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Autore: Civaghina    16/02/2019    0 recensioni
Com'era la vita di Leo, prima della terribile scoperta della Bestia?
Com'è cambiata la sua vita quando si è trovato davanti ad una verità così devastante?
La storia di Leo prima di Braccialetti Rossi, ma anche durante e dopo: gioie, dolori, amori, amicizie, passioni, raccontate per lo più in prima persona, sotto forma di diario.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Leo, Cris e il loro Leoncino, sono tornati ieri dall'isola, dopo quattro mesi d'incanto; sebbene Leo sia ufficialmente “guarito” e sia felice della sua nuova famiglia, il ritorno alla “vita reale” non può che scatenargli, inevitabilmente, ansie e paure, sul futuro, ma anche sul passato che si è lasciato alle spalle. Lo aspetta, però, una bellissima sorpresa.


Lunedì, 14 settembre 2015

Ci risiamo. Eccoci di nuovo qua, appena entrati nel parcheggio dell'ospedale, esattamente come un anno fa in questo periodo; a differenza dell'anno scorso, però, insieme a me e Cris c'è anche Nic (anche se, a pensarci bene, c'era già pure l'anno scorso, nonostante ancora non lo sapevamo...), e stavolta non sono tornato per restare, anzi, a dire il vero, non sono nemmeno venuto per me; a trovarmi di nuovo in questo posto, però, tutte le ansie e le paure che per tutta l'estate ho cercato di tenere alla larga (a volte riuscendoci, a volte meno), mi assalgono prepotenti come non mai, e non sono poi così convinto di voler scendere dal pulmino.

Sto quasi per dire a Cris che preferisco aspettare lei e Nic qui, quando lei mi dice: “Libera Nic, prima che cominci ad agitarsi, non mi ricordo dove ho messo il disco orario...”.

Pare che a Nic non vada molto a genio starsene seduto legato al seggiolino, e anche ieri dopo un po' ha iniziato a piangere e urlare a squarciagola; e come dargli torto, dopo mesi di totale libertà?

Mi sa che le vacanze sono finite anche per te, Piscione” gli dico dopo essere sceso dal pulmino e aver aperto lo sportello posteriore dove c'è lui; per fortuna riesco a slegarlo e a prenderlo in braccio prima che inizi la sua rumorosa protesta, ma qualcosa mi dice che la pace non durerà a lungo, dato che tra poco gli tocca il vaccino. “Benvenuto nella vita reale” sospiro prendendolo in braccio e dandogli un bacio sulla testa.

La vita reale sarà bellissima” mi dice Cris avvicinandosi a noi e baciandomi. “Andiamo, su, che Carlo ci aspetta!”.


Carlo sarà il pediatra di Nic, e questa cosa un po' mi rassicura e un po' mi fa ridere, se penso che fino all'anno scorso era il mio, di pediatra; e mi viene ancor più da ridere pensando alla prima volta che l'ho visto, in uno dei miei primissimi giorni d'ospedale, con quell'aria smunta e quei capelli dal taglio improbabile, con la Lisandri che lo tartassava di continuo; beh, a dire il vero non credo che le cose siano cambiate poi molto per lui, da allora; per me sì, che sono cambiate, anche se ancora faccio fatica a realizzarlo e più volte, mentre avanzo verso l'ospedale con Nic in braccio e Cris accanto, mi devo ripetere che non sono qui per me.

Non sono qui per me.

Prima o poi dovrò decidermi a fare gli esami di controllo, ma non oggi.

Oggi non sono qui per me.

Sono qui per il vaccino di Nic, ma ammetto di essere più nervoso che se dovessi farlo io.

Stavolta sulle gradinate non c'è Ruggero che ci avvista e che sparge la voce richiamando tutti; entriamo senza essere notati, ma una volta nella hall ci incontra Ester e mentre ci fermiamo a salutarla comincia ad arrivare un sacco di gente che conosco: l'attrazione principale ovviamente è Nic, e tutti se lo contendono, ma io lo lascio prendere in braccio solo ad Ester, che sta facendo una fatica immane a non commuoversi.

Non ci posso pensare... voi due genitori... e guarda che meraviglia...” ci dice passando lo sguardo da Nic, a me, a Cris. “Troppo belli...”.

Diventeremo mamma e papà e tutti ci invidieranno, perché insieme saremo troppo belli...”; sorrido ripensando alle parole di Cris, anche se a ripensare a come mi sentivo quel giorno lì c'è poco da stare allegri. Cazzo, che angoscia! Però adesso siamo qui per davvero, e non lo so se tutti ci invidiano, ma troppo belli lo siamo di sicuro.


