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Autore: elfin emrys    23/03/2019    3 recensioni
{post5x13, sorta di postApocalisse, Merthur, 121/121 + epilogo}
Dal capitolo 85:
Gli sarebbe piaciuto come l’aveva pensato secoli prima, quando era morto fra le braccia del suo amico, non ancora consapevole che sarebbe tornato, con Merlin, sempre, sempre con lui.
In fondo, non aveva mai desiderato null’altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù, Merlino/Artù
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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I Grant – Capitolo 13
(Gli Arthur – Capitolo 2)
 
Non c’era nessuno a piangere per Grant, sebbene al suo funerale fosse presente tutta la popolazione. Essendo morto all’interno della sua stessa tribù, era stata preparata una pira e il suo corpo era stato bruciato insieme a erbe aromatiche e fiori che Merlin aveva richiesto di cogliere. Poi, le sue ceneri furono sepolte sotto terra insieme al simbolo del suo ruolo di comando.
Era ormai giorno inoltrato quando Arthur tornò sul luogo, non sapeva neppure perché. Vi trovò Merlin e gli si avvicinò. Alla luce opprimente del sole, poté notare che aveva gli occhi lucidi.
-Merlin…
Il moro si asciugò con il dorso delle mani e guardò il suo re, il nuovo capo dei Grant.
-Stai piangendo, Merlin?
-Io…
Il mago rivolse lo sguardo verso lo sprazzo di terra dove avevano seppellito le ceneri di Grant, poi di nuovo ad Arthur. Annuì e deglutì.
-Io… non so, penso che…
Scosse il capo.
-Non lo so… non lo so…
La mano del biondo scivolò sulle sue spalle, poi sul suo braccio. Il suo calore confortante fece sentire Merlin meno solo, anche se sapeva che l’altro non capiva la sua reazione. In realtà, non era sicuro neanche lui di cosa significasse il suo dolore.
Arthur gli sorrise malinconicamente.
-Solo tu, Merlin.
Il moro trattenne il fiato quando vide il re sporgersi, come per posargli un bacio timido su uno zigomo. Non lo fece alla fine, ma questo non lo fermò dal sorridere lievemente e abbassare il capo, arrossendo.
-Io lo aiutai.
Il re alzò il capo.
-Come?
-Non potevo soccorrere un bambino quando avevo detto che non avrei messo mano in nessuna vicenda delle tribù. Gli diedi piccoli aiuti, senza farmi notare, come far apparire più tracce in modo che lo trovassero, confondere i predatori…
La voce di Arthur uscì morbida.
-Lui non lo sapeva?
-Anche se gliel’avessi detto, non mi avrebbe mai creduto.
Il biondo gli posò fraternamente una mano sulla spalla.
-Tu ti senti in colpa.
Non era neanche una domanda: era evidente, nello sguardo del mago, che pensava di aver sbagliato, di essere stato in difetto, di essere mancato a qualcosa che, invece, non si poteva permettere di saltare. In fondo, Merlin era convinto che avrebbe dovuto fare di più. Era stata solo la sua testardaggine a bloccarlo, a non permettergli di aiutare l’allora bambino come si doveva, ad averlo lasciato sostanzialmente solo a vagare nei boschi.
-A volte avevo…
Gli occhi di Merlin saettavano velocemente da una parte all’altra, come nel tentativo di trovare un modo di spiegare.
-Avevo la sensazione che lui fosse rimasto lì. Quando lo guardavo negli occhi, mi sembrava di vedere le ombre della foresta.
Arthur strinse la mano. Non capiva, era confuso dalle parole dell’altro, eppure sapeva di doverlo rassicurare. Il suo istinto, basso, fremeva per fargli sentire che lui era lì, fin dentro le ossa.
-Ma non importa più, ormai.
Merlin donò all’altro un sorriso stretto.
