Hopeless wanderers
I cacciatori di
streghe
[o delle
incertezze]
16 marzo
[One For All: 1.5%]
Mina non è per nulla contenta che Katsuki stia insegnando a
Ryu a “dare dei pugni a caso, sperando di
non spaccarsi qualche osso nel mentre”, ma in qualche modo alla fine
accetta questo piccolo rischio nella crescita del ragazzo – Katsuki dice che
sta diventando sempre più una mamma chioccia nei suoi confronti e Mina gli ha
quasi cavato gli occhi, per fortuna Kirishima è riuscito a calmarla e le ha
assicurato che terrà un occhio sempre vigile su Katsuki e l’allenamento di Ryu.
…già, l’allenamento di Ryu.
-…Aizawa aveva ragione.- borbotta Kirishima. –Questa storia
sarà un’impresa titanica per te, visto il tuo caratteraccio.-
Katsuki si trova costretto ad annuire. -Se arrivo alla fine
di questi dodici mesi senza un esaurimento nervoso, mi merito una medaglia al
valore.-
Alla fine, però, Ryu non è poi così male: fa qualche
disastro ma impara in fretta e ascolta sempre molto attentamente quello che
Katsuki gli dice, cerca sempre di impegnarsi al massimo e tolto qualche livido
non si rompe nulla – e Mina è contenta e Katsuki può ritenersi fortunato per
essere scampato a una morte molto dolorosa se non fosse stato così – ma a volte
si lascia prendere la mano e combina dei disastri da far accapponare la pelle.
Come quella volta in cui ha distrutto un muro della palestra scagliandoci
contro il sacco con uno Smash.
Probabilmente, l’urlo di Katsuki si è sentito fino all’altro
capo del pianeta, mentre davanti agli occhi vedeva il suo stipendio uscire dal
portafogli e salutarlo con un “Ciao,
coglione!” molto eloquente.
-Allora, come sta andando con Ryu?-
gli chiede Kirishima, poco prima di iniziare il pattugliamento. –Bene? Come se
la cava?-
Katsuki solleva gli occhi su di lui, impassibile. –Credo di
aver capito come mai Socrate preferì la cicuta ai suoi allievi nonostante le
mille soddisfazioni, Kirishima.-
-…eh?-
4 aprile
[One For All: 2%]
Ryu ha iniziato ad andare a scuola da tre giorni e, per
certi versi, Katsuki crede di aver ripreso a respirare dopo un lungo periodo di
apnea: senza più l’esigenza di sapere sempre dove si trova il ragazzo, Katsuki
può concentrarsi ancora di più sulla ricerca di questa Villain e continuare le
sue letture dei quaderni di Deku.
E sta proprio leggendo “Analisi
degli Eroi per il futuro n. 25”, quando una chiamata in arrivo lo distrae
dalle teorie e gli schemi del nerd.
-Dimmi che sei a casa e hai tempo per ascoltarmi.- esordisce
Mezzo e Mezzo. –Ho delle novità sulla Collezionista.-
-Novità del tipo?-
-Che avevamo ragione a sospettare di una criminale
internazionale.-
…cazzo.
Dieci minuti dopo, Todoroki irrompe in casa sua come se
avesse il Diavolo alle calcagna, stringendo sotto braccio un portatile.
-Buongiorno anche a te, Mezzo e Mezzo. Prego, entra pure.-
ma Todoroki nemmeno lo ascolta, occupando subito il tavolo della cucina.
-Questi sono file del governo, non dovrei nemmeno farti
sapere della loro esistenza.- spiega, accendendo il computer e inserendo una
chiavetta USB. –Ma direi che tu sei un’eccezione e che ne hai il diritto.-
-Che pensiero gentile, grazie.- Katsuki intanto ha preso
un’altra sedia e si è accomodato vicino a Todoroki, che sta cercando tra le
decine di cartelle contenute nella chiavetta.
-Ecco, questa.- mormora Todoroki, facendo partire un video.
–Qui, sulla sinistra.-
Il video, forse estratto da una videocamera di sorveglianza,
mostra i fotogrammi sgranati e sfocati di una ragazza che attente l’arrivo
dell’autobus alla fermata – ma qualcuno arriva prima del mezzo pubblico,
stordisce la ragazza e la porta via con sé in pochi secondi. Non si riesce a
vedere il volto dell’assalitore perché coperto da un cappuccio, solo per
qualche manciata di attimi la videocamera riesce a catturare il labiale
dell’uomo.
