.

Hermione assaggiò un po' del suo pranzo. Era sempre stata socialmente imbarazzante, ma, evidentemente, le mancava qualcosa che anche un difficile-da-approcciare Serpeverde, come Theodore Nott, aveva. Era così depressa che stava seriamente pensando di dare definitivamente le dimissioni. Era egoista da parte sua aggrapparsi alla sua posizione, quando Padma sembrava cavarsela decisamente meglio di lei.

“Che succede?” chiese Harry, stava osservando l’amica già da un po'.

Hermione scrollò le spalle, non voleva parlarne. Sapeva che probabilmente sembrava sul punto di piangere, così cerò di sembrare meno contrita.

“C’è qualcuno che ti sta dando problemi?” insistette Harry. “È Malfoy che ti tormenta?” la sua mascella si serrò e i suoi occhi verdi lanciavano saette al solo pensiero.

Hermione rimase leggermente sbigottita. “No, certo che no,” mormorò. Harry sembrava quasi essere alla ricerca di una rissa, e la cosa era piuttosto inusuale da parte sua.

“Allora cosa c’è? Sei strana da quando avete dovuto scegliere i Vice Caposcuola.” Lei notò che i suoi pugni erano serrati sul tavolo e capì che Harry era genuinamente preoccupato che qualcuno la stesse infastidendo. Ciò la commosse. Si rese conto di quanto poco lui sapesse dei suoi problemi quest’anno.

Suppose che probabilmente doveva chiarire la cosa. “Beh, guardala,” disse indicando miseramente Padma.

Harry si girò a guardare, decisamente confuso, “Padma?” chiese. “…Lei ti sta dando dei problemi?” si corrucciò un po', non volendo arrabbiarsi con una ragazza, non una che gli stava simpatica, comunque.

Hermione sospirò. “No, lei è brava in quello che fa!” disse punzecchiando ancora il suo cibo.

Harry si girò lentamente. “Sei depressa perché… la Vice Caposcuola che tu hai scelto… è brava nel suo lavoro?” chiese lui.
Hermione annuì, sentendosi più avvilita che mai.

Harry aggrottò le sopracciglia, cercando di capire come funzionasse la testa di Hermione. Non avrebbe mai capito le ragazze, ma cercò comunque di sforzarsi. “Se ti senti così usurpata, trova un modo per riprenderti l’incarico,” disse. “Dopo tutto, sei tu la Caposcuola.”

Hermione deglutì a fatica. “Non è questo il punto, no? Lei è brava, io no.”

Harry apparì onestamente sconcertato. “Ma che stai dicendo?”

Hermione scosse la testa. “Non sono brava come Caposcuola. Piaccio agli insegnanti, ma non agli studenti. Nessuno vuole il mio aiuto.”

“Sono sicuro che non è vero, Hermione,” disse Harry cercando di tranquillizzarla.

Lei sbuffò. “Certo, guarda come si accalcano verso di me.”

“Forse dovresti solo…” Harry si interruppe, esitando.

“Dovrei solo cosa?” chiese Hermione.

Harry fece una smorfia e si guardò attorno, probabilmente per cercare un sostegno. Poi finalmente sospirò e disse, “Hermione, guarda, non prenderla a male…”

“Dovrei solo fare cosa, Harry?” la voce di Hermione era leggermente aumentata di tono.

Harry deglutì. “Forse dovresti solo… rilassarti un po'. Lascia che siano loro a venire da te. E, per l’amor di Dio, non fare la morale alla gente.”

“Io non faccio la morale!” rispose Hermione indignata.

“Sì che la fai,” rispose Harry e sospirò. “Lo fai con buone intenzioni, ma così la gente non – dove stai andando?” Hermione si era improvvisamente alzata in piedi.

“Me ne vado dovunque io non possa accidentalmente fare la morale a qualcuno,” disse prima di andarsene.

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Più tardi quella sera, Draco si rilassò su uno dei comodi divani della sua sala comune e chiuse gli occhi. La testa gli martellava peggio del solito. Non aveva del tutto considerato il fatto che, ascoltare la gente lamentarsi dei loro piccoli insignificanti problemi e battibecchi, fosse parte del suo nuovo lavoro. Evidentemente, era così. Maledì Nott per avergli fatto subire quella parte.

Tu sei molto più socievole di quanto lo sia io,” gli aveva detto semplicemente. “Per cui è giusto che sia tu a parlare con la gente.”

Per intenderci, Draco aveva semplicemente avuto il dubbio piacere di ascoltare, per due ore filate, i piagnistei degli altri studenti.

Draco non era mai riuscito davvero a lamentarsi, e all’improvviso capì perché suo padre gli faceva avere tutto ciò che desiderava, pur di farlo smettere di frignare.

“Ei, Draco!” esclamò una voce familiare troppo alta, facendo si che il mal di testa aumentasse.
Draco brontolò, ma non aprì gli occhi. “Vattene via, Blaise, e lasciami qui a morire.”
Sapeva benissimo che Blaise non se ne sarebbe andato e che probabilmente ora eri lì davanti a ridacchiare.

“Non è interessante… L’ultima volta che me l’hai detto avevi ripulito la mia intera scorta di Firewhisky la sera prima.”

Draco sentì chiaramente Blaise sedersi nella poltrona affianco al divano. Dannazione, davvero non voleva andarsene.

“Non stavo bevendo,” rispose Draco, annoiato ormai da quel chiacchierone del suo amico. “Non bevo più a scuola.”

