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Autore: iola222    21/07/2009    4 recensioni
Si dice che la notte sia complice degli amanti, in essa questi trovano un rifugio nel quale possono esternare il loro amore e la loro bruciane passione,ma per me,amante infelice,la notte ha sempre rappresentato un continua lotta contro i sogni che essa mi donava.................
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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io

Nell’ oscurità della notte le persone si perdono,si abbandonano ai propri istinti e cercano con bramosia di realizzare i propri sogni,di sentirsi liberi dal peso opprimente della realtà. Si dice che la notte sia complice degli amanti, in essa questi trovano un rifugio nel quale possono esternare il loro amore e la loro bruciane passione,ma per me,amante infelice,la notte ha sempre rappresentato un continua lotta contro i sogni che essa mi donava, con questi io mi sentivo solamente disperato perché al risveglio mi facevano provare solo un senso di frustrazione e la consapevolezza che ciò che la mente si permette di immaginare nel buio è solo vaga illusione.

Ma adesso è tutto cambiato,noi siamo cambiati, il mondo che ci circonda è cambiato in modo radicale….io non sono più quel giovane spensierato e felice di venti anni fa…….la sofferenza e il tempo hanno forgiato il mio carattere rendendomi triste e rassegnato a ciò che il destino ha tenuto in serbo per me. Si dice che la speranza sia il sogno di chi è sveglio ma io ho perso anche quella perché non ho trovato più in me la forza per inseguire i miei sogni. E così ho lasciato che la vita vivesse per me,senza più cercare di prenderne le redini vivendo i giorni in un’ unica  e straziante attesa di lei.

Il tempo come un fiume congelato rimaneva sospeso,tuttavia le stagioni si succedevano le une alle altre,l’ autunno dopo l’ estate, la primavera dopo l’ inverno,sono stato svegliato all’ improvviso da questo letargo infinito in un modo straziante,provocato solamente da me stesso,subendone ancora le conseguenze in una specie di limbo di non trovo e non voglio trovare l’ uscita. L’ unico sollievo è quello di poterle stare ancora accanto e di poterla contemplare anche se da lontano. Io sono l’ ombra che impedisce alla luce di irradiarsi completamente, che veglia sui suoi passi,che la protegge dalla violenza del mondo. Ma adesso anche la luce mi sta abbandonando, lasciando spazio solo ad un buio crescente,la cui forza alcune volte mi impedisce anche di respirare. Prima cercavo la luce di gioia che leggevo nei suoi occhi quando qualche volta riuscivo a farla ridere ma adesso ciò non è più possibile e la luce che ancora mi da un po’ di conforto per continuare a sopravvivere è quella del sole che riesco a distinguere quasi a stento.

Lei è l’unica che potrebbe liberarmi da questa tortura ma io non mi aspetto più niente da lei, è già tanto che io continui a stare accanto a lei. Giorni e mesi si susseguono e io in silenzio soffro i danni del tempo (1).

 

Qualcosa sembra cambiato,non voglio sbagliarmi ma adesso sembra che si respiri meglio,forse perché la vita non stringe più con tanta forza i lacci su di me. Lei ha iniziato a perdonarmi, il dolore si sta attenuando ma ormai il buio della notte è diventato anche un compagno costante del giorno.

Accetto questa tortura con serenità, mi basta la consapevolezza che lei respiri ancora e che il calore del sole riempia ancora i suoi splendidi occhi. La vita in caserma è dura ma col tempo ci si abitua come un automa che deve svolgere sempre gli stessi movimenti.

Dopo quel tragico episodio nell’ armeria i soldati mi lasciano stare,forse hanno  capito che io non sono qui per spiarli ma per ragioni che riguardano solo me e il mio cuore. Il dolore di quel giorno provocatomi dalla rissa,non era nulla confrontato a che sentivo in me…lei si sarebbe sposata….mia nonna me lo aveva detto con occhi colmi di felicità ma anche di dolore per la mia condizione di amante non corrisposto……..sono corso via non vedendo neanche dove le mie gambe mi stavano portando e così improvvisamente mi sono trovato coinvolto in una rissa in cui dovevo combattere da solo per la mia incolumità;mi sono difeso con tutta la rabbia e il dolore che ho trovato in me ma all’ improvviso un colpo violento alla testa mi ha fatto cadere a terra svenuto , ho accettato con serenità quell’ oscurità, in essa ho trovato un po’ di pace.

Ricordi vaghi si affollano nella mia mente,il più chiaro è quello del volto di Oscar inginocchiato davanti a me che mi aiuta a fatica a rialzarmi.

“Andrè io non credo che mi sposerò tanto presto ”….Queste parole sussurratemi quasi mentre raggiungeva il ballo che il generale Bouillè aveva dato in suo onore;mi hanno rincuorato e mi hanno liberato di un peso troppo grande da sopportare da solo.

I giorni che ne sono seguiti sono stati più tranquilli,la punizione di cui ero stato l’ artefice sembrava meno dura.

Oscar ha iniziato a rivolgermi la parola non solo per impartirmi ordini o per darmi informazioni di servizio,stranamente vuole anche l’ accompagni in  tutte le sue missioni,come un tempo.

La notte di Saint Antoine è stata terribile,la rabbia del disperato popolo parigino si è abbattuta su di noi come  una tempesta incontrollabile..

Il dolore dei colpi subiti,la paura che mi ha assalito quando non ho visto più Oscar, il terrore di quel cappio che era stato preparato per me,la consapevolezza della morte e l’ improvviso intervento di Fersen che mi ha sottratto dall’ oblio della morte.

Dopo miracolosamente io e Oscar siamo riusciti a tornare a casa anche se feriti. Ho notato in lei uno strano sguardo che in quegli ultimi tre giorni ha iniziato a rivolgermi,era come preoccupato o in ansia ma forse era solo un illusione che creava la mia mente.

Dopo avergli comunicato che Fersen era salvo ,mi ha invitato davanti  a quella finestra che era il riflesso di una notte di pioggia,a bere una cioccolata con lei,quell’ invito era stato formulato quasi con timidezza e insicurezza….ho dovuto rifiutare per una volta non volevo vedere riflesso nell’ azzurro dei suoi occhi il suo triste amore per Fersen.

 

  
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