-Nessuno di noi sarebbe stato in grado di aiutarlo ed era necessario fosse destituito. Non ci ha posto davanti nessun’altra scelta, le sue azioni erano ingiustificabili. Non avevamo i mezzi per fare altrimenti. E, in fondo, ha compiuto il suo destino.
-Che intendi?
-Ha portato davvero alla fine dei Grant, come aveva sognato sua madre.
Il mago scosse piano la testa e strinse le labbra.
-Non avrebbe avuto senso chiedersi altro, è stato fatto quello che doveva essere fatto.
Arthur gli strinse ancora un po’ il braccio, lasciando il silenzio a indicare che era d’accordo.
 
Arthur sbadigliò e poggiò il foglio sul tavolo. Nel tentativo di calarsi nel suo attuale ruolo, il nuovo capo aveva deciso di dare un’occhiata ai vari trattati che sussistevano fra le popolazioni della zona. Ogni accordo con ogni tribù era stato redatto e chiuso in un mobile dentro la tenda del capo villaggio, corredato con disegni e oggetti esplicativi. Fortunatamente, il biondo non si era dovuto ingegnare per capire cosa significassero tutti quei simboli, dal momento che sapeva perfettamente leggere.
Aveva iniziato con i Lamont e i Niall, per poi passare ai Macbeth e, in quel momento, stava leggendo dei Donald.
Si passò stancamente una mano sulla faccia e rifletté su tutte le cose che aveva già fatto in quell’unica giornata di comando e, insieme, a quello che l’avrebbe atteso più avanti.
Avevano risistemato parte delle tende distrutte dall’incendio in modo che presto coloro che si erano ritrovati senza abitazione avrebbero potuto avere nuovamente un tetto sopra la testa che non fosse quello altrui. Merlin aveva spostato le loro poche cose nel “palazzo” centrale, dove avrebbero dormito da quel momento in poi, e si era rifugiato nell’infermeria a occuparsi di tutti coloro che erano rimasti feriti.
Arthur riprese il foglio su cui quella mattina aveva appuntato le cose da fare e quelle che aveva richiesto, sorridendo ancora del fatto che avessero inventato penne che non doveva intingere nell’inchiostro: erano molto facili da impugnare ed era difficile sporcare la carta.
Quella mattina, subito dopo il funerale di Grant, Arthur aveva rivestito il ruolo di giudice per dei processi a ex protetti del defunto: i reati erano stati molti e solo pochi di loro non avevano numerosi testimoni contro. Tutto, in realtà, era stato molto più veloce di quanto il biondo si fosse auspicato, ma la posizione di quegli uomini era assolutamente indifendibile ed era stata decisa per loro una pena severa.
Le loro morti erano state veloci e i loro funerali altrettanto rapidi, sebbene dignitosi. Merlin gli aveva rivelato che, sebbene molte popolazioni del luogo avessero introdotto nuovamente la pena di morte, ci sarebbero state tante altre che avrebbero considerato quella pratica come barbarica e che, quindi, avrebbero dovuto, prima o poi, rivoluzionare il sistema giuridico dei Grant. Cioè, degli Arthur. Il biondo stava già cominciando a sentirsi confuso dal cambio di nome.
In ogni caso, poiché il ruolo di giudice apparteneva esclusivamente al capo della tribù e non c’erano, per lo più, leggi fissate al riguardo, il re si era sentito in diritto di posticipare quei cambiamenti. C’erano cose molto più importanti da fare e, soprattutto, molto più fattibili con i mezzi che avevano in quel momento.
Arthur continuò a leggere il trattato con i Donald per l’utilizzo di “una presa”, qualunque cosa quella parola significasse, ma nessuna frase riusciva a entrargli in testa. L’uomo, alla fine, spense la candela che gli faceva luce e uscì dalla stanza, dirigendosi verso il luogo dove avrebbe dovuto dormire.
Merlin lo attendeva, seduto sul proprio giaciglio e circondato da carte che stava ricontrollando. Sentendolo entrare, alzò lo sguardo e gli sorrise.
