Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Mordekai    08/03/2019    1 recensioni
Prima della caduta degli angeli, Lucifero ebbe un fugace amore con una Serafina del Paradiso.
Divisi da millenni, Lucifeo regna indisturbato nel gelido Inferno da lui creato dopo la caduta per opera di Dio e dei suoi Angeli.
La quiete, però, viene disturbata dall'arrivo di Michele con un importante annuncio.
L'esistenza di un figlio.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mondo terrestre. 5:37:19 A.M.

Tra le fioche luci dei lampioni e l’agglomerato di metallo e cemento, un ragazzo osservava da sopra un pontile come il mare danzava sotto i primi raggi rosei dell’alba autunnale. La venticinquesima della sua vita. Rapito da quello spettacolo silenzioso, non si rese conto dell’arrivo di una pattuglia di quartiere. La luce abbagliante di una torcia lo distolse dalla natura e lo fece tornare alla realtà:

‘’Ragazzo, sono quasi le sei del mattino, cosa ci fai in giro a quest’ora?’’- chiese l’agente avvicinandosi al giovane che si schermava il viso con una mano guantata.

‘’Quello che farebbe chiunque quando non riesce a dormire, vecchio Orazio.’’- rispose il ragazzo, riconoscendo l’accento spagnolo dell’agente e il suo ancheggiare da ballerino di flamenco.

‘’Empyrean? Chico, tua madre Ofelia sarà preoccupata. Qualcosa non va? Problemi con il college?’’- domandò lui con fare amichevole non appena sentì la voce del giovane. Da quando era un pargoletto, Empyrean sapeva di potersi fidare solo di quel simpatico agente latino-americano che aveva aiutato sua madre a stanziarsi nella metropoli americana.

‘’Non preoccuparti, è a lavoro da un paio di ore. Il problema non è il college o l’ammontare disumano di compiti, il problema è che non so chi sia mio padre. Le chiedo sempre perché c’è una piuma d’argento sul comodino con una semplice L sopra e non vuole parlarne. Le domandò perché sui polsi ho due voglie di colore diverso e fa finta di non saperlo…’’- replicò con una punta d’esasperazione il giovane, passando la mano dai corti capelli neri. Orazio poggiò la mano sulla spalla del ragazzo e gli diede uno scossone amichevole per distrarlo da quel momento di malumore.

‘’Tutti noi abbiamo dei segreti, sia brutti che belli. Se tua madre non vuole rivelarli, respeta su privacidad. El amor per un figlio supera qualsiasi cosa. Vamonos, ti offro la colazione.’’- aggiunse il poliziotto che lo scortò all’auto e insieme si diressero alla prima tavola calda aperta. Per un attimo, ad Empyrean sembrò di scorgere qualcosa appollaiato su una delle centinaia di impalcature presenti nella città ma era fin troppo grande per essere un volatile capace di restare in perfetto equilibrio sui tubi sporgenti. Durante il loro proseguire tra le strade semi desolate passarono davanti una chiesa sconsacrata e che attendeva solo di essere demolita. Nello stesso istante, il giovane ebbe alcune visioni che lo fecero star male seguite da delle fitte ad entrambe le braccia.

‘’Todo bien chico?’’- domandò Orazio, notando il malessere del ragazzo.

‘’Sì, sarà dello stress accumulato nelle ultime settimane. Tu essendo un uomo religioso, puoi raccontarmi la storia di quella chiesa?’’

Orazio osservò la chiesa usando lo specchietto retrovisore, distinguendo chiaramente lo stile e socchiuse gli occhi preda di un viscerale fastidio.

‘’Oh, intendi la Catedral y Iglesia de Cristo? Quindici anni fa venne chiusa perché l’uomo di fede che vi era al suo interno era uno spacciatore di cocaina e usava i fondi della comunità per riti satanici. Quando venne arrestato per pratiche di satanismo e spaccio, la struttura fu posta sotto sequestro. Giunse anche l’ordinanza di sconsacrarla e poi abbatterla per far spazio ad un mercatino dell’usato. Uno spreco de dinero.’’- rispose poco dopo, baciando il santino che aveva sul cruscotto e pregando nella sua lingua natia. La volante proseguiva a velocità sostenuta mentre il sole salutava la sua amata luna, dando così inizio ad un’altra giornata autunnale. In quel momento Empyrean si ricordò di uno strano simbolo che continuava a comparire nei suoi sogni e, per non dimenticarlo, lo aveva impresso su carta.

