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Autore: la luna nera    19/02/2019    7 recensioni
Firenze, si sa, è una delle capitali mondiali dell'arte e della cultura. Non è quindi raro che ospiti mostre ed eventi nei suoi innumerevoli edifici storici. A Palazzo Pitti ha da poco preso il via un'esposizione dedicata a Van Gogh che sembra indirizzata verso un grande successo di pubblico e critica. Ma qualcosa non va. Una misteriosa aggressione durante la notte ai danni di una guardia giurata rischia di mandare tutto all'aria e Laura non permetterà tanto facilmente al commissario Fiorini di bloccare l'omaggio al suo grande idolo Vincent Van Gogh.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era trascorsa una settimana dalla riapertura della mostra ed avendo finalmente un po’ di tempo libero, Laura accettò l’invito delle sue amiche Paola e Ilaria per trascorrere un piacevole pomeriggio a “La Rinascente” in centro.
Le tre ragazze, entrando al pian terreno dove si trova il reparto profumeria e cosmesi, furono avvolte da una moltitudine di fragranze provenienti dalle innumerevoli confezioni di profumi esposte.
“Ci fermiamo qui?” Propose Ilaria. “Voglio vedere se c’è il nuovo di Christian Dior.”
“Certo, ma sbrigati che tutti ‘sti profumi mi fanno venire il mal di testa.” Ribatté Paola scherzosamente mentre iniziava a gironzolare fra i banchi espositivi.
“Questa trousse somiglia a certe tue croste dell’anno scorso.” Ilaria portò l’attenzione sul prodotto per il make-up dal design estremamente futuristico, non capiva molto di arte, specie quella moderna, e non mancava occasione di lanciare qualche battutina nei confronti dell’amica.
“Io non faccio croste, dipingo! O almeno ci provo.” Ribatté Laura scherzosamente riprendendo a gironzolare fra creme e profumi. “Ehi, che carina questa bottiglietta!” Stava per voltarsi e mostrare alle amiche ciò che aveva notato, ma finì per scontrarsi involontariamente con una tipa molto elegante dall’aspetto estremamente curato. I suoi capelli castani con mèches terminavano con morbidi ciuffi poco sotto le spalle. Il trucco non era particolarmente pesante, metteva però in risalto i suoi splendidi occhi azzurri e le labbra carnose parevano dipinte. Gli abiti erano rigorosamente griffati, così come la borsa che portava e le scarpe con probabile tacco 12. “Ops, chiedo scusa, signora.”
“Signorina, prego.” Rispose l’altra visibilmente stizzita.
“Scusi….” Mamma mia, che personaggio! Bellissima e acidissima. Laura era rimasta meravigliata negativamente dalla sua reazione, ma la cosa che la infastidiva di più era che la tipa continuava a fissarla in modo continuato. “Beh, cos’ha da guardarmi così? Posso fare qualcosa per lei?”
“Noi ci siamo già viste.”
“Dice?” Ripassò mentalmente le sue conoscenze. “A me non pare.”
“Tu, una settimana fa, eri a fare l’aperitivo con Leonardo al Bar sul Lungarno Soderini!”
“Cosa?”
“Sì, tu sei la sua nuova fiamma, quella di cui voleva tenermi all’oscuro! Ad ogni modo io ti ho vista assieme a lui e non puoi assolutamente negarlo.”
“Non è che mi ha scambiata per un’altra persona?”
“No. Ti riconoscerei fra mille. Tu eri assieme a Leonardo.”
“Leonardo chi?” Poi si accese la lampadina. “Il commissario Fiorini?!”
“Ah, sei perspicace!”
“Abbiamo bevuto un drink assieme, ma questo non significa che ci sia una relazione fra noi. E poi, mi perdoni, ma lei chi è?”
“Innanzi tutto modera i termini quando parli con me. Io sono la sua ex compagna, non te ne ha parlato?”
“Mi sono interfacciata con lui per motivi di lavoro, non mi sono impicciata della vita privata del commissario. Adesso, se vuole scusarmi ho altro da fare che perdere tempo con lei.” Raggiunse rapidamente le amiche, lasciandola davanti al bancone del make-up di un noto marchio di Parigi. Ripensò rapidamente a quanto le aveva confidato Esposito circa la ex di Fiorini: il buon Pino non aveva sbagliato di una virgola.
“Ehi, Lauretta, ma cos’è ‘sta storia? Chi è quella suonata?” Incalzò Ilaria quando si furono allontanate.
“E’ una suonata, l’hai detto tu stessa.”
“E chi è Leonardo?”
“Perché non ce ne hai parlato?”
“Certo che ve ne ho parlato.” Laura si fermò. “E’ il commissario di Polizia che ha condotto le indagini sull’aggressione al vigilante a Palazzo Pitti.”
“E dell’aperitivo?” C’era malizia e curiosità nel tono della voce di Paola.
“Non si può accettare un invito ogni tanto?”
“Oh sì, ma certo.” Paola era molto divertita. “Anzi, ne sono ben felice perché finalmente sei uscita con uno vivo e vegeto e ti sei tolta dalla testa Van Gogh.”
“Ha ragione.” Incalzò Ilaria. “Sai, a volte abbiamo avuto l’impressione che tu sia innamorata del caro vecchio Vincent.”
“Ma che dite?!” Eppure dentro di sé sapeva benissimo che Van Gogh era molto presente nella sua vita.
“Sentite, stasera ci facciamo una pizza tutte assieme così Laura ha modo di raccontarci tutto del commissario Leonardo, che ne dite?”
“Ci sto!” Ilaria accettò immediatamente e di buon grado.
“Vada per la pizza ma…” Il suono del cellulare impedì a Laura di terminare la frase. Era la Gherardini. “Scusate.” Si allontanò di qualche passo dalle amiche. “Pronto, sì. Come?!.... Sta scherzando?!  Sì, sì, arrivo subito.” Riattaccò congedandosi frettolosamente dalle amiche. “La pizza è rinviata! Devo andare!”


