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Autore: shirley jane    25/04/2019    5 recensioni
Saeko ha un nuova missione per Ryo e Kaori, stavolta devono fingersi due ricchi cugini venuti da chissà dove.
Ma qual è lo scopo di questa recita e chi devono proteggere in realtà?
Davvero è un caso così semplice o c'è di più?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Nuovo personaggio, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Salve! Come state?
Avete passato delle buone festività?
Siamo qui con il terzo capitolo e voglio ringraziare anche questa volta chi ha letto e chi ha anche commentato: 24giu, Kaori06081987, Ele, briz65, prue halliwell; grazie mille a chi sta seguendo questa storia!
A presto allora!


La coppia sotto copertura era lì da cinque giorni ormai e non era successo ancora nulla di strano, tutto procedeva tranquillamente.
"Sta studiando le vostre mosse" affermò Saeko, seduta nell'ufficio di uno degli alberghi della famiglia Furukawa, con lei c'erano Ryo, Kaori e i due proprietari. "Sta cercando di capire se siete un ostacolo per lui, sta prendendo tempo".
"Ma per quanto ancora dovremo aspettare le sue mosse?" chiese Hiroshi, sembrava nervoso.
"Non preoccuparti, sono certo che non ci vorrà molto prima che ricominci con i suoi giochetti" rispose lo sweeper. 
"Come fai a esserne sicuro?"
"Perché se ci ha studiato attentamente, si sarà anche stancato di stare con le mani in mano, anzi... ho addirittura il sospetto che affretterà le sue mosse, giusto per essere certo che il suo piano non vada all'aria".
L'imprenditore sussultò a quelle parole, mentre il padre rimase apparentemente calmo.
"Comunque in quel caso saremo pronti ad agire" sorrise Ryo sicuro di sé.
"Come fai a essere tanto spavaldo!" esclamò Hiroshi. "Che cosa farete se agirà durante la notte, mentre state dormendo?"
"Sappiamo come fare il nostro lavoro".
"Vede, signor Furukawa..." disse la poliziotta, cercando di calmare la tensione tra i due. "Ryo e Kaori sono in gamba, sanno quello che fanno".
Hiroshi li fissò un momento, poi sospirò: "Va bene" disse. Il fatto che la situazione fosse così calma da quando era arrivata la coppia lo innervosiva invece di rassicurarlo, perché non sapeva più cosa aspettarsi, si sentiva spiazzato.
Quando finirono di parlare uscirono fuori, dove li aspettava Satoshi, una delle guardie del corpo di Kento. Abilissimo nelle arti marziali, si era sottoposto sin da giovanissimo al loro studio e pratica, diventando uno dei migliori che si potessero trovare nel suo campo.
"Perbacco, zio!" esclamò Ryo con un ampio sorriso. "E' davvero bello questo albergo! La prossima volta che tornerò a Tokyo mi concederò un soggiorno proprio qui".
"Certo..." borbottò l'anziano. "Andiamo a casa ora".
Quando furono all'esterno dell'edificio Satoshi aprì la porta dell'auto e lo aiutò a entrare. Dietro, accanto a lui, si sedette Kaori, mentre Ryo era davanti. Arrivarono a casa in breve tempo e Kento chiese che gli venisse portata la sedia a rotelle, con la quale poteva muoversi in casa senza troppi sforzi. Arrivò una delle cameriere, ma all'improvviso Kaori le tolse la sedia di mano, lasciandola sbigottita.
"Oh, ma zio!" esclamò "Questa è troppo vecchia, devi assolutamente cambiarla".
"Che stai dicendo? Mi è arrivata solo..."
"Akane ha ragione!" intervenne Ryo e si sedette al posto dell'uomo, ma improvvisamente cadde insieme alla sedia.
"Ahi ahi" ridacchiò lui. "Visto? Hai rischiato di finire con il sedere per terra!"
Kento sgranò gli occhi e guardò in silenzio la coppia, aveva preso la sedia solo due settimane prima e non aveva mai avuto problemi. A quanto pareva lo sweeper aveva ragione, il colpevole non aveva atteso altro tempo.
"Oh, mi dispiace tanto!" disse allarmata la cameriera. "Quando prima l'ho presa sembrava come sempre..."
"Non preoccuparti, Yumiko, so che non è colpa tua".
"Mi perdoni, sono stata distratta, avrei dovuto rendermene conto..." si scusò lei.
"Stai tranquilla, la cosa importante è che non sia successo niente".
Improvvisamente il viso del vecchio si era fatto più tenero, più paterno, mentre consolava la giovane. In quel momento entrò Satoshi, dopo aver sentito il rumore del tonfo, vedendo le facce scosse dei presenti si allarmò a sua volta: "Che succede?"
Kento lo guardò senza rispondere, così l'uomo sgranò gli occhi: "E' successo di nuovo, vero?" chiese serrando i pugni.
"Eh, successo di nuovo cosa?" chiese Ryo con aria distratta.
"Mi scusi, signor Kento..."
"Non puoi prevedere ogni mossa, Satoshi".
 