-…ha davvero detto “la
Collezionista sta aspettando”?- mormora Katsuki, allibito. Shouto può solo
annuire. –E perché è in inglese? Da dove l’hanno preso questo filmato?-
-I servizi segreti hanno diramato un ordine di cattura
internazionale per la Collezionista, dopo che ho riferito le informazioni che
mi hai dato tu.- spiega ancora Mezzo e Mezzo. –Hanno ricevuto segnalazioni da
Parigi, Città del Messico, Il Cairo, New York, Berlino, Roma… Questo ce l’ha
mandato un reparto speciale dell’intelligence britannica. Sono arrivate a
decine, decine di filmati come questo.-
-C’è una rete, allora.- suppone Katsuki, osservando ancora
una volta gli attimi del rapimento della ragazza. –La Collezionista gestisce
una rete… Che mi sai dire delle persone scomparse?-
-Tutti possessori di Quirk. I più disparati.- risponde
Shouto, aprendo un’altra cartella piena di foto segnaletiche. –Persone che
potevano cambiare lo stato fisico degli oggetti, chi poteva controllare le onde
elettromagnetiche… Quirk di ogni tipo.-
-Scusa un secondo. Ma se davvero dietro tutto questo c’è il
traffico di Quirk, che se ne fanno di Quirk del genere?- insomma, alcune
Unicità sono davvero assurde, non avrebbe senso.
-…non ci avevo pensato.- Todoroki lo guarda perplesso.
-Insomma, posso capire cercare di rapire Midoriya, ma questi qui… -
Katsuki annuisce. –Se davvero dietro questi rapimenti c’è il
traffico di Quirk, non avrebbe più senso rapire persone con Quirk più… -
-…da re?-
Katsuki schiocca le dita. –Esatto.-
-Però anche un Quirk semplicissimo, in certi Paesi, può fare
la differenza… - Todoroki torna a osservare lo schermo del portatile. –Forse
c’è davvero il traffico di Quirk, dietro questi rapimenti… -
-Però sappiamo con certezza che c’è la Collezionista dietro
la morte di Deku.-
Gli occhi dicromi di Mezzo e Mezzo lo fissano severi. –Credo
sia ora che tu legga quella lettera, Bakugou. Davvero.-
Katsuki sospira, rassegnato, premendo i palmi delle mani
sugli occhi. -…lo so.-
Todoroki se n’è andato da quasi un’ora, quando Katsuki si
decide ad alzarsi dalla sedia e tornare in camera sua. La lettera è rimasta lì,
sul suo comodino, per tutto il tempo, stropicciata e rovinata ma ancora
perfettamente sigillata. Sente le mani che tremano, quando sfiora la busta
prima di prenderla delicatamente tra le dita, come se avesse paura di vederla
dissolversi come la polvere.
Sospira per calmare il tremore delle mani, apre la busta con
un gesto deciso del pollice e spiega il foglio.
-Okay, Deku: a noi due.-
Prende un profondo respiro e inizia a leggere.
Quando Mina torna a casa dopo il suo turno di pattuglia lo
trova in corridoio, seduto per terra con le mani trai capelli e un mucchietto
di cenere vicino ai piedi – non le serve molto per capire che cosa è successo,
non quando osservandolo meglio nota i sobbalzi delle spalle e la tensione delle
braccia, come se stesse cercando di trattenersi. Gli si avvicina piano,
lentamente, come se fosse in presenza di un animale ferito e spaventato, e si
siede vicino: appoggia la testa sulla sua spalla e una mano sul braccio e non
si muove, ma è già abbastanza perché Katsuki si decida a parlare.
-Se n’è davvero andato.- mormora, e Mina rafforza un poco la
presa sul suo braccio quando lo sente singhiozzare ancora.
-Lo so.- sussurra. –Ma non puoi arrenderti adesso: Ryu ha
bisogno di te... -
Katsuki nemmeno solleva la testa, si limita a stringere di
più i pugni e irrigidirsi. -Ryu ha bisogno di Deku, non di me.-
-Smettila.- Mina gli tira uno schiaffo leggero sul braccio.
–Ryu non potrebbe essere più al sicuro di così. Stai facendo tutto quello che è
in tuo potere per proteggerlo, Bakugou. Questo Midoriya lo sapeva.-
-Ma non basta.- perché la Collezionista non si fermerà
finché non avrà quello che vuole. –Non basterà.-
Mina sospira, rassegnata, raccogliendo le gambe al petto e
stringendosi di più contro il suo fianco. –Forse, ma Ryu potrà sempre contare
su di te.-
Katsuki nasconde di più la testa tra le braccia, deglutendo
il nodo di pianto che ancora gli blocca il respiro in gola.
-…e tu potrai sempre contare su di noi, Bakugou.-
Quando anche Ryu rientra a casa, dopo le attività
pomeridiane a scuola, Mina lo accoglie con un sorriso radioso e una bella fetta
di torta per merenda – ma il ragazzino è troppo attento, è troppo sensibile per
non capire che c’è qualcosa che non va, Katsuki vede la preoccupazione stampata
a chiare lettere sul suo viso quando si siede sulla poltrona a mangiucchiare la
torta a guardare i commenti in diretta della cattura di un Villain insieme a
lui.
Katsuki cerca di rassicurarlo arruffandogli i capelli e
forse Ryu si tranquillizza, almeno un poco.