-Ho fatto una lista di tutti i libri che il popolo ha tenuto e di quelli che ancora non erano andati persi.
Arthur si sedette vicino a lui, osservando l’elenco con attenzione.
-Sono di più di quelli che ci aspettavamo.
-A quanto pare molti li hanno tenuti come ricordo dei nonni o cose di questo tipo. Non sanno neppure di cosa parlino.
Il biondo sussurrò, soddisfatto.
-Ma questo gioca a nostro favore.
Merlin ridacchiò.
-Vedrai una grande quantità di libri sugli animali. Kevin a quanto pare ha una collezione piuttosto estesa, nascosta in diversi posti.
Arthur prese la carta che gli era stata porta e alzò un sopracciglio.
-“Alex il leone”?
-Sì, da Madagascar!
Il biondo guardò l’altro e scosse piano la testa, sorridendo.
-Non capisco.
Merlin rise ancora e si sporse un po’ verso di lui, toccandogli la spalla con la propria. Arthur scorse la mano sulla schiena dell’altro, finendo per poggiarla delicatamente su un fianco. Il moro arrossì al gesto e si tese leggermente; il re fece altrettanto.
Avevano parlato per un po’ dopo quello che era successo durante la notte prima ed entrambi erano convinti di voler continuare quell’evoluzione del loro rapporto, tuttavia erano ancora imbarazzati al riguardo. Dopo l’euforia del primo bacio e il secondo e il terzo, appena il percorso delle labbra di Arthur sul collo dell’altro aveva iniziato a raffreddarsi, quando la sensazione delle mani di Merlin ovunque dietro la schiena del biondo aveva cominciato a sembrare meno calda, qualunque dubbio potessero avere era risalito alla mente dei due uomini.
-Penso di formare un Consiglio.
Merlin alzò un sopracciglio.
-Un Consiglio?
-Sì. Mi sembra abbastanza assurdo che un re non abbia degli uomini fidati cui rivolgersi.
-Beh, la posizione di Grant non è una posizione di re.
-Più o meno è la stessa cosa.
Il mago sorrise.
-Un Consiglio come a Camelot?
Arthur mosse la testa, indicando che stava ancora cercando di capire cosa farne davvero.
-Sì, quello è il modello, anche se spero ci saranno meno leccapiedi.
Si sentì sollevato a sentire il moro ridere.
-E chi vuoi inserirci?
-Tanto per iniziare, te.
Merlin arrossì.
-Io?
-Assolutamente.
Le labbra gli si tesero in un largo sorriso.
-Beh, era ora.
Arthur schioccò la lingua e gli diede una spintarella.
-Poi penso Edward e… Non so, volevo chiedere cosa ne pensavi. Edith pure, ma i loro figli non credo sia necessario. Charles, Henry…
-Greta.
-La lavandaia?
-Ha un certo caratterino e la gente la conosce bene e la segue. Inoltre è vendicativa e impulsiva, bisogna tenerla sott’occhio.
Arthur annuì.
-E allora anche lei. Voglio cambiare un po’ di cose, come l’orario di lavoro alla cava, fare un muro di cinta come si deve, sbarazzarci di queste tende e mettere della muratura vera (seriamente, non mi importa che siano impermeabili o quello che è, non mi fido a vivere sotto un pezzo di stoffa per le tempeste), dare alle guardie un addestramento vero… e già che ci sono, anche delle armi effettive, che gli arpioni sono scomodi da usare in contesto di lotta… e poi…
Merlin sbuffò qualcosa.
-Che c’è?
-Hai tanti progetti in mente, eh?
Arthur ricambiò il sorriso.
-Sì. Sì, ne ho tanti.
Merlin tentennò un attimo, poi gli diede un bacio delicato, posandogli morbidamente la mano sopra la guancia.
-Quali di questi vuoi annunciare alla festa di domani sera?
-Per questo mi servirà l’aiuto del mio Consiglio.