"Non voleva che cadesse davvero, voleva solo spaventarci" affermò Ryo più tardi, rimasto solo con Kaori. "La sedia ha ceduto in quel modo perché mi ci sono seduto io con uno slancio, inoltre peso almeno venti chili di più del signor Furukawa. Se si fosse seduto prima lui lo avrebbe fatto con più difficoltà e più lentamente, si sarebbe accorto dello scricchiolio mentre si sedeva o qualcuno lo avrebbe intuito al suo posto, quindi probabilmente non sarebbe successo nulla e anche nel caso che il sedile fosse crollato lo stesso, qualcuno lo avrebbe sicuramente afferrato in tempo, visto che ha bisogno di aiuto costante e ha sempre una persona vicino".
"Ne sei sicuro?"
"Non ne sono certo, è solo una supposizione, ma penso sia la più plausibile. Il sedile era pendente da una parte, non era troppo evidente, ma non era nemmeno un dettaglio invisibile, se il nostro amico avesse voluto veramente farlo cadere avrebbe fatto un lavoro più preciso e da quello che ci è stato raccontato non è un dilettante".
"Però né il signor Furukawa, né Yumiko, si sono accorti di niente..." osservò la donna.
"Lo so ed è strano. Inoltre c'è qualcos'altro che mi sfugge, ma non so bene cosa". 
"Allora lui... o lei, il colpevole insomma, vive qui o almeno ci viene spesso, forse per lavoro. Non sarebbe stato possibile altrimenti passare inosservato e modificare la sedia".
"Esatto" annuì l'uomo, soddisfatto delle intuizioni della sua patner, era diventata davvero brava.
"Quindi potrebbe agire in qualsiasi momento..." continuò lei.
"A meno che due cugini arrivati all'improvviso da chissà dove non si mettano in mezzo!" disse Ryo facendole l'occhiolino.
"Questo significa che anche noi siamo in pericolo, vero?"
"Per adesso ci darà tregua, ma se interferiremo troppo non so per quanto tempo potrà essere paziente, prima di decidere di sbatterci fuori dai giochi. D'altra parte interferire è il nostro lavoro".
Kaori era inquieta, pensare di essere così vicina al colpevole, magari dormire nella camera accanto, la turbava.
"Sei una professionista e sai come proteggere gli altri e te stessa, l'hai dimostrato proprio poco fa. Stavo per intervenire, ma tu mi hai battuto sul tempo!"
Lei sorrise con gratitudine, quelle parole le avevano fatto profondamente piacere. Avrebbe potuto dirle che ci avrebbe pensato lui a proteggerla, invece le aveva fatto capire che era in gamba e che ci sarebbe riuscita anche da sé. Si guardò intorno e quando fu sicura che non ci fosse nessuno nei paraggi sfiorò le dita di Ryo con le sue, intrecciandole. Con quel gesto fu come se avesse voluto dirgli che anche lei sentiva la sua mancanza, le mancava il contatto tra di loro, abbracciarlo, baciarlo e fare l'amore con lui.
A Ryo bastò guardarla negli occhi per intuire i suoi pensieri. Le mise dolcemente una mano sulla testa e le diede un bacio sulla tempia: "Un bacio sulla fronte ci può stare tra due cugini" le sorrise.
Lei si trattenne dal saltargli al collo e abbracciarlo e poi baciarlo, aveva una voglia matta  di sentire le sue mani grandi, calde e tenere su di lei, le sue labbra appassionate, di udire il suo nome pronunciato da Ryo con dolcezza e passione. Sentire la pelle scottare a contatto con quella di lui, passare le punta delle dita sulla sua schiena larga e protettrice.
"Mi manchi anche tu, Kaori" le disse lui.
Lei arrossì e lui la guardò compiaciuto, era una donna molto appassionata, al di là di quello che riusciva ad ammettere apertamente.
Si fissarono con intensità e iniziarono ad avvicinarsi, ma quando furono sul punto di sfiorare le labbra l'uno dell'altra, un rumore di passi li fece sussultare e allontanare di scatto.
"Scusate, vi ho disturbato?" chiese Hiroshi, comparendo dall'altra parte del giardino.
Ryo avrebbe voluto rispondergli seccamente di sì, ma Kaori intervenne per prima: "No, figurati. C'è qualche problema?" gli sorrise con gentilezza.
"Volevo scusarmi per oggi, non volevo insinuare che non possa fidarmi di voi, però la tensione inizia a essere veramente difficile da sostenere".
"Non c'è bisogno di chiedere scusa, capiamo il tuo stato d'animo, ma vedrai che tutto si risolverà per il meglio".
"Grazie, vi sono davvero grato".
Ryo era rimasto in silenzio per tutto il tempo, se fino a qualche secondo prima era di ottimo umore, inebriato dalla sua meravigliosa donna, ora si sentiva estremamente irritato. Di nuovo non gli piacque per niente il modo in cui Hiroshi guardò Kaori, sembrava ammaliato da lei e questo lo faceva sentire inquieto. Indubbiamente quello era un uomo affascinante, per quanto lo infastidisse ammetterlo.