Stiamo aspettando il nostro turno fuori dallo studio medico, ma quando si apre la porta non faccio in tempo a sollevare lo sguardo che sento una voce inconfondibile.

Nooo! La mia stella bella!”; riconoscerei quest'accento e questa voce tra mille, e poi c'è solo una persona che si sogna di chiamarmi così: l'Elvira. “Ma cosa fai qui?!”

Cosa fai tu, qui?”

Ma mi hanno trasferita! Chissà poi perché..., forse lì ad Oncologia ero troppo chiassosa! Qua coi cinnazzi che piangono e urlano nessuno bada a me!” esclama ridendo.

Peccato” le dico io alzandomi. “Eri una delle poche cose belle di quel posto.”

Oh ma sentitelo! Ma così mi fai arrossire! Ah! Se avessi vent'anni di meno! E se non avessi una così bella mogliettina!” dice mentre Cris ride. “Che poi mica me l'hai detto che ti sposavi! Lo son venuta a sapere da un paziente che t'eri sposato! Pensa te!”

Non l'ho detto a nessuno... Era una situazione, come dire... delicata?!”

Eh lo so, lo so, povera stella! Vabbè, non ci pensiamo più adesso! Ma guarda qui che bambolotto! Vieni dall'Elvira”; lei porge le braccia a Nic, ma lui non è convinto e non si muove, restando aggrappato a Cris: forse le sue unghie verdi fluorescenti non lo convincono, o forse è così sveglio che sente già aria di guai.

Leo!” esclama Carlo che deve averci sentito parlare, affacciandosi alla porta. “Cris!”; ci bacia e ci abbraccia, e poi porge pure lui le braccia a Nic, che stavolta si lascia andare. “Oh! Bravo Nic! Tu sì che sei ragionevole, non come tuo padre!”

Oh! Com'è che non hai sbagliato il suo nome?!” lo prendo in giro, mentre entriamo tutti nello studio. “È questo il vero miracolo! Non io che sono guarito e che sono pure riuscito ad avere un figlio!”

Tutti non fanno che parlare da mesi del figlio del re Leone! Non mi potevo sbagliare!”.

Io rido, ma quando l'Elvira richiude la porta, è come se mi mancasse l'aria: sarà l'odore di alcool e di disinfettante, sarà vedere il lettino ricoperto dal telo di carta, sarà la scatola di guanti usa e getta e le siringhe sul carrello, saranno tutte queste cose maledettamente familiari che mi fanno venire il vomito. Pure Nic comincia ad agitarsi, e Cris gli accarezza la testa per cercare di tranquillizzarlo mentre Carlo lo visita. “Sano come un pesce, possiamo fare il vaccino!” dichiara poi Carlo mettendo via il fonendoscopio, ed io sto peggio di prima; mi rendo conto che non ce la faccio assolutamente a restare qua dentro un secondo di più.

Ho dimenticato il telefono sul pulmino!” dico mentendo, mentre cerco in fretta le chiavi nella borsa di Cris. “Vado a prenderlo!”; Cris di sicuro non se l'è bevuta, anche perché, è vero che mi dimentico di continuo il telefono da qualche parte, ma è vero anche che nemmeno ci bado, o me ne frego, e va sempre a finire che chi ha bisogno di parlare con me, chiama lei.

Va bene...” mi risponde lei con un sorriso dolce. Ed io mi sento uno schifo a lasciarla qui da sola, ma proprio non ce la posso fare.


Me ne sto seduto in corridoio, vicino alle macchinette, bevendo la Coca che ho appena preso, mentre rimugino sul fatto che forse dovrei tirare fuori le palle e tornare da Cris e da Nic.

No, non ce la posso fare. Già solo l'odore del disinfettante mi ha dato la nausea, è come se il mio corpo non ne volesse più sapere di esami, visite e iniezioni; la sola idea mi fa venire da vomitare. Ok, la puntura a 'sto giro non è per me, ma pure l'idea di vedere Nic che viene bucato non è che mi piaccia; non mi piace proprio per niente.

Ma guarda te chi c'è!” sento all'improvviso, e contemporaneamente mi arriva una manata sulla schiena, così forte da farmi male.

Ahia Ulisse!” protesto mentre mi alzo. “Mi vuoi fare secco?!”

E chi t'ammazza a te!” esclama lui mentre mi abbraccia, sempre troppo forte.

