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Autore: MagiaOscura    15/03/2019    1 recensioni
Tutti conoscono Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy e Andromeda Tonks ma nessuno sa come crebbero le tre sorelle e che tipo di rapporti avevano tra di loro. In questa storia vorrei descrivere la mia visione sul legame che le legava.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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A Villa Malfoy arrivò una lettera da Severus Piton indirizzata a Lucius e Narcissa, nella quale era piuttosto furibondo. Il ragazzino raccontò nella lettera tutto quello che era accaduto qualche giorno fa a causa dello scherzo di Sirius, e della mancata espulsione di quest’ultimo e Remus.
“Dunque quel rimbambito di Silente permette a un ibrido di frequentare Hogwarts. Quella scuola sta cadendo sempre più in basso” esclamò sprezzante Narcissa. Mentre Lucius pianificava da tempo di farlo entrare nei Mangiamorte, Narcissa si era affezionata sinceramente a quel ragazzino perché rivedeva molti aspetti in comune con lui. Entrambi crebbero soli, anche se lei si considerava fortunata di avere avuto Andromeda nei periodi più bui e entrambi nutrivano una grandissima attrazione per le Arti Oscure.
“E a quanto pare anche i rapporti con quella nata babbana non sono più idilliaci, cosa dice? Che spesso discutono?” intervenne curioso Lucius, sbirciando nella lettera di Severus.
“Esatto, a quanto pare se la prende per il fatto che lanci incantesimi contro sanguemarcio come lei”
“Eccellente” esclamò soddisfatto Lucius Malfoy.
I due giovani da qualche settimana vivevano da soli, perché Abraxas  Malfoy acquistò una tenuta nei pressi di Londra, per consentire ai due di vivere da soli in tutta tranquillità. Una delle idee che aveva da un bel po’ Narcissa, era di invitare per qualche giorno Severus Piton a Villa Malfoy.
“Prendi sul serio il tuo mestiere di leccapiedi di quell’elemento” esclamò Narcissa fredda, guardando l’entusiasmo negli occhi del marito. La ragazza, pur accettando il fatto che il coniuge era un Mangiamorte, non condivideva l’importanza che dava agli incarichi di Voldemort, e odiava inoltre il fatto che Lucius mancasse molto tempo da casa, coinvolto in caccie ai babbani.
“Piantala, Cissy! Lo sai che le mie intenzioni non sono servirlo con dedizione per tutta la vita come quella matta di Bellatrix, ma…”
“…radunare i Mangiamorte più intelligenti, rovesciare lui e Silente e riportare al potere Grindelwald, lo hai detto centinaia di volte. Ma anche io vorrei un figlio e vivere tranquillamente con mio marito, non immaginarlo guidare spedizioni contro schifosi babbani e lottare contro auror…potresti venire ucciso” disse Narcissa, guardando con preoccupazione Lucius negli occhi. Quest’ultimo invece continuava a guardarla beffardo, non prendendo sul serio le sue preoccupazioni.
“Così mi offendo, Cissy! Ci vuole ben altro per uccidermi…che ne dici se più tardi andiamo a Nurmengard, vorrei aggiornare Grindelwald sugli ultimi sviluppi…sarà entusiasta sapere che ho trovato un potenziale genio”
“Piton ti considera amico, tu lo stai soltando usando per i tuoi comodi. Lui non è adatto a fare il Mangiamorte, ha troppi scrupoli per farlo” disse stizzita Narcissa al marito, che continuava a non prendere sul serio i suoi discorsi.
