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Autore: Teemo Omegasquad    16/02/2019    2 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 5: Test d'ammissione
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Braveheart.
La più grande accademia della magia, cominciata come una semplice scuola per poi espandersi sempre di più, divenendo una delle più grandi, e poche, strutture scolastiche, quasi pari a una città.
Aveva svariati anni sulle spalle ormai, ma aveva creato veri geni della magia, considerati dei prodigi che erano divenuti addirittura capitani al servizio della Convocazione come paladini e cavalieri magici, la sede centrale della magia, creata durante la crisi per garantire il buon proseguimento dei trattati di pace, assumendosi il compito di mantenere l'equilibrio e la tregua.
La scuola in se era veramente molto grande, una fusione tra antico e moderno, lo stesso per le lunghe mura che la circondavano.
In tutto il suolo scolastico erano in corso preparativi di ogni sorta di tipo, dalle decorazioni alle preparazioni delle pietanze per il rinfresco.
I fondatori si erano divis il lavoro in sezioni per mantenere tutto quanto sotto controllo e che nulla andasse storto, più per via delle manie di controllo.


-Forza. Vedete di sistemare al meglio quelle impalcature e striscioni.- Lignas tenne sotto controllo i lavori in corso, tenendo sott'occhio la lista delle cose da fare.

-Ehm, mi scusi? Sto cercando la preside Iris.- qualcuno picchiettò sulla spalla dell'elfo, ottenendo la sua attenzione.

-Calien? Che ci fai qui?- lo guardò Lignas, meravigliato della sua presenza.

-Prof Lignas! è bello rivederla! E come al solito sempre al lavoro con serietà eh?- contento di rivederlo gli mise un braccio intorno al collo.

-Non è per nulla facile dimenticarti. Oltre a essere il "ragazzo meraviglia"...mi facevi impazzire di brutto.- gli prese il braccio quasi contorcendoglielo per vendetta per quanto lo abbia fatto arrabbiare.

-Ahia ahia ahia! Mi serve il braccio!-

-Ora rispondi alla mia domanda.- non lo lasciò andare.

-Sono qui per conto della Convocazione per assistere alla cerimonia e assistere la scuola nelle sue esercitazioni!- implorò pietà per liberarsi.

-E poi sei stato un nostro studente. Perché cavolo mi chiedi dove sia? è nell'edificio al centro dell'istituto a amministrare tutto quanto.-

-Credevo che avevate cambiato qualcosa. Beh, grazie mille prof!- una volta liberato, si diresse verso il centro, salutandolo da lontano con uno sgargiante sorriso.

Per un attimo l'espressione seria dell'elfo di sciolse di fronte a quel sorrise tanto solare, quanto nostalgico per lui, ritornando come era prima.

Il giovane cavaliere prodigio lo ringraziò, avviandosi verso la propria meta.
Il fondatore rimase qualche secondo a guardarlo, per poi tornare al proprio lavoro.
Il capitano dell'avvoltoio si diresse nella struttura centrale, ma vide che all'entrata non c'era nessuno per poi addentrarsi dentro.
Era piuttosto affollato, ma in tutta quella folla vide stagliare una lunga chioma nera selvaggia, capendo subito chi fosse.
Le andò dietro, seguendola sempre più dentro l'edificio, accorgendosi che si ritrovava nella mensa scolastica e qualcosa lo solleva da terra prendendolo per la testa.

-Lo sai che hai finito di venire qui da un pezzo vero? E poi come sei vestito?-

-Prof Dante! Ma è mai possibile che mi prende sempre di sorpresa? E poi sono qui per conto della Convocazione e aiutare la scuola con le sue attività e questa è la mia uniforme! Ora potrebbe lasciarmi per favore...?- sorrise nervosamente, rimanendo sempre sospeso a mezz'aria.

Dante lo lasciò andare, posandolo a terra, ma si scostò subito dopo, lasciandolo disorientato da quella azione.
Ad un tratto gli arrivò in mestolo in testa che lo fece capottare a terra, facendogli spuntare un bel bernocolo.

-Calien! Per qual motivo sei qui scusa? Ti mancavamo o cosa?- una voce femminile si fece avanti, scoprendo che era lei che aveva lanciato l'utensile da cucina.

-Solo una donna è capace di tale cosa...MELIA! La donna che più mi ha sopportato fra tutte!- si rimise in piedi, andando verso il balcone della mensa mensa, in cui la cucina era piena di cuochi al lavoro.

Lì davanti c'era Iris e la donna a cui Calein si stava riferendo, tutto sorridente.
Era una donna umana di colore in carne, i capelli raccolti tutti dentro il capello da chef, ma da quanto era gonfio si capiva che erano tanti, alta quanto Iris, gli occhi erano di uno sgargiante blu marino talmente raro che era impossibile rivederlo in altre persone per via della sua bellezza unica, con indosso una divisa completa da cuoca macchiata e teneva in mano altri mestoli da lanciargli.

-Come minimo avrebbero dovuto darmi il premio Nobel per la pace solo per averti sopportato! Ti intrufolavi sempre in cucina a darmi fastidio, mi razziavi la dispensa e mi facevi fare talmente tante cose assurde che guarda, ti avrei fatto del male fisico, dannato!- con un braccio lo prese per il collo con la tentazione di strozzarlo, felice di rivederlo di nuovo.

-Ahahah! Mi sei mancata anche te, Melia!- Calien rise, contento del loro incontro.

-Piuttosto che ci fai qui eh?- lo lascia andare, facendogli quella domanda.

-Come dicevo a Dante...sono qui per conto della Convocazione e ad aiutare la scuola. E mi hanno pure nominato capitano.- mentre lo diceva sorrise ancora.

-Avrebbero dovuto nominare me capitano solo per averti sopportato e poi...sta lontano dalla mia cucina.- subito dopo si manifestò un'aura omicida verso il ragazzo prodigio, mentre affilava un coltello.

-Vedo che, non appena hai lasciato la scuola, hai fatto grandi progressi Calien. Ho sentito che sei pure un possibile candidato per far parte degli alti ranghi della convocazione.- per la fortuna del ragazzo, Iris si mise in mezzo per calmare gli animi, grazie anche al suo tono calmo e tranquillo che infondeva tranquillità.

-Sì! Siccome sono riuscito a ottenere il mio "incanto", a far evolvere la mia magia, in tempo record, sono uno di quei fortunati.- si appoggiò al balcone, per potersi mettere comodo a parlare.

-è anche grazie a noi se sei riuscito ad ottenerlo, perciç vedi di essercene grato.- Dante lo prese per una guancia, quasi tirandolo per rimproverarlo e fargli notare che è anche merito loro.

-Ahia ahia ahia! Sì sì prof Dante!-

-Ahah, forza Dante, lascialo, abbiamo bisogno di averlo intero. Più tardi ti mostreremo la tua stanza e dove dormirai per quest'anno Calien, adesso siamo nel bel mezzo dei preparativi per la cerimonia.-

-Posso dare una mano, se volete.- Calien si propose.

-Non a cucinare! Spiluccheresti troppo cibo e non ne lasceresti nemmeno un po'!- Melia aveva già messo delle protezioni per tenerlo lontano, sapeva di cosa era capace quel ragazzo.

-Ahahahah! Va bene, ho capito mia cara.-

-Ma tu guarda chi c'è! Il nostro "ragazzo meraviglia" ci fa l'onore della sua presenza! Come va capitano dell'avvoltoio eh?- Thomas, coi capelli sciolti e in divisa da cantiere, gli mise un braccio sul collo come se fossero grandi amici.

-Va tutto bene prof Flinged! Sono qui per venir a lavorare qui! Saremo colleghi di lavoro!- Calien fece lo stesso gesto, facendo vedere che erano molto legati, ma come compagni di scorribande.

-Davvero? Allora vedi di darti da fare, perché il qui presente vice-preside col cavolo che ci lascerà poltrire!-

-Thomas...faresti meglio ad andare a finire i lavori a te assegnati, altrimenti...- Dante si fece subito sentire, facendo capire dal tono che era infastidito, odiava a morte i ritardi.

-Ecco, visto? Torno subito al lavoro capo! Ci vediamo Calien!- Thomas, ridacchiando, tornò alle proprie mansioni lavorative.

I coinvolti trovarono quell'incontro molto piacevole. Non lo vedevano da tempo e rivederlo gli aveva solo che fatto piacere.
Una volta spiegato tutto il necessario tutti tornarono ai propri lavori, ma Calien preferì aiutare maggiormente Lignas.
I preparativi furono tutti quanti ultimati, giusto in tempo per la cerimonia e dare inizio all'inaugurazione.
Vicino alla scuola, più precisamente all'entrata ovest, c'era una stazione ferroviaria che si stagliava dal grande verde che circondava l'edificio.
Un ragazzo dai capelli scompigliati cinerei, con un ciuffo sull'occhio destro nascondendone le proprietà, e l'occhio sinistro che richiamava uno smeraldo che, non appena vide la scuola in lontananza, cominciò a brillare.
Dal finestrino del vagone ammirava il panorama della Braveheart, gli suscitava grande emozione e gioia essere arrivato fin lì.
Ad un certo punto, mentre rimaneva ad ammirare, per qualche strano motivo gli sembrava allontanarsi da essa, non accorgendosi che il treno si era fermato, andando nella disperazione.

-Aspetta...oh mer...!-

Dentro le mura, col passare del tempo, si riempì di persone che venivano da svariati angoli del regno, pronte a imparare per diventare i prossimi paladini.
Per fortuna avevano iniziato i lavori molto presto quel giorno, per rispettare al meglio la tabella di marcia che si erano prefissati.
Dopo molte ore di lavoro era tutto pronto, in perfetto orario.

Il grande giorno era arrivato, la celebrazione della Braveheart. Era tutto quanto pronto e disposto nei minimi dettagli, sopratutto grazie a Lignas.
La piazza davanti all'edificio era piena di ragazzi e ragazze di varie razze, un insieme di studenti nuovi, e probabili, e vecchi in attesa che la cerimonia inizi.
Sul palco, posto davanti all'ingresso, salirono Iris, Dante, Thomas e Lignas, al fianco della preside mentre provava il microfono, picchiettandoci sopra per avere l'attenzione di tutti.