8 maggio
[One For All: 2%]
-Katsuki, credo di aver fatto un disastro… -
-Che hai fatto?- Ryu sibila di dolore quando gli sfila il
guanto e scioglie le bende intorno alla mano sinistra: sì, ha fatto un
disastro, ma si può rimediare. Solleva piano anulare e mignolo, muovendoli
lentamente nonostante le proteste di Ryu che continua a ripetergli che gli sta
facendo male. –Non credo siano rotte, ma nel dubbio è meglio chiamare
Recovery.-
Il ragazzino annuisce. –E pensare che me l’avevi detto di
stare attento… -
Katsuki scrolla le spalle. –Capita a tutti prima o poi di
rompersi le dita o la mano. Non a caso, si chiama frattura del pugile.-
-Davvero?- Katsuki annuisce. –Ah, zia Mina si arrabbierà
tantissimo… -
-Ryu, posso farti una domanda?- il ragazzino piega la testa
di lato, curioso, aspettando. –Tu ti fidi di me?-
–Sì. Sì, mi fido di te. Perché me lo chiedi?- Ryu non sembra
capire il perché di quella domanda, visto lo sguardo sorpreso e confuso che gli
si dipinge sul volto. Poi sembra arrivare a una risposta. -Aspetta, hanno di
nuovo scritto delle cattiverie su di te, non è vero?-
-No, ormai a quelle ci sono abituato.- ed è vero: ormai
tutta la merda che i giornalisti gli buttano addosso non gli fa più né caldo né
freddo. –È… Niente, lascia perdere.-
Ma Ryu deve comunque aver capito cosa vuole intendere.
-Se pensi che Deku mi abbia affidato a te solo perché eri
l’unico a sapere del One For All, ti
sbagli di grosso.- ribatte allora, serissimo. –Deku si fidava ciecamente di te,
ti avrebbe affidato la sua vita… -
-E allora perché non l’ha fatto?- lo interrompe, stringendo
tra le dita la sigaretta che ha appena acceso. –Perché non l’ha fatto? Perché
non mi ha detto niente di questa… Collezionista che lo perseguitava?-
Ryu abbassa lo sguardo, torturandosi l’orlo della maglia con
la mano destra. –Io… Questo non lo so, ma Deku si fidava davvero di te.-
E Katsuki ci crede, alle parole di Ryu, perché nei suoi
occhi scuri non legge altro che sincerità.
-E come lui si è fidato di te, fino all’ultimo, io mi fiderò
sempre di te.-
-Siamo arrivati, signora.- sussurra il giovane, riempiendo
il calice di vino. –Stiamo atterrando.-
-Meraviglioso.- sussurra la donna, iniziando a sorseggiare
lentamente il liquido. –Contatta nuovamente i nostri collaboratori, devono
riprendere la ricerca.-
-Signora, mi sono permesso di restare in contatto con loro
anche dopo il fallimento della precedente trattativa.- ribatte il ragazzo, la
donna è visibilmente compiaciuta. –Non hanno mai smesso di cercare. E ho
provveduto ad assumere qualcuno di nuovo, in sostituzione di quelli che
abbiamo… licenziato.-
La donna sorride ancora. –Cosa farei senza di te… -
-Faccio soltanto il mio lavoro, signora.- mormora ancora il
giovane con un inchino. -Quante stanze faccio preparare?-
Lei soppesa la domanda, muovendo lentamente il calice e
osservando il vino colorare il bicchiere. -Non più di quattro… Una più grande
delle altre, è un ospite importante.-
-Certamente, signora.-
-Oh, per la ricerca manda soltanto i vecchi collaboratori.-
aggiunge. –Per quelli nuovi ho un altro lavoro.-
Il giovane annuisce. –Potrei sapere di cosa si tratta,
signora?-
La donna sogghigna, osservando fuori dal finestrino.
–Disinfestazione.-
Il ragazzo impiega qualche secondo a capire di cosa stia
parlando, poi annuisce e si congeda. La donna rimane sola a sorseggiare il suo
vino, osservando la terraferma farsi sempre più vicina ogni secondo che passa.
-Mi chiedo se sarà possibile assistere a uno spettacolo del
teatro kabuki.- mormora, osservando le poche gocce di vino rimaste nel calice.
–Dicono sia veramente affascinante.-
D.D.R.: Deliri
Della Rediviva
SONO VIVAH.
E no, non è davvero così scontato che io lo
sia. Perché il sistema immunitario della Maki non sa neanche dove stia di casa
e quindi sono dovuta rientrare in Italia per motivi di salute. Nulla di grave,
almeno spero, dalla prossima settimana inizierò tutti i dovuti accertamenti.
Ma andiamo avanti, che è meglio (cit.). Questo
capitolo è stato scritto durante le quattro ore di volo, solo per questo motivo
è già qui - capitolo in cui non succede granché, gneh,
chiedo perdono.
Nei prossimi giorni inizierò a lavorare anche
al capitolo finale di “Of Monsters and Men” e risponderò
anche alle vostre recensioni [le ho lette tutte appena le avete postate ma non
riuscivo a trovare il tempo per rispondervi come si deve, abbiate pazienza
ancora un po’] quindi restate sintonizzati.
Alla prossima!
Maki