Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Akiko Uzumaki    31/03/2019    1 recensioni
Jackie , una adolescente californiana, decide di cambiare scuola, affinché le cose nella sua vita migliorino dopo essere stata piantata dalla sua migliore amica e umiliata dal suo ex ragazzo. Affiancata dai suoi amici di sempre, Frank, Moe e Mark, decide così di stravolgere completamente la sua vita, incontrando Scream, la sua pazza compagna di stanza nel nuovo convitto, Steve, che diventerà il suo migliore amico, e Dean, quel ragazzo tanto timido quanto dolce e premuroso.
Eppure c'è una cosa che deve ancora capire: il vero cambiamento non deve avvenire nel contorno, ma dentro di sé.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 4

Canzone consigliata:  Don't look back in anger- Oasis

È tutta una questione di un minuto: io guardo il tizio sulla porta (alto, moro, occhi scuri, carnagione olivastra), lui si sforza di guardarmi negli occhi, io urlo e mi avvolgo tra le coperte del mio letto, come se fossi un involtino primavera. In tutto questo ho guadagnato una figura di merda e uno spavento del cazzo enorme. Cosa ci fa questo qui? E soprattutto perché ha le chiavi della mia stanza?

-Chi sei? Che ci fai qui? E soprattutto come hai fatto ad avere le chiavi della mia stanza?- urlo ancora, da sotto le coperte, mentre cerco un modo per uscire vestita da questa situazione.

-Scusa... I-io... D-dovevo d-dare u-una c-cosa a S-Scream... Lei mi ha d-dato le c-chiavi...- balbetta, e in questo momento sto immaginando le sue guance tingersi di rosso dall'imbarazzo, quasi quasi mi viene da ridere se non fossi sotto le coperte, nuda ed imbarazzata. Riemergo la testa dalle coperte e lo osservo: ha un sacchettino trasparente con della roba verde in mano e lo osserva in modo indecifrabile. Non mi pare di averlo visto oggi, uno così carino me lo ricorderei, eppure si vede che non è uno di quei ragazzi che saltano subito all'occhio, anzi, da l'impressione di uno che adora confondersi tra la folla.

-Oh, tu dovresti essere Jackie, io sono Dean, sono con te a ginnastica, almeno credo...- svia l'argomento il tizio (Dean) con un po' più di sicurezza, ma ormai è entrata la mia compagna di stanza e il discorso si può considerare chiuso. Vedendo la situazione, e cioè io avvolta da un lenzuolo, e Dean con qualche difficoltà di troppo nei pantaloni, capisce che c'è qualcosa che non va.

-Aspetta, adesso indovino: Dean, hai aperto la porta e l'hai trovata nuda, giusto?- sospira, trattandolo come un maniaco sessuale che fa solo quello, e cioè spiare le ragazze sconosciute.

-Cazzo Dean devi bussare prima di entrare! E poi ti avevo detto che ora non puoi più entrare qua dentro a tuo piacimento!- continua, finalmente arrabbiata e, dopo aver preso il sacchettino dalle mani, lo caccia fuori in malo modo, chiudendo la porta con violenza. Perché la mia mente è in loop continuo a pensare "ma poverino, è stato solo un incidente"? Non dovrebbe nemmeno sfiorarmi il pensiero! Scream si siede e cerca di nascondere il sacchettino, ma io ho già capito si cosa si tratta, non sono mica nata ieri. La serata scorre in modo silenzioso, e quindi decido di passare a salutare Moe a due piani sopra di me che non la vedo da ieri mattina.

                          ***************
Il mio riflesso mostra un viso ancora fresco e non deturpato dalla scuola, fortunatamente: ho sempre le occhiaie ma non sono ancora così evidenti da mandarmi un'immagine stanca di me. La scuola è iniziata da una settimana e devo ammettere che sto molto bene qui. Tra me e Scream il rapporto va a rilento, è diventata più silenziosa, tra di noi c'è un po' di tensione, mentre con Candy e Liu è tutto perfettamente normale, anzi, con loro sto davvero bene. Dean l'ho visto solo nelle due ore di ginnastica, ma non ci parliamo molto, anzi, non ci parliamo proprio. Eppure i suoi occhi sono così magnetici, così attraenti, così belli che mi viene voglia di rispondere ai suoi sguardi silenziosi che mi getta mentre gioco a pallavolo o mentre corro intorno al campo. È proprio così, credo che risponderò qualche volta, tanto degli sguardi non hanno mai ucciso nessuno. La porta dello spogliatoio si apre e mostra la figura mingherlina di una ragazza dai capelli colorati a metà, una infatti è nera, l'altra è rosa. Sorrido a Scream e noto che mi si avvicina: anche lei è serena, come lo era all'inizio.

-Sai, credo di doverti delle scuse.- sussurra, mentre io lego i miei capelli biondi per non avere fastidi durante l'ora di ginnastica. Più che altro, mi sono sentita un po' ferita, più che altro per la mancanza di fiducia, non sono per niente il tipo che va a dire in giro i fatti degli altri. Ma forse mi sono impressionata io, insomma, ci conosciamo da una settimana.

-Di nulla, non devi scusarti di nulla.- ammetto, osservando il mio lavoro con il codino. È un po' irregolare al centro, quindi lo sciolgo per pettinare di nuovo i capelli e ritentare.

-Si invece, alla fine ho dubitato di te. Il fatto è che sono diffidente con chi non conosco e con chi non mi conosce, anche se non sembra. E poi, chissà cosa hai pensato quando l'hai visto.- confessa, sedendosi su una panca a gambe incrociate. D'un tratto mi viene in mente un avvenimento di quest'estate abbastanza spiacevole.