 
CONTEMPORANEAMENTE AL COMMISSARIATO


“Permesso Commissa’.”
“Venga Esposito.”
“Commissario, ci stanno queste denunce da firmare.”
Fiorini prese a sfogliare le carte: un paio di scippi, truffe telefoniche, un presunto stalker. “Porti tutto agli uffici competenti e passi la denuncia contro questo mezzo maniaco alla psicologa. Attivi immediatamente le indagini, questa ragazza va protetta ad ogni costo. So fin troppo bene quanto può essere devastante un femminicidio.” La sua voce si fece sottile, lasciando trapelare tutta l’amarezza di chi non ha potuto fare nulla.
“Ah, vi ricordate la simpatica vecchietta che era stata derubata da quelle due fetenti mariuole che si erano presentate a casa sua per conto della parrocchia? Sono state prese e portate a Sollicciano.”
“Bene. La refurtiva?”
“Ci stava solo la catenina d’oro con la foto del marito della signora, i soldi non ci stavano più.” Fece un attimo di silenzio. “Però lei era contenta assai, la catenina era un ricordo della buon’anima dell’uomo che ha avuto appresso per più di cinquant’anni. Ma vi rendete conto di quanto sono cinquant’anni, commissa’? Oggi le coppie scoppiano dopo due mesi e….” Lo sguardo fulminante di Fiorini lo fece tacere all’istante.
Firmò le denunce dopo averle controllate una per una e le riconsegnò all’ispettore. “Vada ora, indaghiamo per tentare di trovare il colpevole per ognuno di questi reati.”
Accese una sigaretta, aspirandone il fumo per poi espellerlo tutto d’un fiato. Si lasciò andare sulla poltrona della sua scrivania reclinando la testa all’indietro. Nonostante fare il poliziotto era sempre stato il suo sogno, quando arrivava a sera la stanchezza prendeva sempre il sopravvento: non era semplicissimo indagare su casi intricati, stare sempre a contatto con persone vittime di raggiri e truffe, di molestatori, pure psicopatici e, peggio ancora, con persone a cui dover dare la notizia dell’uccisione di un familiare. Aspirò di nuovo e soffiò con forza, come a volersi liberare dall’amarezza di quella sera. Lo squillo del telefono sulla scrivania interruppe quel breve momento di relax. Sbuffò e rispose.
“Fiorini.”
“Ciao Leonarduccio!”
Roteò gli occhi: era la sua ex. “Che accidenti vuoi?! Sai che non devi chiamarmi, specialmente al telefono dell’ufficio!”
“Se tu rispondessi al cellulare ogni tanto, eviterei di chiamarti a questo numero.” Ridacchiò. “Ti faccio perdere poco tempo, mio caro. Ho incontrato per caso la tua nuova fiamma oggi in centro. Devo farti i complimenti, è un’ottima attrice, ma potevi sceglierti di meglio. E’ evidente che sei proprio messo male.”
“Senti Arianna, io sto lavorando e non ho tempo da perdere dietro a queste cazzate, è chiaro?!” Chiuse in malo modo la telefonata, imprecando a bassa voce contro di lei.
Il telefono squillò di nuovo. Fulminò l’apparecchio con lo sguardo, afferrò la cornetta ben deciso a dirgliene quattro. “Senti, io……”
“Chiedo scusa, commissario.”
Era Menna dal centralino. “No, no…. Scusami tu. Dimmi.”
“Commissario, hanno appena chiamato dall’Ospedale di Careggi: la guardia giurata ferita a Palazzo Pitti si è svegliata dal coma.”
 
 
 








 
Buon martedì a tutti.
 
Avrei voluto aggiornare prima, ma proprio non è stato possibile, spero non me ne vogliate.
Capitolo di transizione che ci permette di sbirciare nella vita di Laura e del commissario, in più compare la sua ex che dà sfoggio del suo carattere non particolarmente cordiale. Vi lascio con un finale “cattivo”: finalmente la guardia giurata ferita si è svegliata dal coma e può raccontare quanto accaduto. Confermerà la colpevolezza del tenente o si apriranno nuovi scenari?
Un immenso GRAZIE a tutti voi recensori e pure a tutti i lettori, inclusi i silenziosi. Grazie davvero e a presto.
 
Un abbraccio
La Luna Nera
  
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