-E-ehm! Allora... benvenuti a quelli nuovi e bentornati a quelli dell'anno scorso! Spero che abbiate goduto delle vacanze e che vi stia piacendo la visita alla scuola! Ma ora la pacchia è finita miei cari! Forgeremo, plasmeremo, lavoreremo quelle vostre dannate ossa per farvi diventare i difensori del nostro regno! Sudate, lavorate, esercitatevi, ingegnatevi, sgobbate, elaborate! Usate quei cervelli per migliorare voi stessi e andare sempre più avanti! Solamente quando mettete tutto voi stessi, potete dire di averci provato davvero!- Iris sbattè un pugno contro il proprio petto, facendosi sentire a gran voce da tutti quanti, che esultarono al suo discorso.

-Non vedo l'ora di vedervi in azione! Intanto godetevi pure il rinfresco offerto dalla scuola, fatto dalla nostra fantastica cuoca Melia! Tra un po' vi comunicheremo l'inizio dell'esame di ingresso! Buon rinfresco!- allungò le braccia ai propri lati, indicando degli stand con vari assortimenti di vivande per ogni specie lì presente.

Fece un piccolo inchino, riponendo il microfono al proprio posto, scendendo dal palco allestito.

-Breve, ma intenso devo dire!- Thomas rise di gusto, guardando quanto aveva fomentato la folla.

-Hai fatto faville. Niente male.- Dante parlò con la sua solita freddezza, tenendo le braccia incrociate.

-Beh, se non mi avessi aiutato tu non avrebbe dato lo stesso effetto. Per quanto riguarda i test invece? Sono pronti?- rispose al dragone sorridente carezzandogli dolcemente un braccio, per poi rivolgersi a Lignas che annuì alla sua domanda.

-Bene. Durante i test, mi raccomando...appena ne vedete uno che copia bocciatelo immediatamente e mandatelo via. Non tollero che, un futuro difensore del regno, venga ammesso alla nostra scuola in questa maniera. Se lo deve meritare lavorando sodo. Chiaro?-

Tutti e tre annuirono essendo d'accordo con lei. Avevano anche una reputazione da difendere e avevano intenzione di mantenernee fede. E poi c'era un motivo se da quella scuola sì sono usciti i migliori, ma era anche vero che aveva un buon tasso di bocciature.

Intanto fuori dalla scuola, un minuto prima dell'inizio della cerimonia.
Il treno si fermò pochi metri dalla stazione, facendo scendere il ragazzo dai capelli cinerei, mettendosi a correre. Se solo non si fosse perso nel suo mondo, ora sarebbe in orario. Indossava una maglietta dalle maniche corte nera, un foulard del medesimo colore intorno al collo con particolari disegni orientali bianchi, i pantaloni erano sul marroncino/rossiccio, per poi finire con degli anfibi neri.
Il capo treno quasi lo mandò a quel paese per averlo fatto fermare, ma nonostante ciò ringraziò il vecchio, tentando di sbrigarsi come meglio poteva.

Gli sembrava quasi di driftare per quanta fretta aveva, ma proprio quando era a metà strada la cerimonia iniziò e lì si fermò un attimo per riprendere fiato.
Si maledì da solo, voleva arrivare puntuale per l'apertura, ma purtroppo la sua mania di ammirare troppo qualcosa aveva avuto la meglio su di lui, però non poteva farci niente se dall'esterno la scuola era un bel panorama.
Sbuffò massaggiandosi le tempie, per poi riprendere a correre. Almeno doveva arrivare per l'inizio dei test!

Non appena entrò nei confini scolastici rimase subito meravigliato. Quel luogo era un vero e proprio crogiolo di culture e etnie diverse, proprio come anche gli edifici, che rispecchiavano la diversità nel mondo. Una specie di piccolo regno insomma.
Mentre camminava verso il centro, si girò intorno per osservare meglio il tutto. Voleva permettersi il lusso di guardare i dettagli degli edifici, ma era già in ritardo di suo, lasciando perdere a malincuore. Però questo non gli vietò di continuare a guardarsi intorno.
Più andava verso il centro e più la folla aumentava, accorgendosene quando si sentiva stretto tipo sardina in scatola, anzi le sardine erano decisamente più comode.

Tentò di districarsi in mezzo a quella moltitudine di persone e con fatica ne uscì, venendo quasi spinto. Proprio a causa di quella spinta andò a sbattere, testa contro testa, contro qualcuno che aveva subito il suo stesso destino in quel momento, cadendo entrambi a terra.
Quando alzò la testa per vedere chi era il povero malcapitato potè intravedere una corta chioma castana, con sopra due orecchie da lupo che si erano abbassate a causa del dolore, evidenziandone anche una natura tenera, cosa alquanto anomala in un lupo e una coda del medesimo colore, stesa a terra. Aveva dei vestiti particolari, per la precisione di origine orientale e dai colori, e sembrava che sotto quei grossi pantaloni c'erano degli stivali apparentemente metallici.

-Oh dio...! Mi dispiace veramente tanto, ma mi avevano spinto e lanciato via dalla folla...!- il ragazzo-lupo provò a scusarsi, mantenendo le orecchie abbassate.

-No no...non preoccuparti. è successo anche a me...! Ahia, che male!- alzò la testa notando che la persona di fronte a lui aveva gli occhi dello stesso colore della terra, con una piccolissima tendenza al giallo, ma sembravano umani come i suoi.

-E-ecco...io sono Okami Itsupiki.- gli porse la mano, con un'espressione talmente cucciolosa da spupazzare che ricordava un coccoloso peluche e agitazione.

-Wow, pensavo che solo i peluche potessero essere così coccolosi...! Comunque io sono Simon King Croel, piacere.- sorrise, stringendogli la mano, almeno era riuscito a trovarsi un amico.

-Hai un secondo nome e un cognome alquanto particolari devo dire.- dopo avergli stretto la mano, Okami sentì una piacevole sensazione di calma nel parlare con Simon.

-Lo so, ma mi domando cosa voglia dire il mio cognome. Ne ignoro il significato.- ridacchiò per allentare, inutilmente, l'atmosfera.

-Però te vedo che fai parte di un clan, vero...? Lo si capisce dai tuoi vestiti.- guardando la sua reazione capì che aveva toccato un tasto dolente, proponendogli di parlarne in privato.

Si allontanarono dalla folla, per avere un po' di tranquillità e magari anche lontani da orecchie indiscrete.
Ovviamente non senza aver preso qualcosa da bere.

-Simon...come hai fatto a riconoscere questi vestiti...? Pensavo di averli diversificati come meglio potevo...- gli chiede curioso, ma al tempo stesso agitato.

-Beh, i colori sono quelli, anche le cuciture e tutto. Alla fine non sei riuscito a fare un gran lavoro.- tentò di addolcire la pillola.

-M-ma...! Ho impiegato delle ore per nulla...?!- si disperò, rendendosi conto che aveva buttato delle ore inutilmente per tentare di modificarlo.

-Ecco...sì. Mi dispiace Okami.- Simon ridacchiò nervoso, dispiaciuto per aver sfumato i suoi sforzi.

-Tanto lavoro per niente...aspetta, mi sorge una domanda ora. Come fai a conoscere gli abiti di un clan...?- il lupacchiotto si appoggiò al muro depresso, per poi fargli quella domanda.

-Vengo dalle terre orientali anche io, più precisamente da quelle dell'est.-

-Dell'est?! La terra degli sciamani?!- alzò di soppiatto la testa verso di lui, sorpreso di quella risposta.

-Prego?- disse del tutto incredulo, senza sapere cosa diceva.

-Le terre orientali dell'est sono chiamate anche "la terra degli sciamani"! Sono molto riservati e sono temuti dai loro confinanti per via del loro stretto legame con il mondo magico della natura! è raro vederne uno fuori! Anche se...non hai per nulla dei tratti orientali, sai?- Okami parlò con sorpresa e stupore, come se avesse visto un animale ormai estinto e sorprendente.

-Aaaaah, no no, non sono uno di loro. Spero di non aver distrutto una specie di immagine che ti avevi fatto. Riguardo i tratti...diciamo che sono una specie di anormale.- verso la fine si bloccò un attimo, come se stesse rivivendo una specie di ricordo, qualcosa che avrebbe fatto a meno di ricordare, ma ci sorrise sopra.

A Okami, per un istante, gli sembrò di aver toccato anche lui un suo tasto dolente, per poi lasciar perdere quando lo vide sorridere.
Voleva provare a parlarne, ma all'improvviso sentirono il frastornante suono di una campana. I test teorici erano pronti.

Quelli che dovevano accedere furono chiamati a raccolta in una delle sale comuni della scuola. I due amici intravidero, in mezzo alla folla, un enorme peluche che sembrava stesse camminando da solo, notando delle ciocche castane dietro di esso, ma lo persero di vista.
Sembravano all'incirca un centinaio a prima vista, forse di meno.
Si disposero ai loro posti sui banchi, con già sopra i fogli per l'esame di ammissione.
Simon fece un pollice in su a Okami in segno di augurio, confortandolo e calmandolo siccome lo vedeva molto nervoso.

-Buongiorno e benvenuti a tutti. Sono il vice-preside Dante e vi sorveglierò, tutti quanti. Chi verrà sorpreso a copiare verrà bocciato all'istante. Potete iniziare.- Dante era davanti alla cattedra, a braccia incrociate, guardingo e attento mettendo una pressione che potrebbe lasciar impallidire.

Quando diede il via tutti quanti girarono i fogli, pronti a iniziare.

"Bene! Mi sento pronto e conosco le basi! Sarà fa...!" il cinereo non potè finire la frase nella sua mente mentre guardava il foglio, che qualcos'altro attirò la sua attenzione.