Finirai con l'ammazzarmi tu, oggi!”.

Lui ride e quasi mi solleva da terra, poi finalmente mi lascia libero. “E il pupo dov'è?”

È con Cris, sta facendo il vaccino.”

Ah! E te che ce fai qua?”

Avevo sete” gli dico mostrandogli la lattina di Coca.

Diciamo pure che avevi strizza!”

Eh?! Ma no!” rispondo sfregandomi un occhio.

E io dico de sì! Ma è normale, dai! Una vita che faccio questo mestiere, e ogni volta che accompagno i miei figli a fa' i vaccini me giro dall'altra parte!”

Ok, allora mi capisci!” esclamo sollevato.

No che non te capisco!” ribatte lui dandomi uno scappellotto sulla nuca, ma stavolta per fortuna piano. “Io me giro dall'altra parte, ma mica li lascio soli!”

Beh, mica è da solo! C'è Cris con lui!”

E magari c'ha strizza pure lei, no? Ma intanto lei sta là, e te stai qua!”.

Già mi sentivo abbastanza in colpa di mio, lui non sta facendo che peggiorare la situazione. Mi fa sentire un vigliacco e mi fa pensare a tutte le volte che ho dato del vigliacco a papà, per essersi dato alla fuga quando stavo male, e adesso io sto facendo lo stesso. Ok, Nic non sta male, ma probabilmente sarà disorientato, in un posto che non conosce, con persone che non conosce, e dopo la puntura sarà anche arrabbiato e spaventato, e magari avere lì con lui anche me, oltre a Cris, lo farebbe sentire meglio. E poi, se mi tiro indietro per un vaccino, che succederà la prima volta che avrà la febbre o che si farà male? Non voglio fare gli errori di papà, vorrei essere un genitore sempre presente e rassicurante, come mamma, nonostante le mie ansie, le mie paure, e i miei fantasmi.

Anche papà aveva ansie, paure e fantasmi.

Mi sembra quasi di aver sentito la voce di mamma, e tanto basta per farmi decidere ad alzarmi e tornare dal mio Piscione.


Ho quasi raggiunto lo studio di Carlo, quando incontro l'ultima persona al mondo che vorrei incontrare oggi: la Lisandri.

Dottoressa...” dico accennando un saluto con la testa e proseguendo dritto. “Mi scusi ma ho fretta!”

Aspetta, aspetta!” esclama lei raggiungendomi e parandomisi davanti. “Non ci vediamo da quattro mesi, e mi liquidi così?”

Ha ragione, è che adesso proprio non riesco a fermarmi con lei”; allargo le braccia e sorrido imbarazzato, mentre lei si toglie gli occhiali e mi scruta.

Facciamo tra mezz'ora nel mio studio, allora? Ho bisogno di parlarti.”

Mi dispiace, non riesco. Nic sta facendo il vaccino, e mi sa che è meglio che dopo lo portiamo subito a casa... Sarà nervoso.”

E allora facciamo adesso. Ti prometto che non ti porto via troppo tempo. È una cosa importante”.

Non ci vuole un genio per capire cos'ha di così importante da dirmi, ed io non ho proprio voglia di ascoltarla. “Devo andare da Nic” le rispondo scuotendo la testa. “Come le ho già detto sta facendo il vaccino, e non mi va di lasciare Cris da sola.”

Troppo tardi, ha già finito” mi dice lei con un sorrisetto beffardo.

E lei che ne sa, mi scusi?!”

Vengo dallo studio del dottor Carlo. Sapevo che oggi sareste venuti, ed ero venuta a cercarti per dirti di passare da me dopo, e ho incontrato Cris che stava allattando Nic in sala d'aspetto.”

Ah... devo comunque andare... Magari Cris ha bisogno di me...”

Mi pare che Cris sia in grado di allattare benissimo senza di te!” esclama lei ridendo. “Coraggio, andiamo! Prima andiamo, prima sei libero!”. Io la guardo titubante: non ho proprio voglia di seguirla nel suo studio, ma ho anche finito le scuse per non farlo e non so come uscirne. “Che c'è? Non mi dirai che sono tornata ad essere l'orribile Strega da cui stare alla larga?!”

No no” mi affretto a rispondere io imbarazzato.

E allora forza!”; lei s'incammina verso il suo studio, ed io, mio malgrado, finisco col seguirla.


Cosa fai lì in piedi? Accomodati” mi dice la Lisandri che è già seduta alla sua scrivania, ma io sono troppo agitato.