“Ma Cissy, è normale che lui mi consideri amico! Io sono ciò che lui vorrebbe essere, e io posso aiutarlo ad emergere dalla mediocrità nella quale si trova, a cominciare con l’allontanarlo da quella nata babbana”
“Riguardo a quella sanguemarcio hai ragione...ho avuto fin troppe noie a causa di quella razza con Andromeda, gli darà soltanto problemi. A volte mi piacerebbe che nelle vostre ronde contro babbani e nati babbani finisca coinvolto quel Ted Tonks…”
Lucius Malfoy guardò sorridente la moglie, contento che finalmente non abbia toltanto criticato il suo “lavoro”. Narcissa accettò di fare visita a Gellert Grindelwald insieme al marito. Quest’ultimo aveva deciso di aggiornare l’anziano mago oscuro degli ultimi avvenimenti, mentre alla ragazza sembravano piacere le idee di Grindewald, che non erano né troppo aperte come quelle di Silente, ma neanche prevedevano l’uccisione dei nati babbani. Narcissa, così come i Malfoy, pensava che potessero essere utili, anche se li considerava inferiori agli elfi domestici.
I due giovani coniugi si prepararono alla svelta, e dopo aver ordinato al loro elfo domestico Dobby di preparare qualche pietanza, si smaterializzarono alla riva del mare che divideva Nurmengard dalla terra ferma. Dopo circa mezz’ora, i giovani arrivarono alla cella di Gellert Grindelwald, che guardava fuori da un buco della sua cella.
“Chi è?” chiese Grindelwald, sentendo qualcuno attraversare le fiamme viola che proteggevano la sua cella.
“Sono io e mia moglie, signore” disse Lucius Malfoy, facendo un rispettoso inchino all’anziano mago oscuro, stessa cosa che fece anche Narcissa.
“Moglie? Congratulazioni allora…quali novità mi porti, Lucius?”
Il ragazzo, prima di aggiornare il mago oscuro, gli consegnò le pietanze che aveva preparato Dobby, e Grindelwald le gradì moltissimo, anche perché durante il giorno mangiava soltanto pane e acqua, e quindi qualsiasi cosa diversa dal solito gli sarebbe piaciuta.
Lucius raccontò a Grindelwald di come Voldemort si fidasse ciecamente di lui, o almeno pensava così. Grindelwald sembrò divertito dal fatto che i Mangiamorte continuassero a limitarsi ad uccidere babbani, senza puntare su maghi di maggiore spessore.
“Bellatrix Lestrange una delle streghe più potenti al suo servizio? – chiese incuriosito Grindelwald, quando Lucius gli nominò il cognome da sposata di Bellatrix – anni fa uccisi una Lestrange, mi stava simpatica, ma troppo sciocca”
“Il marito di colei che purtroppo ho come sorella si chiama Rodolphus Lestrange, signore” intervenne Narcissa, che non sembrava avere più il timore del posto in cui si trovava.
“Non sembri provare molta simpatia per tua sorella…e conoscendo i Black mi sembra qualcosa di positivo. Mi chiedo come mai tu continui a mantenere un’apparente serenità nei rapporti con la tua famiglia” chiese incuriosito l’anziano mago, non capendo fino in fondo la perversione dei rapporti dell’attuale famiglia Black.
“Per l’eredità…i miei amabili genitori hanno rinnegato mia sorella Andromeda, e non voglio perdere la mia porzione di denaro, tutto qui”
Grindelwald guardò sorridendo la ragazza, che non trasmetteva alcuna emozione e sorrise, contraendo le numerose rughe sul suo volto, causate non solo dall’età ma anche dalle difficili condizioni della sua carcerazione.
“A volte penso che tu sia nata nella famiglia sbagliata…hai un modo di pensare da Malfoy piuttosto che da Black. Anche Abraxas è fissato col denaro…venderebbe la sua dignità in cambio di qualche moneta…”
“Il che non è sbagliato, signore – intervenne Lucius, divertito dai discorsi dell’anziano mago – per vivere con tutti gli agi bisogna avere denaro, tanto denaro…con la dignità non si comprano vestiti pregiati, il cibo più buono del mondo”
“E’ su questo che io e tuo padre abbiamo spesso discusso, Lucius. Ho sempre creduto che c’è un limite che non vada attraversato, per questo ho ucciso il minimo necessario. Discorso che immagino non sia valido per il nostro caro Lord Voldemort…”
Mentre Lucius raccontava delle ultime “imprese” dei Mangiamorte e di Voldemort, Narcissa ascoltava in silenzio. La ragazza non era interessata ai discorsi sul potere e sugli omicidi dei due uomini. L’unica cosa che pensava era che, se Grindelwald fosse riuscito a tornare al potere e abolire lo statuto di Segretezza, lei avrebbe potuto mantere il rapporto con Andromeda senza doversi nascondere dalla famiglia.