Ad un tratto un gigantesco rovo spinato oscuro emerso da sotto un banco vicino a lui, che lo scaraventò via distruggendolo, lasciando illeso lo studente.
Le spine, che si erano allungate, scovarono fuori i bigliettini che teneva nascosto, cogliendolo con le mani nel sacco.

-Sei bocciato. Vattene da qui.- il dragone lo cacciò via subito senza alcuna pietà.

"...cazzo..." l'unico pensiero che gli balenò in mente a Simon, rimanendo spaventato a morte e scioccato di fronte a tale brutalità gestita con proverbiale freddezza.

Notò che non era stato l'unico ad avere avuto quella reazione.

L'atmosfera si fece subito tesa, con quel bestione imponente che teneva controllato in una qualche maniera tutti quanti.
La sua mente cominciò a bloccarsi, continuando a ripensare alla scena a cui aveva appena assistito.
Tutto ciò di cui era sicuro era stato bloccato dalla presenza di quell'uomo imponente.

Tentò di calmarsi, ma la situazione non migliorò in quanto, col passare del tempo, altre persone vennero scoperte a copiare con il vano tentativo di riuscire a sfuggire alla sua vista, nonostante indossasse gli occhiali da sole.
Ma come potevano solo tentare di copiare ancora?! Non era bastato quello che era successo nei primi minuti?
Fece respiri profondi per mantenere la calma, iniziando a scrivere qualcosa, ma ancora si sentiva bloccato.
Dante camminò in mezzo ai banchi per controllarli che non facessero nulla se non scrivere e si soffermò su Simon.

Si sentì avere, come dire, addosso gli occhi di un dominatore, un cacciatore spietato, pronto ad azzannargli il collo al singolo passo falso.
Rimase su di lui per qualche secondo, per poi passare oltre.

"CHE TENSIONE!" rabbrividì per la semplice paura viscerale che gli aveva provocato, sudando freddo, se non addirittura cubetti di ghiaccio.

A quel punto fece il possibile per rispondere alle domande del test, non era mai stato bravo a gestire la pressione, di qualsiasi tipo, e sentirsela addosso in quel momento non era per nulla l'ideale per lui.
Il tempo concesso finì, finalmente, potendo respirare un po' di agognata calma e pace, tirando un sospiro di sollievo.

-Ti ho visto in difficoltà. Sembrava che eri sul punto di esplodere.- Okami si rivolse a lui, preoccupato, vedendolo che non aveva ancora digerito il tutto.

-M-mi sono sentito come una preda in trappola...! Quell'uomo è terrificante...!- si avvinghiò alle gambe del lupo, in lacrime, sfogando tutte le emozioni che aveva immagazzinato prima, per non esplodere sul serio e sembrava pure che stesse piangendo.

-T-ti prego, calmati...! Adesso il peggio è passato...! Tra un po' ci daranno i risultati! Andiamo a fare due passi...?- tentò di calmarlo, perché la situazione stava diventando imbarazzante.

-Forse è meglio...però sono stato un disastro! A causa della paura che quell'omone instillava non sono riuscito a rispondere bene alle domande!- non voleva proprio lasciarlo andare, impanicandosi ancora di più.

-Dai su, non essere così negativo senza nemmeno sapere come sono andate realmente...!- provò a staccarselo e al tempo stesso di calmarlo, arrendendosi pian piano.

Tutti i ragazzi intorno a loro li guardarono male, definendoli strani, allontanandosi da loro lentamente.
Ma Simon, con quella scena imbarazzante, non si accorse che aveva attirato incosapevolmente l'attenzione di qualcuno in particolare, anzi, qualcuna.

-Però, devo dire che è un ragazzo interessante.- se ne andò di sfuggita all'improvviso, ma si poterono intravedere dei capelli neri, con la punta delle ciocche viola.

C'era un grande afflusso di studenti dopo il test scritto e da lì gli scritti vennero avviati verso la correzione.
Iris vide lo spettacolo sorridente, vedendo che Dante aveva fatto un ottimo lavoro nel bocciare quelli che copiavano, recandosi poi nella sala insegnanti.
Vide che tutti i professori erano al lavoro per correggere i test, dirigendosi poi nel suo ufficio.
Quando entrò però vide che c'era già Dante ad aspettarla.

-Vedo che mi hai preceduta, Dante.-

-Come ben saprai il test scritto è finito e sono stati bocciati circa una trentina di ragazzi su un centinaio. Nel pratico ne sfoltiremo ancora molti.-

-Beh, ci saremo noi, in mezzo alla loro strada verso l'ammissione alla scuola. Però, come al solito, devo chiederti di doverci andar piano.- si avvicinò a lui.

-Per forza...? Se ci andiamo piano non si faranno mai le ossa.- Dante era contrario alla richiesta di Iris.

-Lo so bene, però ti ricordo che sei un drago. Semplicemente sfiorandoli potresti ucciderli e tu, in quanto vice-preside, non puoi permettertelo. Ti daresti una cattiva reputazione e potrebbero persino rinchiuderti. I tempi sono cambiati, e pure in meglio. Abbiamo lottato per arrivare fin qui. Abbiamo subito sulla nostra stessa pelle la furia della guerra...ci ha portato via ciò che più amavamo...e proprio per questo bisogna proteggere il futuro, sia il nostro che il loro, per impedire che succeda ancora ciò che successe in passato.- poggiò le mani sul petto di Dante, abbassando il capo tremante stringendogli tra le mani la maglietta, tornandole alla mente quei orribili ricordi.

-Non preoccuparti Iris. Non succederà, ne ora ne mai. Il passato è difficile da dimenticare, sopratutto se ha inflitto ferite profonde, ma le useremo come monito per il domani che verrà.- il dragone la abbracciò, carezzandole dolcemente la testa per calmarla.

-Ti amo...- sorrise lievemente, prendendogli delicatamente il viso per poi baciarlo.

-Ti amo anche io.- ricambiò.

All'improvviso Iris spinse Dante sulla poltrona accanto alla scrivania della presidenza, per poi mettersi a cavalcioni su di lui, continuando il bacio con più foga e passione.
Al rettilone non dispiaque, anzi, reincarò la dose del bacio prendendola per i fianchi, tastandole con decisione il sedere.
Lei sobbalzò sorpresa, sorridendo poi maliziosa e le piccole corna sulla fronte crebbero un poco all'improvviso.
Passò le mani sui suoi addominali, analizzandoli con i polpastrelli lentamente, scendendo lentamente verso il basso ventre.
Dante ansimò di piacere a quel contatto, aprendole la giacca e la camicia, spostando il reggiseno nero e infilandoci poi la mano per tastarle il rigoroso seno maturo direttamente, facendola ansimare di colpo dal piacere, buttando la testa all'indietro tornando poi a baciarlo con foga.

-Eh-ehm! Perdonate l'intrusione, ma devo chiedervi di calmare i bollenti spiriti e rimandare a dopo la procreazione.- Lignas e Thomas erano entrati nell'ufficio e l'elfo aveva un'espressione della scena che più infastidita e rigida non ne aveva.
Le corna crebbero ancora un po'.

-Ma se volete continuare, fate pure! A me non dispiace assistere!- l'umano fece capolino da dietro Lignas, facendo un pollice in su, ridacchiando.

Iris si bloccò di colpo, divampando in un rosso luminoso per l'imbarazzo del momento, coprendosi istantaneamente il seno con le braccia.
Dante, invece, lanciò contro i due due grossi rovi oscuri, che schivarono prontamente, creando una piccola voragine sulla parete dietro di loro, per la rabbia e il fastidio per averli disturbati e interrotti.

-FUORI DI QUI!- li cacciò via dall'ufficio, dandogli il tempo di rimettersi apposto i vestiti.

-Proprio adesso!- Dante sbuffò infastidito.

-Non preoccuparti. Continueremo più tardi...- gli carezza il viso, baciandolo e si sistema la camicia e le corna tornarono alle dimensioni di prima.

Una volta pronti, uscirono dall'ufficio.

-Cosa dovete dirci di così importante?- gli chiese il dragone, ancora infastidito della loro intrusione.

-A breve dovrete presentare i risultati dei test. SLa maggior parte sono stati corretti e esporre le caratteristiche del test pratico.- rispose Lignas.

-E farlo solo voi no?-

-è dovere vostro questo. Lo avete detto voi.- controbattè l'elfo.

-Non preoccuparti. Ci penseremo noi.- si mise in mezzo Iris, fermando Dante dal rispondere, sempre sorridente.

Lignas e Thomas si congedarono, lasciandoli ancora soli.

-Mmmh, dici che riusciamo a fare qualcosa in 20 minuti?- la preside guardò l'orologio, dando una palpata veloce al suo vice, sorridendogli maliziosa.

-Ne bastano anche di meno.- ricambiò il sorriso, prendendola poi in braccio, tornando insieme in ufficio.

******

Simon venne lasciato solo da Okami, dicendogli che doveva fare una chiamata importante.
Approfittò del momento per andare un po' in giro per la scuola.
Ne rimase stupito di fronte alla bellezza di quella struttura, di come quel luogo accoglieva ogni sorta di etnia e cultura, adeguandosi a essi così facilmente.
Inoltre c'erano anche dei giardinetti all'interno dell'istituto, e incuriosito, ci andò.

Rimase ancora meravigliato. Sembrava un giardino a tema orientale, con tanto di statue e bonsai.
Osservò come il laghetto di sabbia era stato passato col rastrello con cura. Si vede che avevano un personale qualificato per prendersi cura di tutto ciò.
Vide un'invitante albero contorto, con tanto di ombra sotto di esso.
Ci andò subito, appoggiando la schiena su di esso, facendo un profondo respiro distendendo i nervi.

-Dopo tutta quella tensione ci voleva proprio...- sorrise, finalmente rilassato, quasi addormentandosi.