Sì...” sospiro avvicinandomi. “È che sono in pensiero per Nic”; in parte è pure vero, ma a stare qui, in questo studio, davanti a lei, sono più in pensiero per me.

Nic è con la sua mamma e sta mangiando” mi risponde lei sorridendo. “Direi che meglio di così non possa stare.”

Ok...”; mi lascio cadere sulla sedia e aspetto, mentre con sollievo noto che almeno non c'è la mia cartella clinica sulla scrivania.

E tu come stai?”.

Eccoci!

Benissimo! Non si vede?”; sorrido, allargando le braccia, e ostento il più possibile una serenità che in questo momento non ho.

Ti capita di sentirti stanco?”

Tipo quando Nic mi fa passare la notte insonne?!” esclamo ridendo.

Lei scuote la testa e accenna un sorriso. “Intendevo senza motivo.”

No. Mai. Mi sento un Leone!” dico regalandole uno dei miei sorrisi migliori.

Nessun sintomo strano?”

Nessuno.”

E con i mal di testa come va?”

Bene, nessun mal di testa.”

Questo è impossibile” mi risponde lei con tono serio. “Stai mentendo, e lo trovo molto sciocco da parte tua!”

E vabbè, sì! Ogni tanto mi capita di averne... Ma butto giù una pastiglia e via!”

Ogni tanto, quanto?”.

Io sbuffo e alzo gli occhi al cielo: “Non lo so! Ogni tanto! Non li segno mica sul calendario!”

Una volta al mese? Di più? Di meno?”

Non lo so, dipende...”

Da cosa?”

Dal tempo, dalla stanchezza... Ma io mi sento bene!” esclamo sbattendo la mano sulla scrivania.

Va bene, d'accordo” sospira lei appoggiandosi una mano sulla fronte. “Senti, devo parlarti di una cosa.”

Lo so già di che mi deve parlare!”

Oh... te l'ha detto tuo nonno?”

Mio...?” le chiedo perplesso. “Ah! Il Generale!”

Sì. Te ne ha parlato lui?”

Cosa c'entra il Generale, mi scusi?”

Del progetto della radio...”.

Progetto della radio?! Ok, la cosa importante di cui vuole parlarmi la Lisandri non sono i miei esami di controllo. Mi rilasso, e appoggio la schiena contro la spalliera della sedia. “No, non ne so nulla.”

Ah... allora di cosa credevi che dovessi parlarti?”

Niente, lasci stare.”

No, dimmi, sono curiosa.”

Niente di che. Mi dica lei”.

Lei mi guarda dritto negli occhi e sorride tra sé e sé, mentre io sostengo il suo sguardo, sperando di non farmi sgamare. “Dunque... qualche settimana fa, il Generale Campo ha chiesto di vedermi, e mi ha detto che aveva intenzione di fare delle sovvenzioni all'ospedale, e se c'era qualcosa di cui avevamo bisogno, in particolare per gli adolescenti”.

Hai capito il nonnino?! Pare che i sensi di colpa continuino a fargli aprire il portafogli: adesso non gli basta più aiutare me, addirittura vuole aiutare tutti i malati dell'ospedale!

C'è una cosa che manca, in effetti!”

Cosa?”

Una sala ricreativa dove i ragazzi possono riunirsi e stare insieme.”

C'è la ludoteca.”

Ma lì è pieno di bambini! Dico una stanza proprio per i ragazzi, con i divanetti, e la tv, i dvd, i computer e il wi-fi, la Play, dei giochi di società...”.

Lei pare illuminarsi, ci pensa un attimo e poi esclama: “Ma è un'idea bellissima!”

Modestamente...” le rispondo compiaciuto.

Gliene parlerò al più presto, sono sicura che ne sarà entusiasta anche lui!”

E invece cosa mi stava dicendo della radio?”

Ah, sì! La mia idea sarebbe quella di ricreare Radio Watanka, che da quando te ne sei andato è finita in disuso..., coinvolgendo appunto i ragazzi ricoverati.”

Anche la sua è una bella idea!” le dico sorridendo. “Però il rischio è che si crei molta confusione, con tutti i pazienti che vanno e vengono. Con me e Ruggero era diverso perché ormai eravamo veterani, e sembrava che non dovessimo più andarcene via da qua!”; e invece poi ce ne siamo andati via entrambi: io guarito, lui no, però va avanti e convive bene con la sua malattia. Potere dell'amore!