“Lo so che non lo fai. Allora cosa ti ha portato a quest’incantevole disponibilità?”
“Lamenti…” mormorò Draco. “Troppi lamenti…”
“Bene, allora. Forse dovresti smetterla?” suggerì Blaise e il suo ghigno aumentò quando Draco aprì un occhio per lanciargli un’occhiataccia.
“Non i miei lamenti, idiota” grugnì. “Quelli degli altri. Lo giuro, non c’era scritto nella descrizione del lavoro.”
“Sono sicuro che invece c’era,” lo contraddisse Blaise. “Solo che eri troppo eccitato all’idea di poter entrare liberamente nei dormitori delle ragazze, per interessartene.”

A ciò Draco non poté trattenere un ghigno. “Ah, già. È per quello.”

“Allora, c’è qualcosa di interessante?” chiese Blaise.
Draco onestamente non lo sapeva. Era stato troppo occupato a svolgere la parte noiosa del lavoro. Sbuffò.
“Cosa c’è?” chiese Blaise, sorpreso. “Non ti ci sei ancora intrufolato per vedere Pansy?”
Al ricordo di Pansy, Draco sbuffò ancora e la testa riprese a martellargli dolorosamente.

“Problemi in paradiso?” chiese di nuovo Blaise.

“Non c’è nessun paradiso,” ammise Draco, a mala pena capace di ascoltare la sua voce con il sangue che defluiva verso le sue orecchie. “Possiamo riservare questa chiacchierata a cuore aperto, per dopo?”

“Mhmm…” Blaise finse di pensarci su. “No. Penso proprio di no.”

“Perché mi devi maledettamente torturare?” mormorò Draco.

“Perché è divertente. Su alzati, almeno non devi ascoltare le lamentele di nessun’altro mentre sei con me.”

Draco spalancò di nuovo un occhio, giusto il tempo di notare alcuni ragazzini del quinto anno che sembravano sospetti e potevano magari star pensando di approcciarlo.
Oh, Dio, no. “D’accordo,” si sforzò. “Ci siamo lasciati. O meglio, io l’ho lasciata.” Non era decisamente nella sua natura far pensare che era stato mollato.
“Perché?” chiese Blaise, suonando onestamente sorpreso. “Pensavo vi trovaste bene insieme.”

“Lo eravamo,” mormorò Draco. “Quando eravamo una cosa senza impegni. Poi lei ha iniziato a dire di voler essere l’unica, e per me andava anche bene, ma poi è diventata così… soffocante. Non potevo andare da nessuna parte senza ritrovarmela puntualmente lì. Così, le ho detto che non volevo più una cosa seria.” A Pansy la cosa non era piaciuta per niente. Il solo pensare alla scenata che gli aveva fatto gli faceva duplicare il mal di testa, così decise di non farlo.

“Capisco…” mormorò Blaise. “E questa secondo te non è una cosa abbastanza importante da riferirmela?”
Draco sospirò. Onestamente non ci aveva proprio pensato.

“Tu anche avresti dovuto raccontarmi qualcosa, no?” disse lui.

“Che intendi?” chiese Blaise, andando nel panico.

Un sorrisetto compiaciuto crebbe sul viso di Malfoy. “Me l’ha detto lei, sai. Pansy. Non ci baciavamo soltanto. Tracey Davis, eh? Mezzosangue, giusto? Ho sentito dire che eravate molto amichevoli quest’estate,” fece una pausa, aspettandosi che Blaise rispondesse, ma non lo fece, così continuò. “A quanto pare Tracey ha raccontato tutto a Pansy. Tuttavia Pansy non le ha creduto, almeno fino a quando lei non le ha mostrato delle prove…”

“Col cavolo che l’ha fatto!” ringhiò Blaise.

“Oh, sì. Ora non mi ricordo quali fossero, però. Io non l’ho viste. Dovrai chiedere a Pansy oppure a Tracey. Allora, questo vuol dire che dobbiamo aspettarci le tue imminenti nozze?”

“Non sto con quella sgualdrina,” disse Blaise. “Né ci sono mai stato! Sta mentendo!” Draco lo sentì alzarsi dalla poltrona.

Sapeva che Tracey non stava mentendo, ma sapeva benissimo che Blaise non avrebbe mai ammesso di provare dei sentimenti per una Mezzosangue, tanto quanto non l’avrebbe ammesso lui, se li avesse mai provati. Loro erano Purosangue e ci si aspettava che mantenessero la stirpe pura.
Se la madre di Blaise avesse scoperto della scappatella del figlio, Blaise si sarebbe probabilmente ritrovato ad affrontare un matrimonio combinato, molti anni prima del previsto, per evitare altre possibili insurrezioni. E quella era la migliore delle aspettative.

Draco non ne avrebbe fatto parola con nessuno, non era preoccupato di far sposare Blaise, tuttavia, non poteva fermare gli altri dal parlare. Sperava solo che Blaise cogliesse il suggerimento di stare più attento alle relazioni che non stava avendo.

Quando Blaise mormorò delle scuse e uscì dalla stanza, Draco sospirò di sollievo. Almeno, la sua povera testa avrebbe avuto un po' di pace.

La sua pace durò esattamente 30 secondi, quando un ragazzino del secondo anno lo approcciò per ripianificare una punizione con la McGranitt, che, a quanto pareva, aveva traumatizzato a vita il giovane ragazzo. Draco pensò di spaventare sul serio il ragazzino, ma poi ci ripensò, volendo comunque mantenere il suo ruolo.

Tuttavia, si sarebbe sicuramente dannato se si fosse ricordato il perché.
  
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