Ad un tratto gli passò accanto un gatto bianco, con una silhouette in stile fumetto, andando dietro l'albero.
Pensò che era alquanto strano d'aspetto, ricordandosi poi che gatti del genere non esistono e lo seguì da dietro l'albero.
Quel felino scomparve proprio come era apparso, domandandosi come era possibile quel fenomeno.
Ritornò nella posizione di prima, con più domande di prima, ritrovandosi poi una sorpresa inaspettata.

-Ciao!- alla sua sinistra apparve all'improvviso una ragazza, seduta accanto a lui a gambe incrociate, quasi facendolo sbalzare in aria per lo spavento improvviso.

Aveva lunghi capelli neri ossidiana e punte viola che le seguivano la schiena, con qualche ciocca che le cadeva in avanti, dando un pizzico di bellezza al sorriso che stava sfoggiando in quel momento, con smaglianti occhi verdi dal colore di smeraldi.
Indossava un top nero, che risaltava il colore della carnagione della sua pelle e shorts azzurri, tipo jeans, ed era scalza.
QUando la vide pensò subito che era una ragazza davvero molto carina, le ciocche viola le davano un non so che di attraente, con le curve davvero niente male e mozzafiato.

-Cos...? Come hai fatto ad apparire all'improvviso?- le chiese sorpreso.

-Se ti dicessi che sono un fantasma, mi crederesti?- gli rispose con un'altra domanda.

Tirò fuori il suo telefono, facendole una foto.

-Ma nella foto ci sei.-

-Oh dio...l-l'hai fatto davvero?!- si mise a ridere per quello che aveva fatto, cadendo all'indietro troppo presa dal ridere e coprendosi la pancia con le braccia.

-Avevi detto di essere un fantasma, ma siccome ci sei nella foto non penso che tu lo sia.-

-Sei un ragazzo davvero particolare! Mi piace! Mi chiamo Natalia Greyson!- si calmò, porgendogli la mano con decisione.

-Io invece Simon King Croel.- le strinse la mano, abbozzando un sorriso.

-Ooooh, non sapevo che fosse un reale, sua maestà.- si fece all'improvviso formale, come se fosse davanti a un vero re.

-Lo so, ma non voglio darlo a vedere e nemmeno farlo sapere. Mi piace girare in incognito.- Simon stette al gioco, facendo una strana espressione da pricnipino smorfioso, avvicinando il labbro superiore alla punta del naso.

-Oh dio! Come sei buffo!- riprese a ridere, mettendo le mani all'indietro, ancorandoli al terreno.

-Come mai sei a piedi nudi?-

-Che sei? Un feticista dei piedi? Comunque mi piace girare nei giardini così, lo trovo rilassante, un po' come la tua voce.- si distese a terra, poggiando la testa sulle gambe di Simon.

-Te invece sprizzi energia vedo.- si mette a gioccherellare con una ciocca di capelli della ragazza.

-Ehi, non si gioca coi capelli di una ragazza, senza il suo permesso!-

-Allora perché non mi fermi?- ribattè, sorridendole.

-Noto che ti piace essere audace... Ma fino a che punto?- si alzò di scatto e il tono di voce divenne all'improvviso suadente.

Il ragazzo venne colto alla sprovvista da tale cambiamento repentino.
Natalia si mise a cavalcioni su di lui, piantando le mani contro l'albero, avvicinando i loro visi l'uno all'altro con un'espressione maliziosa, arrivando sempre di più sulle sue labbra.
Diventò rosso, mettendo in mezzo le braccia come scudo.

-Ok ok! Hai vinto tu!- si arrese, facendosi battere dal suo stesso imbarazzo.

-Eheheh, attento con chi decidi di competere.- gli sorrise allontanandosi da lui, senza però togliersi.

-Ehm, ora puoi toglierti.-

-Nope! Sei molto comodo sai?- si mise comoda guardandolo dritto in faccia.

In quel momento Simon stava litigando con svariate parti del suo corpo.
Col cervello che gli diceva di toglierla dalle sue gambe, col cuore che gli diceva di lasciarla lì perché chissà quando sarebbe ricapitato ancora e che era anche molto bella e infine col basso ventre che gli stava urlando un certo verbo coniugato al femminile rivolto a lei.
Le tre parti erano in contrasto, l'una contro l'altra.
Stava avendo enormi difficoltà nel gestire tutte quante, costrigendosi al silenzio, e Natalia notò la cosa.

-Ehi, tutto bene?-

"Dì la prima cosa che ti viene in mente, presto! Anzi, no, aspetta! Non farlo!"

-Sei molto carina.- mezzo secondo dopo realizzò ciò che aveva detto, divampando in un vistoso rosso acceso.

-Ahahahah! Che c'è? Sei in crisi di fronte a una ragazza per caso, mio caro re?- gli premette la punta del naso con un dito, ridacchiando.

Approfittò del momento per prenderlo un po' in giro.
Simon tentò di uscire dalla situazione in cui lui si era infilato da solo.
I due iniziarono a parlare del più e del meno, instaurando pian piano un legame.
I minuti diventarono secondi, da quanto tempo avevano passato a parlare e scherzare.

Croel si sentiva come se tutta la tensione che aveva addosso poco fa fosse sparita parlando con lei. La guardò sorridendo, come se volesse ancora perdersi nelle parole con quella ragazza.
Ma ad un tratto sentì il rumore di una campana, portandolo alla realtà e rendendosi conto che erano passate quasi due ore.
Si alzò di scatto. Tra poco sarebbe iniziato il test pratico e non sapeva ancora i risultati di quello teorico.

-Devo andare Nata!-

-Allora dopo il test rivediamoci qui o in infermeria. Voglio parlare ancora con te! Consideralo un appuntamento.-

-Perché in infermeria...?-

-Beh, se non ti presenterai qui vuol dire che sei stato menato non poco durante il test e sarai in infermeria.- ridacchiò, dicendola come se fosse una cosa normale.

-Allora vedrò di non finirci! A dopo!- la salutò, mettendosi a correre.

-Sì... Decisamente un ragazzo davvero interessante devo dire...- Nata si mise una mano sotto il mento sorridente, mentre lo guardava andar via.

Intanto, nello stesso momento, Okami era ancora al telefono, con di sicuro qualcuno di importante.

-Mamma, sono riuscito a passare il test teorico...- stava parlando con un tono di voce arrendevole.

-è fantastico Okami, sei stato veramente bravo. Tuo padre e i tuoi fratelli saranno felici di questa notizia.- dal telefono si sentiva una voce femminile adulta e dolce.

-Papà...? Come sta...?- aveva fatto fatica a fare quella domanda, si era quasi forzato da solo nel farla, sapendo che era una questione delicata.

-Sta riposando al momento. Le sue condizioni sembrano migliorare, anche se di molto poco. La vecchiaia, anche se gestita con la magia, non si può fermare molto a lungo. Già il fatto che scorre dentro di noi ci aiuta a mantenere un aspetto giovane, però... Possiamo esserne maestri, ma la morte non può essere fermata purtroppo...- verso metà frase il tono passò da dolce a triste.

-So che è in buone mani... Mentre Yuma e Homura...?-

-Sono tornati a casa da un po' di tempo per papà... Okami, sei sicuro di non voler ambire anche tu il ruolo di capoclan...? So bene che non lo vuoi, però...-

-No mamma, ne avevamo già parlato... Yuma è il più indicato per quello, io... Non sono degno. Loro hanno già scoperto il loro potere latente, mentre io...- strinse il telefono in mano, venendogli un nodo in gola.

-Hai bisogno del tuo tempo Okami, come tutti noi. Sai? C'è gente che ti ammirerebbe. Persino Yuma ti ammira.-

-Eh? Per qual motivo dovrei essere ammirato...?- rimase sorpreso per tali parole, sopratutto della parte riguardante suo fratello.

-Non hai alcuna ambizione al potere e fai quel che è giusto. Sono sicura che troverai qualcun'altro così.-

-Mamma, io... Devo andare...-

-Buona fortuna, figlio mio.- le disse dolcemente.

Riattaccò, ma si sentiva come un nodo allo stomaco, trattenendo le lacrime dalla commozione. Non si aspettava che le persone che più stimava, i suoi fratelli, lo ammiravano.
Fece un respiro profondo, trovando la calma dall'agitazione, schiaffeggiandosi un attimo le guance per riprendersi.
Non appena si staccò dal telefono vide in lontanaza uno strano polverone che siu stava avvicinando sempre di più. Aguzzò la vista, notando che era Simon preso dalla fretta.
Gli passò velocemente davanti, scivolando lungo il pavimento lasciandosi dietro pure una specie di sgommata molto rumorosa. In lontananza si potè sentire uno dire che non erano in Fast and Furious.
Ritornò indietro da lui, ansimando e riprendendo il respiro.

-I-i risultati dei test...! Dove sono?!- appoggiò bruscamente le mani sulle spalle del lupetto, quasi spaventandolo e glieli indicò.

-C-calmati Simon...! Sei riuscito a passare!-

-Dio mio...! Ho preso 71 su 100...! Mi sento sollevato... Te invece quanto hai preso?- si appoggiò alla bacheca coi risultati, scivolando pian piano verso il basso, tirando un sospiro di sollievo.

-95.- lo disse come se fosse la cosa più normale del mondo.

-ASPETTA, COSA?!- spalancò letteralmente la bocca e la mandibola toccò terra, quasi crepandola.

-Diciamo che ho avuto un discreto aiuto.- ridacchiò, sorridendo al pensiero di chi lo aveva aiutato.

Simon si congratulò col suo amico, stringendogli la mano meravigliato di fronte a tanta intelligenza.
Ad un tratto sentirono l'interfono annunciare che tutti quelli che hanno passato l'esame scritto si devono radunare di fronte all'ingresso del campo di addestramento A, per l'esame pratico.

Iris, insieme agli altri fondatori, più Calien e Scarlett, erano davanti all'ingresso del campo, attendendo che tutti quanti si riunirono al punto di incontro. Aveva dei fogli in mano, con chiaramente scritto cosa doveva dire.