Ci ho già pensato a questo! Ci vorrebbe una persona che si occupasse di tenere le redini. Preparare le scalette, gli argomenti da proporre agli ascoltatori, fare da conduttore principale, insomma!”.

Mi sa che ho capito dove vuole andare a parare... “E... mi lasci indovinare...?! Ha pensato a me?!”

Esatto!”.

Mi sento molto a disagio a doverle dire di no, ma non posso fare altrimenti: “Lo farei molto volentieri, ma non posso garantirle la mia presenza fissa... Mi piacerebbe... davvero, ma non posso proprio... Posso venire ogni tanto a dare una mano, se vuole..., ma tutti i giorni è impossibile. Ho Nic, e devo prendere la patente e poi... dovrei anche trovarmi un lavoro”; anche se non ho assolutamente idea di che tipo di lavoro.

Leo, ma io ti sto offrendo un lavoro!” esclama lei ridendo.

Eh...?!”

Sì!”

Cioè... non mi sta proponendo di venire qui come volontario?”

No, ti sto proponendo un lavoro a tempo pieno!”

Oh... io...”; comincio ad agitarmi sulla sedia. Sono troppo emozionato e sorpreso: sono entrato qua dentro titubante, convinto di sorbirmi la predica sulla mia incoscienza e irresponsabilità e bla bla bla, e invece la Lisandri mi ha appena offerto un lavoro. Un lavoro! Come DJ. Ma che figata!!! Oooh cazzo! Devo andare subito a dirlo a Cris! “È fantastico!” esclamo alzandomi in piedi e precipitandomi da lei per abbracciarla.

Lo prendo per un sì?”

Sì!”; e quasi quasi la solleverei da terra, ma mi pare eccessivo.

Bene, hai carta bianca. Fai un elenco di quello che ti serve, degli orari che vorresti coprire... Io poi passo tutto all'amministrazione e vediamo di fare un incontro preliminare.”

Io... non so come ringraziarla, davvero!”; quasi mi commuovo. Questa donna mi ha salvato la vita, e adesso mi sta pure permettendo di cominciare quella nuova alla grande.

A dire il vero... un modo c'è” mi dice annuendo.

Dica!” esclamo allargando le braccia, mentre non riesco a controllare la mia euforia.

Presentati in ospedale domattina alle otto. A digiuno”.

Io alzo gli occhi al cielo e sto per protestare, ma poi la butto sull'ironia. “Perché vuole fare colazione con me?”

Ah, se vuoi dopo possiamo pure fare colazione insieme!”

E prima... prelievo e tac total body?” le chiedo sospirando.

Sì. Ti ho già fissato entrambi gli appuntamenti. Ti basta presentarti in accettazione”.

Alla fine è stata stronza come al solito e mi ha fregato! Mi pareva troppo bello averla passata liscia, e invece mi ha proprio incastrato! Come faccio a dirle di no, adesso?

Va bene...” le dico, mentre già alla sola idea di rimettere piede in sala prelievi mi si contrae lo stomaco.


Cris è seduta fuori dallo studio di Carlo, con Nic che dorme tra le sue braccia, e sono così belli che quasi mi dispiace disturbarli.

Ehi...” sussurro sedendomi accanto a loro.

Eccoti...” dice lei con un sorriso dolce, mentre con una mano mi accarezza il viso.

Ha pianto tanto?” le chiedo spostando delicatamente un ciuffo di capelli dalla fronte di Nic.

Un po'..., ma il seno l'ha tranquillizzato subito.”

Ha già capito tutto, lui!” esclamo ridendo.

Che stupido!” sorride lei scuotendo la testa. “Tu hai poi trovato il telefono?”

Sì...” le dico mostrandoglielo, anche se entrambi sappiamo benissimo che ce l'ho sempre avuto in tasca. “E ho trovato anche un lavoro!”

Cioè...?” mi domanda lei disorientata. “Stai scherzando?”

Ma no! Sul serio!”

Ma scusa, com'è possibile...?”; Cris è molto stupita e rimane con una mano sospesa per aria, poi ride, incredula. “Nel parcheggio? Vuoi fare il parcheggiatore abusivo?”

Potrebbe essere una valida alternativa!” esclamo strizzando un occhio. “Però no, lavorerò alla radio.”

Che radio?”

La radio dell'ospedale!”

Radio Watanka?”

Sì! La Lisandri vuole rimetterla in funzione, e pare che il Generale abbia voglia di sborsare!”.