*Eravamo al Betty's, il bar più frequentato dai ragazzi del liceo, un gruppo nutrito di ragazzi e ragazze. Sorseggiavo la Coca-Cola ingenuamente, inconsapevole di ciò che sarebbe successo di lì a poco. Era un sabato sera d'estate, avevamo la testa vuota e il divertimento nelle vene, non eravamo lucidi nonostante non avessimo bevuto. Almeno non io, Moe ed Angie.

-Eddai, che ti costa bere tutta questa bottiglia da solo?- stava dicendo Axel a Frank, che non voleva bere una bottiglia intera di vodka liscia. E aveva ragione, faceva davvero schifo e aveva un tasso alcolico da paura. Io ero troppo impegnata a guardare oltre le sedie vuote, perché avevo visto una figura che non volevo vedere mai più nella mia vita. Jim era lì, a ridere e a scherzare con due ragazze molto belle, sicuramente più di me e il suo migliore amico. Mi venne da piangere, ma ormai anche un pensiero malsano mi si era insidiato in mente. Angie, mentre beveva la sua lemonsoda, captò il mio sguardo pieno di lacrime bloccate ancor prima di scendermi sul viso, sapeva che se avessi voluto lo avrei fatto.

-Non farlo, assolutamente.- mi ordinò, perentoria, ma ormai la mia idea era partita dal cervello in circolazione per tutto il corpo. Le mie gambe tremavano, spaventate, e mi faceva male il petto, non capivo se per i troppi battiti o perché vederlo felice mi aveva pugnalato al cuore così ferocemente da farmi sentire male. Posai la Coca-Cola sul tavolino, le lacrime compresse minacciavano di uscire da un momento all'altro ma ormai ero decisa.

-Non farlo.- ripeté, ma ormai era troppo tardi. Mi ero alzata di scatto e correvo verso il quadretto felice, in fondo non stavo facendo niente di male. Quando incontrai il suo sguardo, quasi ebbi paura: c'era cattiveria, quella stessa che aveva usato quando mi aveva lasciato. Mi pentii di essere andata lì, a cercarlo, a cercare di uccidermi.

-Jackie, qual buon vento? - mi salutò John, il suo migliore amico, con un sorriso forzato. Tutto in quel momento era falso, perché quei due erano tremendamente fatti e non avevano nemmeno la consapevolezza di tutto quello che stava succedendo. Le due ragazze, una mora e l'altra bionda palesemente tinta, m guardarono quasi impietosite dalla mia condizione. Quelle due non avevano capito niente né di me, né della situazione in cui si trovavano. Nell'aria aleggiava una puzza d'erba allucinante, sentivo di dover vomitare la Coca-Cola bevuta prima.

-Puttana.- sibilò tra i denti Jim, è in quel momento mi crollò un grande masso addosso: era come se tutto il mondo fosse finito e io fossi l'unica ad essere rimasta in vita. Nessuno si era mai permesso di chiamarmi "puttana", non avevano mai avuto le fondamenta per chiamarmi così. Dovevo piangere, in quel momento sentivo di dover piangere a dirotto.

-Ora basta, Jackie, andiamo, questi due non meritano manco le più misere attenzioni da parte tua.- disse una voce: era Angie, che era venuta a salvarmi da un crollo emotivo davanti a quei due.

-Angie Morgan, sempre più sexy.- ammiccò Jim, lasciandomi ancora più paralizzata di quanto io non lo fossi già.

-Fai schifo al cazzo, McKinney.- sputò lei, acida, mentre ci allontanavamo. La puzza d'erba fece il suo effetto, e vomitai sul prato. Vomitai anche l'anima, insieme a tutti i pensieri negativi, ma anche quelli positivi. Mi sentivo vuota, grigia, senza emozioni, senza un cuore, sarei voluta morire. Non ero mai stata trattata in quel modo, ed ero abbastanza sicura di non meritarmelo.

-Te l'avevo detto di non andare, non sopporto di vederti così.- esclamò Angie, abbracciandomi e consolandomi tra le lacrime mie, ma anche lei non scherzava a livello di occhi lucidi*

-Hey, ma mi ascolti?- quasi mi sveglia Scream, facendomi prendere di nuovo contatto con la realtà. Mi ero persa ancora a pensare a quella scena che mi mozza il respiro ogniqualvolta che ci penso. Chissà che faccia ho, adesso, forse sembra che mi sia passato un camion in faccia o che abbia visto un fantasma.

-Va tutto bene?- chiede, prendendomi le braccia e guardandomi bene negli occhi. Pensa, Jackie, pensa, e anche in fretta.

-Si, tutto bene, semplicemente sono un po' stanca e perdo in fretta la connessione. No, comunque, non ho pensato niente, non mi da nemmeno fastidio.- rispondo, tentando di convincerla, e accade con successo, d'altronde non a caso ho il corso pomeridiano di teatro. Camminiamo verso la palestra, senza fermarci, parlando del più e del meno e dell'Homecoming che si svolgerà la settimana prossima. Lei ha un vestito, io ancora devo decidere cosa devo indossare, anche se forse ho un'idea su come orientarmi. Ancora una volta, entrati in palestra, incontro gli occhi scuri di Dean che mi sorride e mi fa un cenno con la mano, che ricambio prontamente. 
Oggi è basket, e io mi annoio da morire, quindi mi dedico all'atletica leggera.
Sono così concentrata che non noto nemmeno gli sguardi posati su di me durante gli esercizi.

********************************************
Akiko's space
Benvenuti in un nuovo capitolo! Lo so, sono passate ere geologiche, ma sono viva. Ecco a voi il capitolo, spero vi piaccia!
 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Akiko Uzumaki