-Bene, ora che ci siamo tutti... Mi congratulo con voi per aver passato l'esame scritto. Vi siete dati da fare tutti quanti! Ora tocca al pratico e vedremo quanti di voi sopravivveranno a questo. Sarete divisi in gruppi e la prova si divide in due fasi: nella prima dovrete affrontare dei golem e distruggerli e prendere il loro nucleo, che vi permetterà di accedere alla seconda fase che sarà una specie di "cattura la bandiera".-

-Però sarà diversa dal solito presumo. Dico bene...?- Simon alzò la mano in mezzo alla folla, parlando senza aspettare il consenso.

-Esattamente mio caro! Ci saranno dei "guardiani" che vi impediranno di passare e andare oltre, ma questo non succederà...perché non ve lo permetteremo!- Iris alzò la testa, lanciando in aria i fogli che aveva in mano, lasciandosi trasportare dall'entusiasmo.

-Dovrete affrontare noi, i membri dell'istituto, per raggiungere la bandiera! Mi raccomando, datevi da fare e fate del vostro meglio! Dimostrateci che siete meritevoli di far parte di questa scuola e che siete pronti a difendere il nostro regno!-

La folla di studenti rimase basita di fronte a tale notizia, ma si fecero prendere dalle parole della preside, che esultarono pronti a combattere.
Okami invece ne era spaventato. Era spaventato da quelle persone, sopratutto dall'imponenza di Dante.
Simon deglutì, sorridendo per tentare di contenere la paura, ma al tempo stesso di sentiva emozionato e carico. Su di lui le parole di Iris avevano avuto una grande efficacia.

-Forza Okami...! Facciamo del nostro meglio. Anche se saremo in due gruppi differenti, non dobbiamo essere da meno!- gli sorrise, ma capiva che anche lui era impaurito e nervoso, però apprezzò molto il gesto per provare a calmarlo.

Quel sorriso gli portò la calma nel suo cuore, battendo il pugno con lui, ricambiando.

Intanto, in lontananza, sul muretto della scuola era seduta una ragazza-lucertola, ovviamente sotto il sole, che indossava un paio di occhiali da sole.
Aveva dei lunghi capelli arancioni, setosi e brillanti che aderivano sulla sua schiena, due ciuffi dalle punte ricurve le arrivavano sulle guance come per differenziarsi dal resto dei capelli con furore.
Indossava una semplice maglietta bianca a maniche corte che le mettevano in risalto i muscoli sotto la maglia e le braccia, come se non avesse avuto altro da mettersi, e dei jeans blu e anche le gambe sembravano avere un po' di muscoli, ma erano un poco larghi.
Si teneva vicino una vaschetta di pop-rocn, due birre e un binocolo.

-Allora? Hanno Iniziato? E Adelie dov'è?- le chiese Natalia, arrivandole da dietro e indossava delle comode scarpe da ginnastica, sedendosi vicino a lei.

-Adelie è dovuta andare a preparare i kit di pronto soccorso. Con Dante ci saranno un sacco di feriti! E stanno per iniziare ora! Quanti feriti scommetti che ci saranno? Io dico una trentina o più!- le passò una birra, aspettando che inizino.

-Perché scommettere su una cosa che è certa che accadrà scusa? Non c'è il rischio! E poi sono interessata a vedere come se la cava una certa persona.- si stappò la bottiglia, dandole un sorso.

10 minuti prima che iniziasse l'esame pratico.
Calien era nel suo nuovo ufficio, che lo stava sistemando.

-Sembra che qua ci sia stato quell'orso di Siegfald! Sembra un campo di battaglia!- gli sembrava di essere una casalinga mentre puliva, ma ad un tratto bussano alla sua porta.

-Mamma! Papà!- sulla soglia della porta c'erano i suoi genitori.

Il padre aveva i capelli corti bianchi, con gli occhi viola del medesimo colore dell'ametista che evidenziavano il suo carattere freddo e serio. Era elegante, indossava una camicia bianca sotto il gilet, pantaloni e scarpe nere e dalla manica destra si vedeva un braccio cibernetico, che teneva in mano un pacco.
La madre invece aveva lunghi capelli neri, con una ciocca indaco, aveva la carnagione chiara, anche lei aveva gli occhi viola come il suo compagno e gli arrivava alla spalla. Indossava un lungo vestito elegante grigio e tacchi a spillo neri, che sorrideva al figlio. Nonostante l'età sembra giovanissima, conservando un bel fisico.

-Calien, hai fatto veramente molta strada e io e tua madre vogliamo farti un regalo.- gli porse il pacco.

Calien lo aprì subito, preso dalla foga, scoprendo che era una spada orientale.

-Ma...! è la tua spada papà!- rimase felice e sorpreso.

-Ho semplicmeente pensato che ora serve più a te che a me... e poi questa spada deve rimanere in famiglia. è stata al mio fianco per moltissimi anni, abbiane cura.-

-Io e tuo padre siamo orgogliosi di te Calien. Hai fatti grandi cose.- la madre gli sorrise dolcemente, prendendogli la mano affettuosamente guardandolo negli occhi.

Di fronte a tanta tenerezza non potè fare a meno di abbracciarla insieme a suo papà.

-Grazie! Ne farò buon uso e la terrò con cura!-

Dopo averli ringraziati si congedò da loro, dopo avergli detto che gli vuole bene, avviandosi per l'inizio dell'esame.

*****

-Ora vi spiegheremo meglio come svolgere l'esame! Prima di tutto sarete divisi in gruppi da 5, con cui dovrete fare lavoro di squadra. Non c'è la condizioni di essere tutti quanti per passare alla seconda fare, ne basta uno solo. Inoltre noi avremo addosso dei limitatori, per potervi dare la possibilità di affrontarci. Ora lascio la parola al vice-preside!- Iris si fece da parte, lasciando il "palcoscenico" a Dante.

-Ora vi divideremo tutti quanti. Quando sentirete il vostro nome venite qui davanti a noi.- il dragone prese un foglio, iniziando a chiamarli.

Vennero fatti all'incirca una decina di gruppi, finchè non toccò a loro.

-Daglas Sigraph, Tsuki Momoko, Okami Itsupiki, Simon King Croel e Leon Squallearth.-

Simon e Okami si fecero avanti, vedendo i loro compagni di squadra per la prima fase del test.

Il primo chiamato aveva dei corti capelli bianchi, che continuavano dietro la testa con una piccola treccia, con gli occhi che richiamavano il sangue, un corno ricurvo in avanti sul lato sinistro della testa e un canino che spuntava dal labbro inferiore. Indossava una giacca di jeans leggera, più primaverile che autunnale, con sotto una maglietta nera con raffigurato un mandala bianco, scarpe semplici e pantaloni marroncini. Aveva un'espressione seria, che sembrava anche arrabbiata. Aveva un guanto nero nella mano sinistra.

La seconda a venir chiamata era una ragazza, anche se dalla statura sembrava una ragazzina per lo più, si poteva dire di essere sul metro e 60, sembrava quasi una bambola. Possiede lunghi capelli lisci color rosa salmone con alcune ciocche di bianco panna molto dolce, con una frangia dal taglio orientale e due ciuffi che le ricadevano sul davanti, come se non volessero far parte del resto dei capelli. Gli occhi invece erano particolari, sempre sul rosa, ma con dei splendenti riflessi bianchi che richiamavano il diamante.
Indossava un grazioso vestitino a balze bianco, con sandali rosa confetto, con alle spalle un grosso zaino a forma di peluche.

L'ultimo, invece, sembrava un ragazzo molto energico e col sorriso sempre pronto, atletico e con non pochi muscoli, ma nemmeno esagerati, dal fisico asciutto.
Aveva dei capelli marroncini dalla lunghezza media, con gli occhi di un sfavillante azzurro mare ed era sul metro e 80. Indossava una maglietta blu scuro smanicata aderente, come se volesse mettere in mostra i propri muscoli, pantaloni grigi scuro che sembravano quelli militari e stivali neri che quasi gli arrivavano al ginocchio, con guanti neri.

-Ehi! è un piacere conoscervi ragazzi! E noto che non sono l'unico umano qui! Io sono Leon!- si fece avanti per primo a presentarsi agli altri.

-P-piacere, sono T-tsuki...- Tsuki, invece, si vedeva subito che era molto timida.

Si capì che l'ultimo, che era rimasto in silenzio, era Daglas.

-Piacere a tutti. Noi siamo Simon e Okami. Abbiamo poco tempo ora, perciò meglio scambiarsi più informazioni possibili adesso! Quali sono le vostre magie?- Simon si presentò anche per Okami, iniziando a discutere tra loro per poter mettere insieme una strategia.

Tutti quanti risposero a quella domanda.
Tsuki possedeva l'abilità "puppetmaster", con cui era in grado di dar vita agli oggetti inanimati, come i suoi peluche.
Leon possedeva "imitazione", gli permetteva di copiare le magie che vedeva, ma secondo determinate condizioni.
Daglas, invece, possedeva "inchiostro", che gli permetteva di creare ciò che voleva tramite, appunto, l'uso del inchiostro.

-Tu hai la magia di inchiostro?! Una delle magie di creazione? Ma è raro possederne una di quella tipologia!- Okami rimase sorpreso di fronte a quella scoperta.

-Sì, anche se al momento ne sono molto limitato...- rispose Daglas, anche se voleva fare a meno di stare con loro, ma la situazione lo richiedeva, altrimenti non sarebbe riuscito a passare.

-Quindi abbiamo un grosso armamentario di abilità a nostra disposizione. Sfruttiamolo al meglio!-

Con il suono di una campana annunciarono che la prova stava per iniziare, ma videro che Calien era scomparso.
Si misero in posizione, pronti a partire.
Dante diede il via, aprendo le porte del campo di addestramento.

