Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi
Segui la storia  |       
Autore: AlsoSprachVelociraptor    21/02/2019    0 recensioni
Lloyd Richmond, giovane film-maker dal fisico fragile, la mente contorta, il cappello della Planet Hollywood calato sui suoi cinici occhi azzurro ghiaccio e il fidato coltellaccio appeso alla cinta, è pronto a tutto per diventare il regista che ha sempre sognato di essere.
Anche essere mandato dalla BBC a Ronansay, un'isola sperduta a nord delle fredde coste della Scozia e bagnata del tremendo mare del Nord a indagare su un misterioso hotel che si dice essere infestato dai fantasmi.
All'albergo, tuttavia, Lloyd troverà segreti ben peggiori di uno spirito; scheletri nell'armadio, doppiogiochisti pericolosi, destini segnati nel sangue, porte chiuse a chiave, il mare del Nord affamato che chiederà sempre più sacrifici umani.
E sì, anche un fantasma.
.
.
.
[Storia liberamente tratta alla serie tv "Two Thousand Acres of Sky" della BBC, anche se NON c'è bisogno di conoscere la serie per leggere la storia, dato che ne è solo ispirata. Anzi, se non la conoscete è molto meglio]
Genere: Comico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Sei più intelligente di quanto dai a credere, lo so.-

Charley sgranò gli occhi pesantemente contornati da trucco e li abbassò su Lloyd. -In che senso?-

Aveva seguito il consiglio di Kenneth di uscire, e si era recato sulla spiaggia. Non sapeva disegnare particolarmente bene, ma amava tratteggiare i paesaggi. E il mare, il Mare del Nord...

Sulla spiaggia, quasi sconsolata, aveva trovato Charley, che, quando vide il ragazzo tutto imbacuccato e quasi appallottolato su sé stesso mentre cercava di disegnare il paesaggio marittimo, rimase dura come un sasso. Voleva scappare? Voleva raccontare tutto? Lei sapeva. Forse entrambi.

Decise di sedersi al suo fianco, farsi un paio di selfie, e scorrere la bacheca di instagram, con quel ticchettio continuo e fastidioso delle unghie finte sullo schermo dello smartphone.

Non aveva ancora alzato lo sguardo, quasi per paura.

-Il fantasma.-

-Non esistono i fantasmi- ringhiò lei, aggrottando le sopracciglia disegnate a regola d'arte. -Non ci sono. E tu sei qui per niente.-

Lloyd però sapeva che esistevano perchè aveva modo di toccarli con mano. E anche di dare una pacca sul culo a uno di essi.

-Tu la pensi così?-

-Sì, ti ho detto di sì!- fece ancora Charley, quasi esasperata. Era quello a cui stava puntando Lloyd, che annuì platealmente alla sua risposta, mordicchiando la matita che stava tenendo tra le dita. Un pezzo di legno si staccò e gli finì tra i denti, ma fece finta di niente.

Aveva un sapore orribile...

-Se lo dici tu... sembri sicura...-

-Lo sono.-

-D'accordo, d'accordo...-

Finalmente Charley alzò lo sguardo, solo per fissarlo con... cos'era? Paura? Curiosità?

Lloyd alzò a sua volta lo sguardo sul suo, sorridendole con malizia. Lei tentò ancora di abbassare lo sguardo, poi lo alzò di nuovo, poi si voltò verso il mare e da lì i suoi occhi castani non si tolsero più.

-Tu dici che i fantasmi... esistono?-

Mancò poco che a Lloyd scappasse una risata. Non era scema come Alfie, ma di certo non era un genio come lui! Alzò le spalle. -C'è qualcuno che vorresti rivedere un'ultima volta?-

Il volto di Charley sembrò crollare su sé stesso, quella maschera di fondotinta e ombretti creparsi sulla sua pelle ora quasi cerea. Rimorso? Una strana epifania? Lloyd non lo seppe con certezza.

-Vorrei ringraziarlo per quello che ha fatto per me e Alfie e la mamma... e vorrei scusarmi. Ma è troppo tardi, perchè non... esistono i fantasmi...-

Deglutì e vide i suoi occhi lucidi. Oh. Aveva colpito forse troppo in profondità nell'animo della donna. Cercando di mandare giù il nodo che le aveva chiuso la gola, continuò il dialogo che, senza accorgersi, stava mandando avanti da sola. La sua voce era più rauca e più cantilenante, come una giustificazione data da una bambina colpevole.

-Ero piccola, e avevo saputo che mio padre Robbie sarebbe tornato a casa... eppure non avevo capito chi era stato davvero un padre, per me. Credo di averlo fatto soffrire, e lui... lui non lo meritava. Non l'hanno mai più ritrovato, e ho sperato per tanti anni che fosse scappato, fosse ancora vivo... fosse scappato da noi. Sarebbe stato meglio se Kenny se ne fosse andato prima. Rivederlo in Jo mi fa male tutti i giorni...-

Kenny. Aveva detto chiaramente "Kenny".

Era lui! Stava parlando di Kenneth! Il fantasma dell'hotel!

Lloyd aprì la bocca per parlare, per chiedere cosa c'entrasse Kenneth con lei, con Abigail, con Jo e cosa volesse dire "lasciarlo andare" e "ritrovare", ma Charley si alzò in piedi con una velocità allarmante. Si stava coprendo il viso con le mani.

-Non dirlo a Jo, ti prego.-

Detto questo, la ragazza scappò, arrancando nella sabbia e sparendo oltre il lungomare.

Lloyd rimase con la matita stretta tra le dita indurite dal freddo e dalla tensione.

Charley non era la persona giusta con cui parlarne, ma aveva capito a chi doveva rivolgere le sue attenzioni.

Ora sembrava quasi palese.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Fantasmi / Vai alla pagina dell'autore: AlsoSprachVelociraptor