Il biondo accarezzò con lo sguardo le labbra dell’altro e desiderò baciarle ancora, ma non lo fece.
-Andiamo a dormire. Siamo entrambi stanchi e dobbiamo ancora guarire totalmente. Domani mattina vedremo cosa fare.
Si alzò e si diresse verso le proprie coperte. Notò lo sguardo ferito di Merlin e chiuse gli occhi, maledicendosi. Prese i cuscini e la stoffa su cui doveva dormire e li avvicinò a quelli del mago, che sbatté le palpebre, sorpreso ma decisamente più contento. Gli si sdraiò vicino.
-Sai cos’altro dovrei cambiare?
-Cosa?
-Sono stufo di dormire a terra, voglio dei letti veri.
Merlin ridacchiò, sistemando da un lato le carte e andando a spegnere le candele.
 
Arthur incrociò le braccia e socchiuse gli occhi per non accecarsi col sole abbagliante.
-Come sta andando, Edward?
-Abbastanza bene per ora. C’è stata qualche litigata, ma nulla di grave.
I due si misero a osservare la fila di persone che stava rimettendo in piedi le ultimissime tende che erano andate perse. Sentirono un vociare e si girarono a guardare due ragazzi che stavano discutendo animatamente, prima che Ethan intervenisse per dividerli.
Edward scosse il capo.
-Ed è bastato un solo uomo a ridurci così…
-Un solo uomo, ma per tanti anni di comando.
Arthur gli batté una mano sulla spalla.
-Vorrei venissi alla mia tenda, ci sono delle cose che mi piacerebbe discutere. Porta con te anche Charles ed Henry. Nel caso Merlin non l’avesse ancora visitata, anche tua moglie.
Edward aggrottò le sopracciglia, confuso, poi annuì.
-Certo, capo.
Il biondo gli fece cenno di saluto e si diresse verso la tenda che un tempo era di Grant per sistemare le ultime cose.
 
Le scintille del falò si disperdevano nel cielo luminoso, pieno di stelle e dalla grande luna piena, mentre le ombre lunghe dei ballerini si diluivano le une con le altre, incrociandosi e dissolvendosi sul terreno.
-Altro vino, sire?
Arthur avvicinò il bicchiere alla brocca che Merlin gli stava tendendo, incavando le guance.
-Mi fa piacere che ti ricordi le tue mansioni, Merlin.
Il moro sbuffò qualcosa, divertito, e riempì anche la propria coppa. Si appoggiò alla spalla del capo e chiuse gli occhi, rilassandosi al sentire che l’altro non si era spostato, anzi, che si era messo in modo da farlo stare più comodo.
-Che te ne pare?
Indicò con una mano lo spettacolo che avevano di fronte: la popolazione era in festa, tutti ballavano e ridevano e mangiavano; molti bambini stavano già dormendo, incuranti della musica e dei rumori, mentre altri stavano correndo in tondo, giocando.
-Non sono abituato a questa…
Arthur fece un cenno verso l’origine della canzone.
-Musica?
Merlin rise, finendo il bicchiere.
-Attento a come parli degli Abba, Arthur.
-Ah, è così che si chiamano? Intendo quei cosi tondi e piatti.
Fece la forma di un cerchio con le mani.
-No, gli Abba sono i cantanti, i musicisti! I “cosi tondi e piatti” si chiamano CD.
-CD?
-Compact disc!
-“Compatto”? E cosa dovrebbe compattare?
Merlin si coprì gli occhi con la mano.
-Arthur, lascia perdere. Sappi solo che si chiamano CD, non ti viene richiesto altro.
Il biondo incrociò le braccia e gli angoli delle labbra si alzarono a formare un sorrisetto derisorio.
-Non sai come funzionano, Merlin?
Il moro ingrandì gli occhi e si girò.
-Scusami? Sappi che, fra i miei innumerevoli titoli di studio, c’è anche quello di -!