Intanto, nello stesso momento, vicino alla seconda fase, c'erano Calien e una ragazza accanto a lui, con intorno a loro dieci cristalli.
Sembrava una donna matura dall'aspetto, aveva la pelle completamente scarlatta, lunghji capelli bianchi che le seguivano la schiena, occhi del colore del sangue, due corna ricurve all'in su sulla fronte.
Di petto non era molto sviluppata rispetto alle sue coetanee, ma compensava col resto, ed era decisamente carina.
Indossava un abito lungo orientale bianco, con uno spacco che le arrivava a metà coscia, decorato con delle raffigurazioni di fiori di ciliegio, tacchi alti neri e indossava una giacchetta color begè, con un poco di pelliccia sul colletto.

-Allora? Pronta principessa dei demoni?- Calien le rivolse la parole, scrocchiandosi le dita, con un ghigno in faccia come se fosse pronto per una rissa.

Lei sospirò.

-Sì, vediamo cosa riescono a fare. Te vedi di darmi supporto. Dio della terra: esercito del deserto.- alzò lentamente le mani.

-Te vedi di fare un buon lavoro invece.-

Si formarono dei cumuli di sabbia intorno ai cristalli, ricoprendoli, e trasformandoli in golem che fece avanzare.
Calien si sfilò un guanto poggiando la mano per terra, ed emanò un'onda di particelle magiche che si propagò in tutta l'area.

Gli aspiranti studenti lo sentirò, bloccandosi sul posto, insieme alle scosse che i costrutti di sabbia provocavano con il loro cammino.
Ad un tratto, dal terreno, si sollevarono delle sfere trasparenti, cariche di energia, che si scagliarono a gran velocità su di loro, prendendone alcuni.

-Modellazione!-

-Ink shield.-

Daglas e Leon reagirono immediatamente erigendo delle protezioni, sembrando quasi anormali, per loro e per il proprio gruppo.

-Okami!- Simon lo chiamò, sorpassandolo.

Okami creò una corrente ascensionale che trasporto loro cinque insieme, superando la barriera di sfere.
Quella situazione ormai era diventata vera e propria competizione.
Andarono avanti per primi, trovando un golem sulla loro strada.
Lentamente, il costrutto si era accorto di loro, andandogli incontro.
Stava per alzare la mano, ma una colonna di fuoco gli trapassò il petto, disperdendolo e lanciando in aria il cristallo.
Una ragazza lo prese al volo con agilità felina, atterrando poco lontano da loro.
Aveva i capelli color ebano più scuri della pece, gli occhi erano verde acqua, qualcosa che era impossibile da vedere in un essere vivente, orecchie e coda da leonessa del medesimo colore dei capelli e un paio di occhiali dalle lenti rettangolari.
Indossava dei leggings neri sportivi, una maglietta a maniche corte rossa quasi aderente ed era scalza, un abbigliamento che le poteva permettere moltissimi movimenti.
Si girò verso di loro guardandoli con disprezzo.

-Ehi! Quello era nostro!- Leon era infastidito per avergliela rubata.

-Come se due umani, un cane e una... coniglietta, potessero farcela.- li guardò mentre rigirava il nucleo nella mano, ignorando Daglas.

-N-non sono una coniglietta...! Sono solo timida ecco...!- Tsuki arrossì, correggendola.

-Sì, certo... vediamo se riuscirete ad arrivare fino in fondo alla prova...- con uno scattò felino se ne andò rapidamente.

-Che odiosa!- Leon sbuffò infastidito del comportamento della ragazza.

Subito dopo vennero sorpassati dagli altri, adopo aver annientato ogni sfera.
Più andavano avanti però, più ostacoli si presentarono davanti a loro sottoforma di mini-golem di roccia che li attaccarono.
Leon e Daglas riuscirono a spianare la strada al proprio gruppo e si assicurarono che non ci fosse nessun'altro a "fregargli" il pass per andare avanti.
Non trovarono nessuno, se non il costrutto di sabbia, che lì attacco con violenza.
Provarono a contrattaccare, ma i loro colpi di passarono attraverso.

-Ma il nucleo continua a spostarsi o cosa?! Abbiamo mirato ovunque, ma non lo abbiamo mai preso! Simon, fai qualcosa anche tu però!- Leon si lamentò, ansimando stanco per i continui tentativi.

Simon, invece, era rimasto fermo, come in trans, a guardare il golem, con solamente gli occhi in continuo movimento.

-Ho capito dove si trova il nucleo! Ma dobbiamo elaborare una strategia prima!- li richiamò tutti e cinque a se, ritirandosi momentaneamente.

-Se ci fregano pure questo mi incazzo! Cos'hai in mente?- si erano ritirati dietro una roccia, mentre il costrutto li stava cercando. Per loro fortuna gli altri erano impegnati coi loro.

-Avevi ragione te. Il nucleo continua a spostarsi, impedendoci di colpirlo. Bisogna anticiparlo sui movimenti.- Croel gli spiegò cosa aveva visto.

-E tu come hai fatto a vederlo...?- chiese Daglas, stranito da quella sua "abilità".

-è un po' difficile da spiegare e ci metterei troppo tempo per farlo. Perciò ho bisogno di qualcuno che distragga quel coso e lo immobilizzi, mentre io e altri due provvediamo a prenderlo di sorpresa.- Simon spiegò il suo piano agli altri.

Uscirono allo scoperto Leon e Daglas, di cui il primo teneva le mani in tasca.
Il golem li vide e andò contro di loro.
Quando ormai stava per toccarli, reagirono subito, andando ai suoi lati con agilità.

-Modellazione: imprigionamento!- Leon modellò il terreno bloccandogli i piedi fino ad arrivare alle gambe.

-Catene di inchiostro.- Daglas, invece, creò delle gorsse e resistenti catene nere, che bloccarono il resto del corpo.

Intanto, qualche secondo prima.

-Sei sicuro di volerlo fare Simon...? C'è un buon rischio di non prenderlo!- Okami diede voce alle sue preoccupazioni, mentre teneva una mano appoggiata alla spalla di Tsuki per aiutarla a mantenere le grossi dimensioni del peluche che teneva sollevato, pronto a lanciarlo, l'umano.

-Sì! Forza, o la va o la spacca.-

Quando videro che avevano bloccato il golem, lo lanciarono anche grazie alla propulsione del vento, trasformandolo in una specie di proiettile umano.

-Vattene a fanculo! Rising Star!- Simon utilizzò la propria magia, trapassando il costrutto e prendere l'agognato cristallo.

-Qualcuno mi prenda! Sono volato troppo in alto!- quando si accorse di ciò, andò nel panico cercando qualcosa su cui atterrare.

Leon provò a creare un appoggio di roccia per prenderlo, ma non fece in tempo e involontariamente lo colpì in pieno petto.

-AAAAAAH! SIMON!- Okami e Tsuki si spaventarono a morte, raggiungendolo preoccupati.

-Sta bene! Non preoccupatevi!- Squallearth li rassicurò, anche se visivamente non aveva accusato bene il colpo.

Erano riusciti a procurarsi il loro biglietto per la seconda fase.
Notarono che altri gruppi, anche se pochi, erano rimasti indietro.
Non sapevano se essere preoccupati o meno, ma poterono andare avanti.

L'unica a essere passata finora era stata la ragazza di prima.
L'area in cui aveva avuto accesso era una specie di piccola pianura. Si guardava intorno, stranita che non c'era nessuno, ma si ricredette.
Scarlett le diede la benvenuta piantandole due piedi in faccia, quasi lanciandola via.

-Benvenuta stronza!- le fece saltare gli occhiali dal viso.

Si rimise in piedi facendo perno con le mani, riprendendo gli occhiali.
L'elfa si avvicinò di nuovo a lei per colpirla ancora, ma la leonessa reagì colpendola in pieno stomaco con una potente fiammata che la trapassò, bruciandole anche gli occhi.
Il corpo cadde a terra, ma si rialzò subito dopo prendendola per la vita e facendole un suplex con prepotenza.

-Usi il fuoco eh? Mi dispiace per te, ma non puoi uccidere un immortale!- i pezzi di carne si rigenerarono subito, lasciando danneggiato solamente l'uniforme da infermiera con un bel buco.

La prese per il collo con le gambe spezzandoglielo con un colpo secco, ma non la lasciò andare.
La sollevò da terra dandole un pugno in pancia che le fece anaspare aria.
Si contorse dal dolore, coprendosi con le braccia.

-Mi aspettavo di più da una Yamitsu sinceramente, ho sperimentato fiamme peggiori addosso...- si accese una sigaretta, come se fosse delusa da lei.

La ragazza non prese bene quelle parole e le afferro il viso carbonizzandoglielo istantaneamente.

-Chiudi... quella cazzo di bocca...!- ansimò ancora per il dolore, rispondendole con disprezzo.

-Come devo dirtelo? Non puoi uccidermi!- la afferrò per la testa dandole una ginocchiata in pieno viso, rompendole anche gli occhiali e facendola sanguinare.

Fece un giro su se stessa dandole un calcio che la lanciò contro un albero, facendole sbattere la testa con forza, facendole anche perdere i sensi.

-Cazzo! Ho esagerato!- l'elfa si accorse troppo tardi di aver fatto più danni del dovuto.

*****
Il nostro gruppo, una volta raggiunto l'ingresso della prossima fase venne diviso subito dopo, ritrovandosi in posti differenti.

Tsuki era davanti alla preside Iris, seduta a terra che la stava aspettando.
Quando si accorse di lei sorrise dolcemente, alzandosi in piedi.

-Piccola Tsuki, ti faccio i miei complimenti per essere arrivata fin qui e noto pure che ti sei fatta degli amici.- Iris era davanti a Tsuki, pronta a fermare il suo percorso.

-I-iris... P-per favore, lasciaci passare...!- nella sua timidezza, Tsuki provò a farsi avanti e a tirar fuori un po' di coraggio.

-Mi dispiace, ma no piccola... Dovrete passare sul mio cadavere.- si fece all'improvviso seria, spaventandola.

Tsuki prese il proprio peluche-zainetto orsacchiotto dandogli vita e il suo braccio cominciò ad allungarsi e ingrandirsi fino a coprire il sole sopra la preside, che alzò la testa vedendo lo zampone peloso, rimanendo sorpresa.
Lo fece schiantare su di lei, ma Iris lo bloccò con una mano, tenendola ferma.