Il giorno dopo la coppia decise di accompagnare il vecchio a una visita medica ed erano quasi sicuri di ricevere un altro scherzetto. I due, da bravi nipoti amorevoli, lo aiutarono a scendere le scale della villa per salire in auto.
"Ho un'idea!" esclamò Ryo battendo le mani. "Posso guidare io?"
Kento, l'autista e una delle guardie del corpo lo guardarono perplessi, ma Kaori intuì che c'era qualcosa che non andava.
"Ma che stai blaterando?" chiese Kento irritato. "C'è Daisuke per questo, il nostro autista, non fare il ragazzino".
"Sai, zio" s'intromise Kaori. "Shun è un vero appassionato di auto, a casa pretende sempre di guidare lui, praticamente il suo autista vive di rendita".
L'anziano aggrottò le sopracciglia: "Non mi interessa, guiderà Daisuke, fine della questione" sentenziò.
Accipicchia, pensò Ryo, perché quel vecchio era tanto testardo? Rendeva tutto più complicato.
"Per favore, zio Kento!" lo supplicò, ma lui lo guardò ancora più severamente.
Intanto gli altri due assistevano sconcertati a quella scena, i nipoti del signor Furukawa erano davvero strani.
"D'accordo..." sospirò Ryo abbattuto. "Allora prima di andare devi permettermi di fare una cosa" affermò e tirò fuori dalla giacca una macchina fotografica, iniziando a scattare delle foto all'auto.
"Ma che diamine stai facendo adesso?" esclamò il capo famiglia.
"Se non vuoi farmi guidare, devi almeno permettermi di fare delle foto a questa splendido gioiellino per la mia collezione. Come ha detto la mia cara cugina sono un vero appassionato!"
"Proprio ora devi farlo? Mi attendono i dottori, faremo tardi!"
"Ci vorrà solo un minuto, abbi pazienza".
L'uomo iniziò a scattare come se fosse un vero amante dei motori, aggiungendo esclamazioni entusiaste per rendere tutto più credibile.
Va bene, adesso non esagerare però, pensò nervosamente Kaori, come al solito doveva fare troppa scena.
"Oh oh" fece Ryo all'improvviso con uno sguardo allarmato, fissando un punto del mezzo.
"Cosa c'è adesso?" chiese Kento con un sospiro, non aveva ancora finito con quella sceneggiata? Che cosa voleva ottenere?
"Dobbiamo assolutamente cambiare auto!"
"Eh? Perché?"
"Perchè ci tengo a te, zietto, non mi sentirei per nulla tranquillo ad andare con quella ruota che si sta sgonfiando".
Daisuke e l'altro si precipitarono dove stava indicando Ryo.
"Il signor Shun ha ragione purtroppo, mi perdoni, non me ne ero accorto" ammise l'autista.
Kento sgranò gli occhi e Ryo lo guardò con un mezzo sorriso ironico, il loro amico misterioso non stava perdendo tempo.
"Per fortuna che ho deciso di fare queste foto!" disse allegramente lo sweeper. "Sarebbe stato un guaio se durante il viaggio la ruota si fosse forata del tutto".
In quell'istante arrivarono anche Satoshi e altre guardie del corpo per controllare la situazione, Kento era innegabilmente turbato. Un sospetto iniziò a farsi strada nella mente di Ryo, non poteva essere una coincidenza.

"Lo vuole vivo" affermò Ryo.
La sera stessa i due sweeper, Hiroshi e il padre erano al commissariato. Ryo aveva informato Saeko che c'era stato un altro sviluppo e lei aveva preteso che andassero nel suo ufficio per parlarne, con la scusa di chiedere ulteriore protezione dopo l'ultimo episodio.
"Se non fosse così il colpevole avrebbe manomesso meglio la sedia, inoltre perché bucare la gomma? Voleva impedirci di ripartire subito dall'ospedale mentre veniva cambiata? Non ha senso" si voltò verso l'anziano. "Vuole spaventarlo, questo è certo, ma lo vuole vivo".
"Perché? Cosa dobbiamo fare allora?" gli chiese Hiroshi.
"Non molto, in realtà" ammise Ryo. "Possiamo solo aspettare le sue prossime mosse e fare molta attenzione".
"Hai qualche sospetto su chi possa essere?" gli chiese la poliziotta.
"Uhm, non proprio, è troppo presto".
Hiroshi si sentiva sollevato al pensiero che nessuno minacciasse davvero la vita di suo padre, ma allora cosa volevano da lui? Inoltre Kento non si sentiva altrettanto rassicurato da quella notizia.

Più tardi Ryo e Kaori, rimasti soli, parlarono di nuovo del caso.
"Hai intuito chi possa essere, vero?" chiese la donna.
"No, però mi sono fatto un'idea".
Satoshi Matsui, la guardia del corpo, quasi sempre al fianco del padrone di casa... quasi.
Yumiko Takada, la cameriera, lei e il signor Furukawa si erano guardati in modo strano, come se entrambi avessero un segreto da costudire.
Infine Daisuke Chiba, l'autista, com'era possibile che non si fosse accorto della ruota se aveva visionato l'auto proprio poco prima?
Chi poteva essere il colpevole? E soprattutto, era davvero uno di loro o erano tutti estranei ai fatti?
   
 
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