Circa mezz’ora dopo, Lucius e Narcissa salutarono rispettosamente Grindelwald e quando dopo il solito difficoltoso viaggio di ritorno furono a Villa Malfoy, si rilassarono in soggiorno ordinando al loro elfo Dobby qualcosa da mangiare. Lucius si lasciò cadere sul divano in pelle, sbuffando.
“Sta invecchiando Grindelwald, tutti quei discorsi sul limite da non oltrepassare e sulla dignità mi hanno annoiato”
“Bhe non ha tutti i torti – intervenne Narcissa, mangiando un dolce annoiata – non puoi mica uccidere un neonato per i tuoi comodi”
“Ah si? E perché no? Se posso ricavarci un singolo galeone non mi farei problemi”
“Quando parli mi fai schifo tanto quanto la mia famiglia” disse la ragazza sprezzante al marito, che non sembrava prenderla sul serio.
“Dai Cissy…sarà meglio non parlarne più, adesso ti saluto. Impegni di lavoro”
“Non avevo dubbi” disse con freddezza la ragazza, senza tuttavia sottrarsi al bacio del marito.
Lucius Malfoy, dopo aver salutato la moglie, si smaterializzò a Casa Riddle, accomodandosi alla destra del tavolo rotondo al quale era seduto Voldemort. L’Oscuro Signore stava presiedendo la sua riunione settimanale, dalle quali erano esentati Rookwood e Lucius per il loro lavoro di spie, al quale il Mago Oscuro dava maggiore priorità.
“Bene…miei mangiamorte…Lucius, aggiornami sul tuo lavoro di reclutamento…”
“Ho ucciso una famiglia di babbani, mio Signore. Li ho fatti a pezzi” intervenne disperata Bellatrix, desiderosa di entrare definitivamente nelle grazie del Mago Oscuro.
“Hai svolto soltanto il compito che richiedo ai miei servi, Bellatrix” rispose con freddezza Voldemort, facendole capire che adesso voleva ascoltare soltanto Lucius.
“Mio Signore – disse Lucius, schiarendosi la voce – il rapporto tra Piton e la nata babbana si sta sgretolando, come vi avevo promesso”
“Bene, benissimo – disse Voldemort, sembrando soddisfatto dalle notizie che gli aveva portato Lucius – come primo incarico quando vorrà entrare tra noi, potrei chiedergli di uccidere quella sanguemarcio”
“Personalmente, mio Signore, non la vedo come la peggiore della vicenda. Piton ha un padre babbano che si ubriaca e che lo picchia”
Voldemort sembrò infuriarsi nell’ascoltare le parole del suo servo. Il Mago Oscuro la cosa che tollerava ancora meno dei nati babbani, erano i babbani che umiliavano i maghi.
“Bene, allora gli ordinerò di uccidere suo padre come prova di fedeltà…non dovrebbe essere un compito difficile. Continua a lavorare, Lucius, sono curioso di conoscere questo ragazzino…”
“Mio sign…”
“Non ti ho detto di parlare, Bellatrix. Puoi andare, Lucius”
Il ragazzo si alzò alla svelta, e dopo un profondo inchino al Mago Oscuro, si smaterializzò, con un sorriso sulla bocca, immaginando come Voldemort avrebbe punito Bellatrix per la sua condotta. Il Signore Oscuro odiava venire interrotto mentre parlava, e torturava per quasi un’intera ora chi osava farlo.

 
   
 
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