-Complimenti Tsuki, ma devi ancora darti molto da fare.- ad un tratto lo sentì più pesante, quasi piegandole le gambe per la fatica.

Fu sconvolta da quella forza improvvisa.
Alzò la testa vedendo che stava dando fondo alle proprie forze, vedendola ansimare.
Di fronte a quella scena sorrise, vedendo come è cresciuta.

-Beh, allora dovrò fare sul serio anche io...- le corne le crebbero un poco e un ciuffo si sollevò, mostrando un occhio del tutto bianco che emanava energia magica.

Affondò le dita nel grosso zampone del peluche, sollevandolo e distruggendolo, aprendolo letteralmente in due e il peluche si sgonfiò come un palloncino, perdendo le proprie energie, tornando inanimato.
Tsuki si sentì impotente, sentendo la paura crescerle dentro, vedendo Iris avanzare verso di lei.
Riprese lo zianetto, frugandoci dentro.
La preside era vicino alla ragazza, ma le lanciò in viso un piccolo peluche di un coniglio, coprendole gli occhi.

-Ma che...?- Iris provò a staccarselo di dosso, ma era talmente fastidioso che si muoveva ovunque.

-Esercito di coniglietti...!- ne uscirono molti altri, andando addosso alla donna fino a ricoprirla.

Ansimò sia per paura che per la fatica di aver usato troppa energia, pensando di averla messa in scacco.
Con le ultime forze rimastole si incamminandosi verso la fine, ma i pupazzi vennero subito polverizzati.
Tsuki si girò lentamente sudando freddo, ritrovandosi bloccata contro un muro, con una mano di Iris rossa, e che emana un'aura infuocata, al petto, mentre con l'altra la tiene ferma contro la parete.

-Scacco matto Tsuki.- sorrise, ma dall'espressione sembrava che stava trattenendo qualcosa dentro di lei.

****

Daglas si ritrovava in una speci di landa, assomigliante di più a un'arena e davanti a se c'era Calien, che stava brandendo qualcosa in mano.


-Tu saresti uno degli studenti, giusto? Iris mi ha chiesto di andarci piano con voi studenti e io, da bravo collaboratore, esaudirò la sua richiesta. Ho pure la scusa per usare il regalo che mi ha fatto mio padre.- teneva in mano una lunga spada orientale, una nodachi precisamente, con un piccolo cordino rosso legato alla base vicino all'elsa, con delle croci bianche sul fodero nero.

-Non puoi uccidere nessuno. Lo sai, vero...?- Daglas volle precisare questo fatto vedendo la spada.

-Lo so, lo so, per questo voglio farti un favore. Non estrarro la spada dal fodero, così non riceverai ferite mortali.- impugnò la lama prendendola per il manico e puntandola contro il ragazzo.

-Non sottovalutarmi solo perché sono un principiante...!- gettò velocemente due grosse macchie di inchiostro, una sotto di se e una dietro Calien, riuscendo ad arrivare alle sue spalle.

Calien, con abile agilità e passaggio di mano, lo colpì nel plesso solare con la punta del fodero, facendo pressione col manico per andare più a fondo.
Una volta colpitosi alzò in aria girando su se stesso insieme alla spada, colpendolo sulla schiena per poi scaraventarlo a terra con violenza.

-Ho detto che non ti avrei ucciso, non che non ti avrei pestato a sangue.- lo guardò dall'alto in basso, con un ghigno sbeffeggiandolo.

-Vediamo allora cosa puoi fare...!- dalla machcia che aveva lasciato si alzarono degli aculei che si allungarono a dismisura contro il viso di Calien.

Piegò la testa di lato, schivandoli tutti quanti, vedendo che Daglas era già sparito sotto di lui tornando nella posizione di prima.
Mosse le mani comandandoli a distanza per tentare di avere un vantaggio, ma all'improvviso sentì le mani talmente pesanti che quando caddero a terra, creando delle piccole voragini.
Calien annullò subito le distanze, mollandogli una ginocchiata in pieno viso e con un colpo di fodero lo schiantò di nuovo a terra.

-Ti sei mosso per caso? Mi sembri ancora a terra.- lo provocò, come se non avesse fanto niente per affrontarlo.

-Ah sì...? Ne sei sicuro...?- Daglas ghigno, schioccando le dita.

Si formò un leone di inchiostro, che assaltò il capitano con furia, ma lui contrattaccò tagliandolo a metà e facendolo tornare nella miacchiolina che era prima.
Piantò un piede sul torace del giovane ragazzo, tenendolo giù.

-Prego?-

Sigraph tentò di reagire a quella provocazione, ma era bloccato.
In un ultimo disperato tentativo alzò con forza le mani, tirando ogni muscolo possibile che aveva nell'impresa.
Diede fondo a tutta l'energia magica che aveva in corpo, creando una gigantesca piovra di inchiostro corazzata.
Calien, però, non ne rimase per nulla sbarlodito, anzi, sembrava per lo più annoiato.

-Tutto qui? Ho visto creature ben peggiori di questa...- sbuffò, schivando e parando ogni singolo colpo del polpo.

Daglas non riusciva ne a vederlo e nemmeno a seguirlo, per poi vedere che un istante dopo la sua creatura era stata tagliata in migliaia di pezzettini.
Passò poi a lui, assumendo una specie di posa di samurai a mezz'aria, colpendolo al petto a piena potenza che gli permetteva il limitatore.
Gli fece perdere i sensi dopo quel colpo, cadendo a terra completamente.


******

Okami sembrava di essere capitato in una specie di foresta alquanto particolare, pieno di salici piangenti in preda a una brezza primaverile. Nonostante fosse fittizia sembrava vera.
Vide Lignas davanti a una specie di tempietto, seduto sulle ginocchia, come se stesse pregando per qualcosa o qualcuno, con accanto a lui un riccio.

-Ti do il benvenuto Okami Itsupiki, terzo genito del clan Itsupiki.- si alzò in piedi con calma, girandosi verso di lui.

-Come fa a saperlo...?- chiese, anche lui calmo.

-La preside ci informa di tutto, a noi fondatori. Anche se sei di una famiglia prestigiosa non avrai un trattamento diverso dagli altri.- creò una lancia di fiamme gialle.

-Guardi, è quello che vorrei.- fece il finto coraggioso, ma in cuor suo non voleva.

Lignas si spostò velocemente accorciando subito le distanze, colpendolo con la punta del bastone, bruciandogli una parte di vestito.
Grazie all'impatto lo lancia poco lontano, facendo una capriola all'indietro.
Fece fatica a rialzarsi, ma provò a reagire creando una tempesta di vento contro di lui.

-Arte del vento: burrasca...!- gliele lancia il più forte possibile.

Facendo roteare la lancia riuscì a comprimere il suo attacco, per poi rimandarglielo indietro unito alle fiamme e con più potenza.
Quando impattò contro Okami esplose in una tempesta di fuoco.
Ma Lignas rimase stupito su quello che successe dopo.
Le fiamme vennero istinte con un boato, o meglio, ululato, mentre alle spalle del ragazzo si materializzò una specie di lupo umanoide fatto di vento.
Aveva un occhio giallo, che richiamava la sua natura di lupo e le zanne erano più pronunciate, che stava ansimando per qualche motivo, mentre lo guardava come una bestia.

-Interessante devo dire. Facciamo che finirò il tutto con il prossimo colpo.- l'elfo mise la lancia dietro di se, facendola roteare ad alta velocità, preparando qualcosa.

Okami fece un ruggito quasi alieno, lanciandosi a correre a quattro zampe, seguito da una potente tempesta
Si lanciò, con dietro a se la più furiosa delle tormente.

-Alba.- creò un disco solare, sfoderando tutta la sua potenza contro Itsupiki, bruciando l'aria stessa e una parte dei suoi vestiti.

Cadde a terra, mancandogli il respiro e le forze, siccome le aveva concentrate in quel unico attacco.
Lignas si avvicinò a lui, porgendogli la mano. Si teneva la testa tra le mani, come se stesse tentando di controllare qualcosa di selvaggio dentro di lui.

-Non preoccuparti Okami, siamo a conoscenza che possiedi un enorme potere latente e della tua natura selvaggia e ti aiuteremo a controllarle. Saremo ben felici di farlo.-

Con quelle parole il ragazzo si calmò, tornando normale e gli prese la mano, ammettendo la sconfitta e di essere ancora debole.


******

Leon si era ritrovato in una specie di pianura.
Thomas era vicino a un albero, con le cuffie nelle orecchie a tutto volume, si sentiva "devil trigger", disteso sull'erba tranquillo.
Squallearth decise di approfittarne, portandosi dietro di lui.
Furtivamente lo attaccò modellando il terreno sotto di lui per imprigionarlo, ma lui si mosse ocn agilità togliendosi da lì e una saetta gli sfiorò la guancia, facendogli uscire un poco di sangue.

-Non si può nemmeno ascoltare un po' di musica in santa pace ora? Tra l'altro figa.- sbuffò, abbassandosi le cuffie sulle spalle.

-Beh, era una occasione troppo ghiotta per non approfittarne. Ma adesso possiamo confrontarci.-

-Mi sembra giusto. Fatti sotto allora...- l'atmosfera si fece elettrica e delle scosse iniziarono a comparire dal suo corpo.

Tramite la scarica riuscì a muoversi molto velocemente, raggiungendolo.
Leon, prontamente, afferrò un pezzo di terreno che si allungò come se fosse di gomma per proteggersi, riuscendo a toccarlo, ma venendo però respinto dall'impatto. Allungò una mano dietro di se e un ramo si allunga per prenderlo e attutirgli l'impatto.

-Quindi la tua abilità non consiste solamente nel modellare il terreno vero?- ha visto cosa ha fatto con l'albero.

-Esattamente. Posso imitare qualsiasi tipo di magia.- delle saette balzarono dalla sua mano, sorridendo soddisfatto.