Le spiego bene l'idea della Lisandri e quale sarebbe il mio ruolo, e lei ne è entusiasta, mi cinge il collo con il braccio libero e mi attira verso di sé: “Amore, ma è una cosa stupenda!”

Sì!” rispondo io baciandola. “Dobbiamo festeggiare!”

Andiamo a pranzo fuori?!”

Mh... forse è meglio di no, Carlo ha detto che a Nic potrebbe venire un po' di febbre... Meglio andare a casa.”

Ah, ok...”

Però possiamo passare al supermercato, e ti preparo un bel pranzetto di pesce!”

Cucini tu?!” le domando stupito.

Sì! Non è giusto che cucini il festeggiato!”

Va bene...” dico sforzandomi di fare un sorriso convincente; non so quanto mi convenga che cucini lei... “E prendiamo anche una bottiglia di vino!”

Tutto quello che vuoi!”

Oooh! Attenta a quello che dici, bimba!”

Daaai!”; lei ride e mi dà un colpo sul braccio, poi si alza. “Andiamo!”.


Nic se ne sta buono per un po', poi mentre Cris sta cucinando ed io sono bello comodo sul divano a buttare giù le idee per la radio, comincia a piangere in maniera piuttosto noiosa e non riesco a farlo calmare in nessun modo, nemmeno mettendomelo sul petto.

Emergenza tetta!” urlo andando verso la cucina con lui in braccio.

Che c'è amore?” gli chiede Cris prendendolo. “Non è che ha la febbre?” mi domanda poggiandogli le labbra sulla fronte.

Non mi è sembrato caldo...”

No, infatti... non mi pare. Sarà solo nervoso. Provo ad allattarlo.”

Quello funziona sempre!” esclamo ridendo.

Ah, c'è il sugo sul fuoco!”

Sì sì, tranquilla, ci penso io!”.

Questo sì che è un colpo di fortuna: mentre Cris se ne va di là per allattare Nic, io riesco a rimediare a un paio di disastri in atto in cucina, salvando praticamente il pranzo che alla fine risulta delizioso, anche se a Cris tocca pranzare con Nic attaccato al seno per tutto il tempo.

Adesso lui dorme tranquillo nella sua culla da quasi due ore, e noi abbiamo potuto fare l'amore indisturbati e restarcene poi sdraiati nel letto a poltrire.

Domattina vado a fare gli esami” dico a un certo punto, quasi convinto che Cris stia dormendo, dato che è da un bel po' che se ne sta in silenzio e ferma, con la testa poggiata sul mio petto.

E invece lei è sveglia e si tira su per guardarmi in faccia, appoggiandosi a un gomito: “Ti ha convinto la Lisandri?”

Diciamo che mi ha incastrato la Lisandri!” puntualizzo io facendo una smorfia. “Come facevo a dirle di no, dopo che mi aveva appena offerto un super lavoro?!”.

Cris ride e mi dà un bacio a stampo sulle labbra: “Ogni tanto trovi qualcuno che è più furbo di te, mio caro!” esclama per poi tornare a sdraiarsi. “Vengo con te?”

No, preferisco andare da solo.”

E come fai?”

Boh, prenderò l'autobus.”

Lascia che ti accompagni e che ti venga a riprendere, almeno!”

Devo essere lì alle otto, dovresti alzarti presto, lascia stare!”

Devo alzarmi presto comunque. Devo passare all'università per dei documenti!”

E Nic?”

Nic lo porto con me, non è un problema!”; ci scommetto che le zie farebbero a gara per tenerlo mezza mattina, ma credo che Cris non si senta ancora pronta a lasciarlo; e nemmeno io, a pensarci bene.

Oook, aggiudicato. Mi puoi accompagnare. Sul venirmi a riprendere..., vediamo.”

Va bene” sospira lei dandomi un bacio sulla spalla.

Il pensiero di domani mi rende nervoso: la sala prelievi, quell'inconfondibile odore, l'orribile camice, il senso di calore che mi dà il contrasto sparato in vena, il ronzio della tac mentre me ne sto immobile..., e poi l'attesa dei referti, e la Lisandri che mi comunica l'esito.

Mi manca il respiro anche solo a pensarci.

Vedrai che andrà bene.

Ok, mamma, andrà bene.

Andrà tutto bene e potrò continuare la mia nuova vita reale senza intoppi: con Cris, con Nic e con tutti quelli che amo; e con il mio nuovo fighissimo lavoro, certo.

Sì, andrà tutto bene, e la vita reale sarà bellissima.






   
 
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