‘’Non cercherai di sobonarme, chico. Tua madr…’’- non appena riconobbe il disegno, frenò bruscamente.

‘’Il Sello de Lucifer!’’
Inferno.
 
La scoperta che il Signore degli Inferi avesse un figlio aveva destato clamore tra le anime dei dannati e i fustigatori che si domandavano come fosse stato possibile in quanto gli Angeli non possono procreare, specialmente i Serafini. Ma nessuno, eccetto i dannati e i demoni cornuti, sapeva di quell’evento Nell’immensa magione vennero chiamati Lilith la sua attuale compagna; Adramelech impeccabilmente vestito con abiti nobiliari nonostante fosse la sua testa da gufo ad attirare l’attenzione; Belfagor, alquanto annoiato e scorbutico che giocava con una ruota di pietra per evitare di aggredire qualcuno; Asmodeo, con il suo solito alito di pesce rancido ed Astaroth che incitava il suo amico a chiudere quella fogna di bocca. Non appena giunsero Lucifero e Azazel, tutti i demoni si alzarono in piedi e salutarono con un inno alla sua gloria:

‘’Signore Lucifero, si sente bene? La vedo piuttosto pallido.’’- constatò Adramelech estraendo un fazzoletto di seta pronto ad asciugargli la fronte, ma Azazel lo fermò con un semplice gesto della mano.

‘’Miei cari ospiti, poche ore fa ho ricevuto una notizia inaspettate da parte di un vecchio amico che risiede in quel fetido regno. Prima di piombare nel ventre della terra, io ho avuto una breve relazione con una Serafina del paradiso. Ero convinto che non potesse accadere…’’- disse Lucifero, stringendo le mani sul tavolo e graffiandolo.

‘’Amore, di cosa parli?’’- domandò Lilith, evidentemente preoccupata per l’animo irrequieto del suo compagno infernale.

‘’Ho scoperto di aver avuto un figlio da quella Serafina. Ed è da venticinque anni che è tra gli umani…’’- rispose con calma glaciale, tale da far alzare la testa ad Asmodeo e Astaroth. Tutti rimasero in silenzio, Lilith sorrideva con amore al suo compagno e gli sussurrava di non preoccuparsi dato che tra i demoni vi era la poligamia.

‘’Ma gli Angeli non possono procreare, non hanno le capacità delle donne umane per poterlo fare. E se fosse una svista? Un semplice umano che ha dentro di sé semplice rancore o risentimento? Suvvia, mi sembra una sciocchezza.’’- protestò Belfagor, fermando quella ruota di pietra tra le dita.

‘’Per te è tutta una sciocchezza, grassoccio di un Belfagor.’’- esordì qualcuno comparendo da una nube grigiastra mostrando i suoi occhi blu luminosi. Non appena si dissolse, comparve una figura robusta e abbronzata, dalla mascella pronunciata e il viso squadrato.

‘’Malphas, è un piacere rivederti. Cosa ti porta nella mia dimora?’’- chiese Lucifero, rincuorato dalla visione di quel demone. Si tolse il soprabito nero ed estrasse dalla tasca un plico chiuso impeccabilmente da un filo e della cera. Prese una sedia e con eleganza si poggiò su di essa, spostando facilmente Asmodeo sul bordo spigolo del tavolo di quercia scura.

‘’Il Nostro Signore Lucifero ha ragione. Il suo primogenito è tra gli umani. Lì ci sono le…foto, come dicono gli umani, che lo ritraggono.’’- aggiunse il demone, aspettando che tutti potessero vederle. Nella busta vi erano decine di foto che mostravano un ragazzo alto e sorridente, stesso fisico del Signore degli Inferi ma il viso angelico della Serafina. In basso ad una delle foto vi era un nome:

‘’Empyrean? Questo è il nome del mio primogenito?’’- domandò Lucifero, sistemandole con ordine.

‘’Confermo, mio Signore. Ma quello che mi preoccupa non è tanto il sangue dalla quale è stato creato. Possiede entrambi i Marchi, sia demoniaco che angelico. I suoi polsi lo dimostrano perfettamente. Tre linee nere sul sinistro, tre bianche sul destro. Quello che definisco Mezzosangue, il più potente che sia mai esistito.’’- sentenziò Malphas con sorriso freddo che suscito ulteriore stupore tra i presenti, ma fece annidare un losco pensiero in Lucifero: ‘’Vindicta.’’



 
   
 
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