-Voglio vedere come affronti la tua stessa magia!- sfruttò l'energia elettrica, chiudendo le mani a pugno per poi colpirlo nello stomaco dandogli la scossa più potente che era in grado di scatenare.

-Mi dispiace, ma forse non sai che scontrare due stessi elementi succede ben poco.- consapevole che aveva copiato la sua magia, Thomas lo colpì al viso con un pugno.

Riuscì a staccarselo di dosso e lo prese per le spalle, dandogli anche una ginocchiata nello stomaco.
Mise una mano per terra creando una colonna di terra che colpì Thomas per allontanarselo.
Si fece colpire apposta, per poi attraversare i lati della colonna grazie ai suoi fulmini, tornando di nuuovo addosso a lui colpendolo con una scarica.
Gli prese la testa lanciandolo poi via e gli apparve dietro calciandogli la schiena, finendolo poi per schiantarlo a terra.

-Ehi, tutto bene?- si avvicina preoccupato, vedendo che forse non avrebbe dovuto esagerare con tutta quella foga.

-Una meraviglia...!- Leon si rialzò senza arrendersi e gli imglobò i piedi nel terreno.

Era finalmente alla sua mercè, colpendogli ripetutamente il petto e lo stomaco.
Ansimò più per il dolore che per la fatica, sorridendo soddisfatto.
Con una potente scarica si libero dal terreno, che da Leon.
Thomas si chinò leggermente mettendo all'indietro la gamba destra, mentre delle scosse percorrevano il suo corpo.

-Via del tuono, prima forma. Colpo fulmineo.- sorrise appena facendo un respiro profondo, colpendolo istantaneamente con un calcio rapido nello stomaco, allontanandolo.

-S-solo un calcio?-

-Ne hai visto solo uno...?- ghignò, aspettando la sua reazione.

Ad un tratto ne senti altri in rapida successione nello stesso punto, con tanto di fulmini, facendolo piegare in due dal dolore coprendosi lo stomaco con le braccia, per poi vomitare sul posto e mettendosi sulle ginocchia.

-Ti do un consiglio. Stai sempre attento a ogni cosa, perchè potresti ritrovarti delle sorprese davvero sgradite.- gli sorrise, massaggiandosi il collo.

-N-non ho ancora finito...!- nonostante la paralisi e i duri colpi subiti tentò comunque di tornare in piedi.

-Adesso basta, altrimenti potresti rimetterci la pelle.- si mise rapidamente dietro di lui, colpendolo dietro la testa per stordirlo e fargli perdere i sensi.

-Sei stato comunque bravo, nonostante sia stato breve la lotta.- sorrise per quello che aveva fatto il ragazzo.

********
Simon si ritrovava nello stesso ambiente di Leon, ma vide qualcosa in lontananza e quando vide la bandiera si reputava fortunato per averla trovata subito.

Stava per raggiungerla, ma lungo il percorso si accorse che non era stato il primo a raggiungere quel punto, vedendo altri studenti, anche se erano pochi, a terra.
Sembravano dei cadaveri e privi di vita, ma erano soltanto svenuti, anche a causa di una forte botta vedendo gli ematomi sulle loro pelli.
Vedeva la collinetta col pezzo di stoffa che librava guidata dal vento, però c'era anche il suo guardiano, che poggiava a terra un ragazzo delicatamente, per evitare che si facesse male nella caduta, nonostante sia già mal ridotto.
Era Dante, senza la sua giacca di pelle e al suo posto una canottiera bianca senza maniche, vedendo il resto delle scaglie che gli percorreva l'avambraccio. I suoi muscoli sembravano blocchi di ghiaccio da quanto erano immobili, segno che non si stava ancora scaldando.

Voleva indietreggiare, ma il tempo girava contro di lui ed era ormai vicino al obiettivo, che era davanti ai suoi occhi, anche se c'era una vera e propria montagna.
IL dragone girò di scatto la testa verso di lui, scomparendo all'improvviso non appena mosse le palpebre.
Simon si impanicò, sentendo una strana sensazione di pericolo da ogni direzione.

"Davanti a te!" sentì nella sua testa.

Ad un tratto, proprio come era scomparso, gli riapparve davanti, minaccioso e armato dei suoi rovi neri.
Di scatto mise il braccio destro davanti a se e il sinistro dietro la schiena, facendo comparire una moltitudine di piccole stelle che gli facevano da scudo, bloccando i rovi.

-Starry sky!-

-Riflessi pronti. Ora ti pongo una domanda. Può proteggerti?- parlò con freddezza, senza riuscire a decifrare la sua espressione apatica per capirne le intenzioni.

Rimase fermo davanti a lui, però da sotto Simon uscì un getto di rovi che lo colpì nello stomaco, facendo disperdere la sua barriera di stelle.
Subito dopo, quasi istantaneamente, lo colpì in faccia con un pugno, approfittando della sua difesa abbassata, lanciandolo via contro un albero.

-La tua barriera è monodirezionale e di conseguenza perde contro nemici che dispongono di attacchi omnidirezionali.- gli parlò di uno dei difetti della sua tecnica, controllandosi la mano.

Gli era sembrato, per qualche strano motivo, di colpire un blocco di metallo, non della carne umana.
Dopo aver notato questa cosa vide che il ragazzo si stava ancora rialzando, col naso sanguinante e una ferita aperta, pensando che avrebbe potuto ucciderlo sul colpo, se non fosse stata per quella strana protezione che aveva usato.
Lo guardò negli occhi, notando che sotto il ciuffo l'occhio brillava di un blu intenso e brillante, senza vedere la forma della pupilla.

-Sei il primo che regge un mio colpo, però ammetto che ho esagerato. Ti chiedo scusa Simon King Croel.- girò la manopola del limitatore di un po', per ridurre la propria potenza fisica.

-Ricordi il mio nome...? Addirittura...?- tentò di mascherare la paura che aveva con dell'ironia, controllandosi il naso.

-Certo. Sono il vice-preside ed è mio dovere controllare la vostra crescita.- comincia ad avvicinarsi a lui, imponente.

"Pensa Simon! PENSA!" pensò questo, tentando di escogitare qualcosa, ma la presenza draconica che il suo avversario emanava gli impediva di pensare lucidamente.

-Stellar storm!- non appena fu vicino a lui, gli lanciò in faccia una tempesta di stelle, sperando di averlo mometaneamente acceciato, passandogli accanto di lato con uno scatto.

Di risposta, Dante allungò il braccio dietro di se, prendendolo per il colletto della maglietta, bloccandolo.

-Mi dispiace per te, ma sono già cieco.- girò la testa verso di lui, mostrando che gli erano caduti gli occhiali da sole e che aveva gli occhi completamente bianchi.

A quel punto gli mollò una ginocchiata nella pancia, comprimendogli lo stomaco, e mandandolo contro lo stesso albero di prima. Quando si dice la precisione.
Simon, una volta tornato col sedere per terra, vomitò sul posto a causa del colpo troppo forte.
Il dragone si avvicina a lui e ad un tratto sentì addosso a lui una strana pressione di terrore, vedendo che un'aura a forma di drago nero si stava formando sul vice-preside, con occhi sanguinari, come quelli di una bestia.
Ansimò pesantemente nel vederlo e si sentì bloccato, mentre la sua mente si stava annebbiando.
Le vene del suo braccio destro cominciavano a illuminarsi di una strana luce blu brillante e la sua magia stellare si stava caricando su di esso, aspettando.

Stava per afferrarlo per il viso e lui contrattaccò in quel momento in un gesto dettato dalla disperazione.

-STELLAR STORM!- lanciò una seconda tempesta di stelle, stavolta molto più potente della precedente, che quasì sbilanciò Dante, ma non fu sufficiente.

Lo afferrò per la spalla con stretta decisa e il panico e la paura si impossessarono di Simon, svenendo sul posto, incapace di gestire tale pressione.
Dante sospirò, prendendolo su come un sacco di patate e mettendolo insieme agli altri, in attesa che l'esame finisse.


ANGOLO AUTORE!(i capitoli 5, 6, 7 e 8 sono stati uniti)
UFF! Anche questo è fatta finalmente! Ho faticato decisamente molto per scriverlo e di sicuro si noterà nel capitolo... devo ricordarmi di non fare altri con cui gestisco molti scontri come questo, mi mandano in pappa il cervello.
Beh, si sono potuti conoscere molti nuovi personaggi in questo capitolo, sperando che vi abbiano incuriositi in una qualche mainera.
I nostri ragazzi hanno appena sostenuto il loro esame pratico e le hanno solo che prese di santa ragione! Mi dispiace di aver fatto scontri veloce e/o lampo, però era palese che avrebbero perso e poi era come mettere a confronto un livello 1 contro un livello 50. è ovvio che vieni distrutto con un singolo colpo!
Come mai Tsuki e Iris sono così confidenziali? E cosa stavano trattenendo Iris e Okami? e quelle vene brillanti di Simon invece? Tutte domande che avranno una risposta, solo se continuerete a leggere. Ora qualche curiosità!
P.S. Il capitolo potrà essere modificato per vari aggiustamenti.

Curiosità(siccome mancavano negli altri capitoli li recupero qua alcuni):
-L'Incanto è una specie di evoluzione della magia stessa, portandola a un nuovo livello di potenza mutandone nome e capacità, ma verrà spiegato più avanti.
-Le magie di creazione sono molto rare per via della loro capacità di poter creare una specie di vita. Si dice che la vera magia di creazione esista, ma è solo una leggenda o si dice che venga da un'altro mondo. Non bisogna confonderla con la magia elementale o simili, in quanto danno vita a un particolare tipo di elemento, mentre queste creano la vita stessa.
-Xidra appartiene a una razza di demone tutt'ora sconosciuta, ma si dice che abbiano una specie di parentela con i diavoli.
-La materia oscura è altamente volatile ed è in grado di annientare qualsiasi tipo di forma di vita, semplicemente infettandoli con una piccola particella invisibile a occhio umano. Sono tutt'ora in corso degli studi per contrastarla.

 
   
 
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