-Sssssh, spari tutti questi paroloni perché sai che non so cosa significano! Non è che stai facendo il gradasso, Merlin?
Il tono di Arthur era divertito: era evidente che lo stava prendendo in giro solo per svagarsi e che non aveva una seria intenzione di mettere in dubbio le conoscenze dell’altro.
Il mago, tuttavia, si alzò in ginocchio e si mise una mano sul petto; sul viso aveva dipinta una finta espressione d’offesa.
-Il CD, ovvero compact disc, è un tipo standardizzato di disco ottico formato da un disco di policarbonato trasparente con al centro un foro di circa un centimetro e mezzo di diametro che funge da…
Il suo monologo venne interrotto da un bacio. Durò pochissimi secondi, ma fu abbastanza perché Merlin legasse le mani dietro il collo di Arthur e il suo corpo si accendesse di un calore antico, che stava ricominciando a conoscere.
Il mago sussurrò velocemente
-In realtà hai ragione, non sono stato preciso con te: quello è un CD Audio.
Arthur alzò gli occhi al cielo, poi impallidì quando notò che qualcuno li stava fissando. Improvvisamente, si sentì sudare: aveva parlato con Merlin per sapere cosa ne pensava lui di una relazione del genere, ma non aveva ancora chiesto a Edward o qualcun altro dei suoi fidati cosa ne pensava la tribù. Il capo era consapevole che a Camelot quel genere di rapporti era da tenere il più privato possibile, ma per gli ex Grant?
Il re mise un braccio intorno al fianco di Merlin, tenendoselo più vicino a protezione.
Tentò di rimanere fermo e impassibile quando incrociò lo sguardo di Elisa, che teneva una mano sopra le labbra. Dopo un secondo, la vide ghignare, poi girarsi e gridare.
-Frederick! Spero tu li abbia visti, perché te l’avevo detto!
Arthur sospirò di sollievo e si girò verso Merlin, che invece era stato rilassato tutto il tempo.
I due videro la ragazza raggiungere Frederick, che alzò le mani al cielo, poi Edward li adocchiò, alzando un sopracciglio, Charles ed Ethan risero.
Henry si alzò in piedi sopra il tavolo, alzando il proprio bicchiere.
-Propongo un brindisi al nostro nuovo capo e al suo compagno!
Merlin arrossì e versò il vino anche a se stesso e al biondo, il quale sorrise, confuso.
Tutti alzarono i calici, ridendo ed gioendo, e Arthur si mise in piedi con il mago per accogliere le esultazioni del popolo.
Socchiuse gli occhi, sentendo la preoccupazione scemare.
Stava andando tutto bene.
 
Note di Elfin
E si continua :D Ora, come vedete, ci sta qualche capitolo di assestamento, poi inizierà la vera e propria seconda parte di questa ff.
Se qualcuno si era preoccupato per la reazione della tribù, ha fatto male XD Grant era cattivo, ma gliene importava davvero poco dell’omosessualità, sinceramente, ahahah.
Ho dovuto aggiornare in anticipo visto che domani non l’avrei potuto fare… Spero non vi dispiaccia.
Ho aggiunto nuove note e avvertimenti in questa ff, in particolare ho aggiunto la presenza di coppie het e del pairing Arwen… perché anche se al passato, se ne parla piuttosto profusamente. La cosa “bella” era che fin dall’inizio sapevo ne avrei parlato molto, non ho idea del motivo per il quale non l’ho inserito. Vabbè, pace, l’ho fatto ora.
Ringrazio i trottolini amorosi che hanno recensito, cioè dreamlikeviewlilyyMarTer_13! Ci sono poche cose che mi rendono contenta come vedere dei lettori regolari, mi sprona davvero tanto a continuare a scrivere la storia <3 Ciò detto, ringrazio anche i lettori taciturni, perché non diranno nulla, ma sostengono silenziosamente <3
A domenica prossima :3
Kiss
   
 
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